“Liberi di uscire dall’Islam”, svolta storica del Marocco

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Nessuna condanna a morte per l’apostata, e libertà di scelta per chi vuole abbracciare altre fedi: così si è espresso per la prima volta il Consiglio superiore degli Ulema in Marocco, aprendo la strada al riformismo dell’Islam

di KARIMA MOUAL

Nessuna condanna a morte per l’apostata e libertà per coloro che dall’Islam vogliono uscire e abbracciare altre fedi. E’ una posizione storica, quella assunta dalla massima rappresentanza religiosa del Marocco, il Consiglio superiore degli Ulema, che continua coraggiosamente ad aprire la strada al riformismo in casa Islam – almeno la propria – senza ombre o ambiguità. Si punta dunque su un livello alto della discussione, anche facendo un passo indietro rispetto al passato. Il Consiglio infatti rigetta una sua precedente fatwa del 2012 secondo la quale i marocchini colpevoli di apostasia avrebbero un unico destino: la morte. Una regola comune per tutti i Paesi musulmani, ma prevista in varie forme dalle norme giuridiche in vigore. In Marocco, per esempio non è contemplata la pena di morte, ma il codice penale parla di detenzione per l’apostata che può arrivare fino a 3 anni.

Una posizione, però, che già all’epoca aveva fatto discutere molto in un Paese che del pluralismo religioso ha fatto il proprio fiore all’occhiello, e che più di altri vi presta attenzione e porta avanti un lavoro immenso per difendere la propria posizione e visione di un «Islam moderato». Il Consiglio degli Ulema dunque, cerca di tracciare una linea chiara su un tema di grande attualità, politicamente e socialmente scomodo e che in futuro si potrebbe presentare come una trappola micidiale perché nel Paese si sono rivelati, senza più filtri, abitanti passati dal sunnismo allo sciismo (si sono aperti solo lo scorso anno i primi centri sciiti) così come al cristianesimo o, addirittura, all’ateismo. Voci che nell’ultimo periodo sono uscite dalla clandestinità sfidando l’ipocrisia di chi li conosce, ma non li vuole riconoscere.

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Conciliari in Brasile: diventati folli!

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Segnalazione di www.unavox.it 

di Francesca de Villasmundo


Pubblicato sul sito Medias Presse Info

 

Dopo le vescovesse che consacrano durante una Messa di Paolo VI e dopo le dichiarazioni omofile del gesuita brasiliano Luis Corrêa Lima, ecco un’altra profanazione compiuta nel paese del sincretismo per eccellenza!

Nella parrocchia di San Gerardo Magela dell’arcidiocesi di Sorocoba, nello Stato di San Paolo, [alla vigilia di Pasqua] l’ostensorio contenente il Santissimo Sacramento è arrivato sulla «tavola» portato da un “drone”, mosso da un ragazzo con l’aiuto di una ragazza, tra gli evviva e gli applausi della folla dei fedeli in delirio.

Il parroco che permette un tale sacrilegio, crede nella Presenza Reale? Ha consacrato le specie del pane e del vino?
E’ più che concepibile che si abbiano dei seri dubbi sulla validità di tali cerimonie Novus Ordo, avvilenti spettacoli di un mondo conciliare diventato folle!

Il Concilio ha voluto aprire la Chiesa cattolica al mondo, adattare la fede ai «fratelli separati», parlare il linguaggio contemporaneo… il risultato è un’apostasia per niente silenziosa, ma rumorosa e volgare, sacrilega e blasfema.

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