Tempo d’Avvento: le profezie messianiche

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Testo tratto da: Gesauldo Nosengo, INCONTRO A CRISTO. Testo per l’insegnamento della Religione nella Scuola media inferiore. Volume primo per il primo anno, “Gesù Cristo Messia e Rivelatore, centro del tempo antico e della nostra fede, Felice Le Monnier, Firenze 1950, pagg. 84-90
 
GESU CRISTO CENTRO E TERMINE DELLE PROFEZIE 
 
SOMMARIO: Gesù sa e dice di adempiere le profezie. — I profeti: divinità delle profezie. — Il Cristo dei profeti. — I profeti hanno predetto del Messia: la stirpe; la nazione; la tribù; la famiglia; la Madre; il tempo della nascita; il luogo; la vita; la passione; la missione; la divinità; il sacerdozio; il trionfo; la regalità. 
 
GESU’ SA E DICE DI ADEMPIERE LE PROFEZIE. 
 
Gesù — dice il Vangelo — venne a Nazareth, dove era stato allevato, e, entrato, secondo l’usanza del sabato, nella Sinagoga, si alzò per fare la lettura. Gli venne dato il libro del profeta Isaia, ed Egli, apertolo, trovò quel passo dove è scritto : « Lo spirito del Signore è sopra di me; per questo Egli mi ha unto per portare la buona novella ai poveri; mi ha mandato a guarire i contriti di cuore, ad annunciare la liberazione ai prigionieri e la vista ai ciechi, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l’anno accettevole del Signore e il giorno del premio ». Poi, ripiegato il libro, lo restituì all’ inserviente, mentre tutti nella Sinagoga tenevano gli occhi fissi su di Lui. 
Allora Egli cominciò a dir loro : « Oggi le vostre orecchie hanno udito l’adempimento di questa profezia ». 
In questo caso — come in molti altri — Gesù applica a sè stesso i passi dei profeti e dimostra che si sono adempiuti nella Sua Persona e davanti agli occhi dei suoi contemporanei. 
Dunque le profezie avevano per termine Lui e trovavano in, Lui il loro compimenti. 
 
I PROFETI: DIVINITÀ DELLE PROFEZIE. 
 
Dio aveva preparato il popolo ebreo a ricevere il Salvatore colle promesse più volte rinnovate; aveva costellato la sua storia politica e religiosa di stupende figure messianiche, ma volle anche anticipatamente descrivere molti aspetti del Cristo venturo per mezzo delle profezie. 
Per un periodo di 400 anni Dio suscitò uomini straordinari chiamati profeti, affidando loro il compito di richiamare il popolo alla fede ed alla morale divina. La loro missione, per volere di Dio, fu confermata coi miracoli e colla predizione del futuro. 
I profeti, per risvegliare l’attesa messianica, parlarono spesso del Messia, e le loro profezie sul Cristo, unite ed ordinate, ne costituiscono quasi una biografia anticipata. Sono come le pietruzze di un mosaico che, sistemate secondo il piano dell’artista e vedute nel loro complesso, formano una meravigliosa composizione: la vita del Messia. 
Questo fu possibile perché una sola Mente ordinatrice ispirava i profeti e li dirigeva verso un unico fine ed un’unica persona : Gesù Cristo. Così il Messia, apparendo sulla terra, unificava e realizzava in sè tutto il passato e trovava nelle profezie un argomento invincibile della sua missione divina. 
 
IL CRISTO DEI PROFETI. 
 
Le profezie intorno a Gesù Cristo sono moltissime: tra esse scegliamo quelle che si riferiscono ai fatti più impor-tanti della sua vita. 
 
I PROFETI HANNO PREDETTO DEL MESSIA : 
 
1) La stirpe da cui sarebbe nato : quella di Sem. Infatti Noè benedicendo a Sem disse : « Benedici, o Signore, i padiglioni di Sem, e sia Canaan loro schiavo. Di-lati Iddio Iaphet e trovi dimora nei padiglioni di Sem » (Genesi, 9, 26). 
 
2) La nazione: quella discendente da Abramo. « Benedirò chi ti benedice — disse il Signore ad Abramo — e maledirò chi ti maledice e Per te saranno benedette tutte le nazioni » (Genesi, 22, 18). 
 
3) La tribù: quella di Giuda. « Giuda, a te daran lode i tuoi fratelli — disse Giacobbe benedicendo i suoi figli — e ti adoreranno i figlioli del padre tuo. Lo scettro non sarà tolto da Giuda e dal condottiero della stirpe di lui, fino a tanto che venga colui che deve essere mandato, Egli sarà l’aspettazione delle nazioni » (Genesi, 40, 8). 
 
4) La famiglia: quella di Davide. « Il Signore ha dato a Davide promessa giurata e davvero non la ritratterà: un tuo figlio collocherò sul trono » (Salino, 131, 11). « Il seme di lui durerà in eterno » (Salmo 88). 
 
5) La Madre: Maria Vergine. « Ecco che una Vergine concepirà e darà alla luce un figlio e il suo nome sarà Emanuele cioè: Dio con noi (Isaia. 7. 14). 
 
6) Il tempo della nascita. —« Sappi dunque e nota attentamente : da quando uscirà l’ editto per la riedificazione di Gerusalemme fino al Cristo principe vi saranno sette settimane e sessantadue settimane; e saran di nuovo edificate le piazze e le mura in tempo d’angustie…. il Cristo sarà ucciso e non sarà più suo popolo quello che lo rinnegherà. E la città e il santuario saranno distrutti da un popolo con condottiero che verrà e la sua fine sarà la devastazione » (Daniele, 9. 25). 
« Quando verrà meno lo scettro di Giuda » (Genesi, 40, 10). 
« Prima della distruzione di questo secondo tempio che sarà da lui visitato» (Aggeo, 2-8). 
« La sua venuta sarà preceduta da una pace universale » (Isaia, 2, 4). 
« Sarà annunciata e preparata da uno speciale inviato » (Malachia, 3, 1). 
 
7) Il luogo. « E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei certo la più piccola fra le terre di Giuda; perchè da te uscirà Colui che reggerà il mio popolo di Israele » (Michea, 5, 2). 
 
8) La vita. « Sarà adorato dai re d’Oriente che gli offriranno oro e incenso » (Isaia, 60, 6). 
« Soggiornerà in Egitto » (Osea, 11, 1). 
« Sarà povero ed attenderà al lavoro » (Salmo 87, 16). « Sarà obbediente )) (Salmo 39, 
« Andrà a cercare le pecorelle smarrite, solleverà quelle che son cadute, fascerà le piaghe di quelle che son ferite » (Ezechiele, 34). 
« Consolerà gli afflitti » (Isaia, 61). 
« Opererà miracoli a favore dei ciechi, dei sordi, dei muti, ecc. » (Isaia, 35, 6). 
« Sarà anche una pietra di scandalo ed un’occasione di rovina per un gran numero di giudei » (Isaia, 1, 6, 8). 
« Entrerà trionfalmente in Gerusalemme « cavalcando un’asina e un asinello » (Zaccaria, 9, 9). 
 
9) La passione. « Egli non ha vaghezza nè splendore; e noi l’abbiamo veduto e non era bello a vedersi…. Veramente Egli ha preso su di sè i nostri languori e ha portato i nostri dolori, e noi l’abbiamo reputato un lebbroso e come flagellato da Dio e umiliato. Ma egli è stato piagato a motivo delle nostre iniquità, è stato sprezzato per le nostre scelleratezze; il castigo, cagione di nostra pace, cade sopra di Lui e per le lividure di Lui siamo risanati. Tutti noi siamo stati. come pecore erranti : ciascheduna deviò per la sua strada e il Signore pose addosso a lui le iniquità di tutti noi. È stato offerto, perché Egli ha voluto e non ha aperta la sua bocca; come pecorella sarà condotto ad essere ucciso; e come agnello muto si sta dinanzi a colui che lo tosa, così Egli non aprirà la sua bocca » (Dalle Profezie di Isaia). 
« Mi pesarono per mia mercede trenta monete d’argento » (Zaccaria, 11, 12).
« Hanno forato le mie mani ed i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa ; si son divise le mie vesti e han gettato la sorte per avere le mie vesti… ; quanti mi videro si burlarono di me, mossero le labbra e scossero la testa. Confidò nel Signore : essi dicono : lo liberi, lo salvi, se è vero che lo ama » (Salmo 21). 
« Per cibo mi diedero fiele, e per calmare la mia sete mi offersero aceto » (Salmo 62, 68). 10) La missione. — « Sarà il Salvatore » (Isaia, 51, 5). « Sarà il giusto per eccellenza » (Geremia, 23, 5). « Sarà l’Ammirabile; il Consigliere; il Principe della pa-ce » (Isaia, 9, 6).
 
11) La divinità. — « Il Signore mi ha detto : tu sei mio figliuolo oggi io ti ho generato ». 
« Tra gli splendori della santità, avanti ad ogni altra cosa, dal mio seno io ti generai – dice Iddio » (Salmo 109, 4). 
« Egli sarà l’Emanuele, il Dio forte, il Padre del futuro secolo » (Isaia, 42, 16). 
 
12) Il sacerdozio. « Il Signore ha giurato ed egli non si pentirà: tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedecco » (Salmo 109). 
 
13) Il trionfo. «L’Agnello sarà il Dominatore ». « Disse il Signore al mio Signore : siedi alla mia destra fino a tanto che io ponga i tuoi nemici sgabello dei tuoi piedi ); (Salmo 109). « Non permetterai che il tuo unto veda la corruzione » (risurrezione) (Salmo 15). 
 
14) La regalità. « Fiorirà ai suoi dì la giustizia e somma pace…. dominerà da un mare all’altro e dal fiume fino all’estremità della terra )) (Salmo 71). « Ci è nato un pargolo, ci fu dato un figlio, il suo nome sarà Principe ,di Pace e il principato è stato posto sulle sue spalle. Il suo impero crescerà. Sederà sul trono di Davide e sopra il suo regno » (Isaia, 9, 6). « Gli conferì la potestà, l’onore, il regno; tutti i popoli, le schiatte e le lingue serviranno a Lui; la sua potestà sarà una potestà eterna che non gli sarà mai tolta, e il suo regno un regno che non sarà mai distrutto » (Daniele, 7, 13). 
 
Tutte queste profezie si sono verificate alla lettera; basta leggere la Vita di Gesù, e specialmente il Vangelo di S. Matteo che, scrivendo per gli ebrei, diede un forte rilievo al parallelismo tra le profezie e la vita del Salvatore, offrendo la più forte dimostrazione che l’Aspettato delle genti era venuto, che era lui, Gesù di Nazaret. 
 

Liberalismo e secolarizzazione vogliono renderci indifferenti all’Incarnazione

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI per https://www.informazionecattolica.it/2021/11/29/liberalismo-e-secolarizzazione-vogliono-renderci-indifferenti-allincarnazione/

di Matteo Castagna

DISTRARRE SUL FINE DELLA VITA E, PER PRESUPPOSTO, VIVERE COME SE DIO NON ESISTESSE E FOSSE PRIVO DI DIRITTI, NELLA SUA QUALITÀ DI CREATORE, PORTA ALLA SUPERFICIALITÀ E ALLE IDEOLOGIE EFFIMERE

Il mondo scristianizzato prevede che il fine dell’uomo sia la felicità in questo mondo, che finisce con la morte. Si vive, perciò, assolutamente distratti dal vero fine della vita ossia il godimento di Dio nel Paradiso, per l’eternità, avendolo meritato attraverso la fermezza della fede e la costanza delle opere da essa derivanti. Distrarre sul fine della vita e, per presupposto, vivere come se Dio non esistesse e fosse privo di diritti, nella Sua qualità di Creatore, porta alla superficialità e alle ideologie effimere, che sono tutte finite.

Sopravvive il liberalismo, ovvero il più subdolo tra le invenzioni umane per evitare il rapporto con l’Aldilà, che non per forza nega Dio, ma crea una libertà di coscienza sul credere o meno, elevandola a valore assoluto. In tal modo, esisterebbe chi è legittimato dallo Stato a non credere e chi a credere, a seconda della sensibilità personale, perché la misericordia di Dio sarebbe così universale da non far distinzione tra colpa e merito così da garantire a tutti la salvezza eterna.

Noi che vogliamo, invece, rimanere cattolici, apostolici, romani, desideriamo sganciarci dalle distrazioni del mondo per meditare e lodare quanto ha fatto Cristo per noi e considerare quanto noi dobbiamo a Lui, per poter andare a goderLo per sempre.

Siamo entrati nel periodo di Avvento, che prepara il Natale del Messia, del Figlio del Dio vivente, ma proprio il liberalismo e la secolarizzazione contemporanei ci vogliono rendere indifferenti di fronte all’importanza di questo momento. Dobbiamo, dunque, dare due risposte ad altrettanti interrogativi: l’Incarnazione del Verbo è stata necessaria oppure solo conveniente? Se Adamo non avesse peccato, ci sarebbe stata ugualmente?

E’ teologicamente certo che la necessità dell’Incarnazione non è stata assoluta, anche supposta la volontà divina di riparare il genere umano. dopo il peccato originale, Dio avrebbe potuto distruggere il genere umano o ridurlo all’ordine naturale. Avrebbe potuto condonare la colpa o esigere una riparazione imperfetta da ciascun uomo o mandare un uomo con speciali grazie a riparare per tutti.

La Scrittura fa vedere sempre l’Incarnazione come un dono gratuito di Dio, non come una necessità.Così Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito” (Gv. 3,16). “Giustificati gratis per la grazia di Lui, per la Redenzione che è in Cristo Gesù (Rom. 3,34)”. “Dio, che è ricco nella misericordia, per la sua immensa carità con cui ci ha amato, ci ha vivificato nel Cristo” (Ef. 2,4).

Sant’Atanasio (Orazione 2 contro Ario) dice: “Avrebbe potuto, anche se non fosse venuto mai il Cristo, soltanto parlare Dio, e sciogliere la maledizione. Sant’Epifanio, in una sua opera contro le eresie, dice che il Verbo si è incarnato: “per l’abbondante amore verso gli uomini spinto non da necessità ma da volontario disegno“. Sant’Agostino (De Agone Christiano 11,12) dopo aver posto la domanda di alcuni, che definisce stolti, se Dio non poteva liberare gli uomini, se non incarnandosi, risponde: “Lo avrebbe potuto assolutamente“.

E’ sentenza più probabile e più comune che dopo il peccato originale, posto che Dio esigesse una soddisfazione equivalente, era necessaria l’Incarnazione di una Persona divina. San Leone Magno, nel sermone della Natività (1,2) afferma: “Se non fosse vero Dio, non porterebbe il rimedio” al peccato originale.

Come spiega Giuseppe Casali nella sua Somma di Teologia Dogmatica (Ed. Regnum Christi, Lucca 1964) i Tomisti sostengono che l’offesa fatta a Dio col peccato è enorme ed infinita, perciò la riparazione la può dare solo una Persona infinita. Quindi, tutti i Teologi concordano sul fatto che “Dio ha decretato l’Incarnazione liberissimamente. Con essa ha voluto manifestare le sue perfezioni, ossia la sua gloria eterna. Dio avrebbe potuto volere l’Incarnazione anche indipendentemente dal peccato o da qualsiasi ipotesi”. I Tomisti sostengono che nella presente economia divina l’Incarnazione è talmente ordinata alla redenzione degli uomini, che se Adamo non avesse peccato, l’Incarnazione non ci sarebbe stata. Il nome Gesù, del resto, significa “Dio salva” e parliamo di redenzione in quanto Gesù, vero Dio e vero Uomo, ci ha riscattato, a prezzo del suo sangue, dalla schiavitù di Satana, in cui eravamo caduti per il peccato.

Raccoglierci in preghiera e prepararci al Natale con dei sacrifici volontari, in segno di espiazione dei peccati, con la meditazione di questi santi misteri è assai più consigliabile rispetto alla continua, sterile, maniacale polemica, ormai divenuta compulsiva, sulla nuova religione del mondo, con le sue più che evidenti iniquità.

 

 

Tempo d’Avvento

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Tempo d’Avvento

Catechismo Maggiore di San Pio X – Dell’Avvento Rorate-caeli-Introitus-vierter-Adventssonntag+(1)

1 D. Perché si chiamano Avvento le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale?
R. Le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale si chiamano Avvento, che vuoi dire venuta, perché in questo tempo la Chiesa ci dispone a celebrare degnamente la memoria della prima venuta di Gesù Cristo in questo mondo colla sua nascita temporale.

2 D. Che cosa ci propone la santa Chiesa a considerare nell’Avvento?
R. La Chiesa nell’Avvento ci propone a considerare quattro cose:
1 le promesse che Dio aveva fatte di mandarci il Messia per la nostra salute;
2 le brame degli antichi Padri, che ne sospiravano la venuta;
3 la predicazione di S. Giovanni Battista, che esortata il popolo a far penitenza per disporlo a ricevere il Messia;
4 l’ultima venuta di Gesù Cristo nella sua gloria per giudicare i vivi ed i morti.

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Domenica 2/11 inizia l’Avvento

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Catechismo Maggiore di San Pio X Dell’Avvento

1 D. Perché si chiamano Avvento le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale?

R. Le quattro settimane che precedono la solennità del santo Natale si chiamano Avvento, che vuoi dire venuta, perché in questo tempo la Chiesa ci dispone a celebrare degnamente la memoria della prima venuta di Gesù Cristo in questo mondo colla sua nascita temporale.

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