ALPINI, MASCHILISMO, PATRIARCATO…. MATRIARCATO!

Condividi su:

di Emilio Giuliana

Che piaccia o no,  a  torto o ragione per unificare (altro unire) l’Italia sono state combattute tre guerre dette d’Indipendenza e in ultimo una guerra mondiale, solo in quest’ultima perirono circa  670 mila militari, di cui una grande fetta furono alpini. In ogni piazza d’Italia vi sono apposte lapidi commemorative che ricordano il sacrificio di migliaia di uomini, non donne, ma uomini, come è giusto che sia. Quegli uomini spezzarono e sacrificarono le loro giovani vite, per difendere e proteggere le donne. Fu grazie al sacrificio di “quella soldataglia” (così definiti ed oltraggiati da blatte ideologizzate), se oggi la “puttanaglia” può prendersi il lusso e la libertà di insultarli, offenderli e dileggiarli. Ad ogni calamità naturale o catastrofe di altra origine, gratuitamente arriva a dare man forte la “soldataglia” volontaria degli alpini. L’organizzazione femminista Non una di meno, può vantare lo stesso impegno sociale? La risposta è scontata! Però si sa per certo, che femministe similmente ideologizzate, le ritroviamo in altri luoghi, e per altri motivi, in questo caso sì, indegne e disumane, vedasi ad esempio Forteto, Bibbiano…

Sottomissione e sfruttamento, tra le accuse mosse dal femminismo contro i maschi, biasimo che trovano origine -a loro dire- nella società patriarcale. È possibile, che tra queste paladine della difesa femminista non ve ne sia una, almeno una, cromosomicamente bilanciata? perché se ce ne fosse una, sarebbe dotata di logica, necessaria per poter comprendere autonomamente, ciò che invece spiego a seguire. L’idea di uomo (aguzzino) che hanno interiorizzato e propagandato non è frutto del patriarcato, ma bensì del matriarcato. Un bambino fin dalla nascita, rispetto alla bambina, viene oltre modo attenzionato e curato, talune volte a limite dell’ossessione, dalla propria madre; come se non bastasse, fino al termine della frequentazione del quinquennio delle scuole medie superiori, il bambino è accompagnato nella sua crescita da donne, infatti frequenta ambienti e strutture con una presenza prevalente, nella quasi totalità di un personale – educatrici, maestre, professoresse- composto da donne, asili nido, scuole materne, scuole medie inferiore, scuole medie superiore;  i maschietti per 18 anni vivono circondati da donne! Questo stretto contatto femminile influenza ineluttabilmente i ragazzi, i quali a secondo del loro carattere maturano la loro personalità, anche nelle forme degeneri, vedi disordini sessuali e morbosità con sindromi compulsive di attaccamento materno, che traslano nelle loro “mogli”, nonché causa dei famosi e percentualmente residuali e marginali “femminicidi”.

Archiviato l’unico viatico utile per l’uomo, l’anno di leva militare, il maschio è stato precipitato damnatio ad bestias. L’anno di naja spezzava il ventennio di “tutela” a trazione femminile, per un periodo a traino maschile, dodici mesi in cui imparava ad usare scope, ramazze, lavare stoviglie e piatti per il numero e misura che una donna impiega in una vita, lavare i vestiti, la biancheria intima, rammentare e cucire, cucinare, docce fredde, rifarsi il letto con precisione geometrica (il famigerato e famoso cubo), sistemazione precisa e certosina del proprio armadietto…..un anno solare in cui imparare a camminare con le proprie gambe, un breve periodo ti patriarcato, che riusciva a scrollare di dosso le pesantissime scorie matriarcali! Ma purtroppo, da molti anni il militare di leva è stato abrogato, privando i maschietti del necessario e formativo breve periodo patriarcale, lasciato esclusivamente con in dosso il pesantissimo e deleterio, inadeguato, contro natura fardello matriarcale.

Le Femministe, per radicare il modello di società che rivendicano, dovrebbero combattere il matriarcato e bramare il patriarcato!

L’idea di donna oggetto, non è il frutto di convincimenti malsani maschili, ma è partorita volontariamente e scientemente dal mondo femminile stesso, così come ben testimoniato dai programmi televisivi più gettonati, i più famosi Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Isola dei famosi, Grande fratello…e tutto a causa del modello di società matriarcale.

A tal proposito per uno studio più approfondito ed esaustivo è bene studiare quel patrimonio culturale/sociologico lasciatoci in eredita dalla scomparsa, dotta antropologa Ida Magli.

Se esiste un male per il genere femminile è il matriarcato e non il patriarcato.

In conclusine, è spiacevole far notare che le stesse che lamentano la cultura maschilista patriarcale,  sempre pronte a denunciarne le supposte molestie, vedi Rimini, non proferiscono mai una parola sulle reiterate e quotidiane molestie indirizzate nei confronti di donne e ragazzi in ogni luogo d’Italia da afroitaliani dei quali i loro nonni non hanno combattuto e non sono morti per la puttana Italia, afroitaliani che non si rimboccano le maniche per soccorrere vittime di sciagure e calamità che investono il nostro Paese!

“Ho passato una vita a difendere le donne, ma che delusione. Purtroppo debbo constatare che non pensano. Che non sanno fare politica. Che non sono capaci di farsi venire un’idea nuova… ” IDA MAGLI

https://emiliogiuliana.com/2-uncategorised/89-alpini-maschilismo-patriarcato-matriarcato.html

SCANDALO BIBBIANO: IN ARRIVO LE CONDANNE

Condividi su:

Segnalazione Redazione BastaBugie

Chiesti 6 anni per lo psicoterapeuta Claudio Foti in concorso con Federica Anghinolfi: il tribunale emetterà la sentenza per l’orrore dei bambini che venivano tolti illegalmente alla famiglia (VIDEO: Bibbiano nel 2019, la situazione nel 2013)
di Luca Marcolivio

A Bibbiano e dintorni è andato in scena per anni, il mercimonio dell’infanzia. Il processo, che in queste settimane sta giungendo alla sua fase conclusiva, non sta facendo che confermare le accuse sollevate due anni fa: i bambini venivano strappati alle famiglie non per il loro bene ma per puro business.
La richiesta per i due principali imputati è di sei anni di reclusione per abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime. È quanto emerso durante la requisitoria – durata sette ore – del pm di Reggio Emilia, Valentina Salvi, nei confronti di Claudio Foti, lo psicoterapeuta, direttore scientifico del centro Hansel & Gretel, imputato nel processo “Angeli e demoni” sugli affidi illeciti nei comuni della Val d’Enza.

LE ACCUSE
A più di un anno dal rinvio a giudizio, le sentenze per Foti e per l’altra imputata Beatrice Benati (assistente sociale accusata di violenza privata e tentata violenza privata, che, come lui, ha chiesto il giudizio abbreviato) sono previste per l’11 novembre. Si tratterà dei primi verdetti relativi allo scandalo esploso due anni fa in provincia di Reggio Emilia, ad eccezione dell’assistente sociale rea confessa Cinzia Magnarelli – che, per occasione aveva patteggiato – condannata per falso ideologico e frode processuale. Per gli altri 22 imputati si deciderà se andranno a giudizio o meno.
Le famiglie dei bambini, costituitesi parte civile, hanno chiesto danni provvisionali tra i 5000 e il 50mila euro, oltre al risarcimento. Anche gli enti pubblici coinvolti hanno chiesto i danni: l’Unione Val d’Enza e l’AUSL reggiana esigono 150mila euro di risarcimento ciascuno; la Regione 50mila euro e la pubblicazione della sentenza.
La requisitoria del pm di Reggio Emilia è stata incentrata soprattutto sull’accusa di abuso d’ufficio contestata a Foti, in concorso con il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, con l’ex responsabile dei servizi sociali, Federica Anghinolfi, e con l’assistente sociale Francesco Monopoli. Per le sue perizie, Foti era riuscito a concordare 135 euro a seduta, praticamente il doppio rispetto alla media di 60-70 euro: una tariffa che, secondo il pm, non sarebbe stata mai approvata in caso di indizione di una gara.

LA FERITA INFLITTA AI BAMBINI E AI LORO GENITORI RIMANE INSANABILE
Foti è anche accusato di aver plagiato una bambina affidata alle sue perizie tra il 2016 e il 2017, «alterandone lo stato psicologico ed emotivo sui fatti oggetto del procedimento», persuadendola, con metodiche «suggestive», di «essere stata abusata sessualmente dal padre». Di conseguenza, la minore aveva iniziato a rifiutarsi di incontrare il padre, che in seguito il Tribunale ha dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale. Secondo il pm, lo psicoterapeuta avrebbe agito nella totale consapevolezza dei danni che avrebbe arrecato alla piccola paziente, motivato in primis dai facili guadagni. Lo psicoterapeuta si è difeso, ribadendo di aver agito per il bene della bambina. I suoi avvocati, da parte loro, ne hanno elogiato la presunta professionalità di Foti, il quale, però, nemmeno avrebbe i titoli accademici e formativi per svolgere incarichi così delicati.
La condotta di Foti, dunque, non fa che confermare uno dei risvolti più inquietanti del “metodo Bibbiano”: l’utilizzo di tecniche estreme, quali, ad esempio, gli impulsi elettromagnetici sui bambini, finalizzati ad alterarne la memoria. A ciò, si univano altri metodi più blandi ma non meno incisivi come l’occultamento dei regali e delle lettere dei genitori naturali e l’alterazione dei disegni dei bambini in funzione ostile ai genitori stessi. Tutti i minori coinvolti nella terribile vicenda sono tornati dalle famiglie d’origine. Qualunque sarà l’esito del processo, tuttavia, la ferita inflitta ai bambini, ai loro genitori e all’intera comunità locale rimane insanabile.

Nota di BastaBugie: il terribile mercato dei bambini dati in affido non è solo a Bibbiano.
Per i 35.000 minori dati in affido in Italia ogni anno nel 99% dei casi non ci sono motivazioni derivanti da fatti concreti, ma solo giudizi soggettivi da parte da assistenti sociali e giudici. In pratica si tolgono i figli ai genitori per interesse di tipo economico da parte degli enti privati che gestiscono gli istituti che percepiscono soldi pubblici. Insomma: lo Stato ti porta via i figli come accade nei totalitarismi.
Non basta punire i colpevoli di una singola vicenda come Bibbiano, ma va eliminato il controllo dello Stato sulle famiglie limitando l’intervento della magistratura alle sole situazioni gravissime e con fatti accertati.

VIDEO 1: IL SERVIZIO DEL TG2 DEL 28 GIUGNO 2019
Cosa è successo nell’inchiesta Angeli e Demoni a Bibbiano

Commento dell’avv. Francesco Morcavallo, ex magistrato del tribunale dei minori di Bologna dimessosi appunto per evitare di farsi complice di sospette pratiche di affido.

VIDEO 2: FEDERICA PANICUCCI A MATTINO 5 NEL 2013
Già sei anni prima si sapeva già tutto (anche il CSM è complice)

L’avv. Francesco Morcavallo a Mattino 5 ospite di Federica Panicucci affermava che “in situazione di disagio sia sociale, sia economico, si interviene con strumenti autoritativi che sono simili a quelli degli ordinamenti totalitari”.

https://rumble.com/ver8oz

DOSSIER “SCANDALO BIBBIANO”
Bambini tolti illegalmente alla famiglia

Per vedere tutti gli articoli e i video, clicca qui!

Titolo originale: Bibbiano. Business sulla pelle (e sulla psiche) dei bambini. Chiesti 6 anni per Foti
Fonte: Provita & Famiglia, 19 ottobre 2021

Verona dice NO al “sistema Bibbiano”

Condividi su:
IN ALLEGATO VIDEO PUBBLICATO DA NICOLA PASQUALATO SUL SUO CANALE YOU-TUBE
di Lucia Rezzonico

Oltre 100 persone, nonostante i boicottaggi, le fake sul presunto (e auspicato?) “convegno annullato” fatte girare nelle chat, nonostante il silenzio mediatico, hanno raccolto l’appello di Nova Civilitas e Lega di ritrovarsi ad ascoltare l’inchiesta condotta dall’Avvocato Gianfranco Amato sul “caso Bibbiano”. In un freddo e umido lunedì 27 gennaio post-elettorale per l’impegno profuso in Emilia Romagna ove i tradizionalisti di Christus Rex e Nova Civilitas hanno contribuito con forza all’elezione di Maura Catellani e Matteo Montevecchi.

Introdotto con grande efficacia e passione per i principi identitari legati alla difesa e promozione della famiglia naturale dall’ Assessore e segretario della Lega di Verona Nicolò Zavarise, che ha ringraziato anche la “regia” dell’evento,  Matteo Castagna.
Sconvolgente la disamina audio-video dell’Avv. Gianfranco Amato, presto su YouTube.
Un grande successo che dimostra l’attenzione verso i temi etici, oltre le campagne elettorali. La vicinanza dei tradizionalisti e dei conservatori alla Lega potrebbe diventare un valore aggiunto per il Bene Comune, come i fatti hanno dimostrato e dimostrano.

Caso Bibbiano, notificata la chiusura delle indagini per il sindaco e altre 25 persone

Condividi su:

Nell’atto che in genere prelude al rinvio a giudizio sono elencati ben 108 capi di imputazione nei confronti di 26 persone. Tra queste anche l’ex primo cittadino della città, che invece secondo la cassazione era stato raggiunto da una misura cautelare “infondata”

In tutto 108 capi di imputazione

Nell’atto che di solito prelude alle richieste di rinvio a giudizio ci sono ben 108 capi di imputazione (e non più 102) nei confronti di 26 persone, tra le quali anche il sindaco della città, Andrea Carletti. Proprio nei confronti di Carletti la Corte di Cassazione aveva lo scorso 3 dicembre annullato l’obbligo di dimora, definendo la misura – nelle motivazioni rese note oggi – “infondata”. tr i reati contestati ci sono maltrattamenti in famiglia, lesioni gravissime, tentata estorsione, truffa aggravata, abuso d’ufficio, peculato d’uso, violenza o minaccia a pubblico ufficiale. In particolare per Claudio Foti, psicoterapeuta direttore del centro Hansel&Gretel dove molti dei bambini sono stati in cura, i capi di imputazione sono concorso in abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni personali gravissime.

Stralciate 4 posizioni

Stralciata la posizione di 4 indagati: a uno di loro è stata accordata la richiesta di patteggiamento, la prima udienza è fissata davanti al gip il prossimo 27 gennaio. Secondo quanto si apprende, poi, per uno dei 26 destinatari che ha ricevuto l’avviso oggi è già stata avanzata e accota una richieta di archiviazione. Tre sono invece le persone al momento ancora sottoposte a misura cautelare (non custodiale e/o interdittiva).

Da https://tg24.sky.it/cronaca/2020/01/14/bibbiano-chiusura-indagini-26-persone-.html?social=facebook_skytg24_link_null

San Martino in Rio, un convegno sui “fatti di Bibbiano”

Condividi su:

Sabato alle 16 alla rocca estense organizzato dall’avvocato Maura Catellani, candidata della Lega alle prossime elezioni Regionali del 26 gennaio

SAN MARTINO IN RIO (Reggio Emilia) – Domani, sabato 11 gennaio, alle ore 16 alle Rocca Estense di San Martino in Rio il convegno organizzato dall’avvocato Maura Catellani, candidata della Lega alle prossime Regionali del 26 gennaio

“Parlateci di Bibbiano: conversazione sui valori della famiglia, sui “fatti di Bibbiano” e sulla legge regionale sull’omotrans negatività”.

E’ attorno a questi temi che si svilupperà il convegno organizzato dall’avvocato Maura Catellani, candidata della Lega alle prossime elezioni Regionali del 26 gennaio, in programma alle 16 di sabato 11 gennaio, alla Rocca Estense di San Martino in Rio (sala d’Aragona), al quale parteciperanno Matteo Castagna, responsabile Christus Rex e l’avvocato Gianfranco Amato, presidente di Nova Civilitas. L’incontro sarà aperto al pubblico.

da https://www.reggiosera.it/2020/01/san-martino-in-rio-un-convegno-sui-fatti-di-bibbiano/261013/

Vogliono insabbiare Bibbiano: Borgonzoni minacciata di morte

Condividi su:

La senatrice della Lega e candidata alla presidenza dell’Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, non si lascia intimidire e annuncia che andrà avanti per far non far calare il silenzio sulla vicenda di Bibbiano

Minacce di morte e pesanti insulti sessisti sono arrivati sulla pagina Facebook, e anche nei messaggi privati, della senatrice della Lega e candidata alla presidenza dell’Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, dopo che la Cassazione ha deciso di annullare per il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, l’obbligo di dimora, deciso nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, che vede un presunto sistema illecito di affidi nella Val d’Enza.

“Mi hanno minacciato di morte, insultata con frasi irripetibili, scagliato contro offese sessiste. Ho postato tutto su Facebook”, ha affermato nel corso del programma “Mattino Cinque” la stessa esponente leghista mostrando la maglietta “Parlateci di Bibbiano”, già indossata in Senato.

Quello che, sotto certi aspetti, preoccupa di più la Borgonzoni è l’assordante silenzio degli esponenti della sinistra, pronta a denunciare il clima d’odio e a scandalizzarsi quando nel mirino sono suoi esponenti. “Da nessun ‘democratico’ è arrivata una parola di solidarietà”. Parole dure le riserva anche direttamente per il Pd che “sta portando in trionfo un sindaco come se non fosse indagato. E invece è accusato di falso e di abuso d’ufficio. E con lui ci sono altri 28 indagati in una inchiesta aperta e con nuovi fronti aperti”.

Proprio sulla delicata vicenda di Bibbiano, la Borgonzoni afferma che non deve chiedere scusa “a nessuno, le uniche scuse qualcuno le dovrà porgere alle famiglie. Di Bibbiano bisogna parlare, soprattutto di fronte a un muro che vuole far calare il silenzio su tante bambine, tanti bambini, tante famiglie”.

Perché, per la candidata alla regione Emilia-Romagna, sulla storia “c’è da fare chiarezza, da ottenere giustizia. E c’è una riforma da fare, per dare tutele, trasparenza e protezione ai minori. Perché quanto abbiamo visto e sentito non accada più”.

Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano accusato di abuso di ufficio e falso per l’assegnazione di locali per la cura di minori nell’ambito dello scandalo ‘Angeli e Demoni’ sul presunto sistema di affidi illeciti in Val d’Enza, nella vicenda degli affidi illeciti, non ha più l’obbligo di dimora ed ha potuto riprendere il suo mandato nel pieno delle sue funzioni.

Il primo cittadino venne prima arrestato, poi messo ai domiciliari e infine costretto all’obbligo di dimora. Inoltre fu sospeso dal ruolo su decisione del Prefetto e si era autosospeso dal Partito democratico. Dopo la decisione della Cassazione, Carletti potrà affrontare a piede libero il processo assieme agli altri 28 indagati nell’inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Emilia. Per la metà di dicembre è prevista la chiusura delle indagini preliminari.

Da http://www.ilgiornale.it/news/politica/bibbiano-insulti-e-minacce-borgonzoni-nel-silenzio-sinistra-1795276.html

Bibbiano, altro che caso chiuso: le indagini “rafforzano gravi indizi di colpevolezza”

Condividi su:

Roma, 23 dic – Altro che caso chiuso o addirittura inesistente come vorrebbe qualche strillone di sinistra. Di Bibbiano si deve ancora, doverosamente, parlare. E non si tratta di “propaganda”, bensì di una pagina buia della recente storia italiana che ancora deve essere in larga parte scritta. Sì perché quanto emerge dall’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi e datata 20 dicembre, è sempre più agghiacciante. Secondo il magistrato, Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, e l’assistente sociale Francesco Monopoli, erano infatti “convinti dell’esistenza di una setta di pedofili, collegata a quella dei ‘Diavoli’ della Bassa modenese, da cui andavano protetti i minori reggiani, anche mediante la commissione di falsi, depistaggi e frodi processuali”. Il nuovo documento dei giudici, vieta ai due indagati dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’ di esercitare la professione per un anno.

“Programma unitario criminale”

Ma non è tutto, come riportato da Il Resto del Carlino, nell’ordinanza del gip si legge che gli approfondimenti investigativi seguiti al 27 giugno “confermano e rafforzano i gravi indizi di colpevolezza” e che “esiste un programma unitario criminale, volto a sostenere abusi sessuali (subiti dai bambini, ndr) inesistenti”. Vi sarebbero inoltre “numerose conferme probatorie sulle ipotesi di abuso d’ufficio e falsificazione delle relazioni”. Il giudice Ramponi specifica inoltre che i due indagati “con la convinzione della setta dei pedofili condizionavano anche l’operato dei periti e dei consulenti tecnici d’ufficio dei tribunali, a cui veniva riferito di non parlare con nessuno perché la setta era composta da magistrati e forze dell’ordine”.

Violazioni durante i domiciliari

La responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi, stando a quanto scritto dal gip, spiccava inoltre per “totale assenza di autocontrollo e di equilibrio, al punto di aver illegittimamente ordinato a un agente della polizia municipale di arrestare un uomo che, in maniera assolutamente alterata, stava solo chiedendo notizie sull’affidamento dei figli”. Un ordine tra l’altro impartito “con toni quasi militari, urlando ripetutamente di procedere all’arresto perché quell’uomo aveva leso il suo ruolo di assistente sociale”. Come se non bastasse, la Anghinolfi sarebbe anche responsabile di “ripetute violazioni, durante i domiciliari, del divieto di comunicare con terzi”.

Alessandro Della Guglia

da https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/bibbiano-indagini-confermano-rafforzano-gravi-indizi-colpevolezza-140741/

Le uniche vittime di Bibbiano sono i bambini, non il sindaco

Condividi su:

Andrea Carletti, il primo cittadino, si dice “crocifisso”. Ma a chiedere le scuse posso essere soltanto le famiglie devastate dallo scandalo affidi

Di Mario Giordano

Perseguitato? Vittima? Addirittura «crocifisso», come si è autodefinito, paragonandosi nientemeno che a Gesù sul Golgota? Non scherziamo: intanto il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, resta indagato. E poi resta indagato nell’ambito di una inchiesta che ha sollevato il velo su un orrore spaventoso, quello del business sui minori strappati alle loro famiglie. Dunque dovrebbe pensarci due volte prima di proclamarsi vittima. Come dovrebbero pensarci il segretario del suo partito, Nicola Zingaretti del Pd, e tutti gli altri politici che si sono affrettati a guadagnare un titolo di giornale, vestendo i comodissimi panni dei martiri mediatici. Perché, in questa vicenda, le vittime ci sono davvero. Ma non sono quelli che stanno sulle cadreghe che contano e strepitano sui giornali. Non sono né il sindaco né il segretario del Pd. Non sono i partiti politici e i loro rappresentanti. Le uniche vittime di questa vicenda, purtroppo, sono i bambini.

Il sindaco di Bibbiano per ora ha solo avuto la revoca dell’obbligo di dimora. Non l’assoluzione. Per l’amor dei cielo: ce l’avrà. Glielo auguriamo. Gli auguriamo di dimostrare l’innocenza in tribunale, oltre che sui giornali. Ma nel frattempo abbia la decenza di evitare la parola «crocifissione». Perché di crocifissioni, in questa orrenda storia, ce ne sono state fin troppe: sono stati crocifissi quei bimbi strappati alle loro mamme, tenuti lontani per anni, quei bambini a cui si diceva «facciamo il funerale al tuo papà»; sono stati crocifissi quei bambini che chiedevano «perché papà non viene a trovarmi?» e si sentivano rispondere «perché non ti vuole più»; sono stati crocifissi quei bambini che non ricevevano i giocattoli dai loro genitori perché gli assistenti sociali li buttavano nell’immondizia, insieme con le loro lettere. E sono stati crocifissi quei bambini i cui disegni venivano modificati per dimostrare che erano stati molestati anche se non era vero. Solo per tenerli lontani dai genitori. Per sfasciare le famiglie. E per fare più soldi. Ecco chi sono le vittime di Bibbiano. Ecco chi è stato davvero crocifisso.

Il sindaco dimostrerà la sua innocenza, Zingaretti si guadagnerà un po’ di agenzie di stampa facendo la vittima e gridando alla «vergogna». Qualche altro politico ripeterà che bisogna «chiedere scusa». Ma vi rendete conto dell’assurdità? Ancora una volta la politica ha perso il contatto con la realtà: gli unici cui bisogna chiedere scusa, infatti, sono quei piccoli torturati e plagiati in nome dell’ideologia e del dio denaro. Nessun adulto può tirarsi fuori dalle responsabilità di questo orrore. Nessuno adulto, se ha un minimo di umanità, può fare a meno di sentirsi toccato nel profondo. Nessun adulto può fare a meno di sentirsi in qualche modo responsabile di non aver capito, di non aver intuito, di non aver protetto questi bambini. Di non aver scoperchiato prima il pentolone dell’orrore. Figurarsi se può farlo chi è stato sindaco in quelle zone. Figurarsi se può farlo il segretario di un partito che da quelle parti da sempre fa il bello e il cattivo tempo.

Bibbiano non è stato un raffreddore, come hanno scritto i tecnici mandati dalla Regione per seppellire tutto. Bibbiano è un’inchiesta che ancor prima di individuare reati e eventuali colpevoli (questo lo stabilirà il processo), ha sollevato il velo su uno scandalo che non è solo a Bibbiano, ma che è nazionale. Ed è lo scandalo dei bambini calpestati da un sistema che mira soltanto a fare soldi. E che nessuno controlla. Tanto è vero che ancora oggi non si sa quanti sono i bambini allontanati dai tribunali in Italia, nessuno conosce quanto rendano, dove finiscono quei soldi, nessuno indaga sulle complicità e sui conflitti di interesse tra giudici minorili che decidono gli affidi e le cooperative che su quegli affidi prosperano. Nessuno è riuscito a fermare il business osceno che si è scatenato sulla pelle dei più piccoli. Altro che raffreddore: è una pestilenza.

Una pestilenza che fa guadagnare molte persone, si capisce. Ma che non ha pietà dei bambini. E che perciò andrebbe fermato. A qualsiasi costo. In qualsiasi modo. Anche a costo di indagare un sindaco, se è necessario. Perché per quante violenza ci possa essere nell’indagare un sindaco che poi (forse) si dimostrerà innocente, non è paragonabile alla violenza che c’è nello strappare un bimbo al suo papà dicendogli che «papà è morto» o «papà non ti vuole», mentre il papà lo sta aspettando fuori dalla porta. E il fatto che i politici non lo capiscano, autoproclamandosi vittime e crocifissi, è l’ennesima dimostrazione, caso mai ce ne fosse ancora bisogno che i politici pensano a difendere sempre e soltanto sé stessi, anziché chi ne ha davvero bisogno, come i bambini. Poi si chiedono perché la gente non crede più in loro…

Da https://www.panorama.it/news/politica/vittime-bibbiano-bambini-sindaco/

Vauro manda Gesù a Bibbiano: l’ignobile vignetta sul presepe

Condividi su:

Forti polemiche dopo l’ultima fatica del vignettista toscano. La Meloni attacca: “La satira è sempre legittima. Ma ridicolizzare uno scandalo che ha rovinato la vita di tanti genitori e bambini per il semplice gusto di attaccarmi è ripugnante”

Vauro Senesi torna a scatenare una mare di polemiche con la sua ultima fatica, l’ennesima vignetta dissacrante con la quale riesce ad ironizzare anche sulla vicenda di Bibbiano, in un connubio con le celebrazioni per il Natale che lascia un retrogusto decisamente amaro.

Il nuovo lavoro del vignettista toscano compare su “Left”, e prende spunto dal Presepe, altro tema caldo del periodo natalizio, viste tutte le battaglie tra i sostenitori del tradizionale simbolo di matrice cristiana e chi invece si oppone ad esso, in nome di una troppo decantata plurità culturale.

Polemica ripresa, tra l’altro, proprio a partire dal titolo della stessa raffigurazione (“In difesa del #presepe”), come a voler ulteriormente alimentare la diatriba in corso sminuendo allo stesso tempo l’importanza del valore che in tanti attribuiscono alla rappresentazione della Natività.

Nell’immagine diffusa da Vauro sul suo profilo Twitter sono raffigurati un San Giuseppe con le fattezze del leader della Lega Matteo Salvini, come sempre uno dei principali obiettivi della sua matita, ed una Madonna coi tratti somatici del presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

In mezzo ai due quello che dovrebbe essere il bambin Gesù il quale, terrorizzato dopo essersi reso conto dell’identità dei genitori, si lascia andare ad una esternazione decisamente infelice e poco delicata: “Mi sa che quest’anno chiedo asilo politico a Bibbiano. Il riferimento è abbastanza esplicito e non lascia spazio ad interpretazioni di alcun tipo.

Il fatto di aver calpestato con tanta leggerezza la tragedia vissuta da numerose famiglie vittime del sistema Bibbiano non ha lasciato insensibili gli utenti del social network.

Una delle prime a sfogarsi è proprio Giorgia Meloni, che commenta con grande amarezza: “La satira è sempre legittima e sacrosanta. Ma tentare di ridicolizzare uno scandalo che ha rovinato la vita di tanti genitori e bambini, per il semplice gusto di attaccarmi, è veramente qualcosa di ripugnante. Che pena”.

Non si è fatta attendere neppure la replica del popolo di Twitter, fortemente indignato per la mancanza di sensibilità mostrata da Vauro. “Aspettiamo (come sempre) che il suo cuore pieno di eroico coraggio si lanci anche in una vignetta contro Maometto…ma credo che resteremo delusi, visto che tutti quanti conosciamo fin troppo bene la sua cara e vecchia codardia, tipica dei vecchi comunisti falliti”, attacca un utente.

“Sei un poveretto. Primo perché se non credi non devi nemmeno nominarlo il Presepe e secondo perché su una storia come quella di Bibbiano starei molto attento a fare
dell’ironia. La satira è altro, un dono che tu hai perso da tempo”
, replica un altro.

“In un colpo solo hai denigrato i cristiani, Gesù, la famiglia, i bambini e genitori vittime del sistema affidi illeciti di Bibbiano. Sei l’esempio perfetto della sinistra, prima fai la morale per i ladri uccisi durante una rapina, poi ti fai beffe dei bambini. Orrore vomitevole”, si legge in un altro commento.

Da http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vauro-e-sua-vignetta-natalizia-ges-preferisce-bibbiano-1800873.html

Il sindaco Pd e il sistema Bibbiano: ora spuntano le intercettazioni

Condividi su:

Nelle carte della procura di Reggio Emilia tra le storie dei bambini di Bibbiano spuntano le intercettazioni tra il sindaco e gli altri indagati

Adesso tutti parlano di Bibbiano. Nel vortice di chiacchiere e discussioni opinabili, nel bel mezzo degli editoriali che, in barba alla legge, già sentenziano sull’esistenza o meno del sistema di affidi illecito denunciato dalla procura di Reggio Emilia c’è un particolare che sfugge ed è forse l’unico che bisognerebbe sottolineare.

Cosa c’è davvero nell’ordinanza? Nelle carte le intercettazioni captate dai carabinieri smentiscono, parola dopo parola, la difesa del sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti.

Tra i racconti dettagliati delle indagini la valutazione del gip del Tribunale di Reggio Emilia Luca Ramponi. “Non è vero che l’indagato non sapesse nulla, piuttosto sapeva e coprì politicamente l’iniziativa amministrativa illegittima, compartecipando nella agevolazione fattiva della stessa anche a fronte di specifiche richieste di altri componenti dell’ organo di indirizzo politico”. Si legge. Ramponi accusa senza mezzi termini l’indagato di esser stato non solo complice di tutto, ma in maniera del tutto lucida e consapevole. E per gli scettici diventa più facile da credere se si vanno a rileggere le telefonte tra Carletti e alcuni degli indagati, tra cui Federica Anghinolfi. La responsabile del Servizio Sociale dell’Unione Val d’Enza finita al centro degli scandali sui bambini di Bibbiano.

Ma partiamo dalla storia. I protagonisti dell’inchiesta “Angeli e Demoni” stavano lavorando all’apertura di una comunità per minori. Un’operazione in grande. La casa avrebbe accolto bambini provenienti da tutto il nord Italia e non solo minori del reggiano. Di questo progetto Anghinolfi, Carletti, ma anche Foti e altri parlarono a lungo. In una telefonata con con Marcello Cassini, legale rappresentante della società cooperativa “Si può fare”, la capa dei servizi della Val d’Enza racconta di essersi mossa per trovare una sede che potesse ospitare il centro. “Loro hanno cercato sta benedetta casa su a Bibbiano e ne avevano trovata una in affitto, ma per come è articolata non si riesce a suddividere”, dice l’assistente sociale. A questo punto l’interlocutore tira in mezzo il sindaco. Come riportano i carabinieri, “Marcello dice di aver già avvisato Carletti di questa cosa, in quanto quest’ultimo gli aveva detto di conoscere una grande casa in cui i proprietari volevano fare un caseificio”. Carletti avrebbe, dunque, contribuito alla ricerca del centro inconsapevole di cosa stesse andando a fare? Senza sapere di cosa si trattasse veramente? Ignaro di come queste persone stessero lavorando con i minori?

Ma andiamo avanti. Per il progetto era tutto pronto. Persino il nome era già stato deciso. “Rompere il silenzio”. Secondo la procura a spingere per creare il centro nelle sue zone era proprio Carletti. Le cure secondo il sindaco dovevano essere, ovviamente, affidate alla onlus di Claudio Foti. Per il sindaco i metodi dello psichiatra Torinese erano eccellenti. Come dimostra una telefonata registrata tra la Anghinolfi e Carletti. Dopo il convegno Rinascere dal trauma: il progetto La Cura i due si sentono per scambiarsi opinioni su come fosse andato l’incontro volto a celebrare il sistema Bibbiano. Federica Anghinolfi: “Secondo me è arrivato un messaggio molto chiaro, anche di natura scientifica”. Carletti d’appoggio: “Io l’ho ribadito apposta in fondo…”. Carletti era persino intervenuto per sottolineare il messaggio di natura scientifica senza essere al corrente di come funzionasse tutto il sistema?

Ciò che è certo è che il sindaco era molto legato alla Anghinolfi e agli altri. Li conosceva. Aveva un rapporto stretto tanto da scambiarsi consigli, pareri e perplessità. Secondo il gip “il suo ruolo di copertura si è anche estrinsecato facendo valere espressamente la propria competenza e il proprio peso politico per superare le perplessità di altri componenti della giunta dell’ Unione proprio con riguardo alle modalità di affidamento del servizio di psicoterapia e della sua retribuzione di fatto”.

Tra le tante, un’altra telefonata è utile a chiudere le fila del discorso e rendere più chiara la posizione del sindaco santificato dopo aver ottenuto la revoca dell’obbligo di dimora. A parlare sono Claudio Foti e Francesco Monopoli uno degli assistenti sociali che collaboravano con Federica Anghinolfi. Questa volta si parla di cifre. Il nuovo centro di accoglienza per minori doveva fissare un costo per i bambini che venivano accolti. A tal proposito Monopoli racconta: “Ho provato a sondare per il discorso della retta e… fra i 250 e i 260 euro… è un po’ un discorso di lana caprina… nel senso che fino a 250 nessuno dice niente”.

Dunque sembrerebbe che fosse già tutto deciso. Mancavano solo le cifre. Ma sarebbe stata la “Hansel e Gretel” ad occuparsi della psicoterapia ai minori. Eppure non era stata indetta nessuna gara pubblica. Tutto in amicizia e senza rispettare i dovuti step legali. Come riporta La Verità a confermare il modus operandi di Andrea Carletti è stato anche l’ex sindaco di Gattatico in provincia di Reggio Emilia, Gianni Maiola. Secondo quanto emerso dalle sue segnalazioni sembrerebbe che “per un verso la gratuità del servizio non era emersa nella discussione di giunta e che vi era una precisa consapevolezza della onerosità del servizio, tanto che egli pose il problema e segnalò le proprie perplessità, e sia Carletti che Anghinolfi e Campani rassicurarono gli altri componenti della giunta dell’esistenza di un formale affidamento alla Hansel e Gretel.

Adesso, per qualcuno, dopo che il sindaco del Pd è tornato libero, “Bibbiano” è diventata tutta una farsa mediatica strumentalizzata dalla destra populista. Ma oltre i discorsi, in cui per di più andrebbe intanto sottolineato che la decisione dei pm non rende ancora Carletti innocente, ci sono delle indagini trascritte in un’ordinanza della Procura che parlano di fatti. Che mettono nero su bianco perchè di Bibbiano si doveva parlare. E che fanno pensare che, forse la sinistra prima di pretendere le “scuse” dovrebbe aspettare i processi.

Da http://www.ilgiornale.it/news/cronache/bibbiano-quelle-conversazioni-carletti-e-federico-anghinolfi-1795784.html

1 2