In Italia chi tocca la magistratura muore

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QUINTA COLONNA

di Leonardo Lugaresi

Fonte: Leonardo Lugaresi

In Italia chi tocca la magistratura muore. È così da almento trent’anni, perché la magistratura italiana ha un potere illimitato, che esercita su tutti gli altri soggetti, pubblici e privati, senza dovere, di fatto, rispondere a nessuno dei suoi atti. Un potere senza responsabilità e senza contrappesi, che non siano quelli, soggettivi, della personale correttezza morale dei singoli magistrati. Se si vuole una prova impressionante di tale assunto, che può sembrare a prima vista un po’ forte, basta guardare a che cosa è successo, nei mesi scorsi, dopo la dirompente e circostanziata denuncia di un “pentito”, quell’ex magistrato Luca Palamara, già segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, che sta al “sistema” – come lo chiama lui – esattamente come Buscetta stava alla mafia: un “pezzo grosso”, che sa tutto e che, per suoi interessi, rivela alcune cose importanti e gravissime, documentandole con precisi riferimenti a fatti, persone, luoghi e date. Che cosa è successo? Assolutamente niente. Palamara non è stato nemmeno querelato, mentre quasi ogni pagina del suo libro dovrebbe dare adito a querele, se le cose che dice sono campate in aria. Tamquam non esset, per stare al linguaggio dei legulei (di una volta, perché quelli di adesso il latino non lo sanno).
Una delle grandi colpe storiche di Berlusconi, che pure non era organico a quel sistema e da esso fu anzi ferocemente combattuto, è stata di aver sempre pensato esclusivamente alla tutela dei propri interessi privati, senza neanche mai neppure tentare di metter mano ad una riforma dell’ordinamento giudiziario italiano. Quando si farà il bilancio della sua opera nella storia italiana di questi decenni – bilancio che a mio avviso sarà pesantemente negativo proprio in ragione delle grandi potenzialità che la sua entrata in politica conteneva e che, in buona parte per colpa sua, non ha realizzato – tale scelta scellerata di impegnarsi solo in maldestre leggi ad personam peserà molto nel giudizio.
Ora, dopo l’incommentabile Bonafede e l’evanescente Cartabia, pare che il nuovo guardasigilli Carlo Nordio, che per quarant’anni è stato un magistrato stimatissimo, voglia accingersi all’impresa. Le reazioni scomposte dell’Associazione Nazionale Magistrati, che sarebbero grottesche se non fossimo in Italia dove suonano minacciose, fanno già capire che sarà guerra. Io non so se il ministro, e soprattutto il governo di cui fa parte, avrà la forza e la volontà politica di andare avanti, o se dopo un po’ si fermerà e farà marcia indietro. Ma se tenesse duro e portasse a casa almeno qualche risultato concreto nell’indispensabile opera di riforma del sistema della giustizia, riportando almeno in parte il potere della mogistratura entro i confini costituzionali, a garanzia dei cittadini e a ripristino della sovranità democratica, farebbe già moltissimo per il nostro paese. Solo per questo si sarebbero meritati il voto che gli ho dato. Sinceri auguri al ministro Nordio.

Luigi Bisignani a IL TEMPO: Il piano segreto di Matteo

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Risultati immagini per l'uomo che sussurrava ai potentiL’“uomo che sussurra ai potenti” esprime la sua opinione in una delle sue consuete lettere domenicali al direttore de Il Tempo, secondo giornale della Capitale. Il lettore si chiederà perché questi sporadici spazi a chi è sotto moltissimi punti di vista estremamente lontano dalle nostre posizioni. Ebbene, dopo averlo conosciuto, il motivo è presto detto: l’ “uomo che sussurra ai potenti” può dire cose, alle volte, più interessanti di altri. Senza offesa verso chi non sussurra niente a nessuno… anzi…(N.d.R.)

di Luigi Bisignani

Caro direttore, Matteo Salvini, come un leone nella savana, fiuta l’aria e prepara il prossimo attacco per conquistare sempre più territorio. Le prime mosse sono andate meglio del previsto e ora che ha posto al centro del dibattito europeo il fronte dell’immigrazione, tra l’altro ridicolizzando Macron e prendendosi il plauso della Merkel, può gestire “dall’alto” i rapporti con i suoi alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, i quali per non essere annientati faranno di tutto per non metterselo contro. Il Movimento 5 Stelle, fiaccato per una serie di ragioni, prima fra tutte le lotte interne tra il gruppo Grillo-Di Battista-Fico e quello Di Maio-Bonafede-Casaleggio che lo dilaniano da quando hanno cominciato ad annusare il profumo del potere, perde sempre più consensi. Con una savana dal panorama così arido, il leone Salvini sta preparando in gran segreto il suo piano B: si prenderà, in un solo colpo, i delusi di Berlusconi, della Meloni ma soprattutto una parte di quell’elettorato grillino che non sopporta più quel giustizialismo sommario e ambientalismo di facciata che blocca investimenti e nuove infrastrutture. Continua a leggere