La raccolta firme contro Soros: ecco come vogliono cacciarlo

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Il Conservative Brazil Movement (Mbc) ha già raccolto più di 25mila firme che saranno consegnate al Congresso. L’obiettivo è quello di istituire una giornata mondiale contro l’influenza del magnate e della sua rete. Manifesti affissi a Brasilia

di Roberto Vivaldelli

In Brasile, un movimento conservatore ha da poco promosso una petizione contro l’influenza nel Paese del finanziere George Soros e della sua rete “filantropica”.

La campagna promossa dal Conservative Brazil Movement (Mbc) conta già il supporto di oltre 25mila firme, che verranno ufficialmente consegnate al Congresso Nazionale, il 13 agosto. Come spiegano i promotori, l’iniziativa mira a frenare l’attività e l’influenza di George Soros, fondatore della Open Society Foundations (Osf), uno dei “principali finanziatori di cliniche abortive nel mondo“.

La mobilitazione, sottolineano i referenti del Conservative Brazil Movement, ha l’obiettivo di diventare una campagna globale al fine di istituire il 12 agosto come la Giornata internazionale contro l’influenza ingombrante del magnate liberal, uno dei più importanti sponsor del Partito democratico Usa e di molte Ong progressiste in tutto il mondo. Per il movimento conservatore brasiliano, “Soros è il piú grande finanziatore della sinistra nel mondo, risponsabile di far cadere governi e rendere le nazioni instabili, con proposte che vanno dalla distruzione della cultura giudaico-cristiana, la legalizzazione dell’aborto, la teoria del gender, fino alla censura di Internet. É arrivato il momento di lottare uniti contro la personificazione del globalismo” sottolineano i promotori. Il titolo della campagna è “Non lasciare che George Soros pensi al posto tuo“. Secondo il movimento conservatore brasiliano, Soros finanzia movimenti come Black Lives Matter, alimentando le divisioni razziali. “Secondo un’analisi del Washington Times, l’Open Society Foundations ha stanziato al movimento almeno 33 milioni di dollari in un anno“. Recentemente, un gruppo di giovani del Conservative Brazil Movement si è incontrato a Brasilia per pubblicizzare la campagna con una serie di manifesti affissi in alcuni punti strategici della capitale. Continua a leggere

La pandemia colpisce gli scettici e i sovranisti…

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QUINTA COLONNA

di Marcello Veneziani

Hanno trasformato la pandemia in pantomima. Una tragedia mutata in pagliacciata globale. Dunque, lo schema della fiaba con intenti moralistici e punitivi è il seguente. La pandemia nata in Cina, cresciuta in Asia, infuria nel mondo ma ci sono tre nazioni carogne guidate da tre canaglie che sono paladini, impresari e veicoli della pandemia. I tre porcellini in questione si chiamano Donald TrumpBoris Johnson e Jair Bolsonaro e guarda caso sono tutti “sovranisti”, conservatori o nazional-populisti. Una mezza scomunica arriva pure all’India dove c’è un mezzo nazionalista, Narendra Modi. E una velenosa maledizione scende sulla Russia del Maledetto Zarista-sovranista Vladmir Putin. Il Covid ha una sua morale progressista, secondo i media, punisce chi dubita della sua virulenza ed è sovranista. Fa eccezione la Svezia dove un governo socialdemocratico ha usato la linea aperta sul Covid ma per questi non vale la punizione divina né l’allarme sui dati.

Sugli altri paesi si dice poco e niente, le stragi del covid in Africa, in Asia o nei Caraibi vengono dimenticate, i contagi tra i migranti passano in sordina, e comunque mai col tono usato per i Tre Porcellini, che è riassunto nell’espressione “ben ti sta”, “te lo sei cercato”. Se Johnson o Bolsonaro risultano positivi al virus è un peana euforico degli umanitari, un inno progressista al Covid, un’ola di liberazione che fa il tifo per la Bestia, che in questo caso è il virus, anche se per loro la Vera bestia è la sua vittima sovranità  È inutile dire che la traduzione dei Tre Porcellini in Italia è Prosciutto & Meloni, ove per Prosciutto s’intende Salvini-Suini e per Meloni s’intende Giorgia regina de’ Coatti.  Avvertenza d’obbligo, anche se più volte espressa: nessuna simpatia per Trump e Bolsonaro (un po’ per Johnson), antipatia per i loro nemici e competitori.

Ogni giorno, a partire da quella cloaca grillo-contina che è il tg1 lo schema è sempre lo stesso: i Buoni sono la Cina e la Contea d’Italia da cui arrivano notizie radiose e profilassi efficaci mentre i cattivi sono gli Usa, il Brasile, la Russia, ecc. da cui arrivano sempre notizie sinistre condite da errori colossali dei leader. L’impressione che lasciano ai cittadini italiani è che quei paesi stiano toccando vertici pazzeschi di contagio e di vittime e siano esposti al male per una scelta ideologica folle prima che sanitaria: sono stati liberisti con il virus, hanno lasciato proseguire l’economia, hanno lasciato a piede libero le popolazioni, dunque vanno puniti e intubati. Continua a leggere

Pronto il “super-ministro” della giustizia del nuovo Brasile

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Il candidato della destra che il 28 ottobre ha conseguito un’ampia vittoria alle presidenziali brasiliane può contare ora sul giovane magistrato cui demanda il rinnovamento completo dell’impianto giudiziario e legislativo del Paese. E il superministro dichiara: “mi ispiro a Falcone”

di Giuseppe Brienza

– 21 Novembre 2018 alle 15:18

Sergio Moro, il magistrato anticorruzione brasiliano designato dal neo-Presidente della Repubblica Jair Messias Bolsonaro “super-ministro” della giustizia, ha formalmente lasciato ieri la magistratura. Da oggi assume quindi pieno incarico come responsabile governativo nella squadra di transizione (Equipe de Transição) creata da Bolsonaro subito dopo la sua vittoria al ballottaggio del 28 ottobre per preparare il rinnovamento completo dell’impianto politico-istituzionale del Paese. Il leader della destra brasiliana ed ex capitano dell’esercito, si sta sbarazzando infatti alla svelta di tutti coloro che hanno rischiato di precipitare lo Stato nel caos e nell’illegalità.

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Bolsonaro mette in crisi i “vescovi” del Brasile e il catto-comunismo

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Segnalazione di M. Orlando

A livello ecclesiale, dopo la vittoria di Bolsonaro, cosa rimane? Una situazione molto seria per la Chiesa conciliare

di Matteo Orlando

In Brasile alcuni leader cattolici si sono già mostrati preoccupati per ciò che potrà avvenire dopo l’ascesa al potere del 63enne Jair Bolsonaro, eletto alla presidenza dell’enorme paese sudamericano con il 55 percento dei voti il 28 ottobre scorso.

Il parere più impegnativo lo ha espresso il potente segretario della Cnbb (la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile).

“La Conferenza episcopale è preoccupata perché le parole verso gli indigeni sono state troppo forti: abbiamo una grande preoccupazione per il futuro dei popoli indigeni”, ha sostenuto monsignor Leonardo Steiner. “Siamo preoccupati anche per le parole rivolte ai Quilombole, che sono i discendenti degli schiavi che sono fuggiti all’interno del Paese al tempo della schiavitù, e anche per le parole che sono state pronunciate nei riguardi di alcuni partiti … Vediamo se adesso queste parole diventano un’azione o rimangono soltanto parole al vento. Ma la preoccupazione c’è, sì, perché siamo stati sempre accanto ai popoli indigeni, ai Quilombole, ai poveri. Aspettiamo che abbia rispetto per i più poveri, per i brasiliani che a volte non riescono a partecipare, ad avere un’opportunità nella società brasiliana”. Continua a leggere

Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira (1929-2018)

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Risultati immagini per Arnaldo Vidigal Xavier da SilveiraArnaldo Vidigal Xavier da Silveir apparteneva, tanto dal lato paterno quanto dal materno, a famiglie conosciute in Brasile per il loro rilievo, specialmente nella politica, nel diritto e nell’imprenditoria. Nacque nel 1929 in San Paolo del Brasile dove fece i suoi studi presso i padri gesuiti, prima nel Colégio São Luiz, poi nel Seminário Central da Imaculada Conceição.

In seguito entrò alla Facoltà di Diritto della Universidade Católica de São Paulo, dove, nel 1956, si diplomò in Scienze Giuridiche e Sociali. Esercitò la professione di avvocato fino agli ultimi giorni, dirigendo anche il dipartimento giuridico della nota impresa di costruzioni Adolpho Lindenberg. Fu professore di Propedêutica da História  e poi di Morale e Sociologia nella Facoltà di Filosofia, Scienze e Lettere  São Bento, e nella Facoltà di Scienze economiche Coração de Jesus, entrambe della Pontificia Università Cattolica d San Paolo.

Fu uno dei fondatori del mensile di cultura Catolicismo, edito sotto l’egida di mons. Antonio de Castro Mayer, vescovo di Campos, e autore di importanti studi sopra il Magistero della Chiesa, il Magistero Conciliare e l’infallibilità pontificia. Tra i suoi numerosi scritti, rivolti innanzitutto alla difesa della Fede cattolica e della ortodossia, senza nessuna preoccupazione da parte sua di carriera o prestigio accademico, ricordiamo: Continua a leggere

Conciliari in Brasile: diventati folli!

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Segnalazione di www.unavox.it 

di Francesca de Villasmundo


Pubblicato sul sito Medias Presse Info

 

Dopo le vescovesse che consacrano durante una Messa di Paolo VI e dopo le dichiarazioni omofile del gesuita brasiliano Luis Corrêa Lima, ecco un’altra profanazione compiuta nel paese del sincretismo per eccellenza!

Nella parrocchia di San Gerardo Magela dell’arcidiocesi di Sorocoba, nello Stato di San Paolo, [alla vigilia di Pasqua] l’ostensorio contenente il Santissimo Sacramento è arrivato sulla «tavola» portato da un “drone”, mosso da un ragazzo con l’aiuto di una ragazza, tra gli evviva e gli applausi della folla dei fedeli in delirio.

Il parroco che permette un tale sacrilegio, crede nella Presenza Reale? Ha consacrato le specie del pane e del vino?
E’ più che concepibile che si abbiano dei seri dubbi sulla validità di tali cerimonie Novus Ordo, avvilenti spettacoli di un mondo conciliare diventato folle!

Il Concilio ha voluto aprire la Chiesa cattolica al mondo, adattare la fede ai «fratelli separati», parlare il linguaggio contemporaneo… il risultato è un’apostasia per niente silenziosa, ma rumorosa e volgare, sacrilega e blasfema.

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