Danni da dipendenze. Ecco perché non si può paragonare la cannabis con tabacco e alcool

Condividi su:

Segnalazione di Pro Vita & Famiglia

di Luca Marcolivio

C’è chi, per giustificare la legalizzazione della cannabis, tira fuori il tabacco e l’alcool, legali eppur dannosi. Un’argomentazione che non regge affatto. Pro Vita & Famiglia ne ha parlato con Massimo Gandolfini, neurochirurgo e presidente del Family Day. Secondo Gandolfini, sarebbe assolutamente controproducente seguire le orme di Paesi come il Canada, dove la legalizzazione ha portato ad effetti sociali disastrosi.

Professor Gandolfini, c’è chi dice: perché accanirsi contro la cannabis, quando tabacco e alcool, entrambi legali, spesso generano dipendenza e danni alla salute? A suo avviso, è un ragionamento sensato?

«Possiamo dare due risposte, la prima delle quali è di carattere culturale e ideologico. Il fatto che siano già in commercio sostanze tossiche e nocive come il fumo e l’alcool non autorizza a immettere nel mercato legale una terza sostanza tossica e nociva come la marijuana o la cannabis. Poiché abbiamo già in commercio sostanze nocive e illegali, perché non aggiungerne un’altra e liberalizzare tutto? Mi sembra un ragionamento sballato e ideologico…».

L’altra risposta di che tipo è?

«Concerne un aspetto di natura tecnico-scientifica: la cannabis è una sostanza psicotropa, in grado di alterare, soprattutto nei giovani e negli adolescenti, lo sviluppo di importanti aree cerebrali, con conseguenze che si possono manifestare più avanti, intorno ai 30-35 anni. A maggior ragione è una sostanza che non può essere legalizzata, perché il danno che viene impresso a livello cerebrale, viene comprovato da tutta la letteratura internazionale sul tema. Quindi, è un danno che può portare conseguenze gravissime per la persona e per la società. Se poi ci troviamo a dover trattare un paziente che è diventato cronicamente psicotico, schizofrenico, dipendente, anche i costi sociali aumentano. Pertanto, sono nettamente contrario alla liberalizzazione della cannabis “ricreativa”».

SALVIAMO I GIOVANI DALLA DROGA. NO ALLA LEGGE SULLA CANNABIS LEGALE – FIRMA QUI!

C’è chi insiste ancora sulla distinzione tra droghe “leggere” e droghe “pesanti”: perché questa affermazione non regge?

«Si tratta di una distinzione assolutamente inaccettabile sul piano scientifico-farmacologico. Non esistono droghe leggere. Parliamo di sostanze psicotrope, alcune delle quali sono più potenti (vedi l’eroina) e altre meno (vedi la marijuana). Ciò non toglie nulla al fatto che si tratta di sostanze tossiche che agiscono sul sistema nervoso centrale. La cannabis è quindi una sostanza con tutte le caratteristiche delle sostanze psicotrope, ovvero la tolleranza, primo step, nel quale il paziente inizialmente tollera la sostanza ma deve sempre più aumentare il dosaggio, per cui si arriva al secondo step, quello dell’assuefazione: per ottenere gli stessi effetti psicotropi, bisogna aumentare la quantità di sostanza che li produce. Terzo passaggio, proprio di tutte le sostanze psicotrope, marijuana compresa, è la dipendenza. Se una sostanza crea tolleranza, assuefazione, dipendenza, siamo di fronte a una sostanza psicotropa che, come tale, deve essere considerata».

Quali potrebbero essere le conseguenze sociali di una legalizzazione, anche alla luce dell’esperienza di altri Paesi?

«Al di là delle previsioni e delle convinzioni personali che chiunque può avere, andiamo a vedere cosa accade nei paesi che hanno legalizzato. Il controllo reale, effettivo e concreto della coltivazione delle piante per uso personale a livello domiciliare è inesistente. In Canada (su cui ho compiuto uno studio particolare), primo Paese che si è messo su questa strada, dalle 3-4 piantine per uso personale, si è arrivati a una produzione personale per il mercato nero. Il secondo livello sociale importante, che dobbiamo tenere presente per ciò che concerne gli altri Paesi, riguarda l’aumento del numero di incidenti stradali e del numero di persone che devono ricorrere al pronto soccorso per ragioni a vario titolo legate alla cannabis. Il mercato illegale della marijuana non è per nulla diminuito. In compenso, parallelamente al maggior utilizzo di cannabis e marijuana, sono aumentati anche la dipendenza da altre droghe e da alcool. In definitiva, in tutti i Paesi dove si è optato per la liberalizzazione, non abbiamo un solo dato che possa essere considerato positivo. Abbiamo solo dati negativi. Se questa è l’esperienza di chi ci ha preceduto, perché dovremmo cadere nello stesso baratro? Anche per questo sono assolutamente contrario alla legalizzazione della cannabis».

Fonte: https://www.provitaefamiglia.it/blog/danni-da-dipendenze-ecco-perche-non-si-puo-paragonare-la-cannabis-con-tabacco-e-alcool

Emergenza cannabis: ecco cosa sta accadendo

Condividi su:

Segnalazione Pro Vita & Famiglia

EMERGENZA CANNABIS

ECCO COSA STA ACCADENDO IN PARLAMENTO
E COSA CI ASPETTA

Martedì è arrivato il primo sì alla proposta di legge Magi-Licantini, che depenalizza la coltivazione domestica della cannabis a uso personale. Il testo è infatti stato approvato, emendato, dalla Commissione Giustizia della Camera. Giunti a questo punto. . . continua a leggere QUI!

Mantovano:
«La legalizzazione? Ecco perché non ha senso…»
Il via libera della politica, nonostante l’allarme di San Patrignano
Bellucci (FdI): «Ecco perché è un pericolo, soprattutto per minori»
Pro Vita & Famiglia: «Pdl cannabis frutto di fake news e ipocrisia»

Contro la legalizzazione della cannabis, i nostri NO!

Non possiamo banalizzare un bambino che cambia genere

Eutanasia. Suetta: «Dibattito falsato ai fini della propaganda»

Buzz Lightyear. Un capolavoro di propaganda Lgbt

Sfoglia l’anteprima
della rivista Notizie
Pro Vita & Famiglia
di Giugno 2022
e abbonati!

È sempre scomodo trattare temi come la pornografia (e la pedopornografia). È però importante avere il coraggio di denunciare il male, anche quando è letteralmente “inguardabile”, perché far finta che certi problemi non esistano o che non ci riguardino ci rende in qualche modo complici di quel male. La nostra cultura, infatti, idolatra il sesso fine a se stesso che comporta lo sfruttamento e l’uso del corpo umano, cioè della persona, propria o altrui, degradandola ad oggetto.

SALVIAMO I GIOVANI DALLA DROGA!

No alla legge sulla cannabis legale!

FIRMA QUI!

Il Parlamento italiano sta discutendo un progetto di legge per legalizzare la coltivazione della cannabis in casa. Ci opponiamo a questa legge scellerata non solo perché aumenterà il numero di persone drogate in circolazione (in particolare alla guida di autoveicoli, aumentando il numero di incidenti, feriti e morti sulle strade). Ma soprattutto perché inciderà sulla percezione dei minori sul consumo di droga, abbassando le loro difese ed esponendoli a rischi enormi. La cannabis provoca danni enormi al cervello degli adolescenti, per anni e anche dopo un uso solo sporadico. Firma la petizione per chiedere al Parlamento di bloccare il progetto di legge sulla legalizzazione della cannabis.

Referendum su cannabis ed eutanasia bocciati dalla Consulta: ecco i quesiti approvati

Condividi su:

Le motivazioni del presidente Amato: “Si faceva riferimento alle droghe pesanti”. Via libera a 5 consultazioni sulla giustizia. Eutanasia, perché il no della Corte 

Roma, 16 febbraio 2022 – La Corte Costituzionale ha bocciato oggi il referendum sulla cannabis, dichiarando inammissibile il quesito che aveva come obiettivo cancellare il reato di coltivazione di questa sostanza, sopprimendo le pene detentive, da due a sei anni. Lo ha comunicato oggi il presidente Giuliano Amato. Respinto anche il quesito sulla responsabilità diretta dei magistrati. Due bocciature che si uniscono a quella di ieri sul tema dell’eutanasia.

PER APPROFONDIRE:

Referendum giustizia, le toghe si sentono assediate. “A rischio la nostra indipendenza”

La Consulta ha promosso invece gli altri 5 quesiti in esame, tutti relativi alla giustizia. Quesiti che gli italiani saranno chiamati a votare tra aprile e giugno, forse con le amministrative: riguardano l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, il voto degli avvocati nei Consigli giudiziari in caso di deliberazioni sulla valutazione professionale dei magistrati.

Cannabis, dove e come è legale in Italia, Europa e nel mondo

Sommario:

No al quesito sulla cannabis

Giuliano Amato in conferenza stampa ha spiegato così la bocciatura del referendum sulla coltivazione domestica della canapa. “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papaverococa, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. Giustizia, cosa ha approvato la Corte

In merito ai referendum sulla giustizia, promossi da Lega, radicali e nove consigli regionali, la Corte costituzionale ha ritenuto ammissibili i quesiti referendari sull’abrogazione delle disposizioni in materia di valutazione dei magistratiincandidabilità, limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle funzioni dei magistrati, sull’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm e sulla valutazione dei magistrati. I suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario.

CONTINUA SU:  https://www.quotidiano.net/cronaca/referendum-giustizia-cannabis-1.7370155?utm_source=Quotidiano_Net&utm_campaign=25719bd9f5-NL-Qnet&utm_medium=email&utm_term=0_ce4b8c31c3-25719bd9f5-360231198

Green pass e canna libera: ci vogliono rinchiusi e storditi

Condividi su:

di Max Del Papa

A questo punto il giornalista coscienzioso non si interroga più sul se ma sul quando o meglio sull’usque tandem. Il green pass, quest’arma di ricatto palese, è allargato come si temeva a qualsiasi attività umana e siccome il green pass è funzione del vaccino, allora si capisce bene la prospettiva di una storia infinita. Marciamo verso l’80% di copertura ma già dicono che non basterà il 90 e forse neppure il 100%, obiettivo peraltro irraggiungibile. Smaltite, chi meglio chi con molti danni, la prima e la seconda dose, ora spingono sulla terza ma già si parla della quarta, la quinta e c’è chi ipotizza somministrazioni cicliche, vita natural durante.

Il lasciapassare per controllarci

Stando così le cose, il green pass che impone il vaccino non finirà mai, diventerà sempre più uno strumento di controllo oltre i fini originari. I segnali ci sono tutti: il ribaltamento della logica per cui la costrizione è libertà, sicuro segno di approccio autoritario; l’accordo pressoché unanime di tutto o quasi il mondo politico; i costituzionalisti di servizio che spiegano come il puntuale tradimento della Costituzione sia perfettamente lecito; gli scienziati da passerella scatenati come ultrà; una informazione camorristica che piglia di punta i contrari e li inchioda alla croce, tutto un movimentismo di opinione trasversale che si esalta ogni giorno di più nell’auspicare cannonate, punizioni corporali, rappresaglie, pistolettate ai contrari. Le trasmissioni televisive sono processi kafkiani, le rare voci critiche vengono umiliate, pressate una dopo l’altra, e si sentono allucinanti trovate come quella di trasformare il QR, il codice identificativo del green pass, in una sorta di tatuaggio indelebile o microchip inestirpabile dalla pelle.

A forza di cianciare della internet delle cose, cose intelligenti come le macchine che vanno per conto loro e travolgono i passanti o le case che si mettono a sragionare come in un film horror, non ci siamo accorti che ci stanno trasformando in umanoidi poco o per niente intelligenti: anche noi cose, elementi artificiali, senza anima.

Chiusi in casa, ma cannabis libera

In questa condizione, non può essere un caso che riprenda la crociata sulla cannabis libera. Rilanciata anzitutto da quel residuo del radicalismo tribunizio che è Emma Bonino, ma con fondamenti assai precisi: la licenza di stordirsi per non pensare, per non avvertire le costrizioni di un regime che ogni giorno di più si svela come tale, con intenti totalitari e duraturi. Come sempre in linea con l’agenda sorosiana che tanto piace a Bonino. La strategia è elementare ma infallibile: noi vi chiudiamo, vi sottoponiamo alle restrizioni di una società concentrazionaria, però con licenza di sballarvi nei vostri loculi; rincoglionitevi in grazia dello Stato e non rompete più i coglioni. Anche questa spacciata per battaglia di libertà, ma è un dibattito folle, condotto da chi non sa di cosa parla.

Se si vuol dire che lo Stato non deve entrare nelle scelte private dei cittadini, non deve decidere la loro salute e il loro stile di vita, allora ci può stare: su questi presupposti un economista liberal-liberista come Milton Friedman voleva legalizzare tutte le sostanze indistintamente. Ma sostenere che la legalizzazione di una droga farebbe crollare il mercato criminale è pura scemenza, come non si stancava di ribadire uno che la materia la conosceva bene, il giudice Paolo Borsellino. Difatti la portano avanti i santini avariati della sinistra gaudente e molliccia come Saviano.

La cannabis da asporto serve solo a svuotare le proteste, a fornire un alibi ludico con parvenza trasgressiva. Più rimbambiti, più assoggettati. Nella Russia del dopoguerra c’era il makorka fumato in striscioline di carta da giornale, roba che spaccava lo stomaco, e c’era la vodka sintetica che dopo due sorsi provocava allucinazioni. Oggi abbiamo la cannabis eurogarantita con le cartine ecosostenibili, così anche Greta è contenta.

Max Del Papa, 21 settembre 2021

Fonte: https://www.nicolaporro.it/green-pass-e-canna-libera-ci-vogliono-rinchiusi-e-storditi/?utm_source=app&utm_medium=link&utm_campaign=telegram

Un Paese con il cervello in fumo (di cannabis)

Condividi su:

di Claudio Risé

Un Paese con il cervello in fumo (di cannabis)

Fonte: Claudio Risé

Un Paese con la testa in fumo: è questa una delle emergenze che il nuovo governo si troverà a dover affrontare, senza perdere troppo tempo. Sul consumo di cannabis e suoi derivati, marihuana e hascisc, l’Italia è in cima alle classifiche. I suoi giovani (dai 15 ai 34 anni) si spinellano il 6% in più della media europea; e ciò comporta anche picchi nel consumo di tabagismo e di alcool. Compare una gioventù malata, debole, insicura, spaventata. Chi lavora con gli insegnanti lo sa bene: ormai l’accompagnamento degli alunni nelle gite scolastiche è a rischio plurimo, malori tra i ragazzi, denunce degli albergatori, incidenti e imprevisti di ogni genere, non sempre senza morti, poi raccontati dalle cronache. Ma neppure gli adulti scherzano: anche qui siamo al 32% contro il 26% di media UE. Contrariamente allo slogan caro alle élites: “lo spinello non fa niente” (e il pittore psichedelico Matteo Guarnaccia ci fece già negli anni ’90 una vignetta: “chissà come si annoia”), tutto questo fumo lascia tracce innanzitutto negli ospedali: il 15% dei nuovi utenti finisce in trattamento per crisi di panico e stati fuori controllo. Anche perché le persone non sanno neppure cosa fumano: il livello di THC è aumentato di oltre il 10% in 10 anni. Se c’è una situazione borderline, al limite tra psicosi e “normalità”, con un paio di spinelli scivola di colpo dove non dovrebbe (si “slatentizza”). Continua a leggere