Quali forze potranno attaccare, come lo faranno e dove. E perché Putin ha scatenato questa sfida (Repubblica)

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LA SATIRA PUNGENTE

di Alfio Krancic

Questo è lo scoop di Repubblica. Svelati i piani dello Stavka russo. Gli ucraini e i contractors della Nato hanno preso immediatamente le contromisure, quindi per Putin saranno dolori. La sua sconfitta è assicurata. Ma come ha fatto Repubblica ad avere i piani dell’offensiva russa? Pare che tutto sia nato grazie all’infiltrazione di due giornalisti di Fanpage, fintisi neofascisti e novacs che, contattato l’ineffabile Barone Nero, sono riusciti, grazie alla sua presentazione, ad entrare nel giro, dei leghisti filo-russi, guidati dal famigerato Savoini. I due giornalisti, sotto copertura, arrivati a Mosca, hanno preso alloggio nell’equivoco Hotel Metropol. Qui si sono incontrati con il Barone Nero, il Savoini e due emissari del Cremlino.

Da loro i due spioni fanpagisti hanno ottenuto i piani dell’invasione dell’Ucraina e della UE e con loro hanno stabilito i piani della sollevazione neofascista e novacs in Italia. A guidare i neofascisti si sono fatti i nomi di Castellino e Fiore, che sarebbero stati liberati dal carcere di Poggioreale con un blitz di novacs. Ad ascoltare e a registrare la conversazione del gruppetto di cospiratori, seduti ad un tavolo vicino, opportunamente camuffati, vi erano Andrea Scanzi e il noto cacciatore di fascisti di Repubblica, Paolo Berizzi. I filmati, girati all’insaputa dei filo-putiniani, 200 h di video, sono ora al vaglio della trasmissione Piazza Pulita, che manderà le clamorose anticipazioni nella prossima trasmissione, e della magistratura. Naturalmente il compenso pattuito con il Barone Nero, 10 milioni di euro in contanti in un trolley per finanziare il partito di FdI, si è rivelato l’ennesimo pacco. Nel trolley infatti vi erano libri con le biografie di Joe Biden, Draghi, Mattarella, Gentiloni, Letta etc.

Fonte: https://alfiokrancic.com/2022/02/14/quali-forze-potranno-attaccare-come-lo-faranno-e-dove-e-perche-putin-ha-scatenato-questa-sfida/

Assedio alla Cgil, le 3 bugie della Lamorgese

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di Redazione www.nicolaporro.it 

Un’autodifesa a spada tratta. Ieri pomeriggio Luciana Lamorgese si è presentata in Parlamento per spiegare come sia potuto succedere che un gruppuscolo di neofascisti mettesse a ferro e fuoco la sede della Cgil a Roma. Ha ammesso alcuni errori, il ministro. Ha respinto la “strategia della tensione” evocata da Giorgia Meloni solo qualche giorno fa. Ma ha anche negativamente sorpreso per la tranquillità con cui ha parlato di quella che, in realtà, può configurarsi come una vera e propria debacle nella gestione dell’ordine pubblico.

Gli errori di valutazione

Scopriamo, ad esempio, che in piazza a controllare la massa di no green pass c’erano poche forze dell’ordine. Troppe poche. Il motivo? Il Viminale non c’aveva capito una mazza. O meglio: ci si è fidati dell’ipotesi formulata dagli organizzatori della manifestazione (“avevano indicato in mille persone il numero orientativo”), si è ipotizzato che potessero essere un pochino di più (“le autorità hanno ritenuto che l’affluenza effettiva si andasse ad attestare sulle 3-4mila unità”) per poi ritrovarsi in Piazza del Popolo tra le 10 e le 12mila personeEvidente la “sproporzione” tra agenti e manifestanti. La questura di Roma aveva messo in campo appena 590 elementi, cui si sono sommati 250 operatori tra Arma e Finanza. In totale solo “840 unità effettive, da ritenersi pienamente adeguato” rispetto “alle stime previsionali”, ma di fatto un’inezia vista la reale affluenza in corteo. Da qui le prime due domande: possibile che “il sistema informativo” abbia cannato così tanto l’analisi? E possibile che non si sia riusciti a rimediare in corso d’opera?

Le bugie sull’assedio alla Cgil

Non torna invece il resoconto del ministro sull’ultimo atto di quel sabato nero. Ovvero il momento in cui un gruppo di manifestanti prende la via che porta alla sede della Cgil e la trasforma in un bivacco di manipoli. Di fronte ai deputati, Lamorgese ha negato che il corteo verso la camera del lavoro fosse stato autorizzato dalle forze dell’ordine, nonostante una nota della questura romana, rivelata dalla Verità, dica esattamente il contrario. Ma il ministro ha anche detto qualcosa di ancor più incredibile. Avete presente il video, mostrato da Quarta Repubblica, in cui si sente Giuliano Castellino, leader di FN, dire alla folla che a breve avrebbero “messo sotto assedio” il sindacato? Ecco: per difendersi dalle accuse di non essersi preparati in tempo, nonostante l’annuncio criminoso, Lamorgese sostiene che no, non fu un “il frutto estemporaneo dell’incitamento di Castellino”, ma ritiene che l’idea “fosse emersa già prima”, quando cioè Luigi Aronica ne aveva fatto esplicita richiesta ai responsabili della sicurezza. Il che è molto peggio. La volontà di dirigersi verso la Cgil era chiara da almeno 15 minuti prima del discorso di Castellino: perché allora non sono state inviati rinforzi alla Cgil? E perché ci si è fidati degli esponenti di Forza Nuova quando hanno assicurato che sotto la sede di Landini si sarebbero limitati a “scandire slogan di protesta e disapprovazione”?

Il resto è storia nota. Circa 3mila partono in corteo, sorprendono le forze dell’ordine, superano il dispositivo in piazza del Brasile e s’avventano sulla Cgil. Vista “l’evidente sproporzione tra la massa dei manifestanti e le Forze dell’ordine in campo”, ammessa dal ministro, fanno ciò che vogliono. Distruggendo i locali del sindacato.

Il mistero Castellino

C’è poi da chiarire un ultimo punto. Per quale motivo Giuliano Castellino, vicesegretario nazionale di Forza Nuova, destinatario di un Daspo, con divieto di partecipare alle manifestazioni sportive, “noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi delinquenziali”, sottoposto a “sorveglianza speciale di pubblica sicurezza” e con obbligo di soggiorno, s’è presentato come se nulla fosse al sit-in dei no green pass? Una settimana fa Lamorgese aveva detto che l’arresto sul posto è stato evitato per non creare ulteriori tensioni, e già la scusa era sembrata deboluccia. Ma perché non è stato impedito che arrivasse in piazza del Popolo? Per Lamorgese è questione di lana caprina. Roba da costituzionalisti. Giuristi di grido. Insomma pare che la giurisprudenza, quella della Cedu e della Corte costituzionale, non permetta l’arresto della persona soggetta a sorveglianza speciale. “Solo la ricorrenza, nel pomeriggio del 9 ottobre, di altri validi motivi di legge, ne hanno potuto giustificare, a diverso titolo, l’arresto”. Non prima. E va detto: fa specie sentirselo dire dopo che per oltre un anno il governo ha imposto lockdown, restrizioni e chiusure. Per l’Italia “stato di emergenza” perenne, per Castellino tutte le garanzie del mondo. Per il forzanovista la Costituzione vale e per gli altri no?

Infine, giusto come ciliegina sulla torta di una relazione decisamente discutibile, va forse sottolineata la spiegazione data per quell’agente che in diversi video si vede “presente all’azione di alcuni esagitati”. Si era ipotizzato si trattasse di un infiltrato, “inquietante retroscena” escluso da Lamorgese. Si trattava però di un poliziotto in borghese della Digos (cosa cambia?) “con compiti di osservazione e monitoraggio e di mediazione con i manifestanti”, lo stesso che poi è stato ripreso mentre reagisce in maniera scomposta nei confronti di un manifestante. Bene. Che ci faceva in quel filmato insieme ad altra gente che cercava di “provocare il ribaltamento di un furgone della polizia”? Per il ministro “quell’operatore stava verificando anche la forza ondulatoria scaricata sul mezzo e che non riuscisse ad essere effettivamente concluso”. Suvvia: “valutare la forza ondulatoria”? Siamo seri? Allora, così, vale tutto.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/assedio-alla-cgil-le-3-bugie-della-lamorgese/

Lamorgese era accondiscendente all’assalto alla CGIL

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La ministro Lamorgese ha affermato che a Roma non c’è stata trattativa con i manifestanti violenti che hanno assaltato la CGIL. Tutto sarebbe avvenuto contro la volontà della polizia e del ministro. Peccato che esista ampia documentazione che dimostra l’esatto contrario: la marcia verso la CGIL di Forza Nuova è avvenuta con l’accordo della Polizia.

Ecco la cronologia confermata dai documenti trovati da Fuori dal Coro:

  • 15.30 Castellino annuncia l’assalto alla CGIL
  • 17.30 Il documento della questura, dice che viene permesso “Un percorso dinamico” verso la CGIL , su richiesta dei manifestanti, Il tutto confermato nelle carte dell’arresto di Roberto Fiore;
  • 17.30 Sempre da un altro documento si attesta che “Si è tenuta una mediazione”.
  • La Lamorgese non è intervenuta sulla piazza di fronte alla CGIL perché la “Situazione rischiava di degenerare”. Quindi se sei violento fai quello che vuoi, se sei non violento e ti metti a pregare davanti alla Polizia ti riempio di botte.

Quindi la trattativa fra Forza Nuova e la Questura c’è stata  e l’assalto verso la CGIL è stato permesso dalla polizia.

Poi c’è il famoso caso dell’agente, supposto infiltrato, appoggiato al furgone della polizia con gli altri agenti, che “Stava verificando la forza ondulatoria”, secondo la Lamorgese… Lo ha detto davvero!

 

 

Per non parlare di Castellino, uno dei leader di Forza Nuova a Roma, che delinque impunito dal 1996, su ammissione delle stesse forze dell’ordine. Tre Daspo, ha iniziato un percorso delinquenziale da quando aveva meno di 20 anni e che ha sempre mostrato un totale disprezzo delle leggi. Una persona del genere era “Ignota alle forze dell’ordine”? Solo nell’ultimo anno è stato denunciato ben tre volte. Tra l’altro ha una bella fedina, con anche spaccio di droga e truffa. Nessuno lo ha notato.

Ecco la testimonianza video dal programma: