Storia dei Tradizionalisti

Condividi su:
La prima domenica d’Avvento del 1969 determinò l’accettazione della riforma di Paolo VI da parte di molti e il suo rifiuto da parte di una minoranza di cattolici.
L’accettazione o il rifiuto della “nuova messa” fu quasi sempre la conseguenza della stessa posizione avuta nei confronti dei testi del Concilio Vaticano II. I refrattari al Concilio e alla riforma furono chiamati “tradizionalisti”.
Dal 1969 a oggi molte cose sono cambiate (in peggio) e sorprendentemente il termine “tradizionalista” viene utilizzato, in modo improprio, anche per indicare dei personaggi che hanno accettato i decreti conciliari e i nuovi riti.
Riferendoci al tradizionalismo storico, segnaliamo la recensione (giustamente critica) al libro “Storia dei tradizionalisti” dello storico francese Yves Chiron.
“L’histoire des Traditionalistes” di Yves Chiron, recensione di don Francesco Ricossa, Sodalitium n. 73, da pag. 72 a pag. 77.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Castagna a Telenuovo: “Chiudere i Centri sociali, ricettacolo di odio e violenza politica”

Condividi su:

di Redazione

Il nostro Resp. Naz. Matteo Castagna ospite, ieri, dalle 12.40 alle 14.30 circa via Skype di Rosso&Nero, la trasmissione di approfondimento e dibattito condotta da Mario Zwirner su Telenuovo:

Presenti il segretario del PD di Padova Franco Conti, Settimo Gottardo, indipendente di Centro, già sindaco patavino, il sindaco di Vigonza Gianmarco Boscaro di Centrodestra. Ecco le tematiche trattate:
Giusta la presenza di Zelensky a Sanremo? I primi 100 giorni di Meloni premier. La gestione dell’immigrazione ai sindaci. Pugno di ferro del governo con gli anarchici, Castagna chiede la chiusura dei Centri Sociali, ove i “valori” sono odio e violenza politica!

LA REGISTRAZIONE DELLA PUNTATA: https://play.telenuovo.it/rosso-e-nero/tit-13244206

 

Lorenzo Fontana, dal calcio in parrocchia a Christus Rex: «Porterà la fede in politica»

Condividi su:

CORRIERE DEL VENETO inserto del CORRIERE DELLA SERA del 15.10.2022

La formazione religiosa ultraconservatrice, nella Verona «di destra», si è saldata alla militanza leghista
Sopra, Fontana con la maglietta contro le sanzioni alla Russia, accanto, a una manifestazione di Forza Nuova. Sotto lo striscione esposto alla camera dai deputati Zan e Scarpa
Sopra, Fontana con la maglietta contro le sanzioni alla Russia, accanto, a una manifestazione di Forza Nuova. Sotto lo striscione esposto alla camera dai deputati Zan e Scarpa

«È un veteroconciliare»

«Ma non è così facile come dite voi – corregge Matteo Castagna, veronese, responsabile nazionale del Circolo Christus Rex-Traditio – l’amico Lorenzo Fontana lo conosco bene e non è lefebvriano, né sedevacantista come lo siamo noi del Christus Rex-Traditio che consideriamo eretici tutti i papi da Wojtyla in poi [in realtà, sarebbe da Roncalli in poi…n.d.r.]. Lorenzo lo frequento [in realtà sarebbe lo conosco, n.d.r.] dal 1996, insieme abbiamo fatto gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio, durante il Conte 1 abbiamo collaborato nelle iniziative per la difesa della famiglia tradizionale. Lo sento regolarmente [in realtà, sarebbe stato raramente, n.d.r.] . Lui è un cattolico coraggioso, non secolarizzato, vicino alla tradizione, lo si può definire un veteroconciliare. È pro-life. Dopo le Boldrini e i Fico che abbiamo avuto ai vertici delle istituzioni, benvenuto il segnale di un cambiamento di rotta radicale nella tradizione democratica italiana».

«Oggi è un giorno nero»

L’amico fondamentalista [in realtà sarebbe: tradizionalista o sedevacantista, n.d.r.] Matteo Castagna precisa: «Lorenzo è partito dalla religione per scendere in politica come fosse il velo della sposa e portarvi intatti i valori cristiani in cui crede. Io mi sono iscritto alla Lega di Verona Ovest nel 1993, lui nel 1996. Lo stimo, lui ha simpatia per noi preconciliari. Lorenzo ha tenuto [in realtà sarebbe ha portato a casa, n.d.r.] il velo a mia moglie quando mi sono sposato». «Certo che lo conosco, liceo Galileo Galilei insieme – dice la ragazza sotto il casco da parrucchiera che a sua volta sta sotto l’appartamento di mamma Fontana – ma oggi, per me, è un giorno nero. Non so di che colore fosse il velo».

Per leggere tutto l’articolo: https://corrieredelveneto.corriere.it/verona/politica/22_ottobre_15/lorenzo-fontana-calcio-parrocchia-christus-rex-portera-fede-politica-62af89ce-4bf6-11ed-b1b7-e093d9351754.shtml

***************************************************************************

La pagina de L’Espresso: https://espresso.repubblica.it/politica/2022/10/14/news/lorenzo_fontana_presidente_camera_estrema_destra-370022201/
La pagina di Repubblica: https://www.repubblica.it/politica/2022/10/15/news/vaticano_posizioni_lorenzo_fontana_cattolico-370065394/
https://www.ultimavoce.it/lorenzo-fontana-un-antiabortista-filorusso-alla-guida-della-camera/

S. Pietro Martire da Verona, l’inquisitore santo ucciso dagli eretici

Condividi su:

Oggi, 29 Aprile, la Chiesa festeggia San Pietro Martire, co-patrono della città di Verona. E’ per noi di Christus Rex motivo speciale per la Sua devozione, soprattutto perché i cattolici fedeli alla Tradizione riuniti nel “Comitato perché la chiesa di San Pietro Martire resti cattolica e contro il relativismo religioso” riuscirono a far cacciare i luterani ivi insediatisi con l’assenso della diocesi alla guida dell’allora “mons.” Flavio Roberto Carraro, il cappuccino ultra-progressista che gliela mise a disposizione. La prima azione riparatrice fu un S. Rosario guidato da don Francesco Ricossa dell’I.M.B.C.

Dopo circa 5 anni di militanza pubblica, tra migliaia di volantini distribuiti in ogni luogo visitato da Carraro, Messe e Rosari riparatori, azioni eclatanti davanti alla Curia, una Processione, lettere di protesta, il Comitato di cui faceva parte attiva il nostro gruppo, riuscì a convincere il nuovo “ordinario diocesano” Giuseppe Zenti a non rinnovare la convenzione coi protestanti, che vennero sfrattati tra le proteste dei fedeli, dei loro pastori, ma soprattutto del “clero” diocesano, allora considerato più autorevole a Verona. Correva l’anno 2010…

Foto di una delle tante manifestazioni di protesta del Comitato davanti alla chiesa e casa natale del Santo martire a Verona, con lo striscione realizzato dal nostro Circolo Christus Rex

 

Segnalazione del Centro Studi Federici

San Pietro Martire è il patrono del Seminario dell’Istituto Mater Boni Consilii di Verrua Savoia (TO): http://www.sodalitium.biz/seminario/
 
29 APRILE SAN PIETRO, MARTIRE
 
L’eroe che la Santa Chiesa presenta oggi quale intercessore a Gesù risorto, ha combattuto così valorosamente da ricevere la corona del martirio. Il popolo cristiano lo chiama san Pietro Martire, di modo che il suo nome e la sua vittoria non si separano mai. Immolato da mano eretica, è stato il tributo che la cristianità del secolo XIII offrì al Redentore. Mai nessun trionfo ebbe acclamazioni così solenni. Nel secolo precedente, la palma raccolta da Tommaso di Cantorbery fu salutata con trasporto da quei popoli che allora amavano soprattutto la libertà della Chiesa: quella di Pietro fu oggetto di un’ovazione simile all’altra. La sua festa veniva celebrata con la sospensione del lavoro, come si faceva nelle antiche solennità, ed i fedeli accorrevano nelle chiese dei Frati Predicatori, portando rami, che presentavano per essere benedetti, in ricordo del trionfo di Pietro Martire. Quest’uso si è mantenuto anche ai nostri giorni nell’Europa meridionale, ed i rami, benedetti in quel giorno dai Domenicani, sono considerati una protezione per le case, nelle quali vengono conservati con rispetto.
 
San Pietro e l’Inquisizione.
Qual era il motivo che aveva potuto infiammare lo zelo del popolo cristiano per la memoria di questa vittima di un odioso attentato?
Pietro soccombette mentre lavorava in difesa della fede, ed i popoli a quei tempi non avevano niente di più caro. Egli aveva avuto l’incarico di cercare gli eretici manichei, che da un pezzo infestavano il Milanese con dottrine perverse e costumi altrettanto deprecabili. La sua fermezza, la sua integrità nel compimento di questa missione, lo esposero all’odio dei Patarini; e quando cadde vittima del suo coraggio, un grido di ammirazione e di riconoscenza si levò dalla cristianità. Niente dunque di più lontano dalla verità, che le invettive dei nemici della Chiesa e dei loro imprudenti fautori, contro le persecuzioni che il diritto pubblico delle nazioni cattoliche aveva decretato per sventare e colpire i nemici della fede. In quei secoli, nessun tribunale fu mai più popolare di quello che era incaricato di proteggere la santa fede, e di reprimere coloro che avevano osato attaccarla.
Che l’Ordine dei Frati Predicatori, incaricati principalmente di questa alta magistratura, gioisca dunque senza orgoglio, come senza timore, dell’onore che ebbe di esercitarla così a lungo per la salvezza del popolo cristiano. Quante volte i suoi membri hanno trovato gloriosa morte nell’adempimento del loro austero dovere! San Pietro Martire fu il primo tra quelli dati dall’Ordine per questa causa; ma i fasti domenicani ne produssero un gran numero: eredi della sua dedizione ed emuli della sua corona. La persecuzione degli eretici non è più che un fatto storico; ma a noi cattolici non è permesso considerarla altrimenti di come la considera la Chiesa. Oggi ella ci ordina di onorare come martire uno dei suoi santi che ha incontrato la morte andando incontro ai lupi che minacciavano le pecorelle del Signore; non saremmo noi colpevoli verso la madre nostra, se osassimo giudicare, altrimenti di quanto lo meritano, quelle lotte che hanno valso a Pietro la corona immortale? Lungi dunque dai nostri cuori di cattolici la vigliaccheria che non osa accettare gli sforzi fatti dai nostri padri per conservarci la più preziosa delle eredità! Lungi da noi quella facilità puerile nel credere alle calunnie degli eretici e dei pretesi filosofi, contro una istituzione ch’essi non possono, naturalmente, che detestare!
Lungi da noi quella deplorevole confusione di idee che mette sullo stesso piede la verità e l’errore, e che, visto che questo non può avere diritti, ha osato concludere che la verità non deve reclamarne!
 
VITA. – San Pietro nacque a Verona nel 1206, da genitori eretici. Prevenuto dalla grazia ed istruito da un sacerdote cattolico, aderì, fin dalla sua giovinezza, alla verità della fede. Studente a Bologna, ben lungi dal lasciarla indebolire, entrò tra i Frati Predicatori, ove si distinse nella pratica delle virtù religiose. Ordinato sacerdote, esercitò il suo ministero nelle province circostanti, vi operò miracoli e numerose conversioni. Nel 1232, Gregorio IX lo nominò Inquisitore generale della Fede. Il suo lavoro per estirpare l’eresia gli procurò l’odio dei manichei. Il 6 aprile 1252, uno di essi lo assassinò mentre si recava a Milano. Il corpo del Martire fu trasportato nella Chiesa dei Domenicani di Milano, e l’anno seguente, Innocenzo IV poteva iscrivere Pietro nell’albo dei santi.
 
Protezione contro l’errore.
Protettore del popolo cristiano, quale altro motivo di quello della carità poteva guidare il tuo lavoro? Sia che la tua parola viva e luminosa riconducesse a verità le anime che erano state ingannate, sia che, affrontando direttamente il nemico, la tua severità lo costringesse a fuggir lontano da quei pascoli che esso veniva ad avvelenare, non avesti che uno scopo: quello di preservare i deboli dalla seduzione. Quante anime semplici avrebbero goduto le delizie della verità divina, che la Santa Chiesa faceva giungere fino ad esse, e che, invece, miseramente ingannate dai propagatori dell’errore, senza difesa contro il sofismo e la menzogna, perdevano il dono della fede e si spegnevano nell’angoscia e nella depravazione!
La società cattolica aveva prevenuto tali pericoli e non sopportava che quell’eredità, conquistata al prezzo del sangue dei martiri, fosse in preda a nemici gelosi, che avevano risolto d’impossessarsene. Ella sapeva che nel fondo del cuore dell’uomo, decaduto per la colpa, spesso si trova un’attrattiva verso l’errore, e che la verità, immutabile in se stessa, ha la sicurezza di rimanere in possesso della nostra intelligenza solo quando è difesa dalla scienza e dalla fede: la scienza, che è retaggio di pochi, e la fede, contro la quale l’errore cospira senza tregua, sotto le apparenze della verità. Nelle epoche cristiane si sarebbe ritenuto tanto colpevole quanto assurdo garantire all’errore la stessa libertà che è dovuta alla verità, ed i pubblici poteri si consideravano investiti del diritto di vegliare sulla salvezza dei deboli, allontanando da essi le occasioni di cadere, come fa un padre di famiglia quando si prende cura di salvaguardare i suoi bambini da quei pericoli che sarebbero tanto più funesti, quanto più la loro inesperienza non glieli farebbe avvertire.
 
Amore della fede.
Ottienici, o Martire santo, una stima sempre più grande di questo dono prezioso della fede, che ci mantiene nella via del cielo. Veglia con sollecitudine, affinché essa venga conservata in noi ed in tutti quelli che sono affidati alle nostre cure. L’amore di questa fede santa è andata in molti affievolendosi; il contatto con chi non crede li ha abituati a compiacenze di pensiero e di parola che li hanno snervati. Richiamali, Pietro, a quello zelo per la verità divina che deve essere la caratteristica principale del cristiano. Se nella società in cui vivono tutto cospira per eguagliare i diritti dell’errore a quelli della verità, che essi si sentano maggiormente obbligati a professare la verità ed a detestare l’errore. Ravviva dunque in tutti noi, o martire santo, l’ardore della fede: “senza la fede è impossibile piacere a Dio” (Ebr 11,6). Rendici delicati su questo punto d’importanza capitale per la nostra salvezza, affinché, accrescendosi sempre più la nostra fede, meritiamo di vedere in cielo, per l’eternità, ciò che fermamente avremo creduto sulla terra.
 
Da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 582-584
 
 

E’ arrivato il tempo della rivolta?

Condividi su:

di Matteo Castagna

Gianluca Castro scrive su “Il Talebano” di oggi: “Mi domando – razionalmente – quali siano le aspettative di chi preconizza un seguito popolare alle spontanee ribellioni di Napoli e dintorni di queste ore. Potremmo già azzardare a definire tali rivolte come parzialmente spontanee perché, accanto a pochi cittadini che sono scesi in piazza a gridare la loro rabbia verso le restrizioni di De Luca, la visibilità se la sono presa coloro che si sono infiltrati nella mischia e si sono resi protagonisti di episodi di guerriglia urbana. Continua Castro: “La rivolta (quella vera) dei gilet gialli francesi che ha bloccato un’intera nazione, durata mesi con l’assalto a Parigi dei ministeri e repressa nel sangue non ha forse insegnato niente? Una protesta strutturata e presente ai quattro lati della Francia, più volte interamente bloccata, scatenatasi contro le riforme economiche ultraliberali di Macron, si è consumata nell’indifferenza generale dell’opinione pubblica internazionale, attenta a occuparsi solo dei temi scelti da chi gestisce la regia dell’informazione mondiale. Che tipo di speranze possono avere ora qualche centinaio (o migliaio) di giovani napoletani e campani che si oppongono a coprifuoco e confinamento di fronte ai milioni di pandementi, presenti in tutta Italia, terrorizzati ad hoc sulla pericolosità dei contagi dalla banda di Governo?

Dobbiamo stare molto attenti in questo periodo. Forse non a caso Mattarella, nel silenzio generale, ha convocato per l’ 11 novembre il Comitato di Difesa con un ordine del giorno controverso, in cui si correla il Covid con la protezione dal terrorismo. E’ sul sito della Presidenza della Repubblica, per cui pubblico e accessibile a tutti. Ad alcuni ricorda copioni già visti in passato, laddove il disagio sociale e le teste calde sono già parcheggiati all’interno di alcuni gruppi politici degli opposti estremismi al fine di essere monitorati e controllati con maggior facilità e potrebbero essere pronti a infiltrarsi nelle proteste per cavalcarle ai fini della loro visibilità, guidati da una manina oscura (ma non troppo), che ne manovra e paga i capi ma ne usa i militanti ingenui ed ignari come carne da macello per la repressione. Il tutto potrebbe essere prodromico ad una strategia della tensione che potrebbe trovare terreno fertile nella fragilità di questi giorni drammatici. Noi di “Christus Rex” non ci facciamo strumentalizzare e seguiamo gli eventi, ma non saremo mai al servizio di organizzazioni volte a finalità opache, con mezzi altrettanto nebulosi. Noi stiamo con le persone serie, per il bene comune e l’amore per la Patria per amor di Dio, stigmatizzando eventuali iniziative personali. Ciò non significa che staremo immobili. E’ necessario che le opposizioni parlamentari compiano azioni decise seguendo una linea chiara e condivisa a tutela delle nostre imprese, dei lavoratori, delle libertà individuali. Non si può essere tiepidi, in questo momento, anche per non dare il pretesto a formazioni extraparlamentari di fomentare inutile violenza e pericoli per la stabilità delle Istituzioni. Vorremmo meno selfie, meno gattini e più decisione nei provvedimenti. Vorremmo vedere alzare le barricate e guidare le piazze da voi e non da improbabili leader.

Sì, perché, sempre come dice Gianluca Castro, “la strada scelta dalle elites mondiali dovrebbe essere evidente per tutti: resettare l’economia e la società (almeno in quella parte di mondo definita ‘Occidente’) per imporre nuovi modelli di riferimento. Ecco quindi, come, dopo l’imposizione del culto laico immigrazionista caro alle bande di arcobalenati ‘restiamoumanisti’, voluto allo scopo di importare mano d’opera a basso costo (l’esercito industriale di riserva come lo definiva Karl Marx) per cancellare gli antieconomici benefit garantiti dallo Stato Sociale – frutto di decenni di conquiste e sacrifici di tutti i lavoratori – arrivare la ‘pandemia’ giunta dalla Cina e con essa il pretesto per distruggere le basi dei rapporti umani alla base della socialità.Casualmente è proprio il ‘modello cinese’ quello usato per combatterlo, mentre le susseguenti, automatiche, ipotesi di complotto non fanno altro che intorbidare le acque. Dalle accuse ai cinesi di essere mangiatori di topi e pipistrelli a quella di rappresentare uno Stato ‘comunista’ abbiamo assistito a un florilegio di esternazioni – a ogni livello – di desolante superficialità”. Continua a leggere

Matteo Castagna a “La Zanzara”: la sodomia e gli atti impuri sono peccati gravi, viva Cristo Re e le sue leggi e voi…convertitevi!

Condividi su:

di Lucia Rezzonico

Giovedì scorso, 22 Ottobre 2020 alle 18.15 circa il nostro Responsabile Nazionale Matteo Castagna ha ricevuto un’improvvisa telefonata di Giuseppe Cruciani, il popolare conduttore de La Zanzara, trasmissione dissacrante oltre la goliardia, fatta per provocare e cercare di mettere in grande difficoltà (ovvero massacrare) coloro che vengono chiamati. Non tutti. Perché non è la prima volta che il nostro Matteo viene chiamato da La Zanzara e non è la prima volta che riesce, con la sua indiscussa capacità di ribattere a tono, a girare il tentativo di metterlo in tremenda difficoltà addosso a coloro che provano a metterlo sotto. Anche stavolta, il Sig. Gottardo non è riuscito nel suo intento, nonostante l’amico Cruciani abbia cercato in ogni modo di aiutarlo. Alla fine, l’ultima parola l’ha avuta il nostro Castagna, piacciano o meno i contenuti del suo pensiero (che coincidono con quelle del Magistero Perenne della Chiesa e del Catechismo). Temi della telefonata: le uscite di Bergoglio a gavore delle coppie onosex, la sodomia, il sesto comandamento, la fornicazione, il peccato, la morale cattolica che si scontra con i desiderata del mondo moderno.

Ecco il link alla trasmissione del 22/10/2020: https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/lazanzara#

“Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo”, il libro di Matteo Castagna | lafedequotidiana.it

Condividi su:

LA RECENSIONE

di Michele M. Ippolito, direttore de “La Fede quotidiana”

“Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo” è il nuovo libro di Matteo Castagna (Edizioni Solfanelli, pagine 248, € 17).

Sebbene l’autore non sia uno storico di professione, Castagna avvalendosi del confronto con la migliore produzione teorica contemporanea, cerca di comprendere la storia italiana, occidentale e cattolica ridimensionando le interpretazioni unilaterali e fuorvianti di quanti tendono a smussare il grande conflitto tra cattolicesimo integrale e modernismo, divampato a fine Ottocento, “che è proseguito poi nella contrapposizione finale tra il fronte pacelliano e quello democristiano di Montini, grande politico ma debole teologo, discepolo dell’ecumenismo laicista e mondialista di Maritain”.

Veronese, sposato, classe 1976, collaboratore di Veronanews, Vvox e La Verità, Matteo Castagna, si definisce uno dei cattolici fedele alla Tradizione che ha iniziato ad interessarsi di politica a 14 anni (fino ad essere eletto, nel 1998, a consigliere della III circoscrizione di Verona risultando il più giovane della città).

In questo suo primo libro come singolo autore, che contiene una postazione di Giacomo Bergamaschi e un apparato di citazioni notevoli, la proposta finale la ricorda lo stesso Castagna: “i modelli del Fascismo italiano e di quello portoghese intesero contrapporsi ad un modello di civilizzazione modernista e rivoluzionaria attraverso una chiara controrivoluzione, con l’affermazione di una cultura politica e sociale controriformista moderna, non teocratica o meramente neo medievale, volta alla moderna instaurazione di uno Stato corporativista cattolico”.

Castagna definisce questi due fascismi come non reazionari né conservatori ma regimi tradizionalisti e controrivoluzionari “vale a dire ortodossamente controriformistici poiché pur riconoscendosi nei valori della tradizione non ritenevano però adeguato al contesto restaurare sic et simpliciter l’antico regime”. Continua a leggere

Macchina del fango: il ministro della Famiglia è “fascista e omofobo”

Condividi su:

Macchina del fango: il ministro della Famiglia è “fascista e omofobo”“Quando uno dei nostri arriva a fare il Ministro e mantiene le posizioni, è un dovere di tutti noi, in quanto Cattolici, fare quadrato e sostenerlo, senza se e senza ma, ciascuno secondo il suo stato e le sue possibilità”. (Matteo Castagna, 1/06/18)

di Redazione de Il Secolo d’Italia

Ad aprire le danze della demonizzazione è Repubblica, occupandosi di Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, con un articolo che elenca i motivi di “allarme” e “preoccupazione” che renderebbero l’esponente del governo Conte pericoloso per l’Italia. Cominciamo: si è sposato con doppio rito, tridentino e civile; ha scritto un libro sul calo demografico; si è espresso contro i matrimoni omosessuali; apprezza Marine Le Pen e Putin. Siete preoccupati? Se non lo siete abbastanza arriva subito il “piatto forte”. E cioè la partecipazione a un convegno di Fortezza Europa, associazione di Verona, moderato dal frontman della banda musicale Hobbit, Emanuele Tesauro. E poi il tifo per l’Hellas Verona che gli ultrà neri della curva sud definiscono la “squadra a forma di svastica”.

Queste sarebbero le ombre che gravano sul neoministro della Famiglia, il quale, intervistato dal Corriere, chiarisce che la questione dei matrimoni gay non è nel contratto di governo e quindi non se ne occuperà. Quanto alle sue dichiarazioni, non sono contro i gay, ma tese a sottolineare che la famiglia è la comunità più importante. In ogni caso alla domanda “come si comporterà con le famiglie arcobaleno”, la sua risposta è “perché esistono le famiglie arcobaleno? Per la legge non esistono”. Una risposta subito rilanciata dai media e che è destinata a suscitare scalpore. Tra i suoi obiettivi, annuncia ancora, potenziare i consultori per dissuadere le donne ad abortire e abbassare  l’Iva su tutti i prodotti che riguardano l’infanzia. “Non ho mai detto – chiarisce – che le donne non possono abortire, ma metterò in atto delle politiche per cercare di ridurre il numero degli aborti”.

Fonte: http://www.secoloditalia.it/2018/06/macchina-del-fango-il-ministro-della-famiglia-e-fascista-e-omofobo/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook Continua a leggere

Si insedia il “governo del cambiamento” alla prova dei fatti

Condividi su:

di Matteo Castagna

Si insedia il governo Lega-Movimento 5 Stelle. Molti non ci speravano più. Anzi, dopo la remissione del mandato da parte di Giuseppe Conte e la salita al Colle di Cottarelli, i più vedevano all’orizzonte l’ennesimo governo tecnico. Forse alcuni avevano già iniziato a consigliare ai due leader l’assai più comodo e meno responsabilizzante ruolo di tribuni della plebe.

Invece qualcosa è cambiato, proprio in quella fase. A dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che nella politica della cosiddetta “Terza Repubblica” sono saltati tutti gli schemi, oltre ai consolidati rapporti e prassi istituzionali. Ieri il Prof. Avv. Giuseppe Conte è tornato al Quirinale con la squadra dei Ministri e c’è stato il giuramento. La prossima settimana ci sarà l’ultimo passaggio della fiducia parlamentare, che non riserva particolari preoccupazioni e sarà maggiore alla Camera e più ristretta al Senato.

Cos’è cambiato nell’arco di una settimana? C’è stato un compromesso con l’Europa per poter governare. Abbiamo toccato con mano che chi prova a formare un esecutivo, con tanto di premier, programma e maggioranza riceve il “niet” dell’ Ue tramite le figure istituzionali di garanzia, se non rassicura i mercati, ovvero l’asse Parigi-Berlino che comanda a Bruxelles attraverso le sue banche, le sue lobby e le sue agenzie di rating. Salvini, ma non solo, ha, quindi,  concluso che siamo un Paese “a sovranità limitata”. E’ oggettivo. Se non trovi almeno un metodo di convivenza, anche da divorziati in casa, con loro, vai a casa. Tutto il resto è sterile propaganda da rosiconi. Quanto accaduto ne è la prova evidente, anche per coloro che, eventualmente, avessero voluto non vedere. Il nuovo governo ha rassicurato in merito alla permanenza nell’Eurozona, in cambio di una politica sovranista in tema di immigrazione e fisco. Già ieri, però, autorevoli esponenti del governo hanno detto che l’Italia farà anche quelle cose che qualcuno nell’ Ue potrebbe non gradire. Sarà vero? Parleranno i fatti e su quelli giudicheremo, perché un conto è la diplomazia, un conto è la realtà. Un conto sono le frasi di circostanza, un conto sono le politiche effettive. Continua a leggere

1 2