Il ricordo di un grande tomista: padre Guido Mattiussi

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dal Centro Studi Federici

P. Guido Mattiussi. Cento anni dalla morte

“Vogliamo ricordare padre Mattiussi come scrittore, conferenziere professore e in tutti i modi uno dei più potenti promotori del Movimento tomistico tanto in Italia quanto all’estero. Anzi diremmo uno dei più brillanti restauratori di quella filosofia perenne a cui mette l’ultima mano e il suo perfezionamento”.

Con queste parole di don Paolo de Töth (e con quelle che di seguito riporteremo fra virgolette) il centro studi omonimo vuole riproporre il contributo della nostra rivista al riguardo e ricordare la grande figura di padre Mattiussi dopo un secolo dalla sua dipartita da questo mondo, “colui il cui nome costituiva l’onore massimo della povera opera nostra in questo periodico [Fede e Ragione] e noi con quanti combattono le sante battaglie della verità e della chiesa e per il trionfo di Cristo nelle anime e nella società abbiamo acquistato presso il trono di Dio nel cielo un nuovo patrono e intercessore di più”.

“La sua opera nel volume Le XXIV Tesi della filosofia di San Tommaso d’Aquino è la sintesi più bella e completa del pensiero filosofico dell’angelico dottore, che fissa chiaramente e per sempre i principi fondamentali, per non deviare dietro a false interpretazioni e correnti tomistiche di puro nome ma non di sostanza e di fatto”

Segue la lettera di sua Eccellenza illustrissima il Cardinal Ludovico Billot “desideroso anch’egli di commemorare il padre Mattiussi compagno di lui nel lavoro e nelle lotte oltre che fratello dello spirito, nella mente, nel cuore, nelle aspirazioni e nella fede”.

Facciamo nostro il seguente auspicio che si eleva anche come preghiera a Dio per continuare ancor oggi la strenua battaglia contro il modernismo riedito e ripresentato in tante sue forme, che allontana le anime dalla Verità e quindi da Cristo Nostro Signore, che continua a insegnarci nel Suo Vangelo: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» (Gv 18,37-38).

“Ne faremo un’immagine e un ritratto riandando ai suoi ammonimenti e ai suoi consigli, alle sue virtù e ai suoi esempi, e anche alle sue lotte e ai dolori dai quali pure la sua strada quaggiù fu disseminata, al suo amore coraggioso alla Chiesa, al Papa, alla verità. Prenderemo animo a seguirne le orme così da meritare anche noi la fiducia, la confidenza e più ancora la pace e la gioia Celeste che illuminò gli ultimi giorni del suo terreno passaggio e la sua morte veramente preziosa” R.I.P.

Fonte: https://www.centrostudifederici.org/il-ricordo-di-un-grande-tomista-padre-guido-mattiussi/

Il ricordo di due difensori della Fede cattolica

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Il ricordo di due difensori della Fede cattolica

Il 27 febbraio ricorre l’anniversario di morte di mons. Umberto Benigni (+ 1934) e di mons. Guérard des Lauriers (+ 1988).

“Bonum certamen certavi, cursum consumavi et fidem servavi” (2 Tim 4, 7).

Mons. Umberto Benigni, Perugia, 30 marzo 1862 – Roma, 27 febbraio 1934
https://www.sodalitium.biz/mons-benigni/
https://www.sodalitiumshop.it/prodotto/sodalitium-n-74-numero-speciale-in-difesa-di-mons-umberto-benigni/

Mons. Michel Louis Guérard des Lauriers, o.p.
Suresnes, 25 ottobre 1898 – Cosne-Cours-sur-Loire 27 febbraio 1988.
https://www.sodalitium.biz/mons-guerard-des-lauriers/
https://www.sodalitiumshop.it/prodotto/breve-esame-critico-del-novus-ordo-missae-dei-cardinali-ottaviani-e-bacci/

 

Fonte: https://www.centrostudifederici.org/il-ricordo-di-due-difensori-della-fede-cattolica/

I Magi nel commento del biblista Salvatore Garofalo

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Segnalazione del Centro Studi Federici
Dal Vangelo secondo Matteo
Cap. 2 – 1 Nato Gesù in Bethlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco che dei Magi, venuti da Oriente, si presentarono a Gerusalemme dicendo: 2 « Dov’è il re dei Giudei ch’è nato? Poichè abbiamo veduto la sua stella ad oriente e siamo venuti ad adorarlo ». 3 Udito ciò, il re Erode si turbò, e tutta Gerusalemme con lui; 4 e radunati tutti i gran sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro dove dovesse nascere il Messia. 5 Ed essi gli risposero: « In Bethlemme di Giudea; così, difatti, è stato scritto dal profeta:
6 E tu, Bethlemme, terra di Giuda,
in nessun modo sei minima fra le grandi città di Giuda:
da te, infatti, nascerà un capo,
che sarà pastore del mio popolo, Israele ».
7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece precisare il tempo dell’apparizione della stella e, inviandoli a Bethlemme, disse: 8 « Andate e informatevi accuratamente del bambino; e, quando lo avrete trovato, fatemelo sapere, affinchè anch’io venga ad adorarlo ». 9 Udito il re, quelli partirono. Ed ecco la stella che avevano veduta all’oriente li precedeva, finchè, giunta sul luogo dov’era il bambino, si fermò. 10 La vista della stella li rallegrò di grandissima gioia. 11 Ed entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono; poi, aperti i loro scrigni, gli presentarono in dono oro, incenso e mirra. 12 E, divinamente avvertiti in sogno di non tornare da Erode, ritornarono per altra via al loro paese.
Note di Salvatore Garofalo
Cap. 2 Nel racconto dei Magi, l’attenzione dell’evangelista si concentra sulle prime reazioni ufficiali dell’ambiente ebraico alla nascita di Gesù, che viene indicata appena di scorcio (cfr. invece Lc. 2, 1-20). Erode morì nel 27 marzo-11 aprile del 750 di Roma, cioè nel 4 a. C. L’èra cristiana che fissa il primo anno d. C. al 754 di Roma procede da un errore di calcolo dovuto al monaco Dionigi il Piccolo del VI sec. Le antiche fonti greche parlano con molta stima dei Magi, di origine persiana. Dal sec. II d. C. essi cominciano ad esser confusi con gli indovini e gli astrologhi di provenienza babilonese ed egiziana (cfr. Atti 13, 6 ss.; 8, 9), considerati come fattucchieri e imbroglioni. Nell’antica tradizione persiana i Magi erano i più fedeli ed intimi discepoli di Zoroastro e custodi della sua dottrina; nei tempi più vicini al Cristo essi avevano una parte di primo piano nella religione ed anche nella politica. Mt. parla solo vagamente del loro paese di origine e nulla dice nè del loro numero esatto nè del nome nè della loro dignità regale. Sulla loro patria, gli studiosi non sono concordi; le preferenze si dividono tra l’Arabia (praticamente la regione ad est del mar Morto e del Giordano) e la Persia. Su Bethlemme cfr. Lc. 2, 4 nota.
2 Il fatto che i Magi si rivolgano alla corte di Gerusalemme può essere un indice del loro alto rango sociale. Re dei Giudei è un titolo spontaneamente inteso come corrispondente a Messia (v. 4; cfr. 27, 37). La stella del Messia (sua) è un segno nei cieli in relazione con l’attesa e la venuta del redentore. Una vera e propria stella non può assolvere le funzioni dell’astro veduto dai Magi (v. 9), perciò viene intesa piuttosto come un fenomeno verificatosi nella zona dell’atmosfera ma di tale natura che, ovviamente, non poteva essere indicato che come una stella. La tradizione religiosa persiana parlava di un « soccorritore » destinato a portare nel mondo la definitiva perfezione e il cui avvento era messo in relazione con fenomeni astronomici. Per il Messia-stella cfr. Num. 24, 17. Adorare, nell’antichità, indica in genere rendere omaggio, alla maniera orientale, con la prostrazione al suolo; se questa sia ispirata anche a un motivo religioso dipende dal contesto.
3 Erode fu sempre ferocemente geloso della sua corona acquistata a gran prezzo e non dubitò di sopprimere chiunque gliela insidiasse, fossero anche uomini del suo sangue. Il turbamento di Gerusalemme è dovuto all’entusiasmante annunzio dato dagli stranieri dell’avvenuta nascita del Messia aspettato da secoli.
4 Il re convoca l’assemblea competente in questioni religiose. I gran sacerdoti possono essere o i sommi sacerdoti scaduti di carica o i membri delle grandi famiglie sacerdotali fra le quali si sceglieva il sommo sacerdote o i rappresentanti delle ventiquattro classi sacerdotali (cfr. Lc. t, 5). Gli scribi erano i dottori, gli esperti della legge. Insieme con gli anziani del popolo, notabili laici, queste tre classi costituivano il gran consiglio o sinedrio, supremo tribunale ebraico. Poichè l’espressione « scribi del popolo » è insolita, si pensa che il testo primitivo del Vangelo sia stato: « i gran sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo ».
5 La tradizione ebraica aveva sempre visto nel testo di Michea (5, 1 testo ebr.) una profezia messianica. Bethlemme è detta di Giudea per distinguerla da un omonimo villaggio di Galilea.
9 La stella non guidò i Magi dal loro paese alla Giudea ma riapparve solo sulla strada da Gerusalemme a Bethlemme, che distava dalla capitale ca. due ore di cammino. La direzione è nord-sud, contraria, quindi, al moto delle stelle.
11 La casa suppone che Giuseppe abbia provveduto a ricoverare in luogo più proprio (cfr. Lc. 2, 7) Gesù e Maria; tanto più che il tempo della visita dei Magi distava notevolmente da quello della nascita del Bambino (v. 16). Il racconto del Vangelo lascia intendere che l’« adorazione » dei Magi ebbe un contenuto anche religioso, dal momento che Dio non aveva risparmiato prodigi per condurre i sapienti alla culla del Messia. L’etichetta orientale esigeva che la visita a un personaggio di riguardo fosse accompagnata da doni proporzionati alla dignità di chi visitava e di chi era visitato. I Magi scelgono doni di grande valore in quel tempo. L’incenso e la mirra erano profumi adibiti ad usi sia sacri che profani. La tradizione cristiana attribuisce ai doni un significato simbolico: l’oro indica la regalità, l’incenso la divinità e la mirra l’umanità del Messia; quest’ultima, infatti, era usata in modo particolare nella imbalsamazione dei cadaveri.
12 Per potersi portare fuori del territorio soggetto ad Erode, i Magi ebbero certamente bisogno di due o tre giornate di marce forzate in direzione del mar Morto.
Tratto da: La Sacra Bibbia, vol. III, Marietti, Torino 1961, pagg. 14.15.

Studi antimassonici: rigore e verità!

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Ripubblichiamo un articolo della rivista francese “Héritage”, tradotto e pubblicato dalla rivista “Sodalitium” (nn.70-71, settembre 2020), sullo spinoso problema della credibilità di certa documentazione utilizzata da alcuni studi anti-massonici.
PROBLEMI DI DOCUMENTAZIONE IN ALCUNI LIBRI ANTI-MASSONICI.
I casi di Pio XII e di Albert Pike. A proposito di una citazione di Pio XII

Stranezze del 7/10: “soffiata” alla Borsa e filmati di sicurezza spariti

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Segnalazione del Centro Studi Federici
“Significative vendite allo scoperto prima del 7/10 di decine di società quotate nella Borsa di Tel Aviv”. Spariti i filmati dalle telecamere di sicurezza al confine con Gaza. L’AI “fabbrica obiettivi” e calcola gli effetti collaterali (!)
“Uno studio condotto da ricercatori della New York University e della Columbia University sostiene che i trader hanno ottenuto informazioni sull’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, prima che avvenisse, e hanno realizzato operazioni short sulle borse degli Stati Uniti e d’Israele nella prospettiva che i prezzi delle azioni crollassero dopo l’attacco”. Così il sito Globes.. In pratica alcuni operatori americani e israeliani hanno scommesso sul fatto che il prezzo di alcuni titoli sarebbe crollato dopo il 7 ottobre, cosa avvenuta.
 
Nella Finanza si sapeva…
“I ricercatori affermano di aver identificato significative vendite allo scoperto prima dell’attacco di decine di società quotate nella Borsa di Tel Aviv. Dallo studio emerge che tra il 14 settembre e il 5 ottobre sono state realizzate acquisizioni short pari a 4,43 milioni di azioni della Banca Leumi”.
“Dopo l’attacco di Hamas, gli stessi hanno goduto di profitti pari a 3,2 miliardi di shekel. I ricercatori scrivono di non aver notato un aumento cumulativo di acquisizioni short su azioni di società israeliane scambiate sulle borse statunitensi, ma hanno identificato un forte e insolito aumento nella negoziazione di opzioni su tali azioni con date di scadenza poco dopo il 7 ottobre”. Possibile, peraltro, che lo studio abbia rivelato solo la punta dell’iceberg nell’insondabile mare magnum della grande finanza.
Nulla di nuovo sotto il sole: anche in costanza dell’attacco dell’11 settembre si erano registrate operazioni anomale in Borsa, che avevano permesso a tanti di lucrare su quanto poi sarebbe avvenuto. Quando la speculazione fu rivelata George W. Bush promise solennemente che gli Stati Uniti avrebbero aperto un’inchiesta, ma non se ne è fatto nulla. Troppi gli interessi in gioco e troppo potenti gli speculatori, che evidentemente sapevano in anticipo quanto sarebbe avvenuto. Dovrebbe meravigliare, ma neanche troppo…
Il mistero di quanto avvenuto quell’11 settembre, come quello che avvolge l’attacco del 7 ottobre, è destinato a restare tale. Per quanto riguarda quest’ultimo, restano le opposte narrazioni pubbliche: l’attacco proditorio denunciato da Israele e la grande operazione della resistenza dall’altra. Mentre, a quanto pare, ad alto livello tanti sapevano e hanno lasciato fare, anche nella Sicurezza israeliana.
La sparizione delle registrazioni video e audio
Ai questi misteri dolorosi si aggiunge la sparizione dei filmati dalle telecamere di sicurezza poste da Israele al confine con Gaza.
Il sito israeliano Walla ha riferito che “una mano invisibile” ha cancellato tutto quanto era rimasto impresso nella “rete militare denominata Zee Tube”. A scoprirlo un funzionario di alto livello dello Stato Maggiore incaricato di investigare sul caso che, giunto sul luogo del delitto, è il caso di dirlo, ha trovato tutto cancellato.
“Funzionari della Divisione di Gaza – prosegue Walla – hanno affermato che c’è stata anche una ‘cancellazione’ delle registrazioni delle comunicazioni del 7 ottobre”. Le registrazioni potrebbero esser state trasferite altrove o cancellate, non si sa. Due le spiegazioni: la prima, più piana, è che si voglia nascondere la palese inefficienza della Sicurezza di quel giorno; la seconda è che si voglia celare altro e più inconfessabile (o forse un mix di ambedue).
A pensar male si fa peccato, ma a volte si indovina. Ha colpito non poco la reazione durissima della Difesa israeliana alla rivelazione di Haaretz sull’elicottero militare che, nell’intento di colpire i miliziani di Hamas, avrebbe sparato contro i civili convenuti al rave.
Rivelazione che aveva rilanciato le domande poste da Max Blumenthal sulla reazione dell’esercito israeliano all’attacco, che sarebbe stata confusa e non selettiva sui bersagli, tanto da aumentare le vittime civili (la rivelazione di Haaretz, va puntualizzato, è stata poi negata dalle autorità).
La variabile Netanyahu
Al di là del particolare, resta la nuova fiammata della guerra di Gaza dopo la fine della tregua. I negoziati in Qatar, proseguiti nonostante la ripresa del conflitto, sono ormai collassati. Hamas e Tel Aviv si rimpallano e responsabilità.
Secondo Alastair Croocke gli Stati Uniti puntavano a una tregua prolungata che fosse prodromica a un cessate il fuoco permanente, perché con il passar del tempo sarebbe stato può arduo riaprire le ostilità.
Ma le autorità israeliane volevano a tutti i costi la guerra, forti anche di un consenso del 90% dei loro cittadini sulla necessità di eliminare Hamas. Dissensi anche sulla durata della guerra, con Blinken che avrebbe dato a Netanyahu alcune settimane per chiuderla, mentre il premier israeliano ribadiva la sua volontà di proseguire per mesi.
Sempre Crooke spiega che Netanyahu sta tentando – anzi sarebbe riuscito – di rimodellare la narrazione della guerra: non più una risposta all’attacco, ma una lotta esistenziale che porti a compimento la lotta di liberazione di Israele, una “Seconda guerra d’indipendenza”, che riprendeva quella del ’48.
Narrazione che, peraltro, unisce le aspirazioni alla Grande Israele del messianismo ebraico con il nazionalismo di certo sionismo laico. Prospettiva massimalista, dunque, che ben si attaglia a una guerra prolungata che dovrebbe permettere la sopravvivenza politica di Netanyahu (che però oggi è stato richiamato alla sbarra: il processo per corruzione potrebbe ripartire…).
 
Eliminare Hamas?
Ad allungare i tempi l’intento dichiarato di eliminare completamente Hamas, che, come scriveva Thomas Friedman sul New York Times del 1 dicembre, è “un obiettivo irraggiungibile”.
Non solo Netanyahu fa orecchie da mercante sull’obiettivo, ma anche sulle modalità dell’operazione. Se la Casa Bianca chiede moderazione (per evitare rotture con i Paesi arabi), la campagna nel Sud da Gaza procede con la stessa modalità alzo zero che ha contraddistinto quella a Nord.
Lo ha dichiarato apertamente il Capo di Stato Maggiore israeliano, secondo il quale la nuova campagna “non sarà meno potente” della precedente (Timesofisrael). Lo dicono anche i numeri: oltre 700 le vittime registrate alla sera di domenica, solo 24 ore dopo la ripresa dei combattimenti (al Jazeera).
La fabbrica di obiettivi
Il numero sproporzionato di vittime civili che sarebbe dovuto anche all’uso (spregiudicato) dell’intelligenza artificiale. A supportare le operazioni, un sistema AI chiamato Habsora, Vangelo (sic), che ha permesso all’Israel defence force di accelerare “significativamente le operazioni”, producendo una lista di obiettivi da colpire. Una vera e propria “fabbrica” di obiettivi (Guardian).
A rivelare il retroscena l’inchiesta di due media (+972, Magazine israelo-palestinese, e Local Call, testata in lingua ebraica) basata su informazioni provenienti dall’intelligence e dall’aeronautica israeliana, fonti palestinesi e fonti aperte.
In estrema sintesi, al sistema sono stati forniti tutti i dati raccolti dall’intelligence israeliana su Gaza, della quale essa sa tutto, compresi i componenti dei nuclei familiari di ogni singolo appartamento; e, insieme, tutte le informazioni raccolte nel tempo su Hamas: i singoli militanti, le loro case, i loro parenti, i luoghi nei quali si tengono o si sono tenute riunioni etc.
L’intelligenza artificiale fornisce quindi l’analisi dei cosiddetti danni collaterali, leggi morti civili, che verrebbero provocati da un attacco a un obiettivo, vero o presunto che sia (la casa di un militante, ad esempio è un possibile obiettivo). “Tale numero [dei danni collaterali ndr] viene calcolato ed è noto in anticipo ai servizi segreti dell’esercito, che sanno anche, poco prima dell’attacco, quanti civili verranno sicuramente uccisi”, si legge su +972.
Così riporta il sito: “Niente accade per caso”, ha detto un’altra fonte. “Quando una bambina di 3 anni viene uccisa in una casa a Gaza, è perché qualcuno nell’esercito ha deciso che non era un grosso problema ucciderla – che cioè era un prezzo che valeva la pena pagare per colpire [un altro] bersaglio. Non siamo Hamas. Questi non sono razzi casuali. Tutto è intenzionale. Sappiamo esattamente quanti ‘danni collaterali’ ci sono in ogni casa”. Ci fermiamo qui, perché crediamo che basti.
Gli aiuti dell’Occidente
Il dramma è che l’Occidente, benché a parole protesti contro l’approccio bellico di Israele – ultimo Macron, il quale ha affermato che l’obiettivo di eliminare Hamas farà durare la guerra un decennio – non fa molto per opporsi. Anzi l’America, dal 7 ottobre, ha fornito a Tel Aviv “15.000 bombe, di cui oltre 5.000 con testate da 2.000 libbre”, quelle che buttano giù interi palazzi (Wall Street Journal).
Non solo. Il sito Declassified Uk, in base a documenti top secret, ha rivelato che “le risorse per lo spionaggio della Cipro britannica sono integrate con la ‘pianificazione e le operazioni militari’ – e l’intelligence probabilmente viene passata a Israele come ausilio al bombardamento di Gaza”. Peraltro, droni britannici e statunitensi sorvolano quotidianamente Gaza, non certo per riprese panoramiche.
Questa guerra, se guerra si può chiamare la mattanza in corso, sta trascinando l’Occidente in un abisso sempre più oscuro.

Un anno dopo la morte del neomodernista Joseph Ratzinger

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Segnalazione del Centro Studi Federici

“È stato l’errore dell’età confessionale aver visto per lo più soltanto ciò che separa, e non aver percepito in modo esistenziale ciò che abbiamo in comune nelle grandi direttive della Sacra Scrittura e nelle professioni di fede del cristianesimo antico” (discorso di Benedetto XVI ai rappresentanti del Consiglio della Chiesa Evangelica di Germania, Erfurt, 23.09.2011)
Il 31 dicembre 2023 moriva Benedetto XVI, uno dei protagonisti del neo-modernismo condannato da papa Pio XII con l’enciclica “Humani generi” del 12.08.1950”, sulla scia dell’enciclica “Pascendi Dominici gregis”dell’8.09.1907, con la quale il papa san Pio X condannò il Modernismo.
Per l’occasione ripubblichiamo un dossier sugli errori dottrinali affermati e insegnati da Joseph Ratzinger insieme ai comunicati dell’Istituto Mater Boni Consilii sulla famosa rinuncia e sull’elezione di Jorge M. Bergoglio e il discorso tenuto da B. XVI alla delegazione della massoneria ebraica dei “B’nai B’rith”.
Dossier Ratzinger: quando il Reno si gettò nel Tevere
La rinuncia di Joseph Ratzinger
In merito all’elezione di Jorge M. Bergoglio
Discorso di Benedetto XVI  a una delegazione di “B’nai B’rith International”
Fonte: 

“Instaurare omnia in Christo”

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Ricordare il motto di san Pio X è il modo migliore per festeggiare san Pio X e auspicare appunto che tutto sia instaurato in Cristo, nella Chiesa e nella società.
Segnaliamo alcuni documenti relativi al magistero di san Pio X e all’attuazione del suo programma antimodernista:
La prima Enciclica di S. Pio X, sul programma del proprio Pontificato: «E supremi apostolatus»
Il decreto Lamentabili che condanna alcune proposizione moderniste
L’enciclica Pascendi sugli errori del Modernismo
Il programma antimodernista del Sodalitium Pianum
In difesa di Mons. Umberto Benigni

Il valore del Santo Sacrificio della Messa

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Segnalazione del Centro Studi Federici

“Con Te mi offro anch’io”, di don Piergiorgio Coradello (Sodalitium n. 73, pagg. 57 n- 68).
Con questo articolo cercheremo di spiegare perché l’assistenza alla Messa è così importante e non è solo un’opera comandata dalla Chiesa nei giorni di festa.
Per la lettura dell’articolo: https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/73.pdf  pagg. 57 – 68

Gli amici e i nemici di San Tommaso d’Aquino

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Festeggiamo san Tommaso d’Aquino, il Dottore angelico, segnalando un saggio di don Paolo De Töth in difesa del Tomismo contro i suoi falsi amici e i dichiarati nemici.
Lo studio è consultabile sul sito del “Centro Studi De Töth”, dedicato al battagliero sacerdote e giornalista antimodernista.
Sac. Paolo De Töth, Della preminenza, in sè secondo le dichiarazioni dei Sommi Pontefici LEONE XIII, PIO X, BENEDETTO XV E PIO XI, della Filosofia e Teologia Tomistica, a proposito di un opuscolo su “La Scolastica e i suoi campiti odierni”, Tipografia “La Commerciale” – Acquapendente, Anno 1936.
INDICE
I. — Gran Dottore San Tommaso, ma morto e sepolto … pag. 3
II. — Sguardo retrospettivo su l’opuscolo “La Scolastica e i suoi compiti odierni “ e osservazioni generali … pag. 6
III. — Esiste una Filosofia cristiana? … pag. 9
IV. — Filosofia cristiana e Filosofia scolastica … pag. 11
V. — Lodi che nascondono pugnalate … pag. 15
VI. — Dove sono da cercare le vere cause della decadenza della Scolastica … pag. 19
VII. — La Scolastica e i suoi compiti odierni … pag. 25
VIII. — San Tommaso nelle prescrizioni dei Pontefici Leone XIII, Pio X, Benedetto XV e Pio XI … pag. 39
IX. — Le XXIV tesi filosofiche espressione genuina del pensiero tomista e fondamento della sana e vera filosofia … pag. 50
X. — Le prescrizioni dei Papi Leone XIII, Pio X, Benedetto XV e la Compagnia di Gesù … pag. 60

Due aneddoti della vita di San Pio X

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Presentiamo due aneddoti della vita di san Pio X nel periodo in cui fu Vescovo di Mantova (1884-1893).
A Mantova vi era l’uso che il 14 Marzo — genetliaco del re Umberto — le autorità civili e militari assistessero al Te Deum in Cattedrale e poi, con le stesse tube, con gli stessi abiti a coda di rondine e con le stesse fascie tricolori passassero, per una cerimonia consimile, alla Sinagoga.
Questa irriverente parificazione tra la Cattedrale e la Sinagoga non poteva non urtare il sentimento di Mons. Sarto, il quale, nel 1889, pochi giorni prima del 14 Marzo, si decise di mettere fine a questa indecorosa commedia, ponendo alle autorità cittadine questo chiaro dilemma: o in Cattedrale o in Sinagoga : o con il Vescovo o con il Rabbino !
Sconcertato per questo ultimatum del Vescovo, il Prefetto della città chiese istruzioni sul da farsi all’On. Crispi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri e la risposta del vecchio garibaldino e fervido massone, a cui non andavano a genio i Te Deum, fu questa: «Nè in Cattedrale, nè in Sinagoga» !
La risposta non dimostrava un’ alta saggezza politica : tutt’altro !
«Ad ogni modo — conchiudeva Mons. Sarto, raccontando il curioso episodio — Crispi mi aiutò ad evitare per sempre Io scandalo».
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S’ immagini ora se il Vescovo dei Mantovani poteva piegare davanti alle pressioni od ai capricci di un qualche Sindaco !
Il Sindaco di Cavriana — uno dei grossi paesi della Diocesi ci teneva a solennizzare il 20 Settembre, e, per imprimere meglio la data “fatidica” nella memoria dei suoi amministrati, tutti gli anni, abusando della debolezza del Parroco, voleva che fossero suonate le campane. (*)
Ma un bel giorno ecco capitare a Cavriana ín Visita Pastorale Mons. Sarto, il quale, informato in precedenza dell’ arbitrio del Sindaco, proibisce che al suo arrivo e per tutto il tempo della sua permanenza in paese si suonino le campane.
Meraviglia nel popolo che attende sulla piazza della Chiesa il Vescovo !
La sera, compiuta la Visita, prima di accomiatarsi, Mons. Sarto sale in pulpito e spiega il perchè quel giorno le campane non avevano fatto udire la loro voce perchè le campane — così disse — non devono servire per commemorare avvenimenti che hanno fatto piangere il Vicario di Cristo, offeso la Chiesa, contristato il cuore dei cattolici di tutto il mondo. L’ uso delle campane non è soggetto all’ arbitrio di alcuna autorità civile è soggetto solamente ed unicamente alla autorità ecclesiastica» .
E le campane, dietro ordine del Vescovo, allora suonarono. La commemorazione del 20 Settembre con il suono delle campane a Cavriana fu presto dimenticata.
(*)  20 Settembre era una data molto cara al Liberalismo ed alla Massoneria italiana, perchè ricordava l’ infausto 20 Settembre 1870, quando l’ esercito piemontese entrò a Roma attraverso la famosa Breccia di Porta Pia.
Fonte: P. G. Dal Gal, Beato Pio X, Il Messaggero di S.Antonio – Basilica del Santo – Padova – 1951, pagg. 188 – 190
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