di Francesco Severini
Come da copione, sono arrivati sulla pagina Fb del film Red Land-Rosso Istria le accuse al regista italo-argentino Maximiliano Hernando Bruno: “Sei un fascista, ti auguro di fare la fine di Cristicchi…”. Insomma l’accusa è sempre la stessa: revisionismo. Come se tutta la ricerca storica non fosse una continua revisione. Una revisione contro la quale sempre si leva la voce del negazionismo ideologico. Il film ha infatti il “torto” di raccontare la tragedia delle foibe e in particolare la triste sorte di Norma Cossetto, stuprata da un gruppo di partigiani, seviziata e poi gettata nella foiba di Surani. Il suo corpo fu ritrovato nel 1943 dai vigili del fuoco di Pola. Giuseppe Comand, 98 anni, è l’unico di quei pompieri ancora vivo e ad Avvenire di recente ha raccontato che «Norma era quasi seduta, la schiena appoggiata alla parete di roccia, gli occhi aperti verso l’imbocco della Foiba».
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