
“QUINTA COLONNA”
del Prof. Carlo Vivaldi-Forti (seguono, in fondo, altre 20 firme, a cura del Circolo Christus Rex-Traditio)
Premessa
Il 2020 è stato per il nostro Paese l’anno peggiore dall’Unità d’Italia. Esso ha segnato una serie di record negativi mai raggiunti in passato, neppure nei periodi più drammatici delle due guerre mondiali, fra l’infuriare delle bombe e dell’epidemia di Spagnola, tra il 1918 e il 1919. Mai era accaduto che tutte le attività venissero chiuse, sia pure con l’ovvia eccezione di quelle strategiche, che fossero ripristinati i confini interni, i quali ci hanno ricondotto non all’epoca degli Stati pre-unitari ma addirittura al Medioevo dei Comuni, che fossero distrutte così tante imprese e settori economici come negli scorsi 10 mesi. E purtroppo tale opera di devastazione non è terminata , visto che non si accenna neppure a una data ipotizzabile per la fine dell’emergenza anti Covid-19. Il 2021 vede pertanto l’Italia in ginocchio, sia sul piano delle strutture produttive, sia su quello della finanza pubblica. Le imposte, di qualsiasi natura, indipendentemente dal cespite su cui sono calcolate, si pagano infatti col reddito prodotto dai cittadini. Quando questo si abbassa in modo sostanziale, la leva del fisco, per quanto supportata da terrorismo mediatico e giudiziario, si rivela inefficace. Un antico motto popolare afferma che non si può cavare dalla rapa sangue. Se i soldi non circolano e la ricchezza non si produce, le tasse non si pagano, a dispetto della gravità delle sanzioni . Di fronte a questa inoppugnabile realtà, che mostrerà il suo volto più drammatico in occasione delle prossime scadenze tributarie, il Governo italiano appare orientato ad adottare i provvedimenti qui sotto descritti, ciascuno peggiore dell’altro e quindi tutti da respingere.
Ricorso al MECCANISMO EUROPEO SALVA STATI (MES)
Sappiamo bene, in particolare dopo la recente riforma, che la richiesta di un prestito alla UE è purtroppo una strada senza ritorno, come il precedente della Grecia insegna. Uscendo da ogni ipocrita fumisteria, e andando al sodo della questione, essa comporta:
- commissariamento di Governo e Parlamento ad opera della Troika, con la definitiva perdita della sovranità nazionale, processo già iniziato con la rinuncia a battere moneta;
- dietro una più che probabile richiesta dei funzionari europei, si dovranno abbattere pesantemente i redditi di tutte le categorie di cittadini, colpendo in misura non tollerabile quelli autonomi, dimezzando poi quelli fissi, quali stipendi e pensioni. Le conseguenze saranno un impoverimento drammatico di tutti i ceti sociali, compresi quelli già duramente penalizzati dalla crisi, la diffusione di un pericolosissimo malcontento di massa e il crollo definitivo dei pochi consumi superstiti. Senza inoltre considerare che , data l’altissima disoccupazione giovanile, le pensioni di anzianità servono spesso per mantenere in vita figli e nipoti privi di reddito, e la loro improvvisa mancanza condurrà a nuovi e più gravi scenari nel settore dell’ordine pubblico e per il diffondersi della criminalità;
- svendita dei beni dello Stato di maggior valore, dalle principali aziende pubbliche o a partecipazione statale , ai più insigni monumenti, eccetera;
- probabile chiusura degli sportelli bancari, onde evitare che , presi dal panico, i correntisti si presentino in massa a ritirare i loro risparmi.
Imposta patrimoniale
E’ evidente che l’ipotesi di introdurre una patrimoniale limitata alle grandi fortune è pura ipocrisia . I super ricchi , infatti, si contano più o meno sulle dita di una mano, e se anche, per assurdo, il loro intero patrimonio venisse confiscato, per il Bilancio statale ciò non rappresenterebbe più di poche gocce nell’oceano! E’ quindi evidente che una patrimoniale, per garantire un gettito sia pur minimamente rilevante, dovrebbe colpire l’intera popolazione, anche se magari con una franchigia di 50mila o 100mila Euro. Il che significa che la pagherebbero praticamente tutti, ad eccezione degli incapienti totali. Gli effetti sarebbero perciò: una mazzata definitiva sui consumi, ridotti al minimo sussistenziale, con uno spaventoso crollo dell’economia reale; la diffusione di una rabbia incontenibile nella popolazione e un potente incentivo al crimine in ogni sua forma. Ciò inoltre non produrrebbe alcun beneficio per la finanza pubblica, in quanto la grande maggioranza dei contribuenti, ridotti alla miseria , non pagherebbe comunque l’imposta, e il sequestro giudiziario dei loro beni immobili ( praticamente invendibili per il blocco del mercato) non farebbe che incrementare esponenzialmente le spese dello Stato, tenuto alla loro gestione ordinaria e straordinaria, oltre che ad assumersi gli oneri di una nuova, immensa responsabilità civile. Tale imposta, al massimo, potrebbe assicurare, per un solo anno, un beneficio puramente contabile, a cui però non corrisponderebbero introiti reali significativi, col rischio ulteriore , per l’Italia, di essere accusata di aver falsificato il Bilancio pubblico, come accaduto per la Grecia. Continua a leggere