PPE rivendica il “green deal”

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di Massimo Balsamo

 

Noi siamo il partito della rivoluzione verde, l’annuncio di Manfred Weber. Si allontana l’accordo con i conservatori

Il ritorno di Frans Timmermans alla politica olandese e il fallimento dell’accordo registrato negli scorsi mesi ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo sul dossier Green Deal. La furia iper-progressista fatta di tanta ideologia e poco buonsenso è stata archiviata e speriamo per sempre, ma le ultime dichiarazioni di Manfred Weber, presidente di quel Ppe che ha mandato all’aria l’intesa sull’integralismo verde, preoccupano. Non è che ci verrà rifilato un Timmermans 2.0?

“Vorrei sottolineare che, come europei, siamo orgogliosi di ciò che facciamo nel Green Deal. Inoltre, per me, come leader politico del Ppe, siamo il partito del Green Deal. Portiamo avanti il Green Deal sotto la guida di Ursula von der Leyen“, le parole di Weber in un punto stampa al Parlamento europeo con la presidente della Commissione europea che ha riconfermato la sua candidatura: “Ad esempio, sul Climate Act, la decisione più importante in questo senso, il Ppe ha votato a favore; i Verdi hanno votato contro. Quindi abbiamo una titolarità su questo. Tracciamo la linea e la direzione in cui dobbiamo andare, ed è per questo che voglio mantenere, anche in campagna elettorale, la consapevolezza che il Green Deal è un accordo del Parlamento europeo, e lo facciamo nell’interesse delle generazioni future”.

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La campagna elettorale in vista del voto di giugno è già iniziata e quindi le parole di Weber potrebbero rappresentare una semplice linea di dialogo, probabilmente lontana dai diktat dei talebani del green. O ancora potrebbero essere un segnale ai socialdemocratici, come a voler tenere aperta una porta di dialogo dopo mesi di tensioni, attacchi e scontri di ogni tipo. Emblematiche, in questo senso, anche le parole di Weber contro Viktor Orban (dato in ingresso nel gruppo di Giorgia Meloni), sintomo che la strada verso l’accordo con i conservatori è lastricata di buone intenzioni ma anche di enormi ostacoli. Ciò che conta è evitare compromessi al ribasso in nome di obiettivi costosissimo e irrealizzabili. Emblematico quanto accaduto nelle ultime settimane tra la direttiva case green e il dossier pesticidi.

La Commissione europea guidata dalla von der Leyen ha rimarcato la disponibilità nel rivedere i programmi in materia di green, ma anche in questo caso potrebbe trattarsi di una mossa elettorale: perché altrimenti sconfessare così rapidamente anni di fatica e di lavoro? Forse per tentare un riavvicinamento ai popolari? Tante teorie e tutte non dimostrabili. Il punto è evitare qualsivoglia tentativo di penalizzare imprese e agricoltura in nome di un’ossessione verde sterile quanto infruttuose, emblema di un’Europa distante anni luce dalla realtà e dai bisogni concreti di interi settori produttivi. Il Ppe tenga la barra dritta: no alle eco-follie e sì al buonsenso, abbiamo già avuto prova dei potenziali disastri di Timmermans & Co.

Articolo completo: https://www.nicolaporro.it/il-ppe-rivendica-il-green-deal-ursula-prepara-un-nuovo-timmermans/?utm_source=app&utm_medium=link&utm_campaign=telegram

Le Tavole di Assisi del mondo conservatore italiano

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di Redazione

La galassia conservatrice italiana si è riunita ad Assisi. Il risultato è condivisibile. Le parole dell’Avv. Gianfranco Amato sono state, come sempre, ascoltate e molto efficaci.(VIDEO IN FONDO ALL’ARTICOLO)

“Vedo con speranza una certa sinergia tematica – dice Matteo Castagna, Responsabile del Circolo Christus Rex – inerente quella che viene chiamata la “controrivoluzione cristiana del buon senso”, che va dalla galassia conservatrice italiana al mondo cattolico tradizionalista, al messaggio principale del best seller gel gen. Vannacci. Sebbene, ovviamente, con le proprie differenze, sensibilità e specificità, si sta palesando una volontà di raddrizzare il mondo, partendo dal nostro piccolo, sebbene siamo convinti che la “maggioranza silenziosa”, tipica espressione del nostro Paese, sia con noi. Gli italiani sono stufi delle minoranze che opprimono, fingendosi oppresse. per dirla alla Belpietro. La rivoluzione antropologica in atto deve avere una risposta concreta, integralmente controrivoluzionaria, quindi integralmente cattolica e quindi marciare divisi per colpire uniti con tutti coloro che la pensano come noi”.

Segnalazione di Pro Vita & Famiglia

di Toni Brandi

“Da Assisi riparte la controrivoluzione del buon senso!”

Con un cuore fortificato e pieno di speranza sono appena rientrato dal convegno “Le Tavole di Assisi”: due giorni di dibattito su nove temi riguardanti le sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare.Un evento unico e di grande successo (ti basti guardare la foto qui sotto – tutto esaurito dopo solo tre settimane dal lancio!).

Il contributo di relatori di altissimo livello ha fatto emergere due punti essenziali e urgenti che devo condividere con te:

  1. È in atto un attacco rivoluzionario antropologico – culturale e politico -che ha come obiettivo la dissoluzione ideologica della sacralità della vita, del matrimonio, della famiglia e della struttura sociale basata sulla differenza sessuale.
  2. Circolo, io e te siamo l’unica speranza per una controrivoluzione cristiana e del buon senso.

Per troppo tempo i valori basilari della società umana e del sentire comune, fondati su criteri di dignità umana e giustizia sociale sono stati discriminati.

Le conseguenze di una mancata presa di posizione forte sono davanti agli occhi di tutti: bambini vittime della droga, del porno, dell’indottrinamento gender nelle scuole e di una feroce ipersessualizzazione.

…la dissoluzione del matrimonio, la decostruzione della famiglia, l’attacco alla figura paterna e alla maternità tramite l’utero in affitto, i falsi tentativi di “ottimizzare” la vita umana a costo di sacrificare con l’aborto la vita di milioni di bambini innocenti e la vita di malati e anziani per mezzo dell’eutanasia.

Oggi, di fronte a questa follia dilagante, siamo chiamati a ribadire l’ovvietà.

Il matrimonio è lo specchio dell’amore incondizionato verso l’altro, dove viene accolta la vita. Le persone si dividono in uomini e donne, i bambini nascono da un uomo e una donna e non si comprano e sono persone sin dal concepimento. Stiamo parlando di ovvietà.

Eppure ci ritroviamo a dover parlare di queste cose, ad avere la responsabilità e la necessità di farlo. Questo è eloquente del mondo che ci circonda. Se siamo costretti a dover ribadire l’ovvio vuol dire che c’è un enorme problema.

Abbiamo la responsabilità e la necessità di promuovere una controrivoluzione al pensiero unico dilagante.

In questi anni, con Pro Vita & Famiglia abbiamo acceso piccoli fuochi di speranza, che pian piano si sono ampliati e sono diventati veri e propri focolai (il successo delle Tavole di Assisi ne è una dimostrazione).

A Pro Vita & Famiglia abbiamo gli strumenti, il coraggio, la tenacia per contrastare questi attacchi alla vita, alla famiglia e alla libertà educativa. Ma tutti i nostri sforzi sarebbero vani senza il tuo sostegno costante.

Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni tua azione con Pro Vita & Famiglia può fare la differenza e contribuire nella nostra lotta comune.

Circolo, so che condividi le mie stesse preoccupazioni. Ma vorrei che condividessi con me la mia stessa speranza. Dobbiamo essere coraggiosi e avere paura solo di avere paura!

Da Assisi facciamo ripartire la controrivoluzione del buonsenso e del pensiero cristiano. Avanti tutta!

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IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI GIANFRANCO AMATO: “Cosa c’e’ dietro la carriera alias?”

 

 

 

 

 

 

La condanna del modernismo sociale in nome di Cristo Re

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Sabato 7 ottobre 2023 presso l’hotel La Cartiera di Vignola (MO), Via Sega 2, si svolgerà la XVI edizione della GIORNATA PER LA REGALITÀ SOCIALE DI CRISTO, col seminario di studi tenuto don Francesco Ricossa, direttore della rivista Sodalitium, dal tema:
“IL MODERNISMO SOCIALE: DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA ALLA SUA NEGAZIONE. DA SAN PIO X A J.M. BERGOGLIO”.
Programma
ore 10,00 Arrivo dei partecipanti e apertura dell’esposizione di libri e riviste.
ore 10,45 Inizio dei lavori.
ore 11,00 Prima lezione: “DAL MODERNISMO DOGMATICO” AL “MODERNISMO SOCIALE” E RITORNO.
ore 12,30 pranzo.
ore 14,30 Seconda lezione: AUTORITÀ, CAPITALE E LAVORO, STATO E CHIESA, RELIGIONE E PATRIA. IDEE CHIARE PER UN CATTOLICESIMO INTEGRALE E NON LIBERALE.
ore 16,00 Terza lezione: J. M. BERGOGLIO, E L’APOLOGIA DI GIUDA, CAPOSTIPITE DEI NEMICI INTERNI (“Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri”, 1 Jo 3,19).
ore 17,30 Conclusione dei lavori.
PRANZO: quota di 28,00 euro a persona, prenotazione obbligatoria entro giovedì 5/10/2023 sino a esaurimento dei posti (gradita una caparra di 10,00 euro che verrà trattenuta in caso di mancata partecipazione).
Anche coloro che non si fermano a pranzo sono invitati a segnalare la loro partecipazione, per poter predisporre nella sala conferenza i posti sufficienti.
Non è permessa la distribuzione di materiale informativo senza l’autorizzazione dell’organizzazione.
Come raggiungere l’hotel la Cartiera a Vignola (MO)
– Per chi arriva da Firenze/Padova/Bologna in autostrada: uscita al casello di Valsamoggia, poi prendere la Via Bazzzanese/SP569 in direzione di Vignola (dal casello: 12,9 km).
– Per chi arriva da Piacenza/Milano/Verona in autostrada: uscita al casello di Modena-Sud, poi prendere la strada provinciale SP623 in direzione Spilamberto – Vignola (dal casello: 9,8 km).
Organizzatori della Giornata: la rivista “Sodalitium” e il Centro Studi “Giuseppe Federici”.
Per informazioni e iscrizioni:
tel. 0541.758961 – info.casasanpiox@gmail.com

Se il mondo va al contrario, è “colpa” del gen. Vannacci

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L’EDITORIALE

di Matteo Castagna

Se il mondo va al contrario è “colpa” del gen. Vannacci, punito perché lo vorrebbe raddrizzato

Polemiche, prese di distanza dell’esercito, un esame disciplinare avviato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, ma intanto un risultato il generale Roberto Vannacci l’ha ottenuto: il suo libro “Il mondo al contrario”, fra ieri ed oggi, è balzato al primo posto delle vendite su Amazon (la più grande piattaforma di e-commerce al mondo).
Spezzino, 55 anni, il generale ha una meravigliosa carriera nell’Esercito: ex comandante della Task Force 45 durante la guerra in Afghanistan, ex comandante della Folgore, ex comandante del Col Moschin (reparto speciale che compie incursioni strategiche in zone ad alta pericolosità) ed ex comandante del contingente italiano in Iraq, Vannacci, si legge sui siti di informazione specializzati nel mondo militare, è considerato un valoroso “soldato al servizio dello Stato”.  Una brillante ascesa – costellata di onorificenze nazionali e internazionali – che a giugno 2023 lo ha portato alla guida dell’Istituto geografico militare, lo storico ente cartografico di Firenze (Igm) dal quale è stato epurato a causa del libro. Il sen. Pillon, che è avvocato,  si è offerto di difenderlo perché “sa distinguere un maschio da una femmina”. il generale è poliglotta (parla correttamente 6 lingue) ed ha 3 lauree (scienze strategiche, scienze internazionali e scienze militari).
Il gen. Vannacci, descritto come uomo integerrimo, si è inimicato parecchio il potere che conta nel 2020, quando – come riportato da “La Nazione” (18/8/23) – ha denunciato “l’esposizione dei militari italiani all’uranio impoverito in Iraq. La sua denuncia e i due esposti presentati a Roma smentivano, sostanzialmente, i vertici del Ministero della Difesa che, per anni, hanno sostenuto l’inesistenza di tale minaccia per la salute”.
E’ chiaro che questo argomento potrebbe riemergere, in sede di procedimento disciplinare, da parte del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, con esiti che potrebbero diventare un’autentica “bomba”ad orologeria a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni, su molti frangenti, si sta muovendo bene. Purtroppo si sta muovendo bene, per rimanere in sella, compiacendo i poteri forti di Bruxelles e i radical chic. Non mi sovviene alcun provvedimento di questo Esecutivo che possa, per ora, essere definito “di destra”. Oramai, è imbarazzata pure la sinistra, che non riesce a fare opposizione perché non sa cosa dire, di fronte all’appiattimento atlantista, all’asservimento al gran Capitale, all’europeismo di Tajani, alla marginalizzazione di Salvini, che, come ha sottolineato l’ex eurodeputato della Lega Mario Borghezio, sulle colonne de Il Foglio di ieri, non è più in grado neppure di cavalcare la battaglia sull’immigrazione, giunta ai massimi livelli, in termini di sbarchi, negli ultimi mesi. Ed ha tuonato: “Temo che i leader del centrodestra stiano commettendo l’errore politico e morale, di cedere al ricatto culturale e mediatico dell’accusa di razzismo o di parafascismo, come nel caso di Meloni. Solo che un conto è essere moderati, l’altro è essere idioti.”
Il Gen. Vannucci, che può aver creato qualche mal di pancia a Crosetto, per il retroscena di cui sopra, ha parlato da uomo “di destra”, o meglio, da Conservatore o Sovranista, che sono termini più in voga, oggi. Ha scritto quello che la maggioranza della gente pensa e, molti hanno paura di dire. La “dittatura delle minoranza” di cui parla il generale è tale perché produce censura, gogna mediatica, insulti e minacce da parte dell’establischment. L’art. 21 della Costituzione, citata sempre a casaccio, non vale per un servitore dello Stato, che si è auto-editato un libro, in cui premette di parlare a titolo personale?
Sullo ius soli, prendendo ad esempio Paola Egonu, sulle coppie arcobaleno, sull’utero in affitto e la genitorialità degli omosessuali, sui cambiamenti climatici, sulle femministe, sugli ecologisti, sulla legittima difesa, il gen. Vannucci ha scritto quello che è da secoli accettato come civiltà occidentale, rappresentando quell’orizzonte valoriale che dovrebbe caratterizzare la cosiddetta “destra”, sia essa di governo che extraparlamentare. Altrimenti, quale sarebbe la differenza col Pd di Shlein? Quale differenza di contenuto, oltre al fisico, tra Crosetto e Frantoianni?
radical chic, fedeli al pensiero progressista contemporaneo, hanno tradito il marxismo per il gran Capitale. Tuttavia, non hanno dimenticato la preziosa lezione di Gramsci sull’egemonia culturale. Essendo la classe operaia scomparsa dai programmi concreti delle sinistre, il consumismo è divenuto, oggi, la religione delle masse. Il controllo totale della cultura modifica l’immaginario collettivo, creando bisogni artificiosi per aumentare i consumi; costruisce ideologie farneticanti, per distruggere la coesione sociale e la libertà. Se anche un governo conservatore contribuisce all’attacco senza precedenti alla nostra civiltà classico-cristiana, colpevolizzando l’uomo biancomettendo in discussione la famiglia naturale, la libertà personale di dissentire dal politicamente corretto, possiamo parlare di appiattimento al narcisismo, al livore, all’odio, alla presunta superiorità politica, culturale e morale della sinistra. Oggi il pericolo non è il fascismo. E’ che i conservatori sono diventati gli zerbini dei radical chic, soprattutto per viltà e poi per la comodità di una poltrona dorata.

Antifa armati difendono LGBT+Q etc.

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di Alfio Krancic

https://nypost.com/2022/08/30/armed-antifa-proud-boys-clash-at-texas-kids-drag-brunch/

Traduzione:

Attivisti conservatori armati e Proud Boys si sono scontrati contro contro-manifestanti antifa armati di armi durante un brunch per bambini in Texas durante il fine settimana.

Un video virale ha mostrato i manifestanti di destra e di sinistra che si urlavano addosso domenica pomeriggio fuori dalla Anderson Distillery & Grille a Roanoke.

Il tutto esaurito “Barrel Babes Drag Brunch” è stato pubblicizzato dai suoi organizzatori come un luogo in cui “la gentilezza e l’inclusione incontrano un divertimento favoloso”.

Ma come mostra il video, c’era più rabbia che divertimento in mostra fuori dal locale, con membri del gruppo conservatore armati di pistola che picchettavano il ristorante e antifascisti mascherati vestiti di nero che facevano la guardia fuori mentre brandivano fucili in stile AR-15 e Gay Bandiere dell’orgoglio.

I membri di Antifa armati di fucili d'assalto hanno affrontato manifestanti di destra fuori da un ristorante di Roanoke, in Texas, che domenica ha ospitato un "drag brunch" per bambini e famiglie.
I membri dell’Antifa armati di fucili d’assalto hanno affrontato i manifestanti di destra fuori da un ristorante di Roanoke, in Texas, che domenica ha ospitato un “drag brunch” per bambini e famiglie.
Domenica, antifascisti mascherati che brandivano fucili hanno circondato il ristorante per proteggerlo dai manifestanti.
Domenica, antifascisti mascherati che brandivano fucili hanno circondato il ristorante per proteggerlo dai manifestanti.
PIÙ SU:DRAG QUEEN

Lo scontro rabbioso, che è stato sorvegliato da una folla di agenti di polizia che agiscono come forze di pace, non è sfociato in violenza fisica e non ha provocato arresti noti, secondo un funzionario del dipartimento di polizia di Roanoke, ha riferito Dallas News .

La notizia del brunch, che ha visto i drag performer intrattenere i bambini con numeri musicali e scenette comiche, rimbalzava da giorni sulle piattaforme dei social media, spingendo i gruppi conservatori a chiedere proteste, nonostante le rassicurazioni del proprietario del ristorante che l’evento non avrebbe incluso contenuti sessuali, linguaggio volgare o “comportamento erotico”.

“Non è mai stata mia intenzione ospitare un evento che avrebbe provocato polemiche, odio e divisioni”, ha scritto Jay Anderson su Facebook prima del brunch. “È mia intenzione accogliere persone di TUTTI i ceti sociali in Anderson Distillery & Grill.”

Anderson ha notato che suo figlio, Bailey, che si esibiva sotto il nome di drag “Trish Delish”, avrebbe supervisionato lo spettacolo in stile varietà e si sarebbe assicurato che “rimanesse pulito”.

Il "Barrel Babes Drag Brunch" includeva numeri musicali e scenette eseguite da drag queen.
Il “Barrel Babes Drag Brunch” includeva numeri musicali e scenette eseguite da drag queen.
I membri di Antifa che portano le bandiere del Gay Pride sono usciti in forze dopo che i gruppi conservatori hanno chiesto una protesta.
I membri di Antifa che portano le bandiere del Gay Pride sono usciti in forze dopo che i gruppi conservatori hanno chiesto una protesta.

Poco convinta, Protect Texas Kids – un’organizzazione no profit fondata da un attivista anti-trans per proteggere “i bambini formano l’agenda tossica della sinistra” – ha esortato i suoi sostenitori “a presentarsi in piena forza e dimostrare che la maggior parte di noi è contraria al coinvolgimento dei bambini in questi spettacoli inquietanti e sessualmente espliciti”, ha riferito Fox News Digital .

I manifestanti di Protect Texas Kids sono stati raggiunti da altri della loro specie, tra cui una persona identificata come un presunto membro del gruppo neofascista di estrema destra Proud Boys, che è stato fotografato con in mano una mazza da baseball avvolta nel filo spinato, ha riferito il Los Angeles Blade.

I picchetti sono apparsi fuori dal ristorante affollato con cartelli che dicevano “Trascina le regine fuori città” e “I bambini non possono acconsentire”. Ma erano in inferiorità numerica rispetto ai contro-manifestanti.

Nonostante il brouhaha per la performance di drag, il brunch all'Anderson Distillery & Grille è stato un evento tutto esaurito.
Nonostante le proteste per la performance di drag, il brunch all’Anderson Distillery & Grille è stato un evento tutto esaurito.

Nonostante la palpabile ostilità tra le due parti, che si è manifestata soprattutto in scontri urlanti e sguardi minacciosi, il brunch è stato un successo, secondo il proprietario del ristorante.

“Sì, tutti i tavoli erano pieni prima dell’apertura ufficiale. Sì, abbiamo raggiunto la capienza massima e avevamo una lista d’attesa per entrare. Sì, abbiamo finito il cibo. Sì, abbiamo superato l’ispezione “nessun contenuto sessuale” dell’ufficio del controllore del Texas. E, sì, l’amore ha vinto oggi”, ha scritto Anderson dopo l’evento.

Lorenzo Fontana, dal calcio in parrocchia a Christus Rex: «Porterà la fede in politica»

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CORRIERE DEL VENETO inserto del CORRIERE DELLA SERA del 15.10.2022

La formazione religiosa ultraconservatrice, nella Verona «di destra», si è saldata alla militanza leghista
Sopra, Fontana con la maglietta contro le sanzioni alla Russia, accanto, a una manifestazione di Forza Nuova. Sotto lo striscione esposto alla camera dai deputati Zan e Scarpa
Sopra, Fontana con la maglietta contro le sanzioni alla Russia, accanto, a una manifestazione di Forza Nuova. Sotto lo striscione esposto alla camera dai deputati Zan e Scarpa

«È un veteroconciliare»

«Ma non è così facile come dite voi – corregge Matteo Castagna, veronese, responsabile nazionale del Circolo Christus Rex-Traditio – l’amico Lorenzo Fontana lo conosco bene e non è lefebvriano, né sedevacantista come lo siamo noi del Christus Rex-Traditio che consideriamo eretici tutti i papi da Wojtyla in poi [in realtà, sarebbe da Roncalli in poi…n.d.r.]. Lorenzo lo frequento [in realtà sarebbe lo conosco, n.d.r.] dal 1996, insieme abbiamo fatto gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio, durante il Conte 1 abbiamo collaborato nelle iniziative per la difesa della famiglia tradizionale. Lo sento regolarmente [in realtà, sarebbe stato raramente, n.d.r.] . Lui è un cattolico coraggioso, non secolarizzato, vicino alla tradizione, lo si può definire un veteroconciliare. È pro-life. Dopo le Boldrini e i Fico che abbiamo avuto ai vertici delle istituzioni, benvenuto il segnale di un cambiamento di rotta radicale nella tradizione democratica italiana».

«Oggi è un giorno nero»

L’amico fondamentalista [in realtà sarebbe: tradizionalista o sedevacantista, n.d.r.] Matteo Castagna precisa: «Lorenzo è partito dalla religione per scendere in politica come fosse il velo della sposa e portarvi intatti i valori cristiani in cui crede. Io mi sono iscritto alla Lega di Verona Ovest nel 1993, lui nel 1996. Lo stimo, lui ha simpatia per noi preconciliari. Lorenzo ha tenuto [in realtà sarebbe ha portato a casa, n.d.r.] il velo a mia moglie quando mi sono sposato». «Certo che lo conosco, liceo Galileo Galilei insieme – dice la ragazza sotto il casco da parrucchiera che a sua volta sta sotto l’appartamento di mamma Fontana – ma oggi, per me, è un giorno nero. Non so di che colore fosse il velo».

Per leggere tutto l’articolo: https://corrieredelveneto.corriere.it/verona/politica/22_ottobre_15/lorenzo-fontana-calcio-parrocchia-christus-rex-portera-fede-politica-62af89ce-4bf6-11ed-b1b7-e093d9351754.shtml

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La pagina de L’Espresso: https://espresso.repubblica.it/politica/2022/10/14/news/lorenzo_fontana_presidente_camera_estrema_destra-370022201/
La pagina di Repubblica: https://www.repubblica.it/politica/2022/10/15/news/vaticano_posizioni_lorenzo_fontana_cattolico-370065394/
https://www.ultimavoce.it/lorenzo-fontana-un-antiabortista-filorusso-alla-guida-della-camera/

Il Centrodestra si organizzi come partito dei conservatori senza ambiguità

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L’EDIORIALE DEL 15 AGOSTO 2022

di Matteo Castagna per www.informazionecattolica.it 

LA FORTUNA DEL PD È IL NON VOTO

ll paradosso del Pd è nel nome. Il Partito Democratico riesce a vincere le elezioni quando la democrazia è a bassa intensità. Il suo più grande alleato non è il “campo largo”, con lo sguardo che abbraccia i grillini in frantumi, o con le scorribande verso un centro radical chic con Calenda e Di Maio in cerca d’autore. La fortuna del Pd è il non voto. È la fuga di chi non sa più a che santo votarsi, la disillusione, lo scetticismo, la sfiducia.

Oggi il Pd è erede del Partito Comunista Italiano, senza che nessuno chieda mai pubbliche scuse per i finanziamenti dalla Russia di Stalin, per l’appoggio all’invasione sovietica di Praga, per i 90 milioni di morti prodotti nel mondo, per la strage delle foibe. Al contrario, FdI è sempre sotto processo e deve, come un mantra, chieder perdono per il Fascismo, morto da 80 anni, ed esistente solo nella mente di Paolo Berizzi. Il bello è che Meloni lo fa, Letta no. I padri costituenti, riunitisi a Regime terminato da poco, furono di gran lunga più onesti intellettualmente nel porre la questione fascista come “disposizione transitoria”.

L’arroganza della plutocrazia l’ha trasformata, di fatto, in definitiva, ma nel 1946 si pensava che bastasse una clausola a tempo determinato, probabilmente a reduci deceduti. Lo spauracchio serve, invece, alla sinistra per sbandierare la paura del fantasma, ad ogni campagna elettorale.

Sarebbe sacrosanto non abbassare mai, nonostante le pressioni, il proprio livello alla sudditanza politica e culturale nei confronti di una sinistra, che soprattutto in passato, non fu certamente esempio di tolleranza e democrazia, e che, ad oggi non ha mai sentito la necessità di scusarsi per il torbido passato delle collusioni, anche economiche, col Maresciallo Tito e con i sovietici di Stalin.

Che fine ha fatto il dossier Mitrokin? Di chi furono le responsabilità? Chi ha pagato di fronte alla giustizia per quei fondi illeciti? E’ un po’ come Tangentopoli. Nessuno si è mai scusato per le ruberie di quegli anni; l’unico sostanzialmente illeso fu il PCI, poi PDS, che il pool di Di Pietro non toccò, come fosse la verginella del Parlamento.

Oggi il Pd è più atlantista di Biden, laddove l’atlantismo pare una professione di fede verso un dogma religioso. Servirebbe un po’ di coraggio per saper criticare gli USA e la loro creatura, soprattutto quando inventano guerre in giro per il mondo a spese dei Paesi dell’alleanza. L’unico sussulto di sovranità nazionale l’ebbe Bettino Craxi, a Sigonella, nel 1985. Nella NATO si può stare con un ruolo determinato oppure subordinato o da servi. Perché l’Italia deve sempre professare il suo asservimento alle decisioni di altri?

Se il sovranismo diventa servilismo a stelle e strisce, l’elettore non capisce che differenza passi tra Letta e il centrodestra. Un’altra importante questione riguarda l’orizzonte valoriale del centrodestra, che se assomiglia a quello di Sinistra italiana o di +Europa, confonde e dunque diventa difficile rispondere alla domanda dove sia la differenza tra Berlusconi e Emma Bonino.

Su aborto, eutanasia, utero in affitto, “matrimoni” omosex, insegnamento gender nelle scuole, la coalizione dei conservatori si vorrebbe solida e compatta sull’adesione all’identità cristiana e, per conseguenza alla Dottrina Sociale della Chiesa. Ecco che allora, un serio centrodestra di governo non può essere cristiano e liberale allo stesso tempo. L’hanno capito (meglio tardi che mai) i vari Brunetta, Carfagna, Gelmini, Elio Vito ed altri, che, infatti, si sono trasferiti a sinistra, dove l’area liberal è a casa. Con una vera e marcata differenziazione, che già in parte c’è sul piano economico, sebbene la marginalizzazione di Giulio Tremonti non faccia il bene del centrodestra né del Paese, si andrebbe al voto dando la chiarezza a tutti quegli elettori di centrodestra delusi, che pensano di optare per i cosiddetti partiti “antisistema”.

In questa Italia in perenne crisi, la coalizione dei conservatori che non professa principi fondamentali comuni, tenute conto le regole della legge elettorale, e osservando il “mucchio selvaggio” che stanno costruendo i progressisti, può permettersi di lasciare almeno un 3% dei voti di protesta ai nuovi grillini improvvisati, privi di idee, uomini esperti e programmi?

Il Centrodestra si organizzi come partito dei conservatori senza ambiguità

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/08/15/il-centrodestra-si-organizzi-come-partito-dei-conservatori-senza-ambiguita/

LA FORTUNA DEL PD È IL NON VOTO

ll paradosso del Pd è nel nome. Il Partito Democratico riesce a vincere le elezioni quando la democrazia è a bassa intensità. Il suo più grande alleato non è il “campo largo”, con lo sguardo che abbraccia i grillini in frantumi, o con le scorribande verso un centro radical chic con Calenda e Di Maio in cerca d’autore. La fortuna del Pd è il non voto. È la fuga di chi non sa più a che santo votarsi, la disillusione, lo scetticismo, la sfiducia.

Oggi il Pd è erede del Partito Comunista Italiano, senza che nessuno chieda mai pubbliche scuse per i finanziamenti dalla Russia di Stalin, per l’appoggio all’invasione sovietica di Praga, per i 90 milioni di morti prodotti nel mondo in nome del comunismo, per la strage delle foibe. Al contrario, FdI è sempre sotto processo e deve, come un mantra, chieder perdono per il Fascismo, morto da 80 anni, ed esistente solo nella mente di Paolo Berizzi. Il bello è che Meloni lo fa, Letta no. I padri costituenti, riunitisi a Regime terminato da poco, furono di gran lunga più onesti intellettualmente nel porre la questione fascista come “disposizione transitoria”.

L’arroganza della plutocrazia l’ha trasformata, di fatto, in definitiva, ma nel 1946 si pensava che bastasse una clausola a tempo determinato, probabilmente a reduci deceduti. Lo spauracchio serve, invece, alla sinistra per sbandierare la paura del fantasma, ad ogni campagna elettorale.

Sarebbe sacrosanto non abbassare mai, nonostante le pressioni, il proprio livello alla sudditanza politica e culturale nei confronti di una sinistra, che soprattutto in passato, non fu certamente esempio di tolleranza e democrazia, e che, ad oggi non ha mai sentito la necessità di scusarsi per il torbido passato delle collusioni, anche economiche, col Maresciallo Tito e con i sovietici di Stalin.

Che fine ha fatto il dossier Mitrokin? Di chi furono le responsabilità? Chi ha pagato di fronte alla giustizia per quei fondi illeciti? E’ un po’ come Tangentopoli. Nessuno si è mai scusato per le ruberie di quegli anni; l’unico sostanzialmente illeso fu il PCI, poi PDS, che il pool di Di Pietro non toccò, come fosse la verginella del Parlamento.

Oggi il Pd è più atlantista di Biden, laddove l’atlantismo pare una professione di fede verso un dogma religioso. Servirebbe un po’ di coraggio per saper criticare gli USA e la loro creatura, soprattutto quando inventano guerre in giro per il mondo a spese dei Paesi dell’alleanza. L’unico sussulto di sovranità nazionale l’ebbe Bettino Craxi, a Sigonella, nel 1985. Nella NATO si può stare con un ruolo determinato oppure subordinato o da servi. Perché l’Italia deve sempre professare il suo asservimento alle decisioni di altri?

Se il sovranismo diventa servilismo a stelle e strisce, l’elettore non capisce che differenza passi tra Letta e il centrodestra. Un’altra importante questione riguarda l’orizzonte valoriale del centrodestra, che se assomiglia a quello di Sinistra italiana o di +Europa, confonde e dunque diventa difficile rispondere alla domanda dove sia la differenza tra Berlusconi e Emma Bonino.

Su aborto, eutanasia, utero in affitto, “matrimoni” omosex, insegnamento gender nelle scuole, la coalizione dei conservatori si vorrebbe solida e compatta sull’adesione all’identità cristiana e, per conseguenza alla Dottrina Sociale della Chiesa. Ecco che allora, un serio centrodestra di governo non può essere cristiano e liberale allo stesso tempo. L’hanno capito (meglio tardi che mai) i vari Brunetta, Carfagna, Gelmini, Elio Vito ed altri, che, infatti, si sono trasferiti a sinistra, dove l’area liberal è a casa. Con una vera e marcata differenziazione, che già in parte c’è sul piano economico, sebbene la marginalizzazione di Giulio Tremonti non faccia il bene del centrodestra né del Paese, si andrebbe al voto dando la chiarezza a tutti quegli elettori di centrodestra delusi, che pensano di optare per i cosiddetti partiti “antisistema”. (operazione politica delle Sinistra, che, infatti, ha piazzato in ogni lista dei capibastone di area progressista, così da recuperare in Parlamento il cosiddetto voto no vax, no green pass ecc.)

In questa Italia in perenne crisi, la coalizione dei conservatori che non professa principi fondamentali comuni, tenute conto le regole della legge elettorale, e osservando il “mucchio selvaggio” che stanno costruendo i progressisti, può permettersi di lasciare almeno un 3% dei voti di protesta ai nuovi grillini improvvisati, privi di idee, uomini esperti e programmi?

Conservatori di tutto il mondo unitevi

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Nel consueto editoriale del lunedì su InFormazione Cattolica (domani), il nostro Matteo Castagna replicherà all’ intelligente appello di Marcello Veneziani, che dimostra di essere l’intellettuale di riferimento di un’area un po’ troppo orfana di pensatori coraggiosi e realisti.

di Marcello Veneziani

E se il mondo avesse bisogno di un grande contraltare conservatore? Tu ti aspetti un’idea del genere dal conservatore spettinato Boris Johnson. E invece arriva da Vladimir Putin, autocrate ex-Kgb, intervenuto nei giorni scorsi al 18° incontro annuale del Club Internazionale di Discussione a Valdai. Il tema era “La Rivoluzione globale nel 21° secolo: l’individuo, i valori e lo Stato”. Dal suo ampio discorso abbiamo tratto una specie di manifesto dei conservatori, che sintetizziamo con le sue parole in dodici punti.

1) Solo gli Stati sovrani possono rispondere efficacemente alle sfide dei tempi e alle esigenze dei cittadini.

2) È più facile distruggere che creare, come tutti sappiamo. Noi in Russia lo sappiamo molto bene, purtroppo, per la nostra esperienza che abbiamo avuto diverse volte.

3) Le rivoluzioni non sono un modo per risolvere una crisi ma un modo per aggravarla. Nessuna rivoluzione valeva il danno che ha fatto al potenziale umano.

4) L’importanza di un solido sostegno nella sfera della morale, dell’etica e dei valori sta aumentando drammaticamente nel fragile mondo moderno. L’intreccio reciproco delle nazioni li arricchisce sicuramente, dando uno sguardo nuovo alle proprie tradizioni. Ma il processo deve essere organico e non può mai essere rapido. Qualsiasi tentativo di imporre agli altri i propri valori complica ulteriormente una situazione drammatica e può produrre reazioni ed esiti opposti rispetto a quelli previsti.

5) In Occidente c’è chi crede a un’eliminazione aggressiva di intere pagine dalla propria Storia, una “discriminazione al contrario” contro la maggioranza nell’interesse di una minoranza e la richiesta di rinunciare alle nozioni tradizionali di madre, padre, famiglia e persino di genere. La Russia ci è già passata. Dopo la rivoluzione del 1917, i bolscevichi, facendo affidamento sui dogmi di Marx ed Engels, dissero anche che avrebbero cambiato modi e costumi esistenti e non solo quelli politici ed economici, ma la stessa nozione di moralità umana e i fondamenti di una società sana.

6) La distruzione di valori secolari, religione e relazioni tra le persone, fino al rifiuto totale della famiglia (abbiamo avuto anche quello nell’Urss); tutto questo è stato proclamato progresso. A proposito, i bolscevichi erano assolutamente intolleranti verso opinioni diverse dalle loro.

7) In alcuni paesi occidentali la lotta per l’uguaglianza e contro la discriminazione si è trasformata in dogmatismo aggressivo al limite dell’assurdo, quando le opere dei grandi autori del passato – come Shakespeare – non vengono più insegnate nelle scuole o nelle università, perché le loro idee sono ritenute arretrate. I classici sono dichiarati arretrati e ignoranti dell’importanza del genere o della razza. A Hollywood vengono distribuiti promemoria sulla corretta narrazione e su quanti personaggi di che colore o genere dovrebbero essere in un film. Questo è anche peggio del dipartimento agit prop del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

8) Contrastare gli atti di razzismo è una causa necessaria e nobile, ma la nuova “cancel culture” l’ha trasformata in “discriminazione al contrario”, cioè razzismo inverso. L’enfasi ossessiva sulla razza sta ulteriormente dividendo le persone, generando fanatismo.

9) Chiunque osi dire che gli uomini e le donne esistono davvero, il che è un fatto biologico, rischia di essere ostracizzato. “Genitore numero uno” e “Genitore numero due”, “Genitore alla nascita” invece di “madre” e “latte umano” che sostituisce “latte materno” perché potrebbe turbare le persone che non sono sicure del proprio genere. Negli anni ’20, anche i cosiddetti Kulturtraeger sovietici hanno inventato un nuovo linguaggio credendo di creare una nuova coscienza e di cambiare i valori in quel modo.

10) È mostruoso insegnare ai bambini fin da piccoli che un maschio può facilmente diventare una femmina e viceversa. I docenti impongono loro una scelta, escludendo i genitori dal processo e costringendo il bambino a prendere decisioni che possono sconvolgere la loro intera vita. Non si preoccupano nemmeno di consultarsi con gli psicologi infantili: un bambino è in grado di prendere una decisione di questo tipo? Chiamando le cose col loro nome, questo rasenta un crimine contro l’umanità e viene fatto in nome e sotto la bandiera del progresso.

11) Noi saremo guidati da un sano conservatorismo. Un approccio conservatore ma non un tradizionalismo ignorante, una paura del cambiamento o un gioco restrittivo, tanto meno un ritiro nel nostro guscio. Si tratta principalmente di fare affidamento su una tradizione collaudata nel tempo, la conservazione e la crescita della popolazione, una valutazione realistica di sé e degli altri, un preciso allineamento delle priorità e un fondamentale rifiuto dell’estremismo come metodo.

12) Il conservatorismo moderato è la linea di condotta più ragionevole. A un certo punto si cambierà inevitabilmente, ma finora non nuocere – il principio guida in medicina – sembra essere il più razionale. Viceversa si possono distruggere non solo le basi materiali ma anche le fondamenta spirituali dell’esistenza umana, lasciando dietro di sé un relitto morale in cui per molto tempo nulla può essere costruito per sostituirlo. Le nostre opinioni conservatrici configurano un conservatorismo ottimista. Crediamo che sia possibile uno sviluppo stabile e positivo. Tutto dipende principalmente dai nostri sforzi. Siamo pronti a lavorare con i nostri partner su comuni cause nobili.

Piaccia o meno, Putin esprime l’antitesi al progressismo radical statunitense e al totalitarismo capital-comunista cinese e dà una lezione di civiltà all’Europa.

MV, Panorama (n.48)

Goodbye Angela: così la Merkel ha trasformato la Cdu in un partito di centrosinistra

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Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/goodbye-angela-cosi-merkel-ha-trasformato-cdu-in-partito-centrosinistra-208735/

di Valerio Benedetti

Berlino, 27 set – Sono stati 16 lunghi anni di monarchia assoluta. Ora, però, Angela Merkel ha dovuto abdicare. E dietro di sé lascia solo macerie. Il suo partito, infatti, ha registrato il peggior risultato di sempre dal 1949. Se già quattro anni fa l’Unione (Cdu/Csu) aveva perso milioni di voti, a questa tornata elettorale i conservatori accusano una perdita ulteriore dell’8,9% delle preferenze. Una catastrofe senza precedenti, che è figlia anche e soprattutto della politica di Frau Merkel.

Un bilancio dell’era Merkel

C’è poco da fare. La Merkel ha partecipato in prima persona alla campagna elettorale al fianco di Armin Laschet, segretario della Cdu e candidato alla cancelleria per l’Unione. Pertanto, è da addebitare anche a lei il flop dei conservatori. Ma il punto è proprio questo: è ancora possibile parlare di «conservatori»? Sì perché la Cdu, dopo 16 anni di monarchia merkeliana, tutto sembra fuorché un partito di centrodestra. Semmai, sembra una forza di centrosinistra. E la responsabilità di questa metamorfosi, appunto, ricade tutta sulle spalle di Angela.

Da conservatori a progressisti

Parliamoci chiaro: se c’è una qualità indiscussa della Merkel è proprio quella di aver saputo «ammazzare» i proprio alleati di governo, rafforzando così la sua supremazia. Prima è toccato ai liberali (Fdp) e poi ai socialdemocratici (Spd) che, dopo quattro anni di condivisione del potere, hanno tutti accusato perdite consistenti di elettori (nel 2013 i liberali non riuscirono neanche a entrare in parlamento). Per far questo, però, la Merkel ha dovuto sacrificare buona parte del Dna della Cdu: per portare avanti la sua agenda economica neoliberale, Angela ha ceduto su temi sensibili come l’immigrazione, i capricci Lgbt, l’ambientalismo gretino ecc., mandando su tutte le furie parte dell’elettorato di riferimento. Che poi ha votato in buona parte i sovranisti dell’Afd, oppure ha preferito rifugiarsi nell’astensionismo. Chi invece voleva immigrazione, capricci Lgbt e ambientalismo gretino ha preferito semplicemente votare l’originale (Spd e verdi) anziché la brutta copia (Cdu).

Lo ha voluto Angela

A sancire la fine della luna di miele tra la taumaturga Merkel e il suo elettorato sono state in particolare due decisioni della «cancelliera»: quello che in Germania chiamano il «salvataggio dell’euro» (cioè l’affossamento della Grecia per salvare le banche tedesche e francesi) e l’apertura scriteriata dei confini nel 2015 per accogliere più di un milione di (presunti) profughi. E così l’Unione è passata dal risultato bulgaro del 2013 (41,5%) alla catastrofe attuale (24,1%). Ora Laschet tenterà in tutti i modi di diventare cancelliere grazie a un accordo con verdi e liberali (la cosiddetta coalizione Giamaica). Il colpaccio potrebbe addirittura riuscirgli. Ma stavolta il potere contrattuale dell’Unione sarà notevolmente più basso, rischiando di logorare ancor di più quel che rimane del partito dei conservatori. O meglio, quel che ha lasciato Angela Merkel: macerie.

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