Convegno Foibe a Verona, da vergogna a farsa: Gobetti batte in ritirata e Rete scuola annulla l’evento

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di Cristina Gauri

Ciò che era iniziato come sfregio, finisce come farsa: così Eric Gobetti, messo di fronte all’insormontabile ostacolo di un vero contraddittorio riguardo le proprie teorie minimizzatrici sulle Foibe, ieri sera ha dato pubblicamente forfait al convegno Il confine orientale e le foibe, promosso dalla Rete Scuole e Territorio: Educare insieme di Verona che si sarebbe dovuto tenere oggi 10 febbraio. E cosa fa la Rete scuole? Per non scontentare l’autore di E allora le foibe? cancella la conferenza perché mancano i presupposti per un reale confronto. Ma come: quando l’unico invitato era Gobetti —inizialmente e prima del caos mediatico sollevato dal sindaco Sboarina — dov’era finita tutta questa ansia di confronto?

Gobetti si ritira

Insomma, da bravo fan dei partigiani, Gobetti di ritira sui monti. E in un post pubblicato stamattina su Facebook spiega agli studenti i motivi della sua rinuncia. Lui non è infastidito dal fatto di dover dividere il palcoscenico con tre ospiti molto preparati che gli impedirebbero di trasformare il seminario in una lezioncina di propaganda pro-titini, no, assolutamente. E’ la presenza del giornalista Fausto Biloslavo, «autore di almeno due articoli diffamatori contro di me, pubblicati su Il Giornale (in cui mi definiva, senza alcuna ragione, “negazionista delle foibe”) oltre che di interventi pubblici contro altri storici (ad esempio Raoul Pupo, di cui proprio oggi il Corriere della Sera ripropone un importante saggio sulle foibe)».

E’ colpa di Biloslavo

Gobetti prosegue specificando che «Per spirito di servizio e per rispetto verso di voi studenti e studentesse, avrei accettato di tenere comunque la nostra conferenza, a titolo gratuito». Ma la presenza di Biloslavo, «noto per le sue posizioni radicali, nonché protagonista di campagne denigratorie nei confronti degli studiosi, è davvero inaccettabile. Non avrebbe senso infatti offrire a persone così l’opportunità di presentare le proprie tesi faziose al pari di chi da decenni studia con onestà e rigore la “complessa vicenda del confine orientale”». Gobetti conclude con un pistolotto sulla storia, che «non è un braccio di ferro in cui vince il più forte; non è basata sul contraddittorio fra opposti estremismi; non ci sono storici che fanno propaganda fascista e quelli che la fanno comunista». No, infatti: le sue foto a pugno chiuso di fronte a Che Guevara, Marx e alla bandiera della Jugoslavia titina erano un travestimento di carnevale. Lui è super partes.

La Rete scuola cancella l’evento
Insomma Gobetti si è comportato da Gobetti: ci saremmo enormemente stupiti se non avesse dato forfait. La farsa vera, invece, è ad opera della Rete scuole e territorio, che in seguito alla fuga dello storico si affretta a cancellare l’evento. Questo nonostante la presenza di tre validi relatori. «Dopo una profonda riflessione del Consiglio di Rete e del team di docenti referenti di progetto, è emerso come siano caduti i presupposti metodologici e gli obiettivi fondanti del nostro modus operandi. Pertanto, venuti a mancare tali fondamenti, la Rete intende riappropriarsi dell’identità di agenzia educativa e formativa che la caratterizza da sempre e al contempo desidera uscire dalla logica di scontro tra idee che si è generata, ma che ad essa non è mai appartenuta». In sunto, Rete scuole ci comunica che i «presupposti metodologici» cadono solo se viene a mancare la presenza di Gobetti, nonostante l’ampio parterre di relatori: quando inizialmente era stato contattato come unico ospite per declamare il proprio monologo pro-partigiani ai ragazzini delle superiori, gli «obiettivi fondanti» potevano invece dirsi raggiunti. Narrazione a un senso di marcia sì, ma solo se ha la stella rossa.

 

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/convegno-foibe-verona-gobetti-rete-scuola-annulla-evento-223483/

Roma, vergogna Pd: bocciata la commemorazione per i martiri delle Foibe nel X Municipio

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di Cristina Gauri

Roma, 27 gen — Ci risiamo. All’approssimarsi del 10 febbraio, Giorno del ricordo, il Pd e accoliti antifascisti vari si dilettano nello sport preferito: negare, minimizzare, confutare e impedire che gli italiani commemorino la memoria della tragedia delle vittime delle Foibe e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Leggi anche: Foibe e confine orientale: spieghiamo un po’ di storia ai nostalgici del comunismo

Accade così che nel X Municipio di Roma Capitale il Pd ha bocciato la mozione, presentata dal consigliere leghista Alessandro Aguzzetti, che chiedeva la commemorazione ufficiale del dramma delle Foibe, solennità civile come da legge ordinaria dello Stato 30 marzo 2004, n. 92. Nella proposta portata in consiglio da Aguzzetti si chiedeva di deporre ufficialmente una corona in ricordo dei martiri al monumento in Piazza Segantini, al Villaggio San Giorgio di Acilia, noto per aver ospitato i tantissimi esuli costretti ad abbandonare la propria terra per sfuggire ai massacri dei partigiani titini. Con questa ignobile decisione il Pd ha stabilito per l’ennesima volta che per loro non deve esserci pace, né ricordo.

Il Pd boccia la mozione sulle Foibe

«Quanto accaduto oggi durante il consiglio del X Municipio é gravissimo», questo il commento del consigliere. «La bocciatura del documento in cui si chiedeva una commemorazione ufficiale in memoria dei martiri delle Foibe, ossia degli italiani uccisi dai partigiani di Tito perché italiani, dimostra la vera natura ideologica di questa amministrazione. Una amministrazione che mostra una natura reticente e negazionista nei confronti di una tragedia troppi anni taciuta e ancor oggi sminuita, se non addirittura giustificata da una certa sinistra».

Uno schiaffo agli esuli 

Aguzzetti, che è stato espulso dopo la bocciatura della mozione, prosegue: «Questa è una grave mancanza di rispetto soprattutto per i residenti del quartiere Giuliano Dalmata di Acilia, che un tempo accolse gli italiani costretti a lasciare le loro case perché vittime di questa pulizia etnica. Un quartiere simbolo che ogni anno ricorda con commozione il 10 febbraio quanto accaduto». Conclude Aguzzetti ringraziando i consiglieri di opposizione per aver sottoscritto il documento «e la capogruppo della Lega Monica Picca per aver abbandonato l’aula per solidarietà al sottoscritto dopo la votazione. Il 10 febbraio ricorderemo i martiri delle foibe alle ore 19 a Piazza Segantini, invito i cittadini ad essere presenti e dimostreremo a questa amministrazione che anche senza la loro presenza il ricordo sarà sempre vivo».

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/roma-vergogna-pd-bocciata-la-commemorazione-per-i-martiri-delle-foibe-nel-x-municipio-222078/

“Siamo contrari all’aborto, in ogni sua forma”: Signorini finisce nel tritacarne progressista

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Augurandoci che le pressioni di un determinato ambiente non lo costringano a una clamorosa retromarcia, come Circolo Christus Rex ci complimentiamo per la frase pronunciata da Alfonso Signorini davanti a milioni di telespettatori. Quando una persona dice cose giuste va applaudita, al di là del fatto che siamo e restiamo divisi su moltissime cose.

di Cristina Gauri

Roma, 16 nov — «Siamo contrari all’aborto, in ogni sua forma»: ieri sera un temerario (o suicida?) Alfonso Signorini si è così pronunciato contro la pratica dell’interruzione della gravidanza durante la diretta di lunedì sera del Grande Fratello Vip. La frase ha scatenato un polverone social infernale: il conduttore ha toccato uno degli argomenti più spinosi e difesi — spesso con la bava alla bocca — da tutto l’establishment politicamente corretto di tv e spettacolo.

Signorini temerario contro l’aborto

Il contesto nasce da uno scherzo architettato ai danni di Giucas Casella, a cui gli autori del programma stanno facendo credere che la sua cagnolina potrebbe essere rimasta incinta. Eventualità rifiutata dal mago e mentalista, che è contrario a una eventuale gravidanza del suo animale da compagnia. Da qui la presa di posizione del conduttore («Siamo contrari all’aborto, in ogni sua forma tra l’altro. Anche quello dei cani»), che ha fatto rizzare i capelli a tutto il mondo progressista.

La pasionaria Lucarelli alla riscossa

Alla Lucarelli, ad esempio, non è parso vero di poter risfoderare le vesti della pasionaria dei diritti femminili. «Caro Alfonso Signorini, non so a nome di chi credi di parlare, ma NOI abbiamo votato a favore dell’aborto con un referendum che ha la mia età, quindi fammi questo favore: parla per te e per il tuo corpo, visto che non rappresenti né il Paese né il corpo delle donne».

Così ha scritto su Instagram invitando Signorini a ripetere la frase incriminata «a chi è costretto all’aborto terapeutico, alle vittime di stupri etnici, alle donne che scelgono in piena libertà e a chiunque abbia una storia un po’ più complessa da raccontarti che “Bettarini ha bestemmiato al Grande Fratello, espulso!”». Poi chissà per quale motivo, la correttissima Lucarelli sente il bisogno di sottolineare l’omosessualità di Signorini, come se questo avesse qualcosa a che fare con l’argomento dibattuto. «Il moralismo ortodosso urlato al megafono del reality dal conduttore omosessuale pro life, ci mancava solo questo».

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/siamo-contrari-allaborto-in-ogni-sua-forma-signorini-finisce-nel-tritacarne-progressista-214662/

L’imbarazzante flop delle sardine: al sit in per la moschea partecipano in undici

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di Cristina Gauri

Pisa, 2 nov — La costruzione di una moschea a Pisa è un tema molto sentito tra la cittadinanza della città toscana: lo testimonia l’affluenza record — in negativo ovviamente, ben undici (11) persone — al sit in delle sardine volto alla raccolta fondi per la creazione di un centro di preghiera islamico in città. Un flop apocalittico, in altre parole.
Il sit in per la moschea di Pisa naufraga 
Non che avessimo dei dubbi, sin dal giorno dell’annuncio comparso sulla pagina dei sodali pisani di Mattia Santori: «Siete tutte e tutti invitati domenica 31 ottobre, alle ore 12, per un imperdibile appuntamento, con pranzo al sacco, sul luogo dove verrà costruita la moschea di Pisa. Sarà una splendida occasione per ritrovarci, conoscerci e cogliere l’occasione per raccogliere fondi per la costruzione della stessa». Così il post delle Sardine invitava simpatizzanti e militanti ad accorrere numerosi all’evento. «Un panino per la libertà di culto», questo il nome dell’iniziativa.
Le donazioni latitano
Le testimonianze fotografiche pubblicate dal sito L’Arno raccontano un’altra, prevedibile verità. Cioè che ai pisani non potrebbe fregare di meno della costruzione di una moschea, peraltro decisamente costosa — per la sua edificazione sono necessari 2 milioni e 800mila euro. Il tutto sotto l’egida dell’«incontro di culture», ovviamente. «Il luogo – proseguiva infatti il post – deve essere, come ha sempre voluto la comunità islamica, un’occasione d’incontro, per conoscere l’altro, un’altra cultura ed altre tradizioni, per un momento di accoglienza reciproca, che giovi alle vite personali di tutti noi ed al benessere collettivo». Buona fortuna alle sardine, allora, quando nel merito dell’«occasione di incontro» con «l’altra cultura» dovranno spiegare ai padri di famiglia musulmani la propria visione su gender e matrimoni omosessuali.   
Ma l’Imam è ottimista 
Nonostante il flop di domenica e la campagna di donazioni arenatasi a 8.356 euro di donazioni, da parte di 138 benefattori, l’imam Mohamed Khalil si dice ottimista: «Tra poco inizieranno i lavori della moschea, entro due anni saranno finiti». Sì, ma con che soldi? «Passeremo a una raccolta nazionale. Siamo fiduciosi, anche se i ritardi causati dal Covid ci hanno creato non pochi problemi». Non solo a voi, caro Imam. Non solo a voi.
Cristina Gauri

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/imbarazzante-flop-sardine-moschea-212978/

Sbarchi clandestini senza sosta, la Lamorgese fa finta di niente. E intanto manganella a Trieste

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di Redazione

“Non ho ancora sentito indignazione e solidarietà verso le tantissime persone perbene, che col Rosario in mano sono state manganellate o allontanate con gli idranti dalla polizia a Trieste, perché manifestavano ordinatamente il loro dissenso al green pass, di cui, in Europa, noi italiani siamo gli unici ad averne l’imposizionedice il Responsabile Nazionale del Circolo Christus Rex-Traditio Matteo Castagnae questo è preoccupante perché siamo di fronte all’ipocrisia di Stato della democrazia a senso unico. Se dissenti dal Pensiero Unico, per il mainstream sei fascista. Se sei contrario al lasciapassare perché non è giusto pagare per poter lavorare o essere, de facto, obbligati a un Trattamento Sanitario, sei considerato un facinoroso o un elemento eversivo, anche se i vaccinati trasmettono comunque il virus, contagiano e vengono contagiati”.

“E loro? Scusate, ma chi usa idranti e manganelli contro una donna incinta, anziani, scioperanti seduti o in preghiera, che cos’è? E’ tolleranza, questa? E’ democrazia? Non una parola da chi sabato è sceso in piazza a Roma per un bolso antifascismo, a fascismo morto e sepolto da 76 anni. Chi non prende le difese del popolo, faccia un serio esame di coscienza e, poi, non si lamenti se la gente diserta le urne, non cerchi né trovi alibi. I lavoratori e le famiglie italiane sono esasperati da imposizioni folli! E noi, del Circolo Christus Rex-Traditio, saremo sempre dalla loro parte, perché sono il nostro prossimo, in maggior difficoltà”.

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di Cristina Gauri

Roma, 18 ott — Lamorgese «pugno di ferro» con i pacifici portuali di Trieste e guanti di velluto con ravers e sbarchi di clandestini. Dorme il Viminale, troppo impegnato a bersagliare manifestanti no green pass con idranti e lacrimogeni, mentre a Lampedusa si susseguono senza sosta gli approdi di immigrati.

Sbarchi, a Lampedusa continua l’invasione

La notte appena trascorsa ha visto l’arrivo di altri 170 clandestini, stipati nel tristemente noto hotspot di contrada Imbriacola, perennemente al collasso o sull’orlo della crisi. centosettanta nuovi ospiti della struttura da aggiungersi ai 152 arrivati ieri con sei diverse imbarcazioni. Nell’hotspot si trovano al momento 329 persone. La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Ministero dell’Interno, è impegnata nelle operazioni di «travaso» degli stranieri per evitare che la situazione degeneri. Impresa impossibile, visto il flusso continuo di sbarchi sull’isola: appena le autorità riescono a dare respiro alla struttura, trasferendo gruppi di immigrati, ecco che subito approdano altre centinaia di irregolari che vanno a colmare nuovamente la misura. 

Ci si mettono anche le Ong

La ciliegina sulla torta arriva dalle onnipresenti Ong, i taxi del Mediterraneo così solerti nel rifilarci migliaia di esseri umani disinteressandosi poi delle sorti che toccheranno gli stessi una volta varcati i nostri confini. Spacciatori? Ladri? Senzatetto? Prostitute? Vittime del caporalato? Non è affare dei sodali di Carola Rackete. Nel frattempo Alarm Phone ha lanciato via Twitter il consueto allarme chiedendo il salvataggio immediato di 75 persone a bordo di un gommone «in pericolo al largo di Garabuli (Libia). Non lasciateli annegare», scrivono i volontari.

La Sea Watch a caccia di clandestini

Intanto Sea Watch 3 inanella operazioni di recupero clandestini: 5 in meno di 24 ore, per un totale di 322 immigrati a bordo. «5 soccorsi in meno di 24 ore. Dopo i due interventi di ieri, questa mattina abbiamo prestato assistenza ad altre tre imbarcazioni portando a bordo 202 persone. 322 persone sono ora al sicuro su SeaWatch3 anche grazie al supporto del nostro aereo Seabird», twittano soddisfatti quelli di Sea Watch Italy. Il copione è già scritto. Ora bisogna solo attendere che la nave si riempia di persone fino a scoppiare, così da poter lanciare l’allarme e avanzare la richiesta di «porto sicuro». Prima si rivolgeranno a Malta, che come da copione fingerà di essere sorda, e poi all’Italia, con Lamorgese che srotolerà il tappeto rosso d’ordinanza.   

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/sbarchi-clandestini-senza-sosta-lamorgese-211175/

“Dio, aiutami a odiare i bianchi”: il libro di preghiere della teologa nera è bestseller in Usa

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La “dittatura del pensiero unico”: odiare i bianchi è cosa buona e giusta? (n.d.r.)

di Cristina Gauri

Roma, 16 apr — “Buon Dio, aiutami a odiare i bianchi”. Inizia così uno dei capitoli di A Rhythm of Prayer: A Collection of Meditations for Renewal, il libro scritto dalla teologa protestante afroamericana Chanequa Walker-Barnes, uscito a febbraio e disponibile presso i principali siti di e-commerce come Target, Barnes & Noble e Amazon. Razzismo antibianco a portata di click, supportato dalle più grosse piattaforme di commercio online.

“Aiutami a odiare i bianchi” 

“Per favore aiutami a odiare i bianchi”, scrive Walker-Barnes. “O almeno a volerli odiare. O almeno a smetterla di preoccuparmi di loro, individualmente e collettivamente. Voglio smetterla di preoccuparmi delle loro anime deviate e razziste, per smettere di credere che possono essere migliori, che possono smettere essere razzisti”. Nessun bianco quindi si salva dalle lamentazioni della Barnes, che continua nella preghiera chiedendo aiuto anche per odiare i bianchi moderati, “gentili” che mascherano il loro razzismo con la gentilezza nei confronti dei neri ma che non fanno nulla per combattere la supremazia bianca.

“La mia preghiera è che tu mi aiuti a odiare gli altri bianchi — sai, quelli gentili”, scrive Walker-Barnes. “Gli elettori di Trump” a cui non importa del colore della pelle “ma che fanno commenti sottilmente razzisti. Le persone felici di invitarmi a cena, ma che allertano il vicinato ogni volta che una persona di colore sconosciuta passa davanti a casa loro”. La Barnes continua snocciolando una serie di stereotipi contro i bianchi: “Risparmiami le loro chiacchiere bianche e le lacrime delle donne bianche”.

E’ pure un bestseller

A Rhythm of Prayer è il numero 1 nella sezione Christian Meditation Worship & Devotion di Amazon e figura tra i bestseller del New York Times. Il libro, secondo la descrizione fornita dalle piattaforme che lo vendono, è una “raccolta di commoventi, tenere preghiere per una gioiosa resistenza e una chiamata all’azione. […] queste preghiere profondamente dolci  ma sovversive offrono ai lettori uno sguardo intimo sulla una diversa forma di preghiera”. Target descrive la raccolta come “uno spazio sicuro in cui le persone possono cercare aiuto, speranza e pace”. Pensa se avessero cercato guerra…

“In verità, la mia famiglia e le mie esperienze personali mi hanno dato milioni di motivi per odiare i bianchi”, spiega la Barnes a Newsweek. “L’odio è giustificato. Potrei persino trovare un precedente biblico per questo”, s’allarga la “teologa”. C’è speranza, redenzione e misericordia per tutti, tranne che per i bianchi, insomma. Il Regno dei cieli per la Barnes diventa un club privé per soli afroamericani.

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/dio-odiare-bianchi-libro-preghiere-189856/