Valute, gas, materie prime: in palio c’è il dominio del mondo

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di Leopoldo Gasbarro

Vincerà chi avrà il controllo della produzione di materie prime. La guerra, la vera guerra, non la si combatte a colpi di mitragliatrici e di cannoni, non la si conduce da un carrarmato o dalla cabina di un aereo a reazione. La guerra che si sta combattendo è una guerra economico-finanziaria ed in palio c’è il dominio del Mondo, per meglio dire di Mezzo Mondo.

Quella che si sta consumando in Ucraina è stata definita Guerra Ibrida. C’è quella sul campo di battaglia, sempre più cruenta, c’è quella che ruota attorno alla sicurezza informatica,c’è quella finanziaria e poi, forse la più importante, c’è quella combattuta attraverso la comunicazione, immagini, notizie, con milioni di canali che si rincorrono.

Però oggi occupiamoci della parte di economia e finanza. Qual è il vero obiettivo di questa guerra? E soprattutto chi ne avrà vantaggio? Lo scenario che sta emergendo potrebbe portare alla nascita di un fronte molto netto: da una parte la CIna che ha bisogno come il pane della cisterna di gas e petrolio rappresentata dalla Russia; dall’altra gli Stati Uniti che hanno necessità di trovare qualcuno a cui vendere il loro gas.

Insomma, stando così le cose, non è difficile immaginare che la Russia possa diventare un vassallo Cinese e che l’Europa lo diventi degli Stati Uniti. In questo contesto l’attuale braccio di ferro finanziario esistente tra Russia e Occidente assume sempre più importanza e risalto.Così il taglio dei tassi della banca centrale russa hanno fatto risalire le quotazioni del rublo, ma al tempo stesso la riapertura all’utilizzo delle transazioni di valuta straniera, sempre concertata dal massimo organo finanziario di Putin permetterà alle banche russe di vendere di nuovo valute estere in contanti ai loro cittadini riaprendo, di fatto, alle operazioni su tutti i mercati.

Questo vuol dire che continua ad esistere una sorta di dualismo finanziario in cui da una parte ci si chiude a riccio e dall’altra si riapre alle connessioni con l’occidente. Tutto questo avviene nel momento in cui la Russia sembra essere sull’orlo del baratro finanziario, sull’orlo di un default che qualcuno ha definito “selettivo”.

E’ come se si volesse arrivare al fallimento della Russia ma lasciando, al tempo stesso, porte aperte a possibili trattative. Sin qui la comunicazione e la finanza. Ma la guerra ibrida di cui stiamo parlando continua anche sui campi di battaglia. Le dichiarazioni di chi continua ad alimentarla diventano sempre più inaccettabili.

La pace non è barattabile, men che meno con un climatizzatore. L’Italia non è un paese che vuole la guerra, a differenza di ciò che esprimono spesso e volentieri i suoi massimi vertici politici. Parlare addirittura di patrimoniali necessarie per riarmare il paese appare come la più assurda delle scelte.

2.800 miliardi di debito pubblico rappresentano la certezza di un futuro nerissio per i nostri figli. Che si lavori sulla crescita, sulle prospettive di sviluppo e sugli investimenti verso un futuro in cui la pace non debba passare per proclami roboanti e belligeranti, che non debba passare per guerre ibride.

Rinunciare agli atti di forza è l’unico vero atto di forza accettabile. Costringere la diplomazia internazionale, la Nato, anche con posizioni opposte a quelle americane rappresenterebbe e rappresenta l’unica vera via d’uscita. Qui non c’è in gioco qualche grado in meno d’estate e Draghi lo sa benissimo; qui c’è in gioco il lavoro di milioni di persone, il futuro di centinaia di migliaia di aziende.

Leopoldo Gasbarro, 10 aprile 2022

 

Il Congresso USA sta introducendo, zitto zitto, il Dollaro Digitale?

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Lo scorso 28 luglio il deputato Don Breyer ha presentato un disegno di legge, che dovrebbe andare presto il discussione, per la regolamentazione delle valute virtuali e dei cryptoasset, denominata “Digital Asset Market Structure and Investor Protection Act” Questa proposta di legge però contiene una norma che emenda le attuali leggi in vigore e che rischi di mutare radicalmente il funzionamento del denaro negli USA.

Premettiamo che la FED non emette denaro fisico (banconote etc) a caso, né lo distrugge, se non con un’autorizzazione federale ed entro precisi limiti fissati dalla normativa che ne guida e dirige i poteri. Il deputato Breyer, nella sua proposta, viene ad introdurre il seguente emendamento riguardante i poteri della FED:

d) Supervisionare e regolamentare, tramite il Segretario del Tesoro, l’emissione e il ritiro delle banconote della Federal Reserve (sia fisiche che digitali), fatta eccezione per la cancellazione e la distruzione, e la contabilizzazione in relazione a tale cancellazione e distruzione, delle banconote non idonee alla circolazione , e per prescrivere norme e regolamenti (inclusa la tecnologia appropriata) in base ai quali tali banconote possono essere consegnate dal Segretario del Tesoro agli agenti della Federal Reserve che ne fanno richiesta”.

Fin qui tutto bene. Questa è la norma attuale che regolamenta l’emissione e la distruzione delle banconote. Ecco la proposta di integrazione Breyer:

“Sono autorizzate le banconote della Federal Reserve, da emettere a discrezione del Consiglio dei governatori del Federal Reserve System allo scopo di effettuare anticipi alle banche della Federal Reserve attraverso gli agenti della Federal Reserve come di seguito stabilito e per nessun altro scopo. Nonostante qualsiasi altra disposizione di legge, il Consiglio dei governatori del Federal Reserve System è autorizzato a emettere versioni digitali delle banconote della Federal Reserve oltre alle attuali banconote fisiche della Federal Reserve. Inoltre, il Consiglio dei governatori del Federal Reserve System, previa consultazione con il Segretario del Tesoro, è autorizzato a utilizzare la tecnologia Distributed Ledger (la blockchain ndr) per la creazione, la distribuzione e la registrazione di tutte le transazioni che coinvolgono banconote della Federal Reserve digitali. Le suddette banconote saranno obbligazioni degli Stati Uniti e saranno considerate a corso legale e saranno esigibili da tutte le banche nazionali e membri e dalle banche della Federal Reserve e per tutte le tasse, dogane e altri diritti pubblici. Saranno riscattati in moneta legale su richiesta presso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, nella città di Washington, Distretto di Columbia, o presso qualsiasi banca della Federal Reserve”.

E così, in poche righe, si concede alla Federal Reserve il potere di emettere le cosiddette CBDC, Central bank Digital Currencies, le valute virtuali delle banche centrali equivalenti a quelle dei privati. Solo che, senza un’ulteiriore normativa, queste hanno delle caratteristiche ben poco desiderabili, come:

  • sono perfettamente tracciabili, per cui addio privacy;
  • sono programmabili, per la durata e per la modalità di spesa.

Quindi, se non si vuole fare la fine, nella migliore delle ipotesi, della Cina, con economia e consumi controllati centralmente, una normativa del genere deve essere per lo meno integrata da una di carattere garantista che preveda dei forti limiti sulle possibilità della FED di programmare e di tracciare il token in questione. Il futuro può essere pericolosamente illiberale.

Fonte: https://scenarieconomici.it/il-congresso-usa-sta-introducendo-zitto-zitto-il-dollaro-digitale/

 

Covid19: una nuova inchiesta fa rabbrividire il mondo

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A cura della Redazione di www.nicolaporro.it

Origine animale oppure artificiale? È questa la grande domanda che da mesi ci si sta ponendo riguardo all’origine del Covid19. La maggior parte degli scienziati sostiene con forza la prima ipotesi dato che le precedenti epidemie di coronavirus, come la SARS, erano state veicolate all’essere umano attraverso gli animali. Eppure, sono tante le voci che esprimono un parere contrario, non solo fra gli esperti, ma anche a livello giornalistico. Ultima in ordine di tempo una clamorosa inchiesta dell’inglese “The Telegraph” che, qualora confermata, getterebbe un alone inquietante non solo sull’ormai celebre laboratorio di Wuhan ma anche sui possibili rapporti che questa realtà intratteneva a livello internazionale. Questa indagine, che si basa su dei documenti diffusi da Drastic, un team investigativo costituto da diversi scienziati per indagare sulle origini del Covid19, rivelerebbe principalmente tre cose.

Le rivelazioni dell’inchiesta

1) Ben 18 mesi prima dello scoppio della pandemia, i ricercatori cinesi avrebbero presentato un piano per infettare artificialmente i pipistrelli delle caverne dello Yunnan con un virus “potenziato” con l’obiettivo di “vaccinarli” contro malattie che avrebbero potuto effettuare il salto di specie e passare agli esseri umani. Come lo avrebbero fatto? Rilasciando nelle caverne dello Yunnan delle nanoparticelle contenenti «nuove proteinechimeriche» (ossia prodotte dalla fusione di sequenze di DNA appartenenti a più geni) di coronavirus di pipistrello che sarebbero dovute penetrare nella pelle degli stessi pipistrelli per via aerea. 

2) Questo progetto, secondo le indiscrezioni, includeva anche dei piani per mescolare ceppi di coronavirus naturali ad alto rischio con varietà meno pericolose ma più infettive.

3) Gli scienziati cinesi, per portare avanti questi esperimenti, avrebbero chiesto un finanziamento di 14 milioni di dollari alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, un’agenzia governativa del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti che sviluppa nuove tecnologie per uso militare) che avrebbe rifiutato di farlo perché “il progetto avrebbe potuto mettere a rischio le comunità locali”. Non solo: l’ente americano avrebbe anche messo in guardia il team sul fatto che non fossero stati considerati pienamente i pericoli del potenziamento del virus o del rilascio di un vaccino per via aerea. Secondo l’inchiesta, la candidatura per il finanziamento sarebbe stata presentata dallo zoologo britannico Peter Daszak di EcoHealth Alliance (EHA), l’organizzazione statunitense che ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology (WIV) sui virus dei pipistrelli.

I timori però a quanto pare erano presenti anche fra gli stessi scienziati di Wuhan. Il team, infatti, era preoccupato per il programma vaccinale e voleva quindi portare avanti una serie di attività di sensibilizzazione in modo che vi fosse una comprensione pubblica di ciò che stavano facendo e del motivo per il quale si stava procedendo, in particolar modo a causa dell’elevato consumo alimentare di pipistrelli nella regione.

La Cina ha fatto da sola?

Lo spettro che si agita intorno a questa inchiesta è ovviamente la possibilità che questi esperimenti siano andati avanti anche senza il sopracitato finanziamento e che il denaro sia stato trovato in altro modo permettendo agli scienziati di Wuhan di proseguire nei loro propositi.

Matthew Ridley, coautore di un libro sull’origine del Covid-19, in uscita a novembre, e che ha spesso chiesto alla Camera dei Lord un’ulteriore indagine sulle cause della pandemia, ha commentato: “Per più di un anno ho provato ripetutamente a fare domande a Peter Daszak senza ottenere risposta. Ora si scopre che è stato l’autore di questa informazione vitale del lavoro sui virus a Wuhan, ma si è rifiutato di condividerla con il mondo. Sono furioso”.

Un ricercatore dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha preferito restare anonimo, ha affermato di essere rimasto senza parole. “La parte spaventosa – ha spiegato – è che stavano producendo virus Mers chimerici infettivi. Questi virus hanno un tasso di mortalità superiore al 30%, che è almeno un ordine di grandezza più letale di Sars-CoV-2. Così questa pandemia sarebbe potuta diventare quasi apocalittica”.

Insomma, la sensazione è che di polvere sotto il tappeto possa essercene molta e che questo possa essere solo l’inizio di un processo di scoperta della verità. Non ci sono ancora certezze riguardo a presunti coinvolgimenti o finanziamenti occidentali, il che però non può essere escluso a priori. L’altra ipotesi è che la Cina abbia proseguito in autonomia. E che le sia andata male. Molto male. 

Questo quadro spaventoso ci costringe quasi a sperare nell’origine animale. Ma si fa largo sempre di più la pista che ci porta dritti diritti al laboratorio di Wuhan.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/covid19-una-nuova-inchiesta-fa-rabbrividire-il-mondo/

Afghanistan, “dietro ai talebani c’è la Cina”. Fonti qualificate: “Li stanno sommergendo di denaro e non solo”

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Franco Frattini è stato due volte ministro degli Esteri nei governi di Silvio Berlusconi, quindi sa bene di cosa parla quando si tratta di Afghanistan. I talebani hanno appena ripreso il potere e fatto ripiombare nell’oscurità l’intero Paese. Intervistato dal Tempo, Frattini ha definito quanto accaduto in Afghanistan un “fallimento terribile”, soprattutto perché gli afghani “dovevano ancora essere accompagnati per lunghi anni verso il consolidamento della normalizzazione”.

A capirlo, secondo l’ex ministro, sarebbero stati soltanto i russi: “Conoscono bene gli afghani, così come li conoscono anche i paldstani. Il Pakistan di chi è grande alleato? Della Cina, che in questo momento sta sommergendo lo stesso Pakistan e i talebani di denaro e non so cos’altro. Un’alleanza diabolica Cina-Pakistan vuol dire consegnare l’Afghanistan alla Cina”. Ma cosa si può fare a questo punto? “La comunità internazionale non può abbandonare l’Afghanistan – ha dichiarato Frattini – la Cina ha un interesse vitale di cui nessuno parla. In questo Paese c’è la riserva di minerali sotterranei maggiore del mondo”.

Inoltre secondo l’ex ministro degli Esteri in Afghanistan si è consumata la sconfitta degli Stati Uniti: “Si può certo parlare dello storico e clamoroso errore delle amministrazioni americane degli ultimi anni. A partire dagli annunci trionfanti di Donald Trump che diceva di ‘accordo fatto con i talebani’. Da qui il ritiro delle truppe Use dall’Afghanistan. Certo, Joe Biden ha sbagliato tutto in questa fase, seguendo i tempi dettati da Trump. Il presidente Usa doveva calibrare la tempistica”.

Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/28337870/afghanistan-dietro-talebani-cina-li-stanno-sommergendo-denaro-cosa-vogliono-davvero.html

“Chi controlla internet controlla il denaro (e quindi il mondo)”, di Jarod Lanier (in collaborazione con il Saggiatore)

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Segnalazione Linkiesta

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 Chi controlla internet controlla il denaro (e quindi il mondo)

Il denaro nasce per scambiare e registrare ricchezze possedute. Ma da un certo momento storico in poi è diventato una scommessa sul futuro, che ha molto a che vedere con la nostra fiducia nel progresso. Jaron Lanier, nel suo libro “La dignità ai tempi di internet” (Il Saggiatore, 2014) spiega come orientarsi nell’epoca dell’economia digitale e finanziaria. Con un occhio a Mark Zuckerberg e agli altri titani del web. E alla loro pazza idea di diventare grandi banche mondiali (LEGGI)

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