La strategia della distorsione di chi invoca “scioglimenti” e caccia alle streghe

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di Eugenio Palazzini

Roma, 10 ott – “Sciogliere Forza Nuova e le formazioni che si richiamano al fascismo”. A sinistra è il leitmotiv delle ultime ore, dopo l’assalto – chiaramente condannato da tutte le forze politiche – alla sede della Cgil a Roma. Un mantra ripetuto fino alla nausea e copiato dallo stesso spartito tirato fuori a ogni piè sospinto, come una letargica litania. Potremmo chiamarla strategia della distorsione, dei fatti e degli intenti reali. Perché questa rinnovata campagna antifascista sarebbe utilissima a compattare il fronte di certa sinistra sul solito tema del pericolo nero, se quest’ultimo non fosse fantascienza.

La strategia della distorsione

A chi invoca la pericolosa avanzata del fascismo va riconosciuta d’altronde una fervida immaginazione, maturata da un punto di osservazione ben distante dalla piazza in cui si muove la contestazione. La stragrande maggioranza delle migliaia di persone che hanno manifestato ieri contro il green pass, molto semplicemente non ha nulla a che fare neppure con movimenti etichettati da omnia media come di estrema destra. Anzi, a giudicare da certi striscioni e slogan ricorrenti, è probabile che una parte dei manifestanti fosse pure dichiaratamente antifascista.

D’un tratto però ecco che qualcuno ha deciso di offrire su un piatto d’argento il pretesto per far invocare la più cruda repressione a chi già la pretendeva quando Salvini era al governo e semmai venivano assaltati i gazebo della Lega. Davvero a questo pensa il sindacalismo che ha abdicato da tempo al proprio ruolo precipuo, consistente nella difesa dei lavoratori? Rabbia e rivendicazioni di chi ieri è sceso in piazza vengono così del tutto ignorate. Come affatto considerate – da tempo immemore – sono crisi sociale, disoccupazione, sicurezza sul lavoro. Non si indicono allora manifestazioni nazionali per gridare a gran voce “basta morti bianche”, altresì ci si mobilita per ripetere a pappagallo un vetusto “mai più fascismi”. Il tutto apparirebbe surreale, non fosse che davvero certuni sono convinti di ridestarsi – risultando credibili dopo aver perso totalmente la propria credibilità – muovendosi in tal modo.

Una triste pantomima

Si procede così sul piano del fantastico, chiedendo lo scioglimento di movimenti che sulla carta si sono già sciolti da soli – come Forza Nuova – e buttando nello stesso calderone dell’inverosimile illegalità altri movimenti che ieri neppure erano in piazza (ad esempio CasaPound). Si passa poi dalla pura irrealtà alla grottesca lettura del reale nel momento in cui si ritiene sensato eliminare formalmente un’organizzazione politica, senza mettere in conto che i componenti della stessa potrebbero tranquillamente riformarne un’altra sulla carta edulcorata. Suvvia, anche la distrazione di massa può avere una sua logica. Nel caso di specie siamo però di fronte alla mera pantomima.

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/politica/strategia-distorsione-di-chi-invoca-scioglimenti-caccia-alle-streghe-210286/

NETFLIX RIFIUTA UNPLANNED E PROMUOVE SEX EDUCATION (CHE INDUCE AL DISPREZZO PER LA VITA)

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Segnalazione Redazione BastaBugie

Nella serie TV Sex Education ci sono scene di sesso estremo condite da un linguaggio scurrile e zeppo di parolacce, tradimenti e rapporti disordinati e infarciti di ideologia LGBT… e tu permetti ai tuoi figli di vederlo?
di Anna Bonetti

Nei giorni scorsi la metropolitana di Milano è stata invasa da manifesti promossi dalla serie TV Sex Education, difficilmente distinguibili da una pubblicità pornografica.
Si tratta di una serie di immagini storpiate in modo tale da assomigliare ai genitali maschili e femminili. Ad accompagnarle è la scritta “se la/o vediamo in forme diverse è perché non ce n’è una sola. Ognuna è perfetta, anche la tua”. Come se l’accettazione si sé dipendesse solo dagli organi sessuali che si hanno.
D’altronde i sostenitori di questa campagna non hanno esitato a scaldare gli animi per etichettare come “bigotto” chiunque abbia espresso qualche perplessità al riguardo.
È necessario sottolineare che più che focalizzare l’attenzione sui manifesti in sé, occorre interrogarci sulle conseguenze che il messaggio porta alla società, in particolar modo tra i giovanissimi.
Sin dall’inizio della serie l’attenzione dello spettatore piomba in scene di sesso estremo condite da un linguaggio scurrile e zeppo di parolacce, tradimenti e rapporti disordinati e infarciti di ideologia LGBT. Personaggi che cambiano orientamento sessuale da un giorno all’altro e senza una precisa ragione, spinti da una forte confusione interiore. Un insegnamento tutt’altro che educativo.

LE CONSEGUENZE SOCIALI
Più che una perplessità rivolta ad una sessualità forzata ed estrinseca, sarebbe utile cercare di comprendere quale siano le conseguenze sociali che l’insegnamento profondamente diseducativo di Sex Education pone nei confronti di essa. Il focus del film dichiara di concentrarsi sull’accettazione di sé. Eppure per tutta la durata delle tre stagioni il sesso è posto al centro di ogni cosa. Quando in realtà l’accettazione di sé dipende da molteplici fattori, siccome (e per fortuna) le relazioni umani sono fatte anche di molto altro. Il sesso viene presentato su un piatto d’argento come qualcosa da concedere a chiunque, pur di trarne piacere, piuttosto che interrogarci su chi abbiamo davanti.
Inoltre, nel film non mancano numerosi riferimenti a PornHub, che in maniera subliminale tendono a invitare i giovanissimi a lasciarsi travolgere dall’inferno a luci rosse che si cela nella pornografia, soprattutto in quella online. Un mondo virtuale ed illusorio, in cui tutto è finzione e l’amore non esiste, in cui si trascina lo spettatore ai limiti dell’immaginazione, in una dimensione sub-umana che non ha nulla a che vedere con la realtà. In sintesi, passa un messaggio distorto e lontano anni luce dall’amore vero.
L’affettività è mostrata come un mezzo per colmare tramite il sesso il vuoto creato dalla nostra società. Un vuoto che avrebbe bisogno di dialogo, comprensione ed empatia, anziché fare dei nostri corpi uno strumento usa e getta.
Da questo calderone di enigmi irrisolti emerge una retorica totalmente priva di amore. La contraccezione è posta come un mezzo di deresponsabilizzazione delle proprie azioni, con noncuranza del fatto che nella quasi totalità dei casi in cui una gravidanza ha inizio è perché è stata preceduta da un’azione consenziente.

SESSUALITÀ FORZATA E DISTORTA
La vera educazione sta nell’insegnare ai giovani che nel momento in cui si decide di avere un rapporto ci si assumono precise responsabilità. Ecco, invece, che nella prima stagione di Sex Education si ha modo di assistere anche alla scena di un aborto. È così che questa sessualità forzata e distorta dalla realtà sfocia in un disprezzo totale per la vita. Ma non solo, anche della maternità. Colpisce particolarmente la figura di una donna che abortisce, che si è appena risvegliata nel gelo di una clinica, vuota con il suo niente, che dichiara: «meglio non essere madre, che una pessima madre». Una frase infarcita di menzogna da cui traspare una sacrosanta verità che sottolinea come la morte nell’odierna società venga presentata come la soluzione ad ogni cosa.
Possiamo ben immaginare i risvolti drammatici che una simile pseudo-educazione può avere nella società, dall’aumento di relazioni vuote e insoddisfacenti a quello che rischia di diventare un aumento drammatico anche del numero di aborti. Più relazioni disordinate hanno un’altissima potenzialità di aumentare il numero di figli “non voluti”. Un dramma che rischia di gettare le proprie ripercussioni soprattutto tra i giovanissimi, ai quali andrebbe insegnato a vivere in maniera libera e spensierata la loro età e i loro amori, anziché accanirsi a creare problemi che non esistono per mezzo di una sessualizzazione violenta e precoce imposta dai giganti dei social media o dello streaming, come Netflix. Infatti, non dimentichiamo che tempo fa la piattaforma ha rifiutato di mettere in programma Unplanned, che racconta la storia vera di Abby Jhonson, ex dirigente di Planned Parenthood e oggi instancabile attivista pro-life.
Si percepisce, inoltre, una violenta imposizione contro la libertà di scelta educativa dei genitori, vista come un retaggio culturale e non più un bene in grado di indirizzare i figli sulla retta via. Inoltre dalle serie si evince un’immagine falsata dei pro-life, etichettati come retrogradi e analfabeti, quando dovremmo ricordarci che nel nostro paese oltre il 70 per cento dei medici sono obiettori. Dunque anche loro sarebbero retrogradi e analfabeti?
È nostra cura scegliere se preferire di aprire le nostre porte alla cultura della morte, al disprezzo totale di sé e degli altri, oppure se cogliere l’invito al rispetto di se stessi, della vita e dell’umanità.

Titolo originale: Sex Education: ecco come e perché è dannosa
Fonte: Provita & Famiglia, 26 settembre 2021