Spagna: Vox contro il gender

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L’EDITORIALE DEL VENERDÌ
di Matteo Orlando

 

In Spagna è scontro aperto tra Santiago Abascal, il leader del partito cattolico di destra Vox e il governo rosso-viola guidato da Pedro Sanchez, il più a sinistra della storia recente spagnola.
L’ultimo terreno di lotta è il cosiddetto “pin parental” voluto da Vox per contrastare il gender nelle scuole ed altre iniziative educative non ritenute adeguate alla tradizione spagnola.
Vox, durante le ultime elezioni, ha infatti insistito molto sulla proposta di vincolare l’approvazione dei bilanci cittadini nelle comunità alla possibilità, indirizzata ai direttori dei centri educativi, di riferire preventivamente, attraverso un’autorizzazione esplicita, su qualsiasi argomento, discorso, seminario o attività scolastica che possa influire su questioni morali socialmente controverse o sulla sessualità, che possano essere invadenti per la coscienza e l’intimità dei bambini, “in modo che i genitori possano analizzarli in anticipo”, ha affermato Abascal, per “riflettere su di essi e in base a ciò dare o meno il proprio consenso”.
La coerenza di Vox ha fatto scattare l’allarme da parte dei laicisti al governo e delle lobby che lo sostengono.
Dal ministero dell’istruzione hanno minacciato di ricorrere all’azione giudiziaria per bloccare qualsiasi iniziativa di “pin parental”, e per farlo dichiarare “illegale”.
Ma da Vox hanno dichiarato che faranno di tutto per difendere il “pin parental” a fronte “dell’evidente indottrinamento all’ideologia di genere a cui sono destinati i bambini spagnoli nei centri educativi, contro la volontà e contro i principi morali dei genitori, attraverso contenuti curriculari in materie, attività di esercitazione, seminari e lezioni basati sull’ideologia gender”.
Inutile sottolineare che i gruppi omosessualisti, tutti schierati a sinistra, hanno criticato Vox arrivando a sostenere che questa misura priverebbe “i minori del loro diritto di conoscere la realtà”.

La transeuropa per tutti i gender

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di Marcello Veneziani

Mentre le forze politiche litigano sul Mes, tomo tomo cacchio cacchio, l’Europarlamento ha approvato il Ces, che come dice la sigla da noi liberamente desunta, è un luogo di pubblica indecenza. La spiegazione dell’acronimo è alla fine dell’articolo, ora vi racconto le premesse. Il Parlamento europeo ha approvato nel silenzio-assenso di tutti, cattolici e leghisti inclusi, una risoluzione che confuta i generi stereotipati, ovvero – fuor di linguaggio eurocratese- reputa il sesso maschile e femminile e dunque i ruoli genitoriali del padre e della madre come stereotipi di cui liberarci.

Con 500 voti a favore e 91 contrari è passata l’altro giorno la risoluzione con la quale l’europarlamento invita il Consiglio a concludere la ratifica della Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, nota anche come Convenzione di Istanbul. La convenzione fu approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 a Istanbul (da noi c’era ancora Berlusconi sotto attacco). Detta così, a prima vista, nessuno sarebbe e oserebbe dirsi contrario. Ma a leggere attentamente tra le righe ci sono aspetti inquietanti che non riguardano solo le violenze alle donne, e che anzi non riguardano solo le violenze in genere. Per esempio quando il Parlamento europeo ribadisce che è “favorevole a uno stanziamento specifico di 193,6 milioni di euro per azioni di prevenzione e lotta alla violenza di genere nell’ambito del programma Diritti e Valori”.

Sapete che vuol dire “azioni di prevenzione”contro la violenza di genere? Insegnare per esempio ai bambini nelle scuole che padre e madre, maschile e femminile sono solo stereotipi del passato mentre i generi sono molti di più e i sessi si scelgono, non sono naturali. L’art. 14 comma 1 lo dice esplicitamente quando richiede «azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati». Le azioni penali contro le violenze verso chiunque, donne, bambini, omo o trans sono già previste da tutti i codici; ma qui si parla di pedagogia, di educazione al gender, veicolando modelli di riferimento alternativi alla famiglia che sfiorano pericolosamente il modello Bibbiano.

Non hanno nulla da obbiettare gli europarlamentari cattolici e popolari, che sono se non sbaglio d’ispirazione cristiana e nei loro programmi politici dicono di voler tutelare le famiglie e i bambini? I loro leader non dicono nulla? E dov’erano i parlamentari leghisti se è vero che gli unici italiani presenti che hanno votato contro sono Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia e Giuseppe Milazzo di Forza Italia, mentre tutti gli altri presenti hanno votato a favore? È possibile che taccia pure la neo-presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, che se non sbaglio è cattolica praticante, esponente dei popolari e madre di numerosi figli? Nulla da dire anche da parte del nostro presidente della repubblica Sergio Mattarella, democristiano d’antico pelo e Giuseppi Conte che nei pur vari travestimenti si è sempre detto cattolico? E la Chiesa imbergoglita tace sull’argomento, il Papa non batte ciglio, la Conferenza episcopale non dice una parola in difesa della famiglia, i preti bellaciao e nientepresepe tacciono commossi? Nessuno che spenda una parola? E i conservatori, i nazionalisti si sono fatti sentire ad alta voce? Dobbiamo riconoscere che da noi l’unico ad aver detto in merito qualcosa di recente e di decente è stato addirittura Romano Prodi che ha denunciato la deriva gaia della sinistra italiana che a suo dire non difende più gli operai ma gli omosessuali.

La denuncia del misfatto euro-turco proviene da Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia, ma non sembra che abbia suscitato altre prese di posizione.“Grazie alla superficialità di tanti eurodeputati – dicono  i due – è stato fatto entrare in Italia un nuovo cavallo di Troia di cui i nostri bambini – e le loro famiglie, aggiungiamo noi – pagheranno le conseguenze”.

A suo tempo, perfino il governo Monti depositò presso il Consiglio d’Europa una nota a verbale con la quale dichiarò che avrebbe applicato “la Convenzione nel rispetto dei princìpi e delle previsioni costituzionali” ossia purché non fosse in contrasto con gli articoli della Carta che tutelano la famiglia. Si erano accorti che veniva inserito materiale scottante pro-gender e preferirono mettere le mani avanti. Furono perlomeno prudenti, forse perché avevano di fronte un’altra Chiesa che non sarebbe rimasta muta.

Come è chiaro, non si tratta di discriminare nessuno, si tratta invece di non relativizzare e declassare il ruolo della famiglia, dei genitori, della procreazione secondo natura, da che mondo è mondo. Si tratta, certo, di tutelare ogni cittadino da ogni violenza e intemperanza ma di riconoscere, come fanno la nostra costituzione, la nostra tradizione civile e religiosa, la nostra civiltà, che la famiglia è l’architrave di ogni società e non può essere sostituita con nessun’altra forma variabile di sessualità e di unione.

La cosa che più sconcerta di questa ideologia alla cirinnà, tanto per dare un nome indicativo del livello in cui veniamo precipitati, è la negazione della realtà, della natura, dell’umanità come le abbiamo finora conosciute e vissute: tutto quel che si chiamava ordine naturale, famiglia, genitori, figli, tradizione, cultura, è ridotto a stereotipo, cioè pregiudizio, convenzione rigida e antiquata, menzogna da cui liberarci. La nomenklatura europea sta sfregiando a colpi di risoluzioni la realtà, la natura, l’umanità anche se in apparenza sembra mossa da motivi morali e umanitari. Non possiamo far finta di niente. Intendiamoci, è solo un tassello, ma si sta costruendo un ordito che ha come bersaglio la famiglia e i sessi secondo natura. Se il Mes colpisce gravemente gli stati sovrani, il Ces – come riassumiamo la Convenzione europea sessuale, colpisce gravemente le famiglie naturali, i loro figli e le coppie genitoriali. Aiuto, Mamma e Babbo, la famiglia è finita nel Ces.

MV, La Verità 1° dicembre 2019

Undicimila scienziati chiedono la riduzione forzata della popolazione per combattere i cambiamenti climatici

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L’EDITORIALE DEL VENERDÌ
di Matteo Orlando

Ben 11.000 “scienziati”, associati sotto la sigla Alliance of World
Scientists, hanno firmato un articolo sulla rivista BioScience in cui
dichiarano che “la popolazione mondiale deve essere stabilizzata” e
persino “gradualmente ridotta”, perché l'”emergenza climatica”
minaccia “il destino dell’umanità”. Continua a leggere

Texas, padre si oppone a cambio di sesso del bimbo. E il giudice minaccia di portarglielo via

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Dallas, (Texas), 28 ott – Un giudice del tribunale di Dallas (Texas) ha stabilito che un bambino può decidere autonomamente di cambiare sesso se presenta i sintomi della disforia di genere, ovvero il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso o nel genere assegnatogli alla nascita. Il padre, in questo caso, non solo non può fare niente per opporsi e anzi, secondo il giudice, se egli non accetterà la transizione sessuale del proprio bambino, gli sarà tolto l’affidamento della prole con l’obbligo di non interferire nell’iter di cambio sesso. E’ successo al texano Jeffrey Younger e suo figlio James, di 7 anni. Continua a leggere

Macchina del fango: il ministro della Famiglia è “fascista e omofobo”

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Macchina del fango: il ministro della Famiglia è “fascista e omofobo”“Quando uno dei nostri arriva a fare il Ministro e mantiene le posizioni, è un dovere di tutti noi, in quanto Cattolici, fare quadrato e sostenerlo, senza se e senza ma, ciascuno secondo il suo stato e le sue possibilità”. (Matteo Castagna, 1/06/18)

di Redazione de Il Secolo d’Italia

Ad aprire le danze della demonizzazione è Repubblica, occupandosi di Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, con un articolo che elenca i motivi di “allarme” e “preoccupazione” che renderebbero l’esponente del governo Conte pericoloso per l’Italia. Cominciamo: si è sposato con doppio rito, tridentino e civile; ha scritto un libro sul calo demografico; si è espresso contro i matrimoni omosessuali; apprezza Marine Le Pen e Putin. Siete preoccupati? Se non lo siete abbastanza arriva subito il “piatto forte”. E cioè la partecipazione a un convegno di Fortezza Europa, associazione di Verona, moderato dal frontman della banda musicale Hobbit, Emanuele Tesauro. E poi il tifo per l’Hellas Verona che gli ultrà neri della curva sud definiscono la “squadra a forma di svastica”.

Queste sarebbero le ombre che gravano sul neoministro della Famiglia, il quale, intervistato dal Corriere, chiarisce che la questione dei matrimoni gay non è nel contratto di governo e quindi non se ne occuperà. Quanto alle sue dichiarazioni, non sono contro i gay, ma tese a sottolineare che la famiglia è la comunità più importante. In ogni caso alla domanda “come si comporterà con le famiglie arcobaleno”, la sua risposta è “perché esistono le famiglie arcobaleno? Per la legge non esistono”. Una risposta subito rilanciata dai media e che è destinata a suscitare scalpore. Tra i suoi obiettivi, annuncia ancora, potenziare i consultori per dissuadere le donne ad abortire e abbassare  l’Iva su tutti i prodotti che riguardano l’infanzia. “Non ho mai detto – chiarisce – che le donne non possono abortire, ma metterò in atto delle politiche per cercare di ridurre il numero degli aborti”.

Fonte: http://www.secoloditalia.it/2018/06/macchina-del-fango-il-ministro-della-famiglia-e-fascista-e-omofobo/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook Continua a leggere

Sui nemici della civiltà

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di Maurizio Blondet

Sui nemici della civiltà

Fonte: Maurizio Blondet

Una coppia   americana ha deciso di allevare  l’essere che hanno generato  (che hanno chiamato Zoomer)  “senza genere”:   «Sarà lei/lui a scegliere in quale sesso riconoscersi, una volta che sarà in grado di esprimersi».  Ne ha parlato elogiativamente  Il Sussidiario il 16 aprile, come i due si rivolgano a Zoomer con un pronome neutro.   “I  genitori di Zoomer non vogliono che cresca limitata/o da una cultura fatta di stereotipi di genere.  Il “gender creative” è un metodo educativo per far sviluppare la creatività di Zoomer….”.

Ovviamente, non è che la creaturina sia di sesso incerto. E’ che sono i genitori, ferrei aderenti all’ultima ideologia di moda,  a non aver “voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi».  La giornalista nemmeno coglie il carattere ideologico, fanatico, del linguaggio dei genitori: «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi”.   Dunque “io ho deciso” per Zoomer, al suo posto. Non è assurdo? No, e nemmeno è più una notizia da rilevare con sorpresa, come fa  Il Sussidiario. Ormai alla Università Statale di Milano si tengono “seminari a cadenza mensile sulla medicina e farmacologia di genere”, ossia sull’uso dei farmaci ormonali  che sospendono la pubertà dell’adolescente, in modo che sia lui/lei a scegliere “libero da stereotipi”, più tardi. Continua a leggere

Buone notizie contro Gay Pride, dittatura omosex, “nozze” sodomite

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Segnalazione Redazione BastaBugie
Notizie dal mondo gay (un po’ abbattuto e sempre meno gaio): niente patrocinio ai Gay Pride per Trento, Genova e Lombardia, Bermuda controcorrente abroga le nozze gay, Corte Suprema Usa dichiara che un pasticciere può rifiutarsi di fare torta per ”nozze” gay
da Il Giornale

(LETTURA AUTOMATICA)

Niente patrocinio al Gay Pride, è una manifestazione divisiva e pertanto non va sostenuta.
Il governatore Attilio Fontana non intende concedere il logo regionale alla sfilata arcobaleno in programma il 30 giugno a Milano, lo ha confermato in un’intervista pubblicata ieri dal sito Lettera43.
É la linea che ha seguito peraltro anche a Varese, dove è stato sindaco per due mandati. «Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono rimanere personali, sbandierarle è sbagliato. Il Gay Pride è divisiva e quando le manifestazioni sono divisive non sono mai da sostenere». Intende invece confermare la scelta dell’ex presidente Roberto Maroni che alla vigilia del corteo contro la legge sulle unioni civili (il ddl Cirinnà) nel 2016 illuminò il Pirellone con la scritta «Family Day».
«Lo rifaremo – assicura Fontana -, quella non è una scelta divisiva, è una scelta politica. Tutti riconoscono il valore della famiglia. È nella Costituzione, è uno dei fondamenti della nostra civiltà ed è uno dei principali punti di riferimento del programma dell’amministrazione precedente e di questa». Parole che fanno infuriare la Pd Monica Cirinnà firmataria del decreto sulle unioni civili: «Lombardia nel Medioevo dei diritti grazie a Fontana. E questa sarebbe la parte più progredita del Paese?». Applausi al governatore leghista dagli esponenti del centrodestra, si ribellano la sinistra e le associazioni gay. Ed è continuato anche ieri il botta a risposta a distanza tra Fontana e il sindaco sul tema profughi. Il presidente ha precisato che l’ipotesi di premi a Comuni che non accolgono per ora «è una proposta dell’assessore De Corato, la valuteremo. Ma con Sala la pensiamo in maniera diametralmente opposta». […] Continua a leggere