Aggressione omofoba: crea un problema e offri la soluzione

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BY  · 22/03/2021

Potremmo definirlo un cliché, talmente tanti sono gli esempi che abbiamo a disposizione.

Dapprima c’è un evento di un certo tipo, che mette al centro un problema, vero o falso che sia, e dall’altra una proposta immediata di soluzione per  risolvere quel problema. Nella soluzione si celano spesso degli scopi secondari, più o meno evidenti alla prima analisi.

E’ una delle dieci strategie della manipolazione, attribuita a Noam Chomsky. Si tratta della tecnica più utilizzate dal potere per imporre ciò che vuole, perché permette agli organi di informazione di creare quella pressione mediatica di cui il potere ha bisogno per approvare leggi e provvedimenti, superando gli ostacoli della logica e della razionalità.

Oggi è il caso della presunta aggressione omofoba avvenuta a fine febbraio e resa nota ieri, a distanza di quasi un mese, nel momento stesso in cui i media e la falsa sinistra incominciano a fare pressione per approvare il Disegno di Legge Zan.

Il caso in esame è questo:

https://www.ansa.it/io-e-il-mio-compagno-aggrediti-per-un-bacio

Viene riportato da tutti i media italiani, con grande risalto, tra cui RepubblicaLa Stampa e Il Giornale. Si tratta di una aggressione, avvenuta contro un attivista gay e prontamente filmata da un altro ragazzo, amico dell’aggredito, che lo chiama per nome.

Non è la prima aggressione documentata in video, ce ne sono molte altre.

Il video, che è disponibile soltanto su YouTube o nel sito dell’associazione Gay che ha sollevato il caso. riporta un’aggressione avvenuta in una stazione della metropolitana di Roma, completamente deserta. Partecipano alla scena quattro persone, una che scappa immediatamente e sparisce dalla scena senza esser più inquadrata, l’aggredito, l’aggressore, una quarta persona che riprende in video, senza minimamente aiutare il ragazzo aggredito, nel mentre grida “Ehi ehi, che c’è, Gianpierre..:”

Non si capisce assolutamente nulla di ciò che è successo prima dell’aggressione, perché la scena parte prontamente dal momento in cui si vede l’aggressore.

Mi pongo queste domande. Se un vostro amico viene aggredito, voi cosa fate, impugnate il cellulare per riprendere il video poco prima dell’aggressione? e il terzo partecipante che scappa subito chi è?

Gli aggrediti hanno incassato la solidarietà di tutto il mondo politico, da Enrico Letta a Virginia Raggi, passando per Giorgia Meloni e il redivivo Alessandro Di Battista, ma non potevano mancare le Sardine, rappresentate da Mattia Santori.

Crea il problema e offri la soluzione

Qual è il problema?

Le aggressioni e le discriminazioni contro gli omosessuali, i transgender e gli LGBTQ+ in generale.

Qual è la soluzione?

Una legge che punisca severamente questi crimini.

Quindi, se sei un’operaio dell’ex ILVA e qualcuno ti insulta e ti aggredisce per strada urlandoti contro perché sei un poveretto  che suda tutta la vita per guadagnarsi il pane, e sei talmente stanco che non hai nemmeno la forza di reagire, devi far querela di parte ed aspettare che la legge faccia il suo corso. Di solito non arriva mai la giustizia, anche perché non hai i soldi per pagare un avvocato che presenti la querela e segua la pratica.

Se invece di un transgender o gay, la Magistratura deve agire d’ufficio, perché l’azione penale diventa un atto dovuto, non devi nemmeno andare da un avvocato, il tuo aggressore rischia multa e galera, verrà ridotto al lastrico, tu non sostieni alcuna spesa, le associazioni gay possono reclamare il diritto al risarcimento, altrettanto potranno fare il Comune in cui sei residente e chiunque si senta offeso da questa aggressione.

Quindi, un operaio che suda all’ILVA per mantenere la propria famiglia, che respira aria inquinata tutto il giorno e che subisce un’aggressione dovrà sudare sette camicie per far valere i suoi diritti. Un gay o un transgender potrà comodamente sederti sul divano ed aspettare che tutto l’ambaradan politico e mediatico si muova per distruggere l’aggressore e far valere i suoi diritti.

Chi è il discriminato?

Ma è tutto qui o c’è dell’altro?

No, certo che non è tutto qui. Questi sono solo specchietti per le allodole.

Cosa vuol dire discriminare gli LGBTQI+?

Il problema è cosa si intende per discriminazione contro gli omosessuali e gli LGBTQI+ in generale. Ad esempio, dire che la famiglia naturale è quella composta da un uomo e una donna è discriminazione verso il mondo transgender? Dire che sono una donna e mi piacciono gli uomini è una discriminazione verso gli LGBTQI+? Non avere mai avuto un presidente italiano gay è una discriminazione? Avere un parlamento senza Ministri gay è una discriminazione? Non permettere ad un cameriere uomo di truccarsi e vestirsi con la minigonna è discriminazione?

Intanto è già partito il tam tam mediatico: dobbiamo approvare il ddl Zan.

Gli obiettivi del potere apolide

Dietro questo tam tam mediatico c’è sempre un altro obiettivo del potere globale apolide:

la destrutturazione e la divisione della società.

Non dimentichiamoci mai che è la finanza apolide quella che controlla la stampa e impone la propria agenda ai media e ai politici.

Questo tam tam non è  un’eccezione. Lo potete constatare in tutti gli altri paesi occidentali. Ovunque è uguale. Stessa strategia, stessi video, stessi obiettivi.

E non è una coincidenza.

di Elena Dorian

Fonte: www.altreinfo.org

Spagna: Vox contro il gender

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L’EDITORIALE DEL VENERDÌ
di Matteo Orlando

 

In Spagna è scontro aperto tra Santiago Abascal, il leader del partito cattolico di destra Vox e il governo rosso-viola guidato da Pedro Sanchez, il più a sinistra della storia recente spagnola.
L’ultimo terreno di lotta è il cosiddetto “pin parental” voluto da Vox per contrastare il gender nelle scuole ed altre iniziative educative non ritenute adeguate alla tradizione spagnola.
Vox, durante le ultime elezioni, ha infatti insistito molto sulla proposta di vincolare l’approvazione dei bilanci cittadini nelle comunità alla possibilità, indirizzata ai direttori dei centri educativi, di riferire preventivamente, attraverso un’autorizzazione esplicita, su qualsiasi argomento, discorso, seminario o attività scolastica che possa influire su questioni morali socialmente controverse o sulla sessualità, che possano essere invadenti per la coscienza e l’intimità dei bambini, “in modo che i genitori possano analizzarli in anticipo”, ha affermato Abascal, per “riflettere su di essi e in base a ciò dare o meno il proprio consenso”.
La coerenza di Vox ha fatto scattare l’allarme da parte dei laicisti al governo e delle lobby che lo sostengono.
Dal ministero dell’istruzione hanno minacciato di ricorrere all’azione giudiziaria per bloccare qualsiasi iniziativa di “pin parental”, e per farlo dichiarare “illegale”.
Ma da Vox hanno dichiarato che faranno di tutto per difendere il “pin parental” a fronte “dell’evidente indottrinamento all’ideologia di genere a cui sono destinati i bambini spagnoli nei centri educativi, contro la volontà e contro i principi morali dei genitori, attraverso contenuti curriculari in materie, attività di esercitazione, seminari e lezioni basati sull’ideologia gender”.
Inutile sottolineare che i gruppi omosessualisti, tutti schierati a sinistra, hanno criticato Vox arrivando a sostenere che questa misura priverebbe “i minori del loro diritto di conoscere la realtà”.

Texas, padre si oppone a cambio di sesso del bimbo. E il giudice minaccia di portarglielo via

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Dallas, (Texas), 28 ott – Un giudice del tribunale di Dallas (Texas) ha stabilito che un bambino può decidere autonomamente di cambiare sesso se presenta i sintomi della disforia di genere, ovvero il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso o nel genere assegnatogli alla nascita. Il padre, in questo caso, non solo non può fare niente per opporsi e anzi, secondo il giudice, se egli non accetterà la transizione sessuale del proprio bambino, gli sarà tolto l’affidamento della prole con l’obbligo di non interferire nell’iter di cambio sesso. E’ successo al texano Jeffrey Younger e suo figlio James, di 7 anni. Continua a leggere

L’economia deve corrispondere alla morale

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Segnalazione di Redazione BastaBugie

Ecco perché è utile leggere il libro ”La culla vuota della civiltà – All’origine della crisi” scritto dal ministro per la famiglia Lorenzo Fontana e l’economista Ettore Gotti Tedeschi (con prefazione di Matteo Salvini)
di Giovanni Tortelli

(LETTURA AUTOMATICA)

Lo scopo del recente saggio La culla vuota della civiltà – All’origine della crisi (Gondolin, Verona 2018, con prefazione di Matteo Salvini) di cui sono autori, l’attuale ministro per la famiglia Lorenzo Fontana e l’economista Ettore Gotti Tedeschi, è la dimostrazione del collegamento diretto fra incremento della natalità, tutela e incoraggiamento alla formazione della famiglia e sviluppo economico, in modo che l’economia possa ritrovare nella crescita demografica e nella famiglia «l’investimento degli investimenti», come lo definisce Fontana nell’introduzione.
Obiettivo non facile da raggiungere, visto che i “cattivi maestri” dell’economia globalizzata che si sono succeduti sulla cattedra di Malthus hanno sempre creduto vera l’equazione per cui il prodotto interno lordo di un Paese cresce col decrescere della popolazione: quando la popolazione cresce troppo, gli individui della stessa specie entrano in competizione l’uno con l’altro per lo sfruttamento delle risorse disponibili: da qui la presunta necessità del controllo (o inibizione) delle nascite.
Niente di più sbagliato sostengono gli Autori; basta vedere infatti i risultati dei Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) che incrementando la popolazione sono diventati ricchi, mentre l’Occidente, diminuendola, si è impoverito.
Ma perché – si può domandare il lettore inesperto – è proprio necessario ripristinare questo rapporto di proporzione diretta fra incremento della popolazione e crescita economica? Perché – risponde Gotti Tedeschi – è l’incremento della natalità che provoca la formazione della famiglia e la famiglia produce ricchezza, anzi è il primo aggregato di società che produce ricchezza. Continua a leggere

Carta d’identità, Salvini: “Basta con genitore 1 e 2, si torna a madre e padre”

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Risultati immagini per maschio e femmina Dio li creòSegnalazione di F.F.

“Utero in affitto e orrori simili assolutamente no, difenderemo la famiglia naturale fondata sull’unione tra un uomo e una donna”, ha detto Salvini in un’intervista…

In un’intervista alla testata cattolica online Nuova bussola quotidiana, il ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto su numerose questioni che riguardano i rapporti tra politica e mondo religioso.

Salvini, tra le altre cose, ha chiarito di voler modificare la dicitura con cui attualmente vengono indicati i genitori sulla carta d’identità. Non più “genitore 1” e “genitore 2”, ma un ritorno al più classico “madre” e “padre”.

“La settimana scorsa mi è stato segnalato che sul sito del ministero dell’Interno, sui moduli per la carta d’identità elettronica c’erano ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione ‘madre’ e ‘padre’. È una piccola cosa, un piccolo segnale, però è certo che farò tutto quello che è possibile al ministro dell’Interno e che comunque è previsto dalla Costituzione” Continua a leggere

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