Schei! Farli tornare e investirli è la sfida della prossima amministrazione

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di Matteo Castagna per Verona news del 3/6/2022

Gian Antonio Stella intitolava un famoso ritratto del Veneto degli anni d’oro, ovvero il ventennio ’80 e ’90 del secolo scorso con un emblematico: SCHEI! Quelli che hanno reso felice l’intero Nord-Est grazie alla laboriosità ed all’iniziativa imprenditoriale, ad una visione politica d’insieme che mirava, da un lato a valorizzare le migliori offerte del territorio e, dall’altro, a trarne anche un profitto personale, non privo d’avidità ed egoismo.

All’epoca la finanza veronese era tra le più importanti del Belpaese e “i schei” erano davvero tantissimi. Dal 2000 in poi la città è rimasta silenziosa di fronte ad un declino terribile: Verona ha perso la direzione della Cassa di Risparmio e della Banca Popolare, mentre Cattolica Assicurazioni andava incontro a perdite rovinose, come sanno bene anche i piccoli risparmiatori della Popolare. I nostri storici gioielli finanziari e il bancomat per gli investimenti di pregio come la Fondazione Cariverona sono andati alla malora, assieme al turismo, all’ente lirico ed al terzo settore, mentre la politica pensava a cimiteri verticali e alle coppole sull’arena.

Due anni di Covid ed una comunicazione pubblica non proprio all’altezza di una città come Verona non hanno agevolato il sindaco uscente, Federico Sboarina, che è apparso, in troppe occasioni, assente, tanto che dal solito bar Liston 12, in Brà, un capannello di persone di mezza età si ferma e dice: “va ben, ma, insomma, sa alo fato sto’ Federico in sinque ani? L’è un bon butèl, ma èlo bon de far politica?” L’impegno non è mancato, ed il coraggio di fare scelte importanti, anche se inizialmente impopolari, potrebbe essere il frutto positivo dei prossimi 5 anni, delle polemiche che lo hanno investito in questo primo mandato.

Se poi ci si sposta nelle zone in cui i lavoratori, spesso devono prendere l’aereo per viaggiare, non si sono sentite solo le lamentele per le problematiche relative alle restrizioni governative contro la pandemia. “E sto’ qua sarésselo n’aeroporto? Al massimo i te porta fin a Zevio co’ un volo scancanà, na olta al mese…” 

Poi, dopo, se si passeggia in Corso Porta Nuova, all’altezza del bar “Ai Duchi”, c’è gente in giacca e cravatta che si chiede che differenza passi tra i 22 anni di incontrastato potere assoluto di Paolo Biasi e il suo successore, il cardiochirurgo Alessandro Mazzucco, indicato, a tal ruolo, proprio da Biasi. Si parlò di “continuum tosiano” perché tale operazione fu benedetta dall’allora sindaco Flavio Tosi. Vicepresidente vicario resta l’avvocato Giovanni Sala, uomo molto vicino a Biasi. Ma Mazzucco dirà ad Alessio Corazza sul Corriere di Verona del 5/11/2017 che “la Fondazione cui guarda è un ente che vuole dire quel che fa e vuol dire quel che dice” perché non deve essere un centro di potere (come poteva sembrare prima) ma un’azienda che realizza profitti e li investe in operazioni senz’altro virtuose, ma destinate a rendere profitti.

Il periodo di queste elezioni amministrative non è dei migliori. Se, da un lato, stanno pian piano scomparendo le restrizioni, dall’altro il clima estivo favorisce la voglia di uscire e di viaggiare, di andare al mare, piuttosto che in montagna o sul lago. Si ricordi che il partito dell’astensionismo è una sciocchezza, perché non c’è quorum alle elezioni amministrative: chi va a votare decide anche per chi sceglie di andare in spiaggia. Invece, il quorum del 50%+1 degli aventi diritto al voto è indispensabile per i 5 Referendum sulla Giustizia, che dobbiamo votare per iniziare una riforma del sistema giudiziario, che in Italia manca da troppo tempo.

Verona è una città piccolo-borghese e conservatrice. Non ha troppa simpatia per i cambiamenti repentini, ma pretende risposte concrete ai problemi di tutti i giorni: dal traffico ai parcheggi, dai servizi alla tutela dell’ambiente, dalla sicurezza al decoro. In fondo, si aspetta una visione di città in prospettiva, senza tentennamenti, che superi l’atavico provincialismo e alzi il livello alla portata che merita, facendo rinascere i suoi gioielli finanziari e storico-culturali, che debbono tornare a luccicare fino ad abbagliare, con progetti fattibili ma molto attenti al sociale. La ricchezza di Verona è la sua gente, che va amata, pregi e difetti, e messa in condizione di risorgere dagli anni bui delle crisi e della “città fantasma” alle nove di sera.

Damiano Tommasi, in questa campagna elettorale è sembrato un pesce fuor d’acqua. La politica non pare il suo ambiente. Il Palazzo non è l’oratorio. Le partite per il bene comune non si giocano in uno stadio, ma nel confronto con le categorie, sapendo trovare una sintesi, che è il miglior assist per il più bel gol. Ascoltatolo, non appare un candidato da nazionale, quanto da campionato dilettanti: sempre i soliti slogan, tre frasette in croce per compiacere i catto-progressisti, gli ambientalisti e poi? Dio ha dato a ciascuno dei talenti, siamo sicuri che questo sia il suo o lo vedremmo meglio al Coni?

Flavio Tosi è una eccellente macchina da voti. Non avendo mai lavorato, se non per il consenso personale, è quello che ha più esperienza di tutti. Però, ha già dimostrato in un doppio mandato e con una clamorosa sconfitta quanto sia bravo a fare il barbecue, producendo tantissimo fumo e un po’ di arrosto, da dividere con gli amici e i benefattori. L’impressione è che la sua grande spinta sia dovuta maggiormente ad un isterico spirito di rivalsa rispetto alla fila dei suoi fallimenti politici, dalla cacciata dalla Lega in poi nel 2015, piuttosto che all’amore per la città. Ma, qualcuno, a distanza di 7 anni, nel partito di Salvini pare sentirne, inspiegabilmente, la mancanza. Chissà…

Infine, ci sono gli outsider. Con buona pace di Paolo Berizzi, non si presenta alcuna lista di “estrema destra” nella città “laboratorio-fantasma” del neo-fascismo. Ci sono, però, ben tre liste della galassia “no vax” o “free vax” che, disgraziatamente per loro, si presentano divise. Sarebbe stato curioso vedere una civica unica e compatta sui diritti costituzionali e le libertà individuali quale risultato avrebbe potuto dimostrare a tutt’Italia. Fra di esse, colpisce il coraggio e la determinazione di Paola Barollo che si candida sindaco per la civica Costituzione Verona Libero Pensiero. Alla luce dell’incidente che ha subito 20 anni fa, Barollo si propone come sindaco per rimettere al centro le esigenze delle persone più fragili, come disabili e anziani e per costruire una Verona più inclusiva e accessibile per tutti. Io sono vaccinata e quindi non mi considero assolutamente una No Vax. Non voglio essere assolutamente citata in questo senso, perché non lo sono. La nostra lista è a favore della libertà di pensiero e bisogna rispettare chi non vuole vaccinarsi perché siamo un Paese civile e democratico e quindi è giusto che ogni persona decida cosa fare nella sua vita”. 

Anna Sautto per il Movimento 3 V sembrerebbe più decisa sulla questione “no vax”, mentre Alberto Zelger, ex consigliere comunale uscente della Lega, si presenta con Verona per le libertà e altre due civiche sempre della galassia “no vax, no green pass”. Con lui, Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia e alcune frange minoritarie del mondo cattolico conservatore, che, forse, hanno fatto venire qualche mal di pancia al vescovo Giuseppe Zenti.

E’ d’uopo ricordare che si può esprimere il voto disgiunto, ossia barrare il nome di un candidato sindaco e dare la preferenza ad una lista ed un candidato consigliere comunale di un partito o civica che ne sostiene un altro.

Ad esempio, chi volesse votare Fratelli d’Italia potrebbe scrivere, che so, Daniele Polato, accanto al simbolo e, se non gli piace Sboarina, mettere una “X” sul nome di Paola Barollo. Alle amministrative, è importantissimo guardare alle persone ed esprimere la preferenza. Se non piace Sboarina, ma si vuol votare la Lega, si può scrivere, ad esempio, Damiano Buffo accanto al simbolo e apporre una “X” su un altro candidato sindaco, mentre se si lascia solo la preferenza, il voto va direttamente anche a Federico Sboarina. Sono molte le donne che si mettono in gioco in questo agone elettorale, ma un giovane, promettente ristoratore e agricoltore veronese, che desta particolari attenzioni per l’entusiasmo di questi giorni. Lui è Achille Carradore e si presenta per la civica Verona Domani a sostegno di Sboarina. I sondaggi danno per vincente la riconferma di Sboarina. La lista del sindaco, per i più affezionati di Federico Sboarina, vede in campo un volto noto come Riccardo Caccia, che si candida col centrodestra in dissenso col suo partito, Forza Italia, che ha deciso di spaccare la coalizione e di sostenere Flavio Tosi con le sue civiche, ove spicca il nome di De’ Manzoni, fratello di Massimo, caporedattore del quotidiano La Verità.

I veronesi scelgano con retto discernimento il loro destino dei prossimi 5 anni, siano esigenti, pretendendo progettualità e concretezza, visione politica di medio e lungo periodo, rinascita del meglio di questo territorio. L’esperienza di Polato, la tenacia di Buffo e l’entusiasmo di Carradore potrebbero essere molto utili in questa prospettiva.

Pensateci su e non delegate le scelte agli altri: andate a votare!

Fonte: https://www.veronanews.net/schei-farli-tornare-e-investirli-e-la-sfida-della-prossima-amministrazione/

Verona, sì a via Almirante, bocciata via Gaber. E il Pd rosica

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Verona, 21 nov – La Commissione toponomastica veronese ha dato il via libera per l’intitolazione di una via della città a Giorgio Almirante. La decisione, che arriva dopo il sì del Consiglio Comunale risalente al marzo scorso, ha innescato le solite polemiche della minoranza Pd-5stelle, che si è invece vista bocciare la proposta di dedicare una via a Giorgio Gaber per «mancanza di legami con il territorio». A nulla, quindi, sono valse le solite lamentele di sinistra, Anpi e comunità ebraica. Continua a leggere

“Verona’s Family”, parodia omosex dei personaggi più “odiati” del mondo cattolico e politico

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di Lucia Rezzonico

“La cellula sodomita veronese ha imparato l’ironia? Finalmente sono riusciti ad essere simpatici e mi fa piacere. Adoro la satira…se poi riescono a dare un volto a chi rappresenta il loro incubo peggiore, ancor meglio…Peccato che festeggino Halloween, che invece è una festa schifosa e satanica, che non fa affatto ridere, come, invece, la vignetta su di noi”– così Matteo Castagna, responsabile del Circolo christus Rex-Traditio, dopo aver ricevuto la locandina sottostante.

Da destra i volti del Sindaco di Verona Federico Sboarina, dietro di lui quello del Ministro per la Famiglia e la disabilità On. Lorenzo Fontana, poi dei consiglieri comunali veronesi On. Vito Comencini, Alberto Zelger, Carla Padovani (capogruppo Pd dissidente dal suo partito sui temi etici) e Andrea Bacciga, nonché del Responsabile di Christus Rex-Traditio Matteo Castagna:

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Verona, giudici ordinano al sindaco di riconoscere i due padri di un bimbo

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Un padre gay (Ansa)In foto a lato un “padre” omosex. La Famiglia, però, la crea la Natura! (N.d.r.)

Segnalazione di Gianni Toffali

Il piccolo è nato in Canada con la maternità surrogata. Secondo la Corte di appello di Venezia (competente sul caso) il fatto che non sia consentita in Italia non può rappresentare una ragione per negare la tutela del bambino

di Elena Tebano

Il sindaco di Verona dovrà trascrivere l’atto di nascita con due padri di un bimbo nato in Canada con la maternità surrogata: lo ha stabilito la Corte di appello di Venezia (competente per la città scaligera) a cui si erano rivolti i genitori del piccolo. «Ancora una volta dei giudici affermano che l’ordinamento italiano è tenuto a recepire i provvedimenti stranieri con cui si riconoscono entrambi i padri — dice l’avvocato di Trento Alexander Schuster, che ha assistito la coppia —. Non solo, stabiliscono anche che non costituisce un problema se i due genitori sono dello stesso sesso perché l’ordinamento italiano già contempla l’omogenitorialità nel caso dei genitori che cambiano sesso. E infine rimarcano che il ricorso a tecnica di fecondazione assistita lecite all’estero ma non consentite in Italia non può rappresentare una ragione per negare la tutela del bambino che da queste tecniche è nato».

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https://www.corriere.it/cronache/18_luglio_19/verona-giudici-ordinano-sindaco-riconoscere-due-padri-un-bimbo-5941723c-8b2d-11e8-9286-fc73853597eb.shtml Continua a leggere

Verona, Ass. Cultura Briani gay-friendly? Castagna chiede le dimissioni e Briani fa retromarcia

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A lato Il Corriere di Verona di oggi, inserto del Corriere della Sera
di Lucia Rezzonico
COMUNICATO STAMPA DI IERI:
Questa sera al teatro COMUNALE Camploy si svolgerà lo spettacolo di cui alla locandina allegata, il cui regista è Tommaso Rossi, noto promotore di teorie LGBT sui gay e la “coppia“ (chiamata da loro anche famiglia) omosessuale. Spettacolo che tratta di omosessuali, che, a quanto pare, ha avuto il benestare da parte dell’assessore alla Cultura Francesca Briani  che pare sempre di più fuori luogo in questa Amministrazione. Ci riesce difficile credere che l’ Assessore non abbia letto il programma di questa Amministrazione che sostiene il Sindaco Sboarina, che non ricordi certe sue battaglie, finite su tutti i giornali, anche recentemente. I veronesi, piaccia o non piaccia, hanno votato Sboarina anche per queste posizioni.
In ogni caso, Briani appare una progressista, che, a livello culturale non ha portato nulla o molto poco ai cittadini dell’area di centro-destra che l’hanno votata. Una gay-friendly col vestitino di destra ma la testa a sinistra, di cui chiediamo formalmente le immediate dimissioni perché non è in linea con il programma dell’Amministrazione comunale. Le saranno recapitati un S. Rosario e una copia del Catechismo laddove si spiega che la sodomia è tra i peccati impuri contro natura che gridano vendetta al cospetto di Dio, seconda in gravità, solo all’omicidio volontario. Speriamo, così, in un inizio di percorso di conversione al Cattolicesimo.
Matteo Castagna, Responsabile Nazionale del Circolo Cattolico Christus Rex

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