Cattolicesimo, Massoneria e Metafisica del Caos (critica a una parte della filosofia di Dugin)
QUINTA COLONNA
EDITORIALE
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/11/26/cattolicesimo-massoneria-e-metafisica-del-caos/
QUINTA COLONNA
EDITORIALE
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/11/26/cattolicesimo-massoneria-e-metafisica-del-caos/
Segnalazione del Centro Studi Federici
Segnalazione BastaBugie
Quando ci si accosta allo studio della filosofia, uno dei più grandi errori che si può fare è partire senza partire, cioè iniziare senza conoscere che cosa sia la filosofia.
In molti libri si cerca all’inizio di dare una risposta, ma poi ci si accorge che è una risposta che non risponde, evanescente, inafferrabile, che dice e non dice.
Volete sapere perché? Perché molti libri rifiutano una concezione precisa della filosofia e tendono invece a presentarci una disciplina che volutamente non sappia nemmeno cosa sia se stessa. D’altronde, se si ammette che esiste una verità oggettiva (cioè valida per tutti), è un conto; ma se si è convinti che non esistono certezze, allora anche la filosofia non può avere una definizione certa: può diventare tutto e il contrario di tutto.
Noi invece sono convinti che la Verità (con la “V” maiuscola) esiste ed è oggettiva; e che la convinzione contraria sia una contraddizione, una sorta di serpente che si morde la coda. Infatti, se dicessimo che non esiste la verità oggettiva, ci contraddiremmo, perché comunque ammetteremmo che c’è una verità valida per tutti, e cioè che la verità non esiste!
Detto questo, passiamo alla definizione di filosofia, ad una definizione precisa: La filosofia è la scienza di tutte le cose secondo le loro ultime cause, conosciute con il lume naturale della ragione. Come definizione sembra complicata, ma non lo è. Analizziamola.
SCIENZA
La filosofia è una scienza. E’ scienza ogni relazione tra concetti e la filosofia si fonda sull’argomentazione, sulla successione logica dei concetti.
DI TUTTE LE COSE
Alla filosofia interessa tutto, nulla escluso. Non c’è campo d’interesse che le sia estraneo.
SECONDO LE LORO ULTIME CAUSE
La filosofia però non è la somma enciclopedica di tutte le discipline. Essa indaga le cause ultime, si chiede il perché dei bisogni e delle attitudini che invitano l’uomo ad occuparsi dei vari settori della vita. Un esempio. Tra la politica e la filosofia della politica esiste questa differenza: la politica studia il funzionamento della cosa pubblica, mentre la filosofia della politica il perché l’uomo senta l’esigenza di far politica, le ragioni della politica e come l’uomo si atteggi di fronte alla politica. Si potrebbe fare filosofia su ogni cosa. Anche sulle più banali. Anche sul Calcio. Se chiediamo: come si gioca a pallone? Ci può rispondere solo un tecnico (un allenatore o un calciatore). Ma se chiediamo: perché molti si divertono vedendo una bella partita di calcio o rincorrendo un pallone? Ci può rispondere solo chi si azzarda a fare una sorta di “filosofia del calcio“.
CONOSCIUTE CON IL LUME NATURALE DELLA RAGIONE
La filosofia non utilizza la fede né l’intuizione né l’emozione, ma la ragione.
Dare alla filosofia una definizione di questo tipo (la filosofia è scienza di tutte…) è importante perché spesso c’è la tendenza a definire la filosofia con il suo semplice significato etimologico, filosofia come “philein” (amore) e “sophia” (sapienza), cioè amore della sapienza. Se bastasse questo, vorrebbe dire che il desiderio di leggersi una buona enciclopedia renderebbe automaticamente filosofi… il che è una sciocchezza!
Nota di BastaBugie: per una breve storia della filosofia scritta da Stefano Fontana con linguaggio semplice si può acquistare il libro “Filosofia per tutti”, clicca qui!
Nel seguente video (durata: 4 minuti) dal titolo “Filosofia per tutti” Stefano Fontana insieme a Giovanni Zenone di Fede & Cultura spiega perché ha scritto questo libro.
https://www.youtube.com/watch?v=yOfUOmgNpAI
di Luca Leonello Rimbotti
Fonte: Italicum
Utopia letteraria, oppure vero manuale di costruzione del politico? Tra questi due poli si è spesso mossa la critica all’opera più graffiante e incisiva di Platone, considerando volta a volta questo testo capitale come un’esercitazione retorica, oppure una prova ontologica, o invece, cosa che è da condividere, un vero manifesto di politica universale, capace di costituire in ogni tempo un codice di esemplare tenuta sociale. Altre volte invece, come nel caso del liberale Popper, Platone e la sua “Repubblica” hanno recitato la parte del nemico pubblico numero uno, l’ideologia che, proponendo una società ben organizzata in sé, salda e solida e quindi chiusa ai pericoli e ai mali esterni, più di altre mette in pericolo le beatitudini della “società aperta”.
Il catalogo delle posizioni che la “Repubblica” platonica sciorina è di quelli difficili da digerire per chi abbia lo stomaco egualitario, pacifista e progressista. Impossibile non vedere che il classicismo antico e la degenerazione postmoderna sono su posizioni antitetiche. Per occhi borghesi e moderati, cosmopoliti e “buonisti”, il pensiero di Platone rappresenta lo scandalo massimo: esso tratteggia al sommo grado la comunità, e quindi liquida a priori l’individualismo, che invece è il grande rifugio delle impotenze liberali. Questi sono alcuni dei punti più qualificanti del politico platonico, che costituiscono – come giustamente, dal suo punto di vista, rilevava Popper – quanto di più inassimilabile alla mentalità dei “democratici” post-moderni: la rigida e severa paideia, l’educazione e la selezione cui Platone affidava nella “Repubblica” la crescita delle classi dirigenti della città ideale; la soppressione dell’individualismo dinanzi al prevalere degli interessi di comunità; la comunanza, addirittura, delle donne e dei beni; l’abolizione della proprietà privata; il predominio dello Stato “organico” sul singolo individuo, di cui non si conoscono diritti, ma unicamente doveri; il tipo di governo, gerarchico, aristocratico ed elitario, al quale partecipano i filosofi e niente affatto la massa del popolo. Tutto questo scandalizza la tempra ipocrita e fraudolenta dei “democratici” moderni, che spacciano le loro oligarchie alto-borghesi per governi “del popolo” e barattano le loro dittature finanziarie per servizi resi alla maggioranza. Continua a leggere
“Perché attaccano i Cattolici veri, ovvero i tradizionalisti, come diceva San Pio X? Perché Abbiamo Fede, Speranza, Carità e combattiamo col sorriso, dividiamo il mondo in amici e nemici di Cristo ed abbiamo scelto lo stendardo del Sacro Cuore. Amiamo la Verità, non la temiamo e non la nascondiamo. Semmai la gridiamo. Non è conforme all’andazzo del mondo? Scrolliamo le spalle, siamo identitari, perché per noi c’è sempre un sacro me ne frego!” (M. Castagna, 1/05/2018)
di Paolo Becchi
Fonte: lospecialegiornale
“Gli italiani non esistono e siamo più diversi fra est e ovest che fra nord e sud”. E’ il titolo di un articolo sulla prima pagina del sito online del Corriere della Sera. Un’indagine antropologica che mira a dimostrare come gli italiani in pratica non esistano come nazione. Uno studio che ha insospettito e parecchio il filosofo Paolo Becchi che parla a Lo Speciale. Secondo Davide Pettener, antropologo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, che ha creato una banca di campioni di Dna per tracciare la storia genetica degli italiani, non esisterebbe il popolo italiano. Secondo l’antropologo sarebbe in realtà “soltanto un’aggregazione di tipo geografico. Abbiamo identità genetiche differenti, legate a storie e provenienze diverse e non solo a quelle”. Insomma, quale sovranismo, siamo figli delle migrazioni e degli incroci di vari popoli e non abbiamo un Dna tipicamente italiano.
Becchi, dunque gli italiani non esistono? Siamo tornati a Metternich e alla sua idea di “Italia come mera espressione geografica”? Continua a leggere
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