Metaverso, cosa è accaduto finora?

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di Filomena Ferraioli, Junior Marketing and Communication Specialist di Finanza.tech

2030. Il suono dello smart speaker sveglia Jack che non lavora più in un ufficio dalla pandemia del 2020. Fa una doccia, mangia e si prepara per la prima call della giornata. In realtà non deve propriamente vestirsi dal momento che ha un avatar personalizzato con un’ampia scelta di outfits. Jack indossa le sue cuffie VR, ora non ha più un pc. Ci sono 20 mail vocali a cui risponde dettando le risposte o inoltrando ai colleghi, sempre con comandi vocali. Legge un documento che avrebbe dovuto leggere ieri, in realtà non legge, ascolta. Preferisce impostare la velocità a 1.5x, per risparmiare tempo. Dopo 4 ore sfila le cuffie che dovrebbero essere comode per tutto il giorno, ma in realtà lo affaticano dopo 4-5 ore. La giornata lavorativa è giunta al termine e Jack sceglie la festa a cui andare. Ma prima ha promesso alla sua (vera) mamma di farle visita nella sua casa (virtuale). Inoltre, sta pensando di cambiare auto, vorrebbe una Maserati GT 2005 che costa 50 Bit Dollari che corrispondono a 500 dollari nella vita reale. Ha messo da parte delle crypto che ha guadagnato dal vecchio lavoro virtuale come bartender.

(Racconto di Bobby Elliot)

Come siamo arrivati fin qui?

I cambiamenti tecnologici arrivano ad ondate. Nel 1980 c’è stata l’onda dei computer, nel 1990 quella di Internet e nel 2000 quella dei telefoni. La prossima onda, che stiamo vivendo in pieno, è quella del metaverso. Le onde sono concatenate tra loro: Internet necessita dei computer, i telefoni necessitano di Internet, il Metaverso ha bisogno sia di Internet che dei cellulari.

I meriti dell’invenzione del Metaverso sono da attribuire a Neal Stephenson, (non a Mark Zuckerberg come verrebbe facile pensare) autore del romanzo cyberpunk “Snow Crash” (1990), in cui si parlava di uno spazio virtuale tridimensionale, condiviso, prodotto dalla convergenza della realtà fisica e di uno spazio virtuale sempre attivo. È una sorta di spazio digitale in cui le persone reali coesistono simultaneamente, indossando speciali cuffie e occhiali, e possono interagire attraverso degli avatar.

Semanticamente il termine “Metaverso” è la congiunzione di due parole: meta e verso. La seconda parte è semplice, deriva dalla contrazione di “universo”. La parte del meta, invece, è leggermente più complessa. Vuol dire “in mezzo”, assume l’accezione di “funzione”, di oltrepassare, andare oltre, trascendere. Unendo, dunque, i due termini, Metaverso fa riferimento a “qualcosa che trascende e trasforma l’universo”. Si tratta di un mondo parallelo. Per altri, invece, il metaverso è “una perfetta convergenza di vita fisica e digitale”, come affermato da Cathy Hackl, CEO e Chief Metaverse Officer della società di consulenza Futures Intelligence Group (Fig). In altre parole, così come Internet offre servizi oggi, così il Metaverso offrirà servizi domani, ma in 3D.

I numeri sul Metaverso: investimenti e previsioni 

Secondo una stima di JPMorgan Chase, prima banca ad entrare nel Metaverso, si stanno spendendo miliardi per i beni virtuali: circa 54 miliardi di dollari all’anno, il doppio della spesa annuale per la musica. In una lettera inviata agli azionisti, Jamie Dimon, amministratore delegato della società, ha affermato che “La finanza decentralizzata (DeFi) e la blockchain sono nuove tecnologie reali che possono essere implementate pubblicamente o privatamente, autorizzate o senza autorizzazione”.

Altra previsione interessante proviene da Bloomberg Intelligence che sostiene che il mercato del Metaverso potrebbe raggiungere 800 miliardi di dollari entro il 2024. Con numeri alla mano, Bloomberg Intelligence certifica che questa nuova tecnologia non sia più da considerarsi fantascienza, bensì il futuro di Internet e addirittura una concreta opportunità di investimento nei prossimi anni. Nel complesso, si ritiene che il Metaverso rappresentasse nel 2020 un’opportunità di guadagno di 500 miliardi di dollari (poi cresciuti a circa 800 da qui a tre anni), generando, entro il 2030, un impatto economico globale che potrebbe raggiungere i 5 trilioni di dollari, interessando numerosi settori come e-commerce, gaming, education, retail e banking (stima di McKinsey). Dallo stesso report risulta che nel 2022 siano già stati investiti 120 miliardi di dollari nel Metaverso, più del doppio dei 57 miliardi investiti nel corso del 2021. Inoltre, secondo una stima di Gartner, entro il 2026 una persona su quattro trascorrerà almeno un’ora al giorno nel metaverso.
I pionieri del Metaverso: le prime aziende che hanno investito nella realtà virtuale

La prima a lanciarsi è stata Facebook che il 28 ottobre 2021 ha annunciato il suo rebranding in Meta. Mark Zuckerberg aveva grandi piani. Il ceo di Facebook ha impegnato decine di miliardi di dollari all’anno per i prossimi 5-10 anni. Ha, inoltre, annunciato la creazione di circa 10.000 nuovi posti di lavoro in Europa dedicati al Metaverso nel giro di 5 anni.

In una recente intervista Zuckerberg dichiara che “L’obiettivo, entro la fine del 2030, è quello di connettere oltre un miliardo di persone alla nuova realtà (le quali acquisteranno beni e contenuti digitali) per un valore di almeno 3-4mila miliardi di dollari derivanti da questa economia.” Queste le parole dello stesso Zuckerberg, fondatore di Facebook e ceo di Meta. Il ceo ha spiegato che, in 18 anni alla guida di Facebook, ha notato che le persone cercano “sistemi di comunicazione sempre più espressivi, veloci e ricchi, dagli SMS del 2004 alle foto, video e filmati/reel”. Questo, spiega, non è il punto di arrivo: con intelligenza artificiale e Metaverso è possibile realizzare qualcosa di ancora più coinvolgente, non trattandosi solo di realtà virtuale e aumentata ma di percepire una vera e propria presenza.

Ma Facebook non è la sola.  Poco tempo dopo il lancio di Meta, anche Microsoft, in un evento rivolto alle aziende, ha annunciato i suoi piani per il Metaverso, parlando di spazi personalizzati e immersivi per incontrarsi nel lavoro. Il ceo Satya Nadella al riguardo “Il Metaverso è qui e non sta solo trasformando il modo in cui vediamo il mondo, ma anche il modo in cui vi partecipiamo, dalla fabbrica alla sala riunioni”.

Altra big-tech che ha puntato nello stesso ambito è Nvidia, il colosso americano dei semiconduttori, ma anche la piattaforma di giochi Roblox. Tra le aziende cinesi che si sono mosse nella medesima direzione figurano Byte Dancer, Alibaba e Tencent.

Anche le grandi banche sono entrate nel Metaverso. Da una ricerca di Technology Vision di Accenture, il 67% dei dirigenti delle grandi banche prevede che il Metaverso abbia un impatto positivo sulla propria organizzazione. Il 38% è convinto del fatto che costituirà un punto di svolta o di trasformazione. A battere le altre sul tempo, è stata l’americana JP Morgan, con il suo ingresso su Decentraland, una delle piattaforme più popolari nel Metaverso (tra le altre figurano The Sandbox, Axie Infinity, Roblox, Spatial, Cryptovoxels e Somnium, ognuna con le proprie peculiarità e caratteristiche).

Altra grande banca ad entrare nel Metaverso è la britannica HSBC che ha preferito Sandbox. Tra le pioniere c’è anche la sudcoreana Kookmin Bank, che ha realizzato una banca virtuale in cui il cliente può effettuare operazioni e incontrare il suo consulente; qualcosa di simile proviene anche dalla francese BNP Paribas con la sua app per la realtà virtuale. Tra le banche che sono entrate nel Metaverso, l’unica, per il momento, intenzionata ad abilitare i pagamenti digitali all’interno della piattaforma è la britannica Sokin. Per tale scopo sta costruendo un ambiente digitale proprietario destinato a ospitare i brand di diversi settori, dallo sport alla moda.

C’è dell’altro. Recente è l’annuncio che alcune multinazionali del settore tecnologico e non solo, tra cui Alibaba, Huawei, Ikea, Meta, Microsoft, Sony Interactive Entertainment, ed altre, si sono riunite formando il Metaverse Standards Forum per promuovere lo sviluppo di standard aperti e inclusivi per questa nuova realtà virtuale.

Come sta evolvendo il mondo della finanza relativa al Metaverso? 

Uno dei più importanti contributi alla discussione sul Metaverso proviene da Matthew Ball, venture capitalist statunitense il quale considera questo mondo parallelo come ”La porta di accesso alla maggior parte delle esperienze digitali, una componente chiave di tutte quelle fisiche e la prossima grande piattaforma di lavoro.” Già nel 2021 Ball riteneva il Metaverso come la “nuova” o la “prossima Internet”, un modello 3D di Internet, da cui il grosso seguito e interesse mediatico riscosso. Ancora, Ball sostiene che “il Metaverso altererà il modo in cui distribuiamo e monetizziamo le risorse moderne.”, ma che questo avverrà lentamente, man mano che servizi e capacità  tecniche si integreranno. Ad oggi ci troviamo nel bel mezzo di questo processo e le opportunità nel settore finanziario sono inestimabili. Se il fintech ha rivoluzionato la tradizionale gestione dei servizi finanziari, digitalizzando il digitalizzabile, riducendo, talvolta annullando, tempi e distanze, che effetto avrà il Metaverso su questo settore e come interagirà col fintech? Assisteremo allo scoppio di una bolla o di un’accelerata dell’industria finanziaria? Per il momento sembra che la finanza afferente all’area del Metaverso stia funzionando. Il focus si concentra maggiormente sul mondo degli investimenti. Uno dei servizi attivi sono i Crypto Token Metaverse, che hanno acquisito popolarità tra gli investitori e che registrano ampi margini di crescita e di guadagno. Tra le crypto più interessanti figurano Sand, Gala, Enj, Mana, Axs, rispettivamente operanti su Sandbox, Gala Games, Enjin, Decentraland, Axie Infinity. Altro servizio fruibile nel mercato parallelo riguarda la compravendita di azioni legate al Metaverso. Parlare di azioni Metaverso significa parlare di azioni associate a titoli di società quotate che risultano, ad oggi, collegate o inserite del Metaverso. Tra queste rientrano sicuramente Nvidia (NVDA), Meta (FB), Autodesk (ADSK), Shopify (SHOP), Fastly (FSLY), Roblox (RBLX), Amazon (AMZN), Microsoft (MSFT). Tra i principali broker autorizzati per acquistare azioni nel Metaverso ci sono Etoro, Plus500, Capex, Trade.com, Freedom24. Altro business redditizio si basa sulla compravendita di terreni NFT, che costituisce una strategia di diversificazione del portafoglio investimenti. Notevole è il caso di Bored Ape (una raccolta di Non Fungible Token costruita sulla  blockchain di Ethereum, con una collezione di NFT, connubio tra il Metaverso e il mercato immobiliare) che in un solo giorno ha venduto più di mezzo miliardo di dollari di terreni NFT sul Metaverso, mandando in tilt il sistema Ethereum. Un successo, questo, però a rischio bolla, in effetti, ha attirato la malavita cibernetica che è riuscita ad accedere all’account Instagram di Bored Ape, rubando NFT del valore di milioni di dollari. Ma non solo, tra i servizi finanziari derivanti dal Metaverso, non possiamo non citare, oltre alla possibilità, finora descritta, di effettuare pagamenti in valuta digitale, anche il possibile impiego della realtà virtuale (VR) e aumentata (AR) in istituti finanziari e banche al fine di fornire un servizio migliore sia internamente (formazione per i dipendenti) sia esternamente con clienti e potenziali tali. Di recente istituzione è Metaverse 4 Finance Accelerator, il programma italiano di accelerazione per la finanza nel Metaverso, che abbiamo presentato in precedenza in questo articolo. Realizzato da Dpixel, il Venture Incubator del gruppo Sella, con il supporto di Ogr Torino, che ha l’obiettivo di individuare startup nazionali ed internazionali nell’ambito del Metaverso applicato alla finanza e sostenere la crescita.

Tiriamo le somme

Come per qualsiasi innovazione tecnologica che si rispetti, abbiamo parlato dei cosiddetti early adopter, quella nicchia di primi arrivati che, precedendo tutti gli altri sul mercato, hanno vestito la parte di pionieri, scegliendo di investire nel nuovo mondo virtuale. Ma perchè l’hanno fatto? Entrare nel Metaverso significa svecchiare il proprio brand, intercettare nuovi target di consumatori e, successivamente, costituire il punto di partenza per penetrare il segmento delle criptovalute e degli NFT. Inizialmente e, quasi fisiologicamente, c’è stata più visione che sostanza. Ma, come abbiamo appena analizzato, le condizioni e gli asset in ballo sono in espansione e sempre più intrecciati con l’effettiva realtà. Tra chi pensa che sia una bolla pronta a scoppiare e chi crede fortemente nel progetto, il Metaverso sta già registrando un business da centinaia di miliardi di euro, coinvolgendo anche il mercato azionario. Quindi, riprendendo la logica semantica alla base della parola Metaverso, definito come quell’elemento che trascenderà e trasformerà l’universo, sarà davvero così? Probabilmente no, ma sicuramente questo nuovo mondo parallelo cambierà il mondo.

Metaverso: la finanza diventa virtuale. Da JPMorgan al primo mutuo

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Le filiali bancarie chiudono nel mondo reale per aprire nel metaverso

di Deborah Ullasci

Ogni giorno sentiamo notizie con gli approdi di qualcosa o qualcuno nel metaverso, dal calcio agli immobili, dall’abbigliamento di lusso alle auto. Ma come nel mondo reale anche nel metaverso c’è qualcosa che ci perseguita: il mutuo bancario. A ricordarci quanto virtuale e reale saranno concetti superflui.

Il primo mutuo nel metaverso

TerraZero Technologies, azienda di Vancouver, ha emesso uno dei primi mutui nel Metaverso. Ad essere importante per loro è la relazione e la fiducia. I mutui e la disponibilità di finanziamenti accelereranno lo sviluppo e l’adozione del Metaverso. Come un’ipoteca su un immobile fisico, il cliente effettua un pagamento mensile fino all’estinzione del prestito, durante il quale il prestatore possiede il bene ma concede al cliente determinati diritti, come lo sviluppo e l’affitto di proprietà sul proprio terreno. Il cliente ha anche accesso immediato per sviluppare sul proprio terreno, pianificare eventiamministrare i mercati digitali e ospitare il proprio ufficio aziendale interno.

TerraZero ha spiegato che i clienti interessati possono guardare e scegliere offerte ed elenchi (inclusi, ma non limitati, a dimensioni del terreno, posizione ed elementi di costruzione di prefabbricati applicabili) sulla loro piattaforma. I clienti di TerraZero che intendono finanziare l’acquisto di immobili virtuali (rappresentati come token non fungibili ) utilizzeranno gli NFT del cliente come garanzia di asset digitali.

Possono anche proporre altri asset NFT mirati per una transazione individuale basata su mutui. Da qui nascerà quindi l’esigenza di un nuovo consulente moderno. Come per un tipico mutuo nel mondo reale, i clienti devono effettuare pagamenti mensili fino al momento dell’estinzione del mutuo. La terra virtuale (NFT) verrà poi completamente trasferita al cliente.

Sta emergendo un’economia completament nuova.

Perchè le persone dovrebbero chiedere un mutuo nel metaverso?

La quantità di terreni e spazio, in un metaverso decentralizzato come Decentraland, è limitato ed il prezzo sta progressivamente aumentando. Se si volesse costruire un gioco, ospitare un evento o avere un negozio, necessiterai di quegli spazi. Queste attività potranno poi creare valore, anche economico, quindi vigono le stesse regole del mercato tradizionale.

Essendo una risorsa scarsa, nel tempo potrebbe diventare più desiderabile e quindi ci sarà la disponibilità a pagare prezzi più alti. Si pensi che già da ora una parcella di terreno su Decentraland costa dagli 8.000 agli oltre 12.000 dollari. Quelli che hanno vissuto bolle immobiliari nella vita reale, potrebbero dire che è una situazione che si ripete. Altri potrebbero dire che la fortuna aiuta gli audaci. Qualunque sia la propria scuola di pensiero su questo, non c’è dubbio che siamo tutti in un nuovo territorio.

Che cos’è Decentreland?

Decentraland è tra le principali piattaforme di metaverso del momento, un mondo virtuale completamente aperto in cui gli utenti sono chiamati a interagire tra loro come in una vita parallela, socializzando e prendendo parte alle attività e all’economia di Genesis City. Decentraland è anche governato da un’organizzazione autonoma decentralizzata (DAO) che consente ai titolari di token di votare sulle politiche all’interno del metaverse.

Questo mondo è composto da 23 Kmdi terreno virtuale suddiviso in 90.601 terreni, ogni terreno ha una sua coordinata (x,y) ed è associato ad un NFT. Una volta che si è proprietari, si possono creare qualsiasi tipo di contenuto: case, palazzi, opere d’arte, videogiochi, eventi, gestire punti vendita: come un vero e proprio mondo, ogni utente può esplorarlo, visitarlo e partecipare agli eventi proposti dagli altri utenti. Oltre ad acquistare terreni si possono acquistare anche beni e servizi.

E se puoi comprare beni e servizi, indovina? Puoi anche produrli e venderli!. Una caratteristica importante del mercato Decentraland quindi è la sua capacità di consentire alla comunità di creare i propri NFT, caricarli e offrirli in questo mercato. Gli acquisti avvengono tramite la loro (cripto)moneta ufficiale chiamata MANA il cui valore cresce in proporzione alla crescita di Decentreland e si possono acquistare o rivendere negli exchange di cryptovalute.

Il valore di una singola unità di Mana ha un valore al momento pari a  2,74 euro. Occorre però precisare che tale valore è in continuo mutamento, dal momento che l’andamento del mercato varia quotidianamente. Basta infatti osservare il valore avuto in passato dal Mana per notare come vi sia stato un picco di 5,27 euro tra novembre e dicembre 2021 per poi calare nuovamente e, tra alti e bassi, stabilizzarsi su circa 3 euro. Rispetto a molte altre valute, il numero dei MANA è “bloccato” numericamente a 2.194.460.527 token, di cui 1.816.935.591 token in circolazione.

La differenza fondamentale tra piattaforme come Second Life e i metaversi blockchain è l’esistenza di portafogli virtuali. I token, oltre a facilitare la creazione della propria economia all’interno del metaverso, consentono di connettere il gioco con il mondo reale. Cioè, consentono a qualsiasi profitto realizzato all’interno di questi mondi virtuali di essere immediatamente convertito in denaro per il mondo reale. Se sei curioso di capire come è fatto questo nuovo mondo, ti basterà andare su questo link: https://play.decentraland.org/

JPMorgan è la prima banca tradizionale nel metaverso

A poche settimane dall’annuncio del primo mutuo, arriva la notizia dell’apertura della prima banca tradizionale nel metaverso, e non una qualsiasi, tra le più grandi banche mondiali: JPMorgan, che sigilla così il passaggio da moda del momento a realtà da esplorare.

Si proprio JPMorgan, quella banca il cui amministratore delegato è stato uno degli scettici più espliciti di Wall Street nei confronti del bitcoin e delle relative risorse digitali.

I motivi che hanno spinto JPMorgan a entrare nel Metaverso sono essenzialmente due, ovvero il recente aumento dei prezzi dei terreni digitali in Metaversi come Decentraland il cui prezzo medio per un appezzamento di terreno virtuale è raddoppiato in soli sei mesi l’anno scorso, passando da 6.000 dollari a giugno a 12.000 dollari a dicembre (secondo il rapporto Onyx) ed il contemporaneo successo di molte aziende dell’intrattenimento nel virtuale. I marchi più importanti al mondo stanno contribuendo acquistando spazi in modo da poter creare negozi virtuali e altre nuove esperienze monetizzabili.

Al contempo, però, JP Morgan è attenta anche ad illustrare le discrepanze tra l’entusiasmo creato attorno al Metaverso e la realtà dei fatti, spiegando che quest’ultimo deve ancora migliorare sotto diversi aspetti. Secondo JP Morgan il Metaverso rappresenta un mercato da 1 trilione di dollari che, nei prossimi anni si infiltrerà in ogni settore.

Non ci sono dubbi che JP Morgan veda in questa realtà virtuale un importante opportunità di mercato che con gli anni continuerà a diventare sempre più presente nella vita degli utenti. Durante la sessione pre-market di mercoledì le azioni di JPMorgan erano in calo dello 0,14%; al momento della pubblicazione, il token nativo di Decentraland, MANA, era in rialzo giornaliero del 6,9% a 3,27 dollari.

Questa economia di proprietà democratica – ha affermato JP Morgan nel suo rapporto – unita alla possibilità di interoperabilità, potrebbe sbloccare immense opportunità economiche, per cui beni e servizi digitali non sono più vincolati a una singola piattaforma o marchio di gioco.

Da una prospettiva sociale, lo sviluppo di esperienze virtuali più coinvolgenti sta aiutando le persone a costruire comunità basate su valori condivisi e a potersi esprimersi in modi nuovi e diversi.

Conclusioni

Se prima poteva essere dubbia la crescita e lo sviluppo del Metaverso, ora l’unica domanda è quando questa verrà consolidata. A questo proposito sarà necessario valutare quello che sarà il reale impatto del metaverso sulla vita delle persone. Non tutti potrebbero essere pronti ad un cambiamento epocale che avrà con tutta probabilità lo stesso impatto che hanno avuto a loro tempo la rivoluzione di Internet e l’affermarsi dell’ecosistema mobile.

Attualmente, tuttavia, il metaverso è ancora afflitto da una scarsa esperienza dell’utente, limitate prestazioni degli avatar e ci sono ancora questioni salienti come sulle normative e sulle tasse sempre più urgenti da affrontare in un settore che sta diventando sempre più attrattivo.

Aziende come Meta, Apple, Google e Microsoft potrebbero investire nel metaverso oltre 50 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni e, con il progressivo consolidamento delle nuove tecnologie ed esperienze, il ritmo degli investimenti andrà probabilmente ad aumentare parallelamente al numero degli utenti, o forse meglio chiamarli abitanti.

Deborah Ullasci, 18 febbraio 2022

Assedio alla Cgil, le 3 bugie della Lamorgese

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di Redazione www.nicolaporro.it 

Un’autodifesa a spada tratta. Ieri pomeriggio Luciana Lamorgese si è presentata in Parlamento per spiegare come sia potuto succedere che un gruppuscolo di neofascisti mettesse a ferro e fuoco la sede della Cgil a Roma. Ha ammesso alcuni errori, il ministro. Ha respinto la “strategia della tensione” evocata da Giorgia Meloni solo qualche giorno fa. Ma ha anche negativamente sorpreso per la tranquillità con cui ha parlato di quella che, in realtà, può configurarsi come una vera e propria debacle nella gestione dell’ordine pubblico.

Gli errori di valutazione

Scopriamo, ad esempio, che in piazza a controllare la massa di no green pass c’erano poche forze dell’ordine. Troppe poche. Il motivo? Il Viminale non c’aveva capito una mazza. O meglio: ci si è fidati dell’ipotesi formulata dagli organizzatori della manifestazione (“avevano indicato in mille persone il numero orientativo”), si è ipotizzato che potessero essere un pochino di più (“le autorità hanno ritenuto che l’affluenza effettiva si andasse ad attestare sulle 3-4mila unità”) per poi ritrovarsi in Piazza del Popolo tra le 10 e le 12mila personeEvidente la “sproporzione” tra agenti e manifestanti. La questura di Roma aveva messo in campo appena 590 elementi, cui si sono sommati 250 operatori tra Arma e Finanza. In totale solo “840 unità effettive, da ritenersi pienamente adeguato” rispetto “alle stime previsionali”, ma di fatto un’inezia vista la reale affluenza in corteo. Da qui le prime due domande: possibile che “il sistema informativo” abbia cannato così tanto l’analisi? E possibile che non si sia riusciti a rimediare in corso d’opera?

Le bugie sull’assedio alla Cgil

Non torna invece il resoconto del ministro sull’ultimo atto di quel sabato nero. Ovvero il momento in cui un gruppo di manifestanti prende la via che porta alla sede della Cgil e la trasforma in un bivacco di manipoli. Di fronte ai deputati, Lamorgese ha negato che il corteo verso la camera del lavoro fosse stato autorizzato dalle forze dell’ordine, nonostante una nota della questura romana, rivelata dalla Verità, dica esattamente il contrario. Ma il ministro ha anche detto qualcosa di ancor più incredibile. Avete presente il video, mostrato da Quarta Repubblica, in cui si sente Giuliano Castellino, leader di FN, dire alla folla che a breve avrebbero “messo sotto assedio” il sindacato? Ecco: per difendersi dalle accuse di non essersi preparati in tempo, nonostante l’annuncio criminoso, Lamorgese sostiene che no, non fu un “il frutto estemporaneo dell’incitamento di Castellino”, ma ritiene che l’idea “fosse emersa già prima”, quando cioè Luigi Aronica ne aveva fatto esplicita richiesta ai responsabili della sicurezza. Il che è molto peggio. La volontà di dirigersi verso la Cgil era chiara da almeno 15 minuti prima del discorso di Castellino: perché allora non sono state inviati rinforzi alla Cgil? E perché ci si è fidati degli esponenti di Forza Nuova quando hanno assicurato che sotto la sede di Landini si sarebbero limitati a “scandire slogan di protesta e disapprovazione”?

Il resto è storia nota. Circa 3mila partono in corteo, sorprendono le forze dell’ordine, superano il dispositivo in piazza del Brasile e s’avventano sulla Cgil. Vista “l’evidente sproporzione tra la massa dei manifestanti e le Forze dell’ordine in campo”, ammessa dal ministro, fanno ciò che vogliono. Distruggendo i locali del sindacato.

Il mistero Castellino

C’è poi da chiarire un ultimo punto. Per quale motivo Giuliano Castellino, vicesegretario nazionale di Forza Nuova, destinatario di un Daspo, con divieto di partecipare alle manifestazioni sportive, “noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi delinquenziali”, sottoposto a “sorveglianza speciale di pubblica sicurezza” e con obbligo di soggiorno, s’è presentato come se nulla fosse al sit-in dei no green pass? Una settimana fa Lamorgese aveva detto che l’arresto sul posto è stato evitato per non creare ulteriori tensioni, e già la scusa era sembrata deboluccia. Ma perché non è stato impedito che arrivasse in piazza del Popolo? Per Lamorgese è questione di lana caprina. Roba da costituzionalisti. Giuristi di grido. Insomma pare che la giurisprudenza, quella della Cedu e della Corte costituzionale, non permetta l’arresto della persona soggetta a sorveglianza speciale. “Solo la ricorrenza, nel pomeriggio del 9 ottobre, di altri validi motivi di legge, ne hanno potuto giustificare, a diverso titolo, l’arresto”. Non prima. E va detto: fa specie sentirselo dire dopo che per oltre un anno il governo ha imposto lockdown, restrizioni e chiusure. Per l’Italia “stato di emergenza” perenne, per Castellino tutte le garanzie del mondo. Per il forzanovista la Costituzione vale e per gli altri no?

Infine, giusto come ciliegina sulla torta di una relazione decisamente discutibile, va forse sottolineata la spiegazione data per quell’agente che in diversi video si vede “presente all’azione di alcuni esagitati”. Si era ipotizzato si trattasse di un infiltrato, “inquietante retroscena” escluso da Lamorgese. Si trattava però di un poliziotto in borghese della Digos (cosa cambia?) “con compiti di osservazione e monitoraggio e di mediazione con i manifestanti”, lo stesso che poi è stato ripreso mentre reagisce in maniera scomposta nei confronti di un manifestante. Bene. Che ci faceva in quel filmato insieme ad altra gente che cercava di “provocare il ribaltamento di un furgone della polizia”? Per il ministro “quell’operatore stava verificando anche la forza ondulatoria scaricata sul mezzo e che non riuscisse ad essere effettivamente concluso”. Suvvia: “valutare la forza ondulatoria”? Siamo seri? Allora, così, vale tutto.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/assedio-alla-cgil-le-3-bugie-della-lamorgese/

La Lega scrive la “carta dei valori europei” con Orban e Morawiecki

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di Redazione

Importante viaggio del leader della Lega Matteo Salvini con una delegazione guidata dall’On. Lorenzo Fontana, recentemente nominato capodipartimento Esteri del partito, in Ungheria, ospite del premier Victor Orban e alla presenza del premier polacco Morawiecki.

Il Corriere della Sera dedica al veronese Fontana un’intervista nella giornata di ieri. In serata Salvini dirà: “Dall’incontro di oggi a Budapest con il premier ungherese Victor Orbàn e il premier polacco Mateusz Morawiecki, che ringrazio, parte un progetto di “Rinascimento europeo” dopo il Covid: una nuova idea di Europa, che riconosca le proprie radici, fondata su salute, lavoro, sicurezza e controllo dei confini, comuni valori cristiani, cultura, bellezza, identità e libertà. Una visione alternativa all’europa della finanza e della burocrazia, che rimetta al centro i cittadini e sulla quale coinvolgeremo altri leader politici e di governo e rappresentanti del mondo della cultura, delle professioni e dell’impresa, con l’ambizione di diventare il primo gruppo al Parlamento europeo”.

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Il più grande fondo sovrano del mondo: «Compriamo BTp ma con rating junk cambierebbe tutto»

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Segnalazione di Giacomo Bergamaschi

IL VEICOLO NORVEGESE DA MILLE MILIARDI

di Enrico Marro

Siamo investitori di lungo termine nell’Italia dal momento in cui è nato il nostro fondo, e probabilmente lo saremo anche per le prossime generazioni. Non facciamo trading di breve termine e le crisi politiche non hanno effetto sul nostro portafoglio».

Non si lascia influenzare per nulla da spreadrapporto deficit/Pil e speculazioni finanziarie Yngve Slyngstad, ceo del più grande fondo sovrano del mondo, quello norvegese, che poco meno di un anno fa ha superato l’asticella dei mille miliardi di dollari di masse gestite (ben prima che lo facessero Apple e Amazon). A fine 2017 il gigantesco Norges Bank Investment Management, fondato nel 1990, aveva in portafoglio un discreto pezzo di Italia: qualcosa come 11,3 miliardi di dollari in azioni di 127 società tricolori e 5,9 miliardi di dollari tra titoli di Stato e corporate bond di 17 aziende. Una mezza manovra finanziaria.

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http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/finanza-e-mercati/2018-10-03/il-piu-grande-fondo-sovrano-mondo-compriamo-btp-ma-rating-junk-cambia-tutto-092047?fn=swipefeed&id=N_PRPAMAIN/AEZlgBGG&p=0 Continua a leggere

Orribile presentimento: Ponte Morandi non sarà ricostruito e Salvini in galera…

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Ho un orribile presentimento: nessuno ricostruirà il Ponte Morandi. E Salvini in galera.

Ho un orribile presentimento: nessuno ricostruirà il Ponte Morandi. E Salvini in galera.

Allora,  sunteggiamo le iniziative della magistratura. Il pm di Agrigento sale sulla Diciotti e apre un fascicolo “contro ignoti” per “sequestro di persona”. Ha di mira Salvini, ovviamente. Pm di Genova: manda la Finanza  negli uffici di Autostrade a sequestrat “computer e telefonini” della dirigenza. Otto giorni dopo il collasso del Ponte Morandi. Dicesi otto giorni. Tanto tanto tempo per …

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Misteriosa morte di un giornalista che investigava sui finanziamenti di Soros ai gruppi antifa in Europa

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Sembra ormai sulla via dell’archiviazione la morte del giornalista investigativo Bechir Rabani, che si era infiltrato nei gruppi violenti di sinistra come gli antifa ed era  stato trovato morto nel dicembre 2017, poco dopo aver presentato delle denunce sui finaziamenti occulti del finanziere globalista George Soros a queste organizzazioni.

Bechir Rabani, 33 anni, di origine palestinese, con passaporto svedese, era un giornalista indipendente e blogger molto conosciuto in Svezia per le sue inchieste e per le sue rivelazioni circa le collusioni fra i settori dell’alta finanza e le organizzazioni pro immigrazione che operano in Europa. Alcune delle sue inchieste avevano suscitato reazioni ed attacchi dagli ambienti della sinistra mondialista e dai media ufficiali che lo accusavano di “complottismo”.

I sui amici avevano scritto di lui “”Bechir era un combattente caparbio che ha sperato nella giustizia e che senza esitazione ha difeso tutti quelli che non potevano o non osavano. Ricorderemo Bechir per la sua energia, la sua forza trainante e non da ultimo per il suo lavoro”. Continua a leggere

Inutile e vuoto documento vaticano sulla Finanza

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di Andrea Cavalleri

La Congregazione per la Dottrina della Fede e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il 17.05.2018 hanno pubblicato un documento intitolato  “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones”.

L’approccio al problema viene condotto sotto forma di “Considerazioni per un discernimento etico”, cioè una forma ibrida, che non è un chiaro pronunciamento ma solo una vaga esortazione (ma allora c’era il bisogno di scomodare la Congregazione per la Dottrina della Fede?) in linea con lo stile ondivago di tutti gli ultimi scritti provenienti dal Vaticano.

Il tema dell’impatto della finanza sul mondo di oggi era doveroso e va reso atto agli autori dello scritto di avere correttamente sollevato le questioni attuali e reali. Continua a leggere

ONG, finanza e migranti. Il caso Jacques Attali

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di Ilaria Bifarini

ONG, finanza e migranti. Il caso Jacques Attali

Fonte: Scenari Economici

Conosciuto come l’eminenza grigia della politica francese dai tempi di Mitterand e noto per il suo ultraeuropeismo, Jacques Attali è l’uomo che ha scoperto Macron, presentandolo al presidente Hollande del quale è diventato consigliere. A lui viene attribuita la paternità di una frase molto esplicativa sul sentimento elitarista : “Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?”. Meno nota è invece un’altra affermazione dell’illustre economista, professore, finanziere e a lungo consigliere di fiducia dell’Eliseo: “La forma di egoismo più intelligente è l’altruismo”.

La filantropia, questo vezzo umanitarista che sembra contagiare gli uomini di maggiore successo, non ha risparmiato Jacques Attali, che nel 1998 fonda l’associazione no profit Planet Finance. Certo, il nome tradisce un po’ da subito quello che dovrebbe essere il fine umanitario di questa organizzazione che opera in 60 Paesi e offre servizi e consulenze di tipo finanziario, microfinanza per l’esattezza. Finita nell’occhio del ciclone per il trattamento economico “schiavistico” riservato agli stagisti cui si richiedevano requisiti di prim’ordine, la società cambia nome e diventa Positive Planet, evocando nel nome la positività del modello economico di cui si fa portatrice. Continua a leggere

Coop in crisi. Esce Manutencoop e i supermarket …

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Due articoli scritti e segnalati da Antonio Amorosi

GDO, Coop rosse con profitti giù. Tanta finanza, ma addio al mercato.

Coop rosse, profitti in calo. Tanta finanza e arretrano sul mercato. Profitti compensati dal prestito soci che viene usato in finanza.

La “guerra” dentro il mondo coop non è finita ma Manutencoop cambia nome ed esce da Legacoop.

di Antonio Amorosi per il quotidiano La Verità Continua a leggere

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