Gas, Russia dimezza le forniture all’Italia. Stop per la Francia

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di Luca Losito

Continuano a preoccupare i prezzi in continuo aumento dell’energia. Oggi l’allarme per l’Italia è doppio: da un lato c’è la Russia che con Gazprom ha tagliato del 50% le forniture di gas all’Eni, dall’altro c’è lo studio di Confcommercio e Nomisma che ha stimato rincari di oltre il 100% rispetto al 2021 per le imprese sui costi dell’energia. Ma non se la passa bene neppure la Francia.

Nuovo taglio del gas russo all’Italia
Stop al gas russo per la Francia

La Francia non riceve più il flusso dal gasdotto dalla Germania dal 15 giugno. Lo ha reso noto stamattina l’operatore GRTgaz, citando gli effetti della riduzione dei flussi tra Russia e Germania. “Dal 15 giugno, GRTgaz ha notato un’interruzione del flusso fisico tra Francia e Germania. Questo flusso era di circa 60 GWh/giorno (gigawattora al giorno) all’inizio del 2022, che è solo il 10% della capacità del punto di interconnessione”, si legge nella nota. “GRTgaz rimane vigile per il prossimo inverno e invita a continuare a riempire il più possibile i loro impianti di stoccaggio nazionali”, ha affermato in una nota l’operatore di rete, un’unità del principale fornitore di gas francese Engie.Tuttavia, non vi è alcuna preoccupazione per il prossimo inverno, perché la riduzione dei flussi dalla Germania è compensata dall’aumento di quelli dalla spagna e dalla maggiore capacità nei terminal del metano.

Il prezzo dell’energia sale del 110-140% in Italia

Come se non bastasse, prosegue la crescita senza sosta quella del prezzo dell’energia per le imprese del terziario: tra gennaio e aprile 2022, infatti, il prezzo delle offerte di elettricità è salito mediamente del 61%, mentre il prezzo delle offerte gas è aumentato del 21%. Gli aumenti della spesa annuale di elettricità e gas per il terziario sono ancora maggiori raggiungendo una “forchetta” che va da +110% a +140%. Le stime allarmanti emergono dall’Osservatorio Confcommercio Energia, un’analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia.

Secondo le stime del rapporto, per tutte le categorie del settore terziario i dati parlano chiaro: nel mese di aprile 2022, rispetto alle rilevazioni dello scorso gennaio, si stima un incremento del costo delle forniture di energia elettrica che oscilla tra il 50% fino ad oltre l’80%. In particolare, i dati del primo trimestre 2022 (31 gennaio/30 aprile) testimoniano che la spesa annua per il 2022 in elettricità per un albergo tipo può arrivare fino a circa 137.000 euro, con un incremento del 76%, per un ristorante fino a oltre 18.000 euro (+57%), mentre per un negozio alimentare passerà da 23.000 euro a 40.000 euro (circa il 70% in più), per un bar il conto annuale aumenta del 54%, mentre per i negozi non alimentari il rincaro può arrivare addirittura all’87%.

Insomma, se il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia, il 2022 passerà senz’altro alla storia come l’anno della crisi energetica. I numeri parlano chiaro, e il taglio alle forniture di gas imposto dalla Russia non potrà che peggiorare la situazione.

COLPO DI SCENA: LA GERMANIA SFIDA L’UNIONE EUROPEA E ANNUNCIA CHE CONTINUERÀ AD ACQUISTARE GAS RUSSO

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La Germania, la principale potenza economica europea, ha appena espresso il punto di vista opposto rispetto ai suoi vicini europei rifiutando categoricamente un embargo sul gas.

Le sanzioni imposte alla Russia rischiano di ritorcersi contro l’Occidente? In ogni caso, a un mese e mezzo dall’inizio del conflitto in Ucraina, la domanda si pone. Perché i leader europei sono ancora molto divisi sull’embargo sul gas russo imposto da Washington.

Una settimana fa, Viktor Orban, Primo Ministro ungherese, ha apertamente sfidato l’Unione Europea minacciando di pagare in rubli il suo gas russo. Una settimana dopo, è stato il turno di un colosso europeo di rifiutarsi categoricamente di voltare le spalle a Mosca.

Questo gigante in questione non è altro che la Germania. Questo Paese, la prima potenza economica dell’Unione, di cui oltre il 55% del gas proviene dalla Russia , ha detto niet ai suoi partner europei che hanno preferito seguire le orme di Biden sanzionando severamente Vladimir Putin.

Almeno questo è quanto ci ha detto l’agenzia di stampa Reuters . Infatti, secondo questa fonte, che cita un portavoce del governo tedesco, Berlino rifiuta categoricamente per il momento un embargo sul gas e sul petrolio russi, ma rifiuta ugualmente di pagare in rubli i suoi acquisti di gas russo, come Vladimir Putin ora chiede.

La Germania avrebbe anche interesse a rifiutare categoricamente un embargo sul gas russo. Questo perché, secondo le informazioni fornite dal canale Cnn , che cita 5 istituti tedeschi specializzati in economia, Berlino perderebbe quasi 240 miliardi di dollari se non avesse più accesso al gas russo.

Un embargo sulle risorse energetiche russe porterebbe la Germania in una crisi di produzione a causa di un ridimensionamento su larga scala dell’industria, hanno affermato i rappresentanti del colosso chimico europeo BASF.

Come riferiscono fonti specializzate, con riferimento al capo dell’Agenzia federale tedesca delle reti, Klaus Müller, già all’inizio dell’autunno le riserve di gas erano completamente esaurite. Ad oggi il grado di riempimento degli impianti di stoccaggio del gas è stimato al 29%.
La Russia fornisce tra il 30% e il 40% del gas importato all’UE e il 50% alla Germania. E questi volumi al momento non possono essere sostituiti”, ha affermato il servizio stampa di BASF.
Le autorità tedesche stanno valutando la possibilità di introdurre risparmi sui consumi. Tuttavia, non tutte le aziende sono preparate a questo, che inevitabilmente influirà sulla produttività.
Questo spiega il rifiuto di Berlino di adeguarsi alle direttive della UE sull’embargo al gas russo.

Fonti: Es.News Front – Agenzie