MODALITA’ SETTARIE IN UNA SCUOLA VERONESE: INDOTTRINAMENTO E COERCIZIONE

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Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo questa lettera di protesta ricevuta a seguito di quanto accaduto al bambino di 13 anni costretto a salire le scale arcobaleno per seguire la logica LGBT

di Anna Baldassari

La divulgazione della notizia relativa alla punizione scolastica e all’ etichettamento subiti da un minorenne all’Educandato Statale “Agli Angeli” di Verona ha scoperchiato il “vaso di Pandora”, facendo emergere aspetti ben più inquietanti della serpeggiante propaganda LGBT. Sono seguite varie testimonianze di varie categorie scolastiche, le quali hanno esposto le esperienze negative e traumatiche, durante il periodo lavorativo alla guida del Preside M. Bonini.

Il dirigente era già stato segnalato da un sindacato scolastico per maltrattamento del personale scolastico, ma non risulta alcun provvedimento a suo carico da parte dell’USR Veneto. Dalle segnalazioni giunte dal personale scolastico traspare un atteggiamento dispotico e modalità coercitive che escludono l’ascolto e il diritto di contraddittorio. Imposizioni anche assurde, in una scuola frequentata da
bambini, come quelle dell’assoluto silenzio nei luoghi comuni e l’obbligo ai docenti di non personalizzare assolutamente il proprio armadietto. Inoltre, rigide sanzioni e un clima del controllo e del sospetto che stridono con l’immagine millantata di una scuola accogliente e inclusiva. Sorvolando su questioni, comunque abbastanza gravi, quali la rischiosa propaganda ideologica filo ucraina in pieno periodo bellico con la bandiera della nazione estera esposta dalla balconata della scuola, appare interessante focalizzarsi sul clima e le modalità oppressive introdotte dal dirigente fin dall’inizio del suo incarico.

Innanzitutto, sull’atteggiamento compulsivo a imporre l’ideologia gender a scuola tramite un sito istituzionale con lo sfondo arcobaleno, la bandiera arcobaleno esposta in facciata, anche stavolta, camuffata con la scritta “pace”, le circolari e addirittura attività formative irriverenti proposte ai rappresentanti di classe del Liceo come la proiezione durante l’a.s. 2022/2023 del film “Pride”, sul movimento di liberazione gay, in un convento di Valeggio. Infine, l’allestimento nei piani di percorsi iniziatici ed esoterici alla Harry Potter, accompagnati dai manifesti su carta intestata con la rappresentazione della Maga
Magò. Come se ciò non bastasse, il preside ha iniziato a fare propaganda politica anche nei corridoi, affiggendo bandiere dell’Ucraina con l’iscrizione “I stand with Ucraina” e commissionando la realizzazione di felpe per studenti con un logo similare a quello del battaglione Azov. Verrebbe da chiedersi chi autorizzi un dirigente a parlare in nome di tutta la comunità scolastica de “agli Angeli” con siffatte direttive dottrinali e come sia possibile che in una scuola pubblica vengano introdotte modalità coercitive e di indottrinamento analoghi a quelle dei gruppi settari. Continua a leggere

Per un’Italia del “pensiero unico”

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Riceviamo e pubblichiamo questo contributo da parte di un lettore che non conosciamo e che ha esplicitato la veridicità del nome. A quanto correttamente scritto, potremmo raggiungere che, negli ultimi due decenni il Partito Radicale è diventato di massa nel centrosinistra, con l’unica sfumatura d’essere iper-sionista.

di Riccardo Sampaolo

Il Partito Radicale è indubbiamente stato il principale responsabile della modernizzazione dell’Italia e l’artefice indiscusso della grande stagione dei diritti civili, di cui la legge sul divorzio, e il fallimento del referendum del 1974, sono stati lo spartiacque per una nuova Italia, che iniziava a vantarsi di essersi messa finalmente alle spalle la visione cattolica, rurale, sacrale, comunitaria, socializzante, senza accorgersi che si sarebbe passati gradualmente ad abbracciare una continua, inesorabile e quasi infinita normazione ossessiva, che è oramai un aspetto saliente di questo Occidente, sempre meno fondato sulle sue radici classiche o cristiane, e sempre più in balia del pensiero progressista a senso unico, sotto la continua e interminabile egida di una normazione sempre più ossessiva e cavillosa.

Una società tanto più è atomizzata e tanto più ha bisogno di essere sottoposta a legislazione stringente. La legge assume quindi una dimensione che va ben oltre il perimetro all' interno del quale ci si può muovere e diventa sempre più il canale comportamentale esclusivo nei più disparati ambiti, fino a poco tempo prima non normati, riducendo continuamente i liberi margini di autonomia degli individui e desocializzando la comunità.

Il Partito Radicale ieri, e il suo diretto discendente oggi, +Europa, hanno sempre ottenuto consensi limitati, ma nonostante ciò la loro visione del mondo è di fatto oggi imperante; liberismo, atlantismo, femminismo, liberalizzazione dei costumi, americanismo, genderismo, financo immigrazionismo , sono aspetti odierni del nuovo conformismo, dai tratti pesantemente totalizzanti, e sono la quasi interezza del bagaglio culturale-ideologico di tale partito, il quale è messo in frequente, e spesso aprioristico, positivo risalto dalla maggioranza dei media, che rischiano di agire quindi, come pericoloso vettore pensierounicista.

L’impiego sapiente, oculato e insistente della finestra di Overton è stato il principale strumento che ha indotto nelle masse, sempre più atomizzate, l'accettazione di un
percorso, che a un’attenta analisi, ha liberato l'individuo dalla comunità, relegandolo a conflitti permanenti, di tipo orizzontale con le sue più prossime conoscenze, siano esse familiari o di
altra natura, riposizionando l'essenza dello Stato, da garante dei diritti sociali, a strumento per il perseguimento, progressivo e continuo di diritti individuali, la cui individuazione, non di rado
proveniva da settori circoscritti della società, in prevalenza urbana, e quindi non in grado di esprimere un sentire genuinamente popolare di ampio respiro.

Ci troviamo quindi, da tempo, trascinati verso una direzione “valoriale”, il cui motore propulsivo è rappresentato da un piccolo partito, che è stato in grado di infondere, in quasi tutti gli altri, il proprio bagaglio politico, fatto di liberismo, atlantismo, femminismo, liberalizzazione dei costumi, genderismo, che sono oramai l'asse portante dell' ideologia dominante, abbracciata da quasi tutti i partiti politici, di una certa rilevanza, in Italia.

Il quadro è ovviamente desolante, soprattutto per il fatto che il dissenso da tale visione ha sui media una visibilità infima. Un qualsiasi lettore potrebbe comunque chiedersi quale sia il problema di tale capillare
diffusione “valoriale”, e io mi sentirei di rispondergli che il mondo radicalpannelliano è tra i principali artefici di una visione che vede l'Italia come una periferia retrograda dell' Occidente da
modernizzare, attraverso il faro luminoso di un certo mondo anglosassone votato alla pericolosa concezione che esistono solo individui e leggi, e non esiste alcuna società, e tantomeno comunità; è questa la più pericolosa deriva attualmente in corso da tempo, che ha compiuto poderosi passi in avanti, nella direzione sbagliata.

Grave voto del Parlamento europeo su aborto, gender e contro le associazioni pro life

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di ProVita & Famiglia

Il Parlamento Europeo, lo scorso giovedì 19 dicembre, ha approvato una Relazione contenente le raccomandazioni destinate al Consiglio in merito alle priorità dell’Unione Europea e in vista della 69esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile. Un voto dai risvolti gravi e pericolosi, poiché non solo promuove ancora una volta l’aborto e l’Agenda Lgbtqia+, ma è anche un vero e proprio attacco diretto alle associazioni pro life e pro family.

Tra i punti più controversi, infatti, la condanna esplicita dei cosiddetti “movimenti anti-diritti” – termine con cui vengono etichettati coloro che si battono per la vita e la famiglia naturale – accusandoli di ostacolare l’accesso sicuro e legale all’aborto. Si parla persino di adottare misure per limitare i finanziamenti delle associazioni pro life, colpevoli, secondo questa visione, di “attaccare” le persone LGBTQIA+.

Un’Europa che ignora il vero significato della tutela femminile, arrivando a sostenere pratiche e politiche che discriminano proprio le donne o che impediscono loro di essere aiutate e accompagnate durante una gravidanza difficile o indesiderata, è la conseguenza di politiche progressiste e radicali, che niente hanno a che fare con il bene comune e con la salvaguardia dei più fragili. Inoltre, come se non bastasse, una delle ipocrisie più grandi è la promozione dell’utero in affitto, definito eufemisticamente “gestazione per altri”, che schiavizza le donne, riducendole a strumenti di mercato. Allo stesso tempo, si vogliono appiattire le differenze naturali tra uomini e donne, consentendo agli uomini di accedere a spazi riservati alle donne, come sport e spogliatoi, minacciando così la loro sicurezza e dignità, il tutto con la sfiancante propaganda dell’Agenda arcobaleno.

I punti controversi della Relazione

Nel dettaglio ecco quali sono i punti più allarmanti e vergognosi della Relazione, che nelle sue premesse contiene anche un esplicito riferimento alla “risoluzione dell’11 aprile 2024 sull’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE”. Innanzitutto il punto K cita il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne che “in un’indagine relativa alla legislazione polacca in materia di aborto, ha concluso che la configurazione dell’aborto come reato e la sua limitazione discriminano le donne”.  Dopodiché l’articolo 1 (al comma “al”) parla di “eliminare le restrizioni e gli ostacoli giuridici, sociali e pratici all’accesso all’aborto sicuro e legale in tutto il mondo” e sostenere la lotta contro le reti che “si oppongono al diritto della donna di decidere sulla continuazione di una gravidanza”.

Per quanto riguarda, inoltre, le associazioni pro life e pro family, che vengono etichettate come “anti-scelta”, sempre l’articolo 1 (ai punti C e Q) parla di finanziamenti “in crescita a livello mondiale” a favore dei “movimenti anti-genere”. Gli stessi, chiamati anche “anti-diritti”, sarebbero sempre più influenti e secondo la Relazione bisogna condannare i presunti tentativi di “far arretrare, limitare o eliminare le tutele esistenti della parità di genere, anche riguardo alla salute materia sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, nonché tutte le forme di minaccia, intimidazione e molestie, online e offline, nei confronti dei difensori dei diritti umani e delle organizzazioni della società civile che si adoperano per far progredire tali diritti”.

La posizione degli eurodeputati italiani firmatari del Manifesto Valoriale

In questo panorama desolante, vale la pena sottolineare che tutti gli eurodeputati italiani che hanno aderito al Manifesto Valoriale di Pro Vita & Famiglia hanno votato contro questa Relazione. Un gesto significativo che dimostra come la battaglia per i valori della vita, della famiglia e della libertà educativa sia più che mai attuale e necessaria, nonostante la Relazione sia stata comunque approvata.

Un traguardo storico per Pro Vita & Famiglia

Il voto contrario degli eurodeputati firmatari del nostro Manifesto conferma l’importanza dell’azione di Pro Vita & Famiglia, che ha avviato con decisione i lavori del proprio Dipartimento dell’Unione Europea. Inoltre, l’associazione ha recentemente raggiunto un traguardo storico: l’iscrizione nel Registro di Trasparenza dell’UE, un riconoscimento che le permetterà di influenzare direttamente le politiche europee per la vita, la famiglia, la tutela dei minori e la libertà educativa.

Ora più che mai, dunque, è fondamentale unire le forze per contrastare questa deriva ideologica e promuovere una cultura che valorizzi la vita, difenda la dignità della donna e tuteli i diritti della famiglia naturale.

LE BANDIERE IDEOLOGICHE DELLA SINISTRA AL TRAMONTO

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di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2024/05/20/le-bandiere-ideologiche-della-sinistra-al-tramonto/

OSSESSIONE FASCISMO. LE SINISTRE TERMINALI HANNO STANCATO

Abbiamo trascorso una settimana all’insegna delle bandiere ideologiche di una sinistra, ormai terminale, priva di idee, che ha abbandonato i lavoratori per abbracciare il grande Capitale e sostituito la lotta proletaria con quella per i cosiddetti “diritti civili”.

Così, a Verona, la giunta di sinistra guidata dal catto-progressista Damiano Tommasi, qualche  giorno fa ha approvato la mozione 324 del 10/05/2024 firmata da Alessia Rotta (Pd) per la professione di fede antifascista, se si desidera ottenere la concessione di spazi pubblici o pubblicitari, contributi e patrocini.

La “clausola antifascista” è l’inserimento di un comma, all’art. 11 del regolamento comunale per la disciplina del canone patrimoniale di concessione e autorizzazione di sale, suolo o altro, in cui si preveda questa dicitura:”Dichiara di riconoscersi nei principi e valori fondamentali della Costituzione italiana e dello Statuto Comunale, di ripudiare il fascismo e ogni forma di totalitarismo e di condannare l’uso di ogni forma di violenza”.

Il Centrodestra ha votato compatto contrario, per l’inutilità del provvedimento, essendo il periodo di riferimento concluso ben 80 anni fa e gli altri totalitarismi sono comunque crollati nel secolo scorso. Si badi bene che non si cita espressamente il Comunismo, che ha all’attivo almeno 90 milioni di morti nel mondo ed è ideologia “intrinsecamente perversa”, come la definì Papa Pio XI nell’Enciclica di condanna dello stesso, denominata Divini Redemptoris del 19 marzo 1937, perché «spoglia l’uomo della sua libertà […], toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l’assalto degli stimoli ciechi», in cui si cela una «falsa» idea di redenzione.

In compenso, per poter tenere una conferenza o una manifestazione nel Comune scaligero, è necessario ottenere la patente di democraticità dalla maggioranza di sinistra. Con quali criteri? Non è dato a sapersi, perché è implicito che qualsiasi partito, gruppo, associazione esista perché la Costituzione glielo concede. Questo vale, fino a prova contraria, decisa dalla Magistratura, che ne decreti lo scioglimento, in base alla XII disposizione transitoria, che nemmeno i padri costituenti del 1946 ritennero necessario introdurre come definitiva. Non aveva senso, il duce era morto.

Ci pensa Alessia Rotta, più antifascista di Sandro Pertini, che con il Pd e le sigle della galassia sinistra e la benedizione del “chierichetto rosso” nonché sindaco Tommasi pongono una clausola anacronistica e ridicola, perchè nessuno, se non per motivi propagandistici, crede vi siano le condizioni per il ritorno del Fascismo in Italia. A meno che non si voglia utilizzare questa clausola per la censura delle destre, dal momento che in questo periodo, chiunque non la pensi come Schlein o Zan viene etichettato, immediatamente, come fascista. Questa dicotomia da don Camillo e Peppone, proposta nel 2024 col solo Peppone, farebbe sorridere anche il grande Giovannino Guareschi, che farebbe una vignetta o un articolo tagliente su Il Candido.

Di fronte alle sfide e ai drammi quotidiani, anziché dare risposte concrete ai tanti in difficoltà, questi parlano ancora di fascismo/antifascismo? Sic! E lo ha fatto anche il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, nella saletta della Feltrinelli di Verona, assieme a un imbrattatore di muri, per presentare il suo nuovo “best seller” sul ritorno dei fasci (??!!)

Si tratta di un’ autentica ossessione, spesso a fini di lucro, che i più hanno capito, ma che crea disaffezione verso la Politica, in cui non si riconoscono, perché non hanno vissuto quei tempi, e, soprattutto, sono stufi di sentirli usare come una clava contro chiunque sia identitario, tradizionalista, conservatore o non orientato verso il progressismo globalista e mondialista, il gender e il woke. Il 5 giugno alle 21.00 in una pubblica conferenza sulla piattaforma online Skype, il dott. Pietro Cappellari, che ha scritto un libro, fresco di stampa, per quelli di Passaggio al Bosco, dal titolo “L’INVENZIONE DELL’ANTIFASCISMO, la nascita di un instrumentum regni che genera odio e produce violenza”(per info:info.traditio@gmail.com) sarà particolarmente chiaro e farà capire, dati e fatti alla mano, che il nemico del bene comune non sta alla “destra del Padre”.

Implicito è anche il ripudio della violenza, cui andrebbe aggiunto quello della guerra, anche quando si tratta di inviare armi all’estero, perché il Codice di Procedura Penale, di origine fascista (ironia della sorte!) prevede tutte le normative, sia per prevenirla che per reprimerla.

Allargando gli orizzonti all’Europa, la musica, purtroppo, non cambia. Le sinistre devono distrarre l’opinione pubblica dal transumanesimo che stanno preparando e quindi si focalizzano su argomenti assolutamente di retroguardia e dall’interesse di pochi.

Il Consiglio dell’Unione Europea è l’organo in cui sono rappresentati i governi dei 27 paesi membri e detiene il potere legislativo insieme al parlamento. La dichiarazione era stata proposta dalla presidenza di turno belga in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia: è un documento dal valore perlopiù simbolico e senza particolari effetti concreti, che ribadisce concetti già affermati in diversi trattati europei. Decidere di non aderire è insomma una presa di posizione politica, più che il tentativo di evitare imposizioni di qualche tipo. Non hanno firmato il documento: Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, 9 paesi su 27.

La segretaria del PD, Elly Schlein, ha criticato molto la decisione del governo, dicendo che «non è accettabile». Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, responsabile Esteri del partito, ha sostenuto che questa decisione «mina la credibilità internazionale» del Paese – informa il Post – mentre è questa sinistra, dai metodi e dalla mentalità stalinisti che ci fa vergognare all’estero perché ci costringe a dover ribadire ogni giorno che “le foglie sono verdi d’estate”, come scrisse G.K. Chesterton.

Per leggere tutti i numerosi articoli, editoriali e interviste degli ultimi 4 anni, scrivete  Matteo Castagna sul motore di ricerca di  www.informazionecattolica.it 

Gender nelle scuole italiane. Cosa è successo nel 2023?

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di Luca Marcolivio

Il 2023 che si è appena chiuso lo ha fatto con decine di casi di progetti educativi a sfondo Lgbt+ segnalati a Pro Vita & Famiglia. Circa 30, per la precisione 28, addirittura quelli eclatanti segnalati nel Dossier di Pro Vita & Famiglia, e che non tengono ovviamente conto dei piccoli e mai conosciuti piccoli progetti o piccole o grandi allusioni al gender e al mondo Lgbt che, purtroppo, possono verificarsi quotidianamente nelle scuole di ogni ordine e grado.

Dei 28 casi, ben 16 si sono verificati in regioni del Nord, 7 in regioni del Centro e – unica nota positiva – soltanto 2 in regioni del Sud. Senza contare due iniziative di scala nazionale, di derivazione ministeriale.

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Non mancano i casi in cui, i progetti di marca arcobaleno vengono intrapresi all’insaputa del preside o del dirigente scolastico o, comunque, contro la volontà di quest’ultimo. Così è avvenuto, lo scorso gennaio, al liceo classico “Ariosto” di Ferrara. In quell’occasione, a margine di un dibattito su «identità sessuale, eteronormatività, binarismo di genere e patriarcato», il presidente di Arcigay Ferrara, Manuela Macario, aveva “arringato” gli studenti, chiedendo loro pubblicamente: «alzatevi in piedi se siete Lgbt+». Una vera forzatura nei confronti di adolescenti ancora fortemente manipolabili, che suscitò, a suo tempo, la reazione di Pro Vita & Famiglia, che espresse solidarietà alla preside.

A febbraio, sempre in Emilia, per la precisione a San Lazzaro (BO), presso l’Itc Enrico Mattei, è stato distribuito un opuscolo che veicolava espressamente l’ideologia gender, dal titolo più che mai eloquente: «Ognun* decide la propria identità di genere autonomamente e questa identificazione può cambiare nel tempo». A denunciarle l’episodio sono stati il capogruppo della Lega a Bologna Matteo Di Benedetto e Alessandro Russo, consigliere leghista a Rastignano, raccogliendo la testimonianza di un genitore che è voluto rimanere anonimo. «Anni fa – commentarono con amara ironica i due politici locali – si diceva che il Gender non esiste, ora viene propagandato nelle scuole spacciato come percorso di educazione civica».

Ben cinque sono state le segnalazioni relative alla carriera alias a scuola. È avvenuto a marzo, a Brescia, dove persino il ministero del Lavoro e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia si sono fatti promotori di un corso totalmente impregnato di ideologia gender indirizzato ai docenti delle scuole medie, dei licei e di altri istituti secondari di secondo grado. In questa occasione si è parlato di «superamento del binarismo» sessuale, e del «processo di transizione e ricadute sulla scuola, nome di elezione, carriere alias».

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In aprile, a Rimini, presso il Liceo Serpieri è circolato persino un questionario a luci rosse, articolato su domande estremamente imbarazzanti, ai limiti della pornografia; il tutto a supporto di una tesi di laurea in Psicologia e con l’immancabile facoltà di indicare il proprio genere non come femminile o maschile con la “X” di neutro. Tra i morbosi quesiti si chiedeva la frequenza nel guardare i film porno, quali sostanze liquide escono dagli organi sessuali, domande sulle eventuali fantasie erotiche e persino sulla «percezione nell’atto sessuale», E ancora: «Ti senti efficace nel toccare l’altro/a e in quali zone erogene?». Di fronte alle contestazioni dei genitori, il preside del liceo riminese Francesco Tafuro si è difeso asserendo si trattasse di un’iniziativa didattica facoltativa: tesi non condivisa, però, dai politici locali di centrodestra e da un gran numero degli stessi genitori.

Sempre in aprile, stavolta al liceo Grigoletti di Pordenone, la preside Ornella Varin ha comunicato agli studenti che in un piano dell’istituto avrebbero preso forma i «bagni unisex», mentre i servizi degli altri piani avrebbero continuato ad essere «separati per genere», quasi a cercare di imbarazzare meno persone possibili. Se, però, «la novità sarà apprezzata, potremo estenderla», ebbe modo di aggiungere la preside.

Bagni “gender neutral” sono stati adottati anche all’Istituto Comprensivo “Simonetta Salacone” di Roma. Allo scoppio del caso, lo scorso ottobre, fu lo stesso vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, Jacopo Coghe, a ricordare che «l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome e l’identità sessuale di un individuo. L’Alias è poi già anacronistica – aggiunse Coghe – se pensiamo che paesi un tempo pionieri nella transizione sociale e chirurgica come Paesi Bassi, Belgio, Gran Bretagna e vari stati degli Usa stanno facendo marcia indietro sui protocolli per il cambio di sesso, addirittura chiudendo le cliniche come il Tavistock Center di Londra al centro di un pesante scandalo».

Carriera Alias, infine, anche al Liceo classico Pietro Giannone di Benevento, guidato dalla dirigente Teresa De Vito, dove dallo scorso ottobre, i bagni e gli spogliatoi “gender neutrali” vengono scelti in base al criterio del «genere auto-percepito».

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Fonte: https://www.provitaefamiglia.it/blog/gender-nelle-scuole-italiane-cosa-e-successo-nel-2023

Verona dice basta alla propaganda gender

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di Angelica La Rosa

L’UNIVERSITÀ DI VERONA E’ DA ANNI OSTAGGIO DELLA PROPAGANDA GENDER E DOMENICA 26/11 LO SARA’ ANCHE CON IL PATROCINIO DELL’AMMINISTRAZIONE TOMMASI; LA VERONA DELLA FAMIGLIA E DELLA TRADIZIONE LANCIA UN PRESIDIO DI PROTESTA DAVANTI ALLA SALA TOMMASOLI (LARGO ZANDONAI H 17)

Domenica 26 novembre la Sala civica “Tommasoli” ospiterà un convegno sui cosiddetti “diritti trans” organizzata dalle note sigle globaliste veronesi con l’intervento di Alessandro Zan e patrocinato dall’amministrazione Tommasi.

Dall’adesione alla rete RE.A.DY. per intascare altri soldi dalla Regione, insieme al Centro di Ricerca sulle Teorie Sessuali, o meglio Centro di Propaganda Anti Famiglia Naturale “Politesse”, l’Università di Verona ospiterà solo l’ultima, in ordine di tempo, attività conferenziale pro LGBQIA+ con il patrocinio del Comune di Verona.

Ma sono anni che l’Ateneo veronese viene letteralmente usato come luogo di propaganda contro la Famiglia Naturale, come se l’attacco incondizionato alla prima ed unica cellula sociale possibile rappresenti una tranquilla variante sesso-culturale, quando invece è mero mezzo di livellamento e di lavaggio del cervello per studenti, loro famiglie e future generazioni che, in un futuro globalista iper sorvegliato, dovranno vivere ad uso e consumo di quel turbo capitalismo senza differenze, e quindi senza consapevolezza, sociale, etnica, politica e… sessuale.

Riguardo ai promotori e partecipanti all’evento, stendendo un velo pietoso sul Circolo Pink, vogliamo parlare di Alessandro Zan che vorrebbe in galera chi predilige la Famiglia Naturale? E di Jacopo Buffolo, prodotto perfetto del radicalismo chic veronese, comunista e pacifista a seconda dei casi? E del Centro di Ricerca sulle Teorie Sessuali “Politesse” che viene definito “mangia sovvenzioni”, come una qualsiasi cooperativa di accoglienza migranti?

Ma al di là dei singoli, la cosa peggiore è che ormai da anni l’Università di Verona, da luogo di studio, di cultura, di formazione e di consapevolezza sociale critica si è trasformata in una macchina di propaganda gender fluid ad uso e consumo di una minoranza sistematicamente odiatrice dell’Identità, dei valori tradizionali e religiosi e del concetto stesso di Famiglia naturale, discriminandola di fatto “al contrario”.

Per questo è stato organizzato per domenica pomeriggio a partire dalle ore 17 un presidio di protesta davanti alla sala che ospiterà questo convegno, senza simboli di partito e al quale tutti potranno aderire, sia come movimenti, sia come associazioni ma anche come singoli cittadini.

 

Aderiscono: 

− Palmarino Zoccatelli, Comitato Veneto Indipendente;

− Roberto Bussinello, Avvocato;

− Vito Comencini, Ex Deputato;

− Stefano Valdegamberi, Consigliere Regionale Veneto;

− Luca Castellini, Vice Segr. Naz. Forza Nuova;

− Riccardo Zanini, Resp. Naz. Lotta Studentesca;

− Francesca Menin;

− Gloria Callarelli, Fahrenheit2022;

− Maurizio Ruggero, Comitato Pasque

− Prof. Davide Lovat di Vicenza, saggista

− Avv. Andrea Sartori, Portavoce Naz. Circolo Christus Rex – Traditio; 

− Paolo Bellavite, già Professore di Patologia Generale a Verona, ricercatore indipendente da giugno 2021;

− Alberto Zelger, ex-candidato sindaco e membro del Comitato esecutivo del XIII World Congress of Families.

Pro Vita: 22.000 firme contro il gender nella sanità pubblica

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Segnalazione di Jacopo Coghe

missione compiuta!

Venerdì scorso, forte del tuo sostegno e di quello di migliaia di cittadini che hanno firmato la nostra petizione, mi sono recato presso l’Istituto Superiore di Sanità.

Posso dirti con orgoglio che il tuo messaggio ha raggiunto chi di dovere: ho personalmente consegnato più di 22.000 firme contro il gender nella sanità pubblica direttamente nelle mani del nuovo presidente entrante dell’ISS, Rocco Bellantone.

Vuoi sapere più nel dettaglio com’è andata? Clicca sul video qui sotto:

C’è un fatto importante che devo condividere con te: Bellantone non era a conoscenza delle linee guida LGBTQ promosse dal suo predecessore Silvio Brusaferro…

Grazie alla campagna di Pro Vita & Famiglia e ai 22.000 cittadini che hanno firmato la nostra petizione, ora Bellantone ne è consapevole.

Matteo, questo dimostra quanto sia importante la tua firma e la nostra azione congiunta quando ci uniamo per una causa comune.

Ma ancora non è tempo di festeggiare, perché nonostante questo importante traguardo, non possiamo ancora dichiarare vittoria.

Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di mettere al corrente delle linee guida anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. 

Dobbiamo assicurarci che il Ministero della Salute organizzi il prima possibile un tavolo di discussione. Questo dovrebbe avvenire in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla Medicina di Genere e l’ISS, con l’obiettivo principale di ritirare le linee guida LGBTQ.

È essenziale per noi assicurarci che l’ISS non indirizzi i minori più fragili e vulnerabili nelle braccia ideologiche delle associazioni arcobaleno, proprio come indicato nelle sue attuali linee guida.

Matteo, il tuo aiuto sarà fondamentale per raggiungere anche il Ministro della Salute. Conto su di te!

E ricorda: la tua voce, insieme a quella di migliaia di altri, sta davvero facendo la differenza.

In alto i cuori,

Jacopo Coghe
Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus

P.S. hai già condiviso il video della nostra azione all’Istituto Superiore di Sanità? Se non lo hai ancora fatto, per favore Matteo, CLICCA QUI per aprire il video e per condividerlo su tutte le tue piattaforme social (Facebook, Instagram, Telegram, Twitter [X]) con tutti i tuoi contatti. Grazie!

Le Tavole di Assisi del mondo conservatore italiano

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di Redazione

La galassia conservatrice italiana si è riunita ad Assisi. Il risultato è condivisibile. Le parole dell’Avv. Gianfranco Amato sono state, come sempre, ascoltate e molto efficaci.(VIDEO IN FONDO ALL’ARTICOLO)

“Vedo con speranza una certa sinergia tematica – dice Matteo Castagna, Responsabile del Circolo Christus Rex – inerente quella che viene chiamata la “controrivoluzione cristiana del buon senso”, che va dalla galassia conservatrice italiana al mondo cattolico tradizionalista, al messaggio principale del best seller gel gen. Vannacci. Sebbene, ovviamente, con le proprie differenze, sensibilità e specificità, si sta palesando una volontà di raddrizzare il mondo, partendo dal nostro piccolo, sebbene siamo convinti che la “maggioranza silenziosa”, tipica espressione del nostro Paese, sia con noi. Gli italiani sono stufi delle minoranze che opprimono, fingendosi oppresse. per dirla alla Belpietro. La rivoluzione antropologica in atto deve avere una risposta concreta, integralmente controrivoluzionaria, quindi integralmente cattolica e quindi marciare divisi per colpire uniti con tutti coloro che la pensano come noi”.

Segnalazione di Pro Vita & Famiglia

di Toni Brandi

“Da Assisi riparte la controrivoluzione del buon senso!”

Con un cuore fortificato e pieno di speranza sono appena rientrato dal convegno “Le Tavole di Assisi”: due giorni di dibattito su nove temi riguardanti le sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare.Un evento unico e di grande successo (ti basti guardare la foto qui sotto – tutto esaurito dopo solo tre settimane dal lancio!).

Il contributo di relatori di altissimo livello ha fatto emergere due punti essenziali e urgenti che devo condividere con te:

  1. È in atto un attacco rivoluzionario antropologico – culturale e politico -che ha come obiettivo la dissoluzione ideologica della sacralità della vita, del matrimonio, della famiglia e della struttura sociale basata sulla differenza sessuale.
  2. Circolo, io e te siamo l’unica speranza per una controrivoluzione cristiana e del buon senso.

Per troppo tempo i valori basilari della società umana e del sentire comune, fondati su criteri di dignità umana e giustizia sociale sono stati discriminati.

Le conseguenze di una mancata presa di posizione forte sono davanti agli occhi di tutti: bambini vittime della droga, del porno, dell’indottrinamento gender nelle scuole e di una feroce ipersessualizzazione.

…la dissoluzione del matrimonio, la decostruzione della famiglia, l’attacco alla figura paterna e alla maternità tramite l’utero in affitto, i falsi tentativi di “ottimizzare” la vita umana a costo di sacrificare con l’aborto la vita di milioni di bambini innocenti e la vita di malati e anziani per mezzo dell’eutanasia.

Oggi, di fronte a questa follia dilagante, siamo chiamati a ribadire l’ovvietà.

Il matrimonio è lo specchio dell’amore incondizionato verso l’altro, dove viene accolta la vita. Le persone si dividono in uomini e donne, i bambini nascono da un uomo e una donna e non si comprano e sono persone sin dal concepimento. Stiamo parlando di ovvietà.

Eppure ci ritroviamo a dover parlare di queste cose, ad avere la responsabilità e la necessità di farlo. Questo è eloquente del mondo che ci circonda. Se siamo costretti a dover ribadire l’ovvio vuol dire che c’è un enorme problema.

Abbiamo la responsabilità e la necessità di promuovere una controrivoluzione al pensiero unico dilagante.

In questi anni, con Pro Vita & Famiglia abbiamo acceso piccoli fuochi di speranza, che pian piano si sono ampliati e sono diventati veri e propri focolai (il successo delle Tavole di Assisi ne è una dimostrazione).

A Pro Vita & Famiglia abbiamo gli strumenti, il coraggio, la tenacia per contrastare questi attacchi alla vita, alla famiglia e alla libertà educativa. Ma tutti i nostri sforzi sarebbero vani senza il tuo sostegno costante.

Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni tua azione con Pro Vita & Famiglia può fare la differenza e contribuire nella nostra lotta comune.

Circolo, so che condividi le mie stesse preoccupazioni. Ma vorrei che condividessi con me la mia stessa speranza. Dobbiamo essere coraggiosi e avere paura solo di avere paura!

Da Assisi facciamo ripartire la controrivoluzione del buonsenso e del pensiero cristiano. Avanti tutta!

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IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI GIANFRANCO AMATO: “Cosa c’e’ dietro la carriera alias?”

 

 

 

 

 

 

Carriera alias: la situazione si aggrava e il tempo è quasi scaduto!

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di Toni Brandi

Ciao Circolo,

appena pochi giorni fa, un nostro sostenitore e padre di famiglia, mi ha scritto più o meno queste parole:

“Malgrado tutto, è successo, proprio come avevate previsto. Pochi giorni fa il consiglio d’Istituto del Liceo di mia figlia ha approvato la Carriera alias. Temiamo che a breve verranno organizzate altre iniziative gender. Vi chiedo aiuto…”

Circolo, queste sono le parole allarmate di un genitore preoccupato per il futuro della propria figlia. E se pensi che sia un caso isolato, ti sbagli:

Riceviamo continuamente segnalazioni allarmanti e richieste di aiuto provenienti da genitori e docenti in ogni parte d’Italia…

La Carriera alias (cioè l’incarnazione dell’ideologia gender nelle scuole), contro cui lottiamo tenacemente da mesi, sta diventando una realtà per molti studenti italiani.

È solo questione di tempo (se non è già successo): anche nella scuola di tuo figlio o di tuo nipote si diffonderanno gli “studenti transgender”, i “bagni gender neutral” e i corsi Lgbtqia se non riusciremo a BLOCCARE definitivamente questa deriva nel mondo della scuola…

Ecco perché oggi ti scrivo con estrema urgenza. A partire da OGGI, le scuole stanno riaprendo in tre regioni e nelle prossime settimane le altre seguiranno. Ogni giorno che passa è un giorno in più in cui i nostri bambini e adolescenti sono esposti a queste iniziative, se non facciamo qualcosa per fermarle.

E noi, Circolo, sappiamo esattamente come fermarle (come ti spiegherò tra pochissimo), ma per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto:

Puoi donare ora 35 euro o 50 euro per contribuire alla campagna contro il gender nelle scuole? Le scuole stanno riaprendo e servono subito altre risorse per realizzare le iniziative che possono (davvero) portare alla vittoria su questo fronte!

Puoi donare ora con bonifico o bollettino postale usando i dati in fondo alla mail

Grazie all’aiuto dei nostri sostenitori, abbiamo fatto passi da gigante contro la piaga del gender nelle scuole:

  • l’Arcigay ha confessato che, da quando Pro Vita & Famiglia è scesa in campo, è diventato molto più difficile introdurre nelle scuole iniziative gender e Lgbtqia;
  • Molti politici, sia a livello nazionale che regionale, stanno prendendo coraggio e hanno presentato (o stanno per presentare) mozioni contro la diffusione della Carriera alias nella scuole;
  • Diverse scuole hanno annullato la Carriera alias dopo aver ricevuto la diffida di Pro Vita & Famiglia, nell’ambito della più vasta azione legale mai promossa contro il gender in Italia;
  • Abbiamo raggiunto centinaia di parlamentari per sensibilizzarli sulle criticità della Carriera alias tramite un dossier e altre iniziative di informazione;
  • Abbiamo realizzato affissioni stradali e camion vela in molte città per informare i cittadini sulla realtà dei pericoli dell’indottrinamento gender;
  • Siamo intervenuti in decine di scuole a richiesta di genitori preoccupati, spesso riuscendo a difendere i diritti della famiglia o a bloccare le iniziative gender sul nascere.

Inoltre, stiamo seguendo minuziosamente ogni mossa del Ministero dell’Istruzione e del Governo…

Però, Circolo, ci sono anche sviluppi preoccupanti:

Il numero di scuole che hanno approvato la Carriera alias continua ad aumentare (ora sono oltre 250) e le richieste di aiuto delle famiglie continuano ad arrivare.

Inoltre, il Governo sta predisponendo nuove linee guida per lo svolgimento in classe di attività legate alla sfera sessuale e affettiva dei nostri giovani.

Circolo, potrebbe sembrare paradossale, ma c’è il rischio concreto che un Governo di centrodestra, forse con le migliori intenzioni, possa involontariamente spianare la strada al gender nelle scuole.

Immagina le conseguenze: spazi dedicati all’educazione di “genere” che potrebbero diventare tribune politiche in mano ad associazioni arcobaleno e collettivi ultra-femministi…

È fondamentale agire ora: non possiamo permetterci di essere sorpresi dalla rapidità con cui l’ideologia gender si sta diffondendo nelle scuole. La riapertura delle scuole è arrivata e il tempo stringe:

Ogni singola donazione, anche quella più piccola, ci permette di agire con tempestività, di intercettare ogni singolo caso come quello del padre che mi ha scritto, e di mettere in campo le risorse necessarie per combattere la Carriera alias e l’indottrinamento gender nelle nostre scuole.

Ti chiedo di nuovo: sei pronto a sostenerci in questo momento critico? Dona oggi 35 euro o 50 euro per sconfiggere, insieme a Pro Vita & Famiglia, l’epidemia gender nelle scuole!

Puoi donare ora con bonifico o bollettino postale usando i dati in fondo alla mail

La tua donazione ci permetterà di potenziare le azioni di pressione sul Ministero dell’Istruzione e sul Governo, sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, sostenere studenti e genitori, e continuare le azioni legali necessarie per proteggere i nostri figli.

Gli sviluppi nelle prossime settimane saranno cruciali e – forse – decideranno la sconfitta o la vittoria in questa battaglia per l’innocenza dei nostri figli…

I nostri figli e nipoti hanno diritto ad un’istruzione libera da ideologie e pratiche aberranti. E solo con il tuo sostegno possiamo evitare la deriva ideologica del mondo dell’Istruzione.

Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni donazione, piccola o grande, contribuirà a proteggere l’innocenza dei nostri figli e nipoti.

Circolo, sappiamo che condividi la nostra preoccupazione. Con il tuo aiuto, possiamo fare la differenza e contrastare l’avanzare dell’ideologia.

Con rinnovato spirito e determinazione… Avanti tutta!

“Le donne non hanno il pene”. E lo censurano

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L’OVVIO SOTTO ATTACCO NELLA SOCIETA’ FLUIDA E DISTOPICA DEL III° MILLENNIO (N.D.R.)
IL CASO A EDIMBURGO
Graham Linehan escluso dal Fringe di Edimburgo per le sue opinioni sul gender. Il locale: “Non in linea coi nostri valori”. La protesta dei fan

Il dibattito sulla libertà di espressione nella comicità è arrivato ai livelli più alti in seguito alla cancellazione dell’evento del famoso scrittore di Father TedGraham Linehan, al Fringe festival di Edimburgo. Come riportato dal Daily Mail, l’evento è stato interrotto a causa delle sue visioni critiche sulla questione di genere, scatenando indignazione tra i fan e critiche verso il festival stesso. Il locale che doveva ospitarlo, il Leith Arches, ha detto di aver annullato l’evento perché le opinioni dell’artista sulle questioni transgender non erano “in linea con i nostri valori generali”. “Non supportiamo questo comico o le sue opinioni e non gli sarà permesso di esibirsi nella nostra sede”.

La posizione di Linehan sulle questioni di genere

Linehan è famoso per la sua ferma credenza che le donne non possono avere un pene e “chiunque sostenga il contrario è un estremista”. Una posizione molto netta contro la possibilità di “autoidentificazione” del genere. Le sue opinioni però hanno portato all’annullamento del suo spettacolo al Leith Arches di Edimburgo, decisione che Linehan ha deciso di sfidare con una performance all’aperto davanti al Parlamento scozzese a Holyrood. Questa iniziativa ha attirato un considerevole numero di fan e ha suscitato molti commenti, tra cui quello di una spettatrice che ha dichiarato: “È osceno che sia stato cancellato per opinioni che la maggioranza della popolazione ha”.

Linehan contro gli attivisti trans

Nonostante le paure di possibili scontri con gruppi trans, lo spettacolo si è svolto senza intoppi. Linehan ha energicamente dichiarato alla stampa che “gli attivisti per i diritti dei trans devono essere completamente sconfitti”, elogiando i suoi fan per il loro sostegno e rivelando come la pressione su di lui e la sua famiglia l’abbia fatto ricorrere ai farmaci per l’ansia.

La libertà di espressione comica sotto attacco?

Il dibattito sulla libertà di espressione comica si è inasprito quando Andrew Doyle, organizzatore dello spettacolo Comedy Unleashed di Linehan, si è rivolto a Twitter annunciando che anche il locale alternativo aveva cancellato l’evento. Tuttavia, Linehan ha deciso di svolgere comunque lo spettacolo di fronte al parlamento scozzese, dichiarando al termine della performance: “Non ho mai visto nulla di così folle come gli ultimi due giorni”.

Linehan, attraverso le sue azioni, non ha solo sfidato le decisioni del festival, ma ha anche sollevato nuove domande sulla libertà di espressione nel mondo della comicità, mettendo in evidenza la tensione tra le opinioni personali degli artisti e le sensibilità del pubblico.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/le-donne-non-hanno-il-pene-e-lo-censurano/

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