LE BANDIERE IDEOLOGICHE DELLA SINISTRA AL TRAMONTO

Condividi su:

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2024/05/20/le-bandiere-ideologiche-della-sinistra-al-tramonto/

OSSESSIONE FASCISMO. LE SINISTRE TERMINALI HANNO STANCATO

Abbiamo trascorso una settimana all’insegna delle bandiere ideologiche di una sinistra, ormai terminale, priva di idee, che ha abbandonato i lavoratori per abbracciare il grande Capitale e sostituito la lotta proletaria con quella per i cosiddetti “diritti civili”.

Così, a Verona, la giunta di sinistra guidata dal catto-progressista Damiano Tommasi, qualche  giorno fa ha approvato la mozione 324 del 10/05/2024 firmata da Alessia Rotta (Pd) per la professione di fede antifascista, se si desidera ottenere la concessione di spazi pubblici o pubblicitari, contributi e patrocini.

La “clausola antifascista” è l’inserimento di un comma, all’art. 11 del regolamento comunale per la disciplina del canone patrimoniale di concessione e autorizzazione di sale, suolo o altro, in cui si preveda questa dicitura:”Dichiara di riconoscersi nei principi e valori fondamentali della Costituzione italiana e dello Statuto Comunale, di ripudiare il fascismo e ogni forma di totalitarismo e di condannare l’uso di ogni forma di violenza”.

Il Centrodestra ha votato compatto contrario, per l’inutilità del provvedimento, essendo il periodo di riferimento concluso ben 80 anni fa e gli altri totalitarismi sono comunque crollati nel secolo scorso. Si badi bene che non si cita espressamente il Comunismo, che ha all’attivo almeno 90 milioni di morti nel mondo ed è ideologia “intrinsecamente perversa”, come la definì Papa Pio XI nell’Enciclica di condanna dello stesso, denominata Divini Redemptoris del 19 marzo 1937, perché «spoglia l’uomo della sua libertà […], toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l’assalto degli stimoli ciechi», in cui si cela una «falsa» idea di redenzione.

In compenso, per poter tenere una conferenza o una manifestazione nel Comune scaligero, è necessario ottenere la patente di democraticità dalla maggioranza di sinistra. Con quali criteri? Non è dato a sapersi, perché è implicito che qualsiasi partito, gruppo, associazione esista perché la Costituzione glielo concede. Questo vale, fino a prova contraria, decisa dalla Magistratura, che ne decreti lo scioglimento, in base alla XII disposizione transitoria, che nemmeno i padri costituenti del 1946 ritennero necessario introdurre come definitiva. Non aveva senso, il duce era morto.

Ci pensa Alessia Rotta, più antifascista di Sandro Pertini, che con il Pd e le sigle della galassia sinistra e la benedizione del “chierichetto rosso” nonché sindaco Tommasi pongono una clausola anacronistica e ridicola, perchè nessuno, se non per motivi propagandistici, crede vi siano le condizioni per il ritorno del Fascismo in Italia. A meno che non si voglia utilizzare questa clausola per la censura delle destre, dal momento che in questo periodo, chiunque non la pensi come Schlein o Zan viene etichettato, immediatamente, come fascista. Questa dicotomia da don Camillo e Peppone, proposta nel 2024 col solo Peppone, farebbe sorridere anche il grande Giovannino Guareschi, che farebbe una vignetta o un articolo tagliente su Il Candido.

Di fronte alle sfide e ai drammi quotidiani, anziché dare risposte concrete ai tanti in difficoltà, questi parlano ancora di fascismo/antifascismo? Sic! E lo ha fatto anche il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, nella saletta della Feltrinelli di Verona, assieme a un imbrattatore di muri, per presentare il suo nuovo “best seller” sul ritorno dei fasci (??!!)

Si tratta di un’ autentica ossessione, spesso a fini di lucro, che i più hanno capito, ma che crea disaffezione verso la Politica, in cui non si riconoscono, perché non hanno vissuto quei tempi, e, soprattutto, sono stufi di sentirli usare come una clava contro chiunque sia identitario, tradizionalista, conservatore o non orientato verso il progressismo globalista e mondialista, il gender e il woke. Il 5 giugno alle 21.00 in una pubblica conferenza sulla piattaforma online Skype, il dott. Pietro Cappellari, che ha scritto un libro, fresco di stampa, per quelli di Passaggio al Bosco, dal titolo “L’INVENZIONE DELL’ANTIFASCISMO, la nascita di un instrumentum regni che genera odio e produce violenza”(per info:info.traditio@gmail.com) sarà particolarmente chiaro e farà capire, dati e fatti alla mano, che il nemico del bene comune non sta alla “destra del Padre”.

Implicito è anche il ripudio della violenza, cui andrebbe aggiunto quello della guerra, anche quando si tratta di inviare armi all’estero, perché il Codice di Procedura Penale, di origine fascista (ironia della sorte!) prevede tutte le normative, sia per prevenirla che per reprimerla.

Allargando gli orizzonti all’Europa, la musica, purtroppo, non cambia. Le sinistre devono distrarre l’opinione pubblica dal transumanesimo che stanno preparando e quindi si focalizzano su argomenti assolutamente di retroguardia e dall’interesse di pochi.

Il Consiglio dell’Unione Europea è l’organo in cui sono rappresentati i governi dei 27 paesi membri e detiene il potere legislativo insieme al parlamento. La dichiarazione era stata proposta dalla presidenza di turno belga in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia: è un documento dal valore perlopiù simbolico e senza particolari effetti concreti, che ribadisce concetti già affermati in diversi trattati europei. Decidere di non aderire è insomma una presa di posizione politica, più che il tentativo di evitare imposizioni di qualche tipo. Non hanno firmato il documento: Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, 9 paesi su 27.

La segretaria del PD, Elly Schlein, ha criticato molto la decisione del governo, dicendo che «non è accettabile». Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, responsabile Esteri del partito, ha sostenuto che questa decisione «mina la credibilità internazionale» del Paese – informa il Post – mentre è questa sinistra, dai metodi e dalla mentalità stalinisti che ci fa vergognare all’estero perché ci costringe a dover ribadire ogni giorno che “le foglie sono verdi d’estate”, come scrisse G.K. Chesterton.

Per leggere tutti i numerosi articoli, editoriali e interviste degli ultimi 4 anni, scrivete  Matteo Castagna sul motore di ricerca di  www.informazionecattolica.it 

Gender nelle scuole italiane. Cosa è successo nel 2023?

Condividi su:

di Luca Marcolivio

Il 2023 che si è appena chiuso lo ha fatto con decine di casi di progetti educativi a sfondo Lgbt+ segnalati a Pro Vita & Famiglia. Circa 30, per la precisione 28, addirittura quelli eclatanti segnalati nel Dossier di Pro Vita & Famiglia, e che non tengono ovviamente conto dei piccoli e mai conosciuti piccoli progetti o piccole o grandi allusioni al gender e al mondo Lgbt che, purtroppo, possono verificarsi quotidianamente nelle scuole di ogni ordine e grado.

Dei 28 casi, ben 16 si sono verificati in regioni del Nord, 7 in regioni del Centro e – unica nota positiva – soltanto 2 in regioni del Sud. Senza contare due iniziative di scala nazionale, di derivazione ministeriale.

STOP GENDER A SCUOLA – FIRMA QUI!

Non mancano i casi in cui, i progetti di marca arcobaleno vengono intrapresi all’insaputa del preside o del dirigente scolastico o, comunque, contro la volontà di quest’ultimo. Così è avvenuto, lo scorso gennaio, al liceo classico “Ariosto” di Ferrara. In quell’occasione, a margine di un dibattito su «identità sessuale, eteronormatività, binarismo di genere e patriarcato», il presidente di Arcigay Ferrara, Manuela Macario, aveva “arringato” gli studenti, chiedendo loro pubblicamente: «alzatevi in piedi se siete Lgbt+». Una vera forzatura nei confronti di adolescenti ancora fortemente manipolabili, che suscitò, a suo tempo, la reazione di Pro Vita & Famiglia, che espresse solidarietà alla preside.

A febbraio, sempre in Emilia, per la precisione a San Lazzaro (BO), presso l’Itc Enrico Mattei, è stato distribuito un opuscolo che veicolava espressamente l’ideologia gender, dal titolo più che mai eloquente: «Ognun* decide la propria identità di genere autonomamente e questa identificazione può cambiare nel tempo». A denunciarle l’episodio sono stati il capogruppo della Lega a Bologna Matteo Di Benedetto e Alessandro Russo, consigliere leghista a Rastignano, raccogliendo la testimonianza di un genitore che è voluto rimanere anonimo. «Anni fa – commentarono con amara ironica i due politici locali – si diceva che il Gender non esiste, ora viene propagandato nelle scuole spacciato come percorso di educazione civica».

Ben cinque sono state le segnalazioni relative alla carriera alias a scuola. È avvenuto a marzo, a Brescia, dove persino il ministero del Lavoro e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia si sono fatti promotori di un corso totalmente impregnato di ideologia gender indirizzato ai docenti delle scuole medie, dei licei e di altri istituti secondari di secondo grado. In questa occasione si è parlato di «superamento del binarismo» sessuale, e del «processo di transizione e ricadute sulla scuola, nome di elezione, carriere alias».

STOP GENDER A SCUOLA – FIRMA QUI!

In aprile, a Rimini, presso il Liceo Serpieri è circolato persino un questionario a luci rosse, articolato su domande estremamente imbarazzanti, ai limiti della pornografia; il tutto a supporto di una tesi di laurea in Psicologia e con l’immancabile facoltà di indicare il proprio genere non come femminile o maschile con la “X” di neutro. Tra i morbosi quesiti si chiedeva la frequenza nel guardare i film porno, quali sostanze liquide escono dagli organi sessuali, domande sulle eventuali fantasie erotiche e persino sulla «percezione nell’atto sessuale», E ancora: «Ti senti efficace nel toccare l’altro/a e in quali zone erogene?». Di fronte alle contestazioni dei genitori, il preside del liceo riminese Francesco Tafuro si è difeso asserendo si trattasse di un’iniziativa didattica facoltativa: tesi non condivisa, però, dai politici locali di centrodestra e da un gran numero degli stessi genitori.

Sempre in aprile, stavolta al liceo Grigoletti di Pordenone, la preside Ornella Varin ha comunicato agli studenti che in un piano dell’istituto avrebbero preso forma i «bagni unisex», mentre i servizi degli altri piani avrebbero continuato ad essere «separati per genere», quasi a cercare di imbarazzare meno persone possibili. Se, però, «la novità sarà apprezzata, potremo estenderla», ebbe modo di aggiungere la preside.

Bagni “gender neutral” sono stati adottati anche all’Istituto Comprensivo “Simonetta Salacone” di Roma. Allo scoppio del caso, lo scorso ottobre, fu lo stesso vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, Jacopo Coghe, a ricordare che «l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome e l’identità sessuale di un individuo. L’Alias è poi già anacronistica – aggiunse Coghe – se pensiamo che paesi un tempo pionieri nella transizione sociale e chirurgica come Paesi Bassi, Belgio, Gran Bretagna e vari stati degli Usa stanno facendo marcia indietro sui protocolli per il cambio di sesso, addirittura chiudendo le cliniche come il Tavistock Center di Londra al centro di un pesante scandalo».

Carriera Alias, infine, anche al Liceo classico Pietro Giannone di Benevento, guidato dalla dirigente Teresa De Vito, dove dallo scorso ottobre, i bagni e gli spogliatoi “gender neutrali” vengono scelti in base al criterio del «genere auto-percepito».

STOP GENDER A SCUOLA – FIRMA QUI!

Fonte: https://www.provitaefamiglia.it/blog/gender-nelle-scuole-italiane-cosa-e-successo-nel-2023

Verona dice basta alla propaganda gender

Condividi su:

di Angelica La Rosa

L’UNIVERSITÀ DI VERONA E’ DA ANNI OSTAGGIO DELLA PROPAGANDA GENDER E DOMENICA 26/11 LO SARA’ ANCHE CON IL PATROCINIO DELL’AMMINISTRAZIONE TOMMASI; LA VERONA DELLA FAMIGLIA E DELLA TRADIZIONE LANCIA UN PRESIDIO DI PROTESTA DAVANTI ALLA SALA TOMMASOLI (LARGO ZANDONAI H 17)

Domenica 26 novembre la Sala civica “Tommasoli” ospiterà un convegno sui cosiddetti “diritti trans” organizzata dalle note sigle globaliste veronesi con l’intervento di Alessandro Zan e patrocinato dall’amministrazione Tommasi.

Dall’adesione alla rete RE.A.DY. per intascare altri soldi dalla Regione, insieme al Centro di Ricerca sulle Teorie Sessuali, o meglio Centro di Propaganda Anti Famiglia Naturale “Politesse”, l’Università di Verona ospiterà solo l’ultima, in ordine di tempo, attività conferenziale pro LGBQIA+ con il patrocinio del Comune di Verona.

Ma sono anni che l’Ateneo veronese viene letteralmente usato come luogo di propaganda contro la Famiglia Naturale, come se l’attacco incondizionato alla prima ed unica cellula sociale possibile rappresenti una tranquilla variante sesso-culturale, quando invece è mero mezzo di livellamento e di lavaggio del cervello per studenti, loro famiglie e future generazioni che, in un futuro globalista iper sorvegliato, dovranno vivere ad uso e consumo di quel turbo capitalismo senza differenze, e quindi senza consapevolezza, sociale, etnica, politica e… sessuale.

Riguardo ai promotori e partecipanti all’evento, stendendo un velo pietoso sul Circolo Pink, vogliamo parlare di Alessandro Zan che vorrebbe in galera chi predilige la Famiglia Naturale? E di Jacopo Buffolo, prodotto perfetto del radicalismo chic veronese, comunista e pacifista a seconda dei casi? E del Centro di Ricerca sulle Teorie Sessuali “Politesse” che viene definito “mangia sovvenzioni”, come una qualsiasi cooperativa di accoglienza migranti?

Ma al di là dei singoli, la cosa peggiore è che ormai da anni l’Università di Verona, da luogo di studio, di cultura, di formazione e di consapevolezza sociale critica si è trasformata in una macchina di propaganda gender fluid ad uso e consumo di una minoranza sistematicamente odiatrice dell’Identità, dei valori tradizionali e religiosi e del concetto stesso di Famiglia naturale, discriminandola di fatto “al contrario”.

Per questo è stato organizzato per domenica pomeriggio a partire dalle ore 17 un presidio di protesta davanti alla sala che ospiterà questo convegno, senza simboli di partito e al quale tutti potranno aderire, sia come movimenti, sia come associazioni ma anche come singoli cittadini.

 

Aderiscono: 

− Palmarino Zoccatelli, Comitato Veneto Indipendente;

− Roberto Bussinello, Avvocato;

− Vito Comencini, Ex Deputato;

− Stefano Valdegamberi, Consigliere Regionale Veneto;

− Luca Castellini, Vice Segr. Naz. Forza Nuova;

− Riccardo Zanini, Resp. Naz. Lotta Studentesca;

− Francesca Menin;

− Gloria Callarelli, Fahrenheit2022;

− Maurizio Ruggero, Comitato Pasque

− Prof. Davide Lovat di Vicenza, saggista

− Avv. Andrea Sartori, Portavoce Naz. Circolo Christus Rex – Traditio; 

− Paolo Bellavite, già Professore di Patologia Generale a Verona, ricercatore indipendente da giugno 2021;

− Alberto Zelger, ex-candidato sindaco e membro del Comitato esecutivo del XIII World Congress of Families.

Pro Vita: 22.000 firme contro il gender nella sanità pubblica

Condividi su:

Segnalazione di Jacopo Coghe

missione compiuta!

Venerdì scorso, forte del tuo sostegno e di quello di migliaia di cittadini che hanno firmato la nostra petizione, mi sono recato presso l’Istituto Superiore di Sanità.

Posso dirti con orgoglio che il tuo messaggio ha raggiunto chi di dovere: ho personalmente consegnato più di 22.000 firme contro il gender nella sanità pubblica direttamente nelle mani del nuovo presidente entrante dell’ISS, Rocco Bellantone.

Vuoi sapere più nel dettaglio com’è andata? Clicca sul video qui sotto:

C’è un fatto importante che devo condividere con te: Bellantone non era a conoscenza delle linee guida LGBTQ promosse dal suo predecessore Silvio Brusaferro…

Grazie alla campagna di Pro Vita & Famiglia e ai 22.000 cittadini che hanno firmato la nostra petizione, ora Bellantone ne è consapevole.

Matteo, questo dimostra quanto sia importante la tua firma e la nostra azione congiunta quando ci uniamo per una causa comune.

Ma ancora non è tempo di festeggiare, perché nonostante questo importante traguardo, non possiamo ancora dichiarare vittoria.

Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di mettere al corrente delle linee guida anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. 

Dobbiamo assicurarci che il Ministero della Salute organizzi il prima possibile un tavolo di discussione. Questo dovrebbe avvenire in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla Medicina di Genere e l’ISS, con l’obiettivo principale di ritirare le linee guida LGBTQ.

È essenziale per noi assicurarci che l’ISS non indirizzi i minori più fragili e vulnerabili nelle braccia ideologiche delle associazioni arcobaleno, proprio come indicato nelle sue attuali linee guida.

Matteo, il tuo aiuto sarà fondamentale per raggiungere anche il Ministro della Salute. Conto su di te!

E ricorda: la tua voce, insieme a quella di migliaia di altri, sta davvero facendo la differenza.

In alto i cuori,

Jacopo Coghe
Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus

P.S. hai già condiviso il video della nostra azione all’Istituto Superiore di Sanità? Se non lo hai ancora fatto, per favore Matteo, CLICCA QUI per aprire il video e per condividerlo su tutte le tue piattaforme social (Facebook, Instagram, Telegram, Twitter [X]) con tutti i tuoi contatti. Grazie!

Le Tavole di Assisi del mondo conservatore italiano

Condividi su:

di Redazione

La galassia conservatrice italiana si è riunita ad Assisi. Il risultato è condivisibile. Le parole dell’Avv. Gianfranco Amato sono state, come sempre, ascoltate e molto efficaci.(VIDEO IN FONDO ALL’ARTICOLO)

“Vedo con speranza una certa sinergia tematica – dice Matteo Castagna, Responsabile del Circolo Christus Rex – inerente quella che viene chiamata la “controrivoluzione cristiana del buon senso”, che va dalla galassia conservatrice italiana al mondo cattolico tradizionalista, al messaggio principale del best seller gel gen. Vannacci. Sebbene, ovviamente, con le proprie differenze, sensibilità e specificità, si sta palesando una volontà di raddrizzare il mondo, partendo dal nostro piccolo, sebbene siamo convinti che la “maggioranza silenziosa”, tipica espressione del nostro Paese, sia con noi. Gli italiani sono stufi delle minoranze che opprimono, fingendosi oppresse. per dirla alla Belpietro. La rivoluzione antropologica in atto deve avere una risposta concreta, integralmente controrivoluzionaria, quindi integralmente cattolica e quindi marciare divisi per colpire uniti con tutti coloro che la pensano come noi”.

Segnalazione di Pro Vita & Famiglia

di Toni Brandi

“Da Assisi riparte la controrivoluzione del buon senso!”

Con un cuore fortificato e pieno di speranza sono appena rientrato dal convegno “Le Tavole di Assisi”: due giorni di dibattito su nove temi riguardanti le sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare.Un evento unico e di grande successo (ti basti guardare la foto qui sotto – tutto esaurito dopo solo tre settimane dal lancio!).

Il contributo di relatori di altissimo livello ha fatto emergere due punti essenziali e urgenti che devo condividere con te:

  1. È in atto un attacco rivoluzionario antropologico – culturale e politico -che ha come obiettivo la dissoluzione ideologica della sacralità della vita, del matrimonio, della famiglia e della struttura sociale basata sulla differenza sessuale.
  2. Circolo, io e te siamo l’unica speranza per una controrivoluzione cristiana e del buon senso.

Per troppo tempo i valori basilari della società umana e del sentire comune, fondati su criteri di dignità umana e giustizia sociale sono stati discriminati.

Le conseguenze di una mancata presa di posizione forte sono davanti agli occhi di tutti: bambini vittime della droga, del porno, dell’indottrinamento gender nelle scuole e di una feroce ipersessualizzazione.

…la dissoluzione del matrimonio, la decostruzione della famiglia, l’attacco alla figura paterna e alla maternità tramite l’utero in affitto, i falsi tentativi di “ottimizzare” la vita umana a costo di sacrificare con l’aborto la vita di milioni di bambini innocenti e la vita di malati e anziani per mezzo dell’eutanasia.

Oggi, di fronte a questa follia dilagante, siamo chiamati a ribadire l’ovvietà.

Il matrimonio è lo specchio dell’amore incondizionato verso l’altro, dove viene accolta la vita. Le persone si dividono in uomini e donne, i bambini nascono da un uomo e una donna e non si comprano e sono persone sin dal concepimento. Stiamo parlando di ovvietà.

Eppure ci ritroviamo a dover parlare di queste cose, ad avere la responsabilità e la necessità di farlo. Questo è eloquente del mondo che ci circonda. Se siamo costretti a dover ribadire l’ovvio vuol dire che c’è un enorme problema.

Abbiamo la responsabilità e la necessità di promuovere una controrivoluzione al pensiero unico dilagante.

In questi anni, con Pro Vita & Famiglia abbiamo acceso piccoli fuochi di speranza, che pian piano si sono ampliati e sono diventati veri e propri focolai (il successo delle Tavole di Assisi ne è una dimostrazione).

A Pro Vita & Famiglia abbiamo gli strumenti, il coraggio, la tenacia per contrastare questi attacchi alla vita, alla famiglia e alla libertà educativa. Ma tutti i nostri sforzi sarebbero vani senza il tuo sostegno costante.

Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni tua azione con Pro Vita & Famiglia può fare la differenza e contribuire nella nostra lotta comune.

Circolo, so che condividi le mie stesse preoccupazioni. Ma vorrei che condividessi con me la mia stessa speranza. Dobbiamo essere coraggiosi e avere paura solo di avere paura!

Da Assisi facciamo ripartire la controrivoluzione del buonsenso e del pensiero cristiano. Avanti tutta!

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI GIANFRANCO AMATO: “Cosa c’e’ dietro la carriera alias?”

 

 

 

 

 

 

Carriera alias: la situazione si aggrava e il tempo è quasi scaduto!

Condividi su:

di Toni Brandi

Ciao Circolo,

appena pochi giorni fa, un nostro sostenitore e padre di famiglia, mi ha scritto più o meno queste parole:

“Malgrado tutto, è successo, proprio come avevate previsto. Pochi giorni fa il consiglio d’Istituto del Liceo di mia figlia ha approvato la Carriera alias. Temiamo che a breve verranno organizzate altre iniziative gender. Vi chiedo aiuto…”

Circolo, queste sono le parole allarmate di un genitore preoccupato per il futuro della propria figlia. E se pensi che sia un caso isolato, ti sbagli:

Riceviamo continuamente segnalazioni allarmanti e richieste di aiuto provenienti da genitori e docenti in ogni parte d’Italia…

La Carriera alias (cioè l’incarnazione dell’ideologia gender nelle scuole), contro cui lottiamo tenacemente da mesi, sta diventando una realtà per molti studenti italiani.

È solo questione di tempo (se non è già successo): anche nella scuola di tuo figlio o di tuo nipote si diffonderanno gli “studenti transgender”, i “bagni gender neutral” e i corsi Lgbtqia se non riusciremo a BLOCCARE definitivamente questa deriva nel mondo della scuola…

Ecco perché oggi ti scrivo con estrema urgenza. A partire da OGGI, le scuole stanno riaprendo in tre regioni e nelle prossime settimane le altre seguiranno. Ogni giorno che passa è un giorno in più in cui i nostri bambini e adolescenti sono esposti a queste iniziative, se non facciamo qualcosa per fermarle.

E noi, Circolo, sappiamo esattamente come fermarle (come ti spiegherò tra pochissimo), ma per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto:

Puoi donare ora 35 euro o 50 euro per contribuire alla campagna contro il gender nelle scuole? Le scuole stanno riaprendo e servono subito altre risorse per realizzare le iniziative che possono (davvero) portare alla vittoria su questo fronte!

Puoi donare ora con bonifico o bollettino postale usando i dati in fondo alla mail

Grazie all’aiuto dei nostri sostenitori, abbiamo fatto passi da gigante contro la piaga del gender nelle scuole:

  • l’Arcigay ha confessato che, da quando Pro Vita & Famiglia è scesa in campo, è diventato molto più difficile introdurre nelle scuole iniziative gender e Lgbtqia;
  • Molti politici, sia a livello nazionale che regionale, stanno prendendo coraggio e hanno presentato (o stanno per presentare) mozioni contro la diffusione della Carriera alias nella scuole;
  • Diverse scuole hanno annullato la Carriera alias dopo aver ricevuto la diffida di Pro Vita & Famiglia, nell’ambito della più vasta azione legale mai promossa contro il gender in Italia;
  • Abbiamo raggiunto centinaia di parlamentari per sensibilizzarli sulle criticità della Carriera alias tramite un dossier e altre iniziative di informazione;
  • Abbiamo realizzato affissioni stradali e camion vela in molte città per informare i cittadini sulla realtà dei pericoli dell’indottrinamento gender;
  • Siamo intervenuti in decine di scuole a richiesta di genitori preoccupati, spesso riuscendo a difendere i diritti della famiglia o a bloccare le iniziative gender sul nascere.

Inoltre, stiamo seguendo minuziosamente ogni mossa del Ministero dell’Istruzione e del Governo…

Però, Circolo, ci sono anche sviluppi preoccupanti:

Il numero di scuole che hanno approvato la Carriera alias continua ad aumentare (ora sono oltre 250) e le richieste di aiuto delle famiglie continuano ad arrivare.

Inoltre, il Governo sta predisponendo nuove linee guida per lo svolgimento in classe di attività legate alla sfera sessuale e affettiva dei nostri giovani.

Circolo, potrebbe sembrare paradossale, ma c’è il rischio concreto che un Governo di centrodestra, forse con le migliori intenzioni, possa involontariamente spianare la strada al gender nelle scuole.

Immagina le conseguenze: spazi dedicati all’educazione di “genere” che potrebbero diventare tribune politiche in mano ad associazioni arcobaleno e collettivi ultra-femministi…

È fondamentale agire ora: non possiamo permetterci di essere sorpresi dalla rapidità con cui l’ideologia gender si sta diffondendo nelle scuole. La riapertura delle scuole è arrivata e il tempo stringe:

Ogni singola donazione, anche quella più piccola, ci permette di agire con tempestività, di intercettare ogni singolo caso come quello del padre che mi ha scritto, e di mettere in campo le risorse necessarie per combattere la Carriera alias e l’indottrinamento gender nelle nostre scuole.

Ti chiedo di nuovo: sei pronto a sostenerci in questo momento critico? Dona oggi 35 euro o 50 euro per sconfiggere, insieme a Pro Vita & Famiglia, l’epidemia gender nelle scuole!

Puoi donare ora con bonifico o bollettino postale usando i dati in fondo alla mail

La tua donazione ci permetterà di potenziare le azioni di pressione sul Ministero dell’Istruzione e sul Governo, sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, sostenere studenti e genitori, e continuare le azioni legali necessarie per proteggere i nostri figli.

Gli sviluppi nelle prossime settimane saranno cruciali e – forse – decideranno la sconfitta o la vittoria in questa battaglia per l’innocenza dei nostri figli…

I nostri figli e nipoti hanno diritto ad un’istruzione libera da ideologie e pratiche aberranti. E solo con il tuo sostegno possiamo evitare la deriva ideologica del mondo dell’Istruzione.

Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni donazione, piccola o grande, contribuirà a proteggere l’innocenza dei nostri figli e nipoti.

Circolo, sappiamo che condividi la nostra preoccupazione. Con il tuo aiuto, possiamo fare la differenza e contrastare l’avanzare dell’ideologia.

Con rinnovato spirito e determinazione… Avanti tutta!

“Le donne non hanno il pene”. E lo censurano

Condividi su:
L’OVVIO SOTTO ATTACCO NELLA SOCIETA’ FLUIDA E DISTOPICA DEL III° MILLENNIO (N.D.R.)
IL CASO A EDIMBURGO
Graham Linehan escluso dal Fringe di Edimburgo per le sue opinioni sul gender. Il locale: “Non in linea coi nostri valori”. La protesta dei fan

Il dibattito sulla libertà di espressione nella comicità è arrivato ai livelli più alti in seguito alla cancellazione dell’evento del famoso scrittore di Father TedGraham Linehan, al Fringe festival di Edimburgo. Come riportato dal Daily Mail, l’evento è stato interrotto a causa delle sue visioni critiche sulla questione di genere, scatenando indignazione tra i fan e critiche verso il festival stesso. Il locale che doveva ospitarlo, il Leith Arches, ha detto di aver annullato l’evento perché le opinioni dell’artista sulle questioni transgender non erano “in linea con i nostri valori generali”. “Non supportiamo questo comico o le sue opinioni e non gli sarà permesso di esibirsi nella nostra sede”.

La posizione di Linehan sulle questioni di genere

Linehan è famoso per la sua ferma credenza che le donne non possono avere un pene e “chiunque sostenga il contrario è un estremista”. Una posizione molto netta contro la possibilità di “autoidentificazione” del genere. Le sue opinioni però hanno portato all’annullamento del suo spettacolo al Leith Arches di Edimburgo, decisione che Linehan ha deciso di sfidare con una performance all’aperto davanti al Parlamento scozzese a Holyrood. Questa iniziativa ha attirato un considerevole numero di fan e ha suscitato molti commenti, tra cui quello di una spettatrice che ha dichiarato: “È osceno che sia stato cancellato per opinioni che la maggioranza della popolazione ha”.

Linehan contro gli attivisti trans

Nonostante le paure di possibili scontri con gruppi trans, lo spettacolo si è svolto senza intoppi. Linehan ha energicamente dichiarato alla stampa che “gli attivisti per i diritti dei trans devono essere completamente sconfitti”, elogiando i suoi fan per il loro sostegno e rivelando come la pressione su di lui e la sua famiglia l’abbia fatto ricorrere ai farmaci per l’ansia.

La libertà di espressione comica sotto attacco?

Il dibattito sulla libertà di espressione comica si è inasprito quando Andrew Doyle, organizzatore dello spettacolo Comedy Unleashed di Linehan, si è rivolto a Twitter annunciando che anche il locale alternativo aveva cancellato l’evento. Tuttavia, Linehan ha deciso di svolgere comunque lo spettacolo di fronte al parlamento scozzese, dichiarando al termine della performance: “Non ho mai visto nulla di così folle come gli ultimi due giorni”.

Linehan, attraverso le sue azioni, non ha solo sfidato le decisioni del festival, ma ha anche sollevato nuove domande sulla libertà di espressione nel mondo della comicità, mettendo in evidenza la tensione tra le opinioni personali degli artisti e le sensibilità del pubblico.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/le-donne-non-hanno-il-pene-e-lo-censurano/

Carriera alias? No grazie!

Condividi su:

Segnalazione di Toni Brandi

un paio di giorni fa, abbiamo ottenuto un’ulteriore vittoria nella nostra battaglia contro l’ideologia gender nelle scuole…

Una grande scuola in Lombardia (non rivelo il nome per proteggerla da eventuali ritorsioni della lobby Lgbtqia), dopo aver ricevuto la nostra diffida legale che chiedeva di annullare la Carriera alias approvata dalla scuola, ha comunicato ufficialmente di aver sospeso la Carriera alias, in attesa di chiarimenti da parte del Ministero dell’Istruzione.

Questa è solo l’ultima di una serie di scuole che hanno annullato o sospeso la Carriera alias dopo l’azione legale di Pro Vita & Famiglia…

È una prova tangibile che il nostro impegno e la nostra azione stanno facendo la differenza!

Questa vittoria dimostra che la nostra campagna, grazie soprattutto al prezioso aiuto dei nostri sostenitori, sta avendo un impatto reale nella difesa dell’identità dei nostri figli e della libertà educativa delle famiglie.

Tuttavia, non possiamo abbassare la guardia. Questa notizia ci obbliga a intensificare la pressione sul Ministro dell’Istruzione Valditara, affinché prenda provvedimenti definitivi contro la Carriera alias e tutte le altre iniziative gender nelle scuole.

Nell’email che ti ho scritto giovedì scorso (puoi rileggerla qui sotto) ti spiegavo che abbiamo soltanto il mese di agosto per preparare e realizzare un forte contrattacco prima dell’apertura delle scuole, perché a settembre – per via degli ultimi sviluppi – la Carriera alias e l’ideologia gender rischiano di dilagare nelle scuole…

L’attivazione della “identità alias” per i docenti rischia di incentivare la diffusione di regolamenti “alias” anche per gli studenti, inclusi i minorenni, con gravi conseguenze per tutta la comunità scolastica.

In Pro Vita & Famiglia, stiamo lavorando instancabilmente per preparare e implementare un piano d’azione incisivo prima dell’apertura delle scuole a settembre. Abbiamo dimostrato che possiamo fare la differenza, ma abbiamo bisogno di te per continuare questa lotta.

Siamo determinati a fare tutto il possibile ma senza il tuo sostegno finanziario, le nostre azioni sono limitate e rischiamo di non essere pronti per la riapertura delle scuole…

Il gender legalizzato distrugge la famiglia

Condividi su:

L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per Informazione Cattolica, tradotto in spagnolo e pubblicato su Info Hespania

IL CONTENUTO DI CERTE LEGGI SOVVERTE COMPLETAMENTE IL DIRITTO E L’ORDINE NATURALI

In Spagna, giovedì scorso, sono entrate in vigore le nuove leggi su trans e aborto. Ora, i minori di 16 anni possono cambiare nome e autodeterminare la propria identità di genere nel Registro civile attraverso una semplice dichiarazione, senza la certificazione medica che attestava la «disforia di genere». Non saranno più necessari i due anni di trattamento ormonale: le persone trans potranno scegliere se prendere ormoni o farsi operare. E vuol dire anche che le ragazze di 16 e 17 hanno la libertà di decidere di interrompere la gravidanza senza l’autorizzazione dei genitori.

La legge trans proibisce le terapie di conversione e consente a donne sole, lesbiche e bisessuali di poter accedere a tecniche di riproduzione assistita all’interno del Sistema nazionale di salute spagnolo. Le madri lesbiche e bisessuali sono considerate madri biologiche anche se non hanno partorito. Ovviamente, nel pacchetto non potevano mancare le sanzioni per chi non è d’accordo, ovvero dimostra odio verso queste persone o le discrimina, magari negando l’affitto di un appartamento: da 10.001 a 150mila euro di multa. Oltre alla pillola del giorno dopo gratuita nei centri di salute sessuale e riproduttiva ed altre amenità, evidentemente c’è la necessità dell’indottrinamento della gioventù, tramite l’introduzione dell’educazione sessuale diventa materia d’insegnamento nelle principali tappe educative.

Il contenuto di queste leggi sovverte completamente il diritto e l’ordine naturali, perciò divine, in materia di bioetica. Leggiamo nel Vangelo di San Matteo (18, 1-20) parole dure e impietose da parte di Gesù Cristo nei confronti di coloro che corrompono la purezza dei ragazzini: “chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d’asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! Perché è necessario che avvengano gli scandali, ma guai a quell’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!”. Il premier italiano Giorgia Meloni, in una intervista al settimanale Grazia, uscito da qualche giorno, ha usato parole forti contro queste pratiche, condannando sia l’utero in affitto che la teoria gender. Ha definito l’utero in affitto “la schiavitù del terzo millennio”, poi sulla cosiddetta “teoria gender” ha sottolineato che “le donne sono le prime vittime”: “è la legge italiana a dire che questa pratica non è lecita, non io. Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà […]”. Il Presidente del Consiglio ha aggiunto che “…i bambini hanno il diritto di avere il massimo: una mamma e un papà”. Se dalle parole seguiranno i fatti, con questo governo l’Italia dovrebbe scongiurare leggi come quella approvata in Spagna.

Papa Leone XIII diceva che “la famiglia è la cellula della società; se essa è sana, tutto l’organismo prospera; se essa è malata l’intera comunità deperisce e muore”. Vi sono esorcisti che sostengono apertamente il desiderio espresso dal demonio di distruggere la famiglia naturale per ribaltare l’ordine divino e attraverso la perversione portare a sé il maggior numero di anime. possibile. “San Tommaso d’Aquino sostiene che a causa di tutte le dipendenze, soprattutto a causa della dipendenza dall’impurità, gli uomini sono allontanati da Dio. Il peccato di impurità viene chiaramente definito nella sua perversa ossessione come continuativo nell’accumulo di essi, in pensieri, parole, sguardi, per compiacenza, per atti fisici. Secondo San Gregorio, dall’impurità deriva la cecità della comprensione, della distruzione dell’odio verso Dio e della disperazione per la vita eterna. Sant’Agostino dice che anche se gli impuri invecchiano, la dipendenza dall’ impurità non invecchia in loro. Per questo il demone si diletta su questo peccato più di tutti gli altri: perché l’appetito per i piaceri carnali è insaziabile” (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, omelia della XVI domenica dopo Pentecoste).

Esiste, oramai platealmente, un’aggressione culturale, politica e giuridica alla famiglia, cominciando dal Sessantotto e in particolare dall’introduzione della legge sul divorzio, per arrivare al gender e alle unioni civili, grazie alle quali si permette di definire famiglia ciò che famiglia non può essere. Uno dei compiti del laicato è quello di preservare il diritto naturale, di non cedere alle aberrazioni indotte dalla Sovversione, riconoscendo nel globalismo voluto dalla galassia sinistra globale, il male che progressivamente distrugge l’uomo e lo usa per i suoi fini che non hanno mai avuto caratteri di nobiltà, quanto di decadenza.

 

Un “gaio nichilismo” con a capo Elly Schlein

Condividi su:

di Riccardo Arbusti – 01/03/2023

Un “gaio nichilismo” con a capo Elly Schlein

Fonte: Il Secolo d’Italia

Il filosofo Del Noce lo aveva già previsto: la sinistra diventerà un “gaio nichilismo”. Con a capo Elly Schlein

Quale potrebbe essere, da un punto di vista filosofico, il nuovo profilo del Pd targato Elly Schlein? Non forzando troppo la mano potrebbe essere esattamente quello profetizzato dal filosofo Augusto Del Noce quando, a metà degli anni Ottanta del Novecento, descriveva l’emergere di un possibile “partito radicale di massa” quale esito “suicida” della cultura politica della sinistra che era stata precedentemente socialista e marxista.

Del Noce profetizzò la saldatura tra tecnocrazia e postmarxismo
Negli anni Ottanta, infatti, la saldatura in corso tra tecnocrazia e quel che restava del comunismo, tra ricca borghesia e popolo de-cristianizzato, veniva da Del Noce identificato in una sorta di superpartito trasversale, laicista e individualista che stava egemonizzando tutto il quadro. A questo superpartito, il filosofo torinese opponeva una nuova alleanza tra cattolici, socialisti non subalterni al laicismo e al marxismo e settori politici e sociali sensibili al richiamo della cultura nazionale italiana . Non a caso, si professerà in sintonia con l’analisi di Del Noce anche il filosofo postmarxista come Costanzo Preve quando scriverà dello scivolamento della cultura di sinistra verso «l’adesione inesorabile alla società radicale dei consumi».

Giuliano Ferrara stronca la Schlein: “Banale e modaiola, rischia l’irrilevanza. La Meloni è un’altra cosa”
La cultura azionista alla Scalfari utile a scardinare la questione sociale
L’incontro inevitabile tra ciò che restava del marxismo e l’ordine tecnocratico neocapitalistico è l’essenza della tesi del libro più politico di Del Noce, Il suicidio della rivoluzione, del 1978. Il filosofo aveva infatti chiaro l’avversario politico-culturale di quella nuova forma di Risorgimento nazionale che Del Noce auspicava, come aveva ben presente l’avanzante minaccia “morbida” di una nuova forma di totalitarismo, quella che a suo dire veniva delineata secondo una strategia condotta dalla parte politica «che si riconosceva nel quotidiano la Repubblica e nelle idee del suo direttore, Eugenio Scalfari. Quel quotidiano, secondo il filosofo torinese, mettendo insieme la componente progressista della Dc rappresentata da De Mita insieme al risultato della laicizzazione del Pci, puntava dritto dritto al “partito radicale di massa” e, quindi, a egemonizzare il nuovo soggetto sulla base di una rinnovata cultura azionista, espressione diretta di una borghesia laicista, permissiva e, col pretesto della “questione morale” a annullare la centralità della questione sociale».

Il rifiuto da sinistra dei valori permanenti e lo slittamento verso il laicismo
Ricordiamoci come è proprio dalla celebre intervista di Berlinguer a Scalfari, del 1981, che il Pci in qualche modo compie una scelta sul fronte del progressismo azionista mettendo progressivamente in sordina la tradizione sociale e la rappresentanza dei ceti popolari. Del Noce definisce quella scelta un’opzione per la rappresentanza privilegiata – da parte della sinistra – della nuova borghesia, che – citiamo le sue parole – «è poi il soggetto storico degli ultimi decenni nelle sue abitudini, nei suoi costumi, nella sua mentalità. Ideologicamente questa nuova borghesia è caratterizzata dal timore di un qualsiasi risveglio religioso, sia cattolico, sia persino comunista, addirittura nella vecchia forma del marxismo come religione secolare. Si vuole dunque una società completamente secolarizzata, che rifiuti ogni sorta di valori assoluti, permanenti, immutabili». Si andava così prefigurando, a suo avviso, «un totalitarismo di nuova natura, assai più aggiornato, assai più capace di dominio assoluto di quel che i modelli passati non fossero». Un progetto, portato avanti, da quello che lui definiva «il superpartito tecnocratico che attraversa i partiti, che ha in possesso le sorgenti di informazione, che cura la propria apologia attraverso la casta degli intellettuali, che è equamente ripartito secondo le varie posizioni culturali e politiche dai cattolici ai comunisti…». Insomma quella che oggi chiamiamo la sinistra della Ztl o dei salotti o dei “comunisti col rolex”.

L’orizzonte umano coincide col piacere del singolo
È proprio questa l’essenza della “società radicale”, che non può che assumere una forma tecnocratica, inevitabile, per dirla con Del Noce, «in una realtà in cui i valori etico-politici sono sostituiti da criteri strumentali: è la società della massima oppressività possibile, quella il cui fondamento è il principio pragmatico esteso a tutti i rapporti sociali, in cui tutto sembra passare in via privilegiata per il diritto assoluto degli individui al soddisfacimento dei propri desideri». Se la natura diviene, in altre parole, solo un oggetto per l’uomo, e se la società viene pensata solo nei termini dei vantaggi che essa può assicurare al piacere del singolo, allora il problema di un valore “trascendente” della natura e della società – la religione, la morale, la prospettiva nazionale – appare come privo di senso. La sinistra postmarxista raggiunge così la perfetta negazione della trascendenza, il rifiuto dell’esperienza immediata e della consapevolezza della realtà, sia per ciò che riguarda la natura, sia per ciò che riguarda la società: il mondo e l’uomo emergono soltanto come ciò che appaiono e la misura concreta che li avvince al soggetto umano è soltanto il soddisfacimento dei suoi bisogni e desideri. Non c’è, anche in questo, una prefigurazione dell’orizzonte liquido, sradicato, indifferenziato, politicamente corretto e “sostenibile” degli scenari a noi contemporanei?

La nuova religione tecnologica profetizzata da Del Noce
Annotava appropriatamente Del Noce: «Si sta organizzando dunque una società globale, che trae la sua forza dalla conciliazione del massimo dell’oppressività con l’aumento del benessere». Di fronte a questa presa d’atto, il filosofo torinese arriva esplicitamente a domandarsi: «Significa che il pieno fiore della civiltà tecnologica coinciderà con il rispetto di tutti gli individui, visti nella loro individualità? Mi pare sia proprio qui l’illusione che si tratta di dissipare. Facciamo l’ipotesi di un governo mondiale diretto da un’élite di grandi scienziati e di grandi tecnici. Per essere però del tutto coerenti, dobbiamo supporre uomini ridotti alla pura dimensione scientifica, e nient’altro. Ovviamente essi non potranno ragionare che in termini di potenza, di efficacia, di organizzazione… Si avrà un’umanità divisa nettamente in due classi, quella di coloro che in qualche maniera partecipano a questa conquista, quella di coloro che a essa sono superflui. Se anche si vorrà pensare che a costoro verrà garantito un minimo vitale, essi però non potranno che servire, sapendo che ogni tentativo di sottrarsi alla loro condizione è del tutto inutile e assurdo, per la potenza senza pari che sarà concentrata in poche mani, quelle dei custodi della religione tecnologica».

Il “nichilismo gaio” della sinistra di Elly Schlein
La “società radicale” era stata profetizzata nel migliore dei modi da Del Noce già in una lettera del gennaio 1984 a Rodolfo Quadrelli e descritta nei termini di un totalitarismo morbido dai tratti nichilisti, un “nichilismo gaio”, un totalitarismo senza inquietudine. Per Del Noce il “nichilismo gaio” appariva tale – forse quarant’anni fa se ne resero conto in pochi – anche nel riferimento a una sessualità neutralizzata e “gender”, così come si sostiene recentemente. «Si può infatti dire – annotava – che tende a intendere l’amore sempre omosessualmente, anche quando mantiene il rapporto uomo-donna, immaginando una relazione sessuale indifferenziata», escludente il principio di “differenza” tra i generi. «Tale nichilismo – precisava – è esattamente la riduzione di ogni valore a valore di scambio: l’esito borghese massimo, nel peggiore dei sensi, del processo che comincia con la prima guerra mondiale. Il peggiore annebbiamento che il nichilismo genera è la perdita del senso dell’interdipendenza dei fattori della nostra storia presente; infatti a ben guardare, non è che l’altra faccia dello scientismo e della sua necessaria autodissoluzione da ogni traccia di valori che non siano strumentali».

Del Noce faceva propria l’analisi di Pasolini
Insomma, Del Noce – e lo rilevò più volte – si riteneva in pieno accordo con il Pier Paolo Pasolini che non solo negli Scritti corsari ma anche nel suo ultimo discorso pubblico alla Festa nazionale dell’Unità del settembre 1975 contestava alla sinistra quel “progressismo” – incipiente in quegli anni Settanta ma oggi dominante ed egemone – che a suo dire era il tratto trasversale e coinvolgente di tutta la realtà nel mondo dell’omologazione compiuta. Anche il Pci, a suo dire, era di fatto già “inquinato” – così lui spiegava – da «quel falso laicismo, e da quel falso progressismo, con cui il potere ammanta la sua ideologia consumista. Cioè, la televisione o anche la scuola. I modelli di vita che offre la televisione sono, per quanto laidamente, laici. Chi viene offerto alla vostra indicazione? Non certamente un santo eremita, o un prete che fa delle belle prediche. Viene esposto alla vostra indicazione un giovane cretino e una giovane cretina. Laici, che godono la vita. La cui religione è il pic-nic, il weekend, la macchina, il profumo, il sapone, le belle scarpe, i blue jeans, eccetera. …. Anche i voti andati a sinistra – denunciava Pasolini, in pieno accordo con Del Noce – sono “inquinati” da un laicismo e un progressismo, che noi non possiamo condannare, dal nuovo modo di produzione, cioè dalla nuova cultura e dal nuovo Potere». E oggi, quasi cinquant’anni dopo quel laicismo e quel progressismo sono diventati la piattaforma ideale ufficiale della nuova sinistra del Pd. Alla cui guida non si poteva che scegliere una leader come Elly Schlein.

1 2 3 4 7