E’ arrivato il tempo della rivolta?

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di Matteo Castagna

Gianluca Castro scrive su “Il Talebano” di oggi: “Mi domando – razionalmente – quali siano le aspettative di chi preconizza un seguito popolare alle spontanee ribellioni di Napoli e dintorni di queste ore. Potremmo già azzardare a definire tali rivolte come parzialmente spontanee perché, accanto a pochi cittadini che sono scesi in piazza a gridare la loro rabbia verso le restrizioni di De Luca, la visibilità se la sono presa coloro che si sono infiltrati nella mischia e si sono resi protagonisti di episodi di guerriglia urbana. Continua Castro: “La rivolta (quella vera) dei gilet gialli francesi che ha bloccato un’intera nazione, durata mesi con l’assalto a Parigi dei ministeri e repressa nel sangue non ha forse insegnato niente? Una protesta strutturata e presente ai quattro lati della Francia, più volte interamente bloccata, scatenatasi contro le riforme economiche ultraliberali di Macron, si è consumata nell’indifferenza generale dell’opinione pubblica internazionale, attenta a occuparsi solo dei temi scelti da chi gestisce la regia dell’informazione mondiale. Che tipo di speranze possono avere ora qualche centinaio (o migliaio) di giovani napoletani e campani che si oppongono a coprifuoco e confinamento di fronte ai milioni di pandementi, presenti in tutta Italia, terrorizzati ad hoc sulla pericolosità dei contagi dalla banda di Governo?

Dobbiamo stare molto attenti in questo periodo. Forse non a caso Mattarella, nel silenzio generale, ha convocato per l’ 11 novembre il Comitato di Difesa con un ordine del giorno controverso, in cui si correla il Covid con la protezione dal terrorismo. E’ sul sito della Presidenza della Repubblica, per cui pubblico e accessibile a tutti. Ad alcuni ricorda copioni già visti in passato, laddove il disagio sociale e le teste calde sono già parcheggiati all’interno di alcuni gruppi politici degli opposti estremismi al fine di essere monitorati e controllati con maggior facilità e potrebbero essere pronti a infiltrarsi nelle proteste per cavalcarle ai fini della loro visibilità, guidati da una manina oscura (ma non troppo), che ne manovra e paga i capi ma ne usa i militanti ingenui ed ignari come carne da macello per la repressione. Il tutto potrebbe essere prodromico ad una strategia della tensione che potrebbe trovare terreno fertile nella fragilità di questi giorni drammatici. Noi di “Christus Rex” non ci facciamo strumentalizzare e seguiamo gli eventi, ma non saremo mai al servizio di organizzazioni volte a finalità opache, con mezzi altrettanto nebulosi. Noi stiamo con le persone serie, per il bene comune e l’amore per la Patria per amor di Dio, stigmatizzando eventuali iniziative personali. Ciò non significa che staremo immobili. E’ necessario che le opposizioni parlamentari compiano azioni decise seguendo una linea chiara e condivisa a tutela delle nostre imprese, dei lavoratori, delle libertà individuali. Non si può essere tiepidi, in questo momento, anche per non dare il pretesto a formazioni extraparlamentari di fomentare inutile violenza e pericoli per la stabilità delle Istituzioni. Vorremmo meno selfie, meno gattini e più decisione nei provvedimenti. Vorremmo vedere alzare le barricate e guidare le piazze da voi e non da improbabili leader.

Sì, perché, sempre come dice Gianluca Castro, “la strada scelta dalle elites mondiali dovrebbe essere evidente per tutti: resettare l’economia e la società (almeno in quella parte di mondo definita ‘Occidente’) per imporre nuovi modelli di riferimento. Ecco quindi, come, dopo l’imposizione del culto laico immigrazionista caro alle bande di arcobalenati ‘restiamoumanisti’, voluto allo scopo di importare mano d’opera a basso costo (l’esercito industriale di riserva come lo definiva Karl Marx) per cancellare gli antieconomici benefit garantiti dallo Stato Sociale – frutto di decenni di conquiste e sacrifici di tutti i lavoratori – arrivare la ‘pandemia’ giunta dalla Cina e con essa il pretesto per distruggere le basi dei rapporti umani alla base della socialità.Casualmente è proprio il ‘modello cinese’ quello usato per combatterlo, mentre le susseguenti, automatiche, ipotesi di complotto non fanno altro che intorbidare le acque. Dalle accuse ai cinesi di essere mangiatori di topi e pipistrelli a quella di rappresentare uno Stato ‘comunista’ abbiamo assistito a un florilegio di esternazioni – a ogni livello – di desolante superficialità”. Continua a leggere