Sardine, Rizzo (Pc): “Non si incazzano per i milioni di giovani sottopagati. E sono col sistema, dalle madamine Sì Tav a Monti, Prodi e Fornero”

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Le Sardine? C’è una piazza costruita bene, ma io non credo all’effetto spontaneo. Peraltro, quando ero piccolo, nel Partito Comunista c’era un vecchio partigiano che ci diceva: ‘Non c’è nulla di più organizzato di un movimento spontaneo’. Ed è vero”. Sono le parole del segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo, intervenuto nella trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.

Rizzo analizza il movimento delle Sardine: “La televisione, il mainstream, la rete ovviamente moltiplicano. Oggi ci sono centinaia di migliaia di persone perbene che scendono in piazza. Ma per cosa? E’ questo il tema. Oggi il potere è così forte, e anche così in contraddizione, che deve gestire anche il dissenso. Ad esempio, io sabato sarò a Gaeta per una iniziativa contro i 70 anni della Nato. La Nato è una organizzazione militare e politica che nacque nel 1949. Nel 1955 nacque poi il Patto di Varsavia e tutte le persone normali pensano che la Nato sia stata creata per contrastare i cattivoni sovietici del Patto di Varsavia. E’ successo esattamente il contrario sei anni dopo – continua – e oggi il Patto di Varsavia non c’è più, la Nato continua a esistere. Lo stesso presidente Conte tre settimane fa, incontrando il segretario generale della Nato Stoltenberg, ha detto che l’Italia consegnerà nel prossimo anno 7 miliardi di euro per gli aumenti militari della Nato, cioè il triplo di Quota 100 e il doppio del reddito di cittadinanza. Li pagheremo tutti noi, senza avere alcun beneficio da queste spese a favore della Nato. E nessuno lo dice”.

Da https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/11/sardine-rizzo-pc-non-si-incazzano-per-i-milioni-di-giovani-sottopagati-e-sono-col-sistema-dalle-madamine-si-tav-a-monti-prodi-e-fornero/5609562/

FACCIAMO COME IN FRANCIA?

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Segnalazione di Giacomo Bergamaschi

Dopo il  successo dello sciopero generale del 5 dicembre, quello di ieri, 10 dicembre, ancor più grande e partecipato: adesioni altissime (anzitutto nel pubblico impiego, il settore più colpito), manifestazioni di massa in ogni città. La Francia popolare e proletaria è scesa sul piede di guerra contro la “riforma” del sistema pensionistico che Macron vuole realizzare ad ogni costo, in nome del famigerato pareggio di bilancio.
Ma non c’è di mezzo solo il dogma del pareggio di bilancio. Come rivelano i giornali francesi, sotto, c’è il tentativo del banchiere Macron di fare un favore ai suoi sodali.
LIBERATION ci informa infatti che

«I rappresentanti del più grande fondo di investimento del mondo, BlackRock, molto interessati al Patto e alla legge sulla riforma delle pensioni, hanno già incontrato diverse volte il Presidente della Repubblica, ma anche Jean-Paul Delevoye, l’Alto Commissario per le pensioni. La lobby di cui BlackRock è membro in Francia, l’AFG, ha anche moltiplicato le sue pressioni a favore della riforma».

Come si spiega che, seppure il tasso di sindacalizzazione dei lavoratori francesi sia tra i più bassi d’Europa, essi abbiano aderito in massa all’appello alla lotta dei sindacati? Si spiega non solo con la inaccettabilità delle drastiche misure macroniane, si spiega col fatto che i sindacati francesi non sono mai scesi così in basso come quelli italiani — pensate che  dopo aver lasciato passare la Fornero e il jobs act, ancora ieri, il signor Landini, invece di chiamare alla mobilitazione i suoi iscritti, ha proposto un “patto” con governo e imprese.

Più in generale: come si spiega che i francesi sono, in Europa, quelli più combattivi?

Si spiega con la spinta che senza dubbio hanno fornito i gilet gialli, la cui lotta prolungata ha lasciato un segno indelebile nel Paese. Per chi non lo sapesse i gilet gialli hanno sin da subito dichiarato di aderire alla mobilitazione sindacale.

Si spiega col fatto che la sinistra francese, dopo l’ignobile inabissamento del Partito socialista e di quello comunista, ha saputo risorgere, malgrado tutti i limiti, nella forma di La France Insoumise.

Si spiega col fatto che la destra radicale francese — ex Fronte nazionale ora Rassemblement National, per bocca di Marine Le Pen ha aderito ai due scioperi generali.

Si spiega infine con il fatto che il popolo francese, lo dimostra la storia, è sempre stato quello che con più prontezza e determinazione rialza la testa e si ribella quando c’è la sensazione che il padronato (quello d’Oltralpe è uno dei più rognosi) passi il segno.

Vorremmo dire: “Faremo come in Francia!” ma, ahinoi, non c’è permesso di farlo, non fosse che per il tasso di collaborazionismo sfrontato dei sindacati verso le classi dominanti ed i suoi governi (tanto più se sono di centro-sinistra). Non ci sarà permesso a causa di sinistre che hanno perduto per sempre la loro dignità e credibilità.

Il popolo lavoratore italiano, non avendo sindacati degni di questo nome, avendo una sinistra sputtanata e al servizio del regime eurista, dovrà necessariamente seguire un’altra strada. Quale sarà, quali modalità sceglierà, non è dato sapere.

Di sicuro, quando la goccia farà traboccare il vaso, avverrà la SOLLEVAZIONE generale, destinata a far tremare l’Italia e con essa tutt’Europa.

Da https://sollevazione.blogspot.com/2019/12/facciamo-come-in-francia.html?m=1

Non c’è pace per Macron: gilet gialli ancora in piazza

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La Francia è una polveriera. Mentre i  gilet gialli continuano a manifestare contro Emmanuel Macron, il terrore piomba sul Paese con i colpi sparati da Cherif Chekkat, un estremista che avrebbe agito per vendicare i suoi “fratelli in Siria”. Un Paese sull’orlo del precipizio, come l’hanno definito molti analisti, che ora può implodere.

Nel suo discorso alla nazione, il presidente francese ha proposto diverse iniziative per accontentare i manifestanti. Iniziative che, però, rappresentano essenzialmente un bluff, dato che erano già nel programma di Macron, come ha spiegato Le Figaro. Per questo i gilet gialli stanno ancora protestando, e sabato saranno ancora in piazza, nonostante il presidente dell’Assemblea nazionale francese Richard Ferrand abbia chiesto ai manifestanti di fermarsi.  Continua a leggere

Gilet gialli, Macron: «ho fatto cavolate ma cambierò rotta»

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Il  presidente della repubblica francese Emmanuel Macron terrà stasera alle 20 un discorso alla nazione sui gilet gialli che da settimane protestano in tutto il Paese. «Ho fatto delle cavolate – ha detto Macron dopo migliaia di arresti, centinaia di feriti e 3 morti -. Ci sono troppe tasse in questo Paese – ha aggiunto sfogandosi con dei sindaci». Tra le concessioni che il presidente francese intende fare ai gilet gialli nel cambio di rotta del suo governo, che potrebbe subire un rimpasto,  proprio il taglio delle tasse, ma anche la rinuncia all’ecotassa. Le sue decisioni saranno anticipate oggi alle 10 da un incontro con le più alte cariche dello Stato, i sindacati e i partiti. (t.d.b.)
fonte: https://www.vvox.it/2018/12/10/gilet-gialli-macron-ho-fatto-cavolate-ma-cambiero-rotta/

Gilet gialli: la più pura delle rivolte populiste

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di Paolo Becchi su Libero, 08/12/2018


Mentre nel nostro Paese le prime pagine dei giornaloni sono occupate dai “numerini” del Pd e da quelli della manovra, in Francia è scoppiata la rivolta. E la protesta si è estesa al Belgio e all’Olanda, anche se in forma molto più contenuta. Da noi nessuno ne parla, salvo qualche trafiletto con foto ricordo dei “gilet gialli”. E quello che più dispiace è che nessun messaggio di solidarietà sia arrivato dalla Lega e/o dal M5s, a coloro che stanno giustamente protestando, chiedendole dimissioni del governo e di Macron.

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Gilet gialli. La marcia su Parigi

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“Giubbotti gialli! Il 24, tutta la Francia a Parigi! Il movimento del Giubbotti Gialli non si è esaurito il 17 scorso.  Diverse migliaia sono rimasti sui rondò, qua e là, bloccandoli.  La parola d’ordine è il raduno di massa a Parigi per sabato 24.  Non so se sia un’impressione a distanza, ma l’incalzare delle notizie ha un andamento ,  se …

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FONTE: https://www.maurizioblondet.it/gilet-gialli-la-marcia-su-parigi-i-preparativi/

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