Crisi demografica, l’Europa dell’Est non cede ai ricatti: “Immigrazione non è soluzione”

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Roma, 2 ott – L’immigrazione di massa è la vera soluzione alla crisi demografica dell’Europa? Ammesso che di soluzione si tratti, questa “grande sostituzione” applicata alla realtà è inutile e dannosa. Per tutta una serie di motivi, a partire dal fatto che gli immigrati invecchiano come tutti gli altri e quindi il problema di ripresenterebbe ex novo negli anni a venire. Senza poi considerare tutti gli altri costi, ivi compresi quelli previdenziali (altro che il “pagano le nostre pensioni”). Dati e circostanze che, laddove dalle nostre parti la sinistra continua a battersi in preda ad un disturbo ossessivo-compulsivo, nell’Europa dell’Est sembrano ancora essere di buon senso.

La conferenza di Budapest: meno immigrazione, più politiche di aiuto alla natalità per sconfiggere la crisi demografica

Pochi giorni fa a Budapest si è tenuta una conferenza proprio sull’inverno demografico del vecchio (potremmo dire in tutti i sensi) continente, alla quale hanno preso parte i capi di Stato e di governo delle nazioni dell’Europa dell’est. Raggiungendo un’intesa che sbugiarda la narrazione dominante e fatta propria, tra gli altri, anche dall’Unione Europa.

Leggi anche: Sostenere la natalità, non l’integrazione degli immigrati. La Ue cambi prospettiva

I leader di Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Serbia e Slovenia hanno infatti firmato una dichiarazione in cui rifiutano categoricamente di usare l’immigrazione per risolvere la crisi demografica. Impegnandosi al contrario a promuovere politiche attive per favorire la natalità. A spingere di più su questa proposta sono stati il primo ministro magiaro Viktor Orban e il suo omologo ceco Andrej Babis, i quali stanno già facendo una campagna elettorale basata su una forte opposizione all’immigrazione in vista delle elezioni che si terranno nei prossimi mesi.

Giuseppe De Santis

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/europa-est-rifiuta-grande-sostituzione-immigrazione-crisi-demografica-209091/

Il sondaggio: Ue impopolare, sempre più cittadini vorrebbero maggiori poteri agli Stati

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di Giuseppe De Santis

Roma, 25 set – Non passa giorno senza che si levino, quasi a reti unificate, alti elogi nei confronti dell’operato di Bruxelles. Una propaganda quasi martellante, che non sembra però capace di raccogliere i risultati sperati. Almeno stando ad un recente sondaggio sull’Ue, che ci racconta una realtà ben diversa dalla narrazione dominante.

Il sondaggio sull’Ue: la maggioranza preferirebbe politiche economiche in mano agli Stati nazionali

La società di ricerca Redfield & Wilton Strategies ha condotto, per conto di euronews tra il 4 e il 10 agosto scorsi, interviste a 31mila cittadini residenti in 12 diverse nazioni aderenti al consesso comunitario, chiedendo tra le altre cose se a parer loro la politica finanziaria debba essere di competenza dell’Unione o degli Stati nazionali. La risposta è stata un duro colpo per i burocrati comunitari.

Il 76% dei cittadini olandesi, ad esempio, ritiene che la regolamentazione economico-finanziaria debba ritornare agli Stati. Una marcia indietro, insomma, rispetto all’attuale assetto che vede protagonisti la Commissione e la Banca centrale europea. Quello dei Paesi Bassi non è un caso isolato, dovuto magari alla (errata) convinzione di dover pagare per altri. A chiedere più sovranità nazionale in materia sono infatti anche i cittadini di Estoria, Germania, Grecia, Italia e Portogallo. Notevole la maggioranza di questa sorta di sondaggio sull’Ue e sul gradimento delle sue politiche: il 60%. Unica, curiosa eccezione l’Ungheria, con meno della metà degli intervistati favorevoli ad un arretramento di Bruxelles. Entrando ancora più nello specifico, alla domanda se Ue e Bce intervengano eccessivamente nelle faccende economiche dei singoli Paesi hanno risposto in maniera affermativa il 61% dei greci, il 34% dei tedeschi e il 31% dei lettoni.

Dati sicuramente interpretabili, ma di certo non favorevoli alla narrazione europeista. E dai quali, soprattutto, emerge che secondo la maggioranza dei cittadini Ue i disastrosi risultati della gestione della crisi post 2008 sono stati causati da errori commessi a livelli comunitario e non certo dai singoli Stati. Un conto salato le cui conseguenze si avvertono (e stiamo pagando) ancora oggi.

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/sondaggio-ue-impopolare-cittadini-vorrebbero-maggiori-poteri-stati-208208/