Francesco, Marcello Veneziani accusa: “Più figlio della globalizzazione che della Chiesa”
E’ sedeplenista, ma alcune sue osservazioni fanno riflettere. Si sorvoli dunque sull’attribuzione dei termini cattolici ai conciliari (N.d.r.)
In occasione dei primi 5 anni di pontificato di Papa Francesco, Il Tempo confeziona un numero speciale con una prima pagina quasi interamente dedicata a Bergoglio. Molti commenti sul Pontefice e sul suo operato, tra i quali anche quello di Marcello Veneziani, “Un vicario per tre crisi”. L’editorialista parla chiaramente di “svolta radicale“, ma lo fa in termini critici. E scrive: “È un Papa avvertito come figlio del suo tempo più che della Chiesa, figlio della globalizzazione più che della tradizione”. E ancora: “Un Papa aperto ai più lontani, che ama il prossimo più remoto, aperto agl’islamici prima che ai cristiani, ai protestanti prima che ai cattolici, ai poveri più che ai fedeli, ai singoli – anche gay – più che alle famiglie”.
Parole pesanti, insomma, e Veneziani nota come “tutto questo è stato nobilitato come un ritorno al cristianesimo delle origini“. Nella sua analisi, l’editorialista ricorda come “una volta il Papa non volle criticare alcuni comportamenti fino a ieri considerati deprecabili dalla Chiesa, trincerandosi dietro l’umiltà cristiana: Chi sono io per giudicare. Verrebbe da rispondergli: sei un Papa, cioè un Santo Padre, e hai non solo il diritto ma il dovere di giudicare, di orientare, di esortare e condannare. Altrimenti – ammonisce Veneziani – vieni meno al Tuo ruolo pastorale, alla Tua missione evangelica”. Continua a leggere