La condanna del modernismo sociale in nome di Cristo Re

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Sabato 7 ottobre 2023 presso l’hotel La Cartiera di Vignola (MO), Via Sega 2, si svolgerà la XVI edizione della GIORNATA PER LA REGALITÀ SOCIALE DI CRISTO, col seminario di studi tenuto don Francesco Ricossa, direttore della rivista Sodalitium, dal tema:
“IL MODERNISMO SOCIALE: DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA ALLA SUA NEGAZIONE. DA SAN PIO X A J.M. BERGOGLIO”.
Programma
ore 10,00 Arrivo dei partecipanti e apertura dell’esposizione di libri e riviste.
ore 10,45 Inizio dei lavori.
ore 11,00 Prima lezione: “DAL MODERNISMO DOGMATICO” AL “MODERNISMO SOCIALE” E RITORNO.
ore 12,30 pranzo.
ore 14,30 Seconda lezione: AUTORITÀ, CAPITALE E LAVORO, STATO E CHIESA, RELIGIONE E PATRIA. IDEE CHIARE PER UN CATTOLICESIMO INTEGRALE E NON LIBERALE.
ore 16,00 Terza lezione: J. M. BERGOGLIO, E L’APOLOGIA DI GIUDA, CAPOSTIPITE DEI NEMICI INTERNI (“Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri”, 1 Jo 3,19).
ore 17,30 Conclusione dei lavori.
PRANZO: quota di 28,00 euro a persona, prenotazione obbligatoria entro giovedì 5/10/2023 sino a esaurimento dei posti (gradita una caparra di 10,00 euro che verrà trattenuta in caso di mancata partecipazione).
Anche coloro che non si fermano a pranzo sono invitati a segnalare la loro partecipazione, per poter predisporre nella sala conferenza i posti sufficienti.
Non è permessa la distribuzione di materiale informativo senza l’autorizzazione dell’organizzazione.
Come raggiungere l’hotel la Cartiera a Vignola (MO)
– Per chi arriva da Firenze/Padova/Bologna in autostrada: uscita al casello di Valsamoggia, poi prendere la Via Bazzzanese/SP569 in direzione di Vignola (dal casello: 12,9 km).
– Per chi arriva da Piacenza/Milano/Verona in autostrada: uscita al casello di Modena-Sud, poi prendere la strada provinciale SP623 in direzione Spilamberto – Vignola (dal casello: 9,8 km).
Organizzatori della Giornata: la rivista “Sodalitium” e il Centro Studi “Giuseppe Federici”.
Per informazioni e iscrizioni:
tel. 0541.758961 – info.casasanpiox@gmail.com

Esercizi spirituali di Sant’Ignazio 2023

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Come spesso accade durante le riunioni mensili del nostro Circolo Christus Rex, mi permetto di consigliare a tutti di frequentare gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola. Cinque giorni in silenzio con Dio, possono valere un’eternità. Quest’anno, ad Agosto, anche io li rifarò per la quinta volta dal 28 Agosto al 2 settembre 2023, con lo stesso entusiasmo della prima, nel 2000. Matteo Castagna

 

Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola secondo il metodo di Padre Vallet a Verrua Savoia (TO) predicati dai sacerdoti dell’Istituto Mater Boni Consilii.

Turno invernale

Turno misto: da lunedì 2 gennaio a sabato 7 gennaio 2023.

Turni estivi

Per le donne: da lunedì 21 agosto alle ore 12 a sabato 26 agosto 2023.

Per gli uomini: da lunedì 28 agosto alle ore 12 a sabato 2 settembre 2023.

Per informazioni e iscrizioni: http://www.sodalitium.biz/esercizi-spirituali/

Pellegrinaggio a Loreto 2023 – video e foto

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Segnalazione del Centro Studi Federici
Omelia di don Ugolino Giugni al pellegrinaggio di Loreto (21/05/2023)
 
Fervorino di don Ugo Carandino al sacrario di Castelfidardo (21/05/2023)
 
Foto del pellegrinaggio a Loreto 2023
Per cancellarsi dalla lista di distribuzione:  

Laicismo ante litterm: il martirio di San Tommaso Becket

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Segnalazione del Centro Studi Federici

“Accetto la morte in nome di Gesù e della Chiesa” – Vita di San Tommaso Becket, Arcivescovo di Canterbury, di don Ugolino Giugni: 
 
Prima parte Sodalitium n. 44, pagg. 41 – 45
 
Seconda parte Sodalitium n. 45, pagg. 67 – 72
 

“Opportune Importune” n. 42

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Il Circolo Christus Rex non aderisce alla Tesi di Cassiciacum, come noto. Noi siamo sedevacantisti simpliciter. Perciò quando nell’articolo lo stimatissimo e benemerito don Ugo scrive di “occupazione materiale”, noi ometteremmo quel “materiale” poiché per noi la Sede Apostolica è vacante sia materialmente che formalmente. Rispettando coloro che aderiscono alla Tesi di Cassiciacum, ritenendola un’ipotesi teologica valida in tempi di crisi senza precedenti, entrambi non siamo in comunione con gli eresiarchi conciliari per le stesse ragioni. Questo è l’essenziale che oggi ci rende fratelli nella Fede. Ad multos annos ai sacerdoti e religiosi dell’Istituto Mater Boni Consilii!

Segnalazione del Centro Studi Federici

Editoriale di “Opportune Importune” n. 42 (lettera d’informazioni della Casa San Pio X dell’IMBC)

di don Ugo Carandino

Rileggendo gli editoriali scritti a partire dal 2001 si può constatare come i principali argomenti, che dovrebbero determinare le scelte dei cattolici nell’attuale stato di privazione della Chiesa, siano stati trattati ripetutamente.
Mi riferisco all’eresia modernista e alla sua affermazione al Concilio; all’occupazione materiale della Sede di Pietro e la conseguente attuale assenza dell’autorità nella Chiesa; alla gravità di riconoscere come papa legittimo un occupante materiale e di citarlo al Canone della Messa; al rito della Messa che non può essere dissociato dalla professione della Fede; al gravissimo problema della validità molto dubbia delle nuove consacrazioni episcopali e ordinazioni sacerdotali…
Invito quindi a rileggere i precedenti editoriali e soprattutto gli articoli della rivista Sodalitium, dove troverete i temi elencati nel precedente paragrafo approfonditi alla luce della teologia tomista e del magistero papale, senza dimenticare i convegni, le conferenze e le interviste presenti sui nostri canali telematici.
In questo editoriale vorrei invece trattare di un altro argomento, apparentemente secondario, relativo al modo in cui i fedeli dovrebbero presentarsi in chiesa per assistere al Santo Sacrificio della Messa. Lo spunto mi è stato dato dall’avviso di un’agenzia viaggi rivolto ai turisti per le vacanze estive nei paesi arabi. Ecco il testo:

“È fondamentale sapere che, se si entra in una moschea in estate, non si possono indossare pantaloncini, canottiere o abiti corti e scollati. Vestitevi quindi in modo appropriato se pianificate di visitare una moschea. Sia gli uomini che le donne devono indossare abiti che coprano le braccia e le gambe. Le donne devono coprirsi il capo con il velo”.

Immagino che il turista italiano medio si conformi disciplinatamente alle indicazioni ricevute, considerandole al limite un po’ esagerate ma nello stesso tempo pronto a lodare una certa serietà di chi le esige per poter entrare nel proprio tempio religioso.
Ciò che amareggia è il fatto che le direttive imposte per accedere in una moschea (o in una sinagoga) non vengono prese in considerazione per entrare nelle chiese cattoliche, dove è sempre di più trascurata l’attenzione alla modestia e al buon gusto. La perdita del sovrannaturale causata dai cattivi pastori imbevuti di modernismo, che si manifesta in particolare nella rovinosa liturgia di Paolo VI, oltre alla perdita della Fede, ha favorito la perdita del pudore e del decoro nel modo di vestirsi, in una corsa verso il basso che del resto ha investito ogni aspetto della vita sociale.
Il problema dell’abbigliamento può presentarsi anche quando si partecipa alla Santa Messa detta di san Pio V. In alcuni casi, dopo molti anni di frequentazione, si può cadere nel rilassamento; oppure, col passaggio dalla parrocchia alla “messa tridentina”, si può conservare l’abitudine di un abbigliamento inadeguato. Se così fosse, si ometterebbe un segno esteriore capace di indicare che la domenica è un giorno speciale, il giorno del Signore, da distinguere dagli altri giorni anche col vestito che si indossa. Come si potrà notare, parlare della sacralità del rito e dell’importanza del dies Dominicus non sono certo argomenti secondari per un cattolico!
A questo proposito segnalo qualche brano di un articolo sull’abito della domenica indossato dai nostri avi e tanto raccomandato da un’ava d’eccezione, Mamma Margherita, la madre di Don Bosco:

«Margherita, la mamma, oltre l’ordine e la bellezza nell’anima dei figli e la docile e costante allegria (quanto cantavano tutti!), esigeva l’ordine e la pulizia nelle loro persone. Alla domenica specialmente, adattava alla loro persona i vestiti più belli da festa, ravvivava i loro capelli, che naturalmente erano ricciuti e folti, e per tenerli raccolti usava un piccolo nastro… Li prendeva per mano e tutti insieme andavano alla Messa… Ma per Margherita ogni momento era buono per educare.
“Vi piace fare una bella figura, non è vero?”. “Certo, mamma”.
“Or bene: ascoltatemi. Sapete perché vi metto i vestiti più belli? Perché è domenica ed è cosa giusta che mostriate esternamente la gioia che deve provare ogni cristiano in questo giorno, e poi perché desidero che la pulizia dell’abito sia la figura della bellezza delle vostre anime”» (dalle Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco, I, 73-74).

La lettura del brano ci ricorda appunto che in ogni circostanza, soprattutto in chiesa, il battezzato deve evitare un abbigliamento inappropriato. Non si tratta di sfoggiare abiti particolarmente ricercati (non penso che siano da considerarsi tali la giacca e cravatta per gli uomini e una gonna modesta per le donne) ma neppure di indossare vestiti troppo sportivi o disadorni.
Ribadisco che l’argomento è importante perché è legato alla devozione nei confronti del più importante atto della Religione, la Santa Messa, cioè il rinnovamento incruento del Santo Sacrificio della Croce, col quale l’Agnello di Dio si immola per la maggior gloria dell’Eterno Padre e per la nostra salvezza. Nella misura in cui si comprende il valore infinito della Messa, dovrebbe crescere nell’anima il desiderio di presentarsi al sacro rito nelle migliori disposizioni spirituali (la “veste nuziale” della grazia santificante) e, nella ricerca della perfezione cristiana, di manifestare il massimo rispetto dovuto alla Presenza Reale anche nel modo di vestire.
Poiché per amare è necessario conoscere, è fondamentale che il fedele ricerchi un’adeguata formazione: invito quindi a leggere o rileggere, ad esempio, il Breve Esame Critico del Novus ordo e il libro di don Cekada Frutto del lavoro dell’uomo. Una critica teologica alla messa di Paolo VI, entrambi editi dal Centro Librario Sodalitium, testi di grande aiuto per conoscere e venerare sempre di più la Messa Romana e detestare tutto ciò che ne offusca il suo valore e il rispetto dovuto.
Scrivo queste righe all’inizio dell’Avvento, con la speranza che possano essere lette prima del 25 dicembre (almeno sul sito di Sodalitium in attesa dell’edizione cartacea). Nel Tempo di Natale, in particolare nelle feste della Natività e dell’Epifania, chiediamo alla Sacra Famiglia di accordarci uno spirito cristiano sempre più radicato nei cuori, capace di muovere gli affetti verso la Verità divina e conformare la vita del buon cattolico in tutti i suoi aspetti, tra cui il rispetto dovuto alla sacralità dei luoghi di culto (anche i più umili) e alle funzioni liturgiche.
È l’augurio che formulo a tutti i lettori, per poter mettere così a frutto le abbondanti benedizioni che Gesù Bambino, la SS.ma Vergine Immacolata e san Giuseppe, ci accorderanno nel consolante
e fecondo tempo natalizio.
don Ugo Carandino

Per scaricare il bollettino:
https://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/opportune42.pdf

“Opportune Importune” n. 42

Strenne natalizie: il n. 73 della rivista Sodalitium

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Segnalazioni del Centro Studi Federici

Sodalitium n.73, dicembre 2022
Editoriale
 
Cari lettori, ci avviciniamo ormai al nuovo anno, anche se spero che questo nuovo numero di Sodalitium giungerà nelle vostre case prima del Santo Natale (non ci giurerei!). Abbiamo pensato di dedicare il nostro calendario bilingue per l’anno 2023 al papa Leone XIII, che morì nel 1903, e a cui successe sul trono di Pietro san Pio X.
 
Nel 2023 ricorrerà un altro anniversario, che riguarda più da vicino la nostra rivista: era il Natale del 1983 quando uscì il suo primo numero, per cui ci avviciniamo al quarantennale del nostro bollettino. Durante tutti questi anni, abbiamo constatato, purtroppo, il continuo aggravarsi della situazione nella Chiesa e nella società: la rivoluzione avanza, anche grazie al modernismo, il traditore della Chiesa. Abbiamo però anche vissuto e condiviso con voi tanti momenti di grazia – che forse non fanno rumore, ma che certamente hanno un maggior valore rispetto al male che ci circonda. Alcuni di voi mi hanno confidato che la prima rubrica che leggono nel bollettino è la “vita dell’Istituto”, e in fondo questo non mi dispiace, perché, al di là dell’elenco (che può sembrare freddo) di nomi, date e avvenimenti, vi è in realtà la traccia di tante grazie e dell’azione sovrannaturale di Dio nelle anime. 
 
Questo numero è un po’ particolare. Avevo promesso la pubblicazione di una risposta alla serie di 15 puntate di un confratello contro mons. Benigni e i cattolici integrali, e di questo studio avevo dato anche il sommario (provvisorio). Al di là del motivo occasionale dell’articolo, avevo colto la possibilità di tracciare un panorama dei primi trent’anni del Novecento nella storia della Chiesa, quando si posero le basi remote della crisi conciliare che mina la Chiesa dall’interno, portando tante anime alla rovina. Il lavoro, già corposo allora, è diventato ancora più impegnativo, per cui era proprio impossibile pubblicarlo in questo numero di Sodalitium. Mi riservo quindi di pubblicarlo a parte, o in un libro, o in un numero speciale della rivista interamente dedicato alla “difesa di mons. Benigni”.
 
Non mancano però anche nel presente numero di Sodalitium gli articoli sulla storia della Chiesa: uno più legato alla crisi attuale, di don Giugni, dedicato alla figura di Paolo VI; un altro di don Steenbergen per l’anniversario di papa Adriano VI, suo connazionale, che fu eletto nel 1522 e morì nel 1523, ultimo Papa (legittimo) non italiano, che sedette sulla Sede di Pietro in un periodo come il presente burrascoso e terribile per la Chiesa. Don Carandino nelle sue recensioni continua a presentarci la vita di tanti Santi piemontesi, e in questo numero ci presenta anche la vita religiosa com’è vissuta dai frati del nostro Istituto. Sodalitium annovera poi un nuovo collaboratore nella persona di don Coradello, che riceverà a Dio piacendo, l’ordinazione sacerdotale nel corso del 2023, ricordando il grande tesoro del Sacrificio della Messa e il modo di assistervi.
 
Spero che anche questo numero potrà essere di aiuto alle vostre anime e di sostegno alla vostra Fede, minacciata da tanti pericoli. La preparazione al Natale, la bella e cara festività della nascita del Signore, le feste che seguiranno fino all’Epifania, ci ricordano il cuore della nostra Fede cristiana: il mistero dell’Incarnazione, mistero al quale è inseparabilmente unita la Vergine Santissima, alla quale raccomando ciascuno di voi e le vostre famiglie.
 
Nella festa di Cristo Re
don Francesco Ricossa
 
 
 

I due che erano tre: don Ricossa scrive ad Aldo Maria Valli

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Segnalazione del Centro Studi Federici

“Con don Alberto e don Stefano c’era anche don Marco. Che ora collabora con l’Istituto Mater Boni Consilii”
 
Caro Valli,
 
leggo su Duc in altum vari articoli in difesa di “don Alberto e don Stefano” dai quali il loro vescovo esige, secondo il motu proprio Summorum Pontificum prima ancora che di Traditionis custodes, di riconoscere validità, legittimità e santità del nuovo rito, per poter ancora celebrare con l’antico.
 
Tutti si dimenticano che i due sacerdoti erano tre: con loro c’era anche don Marco. Dov’è finito don Marco? Proprio perché non riconosceva validità, legittimità e santità del nuovo rito, non si appoggia più al motu proprio Summorum Pontificum, non riconosce la legittimità di chi ha promulgato detto nuovo rito della messa, e anche quello dell’ordinazione sacerdotale, e ora collabora coll’Istituto Mater Boni Consilii.
 
Facciano così anche don Alberto e don Stefano, oppure accettino sinceramente le esigenze del Summorum Pontificum e di Traditionis custodes che, a loro parere, sono atti promulgati dal Vicario di Cristo.
 
Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, ovverosia far uso del suddetto motu proprio senza accettarne però le condizioni. Un’alternativa c’è, ed è quella abbracciata dal loro confratello, del quale tutti sembrano essersi dimenticati.
 
Un caro saluto
 
don Francesco Ricossa
 
 
 

Calendario Sodalitium 2023: Leone XIII e il suo magistero a 120 anni dalla morte

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Segnalazione del Centro Studi Federici

di don Francesco Ricossa

Leone XIII e il suo magistero a 120 anni dalla morte
 
Il 20 luglio 1903, 120 anni fa, moriva in Vaticano Papa Leone XIII; il 4 agosto successivo veniva eletto come suo successore il cardinale Sarto, che prese il nome di Pio X e veneriamo come nostro Santo protettore (assieme alla Madonna del Buon Consiglio, a san Giuseppe e a san Pio V). Nato nel 1810 a Carpineto Romano, e battezzato col nome di Vincenzo Gioachino Pecci, fu ordinato sacerdote nel 1837, nominato vescovo nel 1843 da Papa Gregorio XVI, creato cardinale da Pio IX nel 1853, ed eletto suo successore nel 1878. Prima della sua esaltazione al Sommo Pontificato servì la Santa Sede nella diplomazia (nunzio in Belgio), nell’amministrazione del potere temporale della Chiesa (delegato a Benevento, Spoleto e Perugia) e nel ministero episcopale (arcivescovo di Perugia).
 
Dedicandogli questo calendario, vogliamo rendere omaggio a un grande Pontefice che volle imitare un suo predecessore, l’illustre Innocenzo III, il quale riposò nella sua Perugia e di cui volle portare le spoglie a Roma.
Per ben comprendere il pontificato di Leone XIII e soprattutto il suo magistero, bisogna tener presente la sua fedeltà al Dottore comune, San Tommaso d’Aquino. Suo il grande, grandissimo merito di rimettere in onore la filosofia scolastica ed il pensiero del Dottore Angelico nell’enciclica Æterni Patris: tutto il suo insegnamento deve considerarsi come un’applicazione di questi grandi principi. A torto qualcuno ha visto nel suo pontificato una mano tesa al mondo moderno nato dalla Rivoluzione; al contrario, lo scopo del Pontefice era la restaurazione della Cristianità medioevale così ben rappresentata dal già citato Innocenzo III, erede di quella civiltà cristiana e romana ben incarnata dal patrono di Leone XIII, San Leone Magno. Contro il “diritto nuovo”, egli ricordò i grandi princìpi dello Stato e della Società cristiana, iniziando dal rammentare che la sovranità non viene dal basso, ma dall’alto, ovvero da Dio. Contro il falso concetto di libertà, ricordò, al seguito di San Tommaso, il vero e genuino concetto di libertà, che ha per oggetto il bene, e non il male. Riconobbe nella setta massonica l’opera tenebrosa di Lucifero e il nemico dichiarato della Chiesa: di tutti i Papi fu certamente il più attivo nel combattere il naturalismo massonico che oltraggiava la Chiesa in Roma stessa, col sindaco Nathan e il monumento a Giordano Bruno. Per questo fu convinto assertore dei diritti violati della Santa Sede anche quanto al potere temporale, ben conscio di come la setta massonica, attraverso la secolarizzazione della società laicizzata, l’attacco alla famiglia e l’ostacolo posto alla libertà e indipendenza del Sommo Pontefice, intendesse distruggere lo stesso Papato e con esso la Chiesa di Gesù Cristo, la rivelazione divina, la vita sovrannaturale.
 
Leone XIII ebbe modo anche di avvedersi dei prodromi della crisi che stava per manifestarsi all’interno della Chiesa stessa: per questo diede un duro colpo al movimento ecumenico con la dichiarazione sull’invalidità delle ordinazioni anglicane (Bolla Apostolicæ curaæ, 1896) e con l’enciclica sull’unità della Chiesa Satis cognitum. Diede anche le prime condanne al nascente modernismo, nel campo della spiritualità (condanna dell’americanismo con Testem benevolentiæ, 1899) come nel campo dell’attività politico-sociale (enciclica Graves de communi, 1901). Con l’enciclica Rerum novarum, sulla questione operaia, si opponeva sia al socialismo sia al liberalismo, rinnovando l’alleanza tra la Chiesa e il popolo e ponendo le basi di una società veramente cristiana. Affidò questo grande progetto alla protezione della Santissima Vergine: devotissimo alla Madonna del Buon Consiglio, Leone XIII raccomandò a tutti la recita del Santo Rosario in tante encicliche, ben sapendo come nella meditazione dei misteri dell’Incarnazione, della Passione e della Resurrezione del Signore, con gli occhi e i sentimenti della SS. Vergine, il popolo cristiano avrebbe mantenuto viva la Fede.
 
Durante il suo lungo pontificato non mancarono, è vero, anche gli insuccessi. Vana fu la sua attenzione all’Oriente, nella speranza di ricondurlo all’unità cattolica. Dura fu la persecuzione che dovette subire dai nemici della Chiesa un po’ ovunque durante l’Ottocento anticlericale, dal  tedesco, ai governi massonici in tutto il mondo, specie nelle vicine Italia e Francia. Soprattutto da quel paese vennero cocenti delusioni, e sarà il suo successore, san Pio X, che con coraggio intrepido e distacco da ogni bene terreno, con libertà evangelica, affronterà la separazione tra Stato e Chiesa, la cacciata dei religiosi, la confisca dei beni della Chiesa, facendo rinascere la Chiesa di Francia e condannando le false interpretazioni del magistero leonino (come quella del Sillon). Leone XIII vide anche la stringente necessità di sviluppare e ammodernare gli studi ecclesiastici, un programma pienamente condiviso dal giovane perugino Umberto Benigni; ma sulla fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si faceva già luce il tradimento di questo bel programma da parte dei modernisti: sarà san Pio X (nominato vescovo nel 1884 e creato cardinale nel 1893 proprio da Leone XIII) a dover affrontare il pericolo mortale, per “restaurare ogni cosa in Cristo”.
 
Ogni mese del nuovo anno può essere un’occasione per i nostri lettori di leggere una o più encicliche di questo grande Papa, che abbiamo scelto, in quest’occasione, di onorare.
 
Don Francesco Ricossa
 
 

SEMPRE ANTICOMUNISTI

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Il cattolico deve seguire la dottrina sociale della Chiesa e rifiutare sia il sistema liberale e laicista sia i sistemi che si rifanno al socialismo e al comunismo. 
Sull’argomento segnaliamo l’enciclica “Divini Redemptoris” di Pio XI e un seminario di studi organizzato dalla rivista “Sodalitium” e dal nostro centro studi “Giuseppe Federici”.
 
Enciclica “Divini Redemptoris” 
 
Seminario di studi: “INTRINSECAMENTE PERVERSO. I cento anni del comunismo in Italia (1921 – 2021). Perché il comunismo e il socialismo sono incompatibili con la dottrina sociale della Chiesa”. Docente: don Francesco Ricossa (Vignola, MO, 9/10/2021, XV giornata per la regalità sociale di Cristo). 
 
Prima lezione: A cent’anni dalla fondazione del Partito Comunista d’Italia. “Il Socialismo come fenomeno storico mondiale”.
 
Seconda lezione: Omicida e menzognero fin dall’inizio. Socialismo e Comunismo nel magistero della Chiesa.
 
Terza lezione: Infiltrazioni social-comuniste nel mondo cattolico. L’ateismo in Gaudium et Spes. 
 
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