“Commissione Ue indecente, da noi niente Lgbt nelle scuole”: Orban mostra i muscoli

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di Gabriele Costa

Budapest, 3 ago – Continua il braccio di ferro tra l’Ungheria di Orban e la Commissione Ue capitanata da Ursula von der Leyen sul tema caldo degli Lgbt. Al centro della dura polemica c’è, ovviamente, la discussa legge che vieta la diffusione della propaganda gender nelle scuole magiare. Una norma che la stampa globalista ha ribattezzato impropriamente «legge anti-Lgbt», definendola pertanto «omofoba», laddove Orban ha sempre puntualizzato che nulla c’entra con i diritti degli omosessuali, bensì con la protezione dei minori dal rischio di sessualizzazione precoce e manipolazione ideologica.

«La nostra priorità è difendere i bambini»

Dopo che Bruxelles ha minacciato pesanti sanzioni contro l’Ungheria (e la Polonia), Orban ha spiazzato tutti indicendo un referendum sulla legge anti-propaganda Lgbt, rimettendo cioè la questione nelle mani degli ungheresi. Ora, però, il primo ministro magiaro ci ha tenuto a rispondere alle accuse che gli sono piovute addosso. Lo ha fatto tramite un documento che è stato divulgato oggi su Twitter da Judit Varga, ministro della Giustizia ungherese: «L’Ungheria ha subìto un attacco senza precedenti solo perché la protezione dei bambini e delle famiglie è la nostra priorità e, a questo proposito, non vogliamo che la lobby Lgbtq entri nelle nostre scuole e nei nostri asili», ha spiegato il guardasigilli magiaro.

Orban contro la propaganda Lgbt

Per questo motivo, ha proseguito la Varga, «il governo ungherese ha risposto a questi attacchi indecenti» con il documento succitato. Qui, in aperta polemica con la Commissione Ue, l’esecutivo di Orban sottolinea come la legge anti-propaganda Lgbt non rientri affatto nelle competenze di Bruxelles. Oltre all’accusa di ingerenza, il governo di Budapest rinfaccia agli eurocrati di essere male informati sui contenuti della norma, visto che è stato dato credito – in maniera acritica – a Ong varie che li hanno riportati distorcendo la realtà. In sostanza, il documento specifica che il rapporto Ue «è viziato da pregiudizi ideologici», e le sue conclusioni sono pertanto «inaccurate e tendenziose».

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/orban-bruxelles-legge-propaganda-lgbt-203222/

Emergenza a Lampedusa: sbarcano altri 424 clandestini

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La situazione nell’hotspot di Contrada Imbriacola è sempre più drammatica

di Federico Garau

Proseguono senza sosta, ad ogni ora della notte e del giorno, gli arrivi di clandestini nel nostro Paese: tra sbarchi autonomi e salvataggi in mare sono centinaia ad ogni aggiornamento che viene effettuato dalle autorità locali.

Solo nelle ultime ore sono state ben sei le operazioni condotte dalle motovedette della Capitaneria di porto di Lampedusa e della Guardia di Finanza. Al largo della maggiore delle Isole Pelagie le forze dell’ordine hanno recuperato complessivamente 424 immigrati irregolari i quali, dopo esser stati fatti salire a bordo, sono potuti infine sbarcare sul territorio nazionale italiano. I primi 178 clandestini, tutti provenienti dal Bangladesh, sono stati individuati e raggiunti dalle motovedette della Guardia di Finanza al confine fra la Sar maltese e italiana.

Ulteriori 246 extracomunitari sono invece stati soccorsi e quindi assistiti dalla Capitaneria di porto, quando le imbarcazioni a bordo delle quali navigavano verso lo Stivale erano già in vista di Lampedusa. Una volta sbarcati sul molo Favaloro, gli immigrati irregolari sono stati sottoposti a tampone naso-faringeo ed a visita medica. A seguito delle consuete operazioni di identificazione, tutti e 424 sono finiti nell’hotspot di Contrada Imbriacola, che si trova in condizioni sempre più disperate: sono infatti oltre 1400 gli extracomunitari all’interno della struttura, a fronte di una capacità massima di 250 posti.

Le parole di Salvini

“Il tema immigrazione è nei numeri: tra il pomeriggio e la notte sono sbarcati più di 700 immigrati irregolari e altri 800 sono a bordo di due navi, una francese e una tedesca. Non penso che, dopo il Covid, ci si possa permettere 1500 sbarchi al giorno”, sbotta il leader del Carroccio al banchetto di raccolta firme per i referendum sulla giustizia a Milano.

“Mentre si chiede il Green pass per andare in pizzeria, ci sono persone che sbarcano da Paesi non vaccinati che, spesso e volentieri, scappano dai centri e girano. È un problema anche sanitario, oltre che economico, sociale e culturale”, aggiunge ancora l’ex vicepremier.“Non è un problema inventato dalla Lega: se invece di 30mila sbarchi fossimo alla quota dell’anno scorso, il problema non ci sarebbe. In tante periferie milanesi ci sono tanti immigrati regolari che si sono ben integrati, ma ci sono alcune zone con ghetti inavvicinabili anche dalle forze dell’ordine”, conclude.

Fonte: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/emergenza-lampedusa-sbarcano-altri-424-clandestini-1966750.html

Immigrazione, Orban: “è un fenomeno organizzato”

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Noi Cattolici fedeli alla Tradizione, con altri pochi coraggiosi, intellettualmente onesti, sosteniamo queste tesi dagli anni ’80 in incontri pubblici, conferenze, seminari, libri e riviste. Inascoltati, derisi, attaccati, accusati, ostracizzati, processati. Ora che la realtà è sotto gli occhi di tutti…(N.d.R.)

QUINTA COLONNA

BELGRADO, 19 GIU – Immigrazione: il premier conservatore ungherese Viktor Orban ha ribadito la sua aperta ostilità nei confronti del fenomeno migratorio, da lui definito un “male” che avviene a suo avviso non spontaneamente ma in maniera organizzata.
“Quando ai confini ungheresi arrivano decine di migliaia di persone, in massima parte giovani uomini che sono in perfette condizioni fisiche e che incolonnati marciano verso la frontiera, e se cerchiamo di fermarli ci vengono contro, allora non parliamo di immigrazione ma di violazione della sovranità nazionale.

L’immigrazione va fermata

Tutto ciò va fermato”, ha detto Orban al settimanale cattolico croato ‘Voce del Concilio’.
Nell’intervista, ripresa dai media serbi, il premier ungherese si dice convinto che tutto ciò sia organizzato con motivazioni politiche, per far arrivare “enormi masse di musulmani nel continente europeo”.

Ritengo che tutti quelli che non si difenderanno, tra 20 anni non riconosceranno più il loro Paese“. Orban sostiene poi che l’Ungheria paga un alto prezzo poiché va contro le correnti politiche europee dominanti, difende il modello di famiglia cristiana e per il fatto che “la follia Lgbt non ha spazio in Ungheria”. (ANSA)

Leggi anche:


► ONU: “L’immigrazione è parte integrante della globalizzazione”

► Migranti, ONU: aprire canali legali per apportare forza-lavoro al mercato

► Il documento ONU sulla sostituzione etnica lo trovate qui >>>

 

Fonte: https://www.imolaoggi.it/2021/06/19/immigrazione-orban-fenomeno-organizzato/

La Florida manda la guardia nazionale al confine di Texas ed Arizona contro l’immigrazione. Intanto Biden dorme

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Il governatore della Florida Ron DeSantis ha annunciato mercoledì di aver autorizzato l’invio della polizia al confine tra Stati Uniti e Messico in Arizona e Texas, a seguito di una richiesta da parte di questi stati.

DeSantis, un repubblicano, ha affermato che la Florida è il primo stato a rispondere a una lettera dei governi. Greg Abbott e Doug Ducey, entrambi repubblicani, che hanno chiesto aiuto a tutti gli altri stati per controllare il confine. Una accusa indiretta verso il governo Federale, a cui spetterebbe la difesa  dei confini, ma che non sta facendo, oggettivamente, nulla.

“Siamo qui oggi perché abbiamo problemi in Florida che non sono interni  alla Florida,  che siamo stati costretti ad affrontare da molti anni, ma soprattutto negli ultimi sei mesi, a causa del fallimento dell’amministrazione Biden nel proteggere il nostro confine meridionale”, ha detto DeSantis durante un evento mercoledì. “E, in effetti, fare davvero qualcosa di costruttivo su ciò che sta accadendo al confine meridionale”.

Sebbene DeSantis non abbia approfondito la natura dello spiegamento della polizia, ha affermato che ci saranno “maggiori informazioni sui contorni dell’assistenza reciproca” in futuro. “Sono sicuro che in ognuno di questi dipartimenti dello sceriffo, ci sono vice che scalpitano per essere in grado di aiutare”, ha aggiunto.

“Penso che ci siano molte persone del tipo, ‘Amico, vorrei poter fare qualcosa per aiutare’. Beh, hanno l’opportunità di farlo. Penso che vedrai molte mani alzarsi dicendo: “Ehi, mandami, voglio essere utile”, ha aggiunto il governatore repubblicano.

DeSantis ha anche usato la conferenza stampa per criticare le politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Biden, affermando che il presidente Joe Biden ha annullato una serie di mandati di successo dell’era Trump progettati per frenare l’immigrazione illegale

Abbott e Ducey, nella loro lettera in cui chiedevano aiuto mettevano in luce come questa richiesta fosse finalizzata a risparmiare problemi e costi anche agli altri stati:

“Con il tuo aiuto, possiamo fermare meglio  questi autori di crimini statali e federali, prima che possano causare problemi nel tuo stato”, hanno scritto i due governatori.

I dati rilasciati questa settimana da Customs and Border Protection mostrano che gli agenti hanno arrestato circa 180.000 persone entrate illegalmente negli Stati Uniti a maggio, che è la cifra più alta registrata in circa due anni. Più di 112.000 di questi immigrati illegali sono stati espulsi ai sensi della disposizione sanitaria del Titolo 42, che è stata autorizzata tramite una dichiarazione di emergenza lo scorso anno a causa della pandemia di COVID-19. Però il flusso sembra inarrestabile, anche per l’effetto attrazione esercitato da Biden.

Fonte: https://scenarieconomici.it/la-florida-manda-la-guardia-nazionale-al-confine-di-texas-ed-arizona-contro-limmigrazione-intanto-biden-dorme/

Riparte il turismo e trova l’immigrazione sostanzialmente fuori controllo

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI PER InFORMAZIONE CATTOLICA.IT 

di Matteo Castagna

NELL’ULTIMO PERIODO CIRCA 14.000 PERSONE, DICONO LE FONTI UFFICIALI

Non pochi politici italiani si sono posti il problema della conciliabilità tra la ripresa del settore turistico e la sua compatibilità con un’immigrazione sostanzialmente fuori controllo. Anziché pensare a fare degli omosessuali delle “specie protette” modello panda, in barba al diritto naturale, o a imporre la tassa di successione a chi non arriva a fine mese perché non può lavorare a causa di restrizioni assurde quanto inutili, c’è anche, dal lato destro dell’emiciclo parlamentare chi pensa al rilancio del turismo in un Paese come l’Italia. E, per fortuna, si nota che possa faticare ulteriormente se continuano a sbarcare migliaia di clandestini. Circa 14.000 persone, nell’ultimo periodo – dicono le fonti ufficiali.

Non è giusto che degli innocenti muoiano in mare, perché sarebbe giusto che i barconi della morte non partissero. Poiché abbiamo capito tutti che vi sono interessi economici importanti dietro la tratta dei “nuovi schiavi”, la vera carità dovrebbe vedere impegnata l’Europa nella realizzazione di trattati internazionali ed aiuti mirati nelle terre di fuga, sul modello di quanto fece il governo Berlusconi con Gheddafi, donando all’Italia e all’Africa un periodo di tranquillità, pace e tolleranza, perché quanto alla redistribuzione degli immigrati, l’Unione Europea sembrerebbe fare orecchie da mercante.

Inoltre, la redistribuzione è un concetto sbagliato in sé per due motivi: 1) Gli esseri umani non sono delle merci da destinare di qua o di là. 2) L’immigrazione di popolamento costituisce un fenomeno profondamente negativo, perché è lo sradicamento forzato di gente che, potenzialmente, potrebbe star bene nella sua Patria. Dunque l’Europa dovrebbe lavorare, da un lato, alla messa in atto di politiche che favoriscano la natalità negli Stati membri e dall’altro al blocco dei confini per favorire non solo un graduale rimpatrio dei clandestini ma anche delle situazioni di benessere e stabilità che fermino questo continuo ed indecente racket. La responsabilità spetta, infatti, non all’immigrato, ma alla logica del capitale, che, dopo aver imposto la divisione internazionale del lavoro, ha ridotto l’uomo allo stato di merce delocalizzabile.

San Tommaso d’Aquino, nella Summa Teologica (I-II, q. 105, a. 3) spiega che “con gli stranieri ci possono essere due tipi di rapporto: l’uno di pace, l’altro di guerra” (in corpore). Innanzi tutto non li si accoglie subito come compatrioti e correligionari. Aristotele insegnava che “si possono considerare come cittadini solo quelli che iniziano ad essere presenti nella Nazione ospitante a partire dal loro nonno” (Politica, libro III, capitolo 1, lezione 1). Quindi, capiamo, che fin dall’antichità nessun saggio prendeva in considerazione lo “ius soli”. Forse, Aristotele avrebbe, invece preso per sovversivo dell’ordine nazionale chi si fosse sognato di propugnare tale ingiustizia…È chiaro che per l’Angelico si può permettere agli stranieri, che sono di passaggio nella Nazione (se sono pacifici e se si integrano nella cultura e nella religione del Paese che li accoglie), di restarvi.

Ma vi pare il caso generale contingente? Se sono ostili, come le orde di musulmani che ci invadono per conquistarci all’islam o per delinquere, allora vale la legittima difesa, che porta la Nazione invasa a respingere lo straniero, che è un ingiusto aggressore: “vim vi repellere licet / è lecito respingere la forza con la forza”, alla faccia del buonismo interessato di certuni, che non è accoglienza ma business camuffato. Mentre l’Italia deve fare lecito business col turismo, grazie alle meraviglie di cui dispone grazie alla civiltà classico-cristiana ed alla natura.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/05/24/riparte-il-turismo-e-trova-limmigrazione-sostanzialmente-fuori-controllo/

L’assimilazione degli immigrati non è né buona né cattiva: è impossibile

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di Alain de Benoist

Fonte: Barbadillo

Boulevard Voltaire: Il dibattito sull ‘”integrazione” degli immigrati è impantanato da decenni, se non altro perché non viene mai specificato cosa significhi integrare: a una nazione, a una storia, a un’azienda, a un mercato? È in questo contesto che alcuni preferiscono invocare l’”assimilazione”. Due mesi fa, la rivista Causeur ha dedicato a questo concetto un intero dossier, con il titolo in prima pagina: “Assimilati! Cosa le fa pensare?Alain de Benoist: “Negli ambienti più preoccupati per i flussi migratori, si sente spesso dire che l’assimilazione sarebbe la soluzione miracolosa: gli immigrati diventerebbero “francesi come tutti gli altri” e il problema sarebbe risolto. Questa è la posizione difesa con talento da Causeur, ma anche da autori come Vincent Coussedière, che pubblicherà A Praise of Assimilation, o Raphaël Doan (The Dream of Assimilation, from Ancient Greece to the Present Day). Altri obiettano che “gli immigrati sono inassimilabili”. Altri ancora rifiutano l’assimilazione perché implica necessariamente l’incrocio. Queste tre posizioni sono molto diverse, e anche contraddittorie, ma hanno tutte in comune il fatto che ritengono che l’assimilazione sia possibile, almeno in teoria, anche se alcuni non lo vogliono o ritengono che gli immigrati non giochino.

L’assimilazione è un concetto di natura universalista, ereditato dalla filosofia dell’Illuminismo (la parola si trova già in Diderot). Presuppone che le persone siano fondamentalmente tutte uguali. Per far sparire le comunità, dobbiamo quindi convincere gli individui che le compongono a staccarsi da esse. In un certo senso, questo è un patto che ci proponiamo di fare con gli immigrati: diventate individui, comportatevi come noi e sarete pienamente riconosciuti come uguali, poiché ai nostri occhi l’uguaglianza implica l’uguaglianza.

Ricordi l’apostrofo di Stanislas de Clermont-Tonnerre nel dicembre 1789: “Dobbiamo concedere tutto agli ebrei come individui, dobbiamo rifiutare tutto agli ebrei come nazione!” (Gli ebrei non hanno ceduto a questo ricatto, altrimenti avrebbero dovuto rinunciare all’endogamia e oggi non ci sarebbe più comunità ebraica.) Emmanuel Macron non dice altro quando afferma che la cittadinanza francese riconosce “l’individuo razionale libero come stato prima di tutto “. Raphaël Doan è molto chiaro su questo punto: “L’assimilazione è la pratica di richiedere allo straniero di diventare un compagno […]”. Per assimilarsi, bisogna praticare l’astrazione dalle proprie origini. In altre parole, che cessa di essere un Altro e diventa lo Stesso. Per fare questo, deve dimenticare le sue origini e convertirsi. “Emigrare significa cambiare la tua genealogia”, dice Malika Sorel. È più facile a dirsi che a farsi. Perché assimilare “i valori della Repubblica” non significa niente. Assimilare significa adottare una cultura e una storia, una socievolezza, un modello di relazioni tra i sessi, codici di abbigliamento e culinari, modi di vita e di pensiero specifici. Tuttavia, oggi, la maggioranza degli immigrati è portatrice di valori che giustamente contraddicono quelli delle popolazioni ospitanti. Quando offriamo loro di negoziare la loro integrazione, dimentichiamo semplicemente che i valori non sono negoziabili (cosa che una società dominata dalla logica dell’interesse personale ha le maggiori difficoltà a comprendere)”.

E lei pensa che l’assimilazione sia buona o cattiva?

“Né buono né cattivo. Tendo a pensare che sia impossibile. Il motivo principale è che possiamo assimilare gli individui ma non possiamo assimilare le comunità, specialmente quando queste rappresentano dal 20 al 25% della popolazione e queste sono concentrate – “non perché siano messi nei ghetti, ma perché gli esseri umani coltivano naturalmente il vicinato di quelli che vivono come loro ”(Élisabeth Lévy) – in territori che favoriscono l’emergere di contro-società basate esclusivamente sull’identità. Ciò è particolarmente vero in un paese come la Francia, segnato dal giacobinismo, che non ha mai smesso di lottare contro gli organismi intermedi per riportare la vita politica e sociale a un faccia a faccia tra individuo e Stato. Colbert aveva già compiuto grandi sforzi per “francesizzare” gli indiani d’America. È stato ovviamente un fallimento.

In Francia, l’assimilazione raggiunse il suo apice sotto la Terza Repubblica, in un momento in cui la colonizzazione era in pieno svolgimento per iniziativa dei repubblicani di sinistra desiderosi di far conoscere ai “selvaggi” i benefici del “progresso”. Ma la Terza Repubblica è stata anche una grande educatrice: nelle scuole, gli “ussari neri” si sono impegnati a insegnare la gloriosa storia del romanzo nazionale. Non ci siamo più. Sono in crisi tutte le istituzioni (chiese, esercito, partiti e sindacati) che in passato hanno facilitato l’integrazione e l’assimilazione. La Chiesa, le famiglie, le istituzioni non trasmettono più nulla. La scuola stessa, dove il curriculum è dominato dal pentimento, non ha altro da impartire se non la vergogna dei crimini del passato.

L’assimilazione implica la volontà di assimilarsi dalla parte del potere in carica e il desiderio di essere assimilati dalla parte dei nuovi arrivati. Tuttavia, non c’è né l’uno né l’altro. Lo scorso dicembre, Emmanuel Macron ha detto esplicitamente a L’Express: “La nozione di assimilazione non corrisponde più a ciò che vogliamo fare”. È difficile vedere, d’altra parte, quale attrattiva possa ancora esercitare il modello culturale francese sui nuovi arrivati ​​che scoprono che i nativi, che spesso disprezzano, quando non li odiano, sono i primi a non voler sapere nulla della loro storia e battersi il petto per essere perdonati di esistere. Cos’è che vedono che li attrae? Cosa li può apassionare? Spingerli a voler partecipare alla storia del nostro Paese?”

Ultima nota: nel modello assimilazionista, l’assimilazione dovrebbe progredire di generazione in generazione, il che può sembrare logico. Tuttavia, vediamo che in Francia è esattamente l’opposto. Tutti i sondaggi lo dimostrano: sono gli immigrati delle ultime generazioni, quelli che sono nati francesi e hanno la nazionalità francese, che si sentono i più estranei alla Francia, che pensano sempre più che la Sharia abbia la precedenza sul diritto civile e trovano tanti elementi inaccettabili, come un “oltraggio” alla loro religione. Lo scorso agosto, alla domanda sulla proposizione “L’Islam è incompatibile con i valori della società francese”, il 29% dei musulmani ha risposto affermativamente, mentre tra gli under 25 la percentuale era del 45%”.

Un dibattito del genere è solo francese? Nei paesi occidentali? O la questione dell’integrazione attraverso l’assimilazione si trova ovunque?

“I paesi anglosassoni, non essendo stati segnati dal giacobinismo, sono più ospitali nei confronti delle comunità. Negli Stati Uniti, d’altra parte, gli immigrati generalmente non hanno animosità verso il paese in cui cercano di entrare. La stragrande maggioranza di loro, che è stata instillata con il rispetto dei padri fondatori, vuole essere americana. Il “patriottismo costituzionale” fa il resto. In Asia è ancora diverso. La nozione di assimilazione è qui sconosciuta, per il semplice motivo che la cittadinanza è confusa con l’etnia. Per i due miliardi di persone che vivono nel nord e nel nordest asiatico, soprattutto nella zona di influenza confuciana, uno nasce cittadino, non lo diventa. Questo è il motivo per cui Cina e Giappone si rifiutano di fare appello all’immigrazione e naturalizzano solo in piccole quantità (i pochissimi europei che hanno ottenuto la nazionalità giapponese o cinese non verranno comunque mai considerati giapponesi o cinesi)”.

(Intervista condotta da Nicolas Gauthier per Boulevard Voltaire)

 

 

Quei finanziamenti del PD ad un certo mondo “cattolico”

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                                                                                                                                         Mezzetti – Zuppi -Mazza – Bonaccini

 

di Matteo Castagna (pubblicato su Informazione Cattolica di oggi)

“Tres organizaciones caritativas de la Compañía de Jesús (jesuitas) han recibido en los últimos años más de un millón y medio de Open Society Foundations, la fundación del magnate pro aborto George Soros”.

La notizia viene data dalla Aci Press di ETWN, che è il maggior circuito internazionale di informazione del mondo cattolico ufficiale.

Pertanto appare difficile poterla annoverare come fake new oppure come la sparata dei soliti complottisti. Ulteriore notizia è che il circuito in italiano non ha ripreso la cosa, che, evidentemente risulta almeno imbarazzante.
AciPrensa riassume: «Tre organizzazioni caritative della Compagnia di Gesù negli ultimi anni hanno ricevuto oltre un milione e mezzo (di dollari) dalla Open Society Foundations, la fondazione del magnate abortista George Soros».
Inoltre, nel sito web della Jesuit Worldwide Learning Higher Education at the Margins «riconosce la Open Society come uno dei suoi soci».
L’agenzia di stampa si dilunga poi sui finanziamenti di Soros alle organizzazioni abortiste e genderiste nel mondo (ad es. i 12 milioni di dollari donati alla International Planned Parenthood), aspetti che per i cattolici italiani sono abbastanza noti grazie al lavoro di agenzie di stampa cattoliche e indipendenti. Quel che ACI – e molti altri – ignora è che persone di Soros sono entrate nei gangli del sistema di potere italiano, quali le giunte regionali a guida Partito Democratico.
Una per tutte, Elly Schlein (vedi qui), attuale vice presidente della “Regione rossa” e collegata alla Open Society di Soros quando era eurodeputata (vedi qui).

Sono altresì poco noti i finanziamenti dati dal Partito Democratico ad alcune componenti del mondo cattolico ufficiale.

Basti, come esempio, il milione e mezzo di Euro donati ai dossettiani, portati alla luce dal coraggioso consigliere regionale Daniele Marchetti della Lega (vedi qui). Continua a leggere

ALLE ONG L’EUROPA HA REGALATO 3,4 MILIARDI, E NON SA NEANCHE CHE COSA NE HANNO FATTO

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Marco Zanni ce l’ha fatta: alla seconda interrogazione parlamentare europea è riuscito a farsi dare sia la cifra distribuita da Bruxelles alle ONG sia l’elenco delle stesse che lo hanno utilizzato. Quello che non è riuscito a sapere, e forse non ce la farà mai, è sapere COME questi soldi siano stati spesi. dal 2015 al 2018 sono state distribuite alle ONG 3.388 milioni di euro, quasi 3,4 miliardi.

Marco Zanni ha cercato di sapere se questi soldi fossero andati alle ONG che trasportano migranti-schiavi per il mediterraneo, cosa che Bruxelles non potrebbe finanziare perchè è campo di competenza degli stati nazionali. La risposta della Commissione è disarmante: non possiamo escluderlo in assoluto perchè non abbiamo di come le ONG spendano i soldi. Quindi, pur non avendo finanziato direttamente ONG per il trasporto uomini, non si può escludere che, lateralmente ed indirettamente, questo sia avvenuto.

Tutto ciò è BELLISSIMO in un’Europa che obbliga gli stati a render e rendiconti asfissianti per i contributi che vengono dati ai cittadini. Invece in questo settore le laute mancette possono essere rendicontate con una cera superficialità. Quello che si sa che i soldi sono andati direttamente ad associazioni che poi si occupano dell’assistenza alla migrazione , come in Consiglio Italiano per i Rifugiati, o Save The Children che, con Vox Hestia,m si è occupata anche di trasporto migranti.

Ecco una tabella indicativa:

Per non dire che si finanziano i migranti alla fine basta dire di non sapere come si spendono i soldi. fare gli gnorri è da sempre una strategia utile, almeno fino a quando la gente non si arrabbia.

Fonte: https://scenarieconomici.it/alle-ong-leuropa-ha-regalato-34-miliardi-e-non-sa-neanche-che-cosa-ne-hanno-fatto/

PERCHE’ CERTA INFORMAZIONE STA DALLA PARTE DELL’IMMIGRAZIONISMO?

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di Matteo Castagna (pubblicato su Informazione Cattolica di ieri)

Molte persone in buona fede credono che l’informazione sia libera e che i telegiornali raccontino la realtà. E’ piuttosto comune sentir rispondere alla domanda dove l’hai sentito con un netto: “l’ha detto il TG”. Una sorta di involontario ipse dixit che non prende in considerazione il pensiero critico. Del resto, è più facile non fare la fatica di ragionare e bersi ogni cosa provenga dal digitale, dalla comodità di un divano. Vi è, inoltre, ancora piuttosto diffusa la percezione che chi è ospite dei salotti televisivi sia persona competente ed allo stesso tempo autorevole, solo per il fatto di sedere in trasmissione. Ciò diviene, spesso, motivo di vanagloria anche per chi sta dall’altra parte della telecamera a poter dire ciò che vuole. Dà un certo senso si potere sapere di poter raggiungere le masse e condizionarle con le proprie opinioni, consapevoli dell’assoluto approccio acritico o apatico ma recettivo di troppi.

Prendiamo, ad esempio, il tema molto discusso dell’immigrazione. Quasi tutti i media mainstream sono schierati a favore di politiche buoniste, di accoglienza indiscriminata, in nome di un umanitarismo filantropico che vuole far sentire in colpa tutti coloro che, invece, non vorrebbero una società multietnica, osservando, tra l’altro, il suo inesorabile sgretolamento nella società statunitense. Ogni etichetta negativa viene affibbiata a chi non è mondialista e globalista. Viene sistematicamente riesumata una retorica del passato remoto, come se nel terzo millennio esistesse il Fascismo e, quindi, una resistenza. Questa dialettica farebbe ridere in altri Paesi sviluppati, invece nel nostro è d’utilizzo quotidiano. La domanda che sorge spontanea è: cui prodest? Perché certi editori pretendono certa faziosità, come libertà di pensarla solo come dicono loro, soprattutto sull’accettazione tout-court delle dinamiche immigrazioniste?

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