Saviano su immigrazione a Di Martedì, Floris. Retorica, fake…
Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Saviano su immigrazione a Di Martedì, Floris. Retorica, fake news ed errori
Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Saviano su immigrazione a Di Martedì, Floris. Retorica, fake news ed errori
di Roberto PECCHIOLI Tutto si tiene. Una civilizzazione che non riproduce più stessa biologicamente è al capolinea, soprattutto se le ragioni sono l’egoismo, l’orrore per le responsabilità, il rifiuto del futuro, l’assenza di principi comuni. L’esito non può essere che l’esaltazione dell’aborto, il rigetto della vita vecchia e malata, la ricerca ossessiva del piacere, il disprezzo per la normalità …
Segnalazione Linkiesta
Migranti, l’Europa egoista e spaccata farà trionfare Salvini
La vicenda dell’Aquarius ha dimostrato che l’Italia può pestare i pugni sul tavolo facendosi sentire. Ma la questione dei migranti è una crisi strutturale e non può essere affrontata come un’emergenza umanitaria: ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e i flussi vanno governati. (di Fulvio Scaglione, LEGGI)
In un’intervista rilasciata alla radio pubblica, rilanciata da Repubblica, il presidente ungherese Viktor Orban si è espresso in merito alle nuove posizioni assunte dal governo italiano sul tema immigrazione, dicendosi pronto ad aiutare l’Italia. L’aiuto offerto però, diversamente da quanto si potrebbe pensare, non consisterebbe nell’assunzione, da parte di Budapest, di una quota di rifugiati, ma in un ausilio nelle procedure di espulsione. Orban ribadisce così una linea chiara: l’unica quota accettata dall’Ungheria è la quota zero.
“Io capisco che gli italiani abbiano detto con il libero voto di volersi liberare dall’ondata di migranti.” ha detto il leader di Fidesz, “se il nuovo governo italiano vuole, l’Ungheria guidata da me, che sono stato il precursore della fermezza in nome dell’Europa cristiana, è pronta a fornire a Roma il suo aiuto e la sua esperienza. Non certo per ripartire i migranti tra vari Paesi membri dell’Unione europea. No, siamo pronti ad aiutare gli amici italiani a espellere i migranti”. Continua a leggere
di Alessandra Bocchi
Fonte: Il Faro sul Mondo
Le migrazioni per la Libia e dalla Libia sono ancora un problema e, a farne le spese, è la stessa popolazione locale. “I libici vogliono che il fenomeno immigrazione venga fermato”, ci dice Jamal Adel, un ragazzo che fa parte della tribù Tebu a Kufra nel sud-est del Paese.
“Sarebbe un’ottima cosa se il nuovo ministro dell’interno Matteo Salvini riuscisse a fermare il problema migratorio”, ci dice un altro ragazzo che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza e che lavora per un organizzazione che monitora i conflitti a Sebha, una cittadina distrutta dal traffico di persone.
Il ragazzo aggiunge poi che “pochi giornali si interessano di quello che pensano i libici sul fenomeno migratorio ma, in realtà, noi vogliamo che questo fenomeno smetta perché sta danneggiando fortemente il nostro Paese”.
Mac K. B. Simpson, ganese ed esperto di migrazioni che vive a Tripoli, ci dice: “È importante che questo traffico sia fermato prima ancora che i migranti entrino in Libia”.
Per molti libici il problema è da ricercare soprattutto nelle Ong che operano nel Mediterraneo: “I trafficanti contano sulle ong, è già stato provato che collaborano. Inoltre alimentano le mafie libiche e italiane”, dice Adel. Continua a leggere
Di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti su Libero, 25/05/2017
Mentre continuano gli sbarchi di migranti sulle coste italiane e infuriano le polemiche sulle responsabilità delle Ong riguardo alla loro presunta collaborazione con gli scafisti, più di qualche osservatore si è chiesto perché alle navi delle Ong non passa nemmeno per la mente di portare i migranti a Malta. La piccola isola nel mezzo del Mediterraneo oggi non è più sfiorata dal problema, eppure si trova più vicino alle coste libiche rispetto alla Sicilia, e secondo le regole del diritto internazionale i migranti andrebbero accompagnati al porto di destinazione più vicino e sicuro per la loro incolumità. Malta ha tutte le caratteristiche richieste dal caso, ma le navi Ong non considerano minimamente di accostarsi ai porti maltesi. La questione riapre un dibattito iniziato lo scorso anno, quando il leader dell’opposizione e del partito nazionalista maltese, Simon Musuttil, in una dichiarazione ripresa da The Independent, accusò apertamente di tradimento il governo maltese per aver sottoscritto un tacito accordo con Roma.
A quale accordo fa riferimento il politico maltese? Per Musutti Roma e La Valletta avrebbero raggiunto un’intesa che prevede l’interruzione dell’arrivo dei migranti sulle coste maltesi in cambio della concessione dei diritti di sfruttamento petroliferi nel tratto di mare a sud-est della Sicilia, a metà strada tra questa e Malta. Su questo punto c’è stato un aspro contenzioso tra i due paesi che ha raggiunto l’apice nel 2012. In quel periodo infatti il governo di Roma estese il tratto di mare dove venivano eseguite delle trivellazioni petrolifere fino a giungere, secondo La Valletta, nelle acque territoriali maltesi. Secondo uno studio indipendente realizzato dalla società Erc Equipoise, il tratto di mare in questione potrebbe fruttare una quantità di petrolio pari a circa 260 milioni di barili. Da qui nacque lo scontro tra Roma e La Valletta. Continua a leggere
A lato Steve Bannon a Roma
di Giovanni Coppola
Ultimamente Steve Bannon sta trascorrendo molto del suo tempo in Italia. L’ex stratega di Donald Trump e animatore di punta della “destra alternativa” americana guarda infatti con grandissimo interesse al nostro Paese. In una recente intervista al quotidiano tedesco Die Welt, Bannon ha spiegato il motivo di questo interesse: «Roma è attualmente il centro della politica mondiale. Quello che sta accadendo qui è veramente qualcosa di particolare: finora non si era mai visto in tutto il mondo un governo autenticamente populista. Fino ad ora, appunto. E io non voglio assolutamente perdermi questo grande evento».
Steve Bannon, in effetti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Lega di Matteo Salvini e il M5S di Luigi Di Maio, che l’ex direttore di Breitbart vede come «i salvatori dell’Italia dall’ennesimo governo tecnico». Anzi, proprio come in un’intervista al New York Times, anche alla Welt Bannon conferma di aver intrattenuto rapporti politici con i due leader populisti e i loro staff e, inoltre, di aver loro consigliato di allearsi per formare il governo: «Dopo le elezioni ho conosciuto Salvini e anche con Di Maio ho avuto contatti. Io mi sono limitato a consigliare un accordo tra i due partiti, poi hanno fatto tutto i ragazzi. Ma su questo preferisco non dire altro». Continua a leggere
Segnalazione Linkiesta
Sacko non è morto di razzismo, l’ha ucciso un Sud che non cambia mai
Sacko Soumalaya aveva 29 anni, era un immigrato regolare che lavorava per 3 euro l’ora ed è stato ucciso. Una vicenda che dimostra come il Sud sia una polveriera nascosta e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un sopruso impunito. Carabinieri, magistrati e politici non devono girarsi dall’altra parte. (di Flavia Perina, LEGGI)
di Lorenzo Vita
Fonte: Gli occhi della guerra
Viktor Orban è diventato, negli anni, uno dei più importanti leader d’Europa. E adesso, il suo messaggio, inizia a penetrare in tutto il continente.
La vittoria di Janez Jansa in Slovenia, alleato di Orban, è un segnale inequivocabile. Non tanto nei numeri della vittoria elettorale, ma nel significato. Il gruppo Visegrad, quello di cui fa parte l’Ungheria, ha un nuovo alleato a Lubiana.
E i meriti di questa vittoria sono in larga parte da assegnare al premier ungherese che ha saputo non soltanto cavalcare l’ondata di protesta (in particolare sulla questione migranti), ma anche penetrare all’interno del dibattito politico. Messaggi chiari, parole semplici, significati profondi. Come l’ultimo appello rivolto al popolo sloveno “Votate per la sopravvivenza della nazione”.
I media e Orban in Slovenia Continua a leggere
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