Libertà d’informazione e geopolitica si scontrano con i diktat delle élite

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EDITORIALE 

di Matteo Castagna pubblicato su https://www.marcotosatti.com/2023/09/11/liberta-dinformazione-e-geopolitica-si-scontrano-con-i-diktat-delle-elite/

su https://www.2dipicche.news/liberta-dinformazione-e-geopolitica-si-scontrano-con-i-diktat-delle-elite/

su https://www.informazionecattolica.it/2023/09/11/liberta-dinformazione-e-geopolitica-si-scontrano-con-i-diktat-delle-elite/

Tradotto, come ogni settimana, in spagnolo dai giornalisti dell’America Latina. Stavolta su https://vocesdelperiodista.mx/voces-del-periodista/internacional/la-libertad-de-informacion-y-la-geopolitica-chocan-con-los-dictados-de-las-elites/

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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra questo commento di Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore. Buona lettura e condivisione (Paolo Tosatti, vaticanista)

Libertà d’informazione e geopolitica si scontrano con i diktat delle élite

di Matteo Castagna

In Occidente, la geopolitica viene trattata con superficialità. I media trattano le notizie senza un serio ed approfondito approccio, preferendo soffermarsi su tematiche di minor spessore ma anche di minore importanza. Il risultato è che chi non trova riviste specializzate o fonti personali, non ci capisce niente ed è costretto a fidarsi dei flash dei telegiornali o dei trafiletti dei giornali.
Recentemente ho saputo che alcune redazioni italiane non hanno neppure giornalisti che si occupano di geopolitica. La mia personale opinione è che nel terzo millennio se non si approfondisce questo argomento, si rischi di rimanere vittima della propaganda e di credere ad ogni boutade nei talk show.

Esempio eclatante, oltre al professor Michael Hudson, è il Prof. Jeffrey Sachs, ordinario ad Harvard, di cui si occupa ampiamente il blog del giornalista vicentino Marco Milioni. Sachs è di origini ebraiche, politicamente schierato coi Democratici, progressista moderato, consulente alle Nazioni Unite. Il suo profilo avrebbe tutte le caratteristiche per essere un divo politically correct, eppure non lo è, e pur essendo considerato un luminare in America, non è quasi mai presente nei salotti televisivi, perché preferisce la diplomazia alla guerra e perché sulla Russia e sulla Cina non la pensa come Hillary Clinton. Se può dar consolazione, non sembrerebbe essere l’unico dem americano…

In Italia è pressoché sconosciuto. Scrive, a tal proposito, Marco Milioni sul suo blog:«…il grosso della stampa cosiddetta mainstream del nostro Paese è talmente schierata con i diktat che arrivano da un certo mondo atlantista, da porsi limiti addirittura più stringenti di quelli che giungono da Oltreoceano…». L’ultimo articolo di Sachs è illuminante per come affronta e racconta le relazioni commerciali tra USA e Cina. Si trova in inglese, imboscato, nonostante l’importanza della persona, solo sul suo sito internet del 22 agosto. Viene tradotto in italiano e riportato quasi per intero su Il Fatto quotidiano del 9 settembre, a pag. 17, ovvero venti giorni dopo. Milioni conclude:«…nel circuito dell’informazione italiana di quella analisi autorevole, però di fatto non c’è traccia. Ovvero non c’è traccia di un dibattito sull’argomento degno di questo nome: che si concordi o meno col docente americano». Il dramma è questo, assieme alle prese di posizione manichee ed ideologiche.

Stiamo attraversando un’era di cambiamenti epocali, ove sembrerebbe che ad esser messa in gioco sia la libertà. Il nuovo Sistema si fonda sul controllo sociale, cercando in ogni modo di integrare l’umanità nel nichilismo, attraverso una versione “light” di totalitarismo, differente dai regimi del XX secolo, perché subdolo, distopico, a-morale, irragionevole, profondamente maligno e scaltro, al punto che molti non si accorgono di quanto la dipendenza dalle élite stia cambiando gli stili di vita, annullando ogni visione del mondo, carcerando le idee e riducendo la religione ad un’ inutile e antiquato modello, che non serve all’economia globale.

Cornelio Fabro, a proposito della libertà, scrisse che «la libertà è la lingua universale dello spirito umano, è quella lingua che parla dal fondo del suo silenzio nella richiesta radicale: la libertà è ciò che più ci accomuna, e l’esercizio della libertà è ciò che più ci differenzia e ci distingue…»

San Tommaso d’Aquino scrisse che «la libertà è la capacità che l’uomo ha di essere arbitro, cioè padrone delle proprie azioni, scegliendo tra varie possibilità e alternative: di agire oppure di non agire, di fare una cosa piuttosto che un’altra. Se l’uomo fosse portato al suo destino senza libertà, non potrebbe essere felice, non sarebbe una felicità sua, non sarebbe il suo destino. E’ attraverso la sua libertà che il destino, il fine, lo scopo, l’oggetto ultimo può diventare risposta per lui. Il destino è qualcosa di fronte al quale l’uomo è responsabile, è frutto della libertà. La libertà dunque ha a che fare non solo con l’essere protesi a Dio come coerenza di vita ma anche con la scoperta di Dio».

Ridotto all’essenziale, la nuova società wok d’importazione statunitense vorrebbe toglierci tutto questo per renderci amebe o automi, senza ideali, senza religione, senza una morale comune, distruggendo ogni comunità di destino, appiattendoci sul tecnicismo, surclassati dalle macchine e imbottiti di pensiero unico liberale, globalista, buonista, ateo o pieno di idoli, fanaticamente green e genderista, mentre il fine è sempre il Vitello d’Oro, di biblica memoria. Nel racconto del Vecchio Testamento, il lettore ricorderà che non finì bene per coloro che si misero ad adorarlo.

Intervista a Matteo Castagna, Responsabile Nazionale del Circolo Cattolico Christus Rex

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LA GAZZETTA DELL’EMILIA, 27/12/22 IN EVIDENZA

Di Matteo Pio Impagnatiello Pilastro di Langhirano, 26 dicembre 2022 –

  • Può parlarci del Circolo Christus Rex che lei ha fondato? Quando è nato e di cosa si occupa?

Il Circolo Christus Rex viene fondato ufficialmente il primo gennaio del 2007, ma era già attivo un gruppo con il nome di Avanguardia Scaligera già dal 2003. L’attività cattolico-tradizionalista-militante parte nel 1999. Il Circolo si occupa fondamentalmente di tre cose: la formazione cattolica tradizionale sul catechismo di San Pio X e sulla storia della dottrina sociale della Chiesa di mons. Umberto Benigni ogni primo mercoledì del mese (on line per raggiungere tutti), gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, predicati secondo il metodo di padre Vallet dai sacerdoti dell’Istituto Mater Boni Consilii di Verrua Savoia (To); informazione, poiché l’uomo è essere sociale ed ha diritto di conoscere la Verità di ciò che lo circonda, senza le fesserie del politicamente corretto/pensiero unico; azione militante, al fine della trasmissione pubblica della Fede attraverso l’esempio della vita di un cattolico fedele alla Tradizione, quindi conforme ai dieci comandamenti ed ai precetti della Chiesa. Evidentemente, tutto questo riceve una grande grazia dal Cielo attraverso una vita sacramentale costante, composta da una confessione frequente e dall’assistenza all’unica santa Messa cattolica tradizionale, non in comunione con gli eresiarchi conciliari. Per coloro che fossero interessati, tali celebrazioni sono in tutta Italia e consultabili nei luoghi e negli orari sul sito www.sodalitium.biz

All’interno del Circolo vi sono più persone con ruoli ed ambiti ben precisi, per l’apostolato cattolico-tradizionale, tra cui l’avvocato Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita, il professor Giovanni Perez, l’ingegner Raffaele Amato, l’avvocato Andrea Sartori ecc…

  • I cattolici e il loro impegno nell’agone politico italiano ed europeo: qual è o quale dovrebbe essere il loro compito nella società odierna?

E’ una grande delusione per noi vedere che troppi politici, a livello soprattutto europeo, non applicano ciò in cui  dicono di credere. Ad esempio, ricordo che nel 2008 un eurodeputato che non è mai stato cattolicissimo, come l’onorevole Mario Borghezio, ha voluto costruire con noi  un presepio nel Parlamento europeo. Questo fatto destò più paura e timore nei confronti dei cosiddetti deputati cattolici rispetto a coloro che non lo erano, suscitando in noi stupore e anche tanto apprezzamento, fino al punto che, nonostante i mugugni, l’allora presidente del Parlamento europeo si complimentò pubblicamente in Aula per l’iniziativa e ci ringraziò. Noi pensammo che, a differenza di quanto si vociferava, il presepe non era considerato divisivo per nessuno.

  • A settembre di quest’anno è stata pubblicato il suo ultimo lavoro editoriale, libro scritto insieme all’avvocato Gianfranco Amato. Vuole illustrarcelo?

“Patria e Identità” è il mio terzo libro, scritto con l’amico di tante battaglie, Gianfranco Amato, con il quale condividiamo innanzitutto la fede, la necessità della preghiera e dell’azione militante, per mantenere viva la Tradizione cattolica, alla faccia di quei modernisti che vorrebbero cancellarla, ridurla o adeguarla, a seconda dei loro comodi. Dunque, questo libro nasce dalla volontà di far pensare chiunque, credente e non credente, nei confronti della Patria e dell’Identità. Abbiamo voluto, avendo sensibilità differenti nell’approccio al prossimo, firmare ciascun capitolo con il proprio nome e cognome all’interno di tre parti: “Uno sguardo sulla politica”, “Un’occhiata sulla società”, “Una sbirciata sulla Chiesa”.

  • Si è già fatta un’idea sull’Esecutivo in carica? Cosa ne pensa?

Noi elettori abbiamo votato, fondamentalmente, per due partiti, secondo quello che la legge elettorale prevede. Pertanto, la x l’abbiamo messa su Fratelli d’Italia, ma nel nostro contesto lo stesso voto andava sia alla Camera sia al Senato a candidati della Lega e, nello specifico, a Lorenzo Fontana per la Camera (poi divenuto presidente della medesima e mio amico personale, dal 1996) nonché al Senato, a Paolo Tosato. Nell’uninominale abbiamo votato per Fratelli d’Italia. Possiamo dire, nella pratica, che la legge elettorale ci ha fatto quindi votare sia Fratelli d’Italia sia la Lega, dai quali, data la vicinanza e l’amicizia che ci lega da tanti anni, ci aspettiamo una coerenza in merito ai principi morali cristiani, che sempre con noi hanno sostenuto.

  • La società – italiana ed europea – si trova all’interno di una crisi che non è solamente socio-economica, ma soprattutto valoriale. Può la Chiesa contribuire ad “invertire la rotta”, per realizzare un modello alternativo di società?

Oggi la Chiesa ufficiale ha preso la posizione globalista, pseudo-pacifista, politicamente del deep state. Dunque noi cattolici dobbiamo stare attenti, come lo siamo dal Concilio Vaticano II (1962-1965), a quanto affermano le presunte Autorità ecclesiastiche. Ci tengo, in modo  particolare,  a dare un messaggio di speranza: “Le porte degli inferi non prevarranno”. Nessuno disperi, ma compia la volontà di Dio e la salvezza eterna sarà pronta per lui. Viva Cristo Re e Maria Regina. Sub Christi vexilli regis militare gloriamur!

  • “Dio, Patria, Famiglia”: possono insieme rappresentare un manifesto d’amore, anche al giorno d’oggi?

Questo trinomio è l’identificazione dell’Amore, anche da un punto di vista cronologico. Prima dobbiamo amore, adorazione e culto a Cristo, seconda Persona della Santissima Trinità e Figlio di Dio, il quale ha voluto che i popoli fossero distinti in diverse Patrie, che dobbiamo amare, perché dono di Lui. Nelle famiglie, composte unicamente per volontà divina e naturale, da una mamma e un papà uniti nel sacro vincolo del matrimonio. Ciò che ci viene propinato in questo tempo è solo sovversione dell’ordine naturale, in odio a Cristo ed alla Verità.

Fonte https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/39737-intervista-a-matteo-castagna,-responsabile-nazionale-del-circolo-cattolico-christus-rex&ct=ga&cd=CAEYACoTNjI1OTU5OTkyMDk5MjI2MjE2MzIZNGVlYTFkNmIzZjM2MmY0YTppdDppdDpJVA&usg=AOvVaw1UMwP98VwKtqgBXzB0–Bm

 

L’Articolo è stato ripreso anche sul Quotidianoweb: https://www.quotidianoweb.it/costume-e-societa/intervista-a-matteo-castagna-responsabile-nazionale-del-circolo-cattolico-christus-rex/

L’imbecille globale è al potere

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di Marcello Veneziani

A parte il corso permanente e intensivo di angoscia e terrore causa pandemia, ogni mattina, pomeriggio e sera, ovunque tu sei e a qualunque fonte d’informazione ti colleghi – video, radio, giornali, web ma anche film, concerti, omelie, lezioni a scuola o all’università, discorsi istituzionali – c’è un Imbecille Globale che ripete sempre lo stesso discorso: “Abbattiamo i muri, niente più frontiere tra popoli, fedi, razze, sessi e omosessi, non più chiusure in nazioni, generi, famiglie, tradizioni ma aperti al mondo”. Te lo dice come se stesse esprimendo un’acuta e insolita opinione personale, originale; finge di ribellarsi al conformismo della chiusura e al potere del fascismo (morto da 75 anni) mentre lui, che coraggioso, che spregiudicato, è aperto, non si conforma, ha la mente aperta, il cuore aperto, le braccia aperte, è cittadino del mondo. Sfida i potenti, lui, che forte. Sta ripetendo all’infinito, da imbecille prestampato qual è, il Catechismo Precompilato dei Cretini Allineati al Canone del Tempo. Tutti per uno, uno per tutti. L’Imbecille è globale perché lui sa dove va il mondo e si sente cittadino del mondo. L’idiota planetario si moltiplica in mille versioni.

C’è l’Imbecille Cantante che dal palco, ispirato direttamente dal dio degli artisti, dichiara che lui canta contro tutti i muri e tutti i razzismi. Che eroe, sei tutti noi. Poi vedi l’Imbecille Attore o Regista che dal podio lancia il suo messaggio originale e assai accorato, perfettamente uguale a quello del precedente cantautore, ma lui lo recita come se l’umanità l’ascoltasse per la prima volta dalla sua viva voce. “Io non amo i muri, non mi piace chi vuole alzare muri” Che bravo, che anticonformista. Segue a ruota l’Imbecille Intellettuale, profeta e opinionista che per distinguersi dal volgo rozzo e ignorante, dichiara anche lui la Medesima Cosa, sui muri ci piscio, morte al razzismo, morte a Hitler (defunto sempre da 72 anni), viva l’accoglienza, i neri, i gay e i trans. L’Idiota Collettivo, versione ebete dell’Intellettuale Collettivo post-gramsciano, non pensa in proprio ma scarica l’app ideologica che genera risposte in automatico. Poi c’è l’Imbecille a mezzo stampa o a mezzobusto che riscrive o recita ispirato l’identica pisciatina contro i Muri. E poi c’è il Presidente o la Presidente, che in veste d’Imbecille Istituzionale, esprime lo stesso, identico Concetto, col piglio intrepido di chi sfida i Poteri Forti (ai cui piedi è accucciato o funge da zerbino). Continua a leggere

“Fidati dei professionisti dell’informazione”: ma quali?

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Roma, 26 set – “Fidati dei professionisti dell’informazione” è una frase che abbiamo sentito più volte durante il lockdown imposto dall’esecutivo giallofucsia. Tuttavia, proprio da questa frase si ricava la ratio di come in questo momento storico, dal punto di vista dell’attualità politica, ci fa capire come l’informazione mainstream sia strumentalizzata e spesso asservita

Libertà d’informazione?

Se la libertà d’informazione è un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione, allora perché dovremmo affidarci a determinati canali invece che ad altri? Chi sono loro (i “professionisti dell’informazione”, per l’appunto) per decidere quali sono “fake news” e quali no, calcolando tutte le incongruenze emerse fra conflitti d’interesse a livello politico-sanitario e affermazioni provenienti dalla stessa Oms che si sono rivelate del tutto inesatte per quanto perviene il Coronavirus?

Nel 2003 è stata adottata la Dichiarazione dei principi dell’informazione dal World Summit on the Information Society che sostiene la democraticità, l’universalità, le libertà fondamentali anche in materia d’informazione: “Noi riaffermiamo, come fondamento essenziale della società dell’informazione, e come sottolineato nell’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che ognuno ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; che questo diritto include la libertà di avere opinioni senza interferenze e di chiedere, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi media e indipendentemente da qualsiasi frontiera. La comunicazione è un processo sociale fondamentale, un bisogno umano primario e il fondamento di tutte le organizzazioni sociali. È centrale nella società dell’informazione. Ognuno dovrebbe avere, ovunque, l’opportunità di partecipare e nessuno dovrebbe essere escluso dai benefici che la società dell’informazione offre”.

Andare contro il mainstream non è “complottismo”

Ancora prima, nel 1999, nacquero i primi gruppi digitali per l’attivismo d’informazione web, considerando il principio di libertà d’espressione anche nel contesto di internet e delle piattaforme in rete. Ma effettivamente coloro che vengono definiti dai media mainstream come “complottisti” poiché osano mettere in dubbio le verità (parziali, invero) esposte da Casalino, Conte e sodali stanno avendo una clamorosa rivincita, in quanto dimostrano la validità dei postulati dei teorici del mediattivismo a partire dagli anni ’70. Proprio in quegli anni era diffusa l’idea che i governi degli Stati nazionali fossero asserviti a cerchie ristrette di tecnocrati, i quali volevano che l’informazione fosse alterata per poter far in modo di manipolare le masse e renderle plagiabili in nome degli ordini filtrati del sistema. I mediattivisti erano spesso accusati di “complottismo” nonostante non vedessero terre piatte o chissà quali altre amenità, ma semplicemente differivano dalle tesi del mainstream di allora.

L’attuale controinformazione rappresenta la modalità più pratica sulla rete della contestazione “no global”, opposta al sistema finanziario ordoliberista. Ricordiamo che i primi giornali di “controinformazione” durante gli anni ’70 furono testate della sinistra radicale e marxista-leninista, mentre su internet fu il controverso garante del M5S Beppe Grillo con il suo blog a denunciare l’informazione mainstream a partire dalla fine del primo decennio del 2000. Ora sono cambiati gli schemi e il ruolo dei “complottisti” anti-mainstream sono i cattivi “fascio-sovranisti” o identificati – spesso e volentieri da gruppi sedicenti indipendenti – come esponenti della destra radicale.

Giulio Romano Carlo

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/fidati-professionisti-informazione-quali-168888/

PERCHE’ CERTA INFORMAZIONE STA DALLA PARTE DELL’IMMIGRAZIONISMO?

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di Matteo Castagna (pubblicato su Informazione Cattolica di ieri)

Molte persone in buona fede credono che l’informazione sia libera e che i telegiornali raccontino la realtà. E’ piuttosto comune sentir rispondere alla domanda dove l’hai sentito con un netto: “l’ha detto il TG”. Una sorta di involontario ipse dixit che non prende in considerazione il pensiero critico. Del resto, è più facile non fare la fatica di ragionare e bersi ogni cosa provenga dal digitale, dalla comodità di un divano. Vi è, inoltre, ancora piuttosto diffusa la percezione che chi è ospite dei salotti televisivi sia persona competente ed allo stesso tempo autorevole, solo per il fatto di sedere in trasmissione. Ciò diviene, spesso, motivo di vanagloria anche per chi sta dall’altra parte della telecamera a poter dire ciò che vuole. Dà un certo senso si potere sapere di poter raggiungere le masse e condizionarle con le proprie opinioni, consapevoli dell’assoluto approccio acritico o apatico ma recettivo di troppi.

Prendiamo, ad esempio, il tema molto discusso dell’immigrazione. Quasi tutti i media mainstream sono schierati a favore di politiche buoniste, di accoglienza indiscriminata, in nome di un umanitarismo filantropico che vuole far sentire in colpa tutti coloro che, invece, non vorrebbero una società multietnica, osservando, tra l’altro, il suo inesorabile sgretolamento nella società statunitense. Ogni etichetta negativa viene affibbiata a chi non è mondialista e globalista. Viene sistematicamente riesumata una retorica del passato remoto, come se nel terzo millennio esistesse il Fascismo e, quindi, una resistenza. Questa dialettica farebbe ridere in altri Paesi sviluppati, invece nel nostro è d’utilizzo quotidiano. La domanda che sorge spontanea è: cui prodest? Perché certi editori pretendono certa faziosità, come libertà di pensarla solo come dicono loro, soprattutto sull’accettazione tout-court delle dinamiche immigrazioniste?

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Nigeriano decapita bimba, Merkel reprime i blogger che danno la notizia

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Germania: Migrante nigeriano decapita bimba di un anno. Merkel reprime i blogger che danno la notizia.

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(Le Oligarchie, per salvare il multiculturalismo impongono la censura, la repressione della  libertà, e la persecuzione di chi informa) Germania: Migrante nigeriano decapita bimba di 1 anno e poi ammazza la madre della bimba . La Merkel imbavaglia media Il governo pro-migrante di Angela Merkel ha vietato ai media tedeschi di denunciare un crimine barbarico che coinvolge un migrante musulmano …

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