Brexit, “passo storico”: il governo britannico ha cancellato le leggi Ue

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di Adolfo Spezzaferro

Londra, 19 ago – Il premier britannico Boris Johnson sta portando il Regno Unito dritto dritto verso l’uscita dalla Ue. Il ministro per la Brexit, Steve Barclay, ha firmato un decreto che cancella l’atto del 1972 che sanciva l’adozione delle leggi europee da parte del Regno Unito. Lo annuncia Downing Street con una nota. Si tratta, si legge nel comunicato del governo britannico, “di un passo storico per riportare il potere legislativo da Bruxelles al Regno Unito. Stiamo riprendendo il controllo delle nostre leggi come il popolo ha chiesto nel 2016“. L’abolizione dell’European Communities Act del 1972 sarà efficace nel momento in cui la Gran Bretagna lascerà formalmente la Ue, il prossimo 31 ottobre, con o senza accordo.

“Chiaro segnale che non si torna indietro” Continua a leggere

Il no al progetto Savona avvia Italexit e i globalisti impazziscono

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Germania: il no al progetto Savona avvia l’Italexit (e l’opposizione esce di senno)

Eccoci al consueto aggiornamento settimanale dal fronte di guerra. Cresce la tensione tra le truppe per l’imminenza dello scontro finale.

Noi proveremo a raccontarvi le manovre che i generalissimi delle fazioni in lotta hanno effettuato questa settimana.

Prima di iniziare, vi faccio dono di un assioma, necessario per risolvere il teorema alla fine del pezzo:

ASSIOMA: Se non cambia, l’Europa salta!

Per capire come si sono mossi i principali attori sulla scena iniziamo dalla Politica Estera.

In questo momento, l’asse franco-tedesco sembra marciare compatto verso una riforma della UE che attribuisca a questi due paesi un peso decisionale maggiore rispetto agli altri iscritti al club.

Su QuiFinanza del 22 Novembre si legge:

“Bilancio unico, l’alleanza Merkel-.Macron che fa tremare l’Italia”

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Scontro Italia-Ue, parla l’economista Bifarini: “E’ il momento dell’Italexit”

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Dopo la bocciatura definitiva della manovra da parte della Commissione europea con la prospettiva dell’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo, da più parti ci si chiede quale strada percorrere. A questo punto, cosa converrebbe fare? Scendere a patti con Bruxelles come sembrerebbe chiedere il ministro degli Affari europei Paolo Savona, o andare avanti con il muro contro muro come chiedono invece Salvini e Di Maio? E soprattutto, è arrivato o no il momento di una rottura definitiva, magari avviando quel percorso di uscita dall’euro da molti auspicato? Lo Speciale lo ha chiesto all’economista Ilaria Bifarini. 

 

Ha senso cercare ancora  un accordo con l’Unione Europea sulla manovra?

“Credo a questo punto che non ci siano più le condizioni. C’è un accanimento da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia che è motivato più da ragioni ideologiche e politiche che da questioni economiche. La spesa a deficit prevista da questa manovra è assolutamente in linea con quanto attuato dai governi precedenti, anzi anche inferiore.

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