Cina, non basta la politica dei crediti esteri per diventare grande potenza

Condividi su:

EDITORIALE DI MATTEO CASTAGNA 

Ripreso da: www.affaritaliani.itwww.marcotosatti.it www.informazionecattolica.it www.2dipicche.news.it 

La Cina non è ancora pronta a dominare il mondo
Non basta la politica dei crediti esteri manca una mentalità da “grande potenza”

di Matteo Castagna

La Cina e i nuovi equilibri geopolitici

Gli Stati Uniti hanno invitato tutti i membri della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC), compresa la Russia, al vertice di San Francisco, in California, tra l’11 e il 17 novembre, dal titolo “Costruire un futuro di sostenibilità e resilienza per tutti” – ha dichiarato Matt Murray, funzionario senior dell’APEC.”.

In questo momento storico, particolarmente tumultuoso, e di posizionamenti mirati a nuovi equilibri geopolitici, sembrerebbe la prima volta che gli Stati Uniti diano un segnale di apertura nei confronti della Russia di Putin e dei Paesi più importanti dell’Eurasia. Da un lato, è un atto strategico. Negli States si è compreso che sono emerse delle superpotenze nuove, con le quali è più conveniente, almeno per il momento, cercare diplomaticamente una forma di cooperazione, rispetto al braccio di ferro bellico. Dall’altro, alla luce del comportamento tradizionale degli Stati Uniti, potrebbe apparire il primo, grande segnale di debolezza sul piano globale, dalla nascita delle Nazioni Unite.

L’ex premier italiano Mario Draghi, ad un recente evento del Financial Time, dà conferma di quanto poc’anzi asserito, cogliendone i fatti principali: “…una lunga serie di arretramenti sui nostri valori fondamentali [il globalismo liberale unipolare, n.d.r.]: l’ammissione della Russia al G8, nonostante il mancato riconoscimento della sovranità ucraina, la promessa mancata di un intervento in Siria nel caso in cui Assad avesse usato il gas come arma, la Crimea, il ritiro dall’Afghanistan” sono stati indicazioni di profonda debolezza.

Draghi ha continuato, dicendo: “La lezione che se ne può trarre è che non dobbiamo mai scendere a compromessi sui nostri valori fondamentali su cui è stata costruita l’UE…” . Draghi afferma con decisione: “Dobbiamo combattere, ciascuno nella propria sfera personale ma anche collettivamente, per fare in modo che la negazione dei nostri valori [quelli delle democrazie liberal-capitaliste, n.d.r.] non prevalga”.

Nella grande scacchiera internazionale, l’economia, che da almeno due secoli ha, gradualmente, sostituito la politica, gioca un ruolo primario. I big della Terra dividono il mondo in due categorie: Paesi creditori netti e Paesi debitori netti, come base di partenza per creare, successivamente, le strategie di potere e muoversi nella difficile sfera geopolitica post-moderna.

Un rapporto pubblicato da AidData ci informa del fatto che la Cina è il maggior creditore dei confronti degli altri paesi della Terra, per un valore complessivo di 1.300 miliardi di dollari. Gli 8 principali Paesi debitori sono gli stessi da molti anni, ma l’ammontare del debito è in aumento: 63mila miliardi di dollari totali, per ora. I primi 8 grandi debitori sono: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Paesi Bassi, Francia, Irlanda, Italia e Germania. Questi dati sono importantissimi perché non è possibile non tenerne conto nella strategia e nell’asset degli equilibri globali.

Se si vuole evitare un conflitto armato che potrebbe assumere connotazioni mondiali, serve riconoscere che la Cina è una grande e compatta Nazione, con una connotazione identitaria profonda, che sul piano finanziario è creditrice di tutte le altre potenze. Si aggiunga, però, che la sua aspirazione a dominare il mondo non è alla sua portata, perché non è pronta per svolgere tale ruolo. La fonte che dichiara questo è cinese ed autorevole: il Prof. Liang Xiaojun, docente alla China Foreign Affairs University di Pechino sostiene, già in un articolo su “East Asia Forum” del 13 settembre 2016, che alla Cina manca una mentalità da “grande potenza”, in grado di candidarsi a dominare il mondo. Il regime comunista è, spesso, chiuso e distaccato dal sentire comune e dalle necessità di una popolazione enorme. Inoltre, rimane ancora in ballo, la delicata questione Taiwan.

La logica multipolare non è ancora realmente dominante in Cina, perché la politica dei crediti esteri, di cui sopra, si basa esclusivamente su un rapporto “do ut des” di benefici reciproci, e, molte volte, questa politica produce enormi e gravissime opposizioni interne. Infine, la sempre maggiore comunità del web è divenuta molto più nazionalista e identitaria, quindi protesa a mantenere alta la tensione nei confronti di un rigido regime, che rischia di autoisolarsi, proprio per questa sua durezza e questo suo inquadramento ideologico, considerato, oramai, superato e da sostituire con maggiore libertà all’interno del ritorno di una forte nostalgia per il passato imperiale. Tutto ciò non pone Xi Jinping nelle condizioni di proporsi al resto del mondo come leader sufficientemente affidabile, credibile, che sia in grado di garantire stabilità e fiducia, prosperità, pace e tranquillità.

Fonte:https://www.affaritaliani.it/esteri/cina-non-basta-la-politica-dei-crediti-esteri-per-diventare-grande-potenza-886161.html 

Casa Bianca 2024. Nuova tegola per Biden. Via libera alle indagini per l’impeachment

Condividi su:
L’accusa dei repubblicani: è coinvolto negli affari esteri del figlio Hunter. E la memoria del presidente fa cilecca anche sull’11 settembre. Assist di Putin all’amico Trump: “Donald è un perseguitato politico”

Washington, 13 settembre 2023 – I pompieri della Casa Bianca sono già in azione. Joe Biden continua a crollare nei sondaggi e da ieri rischia un processo di impeachment che ha avviato il presidente repubblicano della Camera McCharty. Il capo della Casa Bianca è accusato di aver mentito agli americani sui suoi affari di famiglia e di aver favorito i traffici poco chiari in Ucraina e Cina del disgraziato figlio cocainomane Hunter. Un’accusa non dimostrata è quella di aver nascosto o riciclato 20 milioni di dollari in diverse società di comodo. Hunter è stato indagato dall’Fbi per oltre 4 anni andrà di nuovo davanti al giudice il prossimo 29 settembre. Il patto con i procuratori nel quale si dichiarava colpevole di evasione fiscale e di acquisto illegale di una pistola, è stato annullato a giugno da un giudice e non vale più.

Donald Trump, che ieri ha incassato un assist (o forse uno sgambetto?) da parte di Putin (“Donald è un perseguitato politico”) gongola e continua a svettare nei sondaggi del suo partito. La corsa elettorale anche se siamo a 15 mesi dal voto si è fatta già rovente. Senza risparmio di colpi bassissimi.

I repubblicani non hanno portato alcuna prova in commissione, ma hanno la forza per chiedere l’impeachment, come avevano fatto i democratici 2 volte con Trump. Sanno benissimo che verrà bocciato al Senato e non sono nemmeno sicuri che passi alla Camera, perché la loro maggioranza è minima, ma nel bloccare Biden con lo scandalo di famiglia cercano di ottenere l’esaltazione della loro base e forse rafforzano anche le perplessità dei democratici e degli indipendenti. Molti di loro pensano con sempre maggiore insistenza che Biden non sia stato un cattivo presidente ma fisicamente è diventato troppo vecchio e fragile per continuare a farlo per altri 4 anni.

La Cina e la globalizzazione, la leadership statunitense e l’Europa vassalla

Condividi su:

l’EDITORIALE DEL LUNEDI (articolo pubblicato anche su www.2dipicche.news www.info.hispania.it e www.vocesdelperiodista.it (in Spagna e America Latina)

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/07/31/la-cina-e-la-globalizzazione-la-leadership-statunitense-e-leuropa-vassalla/

QUALCHE RIFLESSIONE SULLA VIA DELLA SETA

Uno degli argomenti principali più attuali del momento, è il dibattito sulla cosiddetta Via della Seta. Come sostiene il Prof. Fabio Massimo Parenti (docente all’Istituto Lorenzo de’ Medici di Firenze) sulla rivista Eurasia (3/2023), essa è, “in estrema sintesi, una proposta cinese di cooperazione internazionale, incentrata sull’aumento della della connettività terrestre, marittima ed aerea a livello intercontinentale”.

E’ più che legittimo interpretare questo enorme piano di investimenti come una nuova opportunità per affrontare i problemi globali, potenziando il multilateralismo e migliorando la cooperazione mondiale sul piano della governance, delle modalità per affrontare la povertà, lo sviluppo ineguale, le guerre, il degrado ambientale.

Il progetto cinese parla di trilioni di dollari ed è aperto a tutti i paesi del mondo. Continua il Prof. Parenti: “[…] Così come definito nel XIX Congresso nazionale del 2017, il Partito Comunista Cinese si è posto due macro-obiettivi: primo, costruire nuove forme di relazioni internazionali, incentrate sulla cooperazione vantaggiosa per tutti ed il rispetto reciproco, e, secondo, creare una comunità dal futuro condiviso per tutta l’umanità”.

Questo modello andrebbe, a tutti gli effetti, a sostituire la globalizzazione con leadership statunitense ed Europa vassalla. Per questo, negli ultimi anni, l’Occidente ha demonizzato il progetto cinese, accusandolo di tutto e di più, soprattutto delle nefandezze predatorie compiute nei confronti del “Sud del mondo”, che, in realtà, sono state perpetuate per gli interessi degli USA e dei suoi alleati. In particolare, la Cina viene accusata di voler intrappolare i paesi in via di sviluppo in una rete di debiti, che costoro hanno contratto, però, nel predominio finanziario del blocco occidentale, tanto che “secondo Zhao Lijan, portavoce del Ministero degli Affari Esteri, sarebbe un ennesimo esempio “della diplomazia delle menzogne in stile americano” “.

Nel recentissimo viaggio a Washington, il premier italiano Giorgia Meloni ha incontrato il Presidente Joe Biden e parlato anche della Via della Seta. Già in Senato Meloni ha detto che “la questione va maneggiata con delicatezza, cura e rispetto, coinvolgendo anche il Parlamento”. Nonostante i mugugni di Pechino che hanno preceduto la visita negli States del Presidente del Consiglio italiano, in ballo c’è stata la discussione con gli USA sul rinnovo del memorandum d’intesa sulla Via della Seta, che Roma aveva siglato con la Cina nel 2019, durante il governo gialloverde. Seppur non ufficialmente, il governo Meloni pare aver preso la decisione fortemente voluta da Biden, ovvero non rinnovare l’accordo. Ma Meloni ha annunciato anche un prossimo viaggio a Pechino per incontrare Xi Jinping, e, probabilmente comunicargli la decisione, pur mantenendo un ottimo rapporto commerciale, sulla scia di Germania, Francia e Regno Unito, che hanno rapporti economici ingenti con Pechino, senza rientrare nel memorandum della Via della Seta.

Il Presidente dell’Aspen Institute Italia Prof. Giulio Tremonti, di cui è socia anche Giorgia Meloni, scrive, nel suo libro “Globalizzazione, le piaghe e la cura possibile” (Ed. Solferino, 2022): “appena trent’anni fa gli “illuminati” ci hanno graziosamente comunicato il passaggio dalla vecchia triade Liberté, Egalité, Fraternité, alla loro nuova triade: Globalité, Marché, Monnaie (Globalità, Mercato, Moneta). Saremmo entrati nell’ “età dell’oro” attraverso l’utopia della globalizzazione. E, guarda caso, utopia vuol dire assenza di luogo – ou-topos, in greco “non luogo” – e dunque è proprio questa l’essenza della globalizzazione!” Sempre Tremonti dedica un capitolo molto interessante alla Cina (pp. 82-89) ricordando che “la “modernizzazione” della Cina è iniziata solo negli anni Ottanta del secolo scorso, ma si è in effetti concretizzata con la globalizzazione, prima sfruttando di fatto le prime aperture del WTO (1994) e poi con il suo formale ingresso nell’organizzazione (2001).Quando esplode la grande crisi del 2008 la Cina è già una grande potenza, ma solo a livello mercantile e perciò con una politica ancora totalmente allineata al comune sentire dell’Occidente”. Poi, tutto è cambiato. Le vie della Seta sono state introdotte nello Statuto del Partito e nella Costituzione a indicare una proiezione geopolitica diretta a dimensioni globali, verso Occidente e verso l’Artico.

“L’ 11 marzo 2021 la Cina ha aperto all’ipotesi di sviluppo, a fianco del mercato esterno, del suo mercato interno. Ed è così che si è formato il progetto della cosiddetta “doppia circolazione”, inserita nel XV Piano quinquennale (2021-2025). Il problema più grande della Cina è dovuto alla mancanza di risorse naturali, quindi diviene esistenziale il bisogno di nuove tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale, con la quale può acquisire i dati degli altri. All’orizzonte, molti osservatori ed esperti vedono, dunque, la possibilità di una guerra tra l’Occidente e la Cina. Si chiede il Prof. Tremonti: “chi vince?” […]”la forza di attrazione e non tanto e non solo la forza militare. La Cina fa paura all’Occidente, è considerata lontana e pericolosa, dagli usi e costumi troppo diversi perché come nel secolo americano tutti avrebbero voluto essere americani per mille motivi, soprattutto la ricchezza ed il potere, nessuno oggi desidererebbe essere cinese.
E’ vero che la Cina dispone della bomba atomica dal 1964, il suo primo satellite lanciato nello spazio è stato nel 1970 e il primo astronauta in orbita nel 2003, ma non è certo priva di problemi: dalla questione Taiwan alla moneta alternativa che sta preparando con la Russia e che sconvolgerebbe certamente l’asse mondiale dei commerci e dei mercati. Inoltre vanno contate le sue fragilità interne dovute alle rivolte popolari, alla scarsità sanitaria e alle crisi finanziarie, come ad esempio il fallimento del colosso immobiliare Evergrande.

Lo stallo e la transizione con incertezze enormi sui cambiamenti globali regnano in questo momento storico nella decadenza di ogni cosa, dall’arte alla morale, dalle idee alla comune mentalità. Nella multipolarità economica e geopolitica vi potrebbe essere uno spiraglio di luce, che crei un minimo di entusiasmo in questa società sciatta, grigia e nichilista. Il prezzo da pagare per un cambiamento sistemico globale di simile portata sarà altissimo, nonostante il popolo anestetizzato pensi solo ai social network, attendendo con ansia la prossima edizione del Grande Fratello.

“God save the Queen”. Biden, nuova gaffe: cosa ha detto?

Condividi su:
La frase di Joe lascia tutti a bocca aperta. Il presidente degli Usa di nuovo nel mirino dopo l’ennesimo “scivolone”

Cosa dici, Joe Biden? Continua la saga delle gaffe del presidente americano, gaffe in mondovisione e che il mondo continua a guardare alimentando i dubbi sulla sua ricandidatura alle elezioni del 2024. Durante il National Safer Communities Summit in Connecticut, Joe ha chiuso il suo discorso con una frase che in pochi hanno compreso davvero: “Alright? God save the Queen, man”. Cosa che cosa?

Il presidente Usa ha parlato una trentina di minuti di fronte ad una folla numerosa e senza grossi intoppi. Tema: riforma del controllo delle armi. Quando ogni cosa sembrava essersi conclusa nel migliore dei modi, ecco lo scivolone finale. Proprio all’ultimo. La chiusura “insolita”, notata anche dalla Bbc, sta ovviamente facendo il giro dei social. Perché qui le questioni sono due: primo, non si capisce a cosa si riferisse benché secondo Olivia Dalton, portavoce della Casa Bianca, Biden stesse parlando con qualcuno tra la folla; e secondo, anche avesse voluto fare un omaggio agli amici inglesi, Joe dovrebbe sapere che adesso a Buckingham Palace regna un “king” e non più la compianta Queen Elisabetta.

A questo si aggiungano le recenti gaffe messe a segno dal leader democratico. Di “cadute”, fisiche e non solo, il presidente Usa ne ha mostrate molte al mondo. Gli scivoloni dalla scaletta dell’Air Force One. Quegli occhi chiusi durante una conferenza sul clima che sapevano molto di sonno. Un’altra volta la caduta dalla bicicletta in Delaware. Ultimamente, durante il G7 in Giappone, è inciampato sulle scale del santuario di Itsukushima. Senza dimenticare la caduta dal palco, qualche giorno fa, quando Biden è inciampato su un sacchetto rotolando in terra. Tutti elementi che favoriscono la narrazione di Donald Trump, suo possibile avversario alle prossime elezioni, che vorrebbe Joe troppo vecchio e poco in forma per diventare di nuovo commander in chief.

Continua a leggere su Nicolaporro.it

 

Orban: “L’unica speranza per la pace in Ucraina è Donald Trump”

Condividi su:

Joe Biden non è il mediatore adatto a causa degli attacchi verbali sferrati contro Putin

“La tregua non deve avvenire fra Russia e Ucraina, ma fra l’America e la Russia”.

Lo ha detto il premier ungherese, Viktor Orban, a Berlino, intervenendo a una conferenza promossa dal media online Cicero e dalla Berliner Zeitung.

Joe Biden non è il mediatore adeguato, secondo il leader del Fidesz, a causa degli aspri attacchi verbali sferrati nei mesi scorsi contro Putin: “adesso suonerà brutale quello che dico, ma la speranza per la pace si chiama Donald Trump”.

Orban ha espresso esplicita nostalgia per la leadership di Angela Merkel: “Quello che ha fatto durante la crisi della Crimea è stato un capolavoro”. Alla domanda se la cancelliera avrebbe potuto evitare la guerra attuale, la sua risposta è sì: “già nel 2014 Merkel ha evitato che si arrivasse a una guerra a causa dell’annessione russa”.

“Non hanno permesso che la cosa andasse in un’escalation e che ci coinvolgesse tutti”, ha concluso. Orban ha incontrato ieri Olaf Scholz in cancelleria.

Fonte: https://lavocedinewyork.com/news/2022/10/11/orban-lunica-speranza-per-la-pace-in-ucraina-e-donald-trump/

Attenti: la Cina sta preparando una guerra

Condividi su:

Lo avevamo scritto chiaramente su questo sito che l’obiettivo degli USA non è la Russia ma la Cina. Biden vuole regolare i conti con il suo maggior competitor e rischia un nuovo Vietnam…(n.d.r:)

di Matteo Milanesi

Per la prima volta dall’inizio del mandato, il presidente americano, Joe Biden, si è recato in visita al palazzo imperiale di Tokyo, per incontrare il sovrano Naruhito. Tema centrale del vertice è stata la nascita dell’Ipef, il nuovo accordo tra tredici Stati dell’Indo-Pacifico, in una funzione di contenimento del colosso cinese. Traghettatrice della proposta è stata Washington, la quale aveva già saldato la propria influenza, almeno in territorio asiatico, con la stipulazione di un accordo militare con India, Australia ed il Giappone stesso: il famoso Dialogo quadrilaterale di sicurezza del 2017. Proprio lo scorso 6 gennaio, il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, e quello australiano, Scott Morrison, hanno stipulato un nuovo trattato, denominato “Reciprocal Access Agreement”, con l’obiettivo di creare una più profonda cooperazione militare, anche con il compimento di esercitazioni congiunte.

Nell’Oceano Pacifico, il problema principale non è più Mosca, ma Pechino. Recentemente, il regime comunista di Xi-Jiping ha rafforzato la propria linea di difesa, attraverso il completamento del processo di militarizzazione delle isole artificiali del Mar Cinese meridionale, poche miglia a sud di Taiwan. Il tutto costellato dalle continue rivendicazioni proprio su Taipei, paradossalmente rimasta fuori dall’accordo tra Giappone e Stati Uniti di ieri.

L’avviso di Biden

Nonostante tutto, Biden ha avvisato il nemico: in caso di invasione dell’isola di Formosa, ecco che gli Stati Uniti interverranno militarmente. Non solo, quindi, con un sostegno indiretto, tramite l’invio di armi, come avviene in Ucraina; ma con uno diretto, trovandoci dinanzi ad un’immediata escalation mondiale, che coinvolgerebbe il colosso cinese contro l’alleanza atlantica.

La Cina si è trasformata nell’ago della bilancia geopolitica mondiale. Se, da una parte, cerca di presentarsi come potenza terza, neutrale e mediatrice nel conflitto tra Ucraina e Russia; dall’altra, nell’Indo-Pacifico, mostra la sua immagine contraria, quella più cruda, violenta, aggressiva. Taipei è costantemente violata nel suo spazio aereo, le minacce di Xi continuano a perseguire sia l’Isola di Formosa che Hong Kong, le spese militari del Dragone sono in vertiginoso aumento.

Nel contesto asiatico, Pechino è la nuova Mosca: un regime assetato di espansionismo imperialista, che non ha mai fatto i conti con la storia, con la sovranità di Paesi oggi indipendenti, ma originariamente sotto la sfera d’influenza cinese.

Segnali di guerra

Lo stesso investitore americano, Kyle Bass, ha evidenziato il processo di continua indipendenza, sia economica che militare, della Cina dell’ultimo biennio. In una pluralità di tweet, Bass ha tracciato un profilo inquietante, indicando come l’autarchia di Pechino si stia attestando su precisi piani, programmi, scadenze.

Già nel gennaio 2020, appena prima dello scoppio pandemico, la Cina aggiornava “la sua legge sugli investimenti esteri, che conferisce il potere di nazionalizzare beni ed investimenti esteri, in circostanze speciali, che includono la guerra”. E ancora, prosegue Bass: “Pechino sta accumulando cereali da oltre un anno. Si stanno gettando le basi per il completo sequestro di beni esteri e investimenti in Cina. Se sei un fiduciario istituzionale, è meglio che riconsideri la tua valutazione del rischio di investire in società cinesi pubbliche o private”.

Inoltre, il Dragone sta proseguendo nell’attuazione di una politica di radicale calo delle importazioni, incentivando il mercato interno, formato da oltre un miliardo di cittadini. Il tutto concluso dalla necessità della Russia di affidarsi alle dipendenze di Pechino, da sempre in rapporto di amicizia-conflittualità con Mosca, ma che appare l’unica opzione putiniana per difendersi dalle sanzioni economiche occidentali.

Nel frattempo, i toni di Biden non sembrano tramutare, neanche nei confronti della Cina. Dopo il ventilato auspicio di un “cambio di potere a Mosca”, ecco il nuovo affondo contro il Paese che si avvia a diventare la prima potenza economica mondiale. L’idea di intavolare rapporti diplomatici, facendosi da garanti, guarda caso come avvenne durante la presidenza Trump, non pare piacere all’amministrazione democratica. Speriamo solo che quest’ultima chiamata alle armi non sia quella fatale. Per gli Stati Uniti e per l’Europa.

Matteo Milanesi, 23 maggio 2022

Hunter Biden ha finanziato la ricerca di patogeni mortali in Ucraina

Condividi su:

di Redazione

Hunter Biden, figlio del presidente Biden, ha contribuito a garantire milioni di finanziamenti per l’appaltatore statunitense in Ucraina specializzato nella ricerca sui patogeni mortali. Lo rivelano le e-mail contenute nel suo laptop:

EXCLUSIVE: Hunter Biden DID help secure millions in funding for US contractor in Ukraine specializing in deadly pathogen research, laptop emails reveal, raising more questions about the disgraced son of then vice president
  • The Russian government held a press conference Thursday claiming that Hunter Biden helped finance a US military ‘bioweapons’ research program in Ukraine
  • However the allegations were branded a brazen propaganda ploy to justify president Vladimir Putin’s invasion of Ukraine and sow discord in the US
  • But emails and correspondence obtained by DailyMail.com from Hunter’s abandoned laptop show the claims may well be true
  • The emails show Hunter helped secure millions of dollars of funding for Metabiota, a Department of Defense contractor specializing in research on pandemic-causing diseases
  • He also introduced Metabiota to an allegedly corrupt Ukrainian gas firm, Burisma, for a ‘science project’ involving high biosecurity level labs in Ukraine
  • The president’s son and his colleagues invested $500,000 in Metabiota through their firm Rosemont Seneca Technology Partners
  • They raised several million dollars of funding for the company from investment giants including Goldman Sachs

By JOSH BOSWELL FOR DAILYMAIL.COM

Moscow’s claim that Hunter Biden helped finance a US military ‘bioweapons’ research program in Ukraine is at least partially true, according to new emails obtained exclusively by DailyMail.com.

The commander of the Russian Nuclear, Biological and Chemical Protection Forces, claimed there was a ‘scheme of interaction between US government agencies and Ukrainian biological objects’ and pointed to the ‘financing of such activities by structures close to the current US leadership, in particular the investment fund Rosemont Seneca, which is headed by Hunter Biden.’

Intelligence experts say the Russian military leader’s allegations were a brazen propaganda ploy to justify president Vladimir Putin‘s invasion of Ukraine and sow discord in the US.

*****************************************************

But emails from Hunter’s abandoned laptop show he helped secure millions of dollars of funding for Metabiota, a Department of Defense contractor specializing in research on pandemic-causing diseases that could be used as bioweapons.

He also introduced Metabiota to an allegedly corrupt Ukrainian gas firm, Burisma, for a ‘science project’ involving high biosecurity level labs in Ukraine.

And although Metabiota is ostensibly a medical data company, its vice president emailed Hunter in 2014 describing how they could ‘assert Ukraine’s cultural and economic independence from Russia’ – an unusual goal for a biotech firm.

The Russian government held a press conference Thursday claiming that Hunter Biden helped finance a US military bioweapons research program in Ukraine. But emails and correspondence obtained by DailyMail.com from Hunter’s abandoned laptop show the claims may well be true

Metabiota is a Department of Defense contractor specializing in research on pandemic-causing diseases that could be used as bioweapons

In April 2014, Metabiota vice president Mary Guttieri wrote a memo to Hunter outlining how they could 'assert Ukraine's cultural and economic independence from Russia'. 'Thanks so much for taking time out of your intense schedule to meet with Kathy [Dimeo, Metabiota executive] and I on Tuesday. We very much enjoyed our discussion,' Guttieri wrote

In April 2014, Metabiota vice president Mary Guttieri wrote a memo to Hunter outlining how they could ‘assert Ukraine’s cultural and economic independence from Russia’. ‘Thanks so much for taking time out of your intense schedule to meet with Kathy [Dimeo, Metabiota executive] and I on Tuesday. We very much enjoyed our discussion,’ Guttieri wrote

Four days after Guttieri's April 2014 email, Burisma executive Vadym Pozharskyi wrote to Hunter revealing that the then-Vice President's son had pitched a 'science project' involving Burisma and Metabiota in Ukraine. 'Please find few initial points to be discussed for the purposes of analyzing the potential of this as you called, 'Science Ukraine' project,' Pozharskyi wrote

Four days after Guttieri’s April 2014 email, Burisma executive Vadym Pozharskyi wrote to Hunter revealing that the then-Vice President’s son had pitched a ‘science project’ involving Burisma and Metabiota in Ukraine. ‘Please find few initial points to be discussed for the purposes of analyzing the potential of this as you called, ‘Science Ukraine’ project,’ Pozharskyi wrote

Government spending records show the Department of Defense awarded an $18.4million contract to Metabiota between February 2014 and November 2016, with $307,091 earmarked for 'Ukraine research projects'

Government spending records show the Department of Defense awarded an $18.4million contract to Metabiota between February 2014 and November 2016, with $307,091 earmarked for ‘Ukraine research projects’

Emails and defense contract data reviewed by DailyMail.com suggest that Hunter had a prominent role in making sure Metabiota was able to conduct its pathogen research just a few hundred miles from the border with Russia.

Burisma adviser Vadym Pozharskyi (pictured). ‘As I understand the Metabiota was a subcontract to principal contactor of the DoD B&V [Black & Veatch],’ he wrote in an email in 2014

The project turned into a national security liability for Ukraine when Russian forces invaded the country last month.

Metabiota has worked in Ukraine for Black & Veatch, a US defense contractor with deep ties to military intelligence agencies, which built secure labs in Ukraine that analyzed killer diseases and bioweapons.

Earlier this month US officials warned congress that ‘Russian forces may be seeking to gain control’ of these ‘biological research facilities’, prompting fears that deadly and even engineered pathogens could fall into Russian hands.

Hunter and his colleagues at his investment firm Rosemont Seneca Technology Partners (RSTP) routinely raised millions of dollars for technology companies, hoping the firms would take off and make them all fortunes.

Metabiota was one of those firms. Emails between Hunter and his colleagues excitedly discuss how the company’s monitoring of medical data could become an essential tool for governments and companies looking to spot outbreaks of infectious diseases.

The president’s son and his colleagues invested $500,000 in Metabiota through their firm Rosemont Seneca Technology Partners.

They raised several million dollars of funding for the company from investment giants including Goldman Sachs.

But emails show Hunter was also particularly involved in Metabiota’s operations in Ukraine.

Hunter’s pitches to investors claimed that they not only organized funding for the firm, they also helped it ‘get new customers’ including ‘government agencies in case of Metabiota’.

He and his business partner Eric Schwerin even discussed subletting their office space to the firm in April 2014, their emails reveal.

That month, Metabiota vice president Mary Guttieri wrote a memo to Hunter outlining how they could ‘assert Ukraine’s cultural and economic independence from Russia’.

‘Thanks so much for taking time out of your intense schedule to meet with Kathy [Dimeo, Metabiota executive] and I on Tuesday. We very much enjoyed our discussion,’ Guttieri wrote.

‘As promised, I’ve prepared the attached memo, which provides an overview of Metabiota, our engagement in Ukraine, and how we can potentially leverage our team, networks, and concepts to assert Ukraine’s cultural and economic independence from Russia and continued integration into Western society.’

Former senior CIA officer Sam Faddis, who has reviewed emails on Hunter’s laptop, told DailyMail.com that the offer to help assert Ukraine’s independence was odd for a biotech executive.

‘It raises the question, what is the real purpose of this venture? It’s very odd,’ he said.

Mary Guttieri, Metabiota vice president, is seen at a meeting with U.S. and Ukrainian military

Mary Guttieri, Metabiota vice president, is seen at a meeting with U.S. and Ukrainian military

Russia's Defense Ministry on Thursday put out a diagram with arrows connecting Biden, Soros and the Democratic Party to Ukrainian biolabs

Russia’s Defense Ministry on Thursday put out a diagram with arrows connecting Biden, Soros and the Democratic Party to Ukrainian biolabs

The president's son and his colleagues invested $500,000 in Metabiota through their firm Rosemont Seneca Technology Partners. They raised several million dollars of funding for the company from investment giants including Goldman Sachs

The president’s son and his colleagues invested $500,000 in Metabiota through their firm Rosemont Seneca Technology Partners. They raised several million dollars of funding for the company from investment giants including Goldman Sachs

Emails between Hunter and his colleagues at Rosemont Seneca excitedly discuss how the company's monitoring of medical data could become an essential tool for governments and companies looking to spot outbreaks of infectious diseases

Emails between Hunter and his colleagues at Rosemont Seneca excitedly discuss how the company’s monitoring of medical data could become an essential tool for governments and companies looking to spot outbreaks of infectious diseases

Guttieri had a leading role in Metabiota’s Ukraine operations, meeting with other company executives and US and Ukrainian military officials in October 2016 to discuss ‘cooperation in surveillance and prevention of especially dangerous infectious diseases, including zoonotic diseases in Ukraine and neighboring countries’ according to a 2016 report by the Science and Technology Center in Ukraine.

At the time, Hunter was serving as a board member of Ukrainian gas firm Burisma, owned by former top government official and allegedly corrupt billionaire Mikolay Zlochevsky.

Four days after Guttieri’s April 2014 email, Burisma executive Vadym Pozharskyi wrote to Hunter revealing that the then-Vice President’s son had pitched a ‘science project’ involving Burisma and Metabiota in Ukraine.

‘Please find few initial points to be discussed for the purposes of analyzing the potential of this as you called, ‘Science Ukraine’ project,’ Pozharskyi wrote.

‘As I understand the Metabiota was a subcontract to principal contactor of the DoD B&V [Black & Veatch].

‘What kind of partnership Metabiota is looking for in Ukraine? From potential non-governmental player in Kiev? Rebuilt the ties with respective ministries in Ukraine, and on the basis of that reinstate the financing from the B&V? Or they look for partnership in managing projects in Ukraine, PR with Government institutions here, financing of the projects?’

Faddis told DailyMail.com that the attempt to get Metabiota to form a partnership with Burisma was a perplexing and worrying revelation.

‘His father was the Vice President of the United States and in charge of relations with Ukraine. So why was Hunter not only on the board of a suspect Ukrainian gas firm, but also hooked them up with a company working on bioweapons research?’ Faddis said.

‘It’s an obvious Russian propaganda attempt to take advantage of this. But it doesn’t change the fact that there does seem to be something that needs to be explored here.

‘The DoD position is that there’s nothing nefarious here, this is pandemic early warning research. We don’t know for sure that’s all that was going on.

‘But the question still remains: why is Hunter Biden in the middle of all this? Why is the disgraced son of the vice president at the heart of this – the guy with no discernible skills and a cocaine habit.’

Pozharsky said in his email to Hunter that he had encountered such biological research projects before in his former job as a Ukrainian government official, and claimed that B&V worked on ‘similar or the same projects’ as the proposed contract for Metabiota.

Government spending records show the Department of Defense awarded an $18.4million contract to Metabiota between February 2014 and November 2016, with $307,091 earmarked for ‘Ukraine research projects’.

The US Defense Threat Reduction Agency (DTRA) also commissioned B&V to build a Biological Safety Level 3 laboratory in Odessa, Ukraine in 2010, which ‘provided enhanced equipment and training to effectively, safely and securely identify especially dangerous pathogens’ according to a company press release.

Such labs are used to ‘study infectious agents or toxins that may be transmitted through the air and cause potentially lethal infections,’ the US Department of Health and Human Services says.

B&V was awarded a further five-year $85million contract in 2012.

In a May 2014 email, RSTP partner Schwerin suggested: ‘there are obviously some real potential synergies between Xiaoying’s husband’s work at the CDC and what Metabiota does. Something else to think about’

In a May 2014 email, RSTP partner Schwerin suggested: ‘there are obviously some real potential synergies between Xiaoying’s husband’s work at the CDC and what Metabiota does. Something else to think about’

In another sign of the deep ties between Metabiota and the Department of Defense, Hunter's RSTP business partner Rob Walker said he would 'have a friend reach out to DoD on the down low', in order to prove the company's bona fides to top prospective investors Goldman Sachs and Morgan Stanley in October 2014

In another sign of the deep ties between Metabiota and the Department of Defense, Hunter’s RSTP business partner Rob Walker said he would ‘have a friend reach out to DoD on the down low’, in order to prove the company’s bona fides to top prospective investors Goldman Sachs and Morgan Stanley in October 2014

In another sign of the deep ties between Metabiota and the Department of Defense, Hunter’s RSTP business partner Rob Walker said he would ‘have a friend reach out to DoD on the down low’, in order to prove the company’s bona fides to top prospective investors Goldman Sachs and Morgan Stanley in October 2014.

RSTP was a subsidiary of Rosemont Capital, an investment company founded by Hunter and former Secretary of State John Kerry’s stepson Chris Heinz in 2009.

Metabiota also has close ties to the Wuhan Institute of Virology (WIV), suspected to be the source of the COVID-19 outbreak.

WIV was a hotspot for controversial ‘gain of function’ research that can create super-strength viruses.

Chinese scientists performed gain of function research on coronaviruses at the WIV, working alongside a US-backed organization EcoHealth Alliance that has since drawn intense scrutiny over its coronavirus research since the COVID-19 pandemic.

Researchers from the Wuhan institute, Metabiota and EcoHealth Alliance published a study together in 2014 on infectious diseases from bats in China, which notes that tests were performed at the WIV.

Shi Zhengli, the WIV Director of the Center for Emerging Infectious Diseases who became dubbed the ‘bat lady’ for her central role in bat coronavirus research at the lab, was a contributor to the paper.

Metabiota has been an official partner of EcoHealth Alliance since 2014, according to its website.

Fonte: https://www.dailymail.co.uk/news/article-10652127/Hunter-Biden-helped-secure-millions-funding-military-biotech-research-program-Ukraine.html

Afghanistan, “dietro ai talebani c’è la Cina”. Fonti qualificate: “Li stanno sommergendo di denaro e non solo”

Condividi su:

Franco Frattini è stato due volte ministro degli Esteri nei governi di Silvio Berlusconi, quindi sa bene di cosa parla quando si tratta di Afghanistan. I talebani hanno appena ripreso il potere e fatto ripiombare nell’oscurità l’intero Paese. Intervistato dal Tempo, Frattini ha definito quanto accaduto in Afghanistan un “fallimento terribile”, soprattutto perché gli afghani “dovevano ancora essere accompagnati per lunghi anni verso il consolidamento della normalizzazione”.

A capirlo, secondo l’ex ministro, sarebbero stati soltanto i russi: “Conoscono bene gli afghani, così come li conoscono anche i paldstani. Il Pakistan di chi è grande alleato? Della Cina, che in questo momento sta sommergendo lo stesso Pakistan e i talebani di denaro e non so cos’altro. Un’alleanza diabolica Cina-Pakistan vuol dire consegnare l’Afghanistan alla Cina”. Ma cosa si può fare a questo punto? “La comunità internazionale non può abbandonare l’Afghanistan – ha dichiarato Frattini – la Cina ha un interesse vitale di cui nessuno parla. In questo Paese c’è la riserva di minerali sotterranei maggiore del mondo”.

Inoltre secondo l’ex ministro degli Esteri in Afghanistan si è consumata la sconfitta degli Stati Uniti: “Si può certo parlare dello storico e clamoroso errore delle amministrazioni americane degli ultimi anni. A partire dagli annunci trionfanti di Donald Trump che diceva di ‘accordo fatto con i talebani’. Da qui il ritiro delle truppe Use dall’Afghanistan. Certo, Joe Biden ha sbagliato tutto in questa fase, seguendo i tempi dettati da Trump. Il presidente Usa doveva calibrare la tempistica”.

Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/28337870/afghanistan-dietro-talebani-cina-li-stanno-sommergendo-denaro-cosa-vogliono-davvero.html

Dove porta la guerra global ai classici

Condividi su:

Fonte: Marcello Veneziani

di Marcello Veneziani

Come spiegare la guerra ai “classics” che si allarga negli Stati Uniti e pure sull’altra sponda dell’Atlantico e trova oggi conforto e rinforzo con l’arrivo alla casa Bianca dei progressisti e antirazzisti Joe Biden e di Kamala Harris? È stata proprio la “sua università”, quella da cui proviene la vice nera di Biden, la Howard University di Washington, a fare da capofila nell’opera di demolizione e di epurazione dei classici dagli studi. Trattandosi di un’università simbolo degli afro-americani, assume un significato speciale. La cacciata dei classici dalle università, non solo dunque del “conquistatore” Cristoforo Colombo ma dei grandi poeti, pensatori e letterati della tradizione antica, greco-romana ed europea, è diventata ora il simbolo della lotta dei neri contro la “supremazia” dei bianchi. La cultura è vista come un segno di violenza, schiavismo e sottomissione coloniale che l’occidente avrebbe esercitato sulle popolazioni indigene di tutto il mondo. Anche i capolavori della letteratura vengono sottoposti alla censura postuma e vengono giudicati dai tribunali e dalle piazze, dai MeToo e dagli Antifa, e non più nelle sedi letterarie in ragione del loro valore. Il significato umanistico viene sottomesso al valore umanitario e sottoposto al Tribunale Permanente dei Diritti Umani Violati.

Sono lontani i tempi in cui un presidente negro e illuminato, come Leopold Senghor, poeta e alfiere della “negritudine”, esibiva il suo amore per i classici e per la lingua latina e spingeva gli studenti più bravi del suo paese, il Senegal, e di tutta l’Africa nerissima a integrarsi anche tramite la cultura e l’assimilazione dei classici e della lingua latina.

Ora il problema non è integrare i neri, i latinos e gli indiani nella civiltà euro-occidentale ma dis-integrare la nostra cultura sin dalle sue radici e contrapporre i temi dei diritti umani a ogni discorso culturale, storico e spirituale. L’appello si estende a tutti gli occidentali che devono ricusare il loro passato, vergognarsi delle loro origini e sostenere la battaglia contro i classici, che a esaminarli furono tutti, più o meno, “razzisti”, “schiavisti”, “omofobi”, “maschilisti”, e via dicendo. Via la vita spirituale, al più cantiamo gli spiritual.

Perfino gli schemi del pensiero rivoluzionario vengono capovolti: le classi subalterne, i proletari, non devono impossessarsi delle idee dominanti e della cultura egemone per rovesciare i rapporti di potere e sostituirsi al comando della società; ma devono disprezzare la loro cultura e cancellare le sue tracce. Verso dove si va in questo modo? Verso una forma di imbarbarimento planetario e di ripiegamento narcisistico nell’oggi contro tutti gli ieri e i sempre. Continua a leggere