Riforma giustizia, cosa c’è dietro le mosse di Nordio

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I principi liberali di una riforma radicale: ecco le idee che il ministro della Giustizia sta applicando per le sue norme

Pubblichiamo un estratto dal capitolo conclusivo dell’ultimo libro di Carlo Nordio dal titolo “Giustizia” edito da Liberilibri. Il titolo di questo ultimo capitolo è “Principi liberali per una riforma radicale” e spiega quale pensiero c’è dietro la riforma varata ieri, primo passo per un cambiamento radicale del sistema giustizia in Italia.

Chiediamo soccorso all’ottimismo della volontà e proviamo a delineare un sistema che distilli al meglio, o almeno nella misura minima sufficiente, i principi idonei a riportare la giustizia italiana nell’ambito della razionalità e dell’efficienza. […] Questi principi, secondo noi, devono esser conformi alla cultura illuministico-liberale. E per attuarli pienamente è necessaria una nuova Costituzione. […]

La nostra Costituzione è un continuo ripensamento di concetti troppo conservatori per placare i progressisti, troppo arditi per gratificare i conservatori, e troppo confusi per convincere ambedue. E se è vero che questo bilanciamento di interessi si trova in tutti i Paesi, è altrettanto vero che soltanto da noi ha assunto una tale alterazione di equilibri da invertire il rapporto tra regola ed eccezione. L’esempio più clamoroso è costituito dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. Se ne fanno in un anno circa 150 mila: quasi tutte hanno coinvolto persone ignare e innocenti, alcune hanno coinvolto anche parlamentari e sfiorato un paio di Presidenti della Repubblica. Dopo essere state sapientemente selezionate e mutilate sono state consegnate alla stampa, con grave danno di immagine anche per persone estranee al processo. Di fronte a questa vergogna è difficile pensare che il primo comma dell’art. 15, che fissa la regola della segretezza delle comunicazioni, non ne costituisca piuttosto l’eccezione: la piccola parte di liberalismo che ornava la nostra Costituzione si è decomposta sotto i colpi di una parte della magistratura esaltata dalla sua missione sacerdotale.

Ma che significa concretamente adottare i principi dell’illuminismo liberale? Significa essenzialmente questo: abbandonare la funesta utopia del cosiddetto Stato etico, che fino ad ora ha condizionato il nostro ordinamento attraverso il connubio di teorie apparentemente incompatibili: il fascismo, il cattolicesimo e il marxismo, concordi nel considerare il cittadino una creatura da istruire e tutelare, per assoggettarlo rispettivamente allo Stato, alla Chiesa e al Partito. […]

Lo Stato liberale non ha queste immaginazioni infantili. Prendendo atto dei limiti e dei difetti della nostra imperfetta natura, non pretende di assicurare la felicità ma soltanto di garantire il diritto a procurarsela, attraverso quella libertà economica, religiosa e culturale, nella cui esplicazione lo spirito umano si realizza secondo le sue aspirazioni e le sue possibilità, con la sola imposizione, doverosa e solidale, di una redistribuzione della ricchezza che inevitabilmente si accumula in misura ineguale nelle persone più dotate nel progettarla, più spregiudicate nel perseguirla, e più egoiste nel mantenerla. E la garanzia dello svolgimento di queste attività in modo libero, pacifico e ordinato, sta proprio nella legge: in quella fondamentale, la Costituzione, e in quelle ordinarie, a cominciare dai codici.

Una volta adottata una Costituzione realmente liberale, si dovrà infatti prendere atto che le nostre leggi sono troppo numerose per essere conosciute, e troppo contraddittorie per essere applicate. Il loro numero è inversamente proporzionale alla loro efficacia, e la loro incertezza è sinonimo di disordine, sciatteria, opinabilità e corruzione. […]

Abbiamo disposizioni severe e attitudini perdoniste, una voce grossa e un braccio inerte, una giustizia lunga e il fiato corto: vogliamo intimidire senza reprimere e redimere senza convincere. Siamo anche un po’ ipocriti; contrabbandiamo la nostra accoglienza dei migranti come carità cristiana, mentre si tratta solo di impotenza e rassegnazione davanti alle spregiudicate strategie delle organizzazioni criminali. Abbiamo decretato l’espulsione di decine di migliaia di clandestini, ma di fatto ne abbiamo rispediti indietro una trascurabile minoranza. Abbiamo guadagnato il loro rancore e perso la nostra fiducia. La riforma radicale e per certi aspetti rivoluzionaria di uno Stato liberale si propone di affrancare il cittadino dall’abbraccio soffocante dello Stato, di favorirne l’avvicinamento attraverso una semplificazione dei diritti e dei doveri, e, per quanto riguarda la giustizia penale, attuare il garantismo nella sua duplice funzione: la presunzione di innocenza e la certezza della pena.

Carlo Nordio

Fonte: https://www.nicolaporro.it/riforma-giustizia-cosa-ce-dietro-le-mosse-di-nordio/

La democrazia liberale sta preparando la grande persecuzione del cristiani?

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI per www.informazionecattolica.it

di Matteo Castagna

SEMBREREBBE IN ATTO UNO SCONTRO TRA COLORO CHE AMANO I BAMBINI, IL DIRITTO NATURALE E LO SPORT CONTRO COLORO CHE, INVECE ODIANO IL DIRITTO NATURALE E VORREBBERO CHE L’UOMO BIANCO, ETEROSESSUALE, POSSIBILMENTE CRISTIANO, FOSSE SIMBOLICAMENTE SCHIACCIATO DAL PENSIERO UNICO DEL TOTALITARISMO ARCOBALENO E DELLA RETORICA ANTIRAZZISTA

Giuseppe Sala apre la sua campagna elettorale per le amministrative di Milano al Gay Pride, enunciando la priorità: «Se verrò rieletto, ricominceremo il percorso per il riconoscimento dei figli di coppie omosessuali perché non è arrivato dove deve, quindi continueremo il percorso». Davvero sarebbe dimostrazione di Amore privarli di una mamma e di un papà?

A Bologna, dal 26 giugno al 3 luglio sta andando in scena il “Rivolta Pride”. Tra sberleffi ed insulti, vengono calpestate e imbrattate le foto di capi di Stato, leader politici, religiosi, opinionisti considerati “omofobi”. Davvero è dimostrazione di Amore il pubblico ludibrio di coloro che non temono di affermare il diritto naturale come principio inviolabile?

La Nazionale italiana gioca e vince contro l’Austria ma non si inginocchia al politicamente corretto, voluto dai Black Lives Matter. Pioggia di critiche. Davvero gli Azzurri sono razzisti? No, semplicemente amano lo sport e, quindi, non vogliono che venga strumentalizzato dalla più sinistra dialettica politica.

Sembrerebbe in atto uno scontro tra coloro che amano i bambini, il diritto naturale e lo sport contro coloro che, invece odiano il diritto naturale e vorrebbero che l’uomo bianco, eterosessuale, possibilmente cristiano, fosse, almeno simbolicamente, schiacciato dal pensiero unico del totalitarismo arcobaleno e della retorica antirazzista.

Tra queste due concezioni antropologiche opposte e parallele all’infinito, il maestro del pensiero forte, tipicamente occidentale, non può che essere il grande San Tommaso d’Aquino, mirabile sintesi di classicità e cristianità, che già 800 anni fa scriveva, nel commento al libro del Profeta Isaia: “Ciò che è incompatibile in modo assoluto con il fine è del tutto contro natura e non può mai essere una buona cosa come il peccato di sodomia” (c. 4, l. 1). Il Dottore della Chiesa annovera tale peccato come una forma di lussuria. Nella Summa Teologica (II-II, q. 154, a. 1 c.), l’aquinate parla della sodomia in questi termini: “…il piacere sessuale deve essere ordinato all’interno del rapporto di coniugio verso i fini propri del rapporto sessuale, cioè la procreazione e l’amore”. Non farlo o scavalcare la gerarchia di questi fini è un atto contro ragione e quindi malvagio.

Quindi non si parla solo di atto irragionevole “perché oltre ciò, ripugna allo stesso ordine naturale e fisiologico dell’atto venereo proprio della specie umana: e questo si chiama peccato, o vizio contro natura”

Il Doctor Communis trae alcune conseguenze di ordine morale e cita il Sant’Agostino delle Confessioni (III): “Perciò nei peccati contro natura, nei quali si viola codesto ordine, si fa ingiuria a Dio stesso, ordinatore della natura. Scrive quindi S. Agostino: ‘I peccati contro natura quali quelli dei Sodomiti, sono sempre degni di detestazione e di castigo: e anche se fossero commessi da tutte le genti, queste sarebbero ree di uno stesso crimine di fronte alla legge di Dio, la quale non ammette che gli uomini si trattino in quel modo. Così infatti viene violato il vincolo di familiarità che deve esistere tra noi e Dio, profanando con la perversità della libidine, la natura di cui egli è l’autore”. Quindi l’omosessualità è un peccato verso se stessi e verso gli altri  – non si rispetta la propria e altrui dignità – e verso Dio. 

Amore è volere il Bene dell’altro, che, in primis, è fare quanto possibile per condurre una vita nella direzione della salvezza eterna, in conformità con le leggi di Dio. Può essere vero Amore l’induzione, con pieno assenso e deliberato consenso, al peccato mortale, che San Pio X definiva, nel Catechismo Maggiore, tra coloro che “gridano vendetta al cospetto di Dio”? Togliere ad un cattolico la libertà di dire pubblicamente queste bimillenarie verità di fede, è o non è un atto di violenza, odio e discriminazione verso Dio e i suoi precetti, sfogato sui Suoi testimoni in Terra?

“Non illudetevi: né immorali, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio” ( San Paolo, I Cor. 6,9-10). .”..La legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e i riottosi, per gli empi e i peccatori, per gli scellerati ed i profani, per i patricidi, i matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri di uomini, i bugiardi, gli spergiuri..:” (S. Paolo, I Tim. 1,9). E la democrazia liberale sta preparando la grande persecuzione dei cristiani, attraverso l’ingerenza nelle leggi di Dio?

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/06/28/la-democrazia-liberale-sta-preparando-la-grande-persecuzione-del-cristiani/