Mettere l’anno nuovo nelle mani di Maria Ausiliatrice

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Seguendo l’esempio di san Giovanni Bosco, che metteva sempre le più importanti  intenzioni nelle mani di Maria Ausiliatrice, affidiamo alla Madonna l’anno nuovo per i bisogni nostri, per quelli della Chiesa e per quelli della società civile. Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
 
160 anni fa don Bosco a Oropa
Don Bosco salì ad Oropa nel momento di una decisione importantissima e fu veramente colpito dalla bellezza del luogo e dalla devozione dei pellegrini e della gente del posto, come scriverà nella lettera inviata ai suoi ragazzi a Valdocco.
Il santuario di Oropa si trova tra le Alpi Biellesi a 1176 m ed è luogo di fortissima devozione alla Vergine, con testimonianze che risalirebbero addirittura a sant’Eusebio, primo vescovo di Vercelli (secolo iii). Mèta di continui pellegrinaggi, è uno dei più grandi Santuari mariani d’Italia. Don Bosco vi salì come devoto pellegrino nell’estate del 1863, per chiedere una grazia speciale a Maria.
Qualche mese prima aveva espresso ai suoi più diretti collaboratori il progetto di questo pellegrinaggio, dopo i suoi esercizi spirituali a Sant’Ignazio, sopra Lanzo Torinese: voleva “fare la scelta delle persone da mandarsi nel collegio di Mirabello” (Ms vol. VII, p. 482). L’apertura di questa nuova opera, la prima fuori Torino, era molto importante: si trattava veramente di capire come se la sarebbero cavata i suoi figli lontani da lui; ci voleva proprio una protezione speciale di Maria, allora don Bosco scelse il santuario di Oropa, molto vicino alla città di Biella, dove era vescovo monsignor Losana, suo carissimo sostenitore e amico. Vi si recò quindi ai primi di agosto e fu veramente colpito dalla bellezza del luogo e dalla devozione dei pellegrini e della gente del posto, come scriverà nella lettera inviata ai suoi ragazzi a Valdocco. Furono giornate di paradiso, così come descrivono i suoi cronisti e il suo biografo don Lemoyne: “Ivi, dinnanzi a quell’effigie taumaturga, celebrava la Santa Messa e pregava lungamente” (MB vol. VII p. 497). Poi il pensiero corse ai suoi ragazzi e ai giovanissimi primi salesiani di Valdocco: li avrebbe voluti tutti con sé per vivere le sue stesse emozioni e il suo amore alla Vergine. E scrisse una delle sue più belle lettere:
Se voi, o miei cari figliuoli, vi trovaste sopra questo monte ne sareste certamente commossi. Un grande edifizio, nel cui centro havvi una divota chiesa, forma quello che comunemente si appella Santuario d’Oropa. Qui havvi un continuo andirivieni di gente. Chi ringrazia la Santa Vergine per grazie da lei ottenute, chi dimanda di essere liberato da un male spirituale o temporale, chi prega la Santa Vergine che l’aiuti a perseverare nel bene, chi a fare una santa morte. Giovani e vecchi, ricchi e poveri, contadini e signori, cavalieri, conti, marchesi, artigiani, mercanti, uomini, donne, vaccari, studenti d’ogni condizione si vedono continuamente in gran numero accostarsi ai Santi Sacramenti della confessione e comunione e andare di poi ai pie’ d’una stupenda sta-tua di Maria SS. per implorare il celeste di lei aiuto. Ma in mezzo a tanta gente il mia cuore provava un vivo rincrescimento. Perché? Non vedeva i miei cari giovani studenti. Ah! Perché non posso avere i miei figli qui, condurli tutti ai pie’ di Maria, offerirli a Lei, metterli tutti sotto alla potente di Lei protezione, farli tutti come Savio Domenico o altrettanti San Luigi? Per trovare un conforto al mio cuore sono andato dinanzi al prodigioso altare di Lei e le ho promesso che, giunto a Torino, avrei fatto quanto avrei potuto per insinuare nei vostri cuori la divozione a Maria. E raccomandandomi a Lei ho dimandato queste grazie speciali per voi. ‘Maria, le dissi, benedite tutta la nostra casa, allontanate dal cuore dei nostri giovani fin l’ombra del peccato; siate la guida degli studenti, siate per loro la sede della vera Sapienza. Siano tutti vostri, sempre vostri, e abbiateli sempre per vostri figliuoli e conservateli sempre fra i vostri divoti’. Credo che la Santa Vergine mi aver esaudito e spero che voi mi darete mano, affinché possiamo corrispondere alla voce di Maria, alla grazia del Signore. La Santa Vergine Maria benedica me, benedica tutti i sacerdoti e chierici e tutti quelli che impiegano le loro fatiche per la nostra casa; benedica tutti voi, Ella dal cielo ci aiuti, e noi faremo ogni sforzo per meritarci la sua santa protezione in vita ed in morte. Così sia”.
Dal Santuario d’Oropa, 6 Agosto 1863 
La Madonna gli ispirò criteri e nomi per la scelta dei salesiani da mandare a Mirabello; a capo di questa missione, la prima in ordine assoluto per Salesiani, fu posto il giovanissimo direttore don Michele Rua. Non poteva fare scelta migliore. Trentacinque anni dopo, il 9 novembre del 1898, don Rua mandava a Biella il primo salesiano, don Luigi Billieni, per fondare l’oratorio di San Cassia-no nel popolare quartiere di Riva. Cento anni dopo il pellegrinaggio di don Bosco, ne11963 l’allora Rettor Maggiore, don Renato Ziggiotti, saliva anche lui come pellegrino al Santuario per ricordare don Bosco e la fondazione della prima opera fuori Torino. Questo evento è testimoniato dal bellissimo quadro del Crida che si trova nella chiesa di San Cassiano e che rappresenta don Bosco a Oropa (unico nel suo genere) con una giovane famiglia della parrocchia di quel 1963.

Bibbia Queer: “Blasfemie contro la Madonna nel commentario al Vangelo di Luca”

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Segnalazione di L.C.

Indizio n.162 Commentario Bibbia Queer: “Blasfemie contro la Madonna nel commentario al Vangelo di Luca: qualche alto prelato ha letto i contenuti pubblicati dalla ‘cattolica’ EDB?”
di INVESTIGATORE BIBLICO

Paolo VI, 24 maggio 1976: “Il nuovo Ordo è stato promulgato perché si sostituisse all’antico”

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Partecipava concelebrante Joseph Ratzinger… (n.d.r.)

Celebriamo oggi la Patrona (insieme ai SS. Pietro e Paolo e a San Pio V) del Sodalitium Pianum, associazione fondata da monsignor Umberto Benigni nel 1909 per contrastare i nemici interni ed esterni della Chiesa, in particolare per applicare il programma antimodernista tracciato da san Pio X (programma del Sodalitium Pianum: http://www.sodalitium.biz/documenti/programma-del-sodalitium-pianum/ ).

In tale occasione il Centro Studi don Paolo de Töth intende rendere gloria alla SS. Madre di Dio, Aiuto dei Cristiani, proponendo la lettura e la riflessione di un Discorso tenuto durante un Concistoro da ‘San Paolo VI’ (per noi card. G.B. Montini) proprio il 24 maggio 1976, nel quale imponeva la ‘Nuova Messa’ e vietava conseguentemente la precedente.

Chi colpevolizza oggi Bergoglio di vietare la Messa ‘in latino’ sappia che ‘Francesco’ è in perfetta continuità ed armonia con un suo Santo predecessore e chi accusa quello accusa anche questo, accusando così un Santo Papa della Chiesa, che avrebbe promulgato una Messa cattiva, insegnato errori, imposto Riti inaccettabili, etc. E l’assurdo è che tutto questo sarebbe affermato da veri Cattolici…

Anche il semplice Sagrestano nella famosa Tosca di pucciniana memoria, affermava più volte, rimbrottando il Cavaradossi, con la sua peculiare voce da basso: “Scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi!!”, che sono tali, ovviamente, solo se canonizzati da Legittimi Successori di san Pietro, aggiungiamo noi.

Dal DISCORSO AL CONCISTORO
DEL SANTO PADRE PAOLO VI
(lunedì, 24 maggio 1976):

«…coloro che, col pretesto di una più grande fedeltà alla Chiesa e al Magistero, rifiutano sistematicamente gli insegnamenti del Concilio stesso, la sua applicazione e le riforme che ne derivano, la sua graduale applicazione a opera della Sede Apostolica e delle Conferenze Episcopali, […] si allontanano i fedeli dai legami di obbedienza alla Sede di Pietro come ai loro legittimi Vescovi; si rifiuta l’autorità di oggi, in nome di quella di ieri. E il fatto è tanto più grave, in quanto l’opposizione di cui parliamo non è soltanto incoraggiata da alcuni sacerdoti, ma capeggiata da un Vescovo, da Noi tuttavia sempre venerato, Monsignor Marcel Lefebvre.

È tanto doloroso il notarlo: ma come non vedere in tale atteggiamento – qualunque possano essere le intenzioni di queste persone – porsi fuori dell’obbedienza e della comunione con il Successore di Pietro e quindi della Chiesa? Continua a leggere

2 ottobre 2022, solennità della Regina del SS. Rosario

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2 ottobre 2022, solennità della Regina del SS. Rosario, con memoria della XVII domenica dopo la Pentecoste e dei SS. Angeli Custodi. Oggi è prescritta la recita della Supplica alla Madonna di Pompei.

2 ottobre, Santi Angeli Custodi.
Preghiera all’Angelo Custode di San Francesco di Sales
Sant’Angelo, Tu mi proteggi fin dalla nascita. A te affido il mio cuore: dallo al mio Salvatore Gesù, poiché appartiene a Lui solo. Tu sei anche il mio consolatore nella morte! Fortifica la mia fede e la mia speranza, accendi il mio cuore d’amore divino! Fa che la mia vita passata non mi affligga, che la mia vita presente non mi turbi, che la mia vita futura non mi spaventi. Fortifica la mia anima nelle angosce della morte; insegnami ad essere paziente, con­servami nella pace! Ottienimi la grazia di gustare come ultimo cibo il Pane degli angeli! Fa che le mie ultime parole siano: Gesù, Maria e Giuseppe; che il mio ultimo respiro sia un respiro d’amore e che la tua presenza sia il mio ultimo conforto. Così sia.
MERCOLEDI 5 OTTOBRE ORE 21.00, piattaforma Meet del Circolo Christus Rex-Traditio: Catechesi per adulti a cura dell’Avv. Andrea Sartori. Tema: La Chiesa Cattolica e l’Islam, verso l’anniversario della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Aperta a tutti gli interessati, che per essere ammessi alla riunione online devono scrivere a c.r.traditio@gmail.com 

Dopo il Cremona Pride, il Bergamo Pride. La kermesse arcobaleno continua

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Segnalazione Corrispondenza Romana

di Mauro Faverzani

Dopo la pioggia di critiche ricevute al Cremona Pride per l’immagine blasfema e la parzialissima retromarcia, cui di conseguenza sono state costrette le istituzioni locali, a Bergamo, dove sabato scorso è stato rimesso in scena un analogo corteo variopinto, ci sono andati più cauti, limitandosi ad un opinabilissimo Francesco versione Lgbt in vena di selfie, ad un angelo caduto con alucce arcobaleno e ad uno stuolo di bambini “arruolati” per la circostanza. Il che non ha reso l’evento meno critico per i cattolici, restando intrinsecamente inaccettabile a norma del Catechismo, numero 2357. Il che andrebbe ricordato a quei vescovi, a quei sindaci (specie se cattolici…) ed a quelle amministrazioni provinciali, che sostengono implicitamente tali manifestazioni, limitandosi a biasimarne gli eccessi.

Né tutto questo ha reso meno problematico l’evento, sia pure per altri motivi. L’11 giugno era giorno di silenzio pre-elettorale tanto a Bergamo quanto a Roma ed a Genova, dove contemporaneamente si sono svolti cortei-arcobaleno analoghi. Questo non ha impedito tuttavia ad esponenti politici con i loro simboli e le loro bandiere di tener pubblici comizi, col pretesto del Gay Pride locale, peraltro promosso ufficialmente, con tanto di patrocinio di Comune e Provincia, da partiti e sigle come Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti Bergamo, Giovani Democratici Bergamo, Partito Socialista Italiano, Patto per Bergamo, Sinistra Classe Rivoluzione Bergamo, Sinistra Italiana Bergamo e Cgil. Una violazione delle regole (valide per tutti, evidentemente, meno che per gli Lgbtqia+,…), giudicata «inaccettabile» dal consigliere comunale Filippo Bianchi di Fratelli d’Italia, che ha biasimato come «inopportuna, scorretta e censurabile» la partecipazione alla pubblica manifestazione di un assessore comunale, Marzia Marchesi, e di un consigliere provinciale, Romina Russo, entrambe del Pd, «addirittura tenendo comizi pubblici», come evidenziato in un’interpellanza a risposta scritta, inviata da Bianchi al presidente del consiglio comunale di Bergamo in data 10 giugno, alla vigilia della singolare kermesse arcobaleno, dove è stata notata dai media anche la presenza dell’on. Elena Carnevali, sempre del Pd, del segretario provinciale del Pd, Davide Casati, e del consigliere regionale dei Cinquestelle, Dario Violi.

Alla fine, la kermesse arcobaleno si è rivelata un mega-spot per le Sinistre proprio nel giorno di silenzio pre-elettorale: all’indomani 832 mila bergamaschi avrebbero votato in 17 Comuni. Possibile che nessuno abbia avuto, né abbia tardivamente niente da dire? Possibile che i “soliti noti” possano serenamente infischiarsene del rispetto delle leggi, così rigidamente applicate al popolo? Davvero in Italia la legge per taluni è più uguale che per altri? Non solo. Questa edizione del Bergamo Pride sin dal titolo, «Mille e una lotta», si è rivelata più militante di altre. A beneficio di quanti non se ne fossero avveduti, va specificato come non si sia trattato del solito corteo contro le discriminazioni; il significato dell’iniziativa, visceralmente politico, è andato ben oltre, non solo dando voce al Black Lives Matter di Bergamo. Ha invocato anche la «carriera alias» per gli studenti trans richiedenti, affinché a scuola vengano “riconosciuti” in un genere diverso da quello biologico; ha invocato l’equiparazione delle “nozze”-gay al matrimonio vero e proprio con tutto quanto ne consegue; soprattutto ha invocato l’antispecismo, per il quale tutte le specie viventi avrebbero il medesimo valore e lo stesso status morale, per cui si giungerebbe facilmente all’assurdo, che attribuisce ad una rana più diritti che ad un embrione umano, cui sempre le Sinistre vorrebbero viceversa togliere qualsiasi valore, qualsiasi status, qualsiasi tutela, per giustificare l’aborto, anche in fase avanzata di gestazione. Si noti, per inciso, come da una costola dell’antispecismo si sia generato anche l’altro mostro contemporaneo ovvero il transumanesimo. Sotto la bandiera arcobaleno, insomma, zitti zitti quatti quatti gli organizzatori hanno mosso pretese molto al di là della semplice lotta alle discriminazioni di qualunque tipo, pretese molto più spinte in senso politico e molto meno accettate, meno condivise, meno popolari forse anche tra i loro amici Lgbtqia+. Ma quanti se ne sono accorti? Quanti ne sono stati davvero coscienti tra coloro che hanno sfilato in corteo?

IMBC: Pellegrinaggio a Loreto il 14-15 Maggio

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Partecipiamo numerosi al Pellegrinaggio organizzato dai sacerdoti dell’IMBC per ringraziare la Santa Vergine Maria di tutte le grazie ricevute e per chiederLe di assisterci in questi anni tribolati.

14-15 maggio 2022: XVII edizione del pellegrinaggio a piedi a Loreto

Insormontabili problemi logistici, causati principalmente dalla chiusura di un hotel a Castelfidardo, hanno determinato per quest’anno il cambiamento del percorso, che prevedeva Osimo-Castelfidardo-Loreto. Il nuovo percorso sarà: il primo giorno da Castelfidardo a Loreto, il secondo giorno Loreto-Castelfidardo-Osimo, per un totale di 18 chilometri a piedi. I pellegrini potranno venerare la Santa Casa di Loreto il sabato pomeriggio (e la domenica mattina) e il corpo di san Giuseppe da Copertino a Osimo la domenica pomeriggio.

Sabato 14 maggio 2022
ore 14,00: appuntamento al parcheggio della Scuola d’infanzia “Gianni Rodari” in via Romolo Murri, alle Crocette di Castelfidardo; sistemazione dei bagagli e pagamento della quota d’iscrizione.
ore 14,45: inquadramento dei gruppi dei pellegrini; (1° gruppo Madonna del Buon Consiglio, 2° gruppo san Giuseppe, 3° gruppo san Pio X);
ore 15,00: partenza a piedi per Loreto;
ore 18,30: arrivo a Loreto e venerazione della Santa Casa;
ore 19,00: trasferimento a piedi dalla basilica all’hotel San Gabriele, in via Guglielmo Marconi n. 22: distribuzione dei bagagli, sistemazione nelle camere (anche nel vicino hotel Loreto), cena (alle ore 21,00) e pernottamento.

Domenica 15 maggio 2022
— Per chi desidera: dalle ore 6,15 è possibile venerare la Santa Casa nella basilica di Loreto —
ore 7,30: Santa Messa.
ore 8,45: colazione e sistemazione dei bagagli nel furgone;
ore 9,30: partenza a piedi; sosta al sacrario della battaglia di Castelfidardo;
ore 13,00: arrivo alle Crocette di Castelfidardo; pranzo al sacco;
ore 14,30: trasferimento delle auto a Osimo, al parcheggio davanti alla chiesa San Carlo Borromeo, in Via Molino Mensa n. 1;
ore 15,00 partenza a piedi verso la basilica di san Giuseppe da Copertino a Osimo;
ore15,30 in basilica venerazione del corpo del santo. Quindi i pellegrini ritorneranno a piedi alle vetture.

Come raggiungere Castelfidardo
Autostrada A14: uscire al casello di Ancona Sud-Osimo.
Per chi proviene da Sud: attenzione ai rallentamenti dovuti ai cantieri tra Pescara e Fermo (calcolare 30 minuti in più).

Modalità del pellegrinaggio
Il sabato pomeriggio i pellegrini dopo aver lasciato le auto a Castelfidardo e caricato i bagagli su un furgone (che li trasporterà direttamente a Loreto), percorrono a piedi il cammino  sino alla basilica lauretana. La domenica mattina dopo colazione ricaricano i bagagli sul furgone e si incamminano a piedi in direzione di Castelfidardo. Dopo il pranzo al sacco si sposteranno con le vetture private a Osimo. Durante i percorsi a piedi saranno a disposizione dei pellegrini alcuni pulmini.
Lungo il cammino i sacerdoti assicurano l’assistenza spirituale (recita del S. Rosario, canti, meditazioni, confessioni). Si raccomanda di non usare i telefonini durante la marcia.

I pasti
La cena di sabato sera all’hotel San Gabriele di Loreto, la colazione di domenica mattina all’hotel San Gabriele e all’hotel Loreto.
Pranzo al sacco di domenica: ogni pellegrino deve arrivare al pellegrinaggio con il necessario (cibo, bevande, posate, ecc.).
Chi desidera organizzarsi diversamente per il pranzo della domenica potrà ricongiungersi con gli altri pellegrini al parcheggio o alla basilica di  Osimo agli orari indicati.

Attrezzatura e abbigliamento
I pellegrini devono portare:
– un bagaglio con gli effetti personali per il pernottamento (applicare un’etichetta col proprio nome per facilitare la distribuzione);
– un bagaglio con il cibo e le bevande per il pranzo al sacco della domenica. Si consiglia di portare una borraccia e uno zainetto per la marcia, contenente il necessario in caso di pioggia, gli effetti personali, gli energetici, ecc. Si consigliano delle scarpe comode e un copricapo per proteggersi dal sole.
Si chiede agli uomini di non indossare i bermuda e si invitano le signore e le signorine a indossare delle gonne sotto le ginocchia e un velo per l’assistenza alla S. Messa.

Pernottamento
I pellegrini pernottano in due alberghi a Loreto (a 100 metri uno dall’altro). Sono disponibili camere doppie, triple e quadruple. Chi è solo deve adattarsi a dormine con altri pellegrini.
Per mantenere lo spirito del pellegrinaggio e non disturbare gli altri partecipanti, i pellegrini sono invitati a rientrare nelle camere entro la mezzanotte.

Iscrizioni
L’iscrizione si deve effettuare entro sabato 7 maggio 2022 presso don Ugo Carandino della Casa San Pio X (vedere i contatti a fondo pagina); l’iscrizione sarà considerata valida solamente dopo il versamento alla Casa San Pio X della quota relativa all’hotel (indicata nel paragrafo seguente), con l’indicazione del cognome, nome, luogo e data di nascita dei partecipanti, come richiesto dalla direzione dell’hotel.

Quote per l’hotel (cena, pernottamento e colazione) da versare tramite bonifico bancario alla Casa San Pio X:
c/c bancario: 872821 intestato a Carandino Ugo, UniCredit Banca, Filiale di Santarcangelo – Iban: IT 38 Y 02008 68021 000000872821

– adulti e ragazzi a partire dai 14 anni: 50,00 euro;
– da 0 a 3 anni: gratuiti nel letto con i genitori, oppure culla in camera a 15,00 euro se richiesta;
– da 4 a 6 anni compiuti sconto del 30% in letto singolo: 35,00 euro.
– da 7 ai 10 anni compiuti sconto del 20% in letto singolo: 40,00 euro
– da 11 ai 13 anni compiuti sconto del 10% in letto singolo: 45,00 euro.

Quota per l’organizzazione del pellegrinaggio da versare direttamente il sabato pomeriggio a Castelfidardo: 10,00 euro per gli adulti, gratuita dai 0 ai 17 anni.

Chi avesse delle difficoltà economiche (studenti, famiglie numerose, ecc.) non rinunci al pellegrinaggio e contatti l’organizzazione.
Chi fosse impossibilitato a partecipare può inviare un’offerta sul c.c. bancario per contribuire alle spese organizzative e per favorire l’iscrizione delle persone più bisognose (causale: “contributo pellegrinaggio Loreto”).

Per informazioni e iscrizioni
don Ugo Carandino: tel. 0541.75.89.61 – info.casasanpiox@gmail.com

Viaggio in autobus (da Piemonte e Lombardia): partenza da Verrua Savoia sabato 14/5 alle ore 6,00 (costo circa 45,00 euro).
Prendere contatto con don Ugolino Giugni: tel. 0161.83.93.35 – info.sodalitium.it

Fonte: https://www.sodalitium.biz/14-15-maggio-2022-pellegrinaggio-a-piedi-a-loreto-xvii-edizione/

La Quaresima con la Madonna

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Segnalazione del Centro Studi Federici

All’inizio della Quaresima consigliamo la lettura di un articolo di don Ugolino Giugni (IMBC) sulla Madonna Addolorata, Mediatrice di tutte le grazie.
 
Stabat Mater. La presenza di Maria ai piedi della Croce di Gesù
 
Un commento alle parole del Vangelo: “Donna ecco tuo figlio” che sono anche uno dei fondamenti scritturali della maternità spirituale di Maria nei confronti di tutti gli uomini e rivestono quindi un interesse e un’importanza unica per i cattolici che credono nella mediazione universale di Maria.
 
 Per la lettura dell’articolo: https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/72.pdf da pag. 6 a pag. 20.
 

Un “Cordileone” agli ipocriti che si definiscono “cattolici e abortisti”: “non si può ricevere la Comunione”

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di LEONARDO MOTTA*

L’Arcivescovo di San Francisco, Salvatore J. Cordileone, ha pubblicato il 1° maggio 2021 una lettera pastorale sulla dignità richiesta per la ricezione della Santa Comunione in cui insiste sul fatto che ogni cattolico che coopera con il male dell’aborto dovrebbe astenersi dal ricevere l’Eucaristia.

“Fondamentalmente è una questione di integrità: ricevere il Santissimo Sacramento nella liturgia cattolica significa abbracciare pubblicamente la fede e gli insegnamenti morali della Chiesa cattolica e desiderare di vivere di conseguenza”, ha scritto monsignor Cordileone. “Tutti pecchiamo in modi diversi, ma c’è una grande differenza tra sforzarsi di vivere secondo gli insegnamenti della Chiesa e rifiutare quegli insegnamenti”.

La lettera pastorale dell’arcivescovo arriva dopo la crescente, e ipocrita, copertura mediatica sull’opportunità di ammettere il presidente Biden alla Santa Comunione all’interno della Chiesa cattolica.

All’interno della sua lettera c’è una sezione specifica per i funzionari pubblici cattolici che difendono l’aborto. “Se si è in grado di fare qualcosa di concreto e decisivo per fermare il massacro”, ha detto, “lo si faccia, la si smetta di uccidere. E per favore smettetela di fingere che la difesa o la pratica di una morale grave e malvagia – che pone fine a una vita umana innocente, che nega un diritto umano fondamentale – sia in qualche modo compatibile con la fede cattolica. Non lo è. Per favore, tornate a casa, nella pienezza della vostra fede cattolica”.

Secondo l’insegnamento tradizionale della Chiesa, delineato dall’arcivescovo, la cooperazione formale e l’immediata cooperazione materiale con il male, come nel caso dell’aborto, impedisce di ricevere la Santa Comunione. “L’insegnamento e la disciplina della Chiesa sull’idoneità a ricevere la Santa Comunione sono stati coerenti nel corso della sua storia, fin dai primi tempi”, ha osservato l’arcivescovo. “L’insegnamento della nostra fede è chiaro: chi uccide o aiuta a uccidere il bambino (anche se si oppone personalmente all’aborto), chi fa pressione o incoraggia la madre ad abortire, chi lo paga, chi fornisce aiuti finanziari alle organizzazioni per fornire aborti, o coloro che sostengono i candidati o la legislazione con lo scopo di rendere l’aborto una ‘opzione’ più facilmente disponibile, stanno cooperando con un male molto grave”, ha dichiarato l’Arcivescovo Cordileone. “La cooperazione formale e la cooperazione materiale immediata nel male non è mai moralmente giustificata”.

L’arcivescovo ha citato anche l’insegnamento di san Paolo in I Corinzi per spiegare il pericolo di ricevere la santa Comunione mentre si coopera con un grave male, atto che la Chiesa ha sempre considerato indegno: “Pertanto, chi mangia il pane o beve il calice del Signore indegnamente, dovrà rispondere del corpo e del sangue del Signore. La persona deve esaminare se stessa e quindi mangiare il pane e bere il calice. Perché chi mangia e beve senza discernere il corpo, mangia e beve il giudizio su se stesso (1 Cor 11,27-29)”.

Monsignor Cordileone ha voluto ricordare anche la testimonianza del padre della Chiesa primitiva San Giustino Martire, che insegnò che “nessuno può condividere l’Eucaristia con noi a meno che non creda che ciò che insegniamo sia vero ; a meno che non sia lavato nelle acque rigeneranti del battesimo per la remissione dei suoi peccati, e a meno che non viva secondo i principi che Cristo ci ha dato”.

L’arcivescovo ha affrontato anche l’importanza di testimoniare la verità sul grave male dell’aborto. “Per decenni, la cultura occidentale ha negato la dura realtà dell’aborto. L’argomento è ammantato di sofismi dai suoi difensori e la discussione su di esso è vietata in molti luoghi”. Ma non è un peccato occasionale. “Nel caso di personaggi pubblici che si identificano come cattolici e promuovono l’aborto, non è un peccato commesso nella debolezza umana o un errore morale: è un rifiuto persistente, ostinato e pubblico dell’insegnamento cattolico”, scrive l’Arcivescovo. “Questo aggiunge una responsabilità ancora maggiore al ruolo dei pastori della Chiesa nella cura della salvezza delle anime. Sono convinto che questa cospirazione di disinformazione e silenzio sia alimentata dalla paura di cosa significherebbe riconoscere la realtà con cui abbiamo a che fare. Il diritto alla vita stesso è il fondamento di tutti gli altri diritti. Senza la tutela del diritto alla vita, non ha senso parlare di altri diritti”, ha osserva, sottolineando che la scienza è “chiara” su quando questa vita inizia. “Una nuova vita umana geneticamente diversa inizia al concepimento”.

Monsignor Cordileone è stato anche attento nel sottolineare che “l’aborto non è mai un atto esclusivamente della madre. Altri, in misura maggiore o minore, condividono la colpa quando questo male viene perpetrato”. Inoltre ha sottolineato che la sua responsabilità di parroco, e pastore di anime, richiede che sia chiaro sia sulla gravità del male dell’aborto, sia sui motivi per cui una persona che procura, aiuta o promuove l’aborto in qualsiasi modo, non può ricevere la Santa Comunione, a meno che prima non si penta e venga assolta in confessione.

“Parlando per me”, ha detto l’Arcivescovo, “tengo sempre a mente le parole del profeta Ezechiele: tremo al pensiero che se non sfido francamente i cattolici che, sotto la mia cura pastorale, sostengono l’aborto, sia loro che io dovremo rispondere a Dio per il sangue innocente”.

Alla fine della sua lettera, l’arcivescovo ha ringraziato coloro che nella vita pubblica sono saldi nella causa del nascituro. “La vostra posizione coraggiosa e ferma di fronte a quella che spesso è un’opposizione feroce, dà coraggio ad altri che sanno cosa è giusto, ma potrebbero altrimenti sentirsi troppo timidi per proclamarlo con parole e fatti”.

L’arcivescovo Cordileone si è rivolto anche alle donne che hanno abortito e ad altre vittime di aborto. “Dio vi ama. Vi vogliamo bene. Dio vuole la vostra guarigione, e anche noi, e abbiamo le risorse per aiutarvi. Per favore, venite da noi, perché vi amiamo e vogliamo aiutarvi e vogliamo la vostra guarigione”. L’alto prelato ha aggiunto che coloro che sono stati curati dal trauma dell’aver compiuto l’aborto, possono diventare straordinari testimoni del Vangelo della Misericordia. “Per quello che hai sopportato, più di chiunque altro puoi diventare una voce potente per la santità della vita”. L’Arcivescovo di San Francisco ha concluso la sua lettera invitando tutti gli uomini di buona volontà a “lavorare per una società in cui ogni neonato sia ricevuto come prezioso dono di Dio e accolto nella comunità umana” ed ha invocato l’intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, patrono dei nascituri, nonché san Giuseppe e san Francesco, patrono dell’arcidiocesi californiana.

*Teniamo conto che l’ “Arcivescovo”, ufficialmente, appartiene alla “Chiesa conciliare”, quindi ciò che ha scritto e detto con coraggio e esattezza dottrinale assume un significato maggiore. Il Suo posto, forse, non è nella “deep Church” di Bergoglio…Esca, si faccia riordinare e riconsacrare da un vero vescovo e stia nella Chiesa di Cristo! Oremus

Met Gala 2018 tra sacro e profano, Rihanna è una Papessa, Katy Perry un Arcangelo

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Met Gala 2018 tra sacro e profano, Rihanna è una Papessa, Katy Perry un ArcangeloHa destato scandalo e sconcerto questa rassegna di moda afferente il sacro con il consenso del Vaticano. Un’ennesima pagliacciata di cattivissimo gusto, per alcuni blasfema, certamente diseducativa e fuori luogo. Ma cosa pretendere da chi rifiuta il sacro, praticamente sempre, come i modernisti? (n.d.r.)

Sul red carpet del Metropolitan Museum cʼerano tutte e Madonna si è esibita in una performance degna del suo nome

Bellezze divine e corpi celesti, ovvero “Heavenly Bodies”, questo il tema dell’annuale Gala del Costume Institute del Metropolitan Museum di New York, che si è svolto lunedì sera. Una sfilata di vip tra moda e ispirazione cattolica, 30 mila dollari a ingresso, 275 mila a tavolo. Sul red carpet Rihanna con un look da Papessa, Katy Perry  con le ali di Arcangelo e Madonna, che ha offerto una performance a sorpresa e cantando per il pubblico… Continua a leggere