Russia-Ucraina: è il momento di negoziare

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L’EDITORIALE 

di Matteo Castagna – ripreso dal sito www.marcotosatti.it Stilum Curiae del vaticanista Marco Tosatti, che ringraziamo per la stima: https://www.marcotosatti.com/2023/11/25/russia-ucraina-e-il-momento-di-negoziare-con-putin-matteo-castagna/

L’informazione mainstream ci ha abituato all’utilizzo di notizie ripetute fino alla nausea, per un certo lasso temporale, al fine di distrarre l’opinione pubblica da altre questioni importanti, che vuole far passare in sordina. E’ il caso drammatico dell’assassinio della povera Giulia? Forse. Molti vorrebbero che prevalesse il silenzio, almeno fino agli esiti del processo nei confronti di Turetta, momentaneamente in galera a Verona, in attesa di un carcere che abbia una “sezione protetti”…
Lasciando che le indagini e la giustizia facciano il loro corso, augurandoci il massimo dell’equità, osserviamo che gli equilibri mondiali, in progressivo mutamento, sono determinati da fatti che l’opinione pubblica dovrebbe ben conoscere, perché i cambiamenti epocali non cadano addosso alle persone come fossero macigni, provocando disagio e disorientamento, più di quanto vi sia già, a causa dell’imposizione da parte del Sistema globale di ideologie sovversive dell’ordine naturale.
Il Ministero degli Esteri cinese ha annunciato, nell’ultima puntata di Osservatorio sui Mondi, a Pechino, che i Paesi Arabi e musulmani chiedono la fine delle ostilità a Gaza Il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, ha avuto un colloquio con la delegazione congiunta dei ministri degli Esteri dei paesi arabi e musulmani, che hanno scelto la Cina come prima prima tappa del loro tour di mediazione internazionale sulla questione palestinese. Durante l’incontro, hanno chiesto un immediato cessate il fuoco a Gaza, sottolineando l’importanza di consentire l’accesso degli aiuti umanitari nell’enclave palestinese devastata. Inoltre, il capo della diplomazia cinese Wang Li ha sottolineato che qualsiasi accordo sul futuro e il destino della Palestina deve derivare dal consenso del popolo palestinese. Nonostante qualche intoppo, la mediazione cinese sta funzionando, nel senso che è in corso un breve periodo di tregua, con rilascio degli ostaggi.

Sul fronte russo, il Presidente Vladimir Putin ha partecipato al vertice di Minsk, in Bielorussia, del CSTO, che è un’ alleanza militare difensiva, composta da Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan. Lo zar ha detto che la Russia rigetta ogni forma di terrorismo, che l’Organizzazione dei Paesi membri CSTO si sta ampliando e che ha stipulato importanti accordi  commerciali e sulle imprese militari. Infine, il dato maggiormente significativo è la costituzione, nell’ambito del CSTO, di un Consiglio di coordinamento per la Sicurezza biologica. Un atto preventivo, che, seppur in un’ottica difensiva, riesce a tenere col fiato sospeso tutto il mondo.

Il New York Times del 23 novembre ha titolato: “Al vertice BRICS, i paesi divergono leggermente su Israele e sulla guerra a Gaza”. Non si capisce dove si trovi questa piccola divergenza, dato che l’articolo stesso riporta la notizia di una dichiarazione congiunta firmata dai BRICS martedì 21 Novembre che include, tra le richieste: “il rilascio di tutti i civili tenuti prigionieri illegalmente, nonché una tregua umanitaria che porterebbe alla cessazione delle ostilità”. Sempre il NYT precisava che, nel testo condiviso dai Paesi membri BRICS c’è scritto: “abbiamo condannato qualsiasi tipo di trasferimento e deportazione individuale o di massa dei palestinesi dalla propria terra”. Poiché nella dichiarazione vi è anche scritto che i BRICS (alleanza politico-strategica e commerciale tra Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e altri Paesi, cosiddetti in “via di sviluppo”) “condannano gli atti di brutalità contro i palestinesi e israeliani”, osserviamo come la diplomazia degli Stati non atlantisti stia lavorando separatamente, ma nella medesima direzione, rivolta a cercare percorsi adeguati per giungere alla pace, nei conflitti in corso, sia in Ucraina, che in Medio Oriente.
Ne consegue che l’Occidente, a trazione anglo-americana, rimane alquanto isolato nella volontà di proseguire con le guerre, per il mantenimento di un potere unipolare che non è più possibile conservare. Clamorosa, al riguardo, la dichiarazione all’agenzia Strana.ua del 24.11.23 di David Arakhamia, leader parlamentare ucraino del partito “Servitore del popolo” del Presidente Zelensky: “La guerra sarebbe potuta finire nella primavera del 2022, ma la Gran Bretagna ha imposto di proseguire a combattere”, perché l’accordo avrebbe previsto, per parte ucraina, l’accettazione della neutralità e la rinuncia all’ingresso della NATO.
La Russia avrebbe ritirato il proprio esercito ed il Donbass avrebbe dovuto ottenere ampie autonomie all’interno dell’Ucraina. Ciò era stato confermato anche dall’ex cancelliere tedesco Schroeder, il quale aveva partecipato ai negoziati (secondo lui, falliti a causa delle pressioni USA).
Ma poi – ha concluso Arakhamia – «Boris Johnson è arrivato a Kiev dicendo che non voleva firmare nulla con i russi e di continuare semplicemente a combattere».
Ora, il partito di Zelensky vede un’unica via d’uscita nell’apertura di negoziati con la Russia, perché la guerra è praticamente persa e la situazione generale del Paese è disastrosa. L’ex comico, però, non si rassegna e, da un’emittente televisiva ucraina, chiede 50 miliardi di dollari all’Occidente, per continuare il conflitto…
Sullo sfondo, gli Stati Uniti apprendono che l’Iran sta considerando di vendere missili balistici a corto raggio alla Russia. Lo ha annunciato il Rappresentante Ufficiale del Pentagono, Contrammiraglio della Marina John Kirby. Il tono molto preoccupato dell’ufficiale americano è più che giustificabile, dato che già l’anno scorso, al fronte, sono stati fotografati degli eccellenti PTRK iraniani, che sono le repliche dei russi Kornet, e militari russi che indossavano corazze iraniane.
La Russia, come gli Stati Uniti, è firmataria del “Trattato INF”, che vieta lo sviluppo di missili a corto raggio, in grado di viaggiare oltre i 500 chilometri. L’Iran non è tra i firmatari del Trattato. Perciò dispone di missili che potrebbero essere molto utili alla causa russa: Fateh-110 e Zolfaghar. Il raggio d’azione dei primi è di 300 chilometri (addirittura inferiore a quello dei missili Iskander 9M723), mentre i secondi hanno una gittata di 700 chilometri.
Nel settembre 2022, l’Iran ha mostrato i missili balistici Rezvan, a testata staccabile, con una gittata di 1.400 chilometri. Questo è già sufficiente per bombardare l’Ucraina, non solo da nord a sud, ma anche da ovest a est. Perciò, sarebbe da irresponsabili insistere nel rifiutare i negoziati con Putin, anche perché egli dispone di un alleato come l’Iran, che è molto forte e che potrebbe innescare, col suo intervento bellico, un’escalation che con gran facilità potrebbe velocemente proporsi anche in Medio Oriente.

Cina, non basta la politica dei crediti esteri per diventare grande potenza

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EDITORIALE DI MATTEO CASTAGNA 

Ripreso da: www.affaritaliani.itwww.marcotosatti.it www.informazionecattolica.it www.2dipicche.news.it 

La Cina non è ancora pronta a dominare il mondo
Non basta la politica dei crediti esteri manca una mentalità da “grande potenza”

di Matteo Castagna

La Cina e i nuovi equilibri geopolitici

Gli Stati Uniti hanno invitato tutti i membri della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC), compresa la Russia, al vertice di San Francisco, in California, tra l’11 e il 17 novembre, dal titolo “Costruire un futuro di sostenibilità e resilienza per tutti” – ha dichiarato Matt Murray, funzionario senior dell’APEC.”.

In questo momento storico, particolarmente tumultuoso, e di posizionamenti mirati a nuovi equilibri geopolitici, sembrerebbe la prima volta che gli Stati Uniti diano un segnale di apertura nei confronti della Russia di Putin e dei Paesi più importanti dell’Eurasia. Da un lato, è un atto strategico. Negli States si è compreso che sono emerse delle superpotenze nuove, con le quali è più conveniente, almeno per il momento, cercare diplomaticamente una forma di cooperazione, rispetto al braccio di ferro bellico. Dall’altro, alla luce del comportamento tradizionale degli Stati Uniti, potrebbe apparire il primo, grande segnale di debolezza sul piano globale, dalla nascita delle Nazioni Unite.

L’ex premier italiano Mario Draghi, ad un recente evento del Financial Time, dà conferma di quanto poc’anzi asserito, cogliendone i fatti principali: “…una lunga serie di arretramenti sui nostri valori fondamentali [il globalismo liberale unipolare, n.d.r.]: l’ammissione della Russia al G8, nonostante il mancato riconoscimento della sovranità ucraina, la promessa mancata di un intervento in Siria nel caso in cui Assad avesse usato il gas come arma, la Crimea, il ritiro dall’Afghanistan” sono stati indicazioni di profonda debolezza.

Draghi ha continuato, dicendo: “La lezione che se ne può trarre è che non dobbiamo mai scendere a compromessi sui nostri valori fondamentali su cui è stata costruita l’UE…” . Draghi afferma con decisione: “Dobbiamo combattere, ciascuno nella propria sfera personale ma anche collettivamente, per fare in modo che la negazione dei nostri valori [quelli delle democrazie liberal-capitaliste, n.d.r.] non prevalga”.

Nella grande scacchiera internazionale, l’economia, che da almeno due secoli ha, gradualmente, sostituito la politica, gioca un ruolo primario. I big della Terra dividono il mondo in due categorie: Paesi creditori netti e Paesi debitori netti, come base di partenza per creare, successivamente, le strategie di potere e muoversi nella difficile sfera geopolitica post-moderna.

Un rapporto pubblicato da AidData ci informa del fatto che la Cina è il maggior creditore dei confronti degli altri paesi della Terra, per un valore complessivo di 1.300 miliardi di dollari. Gli 8 principali Paesi debitori sono gli stessi da molti anni, ma l’ammontare del debito è in aumento: 63mila miliardi di dollari totali, per ora. I primi 8 grandi debitori sono: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Paesi Bassi, Francia, Irlanda, Italia e Germania. Questi dati sono importantissimi perché non è possibile non tenerne conto nella strategia e nell’asset degli equilibri globali.

Se si vuole evitare un conflitto armato che potrebbe assumere connotazioni mondiali, serve riconoscere che la Cina è una grande e compatta Nazione, con una connotazione identitaria profonda, che sul piano finanziario è creditrice di tutte le altre potenze. Si aggiunga, però, che la sua aspirazione a dominare il mondo non è alla sua portata, perché non è pronta per svolgere tale ruolo. La fonte che dichiara questo è cinese ed autorevole: il Prof. Liang Xiaojun, docente alla China Foreign Affairs University di Pechino sostiene, già in un articolo su “East Asia Forum” del 13 settembre 2016, che alla Cina manca una mentalità da “grande potenza”, in grado di candidarsi a dominare il mondo. Il regime comunista è, spesso, chiuso e distaccato dal sentire comune e dalle necessità di una popolazione enorme. Inoltre, rimane ancora in ballo, la delicata questione Taiwan.

La logica multipolare non è ancora realmente dominante in Cina, perché la politica dei crediti esteri, di cui sopra, si basa esclusivamente su un rapporto “do ut des” di benefici reciproci, e, molte volte, questa politica produce enormi e gravissime opposizioni interne. Infine, la sempre maggiore comunità del web è divenuta molto più nazionalista e identitaria, quindi protesa a mantenere alta la tensione nei confronti di un rigido regime, che rischia di autoisolarsi, proprio per questa sua durezza e questo suo inquadramento ideologico, considerato, oramai, superato e da sostituire con maggiore libertà all’interno del ritorno di una forte nostalgia per il passato imperiale. Tutto ciò non pone Xi Jinping nelle condizioni di proporsi al resto del mondo come leader sufficientemente affidabile, credibile, che sia in grado di garantire stabilità e fiducia, prosperità, pace e tranquillità.

Fonte:https://www.affaritaliani.it/esteri/cina-non-basta-la-politica-dei-crediti-esteri-per-diventare-grande-potenza-886161.html 

Impero delle menzogne, operazione militare in Ucraina e fine della globalizzazione

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/01/23/impero-delle-menzogne-operazione-militare-in-ucraina-e-fine-della-globalizzazione/ pubblicato anche su Stilum Curiae, blog del vaticanista Marco Tosatti, che ringrazio: https://www.marcotosatti.com/2023/01/23/37528/

LA RUSSIA SEMBRA L’UNICO STATO COMPLETAMENTE INDIPENDENTE E SOVRANO IN UN’EUROPA COMPOSTA DI UNA MOLTITUDINE DI STATERELLI AL GUINZAGLIO DI WASHINGTON

Nella presentazione al testo “Contro l’Impero delle Menzogne – L’operazione militare speciale in Ucraina e la fine della globalizzazione nei discorsi di Vladimir Putin” di Paolo Callegari (Ed. Ar, 2022, 17 €) Claudio Mutti ricorda che già un secolo fa esistevano politici attenti e lungimiranti che dicevano: “Se si vuole forgiare l’Europa di domani, la Russia costituisce nella nostra epoca l’unico strumento ancora impiegabile: più potente di quello di cui disposero Napoleone e Hitler. Esclusa tale possibilità, e a meno che non si verifichi un evento quasi miracoloso, per l’Europa è finita. […] Contaminata nel suo sangue da una invasione straniera particolarmente prolifica, […] nel XXI secolo la piccola Europa sarà un cortile d’ospizio di contro ai sette, otto, dieci milioni di asiatici, di africani, di meticci sudamericani”.

Possiamo affermare che in questo momento la Russia sembra l’unico Stato completamente indipendente e sovrano in un’Europa composta di una moltitudine di staterelli al guinzaglio di Washington. Non solo sul suo enorme territorio non ci sono basi americane, ma anche il suo esercito non è integrato in alcuna alleanza con gli americani. Importantissimo il dato di fatto che è costituito dall’indipendenza etico-morale della Federazione guidata da Putin.

Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha detto, sulla rivista online www.strategika51.org del 30/06/2021 che c’è soltanto la Russia a difendere quei valori che, patrimonio dell’autentica civiltà europea come di ogni civiltà normale, sono oggetto dell’offensiva scatenata dai barbari d’Occidente “contro i fondamenti di tutte le religioni del mondo e contro il codice genetico delle civiltà, con l’obiettivo di abbattere tutti gli ostacoli sulla via del liberalismo. E poi ha proseguito denunciando il pericolo mortale della “guerra in atto contro il genoma umano, contro ogni etica e contro la natura”.

L’Ucraina ha una posizione geografica estremamente favorevole ai disegni egemonici yankee, tanto da divenire il terreno di scontro della strategia americana, sempre utilizzata in tutto il mondo, che è figlia della famosa teoria del geopolitico inglese Sir Halford Jhon Mackinder (1861-1947): “Chi ha il potere sull’Europa orientale domina il Territorio-Cuore (Heartland); chi ha il potere sul Territorio-Cuore domina l’Isola-Mondo (World Island); chi ha il potere sull’Isola-Mondo domina il mondo”.

Il mentore di Barack Obama, già consigliere di Jimmy Carter, dr. Zbigniew Brzezinski, erede della teoria di Mackinder, sarebbe – secondo Lavrov – la mente di un “grande gioco”, basato sulla sceneggiatura promossa proprio da questo geopolitico nell’intera crisi ucraina, che alla strategia di conquista americana serve restare divisa dalla Russia, in vista della conquista dell’Eurasia. Claudio Mutti prosegue la sua interessante analisi ricordando che “in questo contesto strategico – argomentava Brzezinski in The Grand Chessboard (1997, pag. 46) – “l’Ucraina, un nuovo e importante spazio sullo scacchiere eurasiatico, è un perno geopolitico, perché la sua esistenza stessa come paese indipendente aiuta a trasformare la Russia. Senza l’Ucraina, la Russia cessa di essere un impero eurasiatico. […]. Se Mosca riprende il controllo sull’Ucraina, coi suoi 52milioni di abitanti e le sue grandi risorse, nonché l’accesso al Mar Nero, la Russia automaticamente ritrova il modo per diventare un potente Stato imperiale, esteso sull’Europa e sull’Asia”.

Il lettore più accorto si starà chiedendo dove sia il Cattolicesimo, in un ambito espressamente ateo, anticristico e, quanto alla Russia, scismatico Ortodosso. La Dottrina Sociale della Chiesa è un tesoro spirituale, morale e pratico che dovrebbe essere materia di studio nelle scuole. San Pio X stroncò il liberalismo con la Notre Charge Apostolique (1910) ma già la meravigliosa Mirari vos di Gregorio XVI (1832), la grande eloquenza del Cardinale Pie, vescovo di Poitiers, le Allocuzioni di Papa Pio IX con la Quanta Cura ed il Sillabo (1864 entrambe) promulgate durante il Concilio Vaticano I furono un trionfo di mirabile saggezza e diffusione della verità, confutando tutti gli errori della peste liberale.

Nel solco dei predecessori andò con particolare decisione Papa Leone XIII, ma anche e in maniera assai determinata Benedetto XV, Pio XI e Pio XII. Il primo punto al quale approdiamo è che il Liberalismo cattolico – che in epoca moderna risale a Lamennais, passa da Maritain e si infiltra lentamente nel pensiero di alcuni cattolici. Possiamo riassumere dicendo che esso consiste in una attitudine di conciliazione della verità cattolica con i dogmi massonici del progressismo o globalismo politici, filosofici, economici, sociali. La grande secolarizzazione, iniziata da circa un secolo, impedisce a molti cattolici di essere scudo, armatura e spada divinamente assistita, per la difesa dal Principe di questo mondo.

Noi che non ci rassegniamo, perché sappiamo che le porte degli Inferi non prevarranno, ci chiediamo se sia possibile una Civiltà cattolica vera ed integralmente vissuta in questo regno dell’immoralità e della menzogna! Ne “La Città di Cristo e la città dell’Anticristo” don Julio Meinvielle, già nel 1945 (riedizione a cura di Effedieffe, 2022) cerca risposte concrete.

Assorbire o tentare di conciliare le regole della Rivoluzione francese, i principi della Massoneria, del liberalismo, del comunismo, dello scientismo, del razionalismo, del socialismo, del consumismo con il Vangelo di Cristo Re è un’opera impossibile. Sarebbe come unire verità ed errore e negare il principio di non contraddizione. Ciascuno nel proprio piccolo cerchi di “instaurare omnia in Christo” (S. Pio X) oltre e contro le tentazioni di questo mondo corrotto dal peccato mortale elevato a virtù teologale.

Conduciamo una vita pienamente cristiana e integralmente unita alla Tradizione della Chiesa Cattolica. Così ci manterremo nel “piccolo gregge rimasto fedele”. Nostro compito è rimanerci con costanza, non ridurlo maggiormente per le nostre miserie umane. “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli” (Cfr. Lc 12,32-40).

Non si può tacere sul Donbass e sulle responsabilità di Stati Uniti e Nato sull’Ucraina

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Questo articolo è stato ripreso dal blog del vaticanista Marco Tosatti “Stilum Curiae” il 10/03/2022:

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante portare alla vostra attenzione e rilanciare questo commento di Matteo Castagna su InFormazione Cattolica, che ringraziamo per la cortesia, Buona lettura e riflessione. 

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/03/07/solo-i-moderni-farisei-possono-tacere-sul-donbass-e-le-responsabilita-di-usa-e-nato/ 

È SINISTRA UNA MORALE CHE VEDE MORTI DI SERIE A E MORTI DI SERIE B

A emergenza sanitaria non ancora conclusa, è iniziata una guerra dalla portata incerta, i cui venti sembrano minacciare tutto l’Occidente, che ha ragioni profonde. E’ l’implosione del liberal-capitalismo, nichilista e ateo.

In questo periodo è difficile orientarsi, soprattutto perché l’informazione è viziata dalla propaganda, come sempre è avvenuto nel corso della storia. La tendenza dei media mainstream è quella consueta che mira a avvelenarla al fine di creare due opposte tifoserie. In tale contesto, dove le responsabilità sono maggiori, l’ipocrisia viene amplificata da un sinistro pacifismo pieno di retorica, cui segue il destro opportunismo del pensiero debole, pieno di sudditanza culturale e politica, che si traduce nell’ignoranza della verità dei fatti, funzionale agli interessi del più forte. La cosiddetta Destra vive nella cappa, per dirla con Marcello Veneziani, senza avere una propria visione organica e strutturata della geopolitica.

La persona ragionevole dovrebbe trovare un punto di equilibrio nell’analisi degli avvenimenti, sapendo inserirli in una visione del mondo chiara e precisa. E’ superficiale ritenere che questa guerra sia solamente frutto di questioni economiche. E’ fuorviante guardare all’oggi con i parametri del secolo scorso, perché il terzo millennio ha cambiato ogni paradigma. E’ sciocco esaltare la guerra per il carico di morte e sofferenze che provoca ma è miope schierarsi senza conoscere, affidandosi ad artefatti stereotipi, figliastri della peggior falsificazione della realtà per accreditarsi ai tavoli che contano. I vassalli e i servi rimarranno sempre tali, anche se sposano la causa di una Superpotenza.

In ambiente cattolico si sente la mancanza della lungimiranza e della saggezza di Pio XI e di Pio XII. In alcuni luoghi di culto sono tornate le bandiere della pace a primeggiare sugli stendardi di Cristo Re. C’è un diffuso adeguamento alle logiche del Pensiero Unico perché, nel breve termine, è sempre più comodo. Ma davvero il Magistero Perenne ci insegna ad essere pacifisti? Dalla Bibbia, dalla Tradizione e da alcuni documenti della Chiesa risulta senza dubbio che un cattolico non può ritenere che la guerra come tale è contro la legge di Dio e cattiva in se stessa.

La questione morale è ottimamente proposta da Sant’Agostino e chiaramente elaborata da San Tommaso d’Aquino. Affinché sia lecita è richiesto: 1) che sia fatta dalla persona che detiene la massima autorità nello Stato. 2) che non sia condotta per motivi personali cattivii (vendette, conquiste, ambizioni ecc.) ma, 3) per salvaguardare i propri diritti contro il popolo che li viola o li ha violati. Lo scopo della guerra moralmente buona è il mantenimento della giustizia e, quindi, la pace.

L’errore più grande è credere che sbagli chi dichiara guerra perché disturba la pace. La colpa è di colui che ha commesso delle violazioni dell’ordine giuridico e così ha reso necessario che l’altro dichiari la guerra. Come riconosce, però, il Dizionario di Teologia Morale dei cardinali Roberti e Palazzini “la pace è basata sulla giustizia. Chi sconvolge la base, sconvolge l’edificio che poggia su di essa” (Editrice Studium 1955, riedizione Effedieffe 2019).

A tal proposito, solo i moderni farisei possono aver taciuto la terribile situazione del Donbass per ben 8 anni e le grandi responsabilità di Stati Uniti e NATO nel conflitto. E’ sinistra una morale che vede morti di serie A e morti di serie B. La guerra giustamente dichiarata impone delle regole a tutela dei civili, dei bambini, dei prigionieri, obbligando i belligeranti di ogni grado all’obbligo severo di non recare a qualsiasi persona, anche al nemico, danni inutili. I trattati internazionali perdono molto valore ed efficacia quando non tutti i governanti hanno lo stesso sentimento morale riguardo al rispetto del diritto. Esso non può essere grande ove non esiste pietas e soprattutto ove non vi sia la fede soprannaturale in Dio.

Ha scritto il più importante intellettuale russo contemporaneo, Alexandr Dugin: “questa non è una guerra con l’Ucraina. E’ un confronto con il globalismo come fenomeno planetario integrale. E’ un confronto a tutti i livelli – geopolitico e ideologico. La Russia rifiuta tutto nel globalismo – unipolarismo e atlantismo da un lato, liberalismo, anti-tradizione, tecnocrazia dall’altro. E’ chiaro che tutti i leader europei fanno parte dell’élite liberale atlantista. E noi siamo in guerra esattamente con questo. […] L’Occidente moderno dove trionfano i Rothschild, Soros, Shwab, Bill Gates e Zuckerberg, è la cosa più disgustosa della storia del mondo. Non è più l’Occidente della cultura mediterranea greco-romana, né del Medioevo cristiano e nemmeno il ventesimo secolo violento e contraddittorio. E’ un cimitero di rifiuti tossici della civiltà, è anti-civilizzazione“.

Per Dugin è necessario tornare alle radici comuni del vero Occidente classico-cristiano, che sono rimaste in Russia e rigettate progressivamente nei secoli da questa Europa. Più in generale, traendo spunto dalle riflessioni dell’intellettuale russo, questa guerra non è la rottura con l’Europa, ma con questo Occidente scristianizzato e degenerato. Chi vuole un’Europa dei Popoli, libera, sovrana, indipendente, legata alla tradizione dovrebbe dunque contribuire a “rovesciare la giunta globalista antinazionale e costruire una vera casa europea, un palazzo europeo, una cattedrale europea“.

SUPER EX COMMENTA I REPORTAGE DI AVVENIRE SU VERONA. E ALCUNE GIRAVOLTE.

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Marco Tosatti

Cari amici di Stilum Curiae, Super Ex (Ex di Avvenire, Ex del Movimento per la Vita e ex di varie altre cosucce, ma ancora non ex cattolico, nonostante….) ha letto su Avvenire l’articolo che il collega Mia, il “Famolo Stranista” ufficiale del quotidiano bollettino religioso del PD ha dedicato al Convegno di Verona sulle famiglie, e alla Marcia che l’ha concluso. Pensiamo che non gli sia piaciuto; almeno a giudicare da quello che ci ha scritto…

Luciano Moia è il vice Bergoglio ad Avvenire. Da quando ha sposato Amoris laetitia le sue quotazioni, prima bassine, sono volate oltre le stelle. Così è chiamato lui, oggi, a commentare la marcia per la famiglia organizzata dal Congresso mondiale.

Moia è uno di quelli che dice finalmente quello che pensa, o uno che pensa quello che i superiori gli chiedono di pensare. Non saprei quale delle due è la versione giusta. All’epoca di Dino Boffo non avrebbe mai scritto quello che scrive oggi. Non è il solo, per la verità. Senza scomodare il big dei big dei contorsionisti, quello la cui bussola gira sempre verso il Potere, il pensiero corre a Paolo Rodari, ciellino che faceva il tradizionalista, almeno in fatto di etica, sul Riformista, e poi su Il Foglio di Giuliano Ferrara quando il quotidiano era super ratzingeriano. Oggi Rodari si iscrive tra i progressisti ad oltranza, e una qualche frecciata ai sostenitori della famiglia la ha tirata volentieri. Anche per lui vale la domanda: mentiva prima, o ha cambiato radicalmente idea poi? Ma se la risposta è la seconda, che sostanza hanno questi giornalistelli? Continua a leggere

NOBILE: IL POLITICALLY CORRECT CONTRO LA REALTÀ E IL CRISTIANESIMO. : STILUM CURIAE

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Cari amici di Stilum Curiae, Agostino Nobile ha voluto condividere con noi una sua interessante riflessione sull’uso della lingua, e di come essa venga utilizzata, nelle sue forme “moderne” in funzione anti cristiana. Buona lettura.

Neologismi ammazza cristianesimo

La Treccani, notoriamente incrollabile laicista, definisce l’espressione politicamente corretto come “un calco dalla locuzione angloamericana politically correct, con cui ci si riferiva in origine al movimento politico statunitense che rivendicava il riconoscimento delle minoranze etniche, di genere ecc. e una maggiore giustizia sociale, anche attraverso un uso più rispettoso del linguaggio.”

Sembra convincente. In realtà, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi appare chiaro che il politicamente corretto sta destabilizzando gli equilibri antropologici e sociali.

Hannah Arendt, testimone delle atrocità del secolo scorso, identifica in poche parole la principale caratteristica delle ideologie: «Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più.»

Il politically correct è stato coniato, come i neologismi interruzione di gravidanza, dolce morte, omofobia e islamofobia, per aggirare la realtà e il buon senso. Le locuzioni anticristiane sono frutti avvelenati creati dagli ideologi per darle in pasto agli oppositori perché le usino come mantra che danno un aspetto di novità/attualità al disumanesimo più putrido. Un po’ come i giacobini della Rivoluzione francese che col motto Liberté, Égalité, Fraternité, in un paese di 27 milioni di abitanti qual’era allora la Francia, hanno sterminato oltre due milioni e cinquantamila francesi. Senza contare i morti causati dalle due ideologie socialiste del XX secolo, figlie di pensiero e di sangue della Rivoluzione: il Socialismo e Social-Nazionalismo. Continua a leggere

CHIESA, MASSONERIA E RELIGIONE UNIVERSALE. UNA RIFLESSIONE DI NOBILE. : STILUM CURIAE

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Cari amici di Stilumcuriae, Buon Anno, se non ce lo siamo ancora detti. Agostino Nobile ci ha inviato una riflessione sulla massoneria e sul suo desiderio di influenzare la Chiesa cattolica, per compiere un’opera certamente non positiva. Lasciamo al giudizio di ogni lettore formarsi una sua opinione. Buona lettura.

Vaticano, lobbies e massoneria

Nello Statuto della massoneria, stilata nel 1723 dal pastore presbiteriano James Anderson, leggiamo: “Diritti relativi a Dio e alle religioni. (…) Nei tempi antichi i massoni erano obbligati in ogni paese e professione a seguire la religione della loro terra natale (…). Ma oggi, permettendo ad ognuno la sua propria opinione, crediamo essere più appropriato obbligarlo a seguire solo la religione nella quale tutti gli uomini sono in accordo: che consiste nell’essere buono e onesto”.

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“Mons”. Schneider interviene sul documento dell’arcivescovo Viganò

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CHI SOSTIENE IL DOCUMENTO DI VIGANO’

Anche in questo caso si tenga presente che i titoli ecclesiastici sono da intendersi come riferiti alla “Contro-Chiesa” conciliare, non alla Chiesa cattolica. In questo caso c’è divisione nella Contro-Chiesa. Esce allo scoperto un conservatore a difesa di Viganò. Grave l’attacco alla Chiesa, come se non fosse SANTA, ma fa parte del fallibilismo tipico pure dei conservatori consiliari. (N.d.R.)

Segnalazione di Corrispondenza Romana

Pubblichiamo in anteprima in Italia il testo che S. E. Mons. Schneider, vescovo ausiliare di Santa Maria in Astana, ha scritto in sostegno al documento di S. E. Mons. Carlo Maria Viganò, pubblicato il 26 agosto scorso sul quotidiano La Verità e dai blog di Marco Tosatti e Aldo Maria Valli.

Riflessione sulla “testimonianza” dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò pubblicata il 22 agosto 2018

È un fatto raro ed estremamente grave nella storia della Chiesa che un vescovo accusi pubblicamente e specificamente un Papa regnante. In un documento pubblicato recentemente (il 22 agosto 2018), l’arcivescovo Carlo Maria Viganò assicura che da cinque anni papa Francesco era a conoscenza di due fatti: che il cardinale Theodor McCarrick aveva commesso reati sessuali con suoi seminaristi e con suoi sottoposti, e che vi erano sanzioni nei suoi confronti imposte da papa Benedetto XVI.

L’arcivescovo Viganò ha inoltre confermato la sua dichiarazione con un giuramento sacro fatto in nome di Dio. Non c’è, quindi, nessun motivo ragionevole e plausibile per dubitare del contenuto veritiero del documento dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò. Continua a leggere

McCARRICK: IL PAPA SAPEVA TUTTO DAL 2013. L’HA “COPERTO” PER CINQUE ANNI. LA DENUNCIA DEL NUNZIO IN USA VIGANÒ.

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“FONDAMENTALE RICORDARE CHE IN QUESTO ARTICOLO SI PARLA DELLA “CONTRO-CHIESA” ECUMENISTA CONCILIARE, CHE OCCUPA I SACRI PALAZZI DAI TEMPI DEL CONCILIABOLO VATICANO II. QUESTA “NEO-CHIESA” NON E’ LA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA FONDATA DA GESU’ CRISTO SU S. PIETRO PERCHE’ NON E’ NE’ UNA, NE’ SANTA, NE’ APOSTOLICA, NE’ ROMANA” (Il Circolo Cattolico Christus Rex)

MCCARRICK: IL PAPA SAPEVA TUTTO DAL 2013. L’HA “COPERTO” PER CINQUE ANNI. LA DENUNCIA DEL NUNZIO IN USA VIGANÒ.

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Super Ex: L’immigrazionismo è un’eresia che Martini ha insegnato a Bergoglio

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L’articolo pubblicato su Stilum Curiae è molto interessante. Tenete presente, nella terminologia usata, che l’autore è sedeplenista.

di Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, oggi Super Ex scrive davvero cose da ponderare e da meditare, e da discutere. Perché il suo articolo affronta quello che appare se non un mistero, una stranezza: e cioè l’ossessione migrantista del Pontefice regnante; e vista la quantità, e la ripetitività degli interventi, credo veramente che si possa usare a questo punto, e sempre di meno in tono scherzoso, del termine ossessione. Leggete Super Ex con attenzione.

L’immigrazionismo di Bergoglio è un’ eresia, insegnata da Carlo Maria Martini.

Questa la tesi. Vediamo lo svolgimento.

Perché si tratta di un’ eresia? Perché non si fonda, come si potrebbe credere a prima vista, sull’ignoranza assoluta dei fatti. Non è semplice ignoranza e crassa superficialità.

Davvero possiamo credere che Bergoglio non sappia cosa c’è sotto l’immigrazione odierna? Impossibile! I vescovi africani lo hanno denunciato spesso, invitando i figli dell’Africa a non farsi ingannare, a non lasciare la loro terra, la loro famiglia, le loro radici, per andare in un’ Europa secolarizzata, in cui si troveranno emarginati, sfruttati, in balia di una cultura materialista e nichilista che li ridurrà ad automi “cellularizzati” notte e giorno.

Davvero impossibile che Bergoglio non sappia che i migranti minori finiscono, in gran parte, sfruttati sessualmente, come circa 7 o 8 donne su 10. Impossibile che non sappia che il traffico di carne umana genera astronomici guadagni, per i trafficanti africani e per quelli occidentali, e che è mosso da innumerevoli interessi delle varie mafie. Le quali, ben prima di “Roma capitale”, avevano compreso, con Raffaele Cutolo (fondatore della Nuova Camorra Organizzata), il potenziale criminale presente nei fenomeni migratori incontrollati. Continua a leggere

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