Mario Giordano, affondo su Papa Francesco: “Sconcertante, ma è cattolico?”

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di Mario Giordano

 

Nel mirino di Mario Giordano ci finisce Papa Francesco. La ragione? La camera ardente, laica, allestita per Giorgio Napolitano. Funerale laico, camera ardente ovviamente laica. Una camera ardente dove, senza che venisse comunicato, si è presentato Papa Francesco.

E Mario Giordano attacca. In primis, “non può fare a meno di sorprendere il fatto che in tutta questa laicità compaia Papa Bergoglio”. Ma, aggiunge a stretto giro di posta, “ancora più sorprendente è il fatto che il Papa non si sia fatto il segno della croce proprio per rispettare la laicità del defunto”.

Già, il mancato segno della croce da parte del Pontefice, per Giordano è qualcosa di inspiegabile. “Allora siccome il Papa non sbaglia mai, molti cattolici pensano di aver sbagliato loro, che hanno sbagliato le loro mamme, le loro nonne, quando hanno insegnato loro a fare il segno della croce di fronte a un carro funebre senza chiedersi se la persona che il carro funebre trasporta è credente o meno”, picchia durissimo.

 

Secondo il giornalista, “se uno non manifesta la propria fede nel momento in cui ne ha bisogno, cioè davanti alla morte, se uno davanti alla morte non dice io credo che questa persona sarà in questo momento davanti a Dio non perché lui è credente, ma perché io ci credoallora che senso ha la propria fede?“. Un fiume in piena, Mario Giordano, che come da titolo dell’intervento ospitato dal blog di Nicola Porro si interroga: “Ma il Papa è cattolico?”.

 

Articolo completo: Mario Giordano, affondo su Papa Francesco: “Sconcertante, ma è cattolico?” – Libero Quotidiano

La tecnologia che usa gli uomini: o si cambia oppure “evviva i cavernicoli!”

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/01/30/la-tecnologia-che-usa-gli-uomini-o-si-cambia-oppure-evviva-i-cavernicoli/

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ DETERMINANTE NELLA VITA DELLA SOCIETÀ DEL VENTUNESIMO SECOLO. E QUESTO È UN FATTO. AL CONTEMPO, ESSO SOLLEVA PROBLEMI ETICI

L’intelligenza artificiale (AI, Artificial intelligence) è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro. Grazie all’intelligenza artificiale è possibile (almeno questo l’obiettivo ultimo) rendere le macchine in grado di compiere azioni e “ragionamenti” complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell’intelligenza umana.

Oggi in Italia e nel mondo l’intelligenza artificiale viene utilizzata in azienda e non solo, per svolgere compiti che all’uomo richiederebbero molto tempo. Spesso quando si parla o si scrive di intelligenza artificiale ci si riferisce a una delle componenti come l ‘apprendimento automatico. Per avere a che fare con l’AI è necessario che siano presenti sia componenti hardware sia software specializzati per la scrittura e l’addestramento degli algoritmi di apprendimento automatico. I linguaggi di programmazione, invece, non sono sinonimo di intelligenza artificiale ma intervengono a costruire sistemi informatici e sono molto diffusi come Python, R e Java. La programmazione dell’intelligenza artificiale necessita di tre abilità cognitive: apprendimento, ragionamento, autocorrezione.

L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più determinante nella vita della società del ventunesimo secolo. E questo è un fatto. Al contempo, esso provoca problemi etici? Fin dove può spingersi la tecnologia? Dobbiamo abituarci all’idea di convivere con macchine senzienti? Ci si può fidare dell’Intelligenza Artificiale?

Nel XXI secolo saranno queste le domande che dovremmo porci, in una società ove il potere sta preparando il terreno a questo nuovo modello di vita. Un algoritmo di Intelligenza Artificiale forte è capace di emulare le capacità cognitive umane in modo autentico, quasi impercettibile. A questo punto, la domanda del secolo potrebbe essere: ci si può fidare dell’intelligenza Artificiale?

Ci sono implicazioni notevoli che riguardano sistemi sociali, economici e politici e le persone che ne fanno parte, come il rispetto dei diritti umani fondamentali riguardanti la libertà, sia individuale sia collettiva, l’uguaglianza e i rapporti interpersonali; la salvaguardia del benessere emotivo e professionale dei lavoratori in funzione allo sviluppo di algoritmi sempre più performanti, anche per mansioni complesse; la moralità declinata sul piano religioso, ad esempio cattolico; la personalità soggettiva, che, a questo punto rende le IA tutte uguali.

La centralità della questione etica nell’uso dell’Intelligenza Artificiale è dunque palpabile sotto diversi punti di vista. L’ANSA del 17/01/2023 riporta il commento del musicista e compositore Nick Cave, dopo aver ascoltato una canzona composta da una Intelligenza Artificiale: “Una schifezza” e “una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani”.

Quelli di Sperling & Kupfer hanno editato un libro molto interessante di Francesco Borgonovo, dal titolo “Fermate le macchine! Come ci stanno rubando il lavoro, la salute e perfino l’anima” (€ 17,50).

L’autore indaga il lato oscuro della rivoluzione digitale, con le conseguenze sul mondo del lavoro, sulla materia della salute, sulla società e spiega le ragioni per cominciare a dubitare di un sistema che sta trasformando il mondo in un paradiso per i robot e in un incubo per gli esseri umani. Perciò colpisce e fa riflettere questa frase tratta dalla prefazione di Mario Giordano: “Fermare le macchine non è un atto luddista. E’ un atto che restituisce all’uomo la sua vera natura, che non sarà di certo perfetta, ma non può essere ridotta a una stringa matematica gestita da un computer. Sento già le voci critiche: vuoi tornare alla caverna? Io non vorrei vivere in un mondo senza tecnologia, di cui sono, per altro, un abbondante consumatore. Ma ho l’impressione che oramai il rapporto si stia invertendo: non sono più gli uomini a usare la tecnologia. e’ la tecnologia che usa gli uomini. E allora o cambiamo verso e ribaltiamo il tavolo. Oppure, meglio le caverne”. Già, o si cambia, oppure evviva i cavernicoli!

Perché il Politicamente Corretto è un “peccato mortale”

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/05/23/perche-il-politicamente-corretto-e-un-peccato-mortale/

IL “PENSIERO” DEVE ESSERE UNICO (IL LORO) FINO ALL’ASSURDO, OVVERO FINO AL PUNTO CHE DIRE LA VERITÀ È DIVENTATO UN ATTO RIVOLUZIONARIO, COME SOSTENERE CHE LE FOGLIE SONO VERDI D’ESTATE

Tommaso d’Aquino nella Somma Teologica (II-II, qq. 72-75) tratta delle ingiustizie che si compiono con le parole. Troppo spesso si tratta di peccati mortali che, a torto, non vengono presi particolarmente sul serio, ma possono rivelarsi molto gravi. “Ne uccide più la lingua che la spada” – afferma il detto popolare. E, si sa: vox populi, vox Dei. L’ingiuria verbale lede l’onore, la diffamazione o detrazione lede la buona fama, la mormorazione distrugge l’amicizia, e la derisione toglie il rispetto.

San Tommaso spiega che nei peccati di parola bisogna considerare soprattutto con quali disposizioni d’animo ci si esprime, ossia il fine della contumelia, che è disonorare il prossimo nella sua moralità. Se non vi è l’intenzione di disonorare la persona insultata, perché i fatti si danno per veri ed acclarati, rimane peccato l’insulto, ma non vi è contumelia.

La detrazione (q. 73, a. 1) è una maldicenza o denigrazione della fama altrui, fatta di nascosto. Essa consiste nel «mordere di nascosto la fama (ossia la “stima pubblica o notorietà”, N. Zingarelli) di una persona” come si legge nell’Ecclesiaste (X, 11): “Se il serpente morde in silenzio, non è da meno di esso chi sparla in segreto». Poi l’Angelico spiega che come ci sono due modi di danneggiare il prossimo in azioni: apertamente (p. es. la rapina o le percosse in faccia) o di nascosto (p. es. il furto o una percossa “a tradimento” ossia alle spalle); così vi sono due modi di nuocere con le parole: apertamente (la contumelia in faccia, q. 72) o di nascosto (la maldicenza o detrazione, q. 73). San Paolo: “è degno di morte [spirituale o dell’anima] non solo chi commette il peccato di [detrazione], ma anche chi approva coloro che lo commettono” (Rom., I, 32).

Dall’insegnamento di S. Tommaso si evince: 1) il dovere morale di non insultare, denigrare, calunniare o mormorare e deridere il prossimo, soprattutto se costituito in autorità. 2) di riparare il torto fatto alla sua reputazione 3) di difendere chi è denigrato, senza far finta di non vedere. Certamente davanti agli uomini è più comodo “far finta che va tuto ben”, ma davanti a Dio non ci si trova in regola, anzi si sta in peccato grave, quod est incohatio damnationis.

E’, pertanto, nostro dovere denunciare pubblicamente il politicamente corretto, innanzitutto come difesa della nostra dignità e intelligenza dalla sua volontà dolosa di costringerci ad accettare l’errore, fingendo che sia un bene comune. Scrive Mario Giordano nel suo ultimo libro, appena uscito, dal significativo titolo Tromboni (Edizioni Rizzoli): “Bisogna stare attenti alla lingua” al pari di quelli che predicano contro l’odio e insegnano a odiare. L’ipocrisia di costoro, che si annoverano in larga parte nella categoria dei cosiddetti intellettuali o giornalisti, in ultima analisi coloro che si occupano della diffusione dei messaggi su larga scala, aggrava il peccato di lingua della detrazione di coloro che la pensano diversamente, col falso doloso consapevole e remunerato. L’effetto che molti credano alle loro dicerie è conseguenza ancor peggiore, che ci fa trovare nella situazione di crisi morale, ideale, sociale in cui ci troviamo, andando sempre peggio.

“Tromboni” ricorda come odiano quelli della Commissione anti-odio, creata per fermare l’”intolleranza”, “contrastare il razzismo” e “combattere l’istigazione all’odio”. L’idea è stata partorita dal Ministro dell’Istruzione del “governo dei migliori” Patrizio Bianchi, scopiazzando dal suo illustre predecessor* [metto l’asterisco perché secondo la scrittrice Michela Murgia (da L’Espresso del giugno 2021) potrebbe essere offensivo usare la vocale maschile o femminile per indicare il titolo di una persona, che forse potrebbe non sapere se è uomo o donna] Lucia Azzolina. Nella commissione speciale entra il professore associato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Simon Levis Sullam che, fresco di nomina, aveva diffuso sui social una foto a testa in giù dell’ultimo libro di Giorgia Meloni. Chiaro riferimento alla macelleria di Piazzale Loreto. «Quasi un invito a impiccare il testo, se non proprio l’autrice, al palo più alto dell’antifascismo militante». Ma, domanda Giordano: «si può combattere l’istigazione all’odio inneggiando a piazzale Loreto? E alludendo all’impiccagione più o meno simbolica, ma sempre a testa in giù, di un leader politico?».

L’ex Presidente della Camera Laura Boldrini, campionessa di buonismo e inginocchiatoi a senso unico, paladina di tolleranza e rispetto, ultras femminista ad oltranza, genderista e vestale di tutti i presunti diritti richiesti dai desideri di chiunque, «è finita sotto inchiesta perché avrebbe licenziato la sua colf, dopo otto anni di fedele servizio, tirando in lungo per non darle la liquidazione (3.000 euro)». Altro maestro di propaganda tollerante è Roberto Saviano, «che in diretta tv ha sentenziato candidamente: “Sì, la mia contro la Meloni è una campagna d’odio“» (M. Giordano, “Tromboni”, 2022).

Potremmo continuare all’infinito perché esempi simili ne esistono quotidianamente. Ultimi, in ordine cronologico sono coloro che hanno imbrattato le mura di un istituto tecnico di Milano con la scritta: «Tutti i fasci come Ramelli, con una chiave inglese fra i capelli». Nessun solone (o trombone) del politicamente corretto ha detto una parola. Muto Paolo Berizzi, il “Simon Wiesenthal” de La Repubblica, per la quale scrive una rubrica contro Verona e i fantasmi di un fascismo che non esiste. Muto Vauro. Muto Travaglio. Muti tutti. Perché il “pensiero” deve essere unico (il loro) fino all’assurdo, ovvero fino al punto che dire la verità è diventato un atto rivoluzionario, come sostenere che le foglie sono verdi d’estate. Noi continueremo in questa “rivoluzione Green” dell’ovvietà e dell’ordine naturale perché non vogliamo peccare di lingua contro il bene comune.

Nessuno stop per “Fuori dal coro” e “Dritto e Rovescio”. La smentita di Mediaset

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Roma, 1 dic – Niente stop per Fuori dal coro di Giordano e Dritto e Rovescio di Del Debbio Giordano su Mediaset: arriva la smentita dell’azienda, che mette a tacere i rumors sulle motivazioni dell’interruzione delle due trasmissioni. Non ci sarà alcuno stop, di nessun programma, durante le festività nella programmazione Mediaset. Lo apprende l’Adnkronos da fonti del gruppo, che chiariscono così ogni dubbio sulle trasmissioni condotte da Mario Giordano e da Paolo Del Debbio. Nelle prossime ore è atteso un comunicato di chiarimento di Mediaset, in cui verrà illustrata anche la programmazione d’informazione durante il periodo natalizio.

Nessuno stop per Fuori dal coro e Dritto e Rovescio

Molto rumore per nulla, dunque. Alla notizia del possibile stop di 50 giorni i dietrologi si sono scatenati sul fatto che le due trasmissioni in questione danno voce spesso a posizioni non ortodosse rispetto alla vulgata mainstream. Soprattutto su vaccini, green pass e gestione della pandemia in generale. Una vetrina per le voci fuori dal coro, che forse poteva ostacolare in qualche modo la corsa di Berlusconi al Quirinale, si ipotizzava. Ora, al di là del fatto che il Cav ha la strada sbarrata dal centrosinistra, a quanto pare le due trasmissioni “incriminate” andranno avanti senza interruzioni particolari o “punitive”. Anche perché un conto sono le vacanze di Natale, un conto zittire Del Debbio e Giordano fino a febbraio, quando si voterà per il prossimo presidente della Repubblica.

Del Debbio: “Io non occhieggio a nessuno”

In effetti qualcosa non tornava, sul presunto stop delle trasmissioni. A sentire uno dei diretti interessati, Del Debbio, la pausa citata dai media sarebbe stata inspiegabilmente troppo lunga. “Sui siti hanno scritto che io e Mario Giordano ci fermiamo per troppo tempo, ma io l’ordine di servizio non l’ho ancora ricevuto…”, ha fatto presente Del Debbio. In ogni caso, “se dovesse essere confermato questo lungo stop, sarebbe innaturale perché di solito si finiva a metà dicembre come tutti e si ricominciava dopo l’Epifania”, precisa il conduttore di Dritto e Rovescio. Circa la possibile punizione per le posizioni su green pass e vaccini, Del Debbio chiarisce: “Io non occhieggio a nessuno, i no vax mi attaccano violentemente spessissimo, ultimamente anche su WhatsApp. Ho fatto la terza dose, sono assolutamente favorevole al vaccino. Io faccio un dibattito e per farlo bisogna esser in due, non si può fare un talk show con una sola voce. Faccio parlare tutti ma poi a casa ognuno si fa la sua opinione. Io faccio così, se non vogliono che faccia così lo fa un altro, ci sono tanti conduttori in Italia”, conclude.

Adolfo Spezzaferro

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/nessuno-stop-per-fuori-dal-coro-e-dritto-e-rovescio-la-smentita-di-mediaset-216551/

 

Del Debbio e Giordano finiscono in castigo. Ecco come la tv silenzia le voci contro il green pass

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A Mario Giordano e Paolo Del Debbio va la nostra incondizionata solidarietà. Siamo persone che seguono i vostri programmi con interesse. Non è necessario esser sempre d’accordo con i contenuti, ma le domande e i ragionamenti che avete condotto in questi mesi sull’applicazione del green pass e sui vaccini sono, a nostro avviso, il minimo sindacale per chi ha un cervello che non serva solo a sostenere gli occhiali. Questa censura è, a nostro avviso, incredibile perché pietra tombale sulla libertà d’informazione. Finché c’è chi sogna modelli comunicativi che restringano la democrazia, chi è fuori dal coro è destinato al bavaglio. E’ questa l’Italia nata dalla Resistenza? Sentiti alcuni “toni rossi” particolarmente entusiasti per controlli e restrizioni, non c’è da stare allegri…(N.d.R.)  

A proposito, questo pezzo è sul sito di Gianluigi Paragone. Ci è parso scritto bene, in linea col nostro pensiero. Ma non siamo “no vax” né seguaci di Paragone. In Italia è sempre bene specificare per evitare fraintendimenti di menti un pochino disturbate che, poi, fanno danni…(N.d.R.)

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Mario Giordano e Paolo Del Debbio in ‘castigo’ per cinquanta giorni. Sia Fuori dal coro e Dritto e rovescio andranno infatti in paura rispettivamente il 7 e il 9 dicembre per rientrare solo il 25 e 27 gennaio 2022. In sostanza è un mese e mezzo di stop che sappiamo bene come in tv corrisponda più o meno a due secoli e che corrisponde ‘casualmente’ con l’entrata in vigore del ‘super green pass’ e con quella che, in teoria, dovrebbe essere la fine della validità del certificato verde. Non solo: né Giordano né Del Debbio potranno, questo modo, commentare le fasi propedeutiche all’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Piazzapulita, al contrario, saluterà il pubblico il 16 dicembre ma tornerà onda in onda, con molta probabilità, il 13 gennaio (stando a quanto riferisce TvBlog). Stesso calendario varrà per Cartabianca e Di MartedìQuarta Repubblica di Nicola Porro si congederà il 6 dicembre, e il 10 gennaio sarà di nuovo operativo.

Controcorrente terminerà il 19 dicembre per riprendere il 9 gennaio, con Veronica Gentili. Prima ancora riapparirà in schermo Gianluigi Nuzzi con Quarto Grado (17 dicembre – 7 gennaio). Zona Bianca di Giuseppe Brindisi, invece, non conoscerà soste: dall’aprile scorso, non ha saltato neanche una settimana, e intende mantenere questo record. Restano comunque da capire le cause dei due esclusi eccellenti: certo è che visto il periodo ‘prescelto’ per la pausa a pensar male si fa peccato, ma raramente ci si sbaglia …

Fonte: https://www.ilparagone.it/attualita/del-debbio-e-giordano-finiscono-in-castigo-ecco-come-la-tv-silenzia-le-voci-contro-il-green-pass/

Report e il servizio sui vaccini Covid, perché è scoppiata la polemica politica

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“Possiamo parlare di vergognoso linciaggio mediatico nei confronti di Sigfrido Ranucci, per aver posto degli interrogativi sulla terza dose e uno studio del Niguarda di Milano sulla protezione anticorpale. Chiunque muova critiche, per quanto circostanziate e motivate siano, alla “dottrina vaccinista” viene posto fuori dal dibattito pubblico – dice Matteo Castagna, Responsabile Nazionale di Christus Rex – e uno dei giornalisti che ha speso l’estate a girare l’Italia per parlare della “libertà di stampa e di informazione” viene messo sul banco degli imputati dai soloni del mainstream. Il Sistema giacobino vuole ghigliottinare i ricercatori senza padroni e paraocchi? In fondo l’ha sempre fatto, ma sembra che con Ranucci, ma anche con Mario Giordano, che non sono certamente sulla stessa linea di pensiero politico, si stia oltrepassando il limite, trasversalmente. La democrazia italica del 2021 manda al confino chi è fuori dal coro. Ma di cosa hanno paura?”

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Roma, 2 novembre 2021 – Sulla trasmissione tv Report di Sigfrido Ranucci tornano i riflettori della politica. Il servizio su vaccini terza dose andato in onda ieri sera non è piaciuto a ad una larga fetta di parlamentari. A cominciare da quelli del Pd che si appellano ai vertici della Comissione di Vigilanza Rai chiedendo “un chiarimento” sui contenuti dell’inchiesta a firma di  Samuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale.

“Su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass – si legge nell’interrogazione a firma dem -. Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia, che affermano di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche”.

E ancora: “Un sedicente ‘collaboratore del Comitato Tecnico Scientifico’, anch’egli irriconoscibile e anonimo, che denuncia la totale imperizia dell’organismo su cui poggiano le decisioni politiche a tutela della salute pubblica dall’inizio della pandemia. Dubbi sull’efficacia dei vaccini, perplessità sulla durata della copertura degli anticorpi, affermazioni del tutto campate in aria sulla ‘larga frequenza di effetti collaterali’ dopo la somministrazione del vaccino anti Covid, speculazioni dietrologiche sul ‘grande business della terza dose‘ detenuto da ‘multinazionali del farmaco’ concentrate solo a ‘accumulare enormi profitti con la perdita di efficacia della terza dose’, dubbi sulla efficacia del Green Pass e della sua eventuale estensione”.

Covid, si torna a parlare di obbligo vaccinale

La critica stavolta è bipartisan. Da Forza Italia arriva il commento di Andrea Ruggieri, deputato e membro della commissione di Vigilanza Rai. “Mi spiace ascoltare da Report la lagna qualunquista per cui ‘il vaccino è il business delle case farmaceutiche’, che per inciso hanno salvato il mondo. Mi spiace perché Report è la seguitissima trasmissione di un’azienda che dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino”.

Si fa sentire anche Matteo Renzi, già in polemica con Report per un altro servizio che lo coinvolge: “In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di Report. Non il primo, non l’ultimo. Per giudicare questa trasmissione mi bastano queste parole del conduttore Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche. Il vaccino non è un business, il vaccino per me è la salvezza dal coronavirus. Report non fa servizio pubblico, tutto qui”. CONTINUA SU: https://www.quotidiano.net/politica/report-vaccini-covid-1.6988874

 

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Lamorgese era accondiscendente all’assalto alla CGIL

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La ministro Lamorgese ha affermato che a Roma non c’è stata trattativa con i manifestanti violenti che hanno assaltato la CGIL. Tutto sarebbe avvenuto contro la volontà della polizia e del ministro. Peccato che esista ampia documentazione che dimostra l’esatto contrario: la marcia verso la CGIL di Forza Nuova è avvenuta con l’accordo della Polizia.

Ecco la cronologia confermata dai documenti trovati da Fuori dal Coro:

  • 15.30 Castellino annuncia l’assalto alla CGIL
  • 17.30 Il documento della questura, dice che viene permesso “Un percorso dinamico” verso la CGIL , su richiesta dei manifestanti, Il tutto confermato nelle carte dell’arresto di Roberto Fiore;
  • 17.30 Sempre da un altro documento si attesta che “Si è tenuta una mediazione”.
  • La Lamorgese non è intervenuta sulla piazza di fronte alla CGIL perché la “Situazione rischiava di degenerare”. Quindi se sei violento fai quello che vuoi, se sei non violento e ti metti a pregare davanti alla Polizia ti riempio di botte.

Quindi la trattativa fra Forza Nuova e la Questura c’è stata  e l’assalto verso la CGIL è stato permesso dalla polizia.

Poi c’è il famoso caso dell’agente, supposto infiltrato, appoggiato al furgone della polizia con gli altri agenti, che “Stava verificando la forza ondulatoria”, secondo la Lamorgese… Lo ha detto davvero!

 

 

Per non parlare di Castellino, uno dei leader di Forza Nuova a Roma, che delinque impunito dal 1996, su ammissione delle stesse forze dell’ordine. Tre Daspo, ha iniziato un percorso delinquenziale da quando aveva meno di 20 anni e che ha sempre mostrato un totale disprezzo delle leggi. Una persona del genere era “Ignota alle forze dell’ordine”? Solo nell’ultimo anno è stato denunciato ben tre volte. Tra l’altro ha una bella fedina, con anche spaccio di droga e truffa. Nessuno lo ha notato.

Ecco la testimonianza video dal programma:

AIFA: il verbale dello scandalo non esiste! 10 mila dosi salvavita gratis rifiutate senza una parola

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Avevamo pubblicato, come la maggioranza di siti e media, la notizia rivelata per primo da Mario Giordano riguardante l’AIFA. Ora giunge lo scandalo prosegue… (n.d.r.)

Continua incredibile scandalo dell’AIFA, ora sotto inchiesta da parte della Corte dei Conti per non aver accettato 10 mila dosi di anticorpi monoclonali della Eli Lily GRATIS ad ottobre. “Scelta pubblica non ponderata” dice la corte contabile.

La scelta in questione, quella di rifiutare un farmaco che avrebbe potuto salvare migliaia di vite e che comunque è stato poi accettato, e pagato, a marzo 2021,  è stata presa il 29 ottobre 2020, e la Corte dei Conti chiede il verbale di quella riunione. Colpo di scena! IL VERBALE NON ESISTE! Non c’è, nessuno lo tiene, nessuno risponde. 

Fuori dal Coro: https://twitter.com/i/status/1448034263467692037

Un ente pubblico importantissimo perché prende decisioni che incidono direttamente sulla salute dei cittadini prende decisioni senza tenere nessun verbale delle riunioni, in barba a qualsiasi forma di regolarità. Che dirà il direttore Nicola Magrini, nominato in quella posizione dal governo Conte due (PD+M5S)? Chi lo sa, forse lo stesso che dice Arcuri per i banchi di scuola a rotelle che prendono fuoco (circa 100 mila banchi da distruggere) o per i milioni di mascherina non a norma.

Naturalmente, a parte la magistratura contabile, nessuno indaga, nessuno guarda sull’insieme di interessi fra case farmaceutiche e AIFA. Alla Eli Lily, che voleva donare questi farmaci essenziali, è stato semplicemente detto che “Non interessavano”. Nel frattempo gente è morta. Però in Italia il problema è il fascismo, ricordatevelo bene! Non i dirigenti intoccabili che fanno tutto quello che vogliono sulla pelle delle persone.

Fonte: https://scenarieconomici.it/aifa-il-verbale-dello-scandalo-non-esiste-10-mila-dosi-salvavita-gratis-rifiutate-senza/?utm_medium=push&utm_source=onesignal&utm_campaign=push_scenarieconomici

AIFA sotto inchiesta: clamorosa rilevazione di “Fuori dal Coro”

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Ieri la trasmissione “Fuori dal coro” di Mario Giordano ha fatto una rivelazione shock: l’AIFA, l’agenzia italiana per il farmaco, è sotto inchiesta da parte della magistratura contabile per aver rifiutato la donazione di 10 mila dosi di anticorpi monoclonali della Eli Lily, successivamente perfino autorizzati. L’AIFA si è spinta in precedenza perfino a negare la donazione, ed ha rifiutato l’accesso al verbale nonostante una sentenza della magistratura.

Nicola Magrini, direttore generale dell’agenzia, si è visto chiedere dalla Corte dei Conti il verbale, segretato, del 29/10/2020, nel quale veniva rifiutata la donazione dell’anticorpo monoclonale, e l’accusa è di “Scelta pubblica non ponderata”, e i membri del consiglio rischiano di dover rispondere personalmente per i danni derivanti dal rifiuto della donazione degli anticorpi. Ecco un estratto dalla trasmissione:

Gli anticorpi monoclonali Eli Lily, attualmente talmente ricercati negli USA da essere soggetti, insieme a quelli Regeneron, a un vero e proprio contingentamento da parte dell’amministrazione federale perché la domanda supera l’offerta.

Il problema dell’utilizzo, anzi del mancato utilizzo, per ben 5 mesi degli anticorpi monoclonali potrebbe avere, prima o poi, anche delle conseguenze più serie: il problema delle 10 mila dosi rifiutate non è solo erariale, ma è legato anche a vite umane che sono state sacrificate dal ritardo. Anzi, come rivelato dalla trasmissione, se non fosse per il professor Palù questi farmaci non sarebbero stati approvati neppure in primavera.

La dirigenza AIFA naturalmente difende le sue posizioni. In Italia nessuno è mai responsabile.

Fonte: https://scenarieconomici.it/aifa-sotto-inchiesta-clamorosa-rilevaziondi-fuori-dal-coro/

 

 

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