Vax contro no vax, gli italiani si sono sempre odiati

Condividi su:
CON IL COVID SI STA DISGREGANDO IL NOSTRO TESSUTO SOCIALE? NO, NON È MAI ESISTITO

di Rino Cammilleri

Giustamente l’amico Porro lamenta che si sta disgregando il nostro tessuto sociale. Il cantautore cattolico Povia si becca il Covid? Bene, ben gli sta, speriamo che schiatti. Questi i “messaggi” di auguri inviatigli anche da medici mediatici. Porro ha la mia non piccola stima anche perché dissente dalla linea conformista del quotidiano di cui pure è vicedirettore. I giornalisti che fanno il loro mestiere in coscienza e non per lo stipendio sono pochi, ahimè. Proprio la pandemia è intervenuta, evangelicamente, a «svelare i pensieri di molti cuori». E, grazie a Dio, in tanti se ne sono accorti, col gran risultato che ormai non ci fidiamo più di nessuno, scienziati, giornalisti, medici e soprattutto politici.

Nel Medioevo il capo politico era il re, davanti alla cui sacralità si piegava il ginocchio. Quante rivoluzioni ci sono volute per arrivare ad avere capi politici accolti a pernacchie quando spuntano in tivù? Vent’anni fa, giovane e sprovveduto, pubblicai un libro prima per Mondadori, poi per la Bur: Doveroso elogio degli italiani. Poi, invecchiato, feci esperienza. Com’è noto, l’esperienza è quella cosa che quando ce l’hai non serve più. Mai mi sono pentito di un mio libro, e sono una quarantina. Tranne di quello. Era appena uscito nelle librerie che già gli arrivò una minaccia di querela. Dall’estero. E chi era? Un italiano. Del tutto sconosciuto alle patrie lettere. Diceva che l’avevo plagiato, anziché ringraziarmi per averlo citato. Finì che il mio editore fu costretto a pagare un’expertise, la quale diede ragione a me. Però il costo dell’expertise superò l’incasso e l’editore, bollandomi come uno che portava rogne, accantonò il mio libro, che non fu più ristampato.

Insomma, il tessuto sociale gli italiani non l’hanno mai avuto. È dai tempi di Romolo e Remo che il loro specifico è la guerra civile. Roma a parte, le Crociate nacquero proprio perché il papa Urbano II, stufo delle guerre continue tra cristiani, disse loro: ma se proprio avete voglia di menare le mani, andate a farlo da un’altra parte, dove è veramente utile. Per fortuna quella volta gli diedero retta. Ma poi ricominciarono. Città contro città. Quartiere contro quartiere (il Palio di Siena c’è ancora oggi, per dirne una). Dice niente il fatto che, per legge, il podestà doveva essere uno di fuori? E il vizio di chiamare «lo straniero» a calare in Italia per far vincere la propria fazione? Vizio che rimase anche nel Risorgimento, il quale fu possibile grazie a inglesi e francesi e infine prussiani.

Gli «austriaci» che combattevano contro i piemontesi erano veneti e lombardi. E che fu la garibaldinata contro il Sud  se non una guerra tra italiani? Per non parlare delle campagne napoleoniche, con giacobini (italiani, la cui bandiera svetta ancora sul Quirinale) che massacravano le Insorgenze. E poi il «brigantaggio». E poi venne il marxismo e gli italiani ricominciarono a darsele. Bienni rossi, squadracce eccetera. Caduto il fascismo, ecco una guerra civile in grande stile. Dice niente il fatto che il partito comunista di osservanza sovietica più numeroso di tutto l’Occidente fosse proprio quello italiano? E che il Sessantotto da noi, e solo da noi, sia durato dieci anni? Per non parlare degli anni di piombo.

Saremo bravi, noi italiani, con la cucina, l’arte, la moda. Ma per il resto facciamo ridere. E ci detestiamo l’un l’altro che è un piacere. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci venga a comandare dall’esterno, Draghi compreso. Dunque, non c’è nessun tessuto sociale da salvaguardare. Non c’è ne mai stato uno. Ahimè.

Rino Cammilleri, 18 dicembre 2021

Fonte: https://www.nicolaporro.it/vax-contro-no-vax-gli-italiani-si-sono-sempre-odiati/

Covid, De Luca continua lo show. Ma gli ospedali campani sono quasi al collasso

Condividi su:

Segnalazione di Antonio Amorosi

Coronavirus. I nodi del sistema sanitario campano. Medici, dirigenti e infermieri ci spiegano perché sono sempre in emergenza. Un problema strutturale…

di Antonio Amorosi

Il nodo segreto del sistema sanitario campano, la regione attualmente con maggiori contagi da Coronavirus. Ne abbiamo parlato con alcuni dirigenti sanitari: medici, dirigenti e infermieri locali. Ci hanno raccontato perché accade quanto stiamo vedendo nelle tv nazionali. Perché le ore di fila per poter fare un test o i tamponi a Napoli, i cittadini in attesa per giorni (molte volte ammalati), strutture intasate e al collasso.

Il Coronavirus ha messo alla prova il sistema sanitario nazionale, le strutture ospedaliere di molte regioni, la classe dirigente sanitaria, figuriamoci quelle più fragili, come la Campania dove tutti i nodi vengono al pettine.

In queste ore la reazione del governatore “sceriffo” Vincenzo De Luca è stata vietare ai medici pubblici di parlare con i giornalisti, per raccontare l’andamento della pandemia. Un argine fragile ad una sanitaria debole che sembra avere regole particolari.

I cittadini chiedono allo Stato e ai governatori di agire razionalmente, anticipando quanto si sa possa accadere con l’avanzare dell’inverno. Ma è difficile succeda in Campania dove si vive in continua emergenza. Ecco perché.    Continua a leggere

Emilia R. mette a gara vaccini. Medici: “Rischi salute”

Condividi su:

Scritto e segnalato da Antonio Amorosi

Emilia Romagna mette a gara vaccini. Medici: “Rischi per la salute dei bimbi”

La Regione Emilia-Romagna fa una gara al ribasso sui vaccini per i bimbi, cambiando rotta sulle scelte passate. Critiche dai medici. Dubbi. Per la Regione è Ok

di Antonio Amorosi x Affaritaliani

Emilia Romagna mette a gara vaccini. Medici: “Rischi per la salute dei bimbi” Continua a leggere

ALFIE EVANS DOVEVA MORIRE: VERGOGNA!

Condividi su:

Segnalazione Lega Nazionale Antipredazione degli Organi

Alfie è morto all’Alder Hey Hospital di Liverpool il 28 aprile previa estubazione (rimozione della ventilazione di sostegno) eseguita il 23 aprile per ordine della Corte britannica (e collusione della Corte Europea) che impose sequestro e morte al piccolo “per il suo migliore interesse”, in assoluto spregio della volontà dei genitori che lo volevano curare altrove.

Dopo l’estubazione Alfie sfidò le aspettative dei medici, cominciando a respirare da solo. Continuò a respirare da solo per 5 giorni. Gli furono praticate 4 iniezioni con farmaci poco prima della sua morte.

Nessuno può dire se Alfie avrebbe avuto migliori chance di cura in altro ospedale, come i genitori rivendicavano con determinazione ed erculeo sforzo, o quanto a lungo avrebbe vissuto; certo non sarebbe morto così in quel modo per scelta ostinata delle autorità mediche e legali che ritenevano questa morte accettabile. Continua a leggere