I moderati contro i cattolici integrali. Dallo scioglimento del Sodalitium pianum di Mons. Benigni alla “vittoria” conciliare del modernismo.

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XIX convegno di studi Albertariani – novembre 2023

I moderati contro i cattolici integrali. Dallo scioglimento del Sodalitium pianum di Mons. Benigni alla “vittoria” conciliare del modernismo.

FONTEhttps://www.sodalitium.biz/video-del-19-convegno-di-studi-albertariani-milano-18-11-2023/

 

Primo video: Papa san Pio X e i cattolici integrali: Mons. Benigni, il cardinal Merry del Val e la battaglia contro il modernismo.

Secondo video: La svolta moderata sotto Benedetto XV. Il cardinal Gasparri; lo scioglimento del Sodalitium Pianum

Milano, 18/11/23, Centro Studi Albertario: “I moderati contro i cattolici integrali”

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XIX CONVEGNO di studi Albertariani Milano,

Milano Sabato 18 novembre 2023 ore 15,00 presso

Hotel Andreola, via Domenico Scarlatti 24

I moderati contro i cattolici integrali.

Dallo scioglimento del Sodalitium pianum di Mons. Benigni alla “vittoria” conciliare del modernismo

 

 

Relatore: don Francesco Ricossa

 

1° Intervento
Papa san Pio X e i cattolici integrali: Mons. Benigni, il cardinal Merry del Val e la battaglia contro il modernismo.
2° Intervento
La svolta moderata sotto Benedetto XV. Il cardinal Gasparri; lo scioglimento del Sodalitium Pianum

 

Fonte: https://www.davidealbertario.it/2023/07/04/xix-convegno-di-studi-albertariani/

 

L’argomento è molto importante per comprendere meglio l’attualità. Il nostro Circolo Christus Rex-Traditio parteciperà e, allo stesso tempo invita tutti gli amici e conoscenti a partecipare numerosi. La nostra Fede autentica, ovvero integrale, nel senso di integralmente cattolica ed i cambiamenti che hanno prodotto i risultati per cui molti sono delusi e disorientati vanno conosciuti e approfonditi. Inoltre, ad essi occorre saper dare le risposte corrette delle Sacre Scritture, del Magistero Perenne e della Tradizione, per evitare di cadere nelle maglie dei conservatori, di pseudo-tradizionalisti, santoni, visionari, guru, confusi, disagiati sociali e prezzolati personaggi in cerca di visibilità e denari (n.d.r.).

“Instaurare omnia in Christo”

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Ricordare il motto di san Pio X è il modo migliore per festeggiare san Pio X e auspicare appunto che tutto sia instaurato in Cristo, nella Chiesa e nella società.
Segnaliamo alcuni documenti relativi al magistero di san Pio X e all’attuazione del suo programma antimodernista:
La prima Enciclica di S. Pio X, sul programma del proprio Pontificato: «E supremi apostolatus»
Il decreto Lamentabili che condanna alcune proposizione moderniste
L’enciclica Pascendi sugli errori del Modernismo
Il programma antimodernista del Sodalitium Pianum
In difesa di Mons. Umberto Benigni

In difesa di mons. Umberto Benigni

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Avviso ai nostri lettori. Sodalitium n° 74 numero speciale
Il numero 74 di Sodalitium è un numero speciale della nostra rivista: si tratta di un numero monografico, scritto da don Ricossa, in difesa di mons Umberto Benigni. Questo numero ripercorre la storia del modernismo durante la prima metà del novecento permettendo al lettore di comprendere meglio come questa terribile eresia abbia potuto affermarsi nella Chiesa a causa del Concilio Vaticano II.
Si tratta di un lavoro corposo, un vero libro di 180 pagine che ha costi di stampa e spedizione triplicati rispetto al solito. Per questo motivo il numero è disponibile per tutti scaricabile dal nostro sito in formato PDF, sarà spedito in formato cartaceo soltanto ai lettori “attivi” cioè che inviano regolarmente offerte per l’abbonamento e distribuito gratuitamente a tutti nelle nostre chiese ed oratori nelle varie città. Chi non l’avesse ricevuto, e desidera riceverlo in formato cartaceo, lo può ordinare sul nostro sito al prezzo forfettario di € 10,00 comprensivo delle spese postali.
Editoriale
Cari lettori di Sodalitium, nell’editoriale dello scorso numero della rivista (il n. 73, quindi) annunciavo che avrei dedicato alla “difesa di mons. Benigni” (di cui già avevo parlato nel n. 70-71, specie alle pagine 5-6, e poi nel n. 72 alle pagine 52-53) un libro a parte o un numero speciale della rivista. La soluzione “libro” era già stata scelta in due occasioni: con la pubblicazione de “Cristina Campo o l’ambiguità della Tradizione” (2005) e de “La vergogna della tradizione” (2018). Anche in quelle due occasioni, quelli che dovevano essere degli articoli di Sodalitium divennero, strada facendo, dei volumi a parte.
Questa volta, ho preferito invece pubblicare la mia risposta alla serie di articoli contro la memoria di mons. Benigni e dei cattolici integrali che collaborarono con san Pio X nella lotta al modernismo in un numero monografico di Sodalitium che possa essere letto da tutti, nel nostro sito, in formato pdf, oppure ricevuto su semplice richiesta nella versione cartacea (con una auspicabile libera offerta per le notevoli spese sostenute). Non troverete quindi in questo n. 74 le consuete rubriche (come la “Vita dell’Istituto”) e tanti articoli di nuovi o vecchi collaboratori della rivista che saranno pubblicati, a Dio piacendo, nel prossimo numero.
Al di là del motivo occasionale che mi ha spinto a prendere la penna in difesa, appunto, di mons. Benigni e, con lui, di san Pio X, il presente articolo è un’occasione per approfondire lo studio, da un punto di vista storico, del diffondersi dell’eresia modernista nella Chiesa (e contro la Chiesa) sotto tre pontificati: quelli di san Pio X, di Benedetto XV e di Pio XI. Assieme alla recensione che trattava dei prodromi della crisi sotto Leone XIII (Sodalitium n. 72, pp. 36-43), possiamo dire di aver dato una valutazione complessiva della crisi modernista dal punto di vista del nostro Istituto.
Mi rendo conto del fatto che non tutti i nostri lettori saranno interessati ai temi trattati e potrebbero essere delusi da questo numero speciale: un po’ di pazienza, e riceveranno il nuovo numero ove ognuno potrà trovare un argomento più confacente ai propri interessi; ma confido anche nel fatto che per alcuni le considerazioni di queste pagine saranno importanti, e prima di tutto per i membri del nostro Istituto.
Affido quindi questo lavoro al patrocinio di san Pio X e dei patroni celesti dell’antico Sodalitium Pianum: Maria Ausiliatrice, i santi Pietro e Paolo e san Pio V; che si degnino di benedirlo e di renderci degni eredi di chi ci ha preceduto nella stessa lotta per il trionfo del cattolicesimo romano integrale contro tutti i nemici – interni ed esterni – della Chiesa.
Don Francesco Ricossa
 
Per cancellarsi dalla lista di distribuzione:  

Mons. Benigni con San Pio X contro il modernismo

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Sono disponibili i filmati della conferenza tenutasi a Roma il 1 Marzo 2014: Mons. Benigni con San Pio X contro il modernismo
relatore: Don Francesco Ricossa

Monsignor Umberto Benigni

Benigni-Umberto-03Nacque a Perugia nel 1862, fu ordinato sacerdote nel 1884 e subito dopo iniziò la collaborazione ad alcuni giornali cattolici locali.

Nel 1892, dopo la promulgazione della Rerum Novarum, insieme a don Cerruti, promotore delle Casse Rurali, fondò la prima rivista cattolica sociale d’Italia, Rassegna Sociale e divenne caporedattore de L’Eco d’Italia di Genova.

Nel 1895 si trasferì a Roma, dove per dieci anni si occupò di storia ecclesiastica, prima come addetto alla Biblioteca Vaticana e poi come professore al Seminario Romano.

Dal 1900 al 1903 fu anche direttore del quotidiano intransigente La Voce della Verità.
Dal 1902 curò la pubblicazione della Miscellanea di storia e cultura ecclesiastica, primo periodico italiano consacrato alla storia ecclesiastica, che uscirà sino al 1907.
È possibile che gli studi pubblicati sulla Miscellanea siano stati alla base della sua monumentale Storia Sociale della Chiesa, in sette volumi, che si interrompe purtroppo all’età medioevale.

Nel 1904, dopo l’elezione di Pio X, per don Umberto si aprirono le porte dei vertici della Curia vaticana: divenne infatti Sottosegretario degli Affari ecclesiastici straordinari, ritrovandosi ad assumere la quinta carica d’importanza all’interno della Segreteria di Stato.

Si deve al genio di Benigni la paternità della sala stampa vaticana. Per invogliare i quotidiani laici (“indipendenti”) a occuparsi correttamente delle vicende ecclesiastiche, Benigni pensò di ingraziarsi una parte di giornalisti (che oggi chiamiamo “vaticanisti”), riunendoli quotidianamente (ecco la “sala stampa”) e fornendo loro esaurienti (e ben impostate) informazioni, che il giorno seguente erano poi pubblicate su tutti i giornali. La strategia risultò efficace per preparare sulla stampa laica il terreno alla pubblicazione dell’enciclica Pascendi e per neutralizzare, almeno in parte, le successive campagne denigratorie della fazione modernista. Nacque così l’agenzia di stampa Corrispondenza di Roma (il n. 1 uscì il 23/5/1907, il 1282° e ultimo numero il 31/12/1912), che ebbe presto un’edizione francese, Corrispondance de Rome (dall’ottobre 1907). Bollettino “né ufficiale né ufficioso”, rifletteva gli orientamenti della Segreteria di Stato e non tardò a suscitare grandi polemiche negli ambienti cattolici e in quelli politici, come le aspre reazioni del governo massonico della III Repubblica francese.
Dal 1910 al 1912 un settimanale in lingua francese, Cahiers contemporaines, riportava gli articoli più importanti della Corrispondenza.

Nel 1912, pochi mesi prima della chiusura della Corrispondenza, mons. Benigni aprì una seconda agenzia d’informazioni, l’A.I.R. (“Agenzia Internazionale Roma”), col bollettino quotidiano Rome et le monde e il settimanale Quaderni romani, che usciva anche in edizione francese.

Le notevoli capacità organizzative di mons. Benigni diedero vita ad altri organi di stampa, come il Borromeus, per i componenti romani del SP, e il Paulus, indirizzato agli amici giornalisti.
All’estero SP disponeva di alcune pubblicazioni come La Vigie in Francia, la Correspondance Catholique nel Belgio, la Mys Katolycka in Polonia.

Inoltre Benigni era in stretta collaborazione con altre riviste antimoderniste indipendenti da SP, come La Riscossa dei fratelli Scotton e La Critique du libéralisme del sacerdote Barbier, in Francia.

Per dedicarsi maggiormente e più liberamene all’opera intrapresa, don Benigni lasciò l’incarico agli Affari ecclesiastici, sostituito da mons. Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, che nel processo per la canonizzazione di Pio X rimase indifferente alle pressioni di coloro che dipinsero Benigni come l’anima nera di Papa Sarto per impedire che il Pontefice fosse elevato agli altari.

Nel 1911 san Pio X creò per don Umberto un’ottava carica di Protonotario Apostolico Partecipante, il più alto titolo prelatizio, che sino ad allora era limitato a soli sette membri. Il prestigioso titolo fece capire al novello monsignore due cose: innanzitutto la preclusione a una eventuale futura nomina episcopale, ma anche l’incoraggiamento papale a continuare sulla strada intrapresa.
Fin dal 1909 Benigni lasciò l’appartamento in Vaticano e aprì in Via del Corso la “Casa san Pietro”, sede delle sue attività. Qui nacque il Sodalitium Pianum, di cui si è parlato diffusamente nella prima parte di questo numero.
Dopo lo scioglimento definitivo del SP, avvenuto il 25/11/1921, mons. Benigni, seppur amareggiato, seppe trovare la forza d’animo per proseguire le battaglie per l’integralità della Fede. Nel 1923 rilanciò l’AIR con il nome di Agenzia Urbs, che continuò le attività sino al 1928, curando la pubblicazione del bollettino settimanale Veritas e poi del mensile Romana.

Nel 1928 fondò l’Intesa Romana per la Difesa Sociale (IRDS), col motto “Religione, Patria, Famiglia”. È la fase fascistizzante della vita di mons. Benigni, certamente la meno originale e rappresentativa: Benigni cercò di usare il Fascismo in chiave anti-democristiana nello stesso modo in cui il regime usava in modo strumentale la Religione.

Mons. Benigni, calunniato e perseguitato dai suoi nemici, condusse gli ultimi anni della sua vita nella povertà più assoluta. Nella Disquisitio uno dei testimoni, il padre Saubat, intimo collaboratore di Benigni assicurò che Mons. Benigni, pur non avendo la cura delle anime, celebrava ogni giorno la Messa e si confessava ogni settimana nella chiesa di S. Carlo al Corso da un padre mercedario.

Mons. Benigni si spense a Roma il 27 febbraio 1934, “abbandonato e disprezzato dal clero”: al funerale presenziarono “7 o 8 senatori, da 12 a 15 deputati, una legione di giornalisti e persino 12 carabinieri in alta uniforme” ma furono presenti solamente due sacerdoti: il padre Saubat e il padre Jeoffroid.

Quasi 50 anni dopo la sua morte, il pensiero e l’opera di mons. Benigni divennero il punto di riferimento per la nostra rivista Sodalitium (fondata nel 1983).

[Estratto da Sodalitium n. 61]

Fonte: https://www.sodalitium.biz/mons-benigni/

E allora, da che parte stanno i cattolici?

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RECENSIONE DEL LIBRO DI MATTEO CASTAGNA

di Mattia Rossi per Il Giornale OFF de Il Giornale

Ha fatto scalpore, qualche tempo fa, la copertina di Famiglia Cristiana contro il Ministro degli Interni Matteo Salvini («Vade retro Salvini», campeggiava in copertina sotto la fotografia del leader leghista). Poco dopo, però, il sondaggio del quotidiano Libero: l’85% dei cattolici sarebbe favorevole alle politiche del Ministro

E allora, da che parte stanno (o devono stare) i cattolici? Con quello che, comunemente, viene definito il populismo o con il mondialismo europeista? E sul fascismo? Dove posizionarsi per quanti si professano cattolici? Ma poi, quali cattolici? Quelli delle gerarchie ufficiali moderniste o quelli “integrali” e fedeli al Magistero cattolico di sempre?

Le risposte le prova a dare Matteo Castagna, giornalista e cattolico militante (responsabile del Circolo “Christus Rex – Traditio” di orientamento sedevacantista) nel suo Cattolici tra europeismo e populismo. La sfida al nichilismo (Solfanelli, pagg. 248, euro 17) da poco in libreria.

Appurato subito, da parte di Castagna, che «non può esistere un “cattolicesimo progressista”» e che «l’unico cattolicesimo possibile è quello “integrale”», sono numerose le dottrine che il giornalista veronese passa in rassegna (il savonarolismo, il contro-riformismo, il secondo franchismo, il neo-luteranesimo del nazismo) per poi spostarsi sul versante cattolico nel capitolo Cattolici integrali, gesuiti, modernisti, clerico-fascisti.

L’integrismo cattolico, spiega Castagna, «percepisce nell’internazionalismo bianco-gesuitico, democristiano-modernista lo strumento politico e teologico mediante il quale si va manifestando il più grande attacco, mai concepito, alla cristianità». Ne deriva che, secondo l’autore, «il pericolo fondamentale del connubio gesuitico-modernista sarebbe rappresentato, per mons. Benigni, dal fine della disgregazione sociale della Tradizione costantiniana e gregoriana occidentale; dall’antifascismo assoluto e dogmatico; dal democristianismo di sinistra; dall’antropocentrismo fanatico e relativistico tecnico-pragmatico e politicistico; dal rigetto delle XXIV tesi del tomismo; tutto ciò, se realizzato con la vittoria dell’antifascismo internazionale, avrebbe condotto al nichilismo neo-modernista e alla secolarizzazione”. Continua a leggere

Mons. Benigni e San Gregorio VII

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Introduzione al capitolo della Storia Sociale della Chiesa di mons. Benigni dedicato al grande pontefice San Gregorio VII.
 
Errico IV e Gregorio VII (1073-85) fino a Canossa (1077).
 
L’elezione d’Ildebrando avvenne il giorno stesso in cui Alessandro II scendeva sotterra. Fu un’acclamazione di clero e di popolo che lo volle successore dei cinque papi che Ildebrando aveva animati alla riforma della Chiesa. Questa riforma maturava ormai irresistibilmente, e come sempre accade per un profondo movimento religioso, tendenze politiche vi penetravano e conducevano seco la dura lotta politica e sociale.
Quei settari della lotta erriciana che cavarono fuori l’accusa di simonia per l’elezione di Gregorio VII, erano miserabili calunniatori. Oggi non v’è storico savio che ne dubiti. La forza delle cose imponeva la scelta di chi aveva potentemente improvvisato il movimento dominatore.

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Per un’azione politica e sociale integralmente cattolica

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Segnalazione del Centro Studi Federici

“Contro tutto quanto è opposto alla dottrina, alla tradizione, alla disciplina, al sentimento del cattolicesimo integralmente romano; per tutto quanto gli è conforme”
 
Il programma del Sodalitium Pianum di monsignor Umberto Benigni
 
1 Noi siamo Cattolici-Romani integrali. Come l’indica questa parola, il Cattolico-Romano integrale accetta integralmente la dottrina, la disciplina, le direzioni della Santa Sede e tutte le loro legittime conseguenze per l’individuo e per la società. Esso è «papalino», «clericale», antimodernista, antiliberale, antisettario. Egli è dunque integralmente contro-rivoluzionario, perché è avversario non solamente della Rivoluzione giacobina e del Radicalismo settario, ma ugualmente del liberalismo religioso e sociale. Resta assolutamente inteso che dicendo «Cattolico Romano integrale», non s’intende affatto modificare in qualsiasi modo l’autentico e glorioso titolo di Cattolico-Romano. La parola «integrale» significa soltanto «integralmente Cattolico-Romano», cioè pienamente e semplicemente Cattolico-Romano senza le aggiunte o restrizioni corrispondenti (anche al di fuori dell’intenzione di chi ne usa) tanto alle espressioni di «cattolico liberale», «cattolico sociale», e qualunque altra, quanto al fatto di chi tende a restringere in teoria od in pratica l’applicazione dei diritti della Chiesa e dei doveri del cattolico nella vita religiosa e sociale.

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