Tutto il bottino alle multinazionali-finanziarie globali, ecco la legge sulla concorrenza

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di Sonia Savioli

Fonte: Sonia Savioli

La cosiddetta legge sulla concorrenza è un altro passo verso la dittatura delle multinazionali. Un loro funzionario, Mario Draghi, assistito e ossequiato da quella corte parassita in cui si è trasformato il parlamento italiano, segue passo dopo passo le direttive del Forum Economico Mondiale, la cricca delle multinazionali più potenti del mondo, per il loro progetto di accelerazione della Quarta Rivoluzione Industriale.

Quel progetto a cui è finalizzato l’inganno pandemico.

La legge “concorrenza” è l’ennesima distruzione dei beni pubblici e delle piccole attività autonome, a vantaggio dell’economia globalcapitalista, che è decisa ad occupare tutto il mercato, senza lasciare una briciola neanche ai passeri.

Si sottraggono alle pubbliche amministrazioni servizi e trasporti, la gestione dei rifiuti, il potere di amministrare qualsiasi bene comune.

Si “agevola l’accesso all’accreditamento delle strutture sanitarie private”, e anche queste cosiddette “agevolazioni” sono in realtà una sottrazione di potere alle istituzioni e una eliminazione dei controlli sui privati. “Abolire le barriere al commercio e al profitto privato” dicevano i documenti del Forum Economico Mondiale a proposito della “pandemia”.

I grossisti dei farmaci non saranno più obbligati, come succedeva finora, a distribuire tutti i farmaci; potranno distribuire quelli che preferiscono, e non dubitiamo che saranno i farmaci delle multinazionali, in grado di concedere loro un margine di profitto più ampio.

Tutto questo è nella LEGGE PER ELIMINARE QUALSIASI CONCORRENZA ALLE COMPAGNIE MULTINAZIONALI.

Si affida la gestione degli impianti idroelettrici (dighe!) ai privati. Impianti idroelettrici costruiti coi nostri soldi e che i nostri soldi continueranno a tenere (o rimettere?) in piedi, come è successo per il ponte Morandi.

Si dà il via libera a multinazionali come Huber, un’azienda parassita e strozzina, che non produce niente ma si limita a prendere il pizzo sulle prestazioni fornite da privati (i passaggi in auto) e da altre attività (ristoranti, corrieri, fattorini), e le “app e piattaforme digitali” sostituiranno i lavoratori impiegati nelle aziende di taxi, mentre la multinazionale strangolerà le aziende che parassita: è questo lo sviluppo del capitalismo globale.

Le società di capitali potranno aprire farmacie. Ma, naturalmente, saranno catene di farmacie molto “digitalizzate”, che potranno occupare tutto il mercato.

Come sono contenti gli psicopatici del Forum Economico Mondiale!

Ciaociao taxisti, farmacisti, operai comunali, lavoratori e tecnici della gestione dei rifiuti, lavoratori e tecnici degli impianti idroelettrici!

E, mentre tutti questi lavori e lavoratori si allontanano e svaniscono come fantasmi di trapassati, avanzano verso il futuro i sistemi di controllo cibernetico della dittatura del ventunesimo secolo. Il nazipass, detto “green”, è solo uno di essi e, naturalmente, verrà potenziato, ma ce ne sono altri e la legge contro la concorrenza e gli ostacoli alle multinazionali si occupa di diffonderli.

Per esempio, se metteremo sul nostro veicolo dispositivi che ci controllino negli spostamenti (li chiamano “raccolta dati”), avremo degli sconti sull’assicurazione auto, e inoltre, con le nuove forme di mobilità che utilizzano le app e piattaforme tecnologiche pagheremo meno che prendendo un taxi.

E’ con bocconcini come questi che i topolini vengono attirati nella trappola.

Non sarebbe ora di svegliarci tutti? Vaccinati e non, siamo tutti sulla stessa barca, che i banditi del FEM progettano di far colare a picco. Non ci sarò salvezza per nessuno, se non ci uniamo contro il progetto tirannico e folle del capitalismo globale, che esso chiama Quarta Rivoluzione Industriale. Una sorta di impero in cui la cibernetica sostituisce la repressione violenta e i lager, rendendo lager interi paesi, senza barriere apparenti ma con evidenti e drammatiche costrizioni, che saranno sempre più soffocanti e liberticide.

Non sarebbe ora di svegliarci tutti? Ci hanno detto che niente sarà più come prima. Ce lo hanno detto i servi e i lacché del capitalismo globale. Bene, diciamolo noi a loro: Niente sarà più come prima, voi non ci sarete; faremo fallire il vostro progetto di dominio, costruiremo una società di uguaglianza e solidarietà, di rispetto e ripristino di quell’ambiente naturale che volete continuare a distruggere con il vostro falso “green new deal”. Una società dove non ci sarà più posto per la finanza globale, per le multinazionali e per i loro falsi scienziati e falsi politici.

Cominciamo subito, in tutte le piazze, in tutti i paesi e le città, in tutti i luoghi di lavoro e di studio: informare per resistere, resistere per cambiare.

Come le multinazionali fanno piovere montagne di soldi sulle lobby Lgbt

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Ormai è risaputo che ci siano degli stretti legami tra alcune multinazionali e le lobby gay. Peraltro non si spiegherebbe diversamente come una così ristretta minoranza sia riuscita in pochi anni a dominare di fatto la scena politica, economica e mediatica di gran parte del globo.

La Arcus Fondation è una delle multinazionali in questione, che si fa passare per ente di beneficenza e che, di fatto, sostiene la causa LGBTQ.

Fondata da Jon Stryker, dichiaratamente gay, nipote di Homer Stryker, chirurgo ortopedico, a sua volta fondatore della Stryker Corporation che ha sede a Kalamazoo, nel Michigan. Nel 2018, la Stryker Corporation ha venduto $ 13,6 miliardi di forniture chirurgiche e software. Jon è diventato erede di questa immensa fortuna.

Così ha pensato bene di fondare l’organizzazione in questione e metterla a servizio della comunità LGBT, sfruttando la sua fama. Solo per fare alcuni esempi, Arcus, tra il 2016 e l’aprile 2021 ha investito quasi 74 milioni di dollari in “promozione della giustizia sociale”. In realtà si trattava semplicemente di iniziative dirette alla promozione dell’ideologia gender.

Infatti, già nel 2015, Stryker aveva ideato niente meno che un movimento politico per promuovere l’ideologia gender nel mondo, donando milioni a piccole e grandi realtà. Tra cui, degna di menzione, è sicuramente ILGA, un’organizzazione LGBT impegnata nella diffusione del “verbo” della fluidità di genere, in Europa e in Asia Centrale; ma va citata anche Transgender Europe, che dà voce alle comunità trans in Europa e in Asia. A sua volta, Transgender Europe avrebbe finanziato gruppi più piccoli come TENI, Transgender Equality Network Ireland.

E sì, perché, secondo uno schema “a pioggia”, diversi beneficiari di Arcus sarebbero riusciti a loro volta ad erogare denaro ad altre associazioni, fingendo semplicemente di fare squadra.

Un classico è quando i promotori dell’ideologia trans fingono un’alleanza con alcuni movimenti affini, piuttosto affermati, in modo da sfruttare la loro fama: per esempio i movimenti gayfriendly.

Ma sciami di denaro si muovono anche in direzione dei media, in particolare, verso le organizzazioni coinvolte nel giornalismo o nella produzione di film documentari, ovvio che lo scopo di Arcus, in questo caso è quello di assicurarsi una copertura mediatica adeguata.

Tutto questo per dire che non siamo di fronte ad una “minoranza perseguitata”, come vorrebbe farla passare il mainstream, ma ad un vero e proprio colosso finanziario e ad un’operazione culturale letteralmente “chirurgica”, in quanto studiata, con precisione, nel dettaglio, che si basa su veri e propri meccanismi di manipolazione da parte di un elite, per promuovere una concezione del sesso totalmente ascientifica e talmente falsa, da aver bisogno di ingenti quantità di denaro per essere imposta.

Fonte: https://www.provitaefamiglia.it/blog/come-le-multinazionali-fanno-piovere-montagne-di-soldi-sulle-lobby-lgbt