Il Nemico è Soros!
LO SPECULATORE ILLUMINATO
Ogni volta che si parla di George Soros si è quasi certi di essere accusati di “paranoie complottiste”; è il modo migliore con cui le anime belle della coscienza democratica, liquidano chiunque provi a spiegare il ruolo dell’élite tecnocratiche nella creazione e nella manipolazione delle crisi internazionali che sconvolgono il mondo.
Di tutti i Maestri del Nuovo Ordine Mondiale che dal Medio Oriente all’Europa, fino all’Asia, si divertono a scatenare rivoluzioni, guerre, crisi economiche e a generare quel caos necessario a dare forma ai loro progetti di dominio, George Soros è il più gettonato anche perché, a differenza di altri, non disdegna di svolgere il suo ruolo in maniera arrogante e vanitosa.
Finanziere di origine ungherese, Soros è lo speculatore “illuminato” che si è arricchito mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992 vedemmo bruciate le nostre riserve valutarie a causa di un attacco speculativo da lui orchestrato sulla Lira e sulla Sterlina inglese e che portò noi e la Gran Bretagna fuori dallo Sme.
Soros è il teorico della società globale dove tutti sono uguali tranne quei pochi come lui che essendo più uguali degli altri hanno il diritto di imporre le regole (e l’uguaglianza) a tutti.
IL VIZIETTO DI SOROS
Come ogni mega-miliardario che si rispetti ha anche lui il suo vizietto: non colleziona Ferrari, castelli in Europa, trofei di golf o attrici di Hollywood (o forse si, ma non lo sappiamo), ma di sicuro colleziona Fondazioni, Think tank, Ong con cui destabilizza governi, manipola i media, viola la sovranità degli Stati. Per fare questo si serve ovviamente dei suoi soldi e della Open Society Foundation, l’associazione con la quale smista miliardi di dollari per finanziare partiti di opposizione e movimenti “democratici” in giro per il mondo, o “assoldare” militanti dei diritti umani, intellettuali, giornalisti, tecnocrati e mettere a libro paga leader politici che sono ben felici di accontentare i disegni dell’oligarca amico (ne sa qualcosa Hillary Clinton di cui Soros è uno dei principali finanziatori con 8 milioni di dollari solo nel 2015).
Insomma quella di Soros sembra una vera e propria ragnatela tesa per il mondo che negli anni ha prodotto le rivoluzioni colorate che hanno sconquassato l’Europa post-sovietica (Serbia, Georgia, Ucraina e Kirghizistan), la Primavera Araba con annessa guerra in Libia e Siria che ci ha regalato l’Isis e la crisi dei migranti (voluta e favorita dallo stesso Soros).
Non solo, ma per rendere questo lavoro il più professionale possibile, Soros ha agevolato anche la nascita di una vera e propria multinazionale per “rivoluzioni a domicilio” (ovviamente non-violente); si chiama CANVAS (Centre for Applied Non-Violent Action and Strategies) ed è la struttura di consulenti rivoluzionari che vengono inviati nei paesi retti da governi non graditi agli Usa e quindi a Soros (o meglio non graditi a Soros e quindi agli Usa) per accendere la miccia delle mobilitazioni democratiche che quasi sempre si trasformano in bagni di sangue e guerre civili. Organizzazione infarcita di dollari provenienti dal governo americano e da diversi Fondazioni tra cui spicca ovviamente quella di Soros, come svelato da Wkileaks.
SOROS È SHELOB
Per capire chi è George Soros bisogna leggere Il Signore degli Anelli (o almeno, per i più pigri, vedere il film). L’avete presente? Bene, allora sapete di cosa sto per parlare: George Soros è come Shelob, “il malefico essere a forma di ragno” per la quale “ogni essere vivente era il suo cibo e il suo vomito era oscurità”: come lei, anche Soros dissemina gigantesche e vischiose ragnatele con le quali imprigiona le sue vittime per poi divorarle. La sua rete di movimenti e associazioni che lui è in grado di mobilitare, forte di un potere economico illimitato, sono le ragnatele di Shelob. Nessuno “può rivaleggiare con Shelob nel tormentare il mondo infelice”.
Ma come può essere sconfitta questa orribile creatura? innanzitutto con la luce: Shelob ama vivere nell’oscurità, la luce l’acceca. La fiala donata da Galadriel che sprigiona la luce della stella di Earendil acceca Shelob e respinge i suoi attacchi.
Fuori di metafora, la luce è la verità; la possibilità di aprire uno squarcio di informazione libera su chi è Soros e cosa realmente fa. Ed è quello che in questi giorni è avvenuto con la pubblicazione dei 2.500 documenti segreti della Open Society ad opera del sito DCLeaks che gettano la luce su come opera la struttura tentacolare di Soros, come manipola e interagisce all’interno delle crisi internazionali, come condiziona le scelte dei governi e dei media.
IL FILANTROPO CHE ODIA PUTIN
Ma tutto questo a Soros/Shelob è perdonato perché lui è anche un filantropo, letteralmente un amico dell’umanità: la sua. E come tutti i filantropi che amano l’umanità (astratta), lui odia gli uomini, soprattutto quelli che non la pensano come lui.
Il suo nemico numero uno è il leader russo Vladimir Putin; contro di lui Soros nutre una vera e propria ossessione: lo vuole distrutto, sconfitto. La colpa di Putin è di non volere sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo Ordine Mondiale preconizzato da Soros. E quindi, da oltre 10 anni, Soros prova a fare a casa di Putin quello che gli è riuscito di fare in molti altri paesi; alimentare finte opposizioni democratiche, sobillare piazze, infiltrare Ong finanziate direttamente da lui o da Washington, costruire manipolazioni mediatiche e ingaggiare pressioni internazionali.
Non dimentichiamoci che Soros/Shelob è uno dei finanziatori dell’operazione Panama Papers, la più farlocca inchiesta giornalistica della storia dell’informazione occidentale ed è il principale sponsor delle sanzioni a Mosca che, in realtà, stanno mettendo in ginocchio le imprese europee.
Ma spesso succede ai più convinti Illuminati, di rimanere abbagliati della loro stessa luce. Soros si è dimenticato di una basilare lezione di storia: mai andare a rompere le balle ai russi in casa propria; bastava chiedere a Napoleone e a Hitler.
E così, prima Putin ha espulso dalla Russia una serie di Ong occidentali di diretta emanazione di Soros, tra cui la sua Open Society, per attività anti-costituzionali e anti-nazionali.
Poi i russi, primi al mondo nella cyberwar, si sono scatenati. Già un anno fa un gruppo di hacker ucraini filo-Mosca ha reso pubbliche le mail segrete tra Soros e il Presidente ucraino Poroshenko. Noi fummo tra i pochi a parlarne in Italia; è una lettura utile che vi invito a fare (articolo in questo link), perché sono notizie CLAMOROSE che invano troverete nella libera informazione democratica del nostro Paese. Mail che dimostrano chi è il manovratore della crisi in Ucraina, il destabilizzatore di quell’area, il criminale che fomenta una guerra civile che sta causando migliaia di morti e chi sta lavorando per gettare l’Europa in una nuova Guerra Fredda con la Russia che, grazie ai maggiordomi di Washington e di Londra rischia presto di diventare assai calda.
Ora, secondo molti, ci sarebbero settori d’intelligence vicini a Mosca nel “Soros hack” che ha reso pubbliche le migliaia di documenti della Open Society.
IL BURATTINAIO DELL’IMMIGRAZIONE
Dalle prime analisi dei documenti pubblicati emerge come Soros stia cercando di influenzare le politiche d’immigrazione su scala globale manipolando l’opinione pubblica e premendo sui governi occidentali per considerare la “crisi dei rifugiati in Europa una nuova normalità” portatrice di “nuove opportunità”. Più volte abbiamo dimostrato come l’esodo di immigrati (frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente) che sta scardinando il sistema sociale e l’identità dell’Europa, non sia un accidente della storia ma un preciso disegno delle élite mondialiste di costruire un nuovo modello di società funzionale al progetto di dominio economico e finanziario
LA LUCE DI GALADRIEL?
Dai 2500 documenti trafugati forse c’è materiale che consentirà di scoprire veramente non solo il volto di Soros/Shelob ma anche quello dei suoi innumerevoli fiancheggiatori che risiedono nei media, nei parlamenti, nelle università, nei centri di potere di Europa e Usa.
Il materiale di DCLeaks non è certo la fiala di Galadriel ma almeno uno squarcio di luce su uno dei più oscuri e nefasti sistemi di potere del nostro tempo.
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Il delirio di George Soros … e i veri nemici dell’Europa
ISIS? NO PUTIN
In un recente editoriale sul Guardian (lo storico quotidiano britannico della sinistra laburista) George Soros, lo speculatore “illuminato”, è tornato a parlare di politica estera; ma, vuoi per l’età ormai avanzata, vuoi per il delirio di onnipotenza tipico di chi è abituato a manipolare impunemente verità e denaro, stavolta sembra aver superato la soglia del ridicolo.
Secondo Soros, la minaccia per l’Europa è Putin, non l’Isis.
E quale sarebbe la ragione di un’affermazione tanto azzardata? Semplice, Putin starebbe orchestrando la distruzione dell’Europa attraverso la crisi dei migranti. Siccome “l’obiettivo di Putin è la disintegrazione dell’Unione Europea –scrive Soros- il modo migliore per realizzarla è quello di inondare l’Europa di profughi siriani”.
I russi, in Siria, ci starebbero per bombardare la popolazione civile così da costringere milioni di disperati a fuggire e invadere il nostro continente.
Quindi l’esodo biblico d’immigrati che sta mettendo a rischio la tenuta sociale ed economica dell’Europa e il suo futuro, sarebbe opera di Putin. I barconi che attraversano il Mediterraneo, i milioni di profughi islamici (di cui più della metà non sono profughi) che premono ai nostri confini, il rischio di trasformarci in Eurabia, tutto questo sarebbe un complotto russo finalizzato a far implodere l’Unione Europea.
INCONGRUENZE
Che l’emergenza profughi sia iniziata molto prima dell’intervento russo in Siria, è una constatazione che non sembra scalfire le certezze di Soros. Così come nelle sue considerazioni, non vi è alcun cenno alle “guerre umanitarie” che l’Occidente ha condotto in questi anni, destabilizzando l’intera area che va dal nord Africa, al Medio Oriente.
Non rappresenta un elemento di valutazione neppure il fallimento della “Primavera araba” e il disastro libico (altro capolavoro occidentale) che hanno aperto la porta al dilagare dell’integralismo islamico nel Mediterraneo; né il fatto che l’Isis sia un prodotto di laboratorio delle centrali d’intelligence americane e saudite, creato apposta per distruggere la Siria e costruire una entità salafita sul Mediterraneo come ultimo tassello di un effetto domino che avrebbe dovuto portare alla rimozione di tutti i governi dell’area ostili al potere dei regnanti del Golfo.
Ma al di là delle incongruenze storiche, perché la Russia dovrebbe cercare di distruggere l’Europa col rischio di ampliare la minaccia islamica non solo in Asia centrale ma anche ai suoi confini occidentali? Per Soros la risposta è semplice: siccome la Russia sta per finire in default (altra vecchia ossessione del finanziere), “il modo più efficace con cui il regime di Putin può evitare il collasso è causare prima il crollo dell’Unione Europea. Una UE a pezzi non sarà in grado di mantenere le sanzioni inflitte alla Russia dopo la sua incursione in Ucraina”.
Ecco che nello schemino semplice di Soros, tutto viene riportato al suo maggiore interesse: l’Ucraina e il governo fantoccio di Kiev ennesimo prodotto delle rivoluzioni democratiche costruite a tavolino nei think tank d’oltreoceano e nei consigli d’amministrazione delle banche d’affari e dei fondi d’investmento degli amici di Soros che poi lui fa nominare ministri anche se sono cittadini stranieri (le collusioni scandalose tra Soros e il governo ucraino le abbiamo rivelate in questo articolo del Luglio scorso).
Questa mescolanza tra delirio e ossessione, tra interessi e manipolazione della verità attraverso i media di sistema, porta Soros a negare persino l’evidenza: e cioè che l’Isis ha fermato la sua avanzata solo dopo che la Russia è entrata in campo.
UN AVVERTIMENTO ALL’EUROPA
Quello di Soros è in realtà un avvertimento agli europei: “lasciate perdere l’Isis che tanto l’abbiamo creato noi e quindi lo distruggiamo quando non ci servirà più. Voi occupatevi della Russia, e non sognatevi di decidere liberamente quali sono i vostri interessi strategici”.
L’articolo di Soros non va relegato nel capitolo “disturbi senili” perché è lo specchio di cosa passa nella testa dell’élite tecnocratica che domina l’Occidente, la cui folle ideologia mischiata ad un’aggressività senza scrupoli, ci sta spingendo verso la guerra globale.
Questa élite che è finanziaria e tecno-militare, contamina i governi occidentali, controlla la Nato, domina Wall Street e condiziona l’informazione globale; ha bisogno di allargare la propria sfera d’influenza nella ricerca compulsiva di dominio.
PERCHÈ L’EUROPA MUORE
A differenza di ciò che dice Soros, l’Europa sta morendo non per colpa di Putin ma a causa della perdita di sovranità (monetaria, democratica e militare) che sta distruggendo le economie, la coesione sociale e l’identità delle nostre nazioni. Passo dopo passo gli spazi di libertà si stanno chiudendo ed una élite di tecnocrati senza volto, alchimisti della moneta, burocrati e politici scodinzolanti sta prendendo il potere sulle nostre vite e sul nostro destino.
Sono questi i veri nemici dell’Europa.
Lo “schema Soros” e l’immigrazione indotta
1, 2, 3… TANA PER SOROS!
Per carità, sarà solo un caso, una coincidenza di quelle che servono agli scettici per dimostrare che non c’è un senso nelle cose. Fatto sta che ogni volta che la società civile, gli umanitaristi della domenica, le sentinelle democratiche scendono in piazza contro il cattivo di turno (che si chiami Putin, Trump o Marine Le Pen), dietro a loro fa capolino la faccia di Soros o meglio, il suo portafoglio.
Anche nell’ultimo caso, quello del Decreto esecutivo sull’immigrazione voluto da Trump, le proteste inscenate in tutta America sono state organizzate da gruppi mantenuti con i soldi del filantropo miliardario.
Come ha evidenziato Aaron Klein su Breitbart, gli avvocati che hanno messo in piedi le azioni legali contro il Decreto Trump, appartengono a tre associazioni per i diritti degli immigrati: la ACLU (American Civil Liberties Union), il National Immigration Law Center e l’Urban Justice Center. Tutte e tre sono finanziate, per milioni di dollari, dalla Open Society di Soros (la ACLU addirittura ha ricevuto 50 milioni solo nel 2014).
Una delle avvocatesse in prima linea nella battaglia legale, Taryn Higashi, è componente dell’Advisory Board dell’Inziativa per l’Immigrazione Internazionale della Open Society.
Dopo le manifestazioni di protesta all’indomani del voto e la Marcia delle Donne, questa è la terza iniziativa anti-Trump che vede la ragnatela di Shelob/Soros dispiegarsi contro quella parte dell’America colpevole di non aver votato la sua candidata in busta paga, Hillary Clinton.
Come direbbe Poirot: “una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono un indizio, tre coincidenze sono una prova”; e se ci aggiungiamo anche la famosa battaglia contro le “fake-news” che inquinano la purezza dell’informazione mainstream (salvo poi scoprire che a produrre fake news è proprio il mainstream), diciamo che abbiamo la quasi certezza che a Soros non è andata molto giù l’elezione di Trump.
SOROS E L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE
Tra tutte le cause “progressiste” che Soros finanzia, quella per agevolare l’immigrazione clandestina è forse la più curiosa (ed anche la più rivelatrice).
Nel 2014 il New York Times rivelò che la decisione di Obama di modificare la legge sull’immigrazione per facilitare il riconoscimento degli irregolari, fu spinta dalla campagna delle associazioni pro-immigrati divenute una “forza nazionale” grazie all’enorme quantità di denaro versato nelle loro casse dalle ricchissime fondazioni di sinistra tra cui, appunto, la Open Society di Soros (oltre alla sempre presente Ford Foundation); “Negli ultimi dieci anni – scrive il NYT – questi donatori hanno investito più di 300 milioni di dollari nelle organizzazioni di immigrati” che lottano “per riconoscere la cittadinanza a quelli entrati illegalmente”.
Ora, Soros, che di mestiere fa lo speculatore finanziario, è uno che con i soldi non produce ricchezza ma povertà. Il suo lavoro è, di fatto, scommettere sulla perdita degli altri; lui vince se il mondo perde.
Soros appartiene a quella aristocrazia del denaro per la quale, crisi economiche e guerre, sono linfa vitale per il proprio portafoglio (e per il proprio potere).
E infatti i suoi miliardi li ha fatti (e continua a farli) mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992, subimmo l’attacco speculativo orchestrato dal suo fondo “Quantum” che bruciò il corrispettivo di 48 miliardi di dollari delle nostre riserve valutarie, costringendo la Lira ad uscire dallo Sme (insieme alla sterlina inglese).
E se “destabilizzare le economie” è il suo lavoro, destabilizzare i governi è il suo hobby; e così Soros finanzia da anni rivoluzioni colorate (dall’est Europa alle Primavere Arabe) che altro non sono che guerre civili all’interno di Stati sovrani per sostituire governi legittimi con replicanti a lui rispondenti; e adotta (finanziando campagne elettorali) candidati particolarmente inclini a fare le “guerre umanitarie” con cui stravolgere intere aree del mondo.
LO SCHEMA SOROS: POVERI-PROFUGHI-IMMIGRATI
Per semplificare (anche troppo) lo chiameremo “SCHEMA SOROS” anche se in realtà è un preciso disegno dell’élite tecno-finanziaria per costruire il proprio sistema di potere globale.
Lo “Schema Soros” funziona così: l’élite prima produce i poveri, poi trasforma alcuni di loro in profughi attraverso una bella guerra umanitaria o una colorata rivoluzione (in realtà i profughi sono meno della metà degli immigrati) e poi li spinge ad entrare illegalmente in Europa e in Usa grazie alle sue associazioni umanitarie, ricattando i governi occidentali e i leader che essa stessa finanzia affinché approvino legislazioni che di fatto eliminano il reato di immigrazione clandestina. Il tutto, ovviamente, per amore dell’Umanità.
In questo schema un ruolo centrale ce l’ha il sistema dei media e della cultura nel manipolare l’immaginario simbolico e costruire il “pericolo xenofobo e populista” contro chiunque provi ad opporsi a questo processo.
E francamente fa uno strano effetto vedere la sinistra americana di Obama e della Clinton solidarizzare con i profughi dopo aver lanciato sulla loro testa 26.000 bombe solo nel 2016 (quasi 50.000 in due anni) e venduto ai loro governi più armi di qualsiasi amministrazione americana, nel rumorosissimo silenzio di Soros e dei benpensanti che oggi scendono in piazza contro Trump.
A COSA SERVE L’IMMIGRAZIONE INDOTTA?
L’immigrazione in atto non è un processo naturale ma indotto per consolidare un modello incentrato non sulla ricchezza reale (produzione di beni e consumo) a vantaggio di tutti, ma su quella “irreale” del debito e dell’usura, a vantaggio di pochi.
La globalizzazione non è altro che il processo di concentrazione della ricchezza mondiale nelle mani di un numero sempre più ristretto di persone (quel famoso 1% che detiene il 50% della ricchezza globale).
Per l’Occidente il vero sconvolgimento è la dissoluzione della classe media, l’erosione ormai costante di quella che è stata il motore trainante dello sviluppo economico e civile dell’ultimo secolo e mezzo.
Non è un caso che “l’abbattimento della borghesia” (sogno di ogni ideologia totalitaria di destra e di sinistra) va di pari passo con i tentativi di smantellamento delle democrazie in atto in Occidente attraverso l’ascesa di governi tecnocratici e revisioni costituzionali scritte direttamente dai banchieri.
Per Soros e per l’élite tecno-finanziaria, “la democrazia è un lusso antiquato” (come scrisse il Financial Times, la Bibbia del gotha finanziario); e i meccanismi di sovranità popolare e rappresentanza parlamentare sono un intralcio alla gestione diretta del potere.
Il processo d’immigrazione indotta serve proprio a questo: disarticolare l’ordine sociale e culturale, generare conflitti endemici (guerra tra poveri), imporre legislazioni più autoritarie, alterare l’equilibrio demografico e generare un’appiattimento della stratificazione sociale per ridurre il peso di quella classe media, elemento da sempre in conflitto con le élite.
Per Soros e i suoi amici è molto più funzionale una società a due livelli: una élite con in mano grande potere economico (e decisionale) in grado di gestire anche i flussi informativi (e formativi) e una massa sempre più povera, dipendente da questa élite e dall’immaginario che essa costruisce; e nel progetto globalista, le identità nazionali e religiose (proprio perché pericolose costruttrici di senso) devono essere annullate all’interno di una massa indistinta e perfettamente funzionale al sistema di dominio.
Il sogno di un mondo governato da pochi plutocrati passa per la dissoluzione dell’Occidente come lo conosciamo e l’immigrazione di massa costruita a tavolino e legittimata persino nelle dichiarazioni ufficiali dei tecnorati sulla “Migrazione Sostitutiva”, serve a trasformare il loro sogno nel nostro incubo.