Il Papa va in difesa dell’islam. Ma cala il silenzio sui cristiani

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Fanno discutere le parole di Francesco sugli uiguri in Cina. C’è chi reclama più attenzione per i cristiani perseguitati

Papa Francesco è anche il pontefice dei popoli che abitano le “periferie economico-esistenziali”. E tra queste popolazioni possiamo annoverare gli uiguri, minoranza islamica che risiede nello Xinjiang, una regione della Repubblica popolare cinese. Qualche giorno fa, Jorge Mario Bergoglio ha usato questo aggettivo nei confronti dei fedeli islamici che abitano il nord ovest della Cina: “perseguitati”.

Pechino – come ripercorso dall’agenzia Nova – ha risposto attraverso le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian. E la replica non può essere inserita nell’elenco dei “buoni uffici” che hanno accompagnato in questi anni le due realtà geopolitiche protagoniste di questa vicenda.

Le parole del Santo Padre sono state considerate infondate: le autorità cinesi hanno voluto sottolineare con l’ufficialità del caso la loro contrarietà. La questione è complessa, se non altro perché tutto questo avviene mentre Santa Sede e Cina si apprestano a firmare, a meno d’improvvisi ripensamenti, il rinnovo dello storico accordo per la nomina dei vescovi (e per il riconoscimento della legittimità spirituale del vescovo di Roma nella nazione asiatica). Come spiegato da Emanuel Pietrobon, non siamo comunque dinanzi ad una crisi diplomatica tra Vaticano e Repubblica popolare. Francesco è il pontefice che ha speso parole al miele per Pechino, ammettendo di sognare un viaggio nella capitale della nazione governata da Xi Jinping. Una visita apostolica che costituirebbe un unicum. Bergoglio, soprattutto per via della pandemia e delle sue conseguenze, non ha per ora potuto esaudire il progetto, che non è tuttavia stato riposto.

Quel patto – l’accordo tra Cina e Vaticano – è il fiore all’occhiello della strategia del multilateralismo diplomatico. Papa Francesco e il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin hanno difeso l’accordo con la Cina dalle critiche biennali dei tradizionalisti: il Vaticano è convinto che il patto serva a tutelare i milioni di cattolici cinesi; la destra ecclesiastica avrebbe preferito evitare la creazione di qualunque sinergia, e legge la novità come una mossa geopolitica poco ragionata. La presa di posizione di Papa Francesco sugli uiguri, a ben vedere, rientra nella tipiche scelte pastorali di questo regno: nel 2017, il vescovo di Roma si schierò in difesa dei Rohingya, un’altra minoranza di fede islamica che abita nel Myanmar.

I “popoli” cui guarda Papa Francesco

Stando alla interpretazione data dal vaticanista Sandro Magister, Jorge Mario Bergoglio non cita popoli a caso, ma li sceglie: “Il papa li identifica con la moltitudine dei reietti da cui il papa vede prorompere ‘quel torrente di energia morale che nasce dal coinvolgimento degli esclusi nella costruzione del destino del pianeta’”. Bergoglio andrebbe in cerca dunque di un “popolo mitico”, che sarebbe composto da tante singole esperienze identitarie e che per il Santo Padre è vittima di quella che chiama “economia dello scarto”. Un atteggiamento – questo dello “scarto” – che oltrepasserebbe l’economia, per tangere macro-problemi bioetici quali l’aborto. Un’altra interpretazione che i conservatori criticano, perché alimenterebbe la “confusione” tra i cattolici, confondendo appunto il piano del pratico, ossia quello economico, con quello dei valori non negoziabili.

Insomma il Papa – annotano dal fronte dei critici – , sulla scia di queste sue “preferenze”, si dimenticherebbe dell’Occidente ormai secolarizzato, ma non delle minoranze religiose e non, come quella degli uiguri. Qual è l’argomentazione che viene sollevata dagli “anti-bergogliani”? In genere, i critici affermano che il Papa si interessa poco di cristiani perseguitati: il vescovo di Roma si concentrerebbe di più su queste popolazioni, per quanto appartengono a confessioni religiose diverse rispetto a quella cristiano-cattolica. Il problema sarebbe tutto interno alle priorità della pastorale. In realtà, il primo pontefice sudamericano della storia ha in più circostanze citato nei suoi discorsi il dramma dei cristiani perseguitati ma, pure in questo caso, gli oppositori vorrebbero più chiarezza comunicativa, oltre che una crescente attenzione sul “prossimo”, che per i conservatori è in primis il “cristiano” e poi tutto il resto.

Quanti sono i cristiani perseguitati nel mondo

Presentare un computo preciso dei cristiani perseguitati nel mondo non è un’operazione semplice. Ogni anno, alcuni report, si occupano di fotografare la situazione mondiale. Alcune delle nazioni in cui avvengono le persecuzioni, del resto, non sono giornalisticamente accessibili con facilità. E allora bisogna affidarsi al lavoro delle associazioni, degli enti o delle realtà che si occupano nello specifico di come chi professa la fede cristiana venga trattato sul globo terrestre. Silvio Dalla Valle, interpellato da IlGiornale.it, fa parte dell’associazione Luci sull’Est, che ha costruito un vero e proprio “Osservatorio sulla cristianofobia“. ” É difficile – esordisce Dalla Valle – essere certi del numero di cristiani perseguitati nel mondo”. Sì, perché anzitutto bisogna operare attraverso qualche distinguo: ” Secondo l’autorevole rapporto di Open Doors, l’agenzia americana di aiuto ai cristiani perseguitati, nel mondo sarebbero oltre 260 milioni i cristiani perseguitati. Bisogna comunque distinguere tra i diversi tipi di persecuzione. Quella cruenta – secondo Open Doors nel 2019 sono stati uccisi per la fede 2.983 cristiani – e quella incruenta”. La persecuzione dei cristiani va dunque ripartita per tipologia, ma i numeri raccontano in ogni caso un dramma.

Le ultime evidenze pubblicate da Aiuto alla Chiesa che Soffre sono molto più che preoccupanti. Stando a quei dati, i cristiani non sono mai stati perseguitati come in questo periodo storico. Si pensi alle giovani donne costrette al matrimonio dopo un processo altrettanto forzato di conversione: quante sono? Difficile esibire numeri precisi. Sappiamo che il fenomento esiste, come in Pakistan, dove la questione delle “spose bambine” però è emerso. Esistono nazioni in cui hanno attecchito tragedie sommerse? In Pakistan a volte si arriva a processo, ma la sensazione è che il dramma dei cristiani perseguitati sia più esteso di come appare: “Quest’ultima – ci dice Dalla Valle, riferendosi alla persecuzione “incruenta” – colpisce, secondo la Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, oltre 300 milioni di cristiani che vivono in terra di persecuzione. Questi cristiani patiscono l’umiliazione, le vessazioni, in tanti casi sono ingiustamente accusati del cosiddetto crimine di blasfemia e messi in prigione. Tante volte hanno le loro case distrutte e costretti a andare via dai loro villaggi. Più grave ancora sono le ragazze rapite e fatte sparire, tante di loro obbligate a “convertirsi” e sposare il loro aguzzino”. Le statistiche non hanno la capacità di essere esaustive.

Chi sono gli uiguri

Il popolo cui Bergoglio si è riferito da ultimo con la qualifica di “perseguitati” non è uno dei tanti: è particolare. C’è, nella mossa del Papa, una componente storica, cioè un vero e proprio strappo con quello che ci si sarebbe aspettati in virtù delle rinnovate relazioni tra Santa Sede e Cina. E il gesuita è di certo un vescovo capace di stupire, come ha dimostrato più volte durante questi sette anni e mezzo di permanenza sul soglio di Pietro. Nessun pontefice prima dell’argentino aveva portato alla ribalta la vicenda degli uiguri del nord ovest cinese. Bergoglio in passato si è detto preoccupato per la situazione di Hong Kong, ma per i tradizionalisti, gli avvertimenti del successore di Pietro su quello che accade da quelle parti del mondo non sono mai sufficienti. La domanda diviene allora retorica, oltre che spontanea: perché gli uiguri sì e la repressione cristiana ad opera dei cinesi – quella che viene ventilata per esempio dal cardinale conservatore ed ex arcivescovo di Hong Kong Joseph Zen – no?

Padre Abbè Guy Pagès, sacerdote francese esperto d’islam, e oggi impegnato nel fronte dei cattolici che chiedono a gran voce la libertà di culto all’interno del quadro delle restrizioni imposte Oltralpe per via della diffusione del Sars-Cov2, ci ha aiutato a focalizzare l’annoso problema degli uiguri, spiegando: “Per lo più – ha dichiarato, tenendo conto del punto di vista del consacrato, che è ritenuto un conservatore – musulmani sunniti, gli uiguri sono un popolo di lingua turca di 25 milioni di persone, di cui la metà vive in Cina. Il loro progetto separatista è oggi sostenuto dal Partito islamico del Turkestan (PIT), classificato come ‘organizzazione terroristica’ dall’Onu nel 2003, che mira a creare uno Stato islamico, che non impedisce ai suoi jihadisti di combattere a migliaia in Siria, con l’aiuto di kamikaze e bambini soldato. La Cina li sta rieducando per prevenire i loro numerosi attacchi”. Quindi la Cina starebbe in realtà prevenendo. E questa sensibilità del pontefice, ancora una volta, potrebbe essere interpretata come una mano allungata nei confronti della religione islamica, nello spefico verso l’emisfero sunnita.

La scelta di Francesco

Come mai allora Francesco ha optato per una scelta così inusuale rispetto al contesto diplomatico avviato con il colosso cinese? Il segretario di Stato degli Stati Unti Mike Pompeo si è affrettatto nel dirsi “grato” al Santo Padre per la sua presa di posizione sugli uiguri.

Pompeo è fortemente contrario all’accordo tra Cina e Vaticano. Quando si è recato in Italia l’ultima volta, il membro dell’amministrazione guidata da Donald Trump, che dopo i risultati delle presidenziali è ormai uscente, ha persino chiesto alla Santa Sede di non rinnovare quel patto per mantenere l’ “autorità morale” che il Vaticano può vantare sul consesso globale. Tutto suggerisce come questo strappo sugli uiguri non sia destinato ad inficiare sui buoni uffici che intercorrono tra i sacri palazzi e Pechino, ma certo la strategia di Francesco sulla minoranza islamica ha fatto discutere anche coloro che si occupano di cristiani perseguitati.

Come Silvio Dalla Valle, che sul punto ci ha detto quanto segue: “Non sono in grado di rispondere al perché Papa Francesco ha ricordato la minoranza islamica perseguitata in Cina e si mostra poco attento, al meno in apparenza, alla persecuzione dei cristiani nel mondo. Questo atteggiamento di Papa Francesco è comunque sconcertante e sorprendente, speriamo ci venga fornita una spiegazione”.

DA

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-ricorda-minoranza-islamica-non-i-cristiani-perseguitati-1905539.html

Bergoglio e l’educazione sessuale

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Articolo tratto dal numero 70/71 della rivista Sodalitium, settembre 2020.
J. M. Bergoglio e l’educazione sessuale, di don Ugolino Giugni
Il 28 gennaio 2019, durante il viaggio in aereo di ritorno dalla “Giornata mondiale della Gioventù” (GMG) svoltasi a Panama, J.M. Bergoglio, come è ormai sua abitudine, ha elargito una perla delle sue solite interviste. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha parlato del “sesso” e dell’educazione sessuale. Evidentemente tali parole di Bergoglio non pretendono essere l’espressione di un magistero solenne e infallibile; esprimono tuttavia il suo pensiero manifestato nella sua maniera tipica di abbordare questioni delicate, che andrebbero affrontate con estrema attenzione e competenza, ma che invece sono presentate con una naturalezza dissacrante e riassunte in poche battute. Egli si esprime piuttosto come dottore privato, ma nell’immaginario collettivo le sue parole sono comunque recepite come parole del Papa e hanno forse molta più influenza di tanti documenti ufficiali poiché “lo ha detto il Papa” “quindi si può fare… quindi non c’è niente di male…”.
Lo scopo di quest’articolo è mettere a confronto le parole di “Francesco” con l’insegnamento ortodosso dei Papi “preconciliari”, e fare qualche semplice riflessione.
Le parole di Bergoglio
Parlando della delicata questione dell’educazione sessuale ha detto: “Nelle scuole bisogna dare un’educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un’educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un’educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona. Il sesso come dono di Dio deve essere educato, non con rigidezza, educare viene da ‘e-ducere’, trarre il meglio dalla persona e accompagnarla nel cammino. Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale o di ogni unità scolastica: che maestri si trovano per questo, che libri di testo… Io ne ho viste di tutti i colori… Bisogna avere l’educazione sessuale per i bambini. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori. Non sempre è possibile, per tante situazioni della famiglia, o perché non sanno come farlo. La scuola supplisce a questo, e deve farlo, altrimenti resta un vuoto che viene riempito da qualsiasi ideologia” (1). È da notare che queste affermazioni di “Francesco” non sono una novità e si trovano già espresse in Amoris Lætitia in un paragrafo intitolato “Si all’educazione sessuale” (2) in cui, riprendendo la Gravissimus educationis di Paolo VI del 1965, si spiega in lungo e in largo la necessità e l’utilità dell’educazione sessuale. La gente è ormai talmente abituata, dopo il Concilio, a vedere contraddetto il Magistero della Chiesa in tutto quello che ci ha insegnato precedentemente, che ormai la cosa sembra non scioccare più di tanto i fedeli.
L’insegnamento del magistero “preconciliare”
Pio XI
Qual è il pensiero della Chiesa sulla questione dell’educazione sessuale? Cosa hanno detto i Papi del passato (prima del Concilio Vaticano II evidentemente)? A chi spetta il dovere di trattare e curare l’educazione in questa materia così spinosa?
Pio XI nella sua Enciclica Divini illius Magistri, sull’educazione del 31 dicembre 1929, dichiarava erronea l’educazione sessuale come si presentava ai suoi tempi, cioè una informazione naturalistica, impartita precocemente e indiscriminatamente. Ecco le sue parole: «Massimamente pericoloso è poi quel naturalismo, che ai nostri tempi invade il campo dell’educazione in argomento delicatissimo come è quello dell’onestà dei costumi.
Assai diffuso è l’errore di coloro che, con pericolosa pretensione e con brutta parola, promuovono una così detta educazione sessuale, falsamente stimando di poter premunire i giovani contro i pericoli del senso con mezzi puramente naturali, quale una temeraria iniziazione ed istruzione preventiva per tutti indistintamente, e anche pubblicamente, e peggio ancora, con l’esporli per tempo alle occasioni, per assuefarli, come essi dicono, e quasi indurirne l’animo contro quei pericoli.
Costoro errano gravemente, non volendo riconoscere la nativa fragilità della natura umana e la legge, di cui parla l’Apostolo, ripugnante alla legge della mente (Rom 7, 23) e misconoscendo anche l’esperienza stessa dei fatti, onde consta che, segnatamente nei giovani, le colpe contro i buoni costumi non sono tanto effetto dell’ignoranza intellettuale quanto principalmente dell’inferma volontà, esposta alle occasioni e non sostenuta dai mezzi della Grazia.
In questo delicatissimo argomento, se, considerate tutte le circostanze, qualche istruzione individuale si rende necessaria, a tempo opportuno, da parte di chi ha da Dio la missione educativa e la grazia di stato, sono da osservare tutte le cautele notissime all’educazione cristiana tradizionale, sufficientemente descritte dal citato Antoniano (3), là dove dice: “Tale e tanta è la miseria nostra, e l’inclinazione al peccato, che spesse volte dalle medesime cose che si dicono per rimedio dei peccati si prende occasione ed incitamento allo stesso peccato.
Pertanto importa sommamente che il buon padre, mentre ragiona col figliuolo di materia così lubrica, stia bene avvertito, e non discenda ai particolari ed ai vari modi, con i quali quest’idra infernale avvelena tanta parte del mondo, acciò non avvenga che invece di estinguere questo fuoco, lo desti e lo accenda imprudentemente nel petto semplice e tenero del fanciullo.
Generalmente parlando, mentre ancora continua la fanciullezza, basterà usare quei rimedi che con l’effetto istesso introducono la virtù e chiudono l’ingresso al vizio».
A questa enciclica fece seguito un Decreto del S. Ufficio del 21 marzo 1931 (AAS 23 (1931) pp. 118-119) proprio sull’educazione sessuale. Alla domanda: « Se si possa approvare il metodo che viene chiamato della “educazione sessuale” o “iniziazione sessuale”». Si risponde: «Negativamente: si deve assolutamente osservare il metodo di educazione della gioventù fino ad oggi usato dalla Chiesa e dai Santi e raccomandato dal Santo Padre nella Lettera Enciclica “Sulla educazione cristiana della gioventù” del 31 dicembre 1929. Si deve cioè innanzi tutto aver cura dei giovani d’entrambi i sessi con una formazione religiosa piena, sicura, ininterrotta; e in loro si deve suscitare la stima, il desiderio e l’amore per l’angelica virtù; si deve poi soprattutto inculcare in loro che si applichino alla preghiera, che siano assidui al Sacramento della Penitenza e della SS.ma Eucaristia, che seguano la devozione filiale alla Beata Vergine, Madre della santa purità, e si affidino totalmente alla sua protezione; che evitino accuratamente le letture pericolose, gli spettacoli osceni, le conversazioni disoneste e qualunque occasione di peccato. Quindi in nessun modo si può approvare quanto viene scritto e pubblicato, specialmente in questi ultimi tempi, anche da qualche autore cattolico, per difendere tale nuovo metodo» (4)
Pio XII
Il magistero di Pio XII completa l’insegnamento del suo predecessore: « Voi infine, con la vostra perspicacia di madri e di educatrici, grazie alla fiduciosa apertura di cuore che avrete saputo infondere nei vostri figli, non mancherete di scrutare e discernere l’occasione e il momento, in cui certe ascose questioni presentatesi al loro spirito avranno originato nei loro sensi speciali turbamenti. Toccherà allora a voi per le vostre figlie, al padre per i vostri figli, — in quanto apparisca necessario, — di sollevare cautamente, delicatamente, il velo della verità, e dare loro risposta prudente, giusta e cristiana a quelle questioni e a quelle inquietudini. Ricevute dalle vostre labbra di genitori cristiani, all’ora opportuna, nell’opportuna misura, con tutte le debite cautele, le rivelazioni sulle misteriose e mirabili leggi della vita saranno ascoltate con riverenza mista a gratitudine, illumineranno le loro anime con assai minor pericolo che se le apprendessero alla ventura, da torbidi incontri, da conversazioni clandestine, alla scuola di compagni mal fidi e già troppo saputi, per via di occulte letture, tanto più pericolose e perniciose, quanto più il segreto infiamma l’immaginazione ed eccita i sensi. Le vostre parole, se assennate e discrete, potranno divenire una salvaguardia e un avviso in mezzo alle tentazioni della corruzione che li circonda, “che saetta previsa vien più lenta” » (5).
Parlando “Ai genitori francesi”nel 1951, sempre Pio XII affermava: «Vi è un terreno sul quale questa educazione dell’opinione pubblica, la sua rettificazione, si impone con urgenza tragica. Essa si trova su questo terreno pervertita da una propaganda che non si esita a dire funesta, benché certe volte abbia l’origine da fonte cattolica e miri a farsi strada fra i cattolici, e coloro che la promuovono non sembrino avvedersi che sono illusi dallo spirito del male. Intendiamo qui parlare di scritti, libri e articoli riguardanti l’iniziazione sessuale che oggi bene spesso ottengono enormi successi librari e inondano il mondo intero, impadronendosi dell’infanzia, sommergendo la nuova generazione, turbando i fidanzati e gli sposi novelli. Con tutta la gravità, l’attenzione e il decoro che l’argomento comporta, la Chiesa ha trattato il punto riguardante l’istruzione su questa materia come la consigliano o reclamano, sia lo sviluppo fisico e psichico normale dell’adolescente, sia i casi particolari delle diverse condizioni individuali. La Chiesa può a buon diritto dichiarare che, profondamente rispettosa della santità del matrimonio, ha in teoria e in pratica lasciati liberi gli sposi in ciò che l’impulso di una natura sana e onesta concede senza offesa al Creatore. Si resta atterriti di fronte all’intollerabile sfrontatezza di certa letteratura; e mentre lo stesso paganesimo davanti al segreto dell’intimità coniugale sembrava arrestarsi rispettoso, ci tocca vederne violato il mistero e offrirne la visione — sensuale e vissuta — in pasto al gran pubblico, persino alla gioventù. C’è davvero da chiedersi se rimanga ancora bastantemente tracciato il confine tra questa iniziazione che si dice cattolica, e la stampa e l’illustrazione erotica ed oscena, che, di proposito deliberato, mira alla corruzione e sfrutta vergognosamente per vile interesse i più bassi istinti della natura decaduta. E non è tutto. Tale propaganda minaccia altresì il popolo cattolico di un duplice flagello, per non usare un’espressione più forte. Anzitutto esagera oltremodo l’importanza e la portata dell’elemento sessuale nella vita. Ammettiamo pure che questi autori, sotto l’aspetto puramente teorico, si mantengano nei limiti della morale cattolica: ciò non toglie però che il loro modo di esporre la vita sessuale sia tale da attribuirle nella mente e nel giudizio pratico del lettore medio il senso e il valore di fine a se stesso, facendo perdere di vista, il vero fine primordiale del matrimonio, che è la procreazione e l’educazione dei figliuoli, e il grave dovere degli sposi di fronte a questo fine, che gli scritti di cui parliamo lasciano troppo nell’ombra.
In secondo luogo questa letteratura, se così può chiamarsi, non sembra tener conto alcuno dell’esperienza generale di ieri, di oggi e di sempre, perché fondata sulla natura, la quale attesta che nell’educazione morale né l’iniziazione né l’istruzione offre di per sé alcun vantaggio, che, anzi, riesce gravemente malsana e pregiudizievole ove non sia strettamente legata a una costante disciplina, a una vigorosa padronanza di sé, all’uso soprattutto delle forze soprannaturali della preghiera e dei sacramenti. Tutti gli educatori cattolici, degni di questo nome e della loro missione, sanno benissimo la parte preponderante delle energie soprannaturali nella santificazione dell’uomo, sia esso giovane o adulto, celibe o coniugato. Ma di questo è già molto se in quegli scritti si insinua qualche accenno, quando pure non si stende il silenzio. Persino i princìpi così sapientemente illustrati dal Nostro Predecessore Pio XI, nell’Enciclica Divini illius Magistri, intorno all’educazione sessuale e questioni annesse, vengono messi da parte con un sorriso di compassione: Pio XI, dicono, scriveva vent’anni fa per i tempi suoi! Del cammino se n’è fatto da allora!» ([6]).
Questi testi di Pio XI e Pio XII sono molto chiari ed edificanti e non hanno bisogno di essere commentati in quanto bastano da soli ad elucidare la delicata questione dell’educazione sessuale. Essi danno veramente i principi generali di una buona educazione cattolica che può riassumersi così:
Il rifiuto del naturalismo nell’educazione dei figli.
Bisogna tenere conto della fragilità umana e della natura corrotta dal peccato originale quando si abborda l’educazione sessuale.
Il dovere e l’onere di trattare queste questioni riguarda principalmente i genitori (le madri per le femmine i padri per i maschi, precisa Pio XII) e deve essere fatto con spirito soprannaturale e con fede profonda.
Meglio eccedere per difetto che per eccesso nelle spiegazioni per non destare il fuoco delle passioni, ma bisogna dare una risposta prudente alle domande dei propri figli.
Esortare alla virtù e alla sua bellezza aiuta a reprimere e ispirare l’orrore del vizio contrario ad essa.
La Chiesa è profondamente rispettosa della santità del matrimonio, e lascia liberi gli sposi in ciò che l’impulso di una natura sana e onesta concede senza offesa al Creatore.
La vita sessuale non è fine a sé stessa ma ordinata verso il fine primordiale del matrimonio che è la procreazione e l’educazione dei figliuoli e questo è un grave dovere per gli sposi. E questo viene volutamente dimenticato e omesso nella cosiddetta “educazione sessuale” moderna.
È molto importante nell’educazione cristiana fare affidamento sulle forze soprannaturali come la preghiera, la frequenza dei sacramenti e la devozione alla Beata Vergine.
Riflessioni e conclusioni
Abbiamo visto che l’educazione sessuale che il Magistero della Chiesa in precedenza ha condannato e stigmatizzato come pericolosa, ancora una volta Bergoglio, seguendo il Vaticano II e “san” Paolo VI (e bisognerebbe aggiungere anche “san” Giovanni Paolo II con la sua “Teologia del corpo”) l’ha invece raccomandata e incoraggiata. Anche se non si tratta di Magistero ordinario o infallibile questa è un’ulteriore elemento (se ancora ce ne fosse bisogno…) che dimostra, assieme agli altri, l’assenza della volontà oggettiva dell’occupante della Sede Apostolica di procurare il bene della Chiesa e delle anime e in conseguenza del fatto che sia privato dell’ “Autorità”; cioè di non essere Papa formaliter,simpliciter, ma del suo essere, per l’appunto, solo l’occupante materiale della Sede Apostolica.
Ci possiamo chiedere però che cosa avrà capito la gente, delle parole di Bergoglio? Come sarà loro rimasto in mente?
Dire che “il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema” fa capire, soprattutto a coloro che sono poco istruiti o hanno una cattiva volontà, che va tutto bene visto che è Dio che ha fatto la natura umana così e in fondo il sesto comandamento non sembra più essere un problema e che tutto può essere permesso, poiché in quella frase non c’è un riferimento al matrimonio, che solo rende lecito l’uso del “sesso” ([7]), o al comandamento divino che ne impedisce gli abusi. Ci si dovrebbe aspettare da parte di colui che occupa la Sede di Pietro una valutazione morale, un consiglio spirituale o un’esortazione alla temperanza, invece di una analisi sociologica che fa consistere il male nel solo fatto che “alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare”, ma probabilmente per Bergoglio anche il cristianesimo è una “colonizzazione ideologica” ([8]) che si impianta su una natura naturalmente buona alla Rousseau.
Bergoglio dice che: “Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale o di ogni unità scolastica. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori”, e questo può essere vero ma dire che “la scuola supplisce alla famiglia per tante situazioni o perché non sanno come farlo” senza precisare come ciò debba essere fatto mi sembra un po’ riduttivo e azzardato, soprattutto se si tratta della scuola laica e non cattolica che mette in opera i principi del naturalismo massonico; inoltre ciò mi sembra essere in contrasto con quanto affermato dal magistero di Pio XI e Pio XII (ma questo per Bergoglio è certamente l’ultimo dei problemi…).
Il più delle volte quando si ha a che fare con i modernisti e con il loro modo di esprimersi volutamente equivoco il problema non è tanto in quello che dicono e affermano ma piuttosto in quello che non dicono e lasciano intendere proprio per equivocare… Ed il problema nelle nostre scuole non è certo l’assenza di “educazione sessuale” o il presentare la sessualità come “un mostro”, quanto piuttosto l’insegnamento capillare del peccato, incluso quello contro natura (contro il quale è del tutto inefficace l’allusione alla “colonizzazione ideologica” da parte di tanti educatori).
Usquequo Domine? Che cosa ci toccherà ancora sentire…
1) La citazione si può trovare su molti siti internet. In particolare sul quotidiano della Cei “Avvenire”. https://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-sesso-e-il-cuore-come-spiegarli-ai-nostri-ragazzi
2) ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALEAMORIS LAETITIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO. Si può trovare sul sito del Vaticano: https://w2.vatican.va/
3) Silvio Antoniano, Dell’educazione cristiana dei figliuoli, lib. Il, c. 88
4) Decreto del S. Ufficio De «Educatione sexuali» et de «eugenica» del 21 marzo 1931 (AAS 23 (1931) pp. 118-119).
5) Pio XII, Allocuzione alle Donne Italiane di Azione Cattolica del 26 ottobre 1941 (AAS 33 [1941] pp. 450-458.
6) Pio XII, allocuzione ai Padri di famiglia del 18/09/1951 (AAS 43 [1951] pp. 730-734). Il testo originale è in francese, in italiano vedi Insegnamenti Pontifici, Il matrimonio, Edizioni Paoline Roma 1957, pp 373-375.
7) Il termine “sesso” suona male e così utilizzato è una “brutta parola” come dice Pio XI nella Divinus illius Magistri, lo uso così solo per riprendere le parole di Bergoglio che lo ha fatto entrare nel “magistero pontificio”.
8) Le parole “colonizzazione ideologica” in realtà fanno riferimento alla teoria del gender che Bergoglio voleva stigmatizzare ma sono pochi quelli che hanno capito il senso di queste affermazioni.

Bergoglio sarà denunciato alle Nazioni Unite per aver nascosto il caso Próvolo

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Un gruppo rappresentativo, composto da vittime e avvocati che denunciano abusi sessuali da parte di religiosi a Mendoza, noto come “Caso Provolo”, denuncerà il Vaticano e la Chiesa cattolica davanti alla sede delle Nazioni Unite in Svizzera per aver coperto gli atti criminali e perché non collaborano durante le indagini giudiziarie. Inoltre, incontreranno vittime abusate in Italia, mentre l’intervista al Papa argentino richiesta dalla delegazione è ancora senza risposta.

Per Máximo Paz, per ANRed.

Le derivazioni dei casi enfatici verificatisi a Mendoza dai molteplici attacchi sessuali di preti su bambini sordi all’Istituto Cattolico Antonio Próvolo di Luján de Cuyo continuano il loro percorso di denuncia. Dopo che nel novembre dello scorso anno il reclamo ha raggiunto una marcata condanna nei confronti degli autori di abusi, le vittime, insieme ai loro avvocati, riveleranno all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) un documento contro il Vaticano che descriverà in dettaglio le accuse di azioni di occultamento nel processo di giudizio.

Gli avvocati Sergio Salinas e Lucas Lecour – membri dell’Associazione Xumek, una comunità dedicata alla promozione e alla difesa dei diritti dei bambini – e quattro vittime dirette, su invito di Ending Clergy Abuse (ECA), una ONG dedicata all’argomento degli abusi sessuali perpetrati da religiosi in tutto il mondo, sarà la delegazione che presenterà il mese prossimo presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra, in Svizzera, un rapporto in cui Papa Francesco e la Chiesa cattolica saranno accusati di aver coperto gli atti criminali e la mancanza di collaborazione nel già storico processo noto come “Caso Provolo”. Denunce attraverso la relazione saranno formulate specificamente in seno al Comitato contro la tortura e al Comitato sui diritti dell’infanzia dell’organizzazione internazionale.

Sebbene tale strumento di imputazione sia in istanze preparatorie, le accuse nei confronti della Chiesa per insufficiente collaborazione nel famoso caso scoppiato a Mendoza è stata una costante che ha formato un cardine durante il processo giudiziario, che ha finito per condannare il sacerdote Nicola Corradi, il sacerdote Horacio Hugo Corbacho e il giardiniere Armando Ramón Gómez, rispettivamente a 44, 45 e 18 anni di prigione. Ancora di più: dopo la sentenza dello scorso novembre, il commissario apostolico Alberto Bochateyha pubblicato una dichiarazione intitolata “Se un membro soffre, tutti soffrono con lui”, dove cerca di negare la denuncia e di rendere conto, a modo suo, dell’effettiva collaborazione del chiostro cattolico, messo alle strette per le accuse contro di lui. Tale pubblicazione non è stata sufficiente per l’accusa che ha affrontato la causa chiamando a deporre Dante Simón – un inviato speciale di Papa Bergoglio per agire come informatore e amministratore dello scandaloso processo – partendo da una denuncia, in cui l’inviato è stato accusato di aver ostacolato il percorso probatorio, ostruzione alla giustizia, disobbedienza e falsa testimonianza.

In tal senso, si osserva che sebbene il processo penale abbia trovato la sua condanna in prima istanza, resta da sapere cosa si determinerà nei processi che saranno condotti nella giurisdizione civile, dove verrà stabilito il corrispettivo risarcimento economico per le vittime. Il procedimento civile è contro l’Opera di San José, il nome legale dell’Istituto Próvolo e, in solido, l’Arcivescovo potrebbe essere responsabile. In quella zona procedurale, in cui è posta in gioco l’aspetto monetario, oltre alla punizione, la Chiesa, come determinata dalla difesa degli abusi sessuali, passa anche a verdetti contorti basati sui loro interessi materiali. Senza andare oltre, all’inizio del mese in corso, un avvocato patrocinante – anche un membro dell’organizzazione di appartenenza di Salinas e Lecour -, mandò una lettera a Bergoglio stesso per denunciare la Chiesa sul suo atteggiamento nei confronti di ciò che ora si sviluppa attraverso la giurisdizione civile. Lì dice: «Solo pochi giorni fa e dopo che il tribunale penale ha condannato gli accusati per gli eventi accaduti, in una dimostrazione esemplare di attivismo giudiziario, una Camera civile ha convocato le parti per cercare di raggiungere un accordo in modo che le vittime abbiano un risarcimento. Tutti i tentativi non hanno avuto successo, da allora una Camera civile ha convocato le parti per cercare di raggiungere un accordo affinché le vittime ottengano un risarcimento. Tutti i tentativi non hanno avuto successo, da allora il dialogo con la controparte è stato come negoziare con una compagnia di assicurazioni. La priorità della controparte era compensare sempre al minor costo possibile. Va chiarito che con meno della metà del denaro ricevuto dall’Associazione per la vendita della proprietà in cui ha lavorato, è sufficiente a risarcire le vittime (in riferimento a dove ha lavorato l’Istituto Próvolo, che è stato chiuso e venduto). Bochatey, ipocritamente, fa dichiarazioni pubbliche di solidarietà con le persone colpite ma, privatamente, protegge meschino la tasca di un ordine i cui membri hanno abusato sessualmente di persone sordomute a Verona, La Plata e Mendoza

Le denunce in Europa si svolgeranno tra il 14 e il 22 febbraio. La delegazione, a nome di tutti gli abusati, terrà incontri con numerose entità internazionali e ONG, al fine di rendere visibile il caso pilota in Argentina a livello internazionale, che ha completamente svelato le azioni dei sacerdoti in relazione ai crimini sessuali verso minori e vulnerabili.

Va aggiunto che l’Onu quest’anno valuterà il Vaticano – come Stato – in relazione alle sue prestazioni in conformità con i regolamenti che emergono dalla Convenzione contro la tortura e dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia, con l’antecedente negativo nella ultime decisioni dell’organizzazione internazionale prese nel 2014 , dove si è concluso che “la Santa Sede ha violato la Convenzione nei casi in cui è stata denunciata di abuso e ignorato le accuse, e che, per quanto ne sappiamo, è accaduto almeno cinquanta volte”, ha affermato il relatore del caso dalla commissione contro la tortura, Felice Gaer.

Il tour includerà anche un passaggio attraverso l’Italia, dove incontreranno le vittime che hanno subito gli stessi attacchi, abusi e crimini a Verona. Come atto conclusivo, il gruppo delegato ha richiesto una visita a Roma a Papa Francesco, oltre ad altre autorità ecclesiastiche, al fine di presentare di persona il problema trasformato in un paradigma sull’abuso sessuale religioso.

Il silenzio in risposta alla richiesta di incontri, fino ad oggi, da parte dello Stato della Chiesa cattolica e del suo leader, l’ex cardinale di Buenos Aires Jorge Bergoglio, ora Papa Francesco, è totale. Appare solo l’eco delle ultime notizie conosciute del mondo religioso: i 50 rosari benedetti dal più alto funzionario vaticano dato a militari condannati per crimini contro l’umanità.

Da https://retelabuso.org/2020/01/24/papa-francesco-verra-denunciato-alle-nazioni-unite-per-aver-nascosto-il-caso-provolo/?fbclid=IwAR1MPEJ7EvU0uo3o4B0iHhrSyRzY5URyv-on70bP90vinLm5wz1_vOJC2bI 

 

Una giurista in prima linea per gli immigrati: ecco il nuovo sottosegretario del Papa

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Roma, 15 gen – “Ha svolto il suo servizio sempre nel settore multilaterale, soprattutto per quanto riguarda temi concernenti i migranti e i rifugiati, il diritto internazionale umanitario, le comunicazioni, il diritto internazionale privato, la condizione della donna, la proprietà intellettuale e il turismo”. Così Vatican News, il sito d’informazione della Santa Sede, presenta Francesca Di Giovanni, 66enne nuovo sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati del Vaticano. Palermitana, laureata in Giurisprudenza, da 27 anni lavora in Segreteria di Stato ed è in assoluto la prima donna (oltretutto laica) a ricoprire una tale posizione nella Chiesa.

Papa Francesco ha insomma deciso di affiancare una donna a monsignor Mirosław Wachowski, il quale nella Sezione per i Rapporti con gli Stati adesso si occuperà principalmente del settore della diplomazia bilaterale. Stiamo parlando di quello che potrebbe essere definito il “ministero degli Esteri” del Vaticano, dunque il ruolo assegnato alla Di Giovanni non è propriamente di scarso rilievo visto che adesso si occuperà in particolare dei rapporti multilaterali.

“In prima linea per i migranti”

La Di Giovanni è una focolarina che è stata definita una “giurista in prima linea per migranti e rifugiati”, è dunque un’esperta di un tema particolarmente caro a Bergoglio, la cui scelta non sembra quindi affatto casuale. A Vatican News, il nuovo sottosegretario del Papa ha spiegato in cosa consisterà il suo ruolo nel settore multilaterale: “In parole povere si può dire che tratta dei rapporti che riguardano le organizzazioni inter-governative a livello internazionale e comprende la rete dei trattati multilaterali, che sono importanti perché sanciscono la volontà politica degli Stati riguardo ai vari temi concernenti il bene comune internazionale: pensiamo allo sviluppo, all’ambiente, alla protezione delle vittime dei conflitti, alla condizione della donna, e così via”.

Il restyling della Chiesa voluto da Papa Francesco procede dunque spedito. L’immagine che si sta delineando sempre di più sembra infatti perfetta per il verbo politicamente corretto e la scelta di una laica, particolarmente attenta alla questione ambientale e ai diritti degli immigrati e delle donne in quest’ottica rasenta quasi la perfezione.

Eugenio Palazzini

Da https://www.ilprimatonazionale.it/primo-piano/giurista-prima-linea-immigrati-nuova-sottosegretaria-papa-142583/

Anche a Lima i “vescovi” bestemmiano

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di Matteo Orlando per AGERECONTRA.IT
Secondo l’ACI Prensa, l’arcivescovo di Lima Monsignor Carlos Castillo Mattasoglio, ha avuto l’ardire di sostenere che “nessuno si converte davanti al Tabernacolo”, mentre, secondo lui, “è nelle relazioni umane che il Signore è nascosto”.
La blasfema affermazione dell’arcivescovo di Lima è arrivata nell’ambito dell’Assemblea arcidiocesana sinodale: “Chiesa di Lima, ti dico alzati!”, tenutasi dal 6 all’8 gennaio nella capitale peruviana.
Secondo l’arcivescovo di Lima, davanti al tabernacolo “possiamo anche sederci e pregare ma è molto raro che si abbia un’illuminazione in una situazione di passività. La contemplazione è estremamente importante, ma nella misura in cui la fede è stata trasmessa, qualcuno mi ha comunicato la fede”.
Nella sua presentazione, Monsignor Castillo ha detto ai partecipanti all’assemblea sinodale che sarebbe “terribile teologia” insegnare che la fede richiede anche uno “sforzo per corrispondere alla grazia”, mentre, secondo lui, la fede è solo un dono gratuito della grazia (esattamente quello che ha insegnato l’eretico tedesco Martin Lutero).
Questo vescovo modernista ha chiamato “soggetto credente autoreferenziale” chi si fa guidare “da certe norme e da un’interpretazione del dono di Dio come norme” ed ha spiegato che questi fedeli non si metterebbero “mai in discussione”, e credendosi di avere in mano “sempre la verità”, non sarebbe “attenti alle situazioni”.
Secondo l’ACI Prensa, in una sessione successiva Monsignor Castillo si è scusato per le sue parole sul Tabernacolo, ma non sull’attacco ai veri fedeli cattolici che cercano di rispondere alla grazia di Dio con il loro impegno morale.
Monsignor Castillo, prima della sua nomina come Arcivescovo di Lima, esattamente un anno fa, è stato professore della Pontificia Università Cattolica del Perú dove ha insegnato anche la Teologia della liberazione che ha appreso dal suo maestro, padre Gustavo Gutiérrez Merino. Non a caso, l’Arcivescovo ha assunto alcune posizioni in merito all’imposizione dell’ideologia gender molto aperte al dialogo. Lo stesso monsignor Castillo, ha dichiarato e ammesso la sua militanza a sinistra nel suo libro “Mi experiencia del laicado bajo la era Landázuri: entre testimonio e historia”. Inoltre, secondo il sito InfoVaticana, Castillo aveva legami con il Partito comunista rivoluzionario.

Soldi a Ong pro immigrati: il cardinale Marx sotto accusa in Germania

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CARDINALE REINHARD MARX

Roma, 10 gen – Il cardinale Reinhard Marx è il capo della Chiesa cattolica in Germania. Per l’esattezza dal 2014 è il presidente della Conferenza episcopale tedesca (l’equivalente dell’italiana Cei). Noto per le sue posizioni progressiste, lo scorso marzo fece parlare di sé per aver chiesto di aprire un dibattito sul celibato sacerdotale, a suo avviso ormai anacronistico e di fatto da abolire. Adesso il cardinale bergogliano, curiosamente omonimo del più celebre padre del comunismo, è finito sotto accusa in Germania per una sua donazione a favore di una Ong pro immigrati.

Le accuse al cardinale

Secondo Deutsche Welle, emittente pubblica tedesca, avrebbe infatti versato 50mila euro nelle casse di United4Rescue, organizzazione non governativa sostenuta tra l’altro dalla Chiesa evangelica e attiva nel salvataggio di immigrati in mare. Considerato che negli ultimi mesi l’Ong in questione ha chiesto donazioni per finanziare l’acquisto di una nave per il trasporto di clandestini nel Mar Mediterraneo, la cifra devoluta dal cardinale sarebbe un chiaro sostegno per far centrare questo obiettivo. A incalzare il porporato sono soprattutto gli esponenti nazionalisti di Afd, in particolare il portavoce del partito Stephen Brandner, che ieri su Twitter ha esortato il cardinale Marx a spiegare da dove provengono i soldi devoluti alla Ong.

La parziale ammissione

“Mi sentirei sconvolto – ha detto Brandner – se dovessi scoprire che le mie consistenti tasse pagate per trent’anni alla Chiesa cattolica siano servite a finanziare attività di soccorso in mare, poiché non è affatto mia intenzione favorire gli affari dei trafficanti di esseri umani”. Il capo della chiesa tedesca per ora non ha replicato, ma una prima risposta alle accuse è arrivata dall’arcidiocesi da lui guidata: i soldi versati dal cardinale alla Ong United4Rescue, provengono da “fondi speciali” del bilancio diocesano. Quest’ultimo non è anche costituito dai soldi devoluti dai fedeli? In ogni caso l’ente religioso cattolico ha in pratica confermato la donazione, mentre la Chiesa evangelica ha colto l’occasione per lodare il cardinale Marx: per il suo attivismo “a favore dei migranti”.

Alessandro Della Guglia

 

da https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/soldi-ong-pro-immigrati-cardinale-marx-sotto-accusa-germania-142031/

Papa Francesco, è terremoto in Vaticano: il Sinodo apre ai preti sposati, sfida alla tradizione

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Il lavoro del Sinodo sull’Amazzonia è terminato. E il documento finale è un vero e proprio terremoto per il Vaticano, già da tempo spaccato sulla figura di Papa Francesco per le sue eccessive aperture. Già, perché vi è nero su bianco l’apertura ai preti sposati (ma passando dal diaconato permanente). Apertura, seppure meno esplicita, alla possibilità di un diaconato femminile. In molti lo sollecitano, si legge, ma si attendono gli esiti della commissione di studio in Vaticano. Questi, sin dall’inizio, sono stati i due nodi principali di un’Assemblea convocata per sottolineare l’urgenza del rischio di una catastrofe climatica nel polmone del mondo. Continua a leggere

La mossa sbagliata di Bergoglio

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di Luigi Bisignani, “L’uomo che sussurrava ai potenti”

Rimuginando  sul suo famoso “chi sono io per giudicare”, dicunt a Santa Marta che Bergoglio si stia pentendo di aver cacciato su due piedi, dopo averlo indirettamente accusato addirittura di peccato mortale, il capo della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani. Ingiustamente incolpato della divulgazione delle foto segnaletiche che violavano la privacy di alcuni addetti vaticani coinvolti nell’ennesima inchiesta su una compravendita immobiliare della Chiesa. Come se Oltretevere da sempre il pettegolezzo, soprattutto se a sfondo sessuale o di denaro, non sia il sale di ogni discussione. Ora che si sta preparando alla sua impegnativa visita in Giappone, pare che il Papa abbia confidato al suo strettissimo cerchio magico che il vecchio Comandante già gli manca. E magari sta anche cercando di capire chi gli ha servito questa polpetta avvelenata, che ha fatto sobbalzare sulla sedia i capi dei servizi segreti, dalla Cia al Mossad, che con Giani avevano intessuto da anni riservate collaborazioni. Continua a leggere

Francesco ospita il Dio serpente alato come parte del programma di scambio di divinità

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Nel tentativo di rafforzare le mutue relazioni e promuovere il dialogo inter-religioso, Papa Francesco ha accolto questa settimana in Vaticano per un mese Kukulkan, il dio serpente alato dei Maya, come parte di un programma di scambio di divinità, il giornale satirico TheOnion.com ha scritto il 9 settembre, 2019. Continua a leggere

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