Dittatura sanitaria? Occhio anche a certe fake

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di Redazione

La questione del dibattito inerente i vaccini è stato affrontato in una riunione del nostro Circolo Christus Rex. Al termine ci è stato chiesto di farne un articolo, che ha creato un po’ di discussione. In realtà, chi ci conosce bene, sa quale sia la nostra posizione, fin dal 2020, composta da una pars destruens sulla gestione della pandemia e di una pars che si definisce “free vax”. Chi, invece, è meno informato o fazioso ci attribuisce anche ciò che non diciamo, ma va bene lo stesso perché stimola il dibattito. Curioso notare come da oltre due anni Matteo Castagna scriva tutte le settimane per InFormazione Cattolica, anche articoli provocatori e piccati in materia di Fede e morale. Su quelli, però, non ha mai ricevuto commenti scritti di critica. Sul tema vaccini, divenuto per qualcuno un precetto della Chiesa o un undicesimo comandamento, il prototipo della categoria “fanatici no vax” si è scatenato nei consueti sproloqui fantascientifici….

Per leggere quelli (e le risposte, ironiche e sarcastiche del nostro Matteo Castagna) potete cliccare sul link qui sotto e guardare i commenti all’articolo. E’ sempre bene ricordare che l’invidia è una brutta bestia, soprattutto quando si accusa una persona di essersi autoproclamata “uno dei pensatori cattolici più in vista”, laddove sono almeno tre i media ad averla definita così o in maniera simile… Interpellato sul tema, Matteo Castagna ha risposto, sorridendo, suggerendo alla stampa: “Ci conosciamo dagli anni 90′, non mi interessa prendermi la scena, non ne ho bisogno. Sappiate che a Villafranca Padovana esiste un pensionato che vorrebbe, probabilmente, essere annoverato tra i pensatori cattolici più in vista. Poiché non so se sia un pensatore, ma sicuramente so che non è in vista, andate a sentire cosa ha da dire, magari è più interessante di ciò che dico io”. (N.d.r.)

L’EDITORIALE DEL LUNEDI per https://www.informazionecattolica.it/2023/01/16/dittatura-sanitaria-occhio-anche-alla-controinformazione/

di Matteo Castagna

LA PANDEMIA NON È FINITA. E CON ESSA LE POLEMICHE

La pandemia non è finita. E con essa le polemiche. In un’ottica generale possiamo osservare quanto la discussione faccia riempire quotidiani che già vendono poco e rilanciare trasmissioni televisive prive di argomenti accattivanti.

Anche la galassia di internet ha trovato nell’argomento vaccinale una vocazione che tramite alcuni canali a pagamento è divenuta un business, così come la letteratura in materia ha consentito ad esperti improvvisati di gonfiare i loro conti correnti.

Personalmente, non ho mai sentito l’argomento. Ho sempre tenuto un atteggiamento distaccato, che evitasse quell’approccio da tifoso, che anche in alcuni ambienti religiosi fa distinguere tra vaccinati = satanassi e non vaccinati = santi subito o, viceversa, vaccinati = santi subito, non vaccinati = diavolo…

Le motivazioni di diffidenza verso i sieri, fin dal 2020, sono state parecchie. Si è partiti con “l’abbraccia un cinese” per proseguire col “tutti chiusi in casa”, a distanza di sicurezza. La gestione del governo Conte II e Draghi è apparsa, a tratti, improvvisata da una situazione nuova e sconosciuta e, a tratti, grottesca. Il famoso detto del “migliore”: “Non ti vaccini, ti ammali, muori” è stato uno slogan completamente fuori luogo, dal momento che i vaccini, peraltro non sperimentati, non hanno dimostrato l’efficacia dell’immunità nei confronti del Covid-19, semmai il contrario.

Kafkiano è stato il trattamento verso tutte le voci autorevoli fuori dal coro. Penso al Premio Nobel per la medicina Luc Montagnier, al prof. Giuseppe De Donno, al giornalista controcorrente Mario Giordano, ma anche a tutti coloro (come ha fatto, per esempio, Informazione Cattolica) che hanno documentato situazioni drammatiche, figlie di scelte politiche scellerate o cervellotiche, che hanno prodotto morte e menomazioni, anche permanenti o semplici disagi, evitabili con il solo retto utilizzo della ragione.

Assurdo è stato impedire, de facto, di lavorare a chi non voleva farsi inoculare un prodotto che, oggi, lo possiamo dire, apertis verbis, non ha difeso dal contagio ma forse, come sostiene il mainstream, semplicemente protetto alcune categorie di persone dalle forme più gravi.

Ora, i casi sembrano tornare in salita, ma non c’è più tutta quella pressione e quella corsa alla mascherina ed al chiudere tutto, che ricordiamo bene con Draghi e che ha messo in ginocchio tanti lavoratori, soprattutto autonomi.

Perché? Forse perché non c’è più uno Speranza che voleva curarci con tachipirina e vigile attesa. Forse ci attenderanno nel prossimo futuro, ma il governo ha abrogato, sostanzialmente, tutte le restrizioni. La percezione è che nella ricerca di una via d’uscita dalla malattia si sia prodotta, non certo per accidens, la fortuna delle case farmaceutiche, ma non quella dei malati e si sono trattati i sani da malati e viceversa.

Si potrebbe continuare con molti esempi di mala gestio, di impreparazione, di inadeguatezza gestionale, di consigli cervellotici e assurde iniziative, che nel complesso hanno creato una nuova categoria (professionale?) rappresentata dalle virostar e una materia un po’ accantonata negli ultimi decenni, costituita dalla fede nel “Dio-Scienza”, addirittura a scapito del buon senso comune.

Fin qui è difficile non concordare. Parliamo di fatti acclarati e sotto gli occhi di tutti, dai quali abbiamo imparato che affidarsi in maniera acritica non è un modo corretto di vivere.

Occorre utilizzare il retto discernimento e la propria esperienza per prendere le decisioni che includono la salute, così come il lavoro, le attività quotidiane, ottimizzando le priorità e scartando le idiozie, da qualsiasi parte vengano.

La narrazione pandemica è diventata un’autentica telenovelas. Anni di sbrodolamenti di ogni genere a canali unificati. Internet stracolmo di tutto e di più.

Ho notato, ma potrei ovviamente sbagliare, che pare essere nata anche una nuova narrazione a scopo di lucro, costituita da una sorta di anti-mainstream che nel tempo ha fatto credere che sarebbe giunto il momento dell’Apocalisse, la fine del mondo, la certezza della morte o giù di lì…

Alcuni hanno diffuso la convinzione che ogni virgola che provenga dalla bocca della Bill Gates Foundations oppure da altre lobby internazionali o dal World Economic Forum sia, automaticamente, legge e programma dello Stato, che ci vorrebbe tutti al cimitero. Su certe affermazioni molti canali YouTube ci hanno guadagnato, come ci hanno guadagnato certi scientisti.

“Dittatura sanitaria” attrae e spaventa. Ricorda tempi bui. Sbandierarla fa sentire ribelli… anche certi terrapiattisti e ufologi, sètte e psicotici, ipocondriaci e analfabeti funzionali, complottardi cronici o indo-buddisti, persone che vedono massonerie anche sotto la tazzina del caffè…

Certe affermazioni hanno fatto pigliare anche qualche voto a chi sa giocarsi queste categorie umane con maggior intelligenza…

Riflettendo sulla vaccinazione obbligatoria storicamente in Europa, l’obbligo è nato all’inizio dell’Ottocento, dopo che Edward Jenner (1749-1823) scoprì il vaccino contro il vaiolo. In Italia, le vaccinazioni obbligatorie sono quelle contro la difterite (1939), la poliomielite (1966), il tetano (1968) e l’epatite B (1991).

Il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone fu tra i primi ad applicare un programma di vaccinazioni di massa tra le popolazioni di Palermo e Napoli, nel 1801. Nello Stato Pontificio, il card. Ercole Consalvi emanò un decreto datato 20/06/1822 in cui istituì una Commissione di Vaccinazione per l’inoculazione del vaccino in tutto il territorio. Il Papa Leone XIII la rese facoltativa, ma mai la considerò immorale.

L’equilibro, dunque, è l’elemento essenziale per ovviare sciocche esagerazioni scientiste e imbrogli propagandistici a scopo di lucro, mantenendo la calma ed ovviando all’isteria collettiva di questi ultimi anni.

A proposito, sapete chi ha inventato il green pass? Fu Papa Gregorio XVI (1831-1846) a seguito di una epidemia di colera che dilagò nel 1830, prima dell’invenzione del vaccino. Egli organizzò quella che alcuni chiamerebbero oggi una “severa dittatura sanitaria” a base di sbarramenti sanitari controllati da militari, che impedivano di oltrepassare i confini. C’era la quarantena di almeno 14 giorni e c’erano i “passaporti sanitari” per poter circolare. Furono sospese tutte le feste religiose e ogni tipo di assembramento. Venne istituita una “Commissione straordinaria di pubblica incolumità”, che potremmo paragonare all’odierno CTS (Comitato Tecnico Scientifico), presieduto, non dal prof. Franco Locatelli, ma dal card. Giuseppe Sala. La violazione delle norme prevedevano fino all’ergastolo e alla pena di morte. Naturalmente, è corretto rilevare che non possiamo paragonare la percentuale di mortalità dovuta al colera con quella legata al Covid. Quest’ultimo è stata almeno trenta volte inferiore…

Covid, addio restrizioni. E le viro-star frignano

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di Matteo Milanesi

Eliminato il bollettino Covid e reintegrati i medici no vax. Ecco i primi segnali del nuovo governo di Giorgia Meloni

Il governo cambia, la pandemia è tramontata, gli italiani vaccinati sono oltre il 90 per cento del totale, ma le viro-star non sembrano voler mollare. Il monito rimane sempre lo stesso: avvertimento spargi-panico sull’arrivo di nuove ondate (puntualmente senza portare alcun incremento della pressione ospedaliera), che andrebbero a legittimare ulteriori chiusure, restrizioni e limitazioni.

Il grande preso di mira di queste ultime ore è, senza alcun dubbio, il governo Meloni. Il neoministro della Salute, Orazio Schillaci, ha disposto l’abolizione del bollettino Covid giornaliero ed il reintegro del personale sanitario non vaccinato, sospeso precedentemente da Mario Draghi e Roberto Speranza. Inutile dire la reazione delle viro-star: attacchi isterici, previsioni apocalittiche, rispolvero della formula che associa il negazionismo pandemico alla destra.

“Bollettino ogni mezza giornata”

Primo su tutti, come sempre, è stato il virologo Massimo Galli, secondo cui l’eliminazione del bollettino sarebbe una “misura immotivata”, applicata da chi vuole “calcare la mano per motivi che non sono scientifici e che di questo fanno un po’ una bandiera” (ed eccolo qui il rispolvero negazionista di cui abbiamo appena parlato). Da neoeletto ed esponente del Partito Democratico, non può mancare lo zanzarologo Andrea Crisanti, il quale si supera, affermando come la sua idea (e quella dei dem) sarebbe quella dell’istituzione di un bollettino ogni mezza giornata. Un memento mori ogni poche ore, tanto per terrorizzare la fascia popolare più anziana, sicuramente più fragile, ma che si avvia alla somministrazione della quinta (quinta!) dose di vaccino anti-Covid.

“Gestione ordinaria”

Nonostante le posizioni di qualche mese fa, rigorosamente pro-green pass, pro-restrizioni, pro-lockdown, è l’Ordine dei Medici che sembra aver invertito la rotta: “Mi pare che il ministro abbia un’idea caratterizzata dal senso di responsabilità e da un ragionamento che tiene conto dell’andamento della pandemia. Si va verso una gestione ordinaria, di normalizzazione, e in questo senso rendere il bollettino settimanale mi pare coerente”, ha affermato il medico Anelli. Eppure, qualche rimasuglio ideologico della politica dirigista di Roberto Speranza è ancora presente: “Se succede come in Germania, dove i casi e i decessi sono aumentati, potremmo tornare ad avere una percezione più frequente di quello che sta succedendo”. Insomma, è il classico “fine emergenza mai”: a seconda dell’andamento del trend pandemico, indipendentemente dalle dosi di vaccino somministrate, gli italiani dovranno essere sempre pronti a vedersi limitate le proprie libertà personali.

Accoglie con estremo favore, invece, il virologo Matteo Bassetti parlando di “decisione giustissima”; mentre è un’altra viro-star a rimanere scettica sull’intervento di Schillaci: l’ex consigliere di Speranza, Walter Ricciardi, il quale ha confessato di essere “perplesso” sulle nuove misure adottate dalla coalizione di centrodestra.

Addio viro-star

Ma la vera bomba è arrivata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nella giornata di ieri ha lanciato un monito al governo Meloni, quasi a voler indicare un proprio dissenso rispetto al cambia di rotta adottato dopo l’addio di Roberto Speranza: “Mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse”, ha specificato ieri il titolare del Quirinale.

In questa fase, almeno sul lato della lotta al Covid, Giorgia Meloni pare essere un fiume in piena, contro tutto e tutti, abbattendo la frangia viro-star che vorrebbe tenerci serrati in casa, chiusi in nome del tanto sbandierato “modello cinese” di questi due anni emergenziali. La musica sembra essere definitivamente cambiata. Finalmente, si è arrivati alla consapevolizzazione di una malattia trasformata a semplice influenza, imparagonabile rispetto a quella che era la sua rilevanza pochi mesi fa. Ed anche i chiusuristi, prima o poi, se ne dovranno fare una ragione.

Matteo Milanesi, 29 ottobre 2022 https://www.nicolaporro.it/covid-addio-restrizioni-e-le-viro-star-frignano/

“Supermario” è caduto per giochi di Palazzo, non per le proteste di piazza

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Sulla stessa linea di Marcello Veneziani, il nostro Responsabile Nazionale Matteo Castagna consiglia di andare tutti a votare il 25 Settembre per non lasciare mani libere al male assoluto rappresentato dalle sinistre. E…una stoccata al vetriolo ai fanatici no vax è servita su un piatto d’argento…

QUINTA COLONNA

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/07/28/supermario-e-caduto-per-giochi-di-palazzo-non-per-le-proteste-di-piazza/

I GOVERNI CONTE II E DRAGHI NON SI POSSONO ASSOLVERE DA UNA GESTIONE FOLLE DELLA PANDEMIA DA PARTE DI ALCUNI INCAPACI E INTERESSATI, PROBABILMENTE AL SOLDO DELLE MULTINAZIONALI DEL FARMACO

Tutti quelli che si sono messi a fare i tribuni della plebe, contro la “dittatura sanitaria”, supportando teorie strampalate, sciocchezze superstiziose, teosofia, pseudo-medicina, scienza olistica, teorie del complotto, profezie apocalittiche e molte altre amenità sono stati ferocemente sconfitti in ogni previsione.

Infatti, le elezioni si sono tenute e si terranno regolarmente; i giochini della politica sono uguali a quelli di trent’anni fa.

Le manifestazioni che, per alcuni soggetti, parevano la chiamata a raccolta dei pazienti psichiatrici del Paese, e gli starnazzamenti di certe oche non sono serviti a nulla.

Draghi ha inasprito la repressione, ora qualcuno vincerà qualche causa sporadica, ma “Supermario” è caduto per le logiche di Palazzo, non per la tanto paventata “rivoluzione popolare” della c.d. “resistenza”.

Quanto detto, naturalmente, non assolve i governi Conte II e Draghi da una gestione folle della pandemia da parte di evidenti incapaci e interessati, probabilmente al soldo delle multinazionali del farmaco.

Quanto accaduto dovrebbe essere un richiamo all’equilibrio nell’osservazione della realtà. Come è stato grottesco e talvolta assurdo lo scientismo delle virostar, altrettanto sciocco e fallimentare è stato il fanatismo di certi no vax.

Sappiamo che l’italiano medio diventa allenatore, medico, stilista, virologo, con supponenza dogmatica, ogni volta che si presenta l’occasione. E lo fa da maniaco compulsivo.

Tornando ai vari tribuni della plebe del novaxismo fanatico, agli alternativi del risveglio… induista, ai soloni della contro-informazione, avete notato che hanno quasi tutti fondato un partito? L’unico che pare non riuscirci, nonostante la voglia disperata, è il povero Massimo Viglione.

Ma allora, come un anno fa, mi chiedo: il fine di costoro era quello di dire la verità dei fatti, oppure cercare di crearsi un elettorato?

Tutta la canea montata con teorie di ogni genere servirà solo a far abboccare la gente più fragile con fini elettorali? Non è che se questi poi non entreranno in parlamento scompariranno dalla scena?

La mia previsione è che saranno tutti spazzati via il 25 settembre e, se qualcuno riuscirà a entrare in Parlamento, diverrà presto come gli altri. Scommettiamo?

 

 

Contro il mondialismo è necessaria una alleanza politica tra cattolici, identitari e patrioti

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/01/17/contro-il-il-mondialismo-e-necessaria-una-alleanza-politica-tra-cattolici-identitari-e-patrioti/

LA NUOVA NORMALITÀ: NON TUTTO IL MALE VIEN PER NUOCERE…

Occorre dividere la problematica dell’emergenza pandemica in due parti: il paravento, costituito da vaccini e Green pass e la sostanza, costituita dalla “nuova normalità che ci aspetta”. Il suggerimento è quello di dare al paravento il peso che deve avere un elemento accessorio, funzionale ai programmi del globalismo, ponendo l’attenzione e, laddove possibile, la preparazione, ai cambiamenti che già ci vengono prospettati.

Sono sempre stato un convinto “free vax” che ritiene il lasciapassare uno strumento essenziale per imporre subdolamente il vaccino sintetico a mRna a tutta la popolazione. Si tratta di un paravento robusto, non di tela ma di piombo, perché le implicazioni morali e afferenti le libertà individuali e collettive sono parecchie e non si possono liquidare in due parole.

Del resto, l’attenzione del mondo doveva essere concentrata su qualcosa di importante, come la tutela della propria salute, altrimenti qualcuno avrebbe potuto spostare il plumbeo ostacolo e guardare cosa ci aspetta, quando il paravento sarà abbassato. E’ ciò che, in questi due anni, ho cercato e cerco di fare osservando la realtà alla maniera tomista.

Non credo ci si debba stupire di fronte al caos creato dai televirologi, del tutto e il contrario di tutto di una gestione che ha vari aspetti paradossali, alcuni assurdi, altri grotteschi. Il caos è, infatti, il presupposto del paravento vaccinale perché disorienta e un popolo che non capisce più niente, martellato da una propaganda che parla solo ed esclusivamente di questo, finisce col fidarsi dell’autorità governativa, supportata da quella scientifica e religiosa, convinto che agiscano per il suo bene.

Mentre il cosiddetto “no vax” aderisce in maniera massimalista ed esasperata alla questione dell’immoralità dell’utilizzo di linee cellulari di feti abortiti, ma soprattutto è terrorizzato più dagli effetti avversi che dalla malattia. E’, nella maggioranza dei casi uno strenuo avversario della medicina tradizionale in favore della “scienza olistica” o medicina alternativa, a base di piantine, tisane e altri intrugli, che spopola negli ambienti New age, teosofici ed esoterici.

A mio avviso ha ragione don Francesco Ricossa nella sua recensione al libro del Prof. Roberto de Mattei Sulla liceità morale della vaccinazione (Edizioni Fiducia, Roma 2021, pp. 74): “Stabilito che il problema posto dalle linee cellulari provenienti all’origine da aborto procurato non rende necessariamente intrinsecamente cattiva la vaccinazione (cooperazione materiale remota…)“, posizione che trova sostanzialmente origine dalla teologia morale, ciascuno è libero di scegliere “in scienza e coscienza prendendo evidentemente delle precauzioni per non ammalarsi o non ammalare (nel limite del possibile!)”.

Don Ricossa dimostra di aver compreso perfettamente che la questione vaccinale divide i cattolici (il “divide et impera” nei nemici di Dio?): “mi sembra che si tratti di una deviazione preoccupante dell’attenzione dalle verità di Fede nella lotta antimodernista ad una lotta in materia ancora poco chiara e opinabile” e ricorda che “la questione per eccellenza è quella della Fede, del Papato, della Messa, del sacerdozio, della lotta all’eresia modernista: il resto rientra nel campo dell’opinabile. Quello che vale per la politica politicante, vale anche per questi problemi di ordine sanitario. Non facciamoci distrarre dall’essenziale per dividerci sull’accessorio“.

Nel definire il complottismo “senza dubbio un’aberrazione che prospera a causa della sfiducia nelle “autorità”, don Ricossa cerca di dare una risposta al proliferare delle teorie più strampalate, che allignano perfino in ambienti cattolici, ma mette anche in guardia da esso. Il realismo tomista, che sta nell’osservazione della realtà e nell’uso di intelletto e volontà per interpretare correttamente i segni visibili, smonta ogni delirante ossessione e pone, implicitamente, un chi va là: occhio, perché se le teorie che proponete come fossero Vangeli, poi non si realizzeranno, perderete ogni credibilità, nell’ilarità generale.

Lungimiranza, oggi, è saper guardare oltre e più in là rispetto al paravento di piombo, stando sempre attenti che non ci cada addosso e che qualcuno non ce lo spinga contro, perché schiacciati da esso non ci si rialza più e si perde la rotta della bussola. Perciò il Sistema sappia che portare la mascherina è un po’ fastidioso ma ha anche i suoi aspetti positivi, oltre a proteggere dal contagio, come ad esempio quello di riparare dal contatto diretto con chi non conosce il dentifricio e che aiuta, in molte situazioni imbarazzanti a nascondere sorrisi o smorfie naturali, mandando in tilt chi conosce la comunicazione non verbale.

Veniamo, dunque, al vulnus, che è la “nuova normalità” per colpire i cattolici ed i veri identitari. Ammesso e non concesso che la transizione green porti effetti utili al benessere del pianeta, sarebbe sciocco opporsi al progresso tecnologico, laddove esso non vada in contrasto coi principi morali. La televisione che trasmette il temporale quando, in realtà, c’è il sole, è un problema oggettivo. Ma imparare a non aprire l’ombrello sopra la TV che trasmette pioggia è essenziale.

Oggi, è la stessa tecnologia che ci consente di accedere ad informazioni e fonti impensabili fino a un decennio fa: usiamola per formarci ed informarci a dovere da specialisti ragionevoli, autorevoli ed attendibili. Se non si riesce a discernere, non è obbligatorio credere al maltempo quando c’è bello, ma è opportuno sospendere il giudizio, consultare un buon sacerdote, pregare, vivere il più possibile in Grazia di Dio perché noi non sappiamo né il giorno né l’ora in cui verrà a giudicarci, come insegna negli Esercizi Spirituali sant’Ignazio di Loyola.

La confusione in ambito sanitario ci sarà finché non si creerà un’ omogeneità nel mondo scientifico. Retto discernimento, buon senso e un buon dizionario di teologia morale sono tre risposte alla portata di ciascuno di noi. I social sono utili, in un certo senso, ma anche tremendi, come il web, perché vi si trova qualsiasi cosa. C’è gente che campa postando spazzatura e fake news.

La reazione può essere duplice: chiudere tutto oppure avere la consapevolezza di poter essere ingannato, ma non sull’essenziale, che va preservato a prescindere, perché è e resterà sempre il Fine della vita umana: la salvezza eterna attraverso i mezzi che Gesù ci ha lasciato, tramite la Santa Chiesa. Sacramenti, in primis.

In questo periodo così difficile, l’alleanza politica tra i veri cattolici e tutti coloro che si definiscono identitari e patrioti fa fronte comune nei confronti di quel Leviatano che oggi è la globalizzazione col suo primo tentacolo che è il mondialismo, ed il suo secondo tentacolo che è la società fluida, egualitarista, piatta, desacralizzata, materialista, atea, che trova il principale ostacolo nell’ordine naturale e, quindi nella Famiglia, cellula fondamentale della nostra civiltà. Il prossimo, per il cattolico, è l’affine, mentre l’umanità intera è composta dalle creature di Dio. Anche gli identitari comprendono e lottano per la tradizione e per la difesa dell’identità, perché sono, con noi, parte di un’unica comunità di destino: quella che la “nuova normalità” proverà a toglierci, ma che dovrà trovarci molto ben preparati.

Vax contro no vax, gli italiani si sono sempre odiati

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CON IL COVID SI STA DISGREGANDO IL NOSTRO TESSUTO SOCIALE? NO, NON È MAI ESISTITO

di Rino Cammilleri

Giustamente l’amico Porro lamenta che si sta disgregando il nostro tessuto sociale. Il cantautore cattolico Povia si becca il Covid? Bene, ben gli sta, speriamo che schiatti. Questi i “messaggi” di auguri inviatigli anche da medici mediatici. Porro ha la mia non piccola stima anche perché dissente dalla linea conformista del quotidiano di cui pure è vicedirettore. I giornalisti che fanno il loro mestiere in coscienza e non per lo stipendio sono pochi, ahimè. Proprio la pandemia è intervenuta, evangelicamente, a «svelare i pensieri di molti cuori». E, grazie a Dio, in tanti se ne sono accorti, col gran risultato che ormai non ci fidiamo più di nessuno, scienziati, giornalisti, medici e soprattutto politici.

Nel Medioevo il capo politico era il re, davanti alla cui sacralità si piegava il ginocchio. Quante rivoluzioni ci sono volute per arrivare ad avere capi politici accolti a pernacchie quando spuntano in tivù? Vent’anni fa, giovane e sprovveduto, pubblicai un libro prima per Mondadori, poi per la Bur: Doveroso elogio degli italiani. Poi, invecchiato, feci esperienza. Com’è noto, l’esperienza è quella cosa che quando ce l’hai non serve più. Mai mi sono pentito di un mio libro, e sono una quarantina. Tranne di quello. Era appena uscito nelle librerie che già gli arrivò una minaccia di querela. Dall’estero. E chi era? Un italiano. Del tutto sconosciuto alle patrie lettere. Diceva che l’avevo plagiato, anziché ringraziarmi per averlo citato. Finì che il mio editore fu costretto a pagare un’expertise, la quale diede ragione a me. Però il costo dell’expertise superò l’incasso e l’editore, bollandomi come uno che portava rogne, accantonò il mio libro, che non fu più ristampato.

Insomma, il tessuto sociale gli italiani non l’hanno mai avuto. È dai tempi di Romolo e Remo che il loro specifico è la guerra civile. Roma a parte, le Crociate nacquero proprio perché il papa Urbano II, stufo delle guerre continue tra cristiani, disse loro: ma se proprio avete voglia di menare le mani, andate a farlo da un’altra parte, dove è veramente utile. Per fortuna quella volta gli diedero retta. Ma poi ricominciarono. Città contro città. Quartiere contro quartiere (il Palio di Siena c’è ancora oggi, per dirne una). Dice niente il fatto che, per legge, il podestà doveva essere uno di fuori? E il vizio di chiamare «lo straniero» a calare in Italia per far vincere la propria fazione? Vizio che rimase anche nel Risorgimento, il quale fu possibile grazie a inglesi e francesi e infine prussiani.

Gli «austriaci» che combattevano contro i piemontesi erano veneti e lombardi. E che fu la garibaldinata contro il Sud  se non una guerra tra italiani? Per non parlare delle campagne napoleoniche, con giacobini (italiani, la cui bandiera svetta ancora sul Quirinale) che massacravano le Insorgenze. E poi il «brigantaggio». E poi venne il marxismo e gli italiani ricominciarono a darsele. Bienni rossi, squadracce eccetera. Caduto il fascismo, ecco una guerra civile in grande stile. Dice niente il fatto che il partito comunista di osservanza sovietica più numeroso di tutto l’Occidente fosse proprio quello italiano? E che il Sessantotto da noi, e solo da noi, sia durato dieci anni? Per non parlare degli anni di piombo.

Saremo bravi, noi italiani, con la cucina, l’arte, la moda. Ma per il resto facciamo ridere. E ci detestiamo l’un l’altro che è un piacere. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci venga a comandare dall’esterno, Draghi compreso. Dunque, non c’è nessun tessuto sociale da salvaguardare. Non c’è ne mai stato uno. Ahimè.

Rino Cammilleri, 18 dicembre 2021

Fonte: https://www.nicolaporro.it/vax-contro-no-vax-gli-italiani-si-sono-sempre-odiati/

Per la sanità inglese si ammalano pure i vaccinati, per la nostra solo i no vax

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Come risaputo, il nostro Circolo Christus Rex non appartiene alla galassia “no vax”, ma ha un motivato pensiero “free vax”, tanto che molti di noi sono vaccinati ed altri no. Nella confusione che regna sovrana nella comunità scientifica, manteniamo la consueta mentalità critica basata sulla realtà, che ci permette di dire cose “fuori dal coro”, laddove vi siano fondamenti religiosi di Magistero Perenne ed immutabile, oppure logici o di qualsiasi altra motivazione circostanziata ed argomentata. Questo articolo ci sembra venire incontro alla scelta di libertà di coscienza e, quindi, di tranquilla convivenza tra vaccinati e non.

VACCINI E DECESSI: QUALCOSA, NEL CONFRONTO TRA ITALIA E UK, NON TORNA…

di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

In base ai dati che forniscono l’Istituto superiore di Sanità e Istat in Italia i contagiati, i malati Covid in ospedale e i morti sono non vaccinati. In base ai dati inglesi, invece, si contagiano di più i vaccinati e ci sono migliaia di ricoverati e morti vaccinati (leggere per credere il bollettino settimanale inglese, “Covid-19 Surveillance report”)

Il motivo per cui il premier inglese Boris Johnson ha dichiarato, all’opposto del Presidente Draghi, che “il vaccino non protegge dal contagio” è che qualcuno gli riferisce i dati inglesi che mostrano centinaia di migliaia di vaccinati “positivi”. In particolare, in tutte le fasce di età superiori ai 50 anni, cioè nella fascia di età a rischio di morte Covid.

Vaccinati e non vaccinati

Per chi fosse curioso delle percentuali rispetto a chi è vaccinato e non vaccinato, cioè volesse controllare l’incidenza anche in base al numero di persone vaccinate e non, anticipiamo che avrebbe una sorpresa. Dai 40 anni in su, questi numeri si traducono in percentuale di “casi positivi” maggiori tra i vaccinati (solo per i giovani è il contrario).

Ci siamo permessi di raggruppare visivamente i due gruppi, di vaccinati e non vaccinati, per evidenziare come stanno le cose. In UK i vaccinati si contagiano a centinaia di migliaia, si ammalano e muoiono a migliaia. Nessuna ulteriore elaborazione è necessaria perché questi sono non delle percentuali ricavate come fa sempre da noi l’Istituto di Sanità, ma i semplici numeri dei casi positivi, dei ricoverati in ospedale e dei morti Covid.

È impossibile per chiunque negare che in UK i vaccinati si contagiano quanto i non vaccinati. Per essere precisi, nella fascia di età giovane si contagiano di più i non vaccinati, ma dopo i 40 anni è il contrario, l’incidenza è maggiore tra i vaccinati. Dato però che la mortalità Covid è rilevante solo sopra i 60 anni questo vuol dire che la situazione di rischio complessiva è peggiore per i vaccinati.

È altrettanto impossibile negare che gli ospedali inglesi abbiano migliaia di malati Covid vaccinati. I nostri giornali ripetono ogni giorno che gli ospedali italiani sopportano il costo di curare solo i “novax”, gli ospedali inglesi sono oberati invece dal costo di curare i “sì vax”. Questi sono gli inglesi contagiati, malati e morti, divisi per classi di età e status di vaccinazione.

Infine è impossibile negare che tra gli inglesi i vaccinati muoiano di più dei non vaccinati.

Questo fenomeno del vaccinato inglese che muore di Covid stando a Corriere, Messaggero, Stampa, Repubblica, Carlino e il resto di quasi tutti i media è sconosciuto in Italia. Da noi solo i “novax” muoiono o rischiano di morire. Evidentemente la Covid19 è un virus diverso fuori d’Italia, dove evita i vaccinati. In UK il virus si sbaglia e contagia, fa ammalare e fa anche morire centinaia di non vaccinati.

È evidente da questi dati inglesi perché da loro il governo non abbia imposto il green pass. La sanità inglese documenta ogni settimana tramite il bollettino che stiamo citando come i vaccinati si contagiano quanto i “novax” e quindi il governo ne prende atto e si rende conto che il green pass non ha alcun senso.

Di fronte a questi dati che mostrano come in UK i vaccinati si contagiano, ammalano e muoiono, mentre in Italia il fenomeno non sembra esistere, ci viene un grosso sospetto. Essendo il virus lo stesso e pure i vaccini utilizzati sono gli stessi non è che i dati italiani   siano abilmente alterati per giustificare provvedimenti politici come il GreenPass che altrimenti sarebbe stato difficile imporre?

Fonte: https://www.nicolaporro.it/per-la-sanita-inglese-si-ammalano-pure-i-vaccinati-per-la-nostra-solo-i-no-vax/

Report e il servizio sui vaccini Covid, perché è scoppiata la polemica politica

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“Possiamo parlare di vergognoso linciaggio mediatico nei confronti di Sigfrido Ranucci, per aver posto degli interrogativi sulla terza dose e uno studio del Niguarda di Milano sulla protezione anticorpale. Chiunque muova critiche, per quanto circostanziate e motivate siano, alla “dottrina vaccinista” viene posto fuori dal dibattito pubblico – dice Matteo Castagna, Responsabile Nazionale di Christus Rex – e uno dei giornalisti che ha speso l’estate a girare l’Italia per parlare della “libertà di stampa e di informazione” viene messo sul banco degli imputati dai soloni del mainstream. Il Sistema giacobino vuole ghigliottinare i ricercatori senza padroni e paraocchi? In fondo l’ha sempre fatto, ma sembra che con Ranucci, ma anche con Mario Giordano, che non sono certamente sulla stessa linea di pensiero politico, si stia oltrepassando il limite, trasversalmente. La democrazia italica del 2021 manda al confino chi è fuori dal coro. Ma di cosa hanno paura?”

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Roma, 2 novembre 2021 – Sulla trasmissione tv Report di Sigfrido Ranucci tornano i riflettori della politica. Il servizio su vaccini terza dose andato in onda ieri sera non è piaciuto a ad una larga fetta di parlamentari. A cominciare da quelli del Pd che si appellano ai vertici della Comissione di Vigilanza Rai chiedendo “un chiarimento” sui contenuti dell’inchiesta a firma di  Samuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale.

“Su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass – si legge nell’interrogazione a firma dem -. Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia, che affermano di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche”.

E ancora: “Un sedicente ‘collaboratore del Comitato Tecnico Scientifico’, anch’egli irriconoscibile e anonimo, che denuncia la totale imperizia dell’organismo su cui poggiano le decisioni politiche a tutela della salute pubblica dall’inizio della pandemia. Dubbi sull’efficacia dei vaccini, perplessità sulla durata della copertura degli anticorpi, affermazioni del tutto campate in aria sulla ‘larga frequenza di effetti collaterali’ dopo la somministrazione del vaccino anti Covid, speculazioni dietrologiche sul ‘grande business della terza dose‘ detenuto da ‘multinazionali del farmaco’ concentrate solo a ‘accumulare enormi profitti con la perdita di efficacia della terza dose’, dubbi sulla efficacia del Green Pass e della sua eventuale estensione”.

Covid, si torna a parlare di obbligo vaccinale

La critica stavolta è bipartisan. Da Forza Italia arriva il commento di Andrea Ruggieri, deputato e membro della commissione di Vigilanza Rai. “Mi spiace ascoltare da Report la lagna qualunquista per cui ‘il vaccino è il business delle case farmaceutiche’, che per inciso hanno salvato il mondo. Mi spiace perché Report è la seguitissima trasmissione di un’azienda che dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino”.

Si fa sentire anche Matteo Renzi, già in polemica con Report per un altro servizio che lo coinvolge: “In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di Report. Non il primo, non l’ultimo. Per giudicare questa trasmissione mi bastano queste parole del conduttore Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche. Il vaccino non è un business, il vaccino per me è la salvezza dal coronavirus. Report non fa servizio pubblico, tutto qui”. CONTINUA SU: https://www.quotidiano.net/politica/report-vaccini-covid-1.6988874

 

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Saltato tutto

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di Alfio Krancic

Nella Cabina di Regia, presenti le massime istituzioni, il PdC, insieme ai militari, ai servizi italiani e stranieri oltre ai suoi più fedeli ministri, consiglieri e stretti collaboratori, stava buttando giù piani per la soluzione finale del problema portuali e novax. Sarebbe stato il colpo mortale per sistemare una volta per tutte i pazzi che si rifiutavano di essere pungiuti. All’uopo erano stati mobilitati circa 2000 Black Bloc che avrebbero dovuto mettere a ferro e a fuoco la città di Trieste. Molti di loro si sarebbero travestiti da portuali e da neofascisti di Forza Nuova. Gli atti provocatori sarebbero dovuti iniziare poco prima della manifestazione.
Il copione prevedeva due coppie di gay che sarebbero state pestate e mandate all’ospedale (naturalmente si sarebbe trattato di attori). L’aggressione sarebbe dovuta avvenire davanti alle telecamere di Piazza Pulita e a quelle di Fan Page. Sarebbe seguito il pestaggio da parte dei neofascisti black bloc di una anziana signora antifascista che, messasi a protestare contro le violenze nere, avrebbe dovuto essere gettata a mare. (ovviamente salvata) e dichiarata morta dispersa dai media. Subito dopo i falsi portuali avrebbero assaltato le forze dell’ordine con bottiglie molotov e usando delle armi. La scena del portuale che spara contro la polizia sarebbe stata ripresa, secondo i piani, da una troupe del Tg di Mentana. Da quel momento sarebbe iniziata la guerra. Macchine incendiate, palazzi dati alle fiamme, barricate. assalti alle sedi dei partiti e alla sede della CGIL. Il tutto documentato e commentato in dirette e in speciali tv nei quali si sarebbe addossata la responsabilità del disastro ai portuali, ai no vax e ai fascisti.
Tutto era pronto e preparato nei minimi dettagli, quando un giornalista di Formigli entrò nella sala urlando: “Hanno annullato la manifestazione. Puzzer ha invitato tutti a restare a casa!” Si sentì un solitario “Mortacci loro!”. A nulla valsero le invocazioni a Satana. Tutto era saltato.

Fonte: https://alfiokrancic.com/2021/10/22/saltato-tutto/

Il Cdx ha preso una batosta

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di Redazione

Dopo una seria analisi della sconfitta nelle grandi città, la Lega potrebbe, a nostro avviso, pensare all’opportunità di lasciare il governo, di indire i congressi provinciali, regionali e federale (tutto entro fine anno) per un attento rinnovo della classe dirigente, stabilire una “carta dei valori non negoziabili”: diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, difesa, sempre, senza se e senza ma, del diritto naturale, politiche a favore della famiglia e della natalità, sovranismo e autonomia, flat tax, no globalismo, no immigrazione, no green pass. Restano gli umili consigli di un piccolo circolo culturale, i cui componenti, però, si occupano di politica da almeno trent’anni…

di Alfio Krancic

Analisi controcorrente: parto dal presupposto che parte dell’elettorato di cdx sia no vax e/o no green pass e visto l’orientamento ondivago del trio Lescano sulla questione vaccinale ( eccetto FI che predica l’obbligo vaccinale e magari l’internamento per coloro che non vogliono essere pungiuti ), ha fatto sì che milioni di voti del cdx siano finiti nell’alveo del grande fiume astensionista. In più il fatto che la Lega e FI siano diventati due partiti valletti del presidente Draghi, di Letta, Speranza e dei moribondi 5S, non ha certo giovato al terzetto centrodestrorso. Prova ne sia il risultato disastroso di Salvini che ha visto molte città governate da lungo tempo dal Carroccio, passare alla sinistra.

Fonte: https://alfiokrancic.com/2021/10/18/perche-il-cdx-ha-preso-una-batosta/

 

Green pass, i portuali sfidano Draghi: “Blocchiamo tutto”

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Comunque la si pensi, i portuali dimostrano di essere una categoria di lavoratori compatta e coraggiosa, in grado di trattare, proprio grazie a questo binomio di caratteristiche, direttamente col Governo, avendo anche la forza di poter dettare le condizioni. Un loro comunicato spiega come stiano arrivando loro migliaia di messaggi di sostegno da parte di lavoratori e famiglie italiane che ritengono ingiusto il Green Pass. Le azioni concrete di seria protesta sono queste, e si differenziano di gran lunga da proclami, libelli, scontri e raduni, facilmente strumentalizzabili e/o palesemente inutili (N.d.R.)

Se le trattative non andranno in porto, saranno guai seri. Non solo per il sistema portuale italiano, che non può certo fare a meno di Trieste. Ma anche per l’economia nostrana, in un periodo in cui la filiera della logistica mondiale è in subbuglio. E soprattutto per il governo, che si trova sul piatto una grana enorme che rischia di esplodere nel giorno del battesimo del green pass obbligatorio.  I lavoratori portuali di Trieste lo hanno detto chiaro e tondo: il 15 ottobre ci sarà il “blocco delle operazioni del porto” se “non sarà tolto l’obbligo“ del lasciapassare verde, non solo per loro “ma per tutte le categorie di lavoratori”.

Un ultimatum a Draghi in cui non sembrano esserci spazi di mediazione. Ieri il Viminale aveva provato a trovare una soluzione, chiedendo alle aziende di pagare i tamponi ai dipendenti sprovvisti di green pass. Una sorta di “privilegio” rispetto al resto dell’Universo mondo, visto che la linea Draghi è sempre stata quella di non avvallare le tesi “no vax” a suon di test molecolari gratuiti. Infatti, i portuali hanno respinto al mittente pure questa ipotesi. Niente da fare. Neppure le paventate dimissioni del presidente dell’Autorità, Zeno d’Agostino, li ha scalfiti. I 950 operai triestini non scendono a patti: se anche un solo lavoratore italiano dovesse essere escluso dal lavoro, si metteranno a braccia conserte fermando – di fatto – l’intera macchina organizzativa del porto. Il 40% di loro non è vaccinato, e dunque è sprovvisto del pass, in una città in cui il movimento 3V dei No Vax ha sfiorato il 5% dei consensi. In città le manifestazioni anti green pass vanno avanti da settimane. Mentre gli occhi d’Italia erano puntati sugli assalti romani alla Cgil, qui sfilavano 15mila persone capitanate proprio dai portuali. “Siamo venuti a conoscenza – ha scritto il leader della protesta  Stefano Puzzer – che il Governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del Presidente Zeno D’Agostino le dimissioni. Nulla di tutto ciò ci farà scendere a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo di green pass per lavorare. Non solo noi, ma tutte le categorie di lavoratori”.

Una guerra senza esclusione di colpi, che dimostra come il governo si sia presentato impreparato all’appuntamento col green pass. Non solo i portuali, infatti. I poliziotti da giorni sono sul piede di guerra perché la possibile esclusione dal servizio di 15-19mila divise non vaccinate rischia di paralizzare il sistema di sicurezza italiano. Chi occuperà i turni dei colleghi rimasti a casa, vista la cronica mancanza di organico? E se la durata del tampone dovesse “scadere” in mezzo al servizio, il poliziotto che fa: lascia scappare il ladro? Draghi ora dovrà trovare una soluzione. Non semplice. I portuali triestini gli hanno lanciato il guanto di sfida. E per ora hanno loro il coltello dalla parte del manico: la ripresa italiana non può permettersi di perdere un porto. Col rischio che la protesta contagi anche gli altri scali. A partire da Genova.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/green-pass-i-portuali-sfidano-draghino-green-pass-o-blocchiamo-tutto-i-portuali-sfidano-draghi/