Polonia, trionfa Duda: perdono Soros e Bruxelles

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In Polonia è vittoria dei sovranisti. Come riporta l’agenzia AgiAndrzej Duda, molto vicino alle posizioni di Donald Trump, ha battuto con un margine risicato l’avversario eurofilo, Rafal Trzaskowski. Duda ha ottenuto il 51,21% mentre il sindaco di Varsavia, un liberale che prometteva relazioni più strette con l’Unione europea, si è fermato al 48,79%. Risultato che rafforza il partito di governo ‘Legge e Giustizià, in rotta di collisione con Bruxelles per la riforma giudiziaria che secondo i critici intacca le libertà democratiche. Duda ha promesso di mantenere gli assegni sociali e, durante la campagna elettorale, ha attaccato i diritti LGBT. Tuttavia, i commentatori politici polacchi rilevano che la buona performance di Trzaskowski suggerisce una “nuova dinamica” per l’opposizione polacca e “cambiamenti significativi” sulla scena politica.

Il secondo turno delle elezioni presidenziali ha registrato un’affluenza molto elevata, pari al 68,9 per cento, oltre 13 punti in più di quella delle elezioni presidenziali del 2015, pari al 55,34 per cento. E’ quanto emerge dai dati pubblicati dall’agenzia Ipsos alla chiusura delle urne. L’affluenza è più elevata anche rispetto a quella del primo turno tenutosi due settimane, quando si era comunque attestata a un considerevole 64,51 per cento

Polonia, vince Duda: festeggiano i sovranisti

“Congratulazioni per la vittoria elettorale al presidente polacco Andrzej Duda. Il successo ottenuto è il segno dell’ottimo lavoro fatto. Buon lavoro per i prossimi anni di mandato. Siamo pronti a collaborare per la costruzione di un’Europa migliore e più giusta”. Lo ha dichiarato il vicesegretario federale della Lega Lorenzo Fontana, ex ministro agli Affari europei.”Congratulazioni al presidente Andrzej Duda, riconfermato con un’altissima partecipazione al voto e nonostante la campagna di demonizzazione della sinistra e di Bruxelles. Con lui e gli amici conservatori polacchi continueremo a batterci per un’Europa dei valori e dell’identità” afferma il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Continua a leggere

Soros con Greta: 25 milioni al Global Climate Strike

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George Soros è con Greta Thunberg. Almeno 22 dei gruppi di attivisti di sinistra partner nel Global Climate Strike hanno ricevuto $ 24.854.592 in finanziamenti dal miliardario liberista George Soros tra il 2000-2017 attraverso la sua Open Society Network, Joseph Vazquez ha riferito giovedì per il Media Research Center. A darne notizia è Breitbart. Sebbene apparentemente innescato dalle proteste della sedicenne Greta Thunberg, il Global Climate Strike porta fin dall’inizio le impronte indelebili di attivisti e finanzieri come liberal George Soros.

Soros è con Greta: ecco chi ha finanziato

Tra le organizzazioni che hanno ricevuto finanziamenti da Soros ci sono il Fund for Global Human Rights, Global Greengrants Fund, 350.org, Amnesty International, Avaaz, Color of Change, and People’s Action. Ognuno di questi gruppi ha programmi e obiettivi legati al clima che vanno dalla riduzione delle emissioni globali all’eliminazione di nuovi progetti di combustibili fossili e ad un “movimento verde per i diritti civili”. Altri importanti donatori includono il candidato alla presidenza democratica Tom Steyer NextGen America e il Sierra Club, che secondo quanto riferito ha ricevuto milioni dall’ex sindaco Michael Bloomberg.

Il gruppo 350.org, fondato da Bill McKibben nel 2008, ha combattuto contro il carbone in India e ha cercato di fermare il gasdotto Keystone XL negli Stati Uniti.

La lettera dei 500 scienziati contro Greta

Come riporta IlGiornale.it, nell’indifferenza generale 500 scienziati di tutto il mondo indirizzano al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, una lettera contro l’allarmismo climatico. Lanciata da Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aja, l’iniziativa è il risultato di una collaborazione tra scienziati e associazioni di 13 Paesi. Pubblicato in un momento in cui l’agenda internazionale pone il clima in cima alla lista delle preoccupazioni, questa

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Fonte – https://oltrelalinea.news/2019/09/30/soros-con-greta-25-milioni-al-global-climate-strike/

Enrico Mattei: storia di un uomo al servizio dell’Italia

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Quella di Enrico Mattei, il primo presidente dell’ENI, fu senza ombra di dubbio la storia e parabola di un patriota: un uomo scaltro ed intelligente, capace di spostare gli equilibri politici interni e quelli internazionali a favore del proprio disegno di benessere per l’Italia. Sempre, in ogni caso, nel rispetto dei partner paritetici, di qualunque tipo essi fossero. Insomma: un manager di Stato che servì con lealtà, forza ed intelligenza la propria nazione. Conducendola, persino, a far tremare le fondamenta tanto del potere economico internazionale allora in fase di sedimentazione, quanto dell’equilibrio della Guerra Fredda.

Enrico Mattei: origini ed esperienze politiche

Enrico Mattei nacque da una famiglia di umili origini, e non fu mai particolarmente incline alla costanza nello studio: per questo motivo, il padre lo introdusse subito nell’ambito lavorativo. In esso, la brillantezza della sua persona gli permise di scalare presto le gerarchie, da operaio ed apprendista a ragioniere e dirigente. Non fu un caso che, nel 1961, ricevette honoris causa la Laurea in Ingegneria Civile dall’Università di Bari.

Dopo aver vissuto il regime fascista, combatté la Resistenza con forza, lealtà e rispetto, tanto sul campo quanto nello spirito: cioè, con patriottismo ed amore per lo Stivale, che non avrebbe mai voluto tra le grinfie dei tedeschi. Fondamentali furono gli incontri con Giuseppe Spataro, esponente della DC, e Marcello Boldrini, professore alla Cattolica. Alla fine della guerra, gli furono riconosciuti il suo impegno, la sua dedizione e la convinzione nelle sue idee: capaci di plasmarsi duttilmente sulla realtà per avere successo.

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/09/29/enrico-mattei-storia-uomo-servizio-italia/

Tremonti smonta Greta Thunberg: “Non è fenomeno spontaneo”

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L’ex ministro Giulio Tremonti smonta il fenomeno Greta Thunberg. Ospite del programma L’Aria che Tira su La7, Tremonti ha sottolineato come quello di Greta Thunberg non sia affatto un fenomeno spontaneo:

Esistono problemi di cambio climatico, di inquinamento, di ridisegno dell’industria nel mondo. Il cambio climatico c’è sempre stato: uno può chiedersi perché Groenlandia si chiama così. Era verde ed è diventata grigia. Il cambio climatico è parte della storia del pianeta e dell’umanità. Poi c’è l’nquinamento. Io inviterei Sua Eccellenza Bertinotti a leggere la storia del clima negli ultimi 1000 anni. Un conto è il cambio climatico, un conto è l’inquinamento.

E poi c’è Greta Thunberg. Tremonti affonda il colpo:

Se uno pensa che Greta Thunberg sia un fatto spontaneo e naturale, forse non ha idea di quale macchina politica e mediatica sta dietro Greta, non è mica Giovanna D’Arco, è un fenomeno complesso, con un investimento di capitali straordinario alle spalle ed è il tentativo di ridisegnare la struttura industriale fatta con la globalizzazione

 

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/09/25/tremonti-smonta-greta-thunberg-non-e-fenomeno-spontaneo/

Marion Marèchal su Salvini: “I Cinque stelle lo hanno tradito”

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Salvini? È stato tradito dai Cinque stelle dopo le elezioni europee. A parlare, in una intervista a La Stampa è Marion Marèchal (ha rinunciato a Le Pen, il cognome del nonno Jean-Marie), 29 anni, già promessa del Rassemblement National (Rn), il partito della zia Marine. Commentando la decisione di Salvini di staccare la spina al governo «giallo-verde» e aprire la crisi di governo in agosto, Marion Maréchal spiega che «sono i 5 Stelle che hanno tradito Salvini dopo le elezioni europee. La sua reazione è stata legittima».

Approva anche il Salvini dj al Papeete Beach di Milano Marittima? chiede l’intervistatore «Lui è empatico – osserva Marion Marèchal – vicino alla gente. Ma in Francia il suo stile non funzionerebbe. Da noi il fantasma del generale de Gaulle plana su tutti i politici. Esistono aspettative intellettuali, di contegno». E adesso il leader della Lega finirà isolato a destra come Marine Le Pen in Francia? «Questo paragone non si può fare» replica. «La Lega è diventata il grande partito della destra nel vostro Paese e non è il caso dell’Rn. La formazione italiana è radicata localmente, dove è disposta a formare coalizioni con altre forze. Il Rassemblement National no. E’ una forza politica nazionale innegabile, ma al peggio fa il 15 per cento e al meglio il 30. Così in Francia e senza alleanze non potrà governare».

Marion Marèchal: “La crisi diplomatica? Colpa di Luigi di Maio”

La crisi diplomatica fra Roma e Parigi? La colpa fu di Luigi di Maio, non di Matteo Salvini. «All’origine della crisi diplomatica del febbraio scorso non c’era stata la Lega ma l’M5S, dopo che Luigi Di Maio aveva incontrato i rappresentanti dei gilet gialli in Francia. Ecco, chi è stato criticato aspramente ieri diventa oggi un interlocutore rispettabile e interessante. E’ l’ipocrisia della politica»  afferma Marion Marèchal nell’intervista a La Stampa.

«Non credo – afferma ancora parlando di Ue – che un cambiamento di rotta dell’Unione passi da Bruxelles. Solo i Governi possono qualcosa. Il problema è controbilanciare la potenza tedesca. E ritengo che una parte della soluzione si trovi in un’alleanza tra Francia e Italia, che è un importante contribuente netto dell’Ue. Si fa un errore a sperare solo nella resistenza dei Paesi di Visegrad. Che sono beneficiari netti. Approfittano del sistema e non vorranno mai cambiarlo».

Il leader leghista asfalta Conte e Macron

«Di parole ne sono arrivate tante anche negli anni passati, di fatti zero». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a Gualdo Tadino ha risposto ai giornalisti sui colloqui tra il Presidente francese, Emmanuel Macron, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul tema migranti. «Io vedo solo centinaia di sbarchi ogni giorno – ha ribadito – e le solite parole della Francia che dice di prendere coloro che verranno riconosciuti come in fuga dalla guerra, che sono un’estrema minoranza di quelli che sbarcano in Italia».

Salvini ha poi sottolineato che «il governo Conte parte veramente male, riaprire i porti come primo atto mi sembra veramente una follia. L’unica certezza è che in questo mese di settembre gli sbarchi sono aumentati del 30%»

(Roberto Vivaldelli)

fonte – https://oltrelalinea.news/2019/09/19/marion-marechal-su-salvini-i-cinque-stelle-lo-hanno-tradito/

Cacciari su governo Pd-Cinque Stelle: “Pateracchio indecente”

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Ospite di La7, il filosofo Massimo Cacciari fa letteralmente a pezzi l’ipotesi di un governo “horror” Pd-Cinque Stelle. «Siamo in una Repubblica parlamentare, certo, tutto giusto dal punto di vista istituzionale. Ma facciamo un governo con due perdenti. Ha ragione [Sallusti]. La gente non è scema. O tu fai un governo di altissimo profilo, segnando la discontinuità, se non dai l’impressione veramente di poter essere un governo di spessore costituente, tutte le debolezze che io ho detto e che ha elencato Sallusti, emergeranno prepotentemente».

Massimo Cacciari: Pd e Cinque stelle, governo dei perdenti

E allora, ha proseguito Cacciari, «alla fine vincerà il centro-destra, qualunque sia il suo leader, e vincerà per una mezza generazione e mezza. Un disastro simile non verrà mai perdonato, bisogna tener conto delle cose, della realtà, smetterla con il politichese e il palazzese. Lì è certo tutto regolare, tutto giusto dal punto di vista istituzionale, ma sono due debolezze, i Cinque stelle non vogliono andare a votare perché sanno che verrebbero divisi per tre, è inutile nasconderselo, gli italiani lo sanno benissimo, lo hanno capito tutti, anche le pietre lo hanno capito che la ragione e di fondo per cui non vogliono andare a votare i Cinque stelle è questa».

E dall’altra parte, ha osservato, «c’è un Partito Democratico che le elezioni le ha perdute. E quindi o è un governo di altissimo profilo, di discontinuità, con personalità dentro di grande profilo, e allora la gente ci può credere. Sennò è un pateracchio e verrà pagato sangue da chi lo fa».

Sgarbi asfalta i Cinque stelle: Governerebbero anche con l’Isis

«Ormai è chiaro che i 5 Stelle, partito composto da nulla facenti, pur di restare incollati alle loro poltrone, governerebbero con l’Isis». Vittorio Sgarbi si esprime così, su Facebook, sulla crisi di governo.

«Il Pd disponibile a un accordo con i 5 Stelle. Cioè con chi in questi anni ha detto del Pd: “partito di ladri”, “delinquenti”, “servi delle banche”, “affaristi”, “criminali della politica”. Così, solo per rinfrescare la memoria agli amici del Pd terrorizzati dalla elezioni», aggiunge.

fonte – https://oltrelalinea.news/2019/08/22/cacciari-su-governo-pd-cinque-stelle-pateracchio-indecente/

Come fabbricare un’isteria da fascismo di massa

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Se le classi dirigenti neoliberali si aspettano di mantenere le masse americane tutte impegnate e preoccupate all’interno dei contorni di un’isteria dagli occhi bianchi sul “fascismo” fino al novembre 2020, si accorgeranno presto di aver bisogno di ottenere dei nazisti migliori. Gli attuali nazisti, infatti, semplicemente non arriveranno a tagliare il nastro di quel traguardo. Essi non sono né abbastanza spaventosi, né men che meno nazisti.
D’accordo, quelli che fanno parte della milizia paiono sufficientemente spaventosi, e quel ragazzo “di modello ed impostazione spartani” sembra un po’… Come dire, strano: però, la maggior parte di loro è assimilabile a normali vecchi redneck. Quanto sarebbe difficile procurarsi alcune camicie marroni, od un po’ di quei pantaloncini color khaki come quelli che sono stati indossati a Charlottesville, o qualche altro tipo di uniforme simil-nazista? Ed alcuni stivali. La gente adora quegli stivali.
Ora, parlando seriamente e mettendo da parte gli scherzi, la Resistenza necessita di conferire un qual certo ordine alla loro ottica narrativa ufficiale, e lo devono fare senza indugio alcuno. Milioni di liberali, del resto, sono in attesa di essere sottoposti al lavaggio del cervello, in una frenesia lunga un anno, di isteria di massa – perfettamente fabbricata – “da fascismo”. Tuttavia, loro avranno bisogno di qualche nazista, anche convincente soltanto a metà, che dia di matto in maniera spastica. Alcune centinaia di bozos [persone rudi, ignoranti e facilmente influenzabili, N.d.R.], con cappelli “MAGA”, che sfilino in parata con le bandiere americane, non costituiscono esattamente una milizia delle SA.
Mi sto riferendo, naturalmente, all’ultima “invasione fascista” di Portland, che ha avuto luogo sabato 17 agosto, la quale – stando alla narrazione dei mainstream media di ogni sorta, e degli organi di informazione Antifa, e degli esperti locali di fascismo – doveva essere un vero e proprio bagno di sangue. Dei terroristi suprematisti bianchi, pesantemente armati, stavano accorrendo da tutto il Paese per uccidere indiscriminatamente quante più persone possibile, purché fossero «nere, asiatiche, latine, indigene, immigrate, isolane del Pacifico, disabili, senzatetto ed LGBTQ».
Questa festa dell’assassinio da parte di terroristi suprematisti bianchi avrebbe dovuto rappresentare la vendetta per il pestaggio, preventivamente auto-difensivo, di Andy Ngo, «il più pericoloso truffatore fascista degli Stati Uniti», da parte di militanti Antifa all’inizio di agosto.

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/08/22/come-e-nata-listeria-da-fascismo-di-massa/

ONG vs Italia, è guerra: noi sappiamo da che parte stare

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La respinta dell’Aquarius qualche giorno fa ha innescato un processo inevitabile, a patto che il governo prosegua sulla linea della fermezza, s’intenda: la guerra tra il “mondo delle ONG” (ivi compresi tutti coloro che le sostengono, da giornalisti a vip di vario genere) e il governo italiano. Un governo la cui figura centrale, in questo momento, è il ministro degli Interni Matteo Salvini.

Nel frattempo le reazioni – scontate – non si sono fatte attendere. Il leader leghista è sotto il fuoco incrociato dei soliti nemici: dagli attivisti in trentino che lo bollano, guarda un po’, come razzista, passando per le ONG che pensano al più originale “fascista”, a solito Saviano e tutto il mondo che lo circonda.

A Trento gli attivisti scrivono sui muri frasi inequivocabili.

Salvini sarebbe mandante dell’omicidio di Somayla Sacko, l’immigrato ucciso qualche giorno fa. Poi la ONG olandese Mission Lifeline scrive sul suo profilo twitter testuali parole, riferendosi proprio al leader del Carroccio: “Quando i fascisti ci fanno pubblicità”.

Cosa avrebbe fatto di male questo fascistissimo, razzistissimo e cattivissimo Salvini? Niente, non ha ucciso nessuno, non ha incarcerato nessuno (anche se forse potrebbe avere titolo), niente di niente. Ha solo negato, tanto a Lifeline che a un’altra ONG olandese (Seefuchs), l’approdo in Italia.

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Sea Watch, Carola Rackete insiste: “Forziamo il blocco”

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…Ma non sarebbe reato o istigazione a compierlo? Nessun solerte magistrato si attiva?? (n.d.r.)

Non si arrende Carola Rackete, capitano della Sea Watch, ed è pronta a ignorare sia i divieti del governo italiano sia quelli – ben più rilevanti per chi è stato formato a pane e presunta solidarietà, noi di Oltre la Linea non li riteniamo affidabili comunque – della Corte Europea dei diritti dell’uomo.

“Forzerò il blocco a costo di perdere la nave”, dice Carola, che con il decreto sicurezza bis rischia la confisca dell’imbarcazione, oltre a una multa salata per la ONG stessa.

Nel frattempo Sea Watch lancia una campagna sui social in cui esalta il “capitano Carola” e chiede fondi per “difendere i diritti umani”.

“Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone soccorse sulla SeaWatch 3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti sentenze in Italia. Aiutate Carola a difendere i diritti umani, donate per la sua difesa legale”, si legge testualmente. Un atto di guerra, stavolta esplicito di chi dichiarando di voler salvare vite ha costretto per 2 settimane 42 persone a rimanere in mezzo al Mediterraneo, quando di alternative nello stesso lasso di tempo ce ne sarebbero state tante, probabilmente decine.

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/06/26/carola-rackete-insiste-forziamo-il-blocco/

“Libra”, la moneta di Facebook: i privati scavalcano gli Stati

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L'immagine può contenere: 1 persona, concerto, folla e testoLibra: la moneta di Facebook

All’interno del sistema capitalista, il cui aggettivo stesso è parlante ed in sé pienamente esplicativo, il privato va alla ricerca del profitto. Nel modello neoliberista che ha assurto a propria divinità panteista la libera circolazione dei capitali (e tutte le nefaste conseguenze sociali che questa liberalizzazione senza freni ha portato in seno), questa ricerca è stata esacerbata, ed ha prodotto povertà molto più diffusa, allargamento della forbice sociale, finanziarizzazione dell’economia e concentrazione oligopolistica della ricchezza.

Il che significa: omologazione dei prodotti, augumento senza limitazioni del profitto (facilitato da un capitale, il cui flusso è stato deregolamentato), schiavizzazione progressiva e silente ad un modello consumistico, capace di travolgere ogni resistenza e di “glebalizzare” i popoli. Del resto: «Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto».

Tutti questi fattori – storici, economici, culturali – stanno dietro all’iniziativa di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, di creare la Libra, ovverosia una criptovaluta con funzionamento blockchain (struttura dati condivisa, immutabile e protetta da un sistema crittografico efficiente) attraverso la quale raggiungere oltre due miliardi di utenti nel mondo. Il suo White Paper ne enuclea il funzionamento, anche se in maniera piuttosto “grigia“.

 

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