Ius Soli e Porti aperti: la ricetta-suicidio del Pd di Zingaretti

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Il Pd di Nicola Zingaretti non è nulla di nuovo. La “sinistra”, infatti, non ha imparato assolutamente nulla dalle ultime batoste elettorali in tutta Europa e si appresta a perdere anche le prossime elezioni europee. Come nota Libero, a Piazza Pulita era ospite proprio il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, che ha ribadito la linea “Open borders” della sinistra rispetto all’immigrazione.

A pesare sulla linea del Pd, infatti, sono le migliaia di cooperative che in questi anni si sono arricchite grazie all’arrivo dei migranti nel nostro Paese – quasi 700 mila dal 2014 al 2017 – e che rappresentano un bacino di voti eccezionale per il partito. Senza contare il fatto che il Pd, come fece il Partito democratico negli Stati Uniti, punta ad ottenere il voto degli immigrati residenti in Italia anche nel prossimo futuro.

Ebbene Nicola Zingaretti ha ribadito a Piazza Pulita che bisogna avere il “coraggio di dire porti aperti”. E ancora, il segretario del Pd aggiunge: “Avrò il coraggio di dare all’Italia una legge che regoli l’immigrazione, abolendo la Bossi-Fini“.

Sempre a La7, il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti si è impegnato a lottare per l’introduzione del diritto di cittadinanza automatico per gli immigrati di seconda generazione: “Ho l’ambizione di fare diventare una forza le nostre differenze sull’immigrazione, siamo alla vigilia di una guerra in Libia”.

Secondo gli ultimi sondaggi, l’effetto Zingaretti è morto sul nascere. Il Pd è già calato al 20 per cento in uno scenario in cui anche la Lega scende al 31,9 per cento mentre il M5s recupera qualcosina e sale al 21,4.

fonte – https://oltrelalinea.news/2019/04/19/ius-soli-e-porti-aperti-la-ricetta-suicidio-del-pd-di-zingaretti/

Macron racconta favole a Mattarella: “Amicizia Italia – Francia indistruttibile”

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“Il legame tra i nostri due Paesi e i nostri cittadini è indistruttibile. E’ molto più forte e più profondo di quanto non lo sia tra noi al nostro livello”. Italia e Francia amici per sempre. Emmanuel Macron ama le favole. Come il nostro presidente Mattarella d’altronde, il quale ci aveva deliziato appena il giorno prima, con le sue dichiarazioni del Primo Maggio, in cui era stato capace di inventarsi un fantomatico “Stato sociale europeo” non solo mai esistito, ma distrutto dalle politiche economiche dell’UE negli ultimi vent’anni.

Ieri ci ha pensato il presidente francese a deliziarci con questa ennesima perla leggendaria – oggettivamente ripetuta da anni a macchinetta da tutti i media di massa – secondo la quale Francia e Italia sarebbero “paesi amici”. Il contesto sono le celebrazioni del 500esimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci.

“Se abbiamo fatto la pace tra Italia e Francia? Non ce n’è bisogno, i legami sono talmente forti, storicamente profondi che non ce n’era bisogno“. Dice Macron. Quanto amore e quanta vicinanza.

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Primo maggio, la faccia tosta di Mattarella: “L’Europa tutela il lavoro”

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“I diritti del lavoro, sorti nella contrattazione, sono divenuti diritti universali e hanno plasmato un modello di Stato sociale che, via via, ha rafforzato le misure generali per l’assistenza, il bisogno, la malattia, la vecchiaia. Questo sistema di diritti, che mette al centro la persona, si chiama Europa.” La faccia tosta del presidente della Repubblica Mattarella, non ha proprio fine, anche il Primo maggio.

Così il capo dello Stato si è espresso in occasione del discorso per le celebrazioni della festa dei lavoratori. Evidentemente Mattarella ha dimenticato i livelli di disoccupazione galoppante in cui è sprofondata non solo l’Italia, ma gran parte dell’Europa da quando l’Unione Europea ha iniziato ad esistere come realtà economica consolidata. Ha dimenticato il precariato, divenuto ormai una costante di una società come la nostra che trent’anni fa, pur in modo imperfetto, tutelava la sicurezza del lavoro come pochi altri in Occidente.

Proseguendo, Mattarella ha sostenuto che “se l’Unione è stata formata dagli Stati nazionali, adesso solo la forza unitaria del continente può assicurare la difesa di quei principi”. Per ora – e “per ora” si intende da vent’anni a questa parte – il “continente unito” non ha fatto altro che schiacciarli, qui principi, caro presidente.

E, sempre “per ora”, lo Stato sociale da lei citato è stato distrutto, caro presidente.

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/05/01/primo-maggio-la-faccia-tosta-di-mattarella-leuropa-tutela-il-lavoro/

Cimiteri con croci coperte, l’ultima sinistra follia

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Cimiteri senza croci o con croci coperte. Avete letto benissimo. Il motivo è ovviamente quello di non offendere le altre religioni. Che la follia venga da sinistra non ci sarebbe nemmeno bisogno di intuirlo, ma le spiegazioni sono ancora più comiche.

Tanto per cominciare, l’iniziativa viene dal sindaco PD di Pieve di Cento (Bologna), con un messaggio chiaro: coprire i simboli cristiani nei cimiteri per “non turbare” nessuno, nello specifico probabilmente i musulmani, minoranza ormai crescente nella provincia.

Nel corso della puntata di “Dritto e Rovescio” condotta da Paolo Del Debbio, la consigliera regionale del Veneto Alessandra Moretti (sempre PD) ha difeso la stramba proposta: “C’è la possibilità di coprire temporaneamente con delle tendini amovibili, che salgono e scendono, i simboli religiosi”, ha detto.

Non vanno turbati “i laici”, ribadisce.

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/04/30/cimiteri-con-croci-coperte-lultima-sinistra-follia/

La violenza “fascista”? Inventata, lo dicono i numeri

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La violenza “fascista” è un’invenzione dei media e dei politici. A confermarlo non sono soltanto le cronache giornalistiche, ma anche i dati dell’ultimo dossier del Viminale.

Il partito davvero oggetto di atti intimidatori e violenti è, attualmente, la Lega. Dal primo gennaio ad oggi il Carroccio è stato vittima di 60 atti definiti “intimidatori” e 66 meno gravi ma comunque “degni d’attenzione”.  Nel 2018, da quando il partito guidato da Matteo Salvini è al governo, si assiste da giugno al 31 dicembre a ben 138 atti violenti, uno ogni 32 ore.

L’ultima azione vandalica è stata registrata qualche giorno fa, come abbiamo riportato anche noi di Oltre la Linea: deturpata la sede della Lega a Bergamo, scritta “Salvini muori” sul marciapiede, vetrina totalmente imbrattata di vernice rossa.

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fonte – https://oltrelalinea.news/2019/04/29/la-violenza-fascista-inventata-lo-dicono-i-numeri/

Vergognatevi

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Stasera, a Milano e a Verona saremo presenti alle commemorazioni per Sergio Ramelli.

Vergognatevi. Il polverone alzato contro le commemorazioni della morte di Sergio Ramelli è emblematico del male che albera in questo Paese. Perché a Milano, domani, si terranno due manifestazioni, una a favore di un ragazzo innocente, l’altra contro quel giovane, ucciso non soltanto dagli “antifa” del tempo, ma anche dagli attuali e dalle stesse istituzioni, decise a non riconoscergli nemmeno gli onori di una fine tragica, per la sola colpa di avere idee diverse, quelle che “uccidere un fascista non è reato”, perché tanto era giusto così e la verità è che ne sono convinti tutti.

La fiaccolata è organizzata da Forza Nuova, Lealtà e Azione e Casapound. La “protesta” contro la memoria del povero giovane dal collettivo “Milano antifascista antirazzista meticcia e solidale”.

E non parliamo nemmeno di Repubblica, che pur di nascondere la testa sotto la sabbia dell’indifferenza verso un ragazzo morto è stata capace di affermare che Ramelli “morì negli scontri con Avanguardia Operaia”. Articolo puntualmente “corretto”, probabilmente per non andare oltre nel livello già basso di dignità raggiunto ormai da decenni.

 

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Marocchinate: il 25 aprile simbolo anche degli stupri di massa

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«Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete » Cosi recitavano i volantini di guerra francesi che “ingolosivano” i goumier, i soldati marocchini assoldati tramite il cosiddetto Cef (l’esercito coloniale francese) che aveva lo scopo di aiutare i comparti alleati durante la campagna d’Italia, negli ultimi atti della seconda guerra mondiale. Le parole sono state attribuite al generale Alphonse Juin, che dopo le prime operazioni promise le “cinquanta ore di libertà” ai soldati. Dopo il 14 maggio del 1944 i goumier del Corpo di spedizione francese in Italia, che evitarono le linee tedesche nella Valle dei Liri, in provincia di Frosinone, e permisero all’esercito britannico di superare la Linea Gustav (ovvero la fortificazione che divideva l’Italia tra RSI e zona di occupazione alleata), razziarono senza troppi complimenti le aree circostanti, del basso Lazio, attuando violenze sulla popolazione – in particolare sulle donne – che oggi tutti ricordiamo e definiamo amaramente marocchinate. Nell’anno in cui perdurarono le violenze, si spinsero fino alla bassa Toscana. In realtà, gli stupri delle truppe marocchine erano cominciati già nel luglio ’43, dopo lo sbarco alleato in Sicilia.  In quell’occasione oltre 800 magrebini compirono saccheggi di ogni genere, violentando donne e bambini nella zona di Troina, in provincia di Enna. Secondo lo storico Michelangelo Ingrassia, i siciliani reagirono uccidendone alcuni con doppiette e forconi. Ma quello che accadde in ciociaria e nei territori circostanti produce dei numeri ancora più drammatici. Nel 2011 Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Vittime delle Marocchinate, dichiara: “Nella seduta notturna della Camera del 7 aprile 1952 la deputata del PCI Maria Maddalena Rossi denunció che solo nella provincia di Frosinone vi erano state 60.000 violenze da parte delle truppe del generale Juin. Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono 20.000 casi accertati di violenze, numero del tutto sottostimato; diversi referti medici dell’epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, che si erano fatte medicare, sia per vergogna o per pudore, preferì non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal Cef, iniziate in Sicilia e terminate alle porte di Firenze, possiamo quindi affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, ognuna, quasi sempre da più uomini. I soldati magrebini, ad esempio, mediamente violentavano in gruppi da due o tre, ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 uomini. Continua a leggere

Il solito, noiosissimo 25 aprile

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Nel solito noiosissimo 25 aprile le istituzioni fanno di tutto per affermare ciò che non fu (Mattarella si è affannato addirittura di parlare di “secondo Risorgimento”), una sparuta minoranza tenta invano di ricordare i caduti di chi fu sconfitto nella speranza di non essere criminalizzata, e in mezzo c’è una bella fetta del popolo italiano di cui, della cosidetta “liberazione” non frega assolutamente nulla. Ovviamente la sparuta minoranza suscita indignazione per una banalissima ode a Mussolini, mentre se qualcuno vandalizza una sede di un partito politico augurando la morte al suo leader si può far passare tutto sotto silenzio. E vabbé, anche questo è il 25 aprile. Tutto già scritto, dai tempi dell’esistenza dei social ancora più evidente. Per quanto la mia esperienza non possa valere in generale, mi senso in dovere di raccontarla. Anni fa, quando Facebook era ancora nella fase “embrionale”, non si contavano post e stati esaltati sulla “liberazione” e sul 25 aprile. Di persone che mi attaccavano (talvolta anche violentemente), pur essendo io nullo a livello di riscontri social rispetto a quanti ne ho adesso (che non sono molti ma comunque sensibili). Stati pubblici, leggibili da tutti. Nel corso delle ricorrenze successive, alcuni di questi stati venivano copincollati da quelli degli anni precedenti, in qualche caso anche sulle bacheche di qualche giornalista mediamente famoso che ho anche conosciuto personalmente. Da due o tre stagioni invece i post sono spariti del tutto: magari qualcuno riapparirà come reazione polemica a questa mia riflessione provocatoria (ammesso e non concesso la leggeranno mai), qualcun’altro continuerà a rimanere nell’improvvisa indifferenza in cui si sono trovate le manifestazioni social sulla “guerra partigiana”. Ora, io non credo che esprimersi sui social corrisponda perfettamente al sentire di un individuo, per carità: ma una serie di individui è già tutt’altra questione ed è un elemento decisamente più indiziario, che quanto meno porta alla riflessione. Al 25 aprile non credono nemmeno quelli che dicono di crederci: qualcuno sì, ma si tratta di una ristrettissima minoranza. A costoro dico ciò che ho sempre detto negli anni: non si può forzare la natura. Questa ricorrenza morirà perché le mancano le basi spontanee di appoggio. È da vedere quando avverrà, ma morirà. Quindi godetevi questo teatrino finché potete. Ovviamente questo non cambia nulla sullo stato di fatto, ossia sull’intoccabilità della “festa” in sé. Una data inutile che non ci permette di superare fascismo e antifascismo e ricominciare dalla cosa più importante: l’Italia.

FONTE: https://oltrelalinea.news/2019/04/25/il-solito-noiosissimo-25-aprile/

 

Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono “adoratori di Pasqua”

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“Adoratori di Pasqua”. Come se il termine “cristiani” fosse una parolaccia. Così vengono definite le oltre 290 vittime della strage compiuta in Sri Lanka, perpetrata tramite esplosioni in diversi luoghi di culto. A questo sono arrivati i dem americani, da Hillary Clinton a Barack Obama, per non dimenticare l’ex membro del gabinetto di governo Jùlian Castro.

Strage di cristiani in Sri Lanka, per i dem sono "adoratori di Pasqua"

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Pasqua, gli auguri alle ONG di Saviano

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Quando lui fiata, i Sovranisti e gli identitari aumentano i consensi. Datene, dunque, ampia pubblicità…

Natale, Capodanno, un premio per una sceneggiatura, ogni occasione per Roberto Saviano è buona per mettere in mezzo le ONG.  Stavolta il momento propizio sono gli auguri di Pasqua. “A chi sta resistendo a questo buio”, dice lo scrittore.

 Insomma come la “compagna di lotta immigrazionista” Michela Murgia, per Saviano non esiste ormai altro modo di celebrare ricorrenze – ammesso che gli interessi davvero qualcosa – se non attraverso la sponsorizzazione dell’immigrazione e dell’accoglienza senza freni di praticamente ogni persona prenda un barcone dalla Libia.“Le idiozie e le bugie del populismo” è sicuramente la parte della “dedica” che suscita maggiore ilarità. Quali sarebbero queste idiozie resta un mistero, di fronte al numero di morti indiscutibilmente crollato dopo la politica dei “porti chiusi” e la provenienza dei cosiddetti rifugiati che non è mai la Libia e, come abbiamo spiegato in un altro articolo, non potrà mai esserlo. Sebbene molti ancora non recepiscano le prove fotografiche, le statistiche, e soprattutto la funzione che la Libia stessa ha come hub di smercio di esseri umani in Europa da 8 anni a questa parte.

Noi, comunque, ci permettiamo di insistere e di ripubblicare le ragioni di una situazione ormai cristallina, chi non vuole vedere la realtà è liberissimo di continuare a farlo.

fonte – https://oltrelalinea.news/2019/04/22/pasqua-gli-auguri-alle-ong-di-saviano/

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