“Omofobo” is the new “fascista”. Il pensiero debole ci va giù pesante

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di Alfredo Mantovano

Fonte: Centro studi Livatino

Lo stigma mediatico-culturale incombe già, come dimostra il caso del mio libro bloccato dalla Feltrinelli. Il ddl Zan traduce quel marchio in sanzioni penali.

Un paio di mesi fa Simonetta Matone, un magistrato che ha speso la vita per la tutela dei diritti, soprattutto dei più deboli e dei minori, riceve dalla Rettrice de La Sapienza l’incarico di Consigliera di fiducia dell’Ateneo romano: in base al Codice di condotta nella lotta contro le molestie sessuali del gennaio 2021, questa figura fornisce consulenza e assistenza alle vittime. Le associazioni di area Lgbt+ chiedono pubblicamente il ritiro della nomina perché la cons. Matone sarebbe “nota da sempre per le posizioni omofobe”. Prova certa e unica del crimine di “omofobia” da lei perpetrato è la sua firma – fra circa 400 di giudici, avvocati e docenti – all’appello del gennaio 2016 del Centro studi Livatino, che era critico nei confronto dell’allora ddl Cirinnà, poi diventato legge nel maggio successivo.

Più o meno negli stessi giorni giunge il libreria un volume scritto a più mani con amici del Centro studi, da me curato, di commento articolo per articolo al ddl Zan: il ddl, approvato alla Camera nell’autunno 2020, è attualmente all’esame del Senato. Giunge in libreria? Così dovrebbe avvenire per contratto: l’editore Cantagalli lo aveva consegnato al principale distributore italiano, e questi, a sua volta, lo aveva smistato per le varie reti librarie. Peccato che nelle librerie Feltrinelli il testo non si trovi: dopo varie segnalazioni di persone che vorrebbero acquistarlo, e alle quali vengono date le risposte più improbabili, un accertamento svolto contestualmente in più città italiane fa constatare che è rimasto bloccato. Le proteste ottengono di farlo rimettere in circolazione, con annesse scuse; inutile dire che, come la d.ssa Matone è la persona meno adatta a essere marchiata quale soggetto discriminatorio, così il nostro libro è un testo scientifico privo di offese nei confronti di chiunque.

MA QUALE “PRIORITÀ”

A pandemia non ancora superata, con la devastazione economica a essa seguita, il leader di un importante partito italiano individua quale “priorità” l’approvazione del ddl Zan: perché lo stigma dell’omofobia da mediatico-culturale, quale incombe pesantemente, come dimostrano le due vicende appena riferite, sia tradotto in sanzioni penali; e perché in tal modo passi dal mito della discriminazione omotransfobica alla realtà della discriminazione di chi ritiene che la famiglia sia un dato di natura.

L’omofobia è il marchio di infamia per condurre oggi all’esilio sociale, domani agli arresti chi, non si omologa al verbo dei talk show, delle fiction, delle emergenze che non esistono e egli esperimenti di disaggregazione di quel poco che ha mantenuto un profilo strutturato. Nella metà degli anni 1970, allorché il Partito comunista italiano concludeva il suo percorso di conquista delle istituzioni con l’ingresso nelle maggioranze di solidarietà nazionale, l’indimenticato Augusto Del Noce enucleava la categoria del “mito del fascismo”. Egli distingueva tra il fascismo storico e il fascismo demonologico: il primo, allora un po’ più di oggi, contava su nulla più di un gruppo di nostalgici; il secondo costituiva un’arma di esclusione, poiché sovrapponeva a una persona, a un’associazione, a un gruppo culturale l’etichetta di fascismo, e con questo lo estrometteva da ogni ambito di confronto, di discussione, di semplice ascolto. Arbitro ultimo di chi meritasse o meno quella qualifica esiliante era il PCI, o chi, nei vari ambiti, si esprimeva per conto di quell’area politica.

COME SI ROMPE L’INCANTESIMO

Quarant’anni dopo ‘omofobo’ sostituisce ‘fascista’, e titolato ad adoperarlo nei confronti del nemico di volta in volta preso di mira è il mainstream anni 2020, meno strutturato rispetto all’antico PCI: una galassia che conosce punti di forza nelle redazioni dei media più diffusi, e individua nella giurisdizione lo strumento attraverso cui stroncare, se necessario col carcere, non già chi in qualsiasi modo offende una persona perché omo o transessuale, bensì chi esprime riserve e perplessità per i c.d. nuovi diritti. Il pensiero debole, che ruota attorno alla fluidità del gender, ha necessità di sanzioni forti, con le quali impedire il dissenso, pur se civile e ragionato, per l’equiparazione delle unioni same sex alla famiglia fondata sul matrimonio, per l’adozione omogenitoriale, per la maternità surrogata.

È una pesante cappa su un corpo sociale che non cessa di soffrire le ferite della pandemia: quelle fisiche, i contraccolpi psicologici, le ricadute economiche. Così pesante che in occasione della Festa dei lavoratori il tema dominante, invece delle morti sul lavoro, o della tragica dilatazione della disoccupazione, o della rimozione degli ostacoli fiscali e burocratici a rendere effettiva la ripresa, è stata l’intimazione ad approvare il ddl Zan il prima possibile!

L’incantesimo si rompe se si apre la finestra e si guarda alla realtà, mettendo da parte i consiglieri fraudolenti. Per svegliare il debole Theoden e ricordargli la sua missione di re non serve tentare la mediazione con Saruman, che non ha nessuna intenzione di venire a patti: è sufficiente smascherare la schiera dei Vermilinguo oggi presenti ovunque; è raccontare che col testo Zan la posta in gioco è la libertà, di formazione, di istruzione, scientifica e di opinione; è convincersi che va fatto adesso e senza complessi.

“Omero razzista”. In America una scuola elimina l’Odissea

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Il delirio dell’assurdo domina il politicamente corretto. Ci vien da ridere, ma ci sarebbe da piangere…(N.d.r.)

 

di Giulio Meotti per il Foglio

Intervista a Victor Davis Hanson, autore di “Who killed Homer”: “Il creatore dei valori occidentali oggi è solo un altro maschio bianco”

“Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno abbiamo rimosso l’Odissea dal curriculum!”, dichiara Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School di Lawrence, nel Massachusetts. E’ il Wall Street Journal a raccontare la più grottesca follia della cancel culture americana. Sotto lo slogan #DisruptTexts, ideologi della teoria critica, insegnanti, burocrati scolastici e agitatori via Twitter stanno purgando i classici, da Omero a Francis Scott Fitzgerald. Si invoca la proibizione di ogni capolavoro letterario non conforme su genere e razza. “Le sottili complessità della letteratura vengono ridotte al rozzo clangore di lotte di potere ‘intersezionali’”, commenta Meghan Cox Gurdon, che si occupa di libri al Wsj. Così l’insegnante di inglese di Seattle, Evin Shinn, scrive che “preferirebbe morire” piuttosto che portare in classe “La lettera scarlatta”, a meno che il romanzo di Nathaniel Hawthorne non sia usato per “combattere la misoginia”. Quando l’“insegnante antirazzista” Lorena Germán si è lamentata del fatto che molti classici risentono del proprio tempo, la scrittrice Jessica Cluess ha ribattuto: “Se pensi che Hawthorne fosse dalla parte dei puritani, allora sei un’idiota e non dovresti fregiarti del titolo di educatrice”. Un’orda online ha accusato Cluess, l’autrice della popolare serie “Kingdom of Fire”, di “razzismo” e “violenza” e ha chiesto alla Penguin Random House di rescinderne il contratto. L’editore non ha obbedito, forse perché Cluess si è autodenunciata in tempo: “Mi assumo la piena responsabilità della mia rabbia non provocata verso Lorena Germán”. Ma non ha impedito all’agente letterario di Cluess, Brooks Sherman, di porre fine alla loro relazione professionale. Secondo questa logica, Omero sarebbe solo il capostipite della “mascolinità tossica”, la manliness di Harvey Mansfield (che Liberilibri riporterà in Italia a primavera). “E’ una tragedia che questo movimento anti intellettuale stia guadagnando terreno tra gli educatori e l’industria editoriale”, afferma lo scrittore di fantascienza Jon Del Arroz. E non è certo la prima volta.

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Macchina del fango: il ministro della Famiglia è “fascista e omofobo”

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Macchina del fango: il ministro della Famiglia è “fascista e omofobo”“Quando uno dei nostri arriva a fare il Ministro e mantiene le posizioni, è un dovere di tutti noi, in quanto Cattolici, fare quadrato e sostenerlo, senza se e senza ma, ciascuno secondo il suo stato e le sue possibilità”. (Matteo Castagna, 1/06/18)

di Redazione de Il Secolo d’Italia

Ad aprire le danze della demonizzazione è Repubblica, occupandosi di Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, con un articolo che elenca i motivi di “allarme” e “preoccupazione” che renderebbero l’esponente del governo Conte pericoloso per l’Italia. Cominciamo: si è sposato con doppio rito, tridentino e civile; ha scritto un libro sul calo demografico; si è espresso contro i matrimoni omosessuali; apprezza Marine Le Pen e Putin. Siete preoccupati? Se non lo siete abbastanza arriva subito il “piatto forte”. E cioè la partecipazione a un convegno di Fortezza Europa, associazione di Verona, moderato dal frontman della banda musicale Hobbit, Emanuele Tesauro. E poi il tifo per l’Hellas Verona che gli ultrà neri della curva sud definiscono la “squadra a forma di svastica”.

Queste sarebbero le ombre che gravano sul neoministro della Famiglia, il quale, intervistato dal Corriere, chiarisce che la questione dei matrimoni gay non è nel contratto di governo e quindi non se ne occuperà. Quanto alle sue dichiarazioni, non sono contro i gay, ma tese a sottolineare che la famiglia è la comunità più importante. In ogni caso alla domanda “come si comporterà con le famiglie arcobaleno”, la sua risposta è “perché esistono le famiglie arcobaleno? Per la legge non esistono”. Una risposta subito rilanciata dai media e che è destinata a suscitare scalpore. Tra i suoi obiettivi, annuncia ancora, potenziare i consultori per dissuadere le donne ad abortire e abbassare  l’Iva su tutti i prodotti che riguardano l’infanzia. “Non ho mai detto – chiarisce – che le donne non possono abortire, ma metterò in atto delle politiche per cercare di ridurre il numero degli aborti”.

Fonte: http://www.secoloditalia.it/2018/06/macchina-del-fango-il-ministro-della-famiglia-e-fascista-e-omofobo/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook Continua a leggere