Necrologio di civiltà

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di Giuliano Guzzo

La nuova copertina dell’Espresso, in realtà, non è una copertina. É un necrologio. Ritrae la fine della famiglia, della compresenza di padre e madre, della differenza tra i sessi, dell’allattamento, del diritto di un bambino ad essere educato e non indottrinato. Significativamente, poi, il soggett* ritratt* è senza occhi. Forse per non correre il rischio di vedersi o forse perché una società che si suicida – degradando la religione a opinione ed elevando i desideri a dogmi – non può che essere cieca.

Perché non vede che i figli son doni e non pretese, che ormoni e chirurgia camuffano un’identità ma non la cambiano, che non si può dire «la diversità è ricchezza» e poi tifare per il ddl Zan, che falcidia la prima diversità: quella di pensiero. Per una volta, credo passerò in edicola a comprarlo, L’Espresso e spero lo facciano in tanti, assicurando magari un record di vendite. Così gli archeologi del futuro, studiando il tracollo della società occidentale attraverso le letture dei loro avi, vedranno che no, non è stato affatto un caso.

Necrologio di civiltà

Svelato a Roma il murale Lgbt alto 250 metri: “E’ il primo in Europa”

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di Ilaria Paoletti

Non c’è che dire, se c’è una cosa di cui a Roma avevamo proprio bisogno è di un murale di 250 metri quadrati che omaggi una misconosciuta (per noi) icona Lgbt. Una nota positiva c’è: mangia lo smog. Potevamo proporre una serie di personaggi rappresentativi della città per un’opera d’arte green – magari qualche divinità del Pantheon romano? – ma è stato fortemente voluto dall’Ambasciata Olandese in Italia, quindi non abbiamo diritto di parola sul soggetto.

Il colossale murales Lgbt

Secondo quanto riporta Roma Today, l’opera rappresenta “un uomo ed una donna, il primo in posizione frontale, l’altra di spalle. Sono avvolti da un drappo bianco, indossano gli stessi monili e, come fossero parte di un unico corpo, guardano fissi nella medesima direzione“. E’ stato dipinto su un muro in via Tessalonica, sulla parete dell’Istituto tecnico industriale Armellini, ed è stato  realizzato l’artista olandese JDL.

L’opera dedicata alla drag queen

L’opera di street art è stata dedicata a La Karl Du Pigné, drag queen italiana e icona del movimento Lgbt. Per questo, si rallegra Vladimir Luxuria: “Quando parlo della Karl du Pignè mi emoziono perché è stata una storia di profonda amicizia ma anche di una lotta che abbiamo fatto insieme: i primi Pride, le giornate mondiali contro l’AIDS, gli eventi culturali. Una lotta che ci ha permesso di raggiungere dei traguardi importantissimi e sono felice che possa essere ricordata attraverso un murales ecosostenibile, il primo in Europa che riguarda la tematica LGBQT+”.

Patrocini importanti

Il progetto artistico è stato patrocinato da Yourban 2030 e sostenuto e fortemente voluto dall’Ambasciata Olandese in Italia. Ovviamente, è anche patrocinato dal Municipio VIII nonché dal Circolo Mario Mieli: il colossale murales sarebbe dedicato “alla necessità, di ogni persona di sentirsi libera di essere ciò che è, ciò che vorrebbe essere, ciò che sarà”.

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/roma-murale-lgbt-174477/

Il ddl Zan punisca con pena doppia i casi di “auto-omofobia”…

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Di Matteo Castagna 

Angelo Amato (61 anni) e Andrea Gardoni (25 anni) sono una coppia omosessuale convivente a Stallavena, frazione di Grezzana, in provincia di Verona.

Due anni fa, a seguito degli strascichi polemici sul Congresso Mondiale delle Famiglie, svoltosi con gran clamore e successo alla Gran Guardia della città di Romeo e Giulietta, i due vennero sbeffeggiati da un gruppetto di giovani perché passeggiavano, mano nella mano, proprio nei pressi di Piazza Bra. Il giovane ricevette anche una sberla. Era l’11 agosto 2018.

Si gonfiò la grancassa mediatica e le sinistre gridarono alla vile aggressione omofoba da parte di un branco di estremisti di destra. Ah, se ci fosse stata in vigore la legge Zan! Per quei fascistacci si sarebbero aperte le porte del carcere e l’aggressione avrebbe avuto l’aggravante dell’odio di genere.

La coppia, vicina al Circolo omosessualista Pink di Verona, denunciò, poi, scritte calunniose vicino a casa e un attentato con benzina, tanto da issare una protezione attorno all’abitazione, a tutela dell’incolumità messa a dura prova, in quella città nera, ebbra della discriminazione fomentata da anni di Rosari riparatori, da parte dei cattolici tradizionalisti.

A due anni di distanza, la procura scaligera ha indagato i due omosex per il reato di simulazione, sostenendo che le scritte se le sarebbero fatte da soli. Le indagini hanno provato che il gruppetto di giovani era totalmente estraneo a qualsiasi gruppo politico, ma che aveva bevuto qualche bottiglia di Montenegro. L’aggressore se l’è cavata con 400 euro di multa per la sberla.

Per la presunta aggressione con taniche di benzina le indagini non sono concluse ma il “mucchio selvaggio” è stato escluso da responsabilità dagli investigatori.

Il Comune di Grezzana, dopo più inviti a rimuovere le recinzioni abusive caduti nel vuoto, ha provveduto alla rimozione d’ufficio, coi suoi operai. Perché, pare che non esistano categorie protette dal reato di abuso edilizio, sempre che, al Senato, qualcuno non ne chiederà l’inclusione all’interno del ddl Zan.

A molti veronesi è tornato in mente il caso di Luis Marsiglia, di origini ebraiche, che negli anni 90′ finse un’aggressione da parte dei naziskin, che, invece, si era procurato da solo per continuare a fare il professore di religione senza averne i titoli.

Ad altri sono venute in mente le tante mistificazioni e accuse infondate che la splendida Verona riceve da troppo tempo, da parte di giornalisti e magistrati buontemponi, tutti ideologicamente schierati da una certa parte politica, che oggi festeggia per la presunta elezione di Joe Biden a Presidente degli Stati Uniti.

Altri veronesi si interrogano già sugli effetti incredibili e devastanti che il ddl Zan, che punisce l’omotransfobia, potrebbe creare a degli innocenti, lasciati in balia di certa magistratura. Altri, i più peperoni, chiedono al Pd e al M5S di accogliere una ulteriore modifica al ddl, che punisca con pena doppia i casi di “auto-omofobia” per tutelare anche le specie umane non particolarmente protette da leggi ad hoc, che si sentono fragili, a causa di alcuni comportamenti d’odio ideologico arcobaleno che potrebbero rovinare loro la vita, senza alcun motivo.

DA

Il ddl Zan punisca con pena doppia i casi di “auto-omofobia”…

Italia in ginocchio e i giallorossi pensano all’omofobia

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Mentre gli italiani vivono la situazione sanitaria, per colpa del governo, in un mix di confusione e terrorismo sanitario che li rende insicuri e senza più fiducia nel futuro, oggi l’Aula di Montecitorio in un’atmosfera a dir poco surreale discuteva e poi ha approvato la legge Zan. Un risultato scontato vista la furia ideologica che anima la sinistra e che è culminata in un giorno che non è esagerato definire di lutto per la libertà di espressione nel nostro Paese.

Quando la legge andrà in vigore non ci saranno, come è normale che sia in uno stato liberale, opinioni contrastanti che si confrontano nell’agone politico e civile, ma una opinione (quella per esempio di chi crede che un rapporto fra due persone che non siano un uomo e una donna non  può essere un matrimonio) che verrà considerata un arcaico residuo del passato con chi la professa che sarà sempre a rischio di essere denunciato grazie all’introduzione del più assurdo dei reati: quello di omotransfobia.

A parte la stonatura etica direi, prima che politica, che si crea, da una parte, fra un popolo che si avvia alla fame con un governo incapace di governare e, dall’altra, un’aula che discute di un provvedimento che riguarda pochissimi italiani non eterosessuali già ampiamente tutelati dalle leggi vigenti, quello che fa paura è l’introduzione nelle scuole, previsto dalla legge, dello studio dell’ideologia gender. Cioè un vero e proprio indottrinamento. Chi scrive non crede ai complotti e né alle grandi regie, ma tanti episodi messi insieme delineano una strategia che magari inintenzionalmente va realizzandosi.

Se da un lato, l’ala più dura del governo predica la chiusura delle attività commerciali, stroncano ogni spirito vitale e rendendo di fatto i cittadini tutti dipendenti dallo Stato che può o non concederti, a sua discrezione e arbitrio, la paghetta “di cittadinanza” per campare; dall’altro, questo Stato ti dice come, per motivi “etici” e per il tuo stesso bene, tu debba pensare in un solo ed unico modo che ha definito per te. Se non è Orwell questo!

DA

Italia in ginocchio e i giallorossi pensano all’omofobia

La gnosi omosessualista all’assalto del Cattolicesimo

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L’EDITORIALE

di Leonardo Motta

Gli scandali che hanno causato migliaia di chierici, operanti diabolicamente in diverse parti del pianeta, relativamente agli atti sessuali che hanno compiuto con minorenni e maggiorenni, consenzienti e non, hanno fatto e continuano, purtroppo, a fare apparire la Chiesa Cattolica, agli occhi di un certo mondo che condanna i peccatori e non i peccati, come totalmente macchiata di vizi e da colpire (e, qualcuno spera, affondare!) attraverso il pubblico disprezzo mass-mediatico.

Come hanno fatto con il suo Divino Fondatore, Gesù Cristo, considerato un peccatore dalle potenze umane del suo tempo, anche l’unica Chiesa che può vantare duemila anni d’età e la diretta discendenza dal suo Signore, quella Cattolica, è oggi sotto il fuoco di cecchini esterni e soprattutto interni, abili nel mirare al cuore del suo messaggio: l’invito alla santità, alla conversione dei cuori, alla civiltà dell’amore Trinitario, attraverso la purezza e la castità prevista per i singoli stati di vita.

“La Chiesa è il Regno di Dio già presente in mistero”, insegnava un professore di Ecclesiologia. Tuttavia la Santa Chiesa è composta di peccatori. È per questo che le parole di Gesù Cristo, contenute in Matteo 13,24-30, non perderanno mai il loro valore.

La zizzania e il grano continueranno a crescere insieme fino a quando la zizzania, “legata in fasci” sarà bruciata nel fuoco eterno dell’Inferno (che esiste e non è un’invenzione della Chiesa!), mentre il grano sarà riposto nel “granaio” di Cristo, il Paradiso.

Una gravissima zizzania presente nella Chiesa ufficiale, che ha favorito lo scandalo della pratica sessuale dei suoi chierici, è la gnosi omosessualista. Continua a leggere

Il ddl Zan & C. produrrebbe l’effetto di rovesciare l’ordine etico della società

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In Parlamento si discute sul testo unificato che contiene il Ddl contro l’omotransfobia. Quali saranno le ricadute se dovesse diventare legge? Cosa si potrà dire e cosa no? Avremo ancora un diritto d’opinione o questo segnerà la fine del libero pensiero? Ne abbiamo parlato con Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita.

di Ida Giangrande

Il quotidiano Avvenire ha ospitato l’onorevole Alessandro Zan per spiegare che il testo unificato delle proposte di legge in materia di omotransfobia non sono liberticide e che per i cattolici non c’è nessun problema per quanto riguarda il diritto d’opinione e di credo religioso. L’hanno convinta le rassicurazioni dell’on. Zan?

In effetti l’on. Zan ha precisato che l’estensione dell’attuale art.604 bis del Codice penale non riguarderebbe la «propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico». Sembrerebbe, quindi, che in caso di approvazione delle modifiche proposte, ai cattolici sarà possibile affermare che gli eterosessuali sono superiori agli omosessuali o, se si preferisce, che gli omosessuali sono inferiori agli eterosessuali. Sarebbe inoltre consentito, sempre secondo Zan, affermare pubblicamente che l’omosessualità è una «grave depravazione», come sancisce il punto 2357 del Catechismo della Chiesa cattolica. Bene, questo ci tranquillizza. Ciò che, invece, ci lascia alquanto perplessi è il secondo aspetto del ragionamento di Zan. Secondo il deputato del PD, infatti, ciò che verrebbe punito è la discriminazione o l’istigazione alla discriminazione basata su motivi di genere, orientamento sessuale e identità di genere, e la violenza o la provocazione alla violenza basata sempre sui predetti motivi.

Quali sono gli elementi che la lasciano perplessa circa la discriminazione e la violenza?

Ci sono due obiezioni che subito mi vengono in mente. La prima riguarda la definizione del concetto di discriminazione che la proposta di legge non chiarisce. E non è un problema da poco se si formulano alcune ipotesi che certamente interessano cattolici e relativa Chiesa. Se, per esempio, il Rettore di un Seminario diocesano decidesse di non ammettere o di espellere un seminarista perché pratica l’omosessualità, integrerebbe evidentemente un atto di discriminazione sanzionabile ai sensi dell’art. 604 bis, lett. a) del Codice penale, secondo la riforma voluta da Zan. Stessa cosa se un parroco decidesse di non dare un incarico pastorale ad un omosessuale convivente e militante per i diritti LGBT, o decidesse di non affidare i ragazzi dell’oratorio per un campo estivo ad un responsabile scout che si trovasse nelle stesse condizioni. Nell’identica situazione di troverebbe un parroco che rifiutasse la provocazione di due lesbiche conviventi e militanti per i diritti LGBT che chiedessero, per la strana coppia, una benedizione in chiesa.  Discriminazione sarebbe considerata anche quella di un pasticciere cattolico che si rifiutasse di confezionare una torta “nuziale” per la cerimonia di un’unione civile tra due omosessuali. O un fotografo cattolico che rifiutasse di prestare il proprio servizio fotografico per un’analoga cerimonia. Le ipotesi potrebbero proseguire fino all’esclusione di un uomo che si “sente” donna dall’accesso ai bagni riservati alle donne, o dall’accesso agli spogliatoi femminili di una piscina. In questo caso la discriminazione avverrebbe sulla base dell’identità di genere. Sempre rispetto a questo tema, un istituto scolastico non potrebbe imporre un codice di abbigliamento ad un insegnante transessuale o persino ad un docente Drag Queen, perché il variopinto trucco e l’eccentrico costume costituirebbero un’espressione dell’identità di genere tutelata per legge. La scuola non potrebbe porre in essere una discriminazione nei confronti dell’insegnante come i genitori non potrebbero rifiutarsi di mandare i propri bimbi a scuola con una simile maestra. Raccogliere, poi, le firme per protestare contro l’istituto scolastico integrerebbe un’istigazione alla discriminazione. Né sarebbe, ovviamente, consentito ai genitori impedire che i propri figli partecipino ai cosiddetti “corsi gender”, quelli appunto basati sul concetto di identità di genere.  Continua a leggere

La denuncia di Vox: come in un sistema totalitario vogliono estendere l’ideologia omosessualista

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L’EDITORIALE DEL VENERDI

di Matteo Orlando

“Vogliono imporre ai nostri figli un’educazione sessuale ideologica e settaria”. È questo l’allarme lanciato dalla deputata di VOX, il partito di destra spagnolo, Georgina Trías.

La Trías ha spiegato attraverso un appassionato discorso tenuto davanti al Congresso, i motivi per i quali il suo gruppo parlamentare ha presentato un emendamento all’intera legge Celaá, quelle norme sull’educazione, volute dal governo social-comunista spagnolo, per estendere quanto più possibile l’ideologia gender nella società, peraltro già sconquassata, spagnola.

La Trías ha avvertito che il progetto del governo delle sinistre mette in pericolo l’educazione dei bambini spagnoli. “La comunità educativa teme che oltre 8 milioni e mezzo di bambini e ragazzi spagnoli non frequentino la loro scuola da tre mesi e che, nel mezzo dell’estate, siano trascorsi sei mesi senza entrare nei centri. E voi vi preoccupate più di imporre il vostro programma ideologico che di risolvere i problemi reali della comunità educativa. In diverse città spagnole ci sono concentrazioni di cittadini per protestare contro l’elaborazione di questa legge”.

La portavoce di VOX ha affermato che nello Stato spagnolo prevalgono la neutralità e il principio del secolarismo positivo, e non la secolarizzazione promossa dal governo. “Vogliono imporre ai nostri figli, sin da piccoli, una presunta educazione sessuale, che invece è ideologica e settaria. E vogliono farlo in modo organizzato e curriculare, come si addice ad un buon sistema totalitario, con guide oscene che sono già state implementate in numerose comunità autonome”.

Nel suo intervento, di una dozzina di minuti, Georgina Trías ha spiegato i dieci motivi per cui Vox dice di no alla legge omosessualista Celaá. Continua a leggere

Bacio omosessuale in un cartone americano per bambini

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Anche The Three Downstairs: Tales of Arcadia si aggiunge alla purtroppo ormai lunga lista di cartoni animati che ospitano personaggi e vicende omosessuali.

Un nuovo cartone animato dà spazio all’amore omosessuale: si chiama The Three Downstairs: Tales of Arcadia e viene trasmesso su Netflix nella sezione dedicata ai più piccoli.

A dare la notizia GospelPrime che offre brevi cenni sulla trama dell’episodio: temendo la distruzione dell’Arcadia High School ad opera di un meteorite, la giovane Shannon Longhannon teme di morire senza aver dato il primo bacio. È una ragazzina timida, introversa, sovrappeso, con gli occhiali; dando voce alle proprie paure viene avvicinata da una coetanea, anche lei vittima della medesima angoscia.

Così tra le due scattano dei baci che preludono probabilmente ad una futura storia d’amore, dal momento che la minaccia dell’asteroide viene detronizzata e la scuola è sana e salva.

Secondo il sito della CBR, l’episodio sarebbe frutto dell’interesse da parte della produzione di Guillermo del Toro & Co. verso la tematica dell’integrazione, sia per quanto riguarda l’argomento degli immigrati e dei rifugiati negli Stati Uniti ma anche per alcuni aspetti per cari alla comunità LGBTQ.

Da https://vocecontrocorrente.it/bacio-omosessuale-cartone-animato-bambini/

Il Portogallo introduce il cambio di sesso a 16 anni

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Segnalazione Corrispondenza Romana

di Lupo Gori

Giovedì 12 luglio 2018 il parlamento portoghese, seguendo le orme di Danimarca, Malta, Svezia, Irlanda e Norvegia, ha approvato un disegno di legge che consentirà ai suoi cittadini che hanno compiuto i 16 anni di età di cambiare il proprio sesso e nome sui registri civili, senza il bisogno di presentare alcuna diagnosi medica di “disturbo dell’identità”.

All’indomani del voto, Sandra Cunha, parlamentare di sinistra che si è battuta fortemente per tale legge, sostenendo in aula che «nessuno ha bisogno di terzi per sapere se è un uomo o una donna, un ragazzo o una ragazza», ha espresso la propria soddisfazione, sottolineando come grazie a tale nuova normativa il Portogallo sia divenuto «il sesto paese europeo a concedere il diritto all’autodeterminazione dell’identità transgender … senza la tutela di terzi e senza una diagnosi di interruzione dell’identità». Continua a leggere

Aborto, omosessualismo, immigrazione. Una sinistra dissoluzione

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ABORTO, OMOSESSUALISMO, IMMIGRAZIONE. UNA SINISTRA DISSOLUZIONE

di Roberto PECCHIOLI Tutto si tiene. Una civilizzazione che non riproduce più stessa biologicamente è al capolinea, soprattutto se le ragioni sono l’egoismo, l’orrore per le responsabilità, il rifiuto del futuro, l’assenza di principi comuni. L’esito non può essere che l’esaltazione dell’aborto, il rigetto della vita vecchia e malata, la ricerca ossessiva del piacere, il disprezzo per la normalità …

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