Web e bambini: ecco perché i fondatori lo vietano ai propri figli

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di Elena Gadaldi

Gli argomenti di questo articolo:
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Come possiamo limitare l’uso dei dispositivi?

Sempre più spesso mi capita che i genitori mi chiedano quanto tempo possono lasciare i figli davanti a smartphone e dispositivi vari: quante ore durante il giorno? E quante ore durante la notte?

Quindi, di fronte ad un numero sempre crescente di richieste e difficoltà, ho cercato e scoperto cosa fanno coloro che hanno fondato siti web e piattaforme social, e devo dire che è stata una piacevole sorpresa. Ma andiamo con ordine.

Cosa dice l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rispetto al tempo di utilizzo di supporti tecnologici e social?

Le linee guida dell’OMS non lasciano spazio a dubbi e chiariscono che il primo grosso limite da tenere presente è legato all’età: da 0 a 2 anni, divieto assoluto, quindi niente schermi di alcun genere; dai 2 ai 4 anni, al massimo 1 ora al giorno; dai 6 ai 10 anni non più di 2 ore fermi davanti a schermi televisivi o di altro genere.

Perché i tempi di esposizione sono chiari e definiti?

Perché stare troppo tempo davanti agli schermi danneggia i bambini sotto vari aspetti: disturbi del comportamento alimentare, soprattutto obesità e sovrappeso, problemi sviluppo motorio, problemi di sviluppo cognitivo e psico-sociale, unitamente ad una difficoltà appresa ad esprimersi soprattutto dal punto di vista emotivo.

Fino a circa 20 anni fa, internet faceva la differenza: solo chi aveva le possibilità economiche, poteva usufruire di questo importante canale per conoscere il mondo fuori casa. Oggi, soprattutto con la pandemia, la tecnologia ha raggiunto livelli altissimi e per tutti.

Gli americani si sono studiati e hanno scoperto che nel 2011 solo il 23% degli adolescenti possedeva smartphone o tablet, oggi la percentuale è salita al 95%.

Si passa da una media di 8 ore circa al giorno in adolescenti appartenenti a famiglie a basso reddito a quasi 6 ore al giorno in caso di famiglie a reddito più elevato.

Cosa ne pensano i creatori di questi dispositivi?

Tengono lontani i loro figli da qualsiasi tipo di social o dispositivo!

Vediamo alcuni nomi famosi.

Bill Gates (fondatore di Microsoft) non ha dato il cellulare ai figli prima dei 14 anni; Sundar Pichai, amministratore delegato di Google, ha vietato ai figli il cellulare prima dei 14 anni e limitato la tv; Evan William co-fondatore di Twitter, Blogger e Medium, preferisce comprare libri anziché dispositivi tecnologici, e questi sono solo alcuni degli esempi che riporto ai genitori che chiedono cosa e come fare.

E fuori casa cosa succede?

Sempre in America (zona Silicon Valley dove nascono i grandi della tecnologia), a scuola per esempio, anziché favorire l’uso di supporti digitalizzati, è preferibile avvalersi di strumenti “semplici”, ma ad alto impatto, interazione e tanto movimento (non voglio fare alcun tipo di pubblicità, ma a me ricorda la scuola Montessoriana, carica di stimoli e movimento).

Per certi aspetti, sembra un ritorno a vecchie abitudini: io ricordo perfettamente che mia nonna mi concedeva la tv 30 minuti al giorno, giusto per guardare un paio di cartoni animati e poi cercava, per quel che poteva, di giocare con me. È ovvio che oggi sia tutto diverso e spesso non ci si possa permettere le medesime abitudini di 20 o 30 anni fa, ma a volte si tratta solo di fare attenzione e, perché no, accettare la sfida di ispirarsi al passato.

E quindi dobbiamo vietare l’uso dei dispositivi?

Come rispondo spesso ai genitori, il problema non è la tecnologia in sé, ma provvedere ad una educazione che tuteli i bambini e i ragazzi. Non si può eliminare la tecnologia che ormai fa parte della nostra vita (io stessa in questo momento la sto utilizzando!), ma insegnare a far si che diventi uno strumento e non una dipendenza.

E come possiamo limitare l’uso dei dispositivi?

Si può iniziare dal principio, cioè a non far diventare la tecnologia un problema limitando il tempo sin dai primi utilizzi. Partiamo da piccole regole: non si usano dispositivi durante i pasti (oltre a non favorire il rapporto in famiglia, creano danni al rapporto con il cibo); non si va a dormire con il telefono (molti disturbi del sonno sono legati ad un uso spropositato durante le ore notturne); quando si può, si cerca di favorire lo stare all’aria aperta anziché l’uso illimitato del divano.

Difficile?

Si, credo che lo sia, soprattutto perché l’uso degli smartphone spesso diventa un gioco per i bambini e una “comodità” per i grandi. Ma questa è tutta un’altra storia.

Il limite della pazienza russa

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QUINTA COLONNA

di Alexandr Dugin

La storiella del Tribunale dell’Aia è simbolica. La Russia non si è mai chiesta prima che tipo di istituzione sia. In realtà, fa parte dell’attuazione del Governo Mondiale, un sistema politico sovranazionale creato sugli Stati nazionali che sono invitati a cedere parte della loro sovranità a favore di questa struttura. Ciò include la Corte europea dei diritti dell’uomo e la stessa UE, ma anche la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, l’OMS, ecc. La Società delle Nazioni, e in seguito l’ONU, è stata concepita come un’altra fase preparatoria sulla via dell’istituzione di un governo mondiale.

La verga del liberalismo

Trattiamo del liberalismo nelle relazioni internazionali, componente dell’ideologia liberale nel suo complesso. I liberali considerano la legge del “progresso” irreversibile, la cui essenza è che il capitalismo, il mercato, la democrazia liberale, l’individualismo, l’LGBT, i transgender, le migrazioni di massa, ecc. si stanno diffondendo in tutta l’umanità. Nella dottrina liberale delle relazioni internazionali, per “progresso” si intende la transizione da Stati nazionali sovrani a istanze di potere sovranazionali. L’obiettivo di questo “progresso” è l’istituzione di un governo mondiale. È dichiarato esplicitamente e inequivocabilmente nei libri di testo di Relazioni Internazionali. Tutti i Paesi che non vogliono il “progresso” sono, secondo questa teoria, nemici del “progresso”, “nemici di una società aperta”, quindi sono “fascisti” e devono essere giudicati (al Tribunale dell’Aia) e distrutti (“infliggere loro una sconfitta strategica” – Blinken) e al posto dei leader sovrani mettere dei liberali – preferibilmente transgender.

Questa è la posizione ideologica su cui si reggono il Partito Democratico statunitense, l’amministrazione Biden e la maggior parte delle élite europee. Anche tutte le forze dei Paesi non occidentali, che sostengono l’Occidente collettivo e i globalisti americani, giurano su questa ideologia. Ed è proprio questa l’ideologia: radicale, rigida, totalitaria.

La sfida è accettata

È un po’ sorprendente che la Russia, da 23 anni sotto un leader pienamente sovrano, non si sia preoccupata di affrontare il liberalismo e abbia, fino a un certo punto, accettato la legittimità delle sue regole, strutture e istituzioni.

Non sono loro a cambiare, la Russia è cambiata con l’avvio della SMO, e ne è seguita una legittima escalation da parte dei liberali globali. Non c’è nulla di casuale: è solo liberismo. Finché non rovesceremo questa ideologia, sia internamente che esternamente, l’escalation non potrà che aumentare.

Non possiamo semplicemente andare oltre senza la nostra ideologia.

La decisione del Tribunale dell’Aia di arrestare il presidente russo Vladimir Putin e l’ombudsman per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova è così oltraggiosa che è semplicemente impossibile non rispondere. È un insulto al Paese, al popolo, alla società, a ogni persona, a ogni donna russa, a ogni madre, a ogni bambino. Come si può rispondere a tutto questo con dignità?

A mio parere, ci sono dei veri colpevoli in tutta questa situazione e non sono a Washington o all’Aia: sono nella stessa Russia. Si tratta di un gruppo di liberali che da 23 anni convincono in tutti i modi possibili il Presidente che l’amicizia con l’Occidente è d’obbligo, che è l’unica via di sviluppo e che l’adozione dell’ideologia liberale, così come l’integrazione nelle strutture e nelle istituzioni liberali globaliste internazionali (compreso il riconoscimento della Corte penale internazionale, della CEDU, dell’OMS, ecc.) non hanno alternative. Hanno anche screditato il campo patriottico, sia di destra che di sinistra, convincendo il capo dello Stato che si starebbe solo sognando di inscenare un “Maidan”. In realtà, i patrioti, sia di destra che di sinistra, sono il popolo e il principale sostegno di Putin. Sono il suo sostegno, i suoi strenui sostenitori, ma i liberali al potere hanno sempre lodato l’Occidente e diffamato i patrioti. Questo accade da 23 anni, da quando Putin è salito al potere.

L’ora della resa dei conti

Siamo logicamente arrivati al punto in cui il lodato Occidente si è rivelato una struttura terroristica che ci assassina, fa esplodere i gasdotti, ruba i soldi, e noi, dopo essere stati ai suoi ordini per così tanto tempo, ci siamo ritrovati in una dipendenza umiliante; 23 anni fa avremmo dovuto seguire la rotta per stabilire la nostra civiltà russa eurasiatica.

Putin ha puntato sulla sovranità. Si presumeva – proprio sotto l’influenza dei liberali – che l’Occidente avrebbe accettato questa sovranità a patto che Mosca rimanesse nel contesto generale della civiltà occidentale, a patto che venisse coinvolta nelle sue strutture e istituzioni, a patto che accettasse i valori occidentali (capitalismo, democrazia liberale, digitalizzazione, cultura dell’annullamento, “wokismo”, cioè l’obbligo di denunciare chiunque non sia d’accordo con il liberalismo, LGBT). Si è trattato di un inganno fin dall’inizio e suddetto inganno ha degli individui specifici: il blocco liberale nella cerchia ristretta del Presidente. Sono loro che hanno contribuito a ciò che sta accadendo oggi, che hanno ostacolato il risveglio patriottico, che hanno fatto tutto il possibile per separare il Presidente dal popolo, dal nucleo russo, dai portatori della coscienza patriottica.

È arrivato il momento di regolare i conti. O sta per arrivare. Non so cos’altro debba accadere perché i liberali al potere siano chiamati al tappeto e interrogati severamente. Forse manca anche qualcos’altro, ma in ogni caso non ci vorrà molto. La spada della vendetta è sulla testa dei liberali russi al potere e nulla può impedire la naturale punizione, si può ritardare un po’ ma non si può evitare.

I liberali russi devono rispondere di tutti i loro crimini. Senza questo non ci sarà purificazione né vittoria.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

Foto: Idee&Azione – Fonte: https://www.ideeazione.com/il-limite-della-pazienza-russa/

19 marzo 2023

Vaiolo delle scimmie: l’esercitazione di un anno prima

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Segnalazione di Federico Prati

di Maurizio Blondet

Il 18 marzo 2021,  oltre un anno fa, la Nuclear Threat Initiative (NTI)  e la Munich Security Conference hanno  simulato una esercitazione che immaginava “un attacco  di armi biologiche con un virus del vaiolo delle scimmie geneticamente modificato inizia nel paese immaginario di Brinia. In 18 mesi, lo scenario si evolve in una pandemia catastrofica a livello globale.  Il due think tank “hanno convocato 19 leader ed esperti globali in carica e no per  far avanzare il dialogo sulla politica di sicurezza sulle priorità per una nuova agenda transatlantica.

Il gruppo globalista NTI ha previsto la probabilità di un’epidemia di Mo…

Leggi e condividi le notizie libere di Green Pass News, il giornale online libero e indipendente! Non abbiamo pa…

La  NTI  è una entità privata, al cui vertice ci sono marito e moglie, tale Dustin Moskovitz (J  cofondatore di Facebook) e Cari Tuna (ex giornalista del Wall street journal).
Tale società è inserita tra i collaboratori del governo americano e nel loro sito campeggia una foto in cui ritrae i vertici con mister Obama. In questo studio pubblicato poi a novembre 2021 si simula una pandemia e, guarda caso, la data simulata era il 15 maggio 2022.

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Come si vede da questa foto,  nella simulazione la data della prima comparsa del  vaiolo delle scimmie era il 15 maggio 2022: più o meno esattamente la data in cui i media hanno cominciato ad  allarmare su  questa malattia

Coincidenza:

“Il 13 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è stata informata per la prima volta di due casi confermati e uno probabile di vaiolo delle scimmie nella stessa famiglia nel Regno Unito”.

Sarà dunque istruttivo vedere le altre date nella simulazione :

Il 10 gennaio 2023   lo scenario “prevedeva” 70 milioni di casi e 1,3 milioni di morti   in 83 paese

10 maggio 2023: 480 milioni di malati, 27 milioni di  morti. “Il virus è stato ingegnerizzato per essere resistente al  vaccino”

Primo dicembre 22023, “previsti” 3,28miliardi di casi e 271 milioni di morti.  Viene rivelato che  la nuova psico-pandemia è stata provocata da un gruppo terrorista che si è infiltrato nei laboratori di bio-sicurezza.

dove-vaiolo-sc

Qui sotto un aarticolo allarmistico di Il Sole 24 Ore

Vaiolo delle scimmie, 92 casi confermati in 12 paesi

Oltre al nostro Paese l’Oms cita Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti
Qui Biden  che lancia il grido:
Biden suona l’allarme su Monkeypox mentre il CDC avverte i medici americani

Biden Sounds Alarm on Monkeypox as CDC Alerts American Doctors

President Joe Biden claimed Sunday that “everybody” should be concerned about an increase of monkeypox cases in …

reicominciano gli immunologhi, ancora e ancora, semnza fine

immunologaUn altro caso di pre-scienza:

 

https://twitter.com/ossequioso/status/1528075676414316548?t=popvjHOk0d6OwfmVhYUnxQ&s=03

Apparentemente, la psico-pandemia di “vaiolo  delle scimmie” verrà usata come motivo per cedere tutti i poteri di emergenza sanitaria    degli stati all’OMS, ossia a Bill Gates, che la paga e copre quasi tutte le spese.

 L’OMS PIANIFICA 10 ANNI DI PANDEMIE, DAL 2020 AL 2030

IL PIANO mostra che l’agenda ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede dieci anni di pandemie in corso, dal 2020 al 2030. Lo rivela una virologa dell’OMS, Marion Koopmans .

Marion Koopmans – Wikipedia

Maria Petronella Gerarda Koopmans[1] (born 21 September 1956) is a Dutch virologist who is Head of the Erasmus M…

Qui  la vera origine dell’infezione:

Il festival dell’orgoglio gay a Gran Canaria – a cui hanno partecipato 80.000 persone – è collegato all’epidemia di vaiolo delle scimmie in Spagna e a due casi in Italia, mentre il totale europeo raggiunge i 100

Gran Canaria pride festival investigated as monkeypox spreader event

Jessica Warren

The Gran Canarian pride festival attended by 80,000 from Britain and across Europe is being investigated after b…

  • Il Maspalomas Pride è diventato il secondo obiettivo dell’epidemia in Spagna
  • Più di 100 casi di vaiolo delle scimmie sono stati segnalati in tutta Europa
  • L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha affermato che una percentuale notevole di casi recenti in Gran Bretagna e in Europa è stata trovata in uomini gay e bisessuali
  • Tenuto dal 5 al 15 maggio, il Maspalomas Pride attira visitatori da tutto il continente.

Sta cambiando la narrazione sulla sindemia?

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di Thomas Fazi

Fonte: Thomas Fazi

L’ultima settimana è stata veramente ricca di notizie e di “inversioni a U” in materia di Covid e di gestione pandemica, al punto che possiamo ipotizzare che sia in corso un decisivo cambio di rotta nella narrazione mainstream. Vediamo di passare in rassegna le notizie principali:
– La notizia principale è senza dubbio la netta presa di posizione sia dell’OMS che dell’EMA contro i booster, ovverosia contro la politica dei richiami vaccinali ravvicinati permanenti. L’OMS ha dichiarato che è ormai evidente che i vaccini esistenti hanno un bassissimo impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, soprattutto nei confronti di Omicron, e che «andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte». Fino a quel momento, secondo l’OMS, non ha senso continuare ad effettuare richiami con i vaccini esistenti. «Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti» dei vaccini attuali «non appare né appropriata né sostenibile», ha concluso l’OMS¹.
– Sull’incapacità del vaccino di fermare la trasmissione, da segnalare l’ennesimo studio, apparso su “The Lancet”, che conferma che «l’impatto della vaccinazione sulla trasmissione delle varianti circolanti di SARS-CoV-2 non risulta essere significativamente diverso dall’impatto tra le persone non vaccinate». Una cosa che già si sa da tempo ma repetita iuvant².
– Sempre su questo punto, interessante la netta presa di posizione di Crisanti, secondo cui: «Come misura per bloccare la trasmissione i non vaccinati hanno un contributo marginale, la maggior parte dei casi, di questi 120.000 magari o di più, sono i vaccinati, sono loro che contribuiscono in maniera elevata a diffondere il virus. Per me c’è stato un corto circuito di comunicazione da parte del governo che ha sbagliato, è pur vero che i non vaccinati si ammalano e occupano posti in terapia intensiva, ma non sono loro la maggiore causa di trasmissione del virus, bensì i vaccinati»³.
– Sulla stessa linea dell’OMS, come si diceva, l’EMA, il cui capo della strategia vaccinale, Marco Cavaleri, ha dichiarato: «Sta emergendo una discussione sulla possibilità di somministrare una seconda dose booster con gli stessi vaccini attualmente in uso: non sono ancora stati generati dati a sostegno di questo approccio. Se l’uso dei richiami potrebbe essere considerato parte di un piano di emergenza, vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine. Non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi»⁴.
– Sempre su questo tema abbiamo anche l’interessante dichiarazione di Sergio Abrignani, membro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), secondo cui un regime di vaccinazione ravvicinata permanente potrebbe addirittura avere effetti negativi in termini di immunizzazione: «Se si vaccina ogni 2-3 mesi per stimolare continuamente la risposta “effettrice”, dopo un po’ potrebbe ottenersi l’effetto contrario. Il sistema immunitario si potrebbe “anergizzare”. Si rischia l’effetto paradossale di “paralizzare” la risposta immunitaria»⁵.

– In controtendenza Pfizer (strano, eh?), che ha invece ha ribadito la sua opinione del tutto disinteressata secondo cui la variante Omicron necessaria rende necessaria quanto prima anche la quarta dose di vaccino (in seguito alla quale, è lecito supporre, si “renderà necessaria” la quinta dose e poi la sesta, e così via)⁶.
– L’altra notizia della settimana, poi, è la legittimazione, a livello di discorso mainstream, di quello che certi “cospirazionisti” dicono fin dal primo giorno: ovverosia che il numero dei ricoverati e dei decessi Covid è falsato dal fatto che, fin dall’inizio della pandemia, viene registrato come paziente/decesso Covid chiunque risulti positivo al momento dell’ospedalizzazione e/o del decesso, a prescindere dal reale motivo dell’ospedalizzazione e/o del decesso. Attenzione: qui non stiamo parlando del dibattito, piuttosto sterile, se una persona con patologie pregresse che muore perché il virus ha esacerbato le patologie in questione sia da considerarsi un morto per o con Covid. Qualcuno che avrebbe verosimilmente vissuto più a lungo nel caso in cui non avesse contratto il virus è da considerarsi un morto per Covid, per quanto mi riguarda (al netto della necessità di fare corretta informazione sulle fasce di età di età e sulle categorie che rischiano veramente dal Covid). No, qui stiamo parlando di una persona che entra in ospedale con una gamba rotta o che muore perché cade dal decimo piano di palazzo e che viene classificato come paziente/decesso Covid solo perché positivo al momento dell’ingresso in ospedale o della morte. Cosa nota fin dall’inizio ma che non si poteva dire fino all’altro giorno, quando la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO) ha sganciato la bomba, ammettendo che «un numero significativo di pazienti che arrivano in ospedale per altre malattie (traumi, tumori, scompensi cardiocircolatori) all’atto del ricovero, che prevede il tampone, vengono diagnosticati come casi positivi asintomatici e questo aumenta la pressione nelle aree Covid delle strutture sanitarie»⁷.

Sempre la FIASO ha poi specificato che addirittura più del 30 per cento dei “pazienti Covid” non manifestano segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare: ovverosia sono stati ricoverati non per il virus ma con il virus⁸. La diagnosi da infezione da SARS-CoV-2 è dunque occasionale.
– Una volta che questa verità di pulcinella è diventata di dominio pubblico e non più negabile, le virostar più intelligenti si sono affrettate a riposizionarsi. Tra questi anche Bassetti, da sempre in prima fila nell’alimentare la psicosi da Covid, che ha dichiarato: «Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35 per cento di ricoverati che con il Covid-19 non c’entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l’ingresso in ospedale. Anzi, dirò di più, questo avviene anche nella registrazione dei decessi: se il paziente entra in ospedale per tutt’altro, ma è positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati»⁹. È piuttosto curioso che Bassetti se ne accorga solo ora ma meglio tardi che mai, come si suol dire.
– Si arriva poi al caso della Lombardia, che ha addirittura dichiarato che da venerdì 14 comincerà a distinguere ufficialmente tra pazienti ammessi per e con Covid. In una nota, ha specificato che: «Si definisce affetto da malattia Covid solo il soggetto che positivo al test antigenico o molecolare presenti sintomatologia e diagnostica compatibile con la malattia Covid. I ricoverati per altra patologia che si positivizzino al Covid, ma senza sintomi di malattia Covid, attualmente devono essere isolati secondo le vigenti norme, ma non dovrebbero essere conteggiati come malati Covid»¹⁰.
– Sorprende che ci si siano voluti due anni per riconoscere un fatto così ovvio. Considerando che ogni giorno in Italia muoiono in Italia all’incirca 2.000 persone, è normale che una parte di questi risulti anche positiva. Il vero dato per capire l’impatto (diretto o indiretto) del Covid sui tassi di mortalità è quella della mortalità in eccesso rispetto agli anni pre-pandemia. Da questo punto di vista, al momento, per fortuna, la mortalità in Italia risulta essere più o meno in linea con quella del 2019, come si può verificare sul sito di EUROMOMO¹¹.
– Questo è senz’altro merito della protezione dalla malattia grave offerta dal vaccino nelle fasce di età e nelle categorie a rischio, ma anche della progressiva endemizzazione e “influenzizzazione” del Covid. Particolarmente interessante la dichiarazione del premier spagnolo Pedro Sanchez, che ha reso nota l’intenzione della Spagna di cominciare a trattare il Covid come una «normale influenza» , rinunciando a tracciare e confinare chiunque risulti positivo al test ma monitorando la situazione controllando alcune zone a campione. Dato lo scarto che ormai si sta scavando tra numero di contagi e numero di morti per Covid, secondo Sanchez ci sono le condizioni per passare da un quadro di «pandemia» a uno di «malattia endemica» come è appunto l’influenza stagionale¹².
– Anche su questo punto si è subito accodato Bassetti, sempre attento a come tira il vento, che ha dichiarato che la nuova variante è più contagiosa ma causa meno ricoveri ordinari e in terapia intensiva, non solo per chi ha due dosi e booster, anche per chi non ne ha nessuna. In entrambi i casi, ha detto, siamo davanti a «una sorta di forma influenzale, un raffreddore». Ci sono due quadri, ha spiegato Bassetti, «con la Delta che nel vaccinato doppia dose o tripla dose causa una forma influenzale e di raffreddore rinforzato, e la Omicron sembra fare lo stesso nel non vaccinato»¹³.
– Infine, una pillola di ottimismo dall’estero, che però dà il senso del baratro politico e culturale in cui sia sprofondato il nostro paese. Ecco la comunicazione del governo giapponese ai propri cittadini in materia di vaccinazione anti-Covid: «Anche se incoraggiamo tutti i cittadini a ricevere la vaccinazione Covid-19, essa non è obbligatoria o forzata. La vaccinazione sarà eseguita solo con il consenso della persona da vaccinare dopo le informazioni fornite. Si prega di farsi vaccinare per decisione propria, comprendendo sia l’efficacia nella prevenzione delle malattia che il rischio di effetti collaterali. Nessuna vaccinazione sarà effettuata senza consenso. Per favore, non costringete nessuno sul vostro posto di lavoro o coloro che vi circondano ad essere vaccinati, e non discriminate coloro che non sono stati vaccinati»¹⁴. Che dire? Esistono ancora dei paesi in cui la civiltà è sopravvissuta alla pandemia.

– Alla luce di tutto questo, cosa fa il governo italiano? Cambia narrazione? Chiede scusa ai propri cittadini per il colossale fallimento della sua gestione pandemica? Figurarsi: continua ad inasprire le regole. È di questi giorni, infatti, la notizia di persone non vaccinate che non riescono a lasciare le isole per raggiungere la terraferma per curarsi o di persone che non riescono a tornare a casa sulle isole perché sprovviste di green pass¹⁵. Infine, un’altra previsione “cospirazionista” che rischia di divenire realtà. Come riporta il “Corriere della Sera”, dall’1 febbraio i non vaccinati rischiano di perdere il reddito di cittadinanza a meno che non si vaccinino o non si sottopongano a tamponi regolari. Dall’articolo in questione: «Chi percepisce il reddito di cittadinanza è obbligato a frequentare i Centri per l’impiego. Pena la decadenza del diritto all’assegno. Ma per entrare nei CPI bisogna esibire il green pass. Dunque, di fatto, i percettori del reddito di cittadinanza che non si sono vaccinati si vedranno negare il sostegno, a meno che non facciano un tampone»¹⁶.
Per oggi dal Draghistan è tutto. Per fortuna il resto del mondo sembra andare in una direzione diversa dalla nostra.

¹ https://www.ansa.it/…/loms-servono-vaccini-nuovi-non….
² https://www.thelancet.com/…/PIIS1473-3099(21…/fulltext.
³ https://www.notizie.com/…/esclusiva-crisanti-non-sono…/.
⁴ https://www.agi.it/…/ema-avverte-non-possiamo…/.
⁵ https://www.corriere.it/…/contro-covid-serviranno….
⁶ https://www.corrieredellosport.it/…/_tre_dosi_non….
⁷ https://www.fiaso.it/…/Monitoraggio-ospedali-sentinella….
⁸ https://www.ansa.it/…/fiaso-34-positivi-ricoverati-non….
⁹ https://www.quotidiano.net/…/morti-covid-italia….
¹⁰ https://www.quotidianopiemontese.it/…/DEFINIZIONE….
¹¹ https://www.euromomo.eu/graphs-and-maps.
¹² https://www.corriere.it/…/spagna-vuole-trattare-covid….
¹³ https://www.iltempo.it/…/variante-omicron-matteo…/.
¹⁴ https://www.mhlw.go.jp/stf/covid-19/vaccine.html….
¹⁵ https://ildiariometropolitano.it/…/52042-lipari-le….
¹⁶ https://www.corriere.it/…/reddito-cittadinanza-green…

 

Bill Gates: quando Omicron passerà, il Covid sarà come un’influenza stagionale

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di Alessandra Caparello

La variante Omicron del Covid si sta espandendo in tutto il mondo a un ritmo da record, ma c’è qualcuno che vede speranza all’orizzonte come Bill Gates. E non un qualcuno qualsiasi perché parliamo di Bill Gates, il fondatore di Microsoft, uno degli uomini più ricchi del mondo che oggi è un famoso filantropo e investe insieme alla Fondazione creata con l’ex moglie Melinda anche in ricerca sanitaria e vaccini.

Bill Gates, le sue previsioni su Omicron

“Una volta che l’attuale ondata si attenuerà, i paesi possono aspettarsi di vedere “molto meno casi” nel resto dell’anno 2022” così ha scritto Bill Gates durante un Twitter Q&A con Devi Sridhar, professore di salute pubblica globale presso l’Università di Edimburgo. “Una volta che ciò accade, ha continuato Gates, “il Covid molto probabilmente può “essere trattato più come l’influenza stagionale”.

Il co-fondatore di Microsoft e filantropo miliardario, forte sostenitore della salute pubblica che interviene regolarmente nella risposta alla pandemia di Covid, non è il primo a fare previsioni simili. Alcuni esperti dicono che la rapida diffusione di Omicron, anche se certamente pericolosa, contagiando tantissime persone, potrebbe farci raggiungere la cosiddetta “immunità naturale” aiutando così a guidare la pandemia di Covid in una fase “endemica” molto meno grave.

Gates ha parlato di questo scenario nel suo Twitter Q&A, prevedendo che “Omicron creerà molta immunità, almeno per il prossimo anno”. La tempistica è importante: se gran parte della popolazione può mantenere un certo livello di immunità simultanea contro il Covid, sia indotta dal vaccino o altro, la circolazione del virus potrebbe rallentare abbastanza a lungo da far passare la pandemia alla fase endemica.
Una volta che il Covid diventa endemico, ha aggiunto Gates, “potremmo dover fare iniezioni annuali per il Covid per qualche tempo” un po’ come le iniezioni annuali per l’influenza.

Le prospettive relativamente ottimistiche di Gates potrebbero anche essere deluse da una nuova variante di Covid che emerge sulla scia di Omicron, soprattutto se è più grave o trasmissibile di qualsiasi altra variante fino ad oggi.
Il miliardario ha scritto che lo scenario è forse improbabile – ma certamente non impossibile. “Una variante più trasmissiva non è probabile”, ha detto Gates su Twitter, “ma siamo stati sorpresi molto durante questa pandemia”.

Una volta divenuta endemico, il Covid non influenzerà la nostra vita quotidiana come ha precisato poco tempo fa proprio Gates. Le malattie endemiche sono sempre in circolazione in alcune parti del mondo, ma tendono a causare malattie più lievi perché più persone hanno l’immunità da infezioni o vaccinazioni passate.
Si potrà avere la tosse e il raffreddore, ma se si sarà in regola con le vaccinazioni, si sarà abbastanza protetti da evitare malattie gravi o addirittura il ricovero. Come altri virus respiratori, ci saranno periodi dell’anno in cui le infezioni da Covid raggiungono il picco – molto probabilmente i mesi autunnali e invernali più freddi, il che significa che le stagioni di Covid e influenza potrebbero regolarmente coincidere in futuro.
Se il virus diventa più stagionale come l’influenza, potrebbe diventare la norma indossare la mascherina nei luoghi affollati, come sui mezzi di trasporto e potenzialmente anche negli uffici come sottolinea Shaun Truelove, epidemiologo di malattie infettive alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.

Altre strategie di prevenzione familiari, come lavarsi regolarmente le mani e divieti di assembramento in ambienti ad alto rischio, potrebbero anche restare in vigore.

Come vanno i contagi negli Usa

Intanto gli Stati Uniti hanno riportato un record di 1,5 milioni di nuovi casi di Covid lunedì, mentre hanno anche registrato un nuovo record di ricoveri. Ma il dottor Anthony Fauci, il principale consigliere medico del presidente Joe Biden, ha previsto che l’attuale ondata di casi di omicron avrà il suo picco negli Stati Uniti entro la fine di gennaio. E la scorsa settimana, il Centers for Disease Control and Prevention ha detto che si aspetta un “precipitoso declino” dei casi una volta che omicron sarà passato.

“Omicron, con il suo grado di trasmissibilità senza precedenti, alla fine troverà tutti. I vaccinati e coloro con la terza dose saranno esposti” alla variante e molti di loro “saranno probabilmente infettati ma, molto probabilmente, non finiranno in ospedale e non moriranno”.

Così Fauci mentre secondo l’Oms “oltre il 50% della popolazione della Regione europea sarà contagiata” dalla nuova variante “nelle prossime 6-8 settimane”.

Fonte: https://www.wallstreetitalia.com/bill-gates-quando-omicron-passera-il-covid-sara-come-uninfluenza-stagionale/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:%20Wall%20Street%20Italia&utm_content=bill-gates-quando-omicron-passera-il-covid-sara-come-uninfluenza-stagionale&utm_expid=24d0ca8f6aa04e501a1696e2bb16eb15a1464a4f6d2645e107c1efc8f8ee3e0f

Zona Rossa, Report fa chiarezza sul famoso rapporto dell’Oms: guai per Roberto Speranza

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Report è un noto programma di inchieste su temi di carattere economico e sociale. Lo show è condotto da Sigfrido Ranucci e va in onda ogni lunedì sera su Rai 3. Nella puntata andata in onda ieri, 8 Novembre 2021, Report ha smentito Roberto Speranza e Silvio Brusaferro sul rapporto Oms ritirato sulla gestione in Italia dei primi mesi della pandemia. La vicenda risale al maggio del 2020 ed ancora oggi un tema caldo, che Report ha affrontato nel servizio “La resa dei conti”.

Zona Rossa, Report fa chiarezza sul rapporto dell’Oms: guai per Roberto Speranza

Nella puntata di ieri, 8 Novembre 2021, il programma di Rai 3 Report, attraverso il servizio “La resa dei conti”, è tornata sul caso che del rapporto Oms pubblicato, rimosso e mai più pubblicato sulla gestione dei primi mesi della pandemia in Italia. La vicenda del maggio 2020 ha indotto il ricercatore Oms Francesco Zambon a dimettersi. Ora la nota trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci ha svelato nuovi documenti e intercettazioni da cui emergono azioni e parole del ministro della Salute, Roberto Speranza.

Lo scorso 28 aprile in Senato, come riportato da Start Magazine, il ministro Speranza sul ritiro del rapporto dell’Oms ha dichiarato: «È esclusivamente una decisione interna all’Organizzazione mondiale della Sanità. È stato ritirato per inesattezze fattuali. Tra gli errori, quello relativo alla timeline dell’epidemia in Cina. La stessa Oms Europa ha dichiarato che in nessun momento il Governo italiano ha chiesto all’Oms di rimuovere il documento». Ora i messaggi tra il ministro e Silvio Brusaferro riportati da Report andrebbero a smentire Speranza sul suo ruolo che ha sempre negato nella vicenda.

“Scagionata” in parte Regione Lombardia

Una puntata decisamente scoppiettante quella di ieri sera di Report su Rai 3. Il programma ha cercato di scagionare in parte la Regione Lombardia per la mancata chiusura di Alzano e Nembro, che secondo i pm di Bergamo che indagano per epidemia colposa è costata migliaia di morti. Come riportato da Il Giornale.it, fu il direttore della sanità lombarda Luigi Cajazzo a scrivere all’Oms chiedendo la zona rossa il 7 marzo 2020.

Una parziale riabilitazione per la Regione guidata da Attilio Fontana e per lo stesso Cajazzo, indagato per aver riaperto il Pronto Soccorso dell’ospedale di Alzano dopo i primi contagi, ordine che Cajazzo però dice di non aver mai dato. Inoltre, ricadrebbe sotto la piena responsabilità del ministro della Salute Roberto Speranza la mancata attuazione del piano pandemico. A confermarlo ci sarebbe un parere legale firmato dal magistrato Nicola Ruggiero, richiesto dal ministero e inviato a Goffredo Zaccardi, da qualche settimana ex capo di gabinetto del ministro Leu.

Quando riprende Report 2021-2022: tutte le novità del programma di Rai 3

Fonte: https://tvzap.it/news/report-chiarezza-famoso-rapporto-oms-roberto-speranza/

Perché non dobbiamo disperare in questi tempi bui

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2021/10/18/ecco-perche-non-dobbiamo-disperare-in-questi-tempi-bui/

I TEMPI CHE VIVIAMO SONO DI CRISI, DECADENZA E TRIBOLAZIONI, MA…

I tempi che viviamo sono di crisi, decadenza e tribolazioni. A livello sociale, alcuni articoli d’attualità svelano uno scenario preoccupante, perché tutti gli studi rilevano un aumento degli stati di insicurezza, di irritabilità, di malessere, frustrazione, depressione e, soprattutto, a salire è il numero dei suicidi, correlabile alla situazione generale di instabilità. Sono più di 700.000 (una su cento) le persone che si sono tolte la vita nel 2019. Un numero allarmante quello che emerge dall’ultimo studio condotto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).

Dai licenziamenti alle difficoltà economiche, insieme all’interazioni a distanza, il COVID ha portato a galla diverse problematiche emotive e fisiche, che hanno reso il fenomeno del suicidio più popolare a soggetti sotto stress. L’OMS ha dichiarato, infatti, che i programmi di prevenzione sono “addirittura più importanti ora” rispetto ad altri tempi. Secondo i dati del Suicide Worldwide 2019, i suicidi sono la quarta causa di morte fra i giovani dai 15 ai 29 anni, seguiti dai casi di incidenti stradali, tubercolosi e violenze interpersonali (in comunità o in famiglia) ed il Covid ha amplificato il fenomeno.

L’aiuto della Fede può risultare, dunque, fondamentale, in questa situazione angosciosa, in cui la vita normale è sospesa da circa due anni. Il dolore, qualunque esso sia, va posto ai piedi della Croce di Cristo, evitando la disperazione, trasformandola in speranza. Ha scritto in proposito padre Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964): “L’abbagliante luce soprannaturale con cui Dio acceca l’anima, rivela ad essa le sue miserie, le sue impotenze, la sua povertà, essa vede che per se stessa non è che un nulla, e che da sè non può che ritornare al nulla, sbagliare e peccare, chiudendosi. Nel medesimo tempo, l’anima si sente impotente a fare qualsiasi cosa per la propria salvezza; ha l’impressione che tutto ciò che intraprende fallisca, mentre le altre anime riescono. Invece di avanzare, le sembra di retrocedere“.

Il Signore ha insegnato a diventare miti e umili di cuore a sua somiglianza, per mezzo della croce, attraverso la quale Egli purifica la fede: “La fede è la virtù che consiste nel credere ciò che Dio ha rivelato solo per il motivo che Lui l’ha rivelato. Ma noi crediamo anche perché sperimentiamo in noi l’azione di Dio tramite le consolazioni che ci dà e dei progressi che ci fa compiere, perché le cose che intraprendiamo per Lui ci riescono, perché vediamo l’armonia dei dogmi tra di loro e con le grandi verità naturali. […] Nostro Signore permette che in piena aridità spirituale e desolazione noi ci sentiamo completamente smarriti. Qui le tentazioni del demonio (anche il suicidio) si fanno più forti, perché siamo in una condizione di maggior debolezza, e dunque le prove si fanno sempre più gravose da sopportare. Ma il Cristo ha detto che non ci verrà data nessuna prova superiore a quella che possiamo sopportare”.

E’ ancora Réginald Garrigou-Lagrange OP che assicura: “la Speranza è la virtù che ci fa desiderare di raggiungere e possedere Dio appoggiandoci sul suo stesso aiuto. In realtà, per raggiungere il cielo e vivere la nostra la nostra vita religiosa ci appoggiamo su Dio, – ed è questo il motivo principale della speranza – ma ci appoggiamo anche su noi stessi, sulle nostre virtù, sulla riuscita delle nostre opere, suoi nostri amici e sull’aiuto dei nostri superiori. Ma se Dio ci togliesse d’improvviso tutti questi soccorsi umani, – i nostri affini, l’affetto, la stima dei nostri superiori, – se ci rivelasse le nostre miserie e la nostra reale impotenza, spereremmo ancora in Lui? I santi hanno aperto contro ogni speranza umana, perché Dio è infinitamente potente e buono; non è Lui che ci abbandona per primo; Egli vuole sempre rialzarci dalle nostre colpe quando l’anima nostra grida verso di Lui. Così Gesù purifica, nel crogiolo del dolore, la speranza dei suoi più intimi amici. E dopo la speranza è la volta della carità. E’ la virtù suprema che ci fa amare Dio per se stesso, perché infinitamente buono e perché ci ha amati per primo (1 Gv. 4,10). Quando all’anima non proviene che amarezza da parte di Dio e degli uomini, quando è ridotta nello stesso stato di nostro Signore che esclamava sulla Croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?“. E’ allora che il suo atto di amore salva il mondo ed essa diventa, in qualche modo, corredentrice come la Madre Dolorosa.

Da quanto detto ricaviamo il modo di portare la Croce. E’ necessario evitare di lamentarci di soffrire a causa degli altri, per imparare a sopportare le croci, che Egli decide per noi. L’esercizio della virtù sta nel “sopportarle con rassegnazione, amore e riconoscenza. E’ necessario, infatti, soffrire. Il progresso moderno che cerca di sopprimere la croce, come quei “nemici della croce” di cui parla San Paolo (Fil. 3,18) non conseguirà mai ciò che desidera. “Se ci agitiamo come il cattivo ladrone, la nostra irritazione non farà che accrescere la nostra sofferenza. Nostro Signore ci chiede di lasciarlo fare, di lasciarlo lavorare per riprodurre in noi la sua immagine. La sofferenza va amata come mezzo di salvezza così come si può amare una medicina molto amara ma che ci ridarà la salute“.

Il Signore non ci chiede di sentire sensibilmente quest’amore, ma di trarne la prova perseverando, nonostante le tribolazioni, nella pratica dei doveri di stato, dei doveri religiosi, specialmente nella preghiera. Gesù attende che ci rivolgiamo a Lui con una preghiera ardente, perché Egli ha già deciso di esaudirci e di condurci molto più in alto di quanto possiamo desiderare noi stessi. L’accettazione della croce ha l’effetto di accrescere in noi le tre virtù propriamente divine di fede, speranza e carità, rendendo la nostra anima simile all’anima di Cristo e, perciò, simile a Dio. La croce conduce tutti i cristiani alla vera luce di Dio, preludio del cielo”. “Per crucem, ad lucem”! (R. Garrigou-Lagrange, Vita Spirituale, Ed. Effedieffe, Milano 2019, pp. 192-198, I^ Edizione Città Nuova, 1965).

Covid19: una nuova inchiesta fa rabbrividire il mondo

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A cura della Redazione di www.nicolaporro.it

Origine animale oppure artificiale? È questa la grande domanda che da mesi ci si sta ponendo riguardo all’origine del Covid19. La maggior parte degli scienziati sostiene con forza la prima ipotesi dato che le precedenti epidemie di coronavirus, come la SARS, erano state veicolate all’essere umano attraverso gli animali. Eppure, sono tante le voci che esprimono un parere contrario, non solo fra gli esperti, ma anche a livello giornalistico. Ultima in ordine di tempo una clamorosa inchiesta dell’inglese “The Telegraph” che, qualora confermata, getterebbe un alone inquietante non solo sull’ormai celebre laboratorio di Wuhan ma anche sui possibili rapporti che questa realtà intratteneva a livello internazionale. Questa indagine, che si basa su dei documenti diffusi da Drastic, un team investigativo costituto da diversi scienziati per indagare sulle origini del Covid19, rivelerebbe principalmente tre cose.

Le rivelazioni dell’inchiesta

1) Ben 18 mesi prima dello scoppio della pandemia, i ricercatori cinesi avrebbero presentato un piano per infettare artificialmente i pipistrelli delle caverne dello Yunnan con un virus “potenziato” con l’obiettivo di “vaccinarli” contro malattie che avrebbero potuto effettuare il salto di specie e passare agli esseri umani. Come lo avrebbero fatto? Rilasciando nelle caverne dello Yunnan delle nanoparticelle contenenti «nuove proteinechimeriche» (ossia prodotte dalla fusione di sequenze di DNA appartenenti a più geni) di coronavirus di pipistrello che sarebbero dovute penetrare nella pelle degli stessi pipistrelli per via aerea. 

2) Questo progetto, secondo le indiscrezioni, includeva anche dei piani per mescolare ceppi di coronavirus naturali ad alto rischio con varietà meno pericolose ma più infettive.

3) Gli scienziati cinesi, per portare avanti questi esperimenti, avrebbero chiesto un finanziamento di 14 milioni di dollari alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, un’agenzia governativa del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti che sviluppa nuove tecnologie per uso militare) che avrebbe rifiutato di farlo perché “il progetto avrebbe potuto mettere a rischio le comunità locali”. Non solo: l’ente americano avrebbe anche messo in guardia il team sul fatto che non fossero stati considerati pienamente i pericoli del potenziamento del virus o del rilascio di un vaccino per via aerea. Secondo l’inchiesta, la candidatura per il finanziamento sarebbe stata presentata dallo zoologo britannico Peter Daszak di EcoHealth Alliance (EHA), l’organizzazione statunitense che ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology (WIV) sui virus dei pipistrelli.

I timori però a quanto pare erano presenti anche fra gli stessi scienziati di Wuhan. Il team, infatti, era preoccupato per il programma vaccinale e voleva quindi portare avanti una serie di attività di sensibilizzazione in modo che vi fosse una comprensione pubblica di ciò che stavano facendo e del motivo per il quale si stava procedendo, in particolar modo a causa dell’elevato consumo alimentare di pipistrelli nella regione.

La Cina ha fatto da sola?

Lo spettro che si agita intorno a questa inchiesta è ovviamente la possibilità che questi esperimenti siano andati avanti anche senza il sopracitato finanziamento e che il denaro sia stato trovato in altro modo permettendo agli scienziati di Wuhan di proseguire nei loro propositi.

Matthew Ridley, coautore di un libro sull’origine del Covid-19, in uscita a novembre, e che ha spesso chiesto alla Camera dei Lord un’ulteriore indagine sulle cause della pandemia, ha commentato: “Per più di un anno ho provato ripetutamente a fare domande a Peter Daszak senza ottenere risposta. Ora si scopre che è stato l’autore di questa informazione vitale del lavoro sui virus a Wuhan, ma si è rifiutato di condividerla con il mondo. Sono furioso”.

Un ricercatore dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha preferito restare anonimo, ha affermato di essere rimasto senza parole. “La parte spaventosa – ha spiegato – è che stavano producendo virus Mers chimerici infettivi. Questi virus hanno un tasso di mortalità superiore al 30%, che è almeno un ordine di grandezza più letale di Sars-CoV-2. Così questa pandemia sarebbe potuta diventare quasi apocalittica”.

Insomma, la sensazione è che di polvere sotto il tappeto possa essercene molta e che questo possa essere solo l’inizio di un processo di scoperta della verità. Non ci sono ancora certezze riguardo a presunti coinvolgimenti o finanziamenti occidentali, il che però non può essere escluso a priori. L’altra ipotesi è che la Cina abbia proseguito in autonomia. E che le sia andata male. Molto male. 

Questo quadro spaventoso ci costringe quasi a sperare nell’origine animale. Ma si fa largo sempre di più la pista che ci porta dritti diritti al laboratorio di Wuhan.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/covid19-una-nuova-inchiesta-fa-rabbrividire-il-mondo/

Ecco perchè l’OMS è un’organizzazione corrotta e malsana

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di Joseph Mercola 

Fonte: Comedonchisciotte

“TrustWHO,” un film documentario prodotto da Lilian Franck, rivela le influenze clandestine che controllano (e hanno controllato fin dall’inizio) l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Fondata nel 1948 da 61 stati membri i cui contributi avevano inizialmente finanziato l’organizzazione, l’OMS è stata rapidamente infiltrata dall’industria.

Da Big Tobacco all’industria nucleare e farmaceutica, il comparto industriale ha sempre dettato l’agenda globale dell’OMS e continua a farlo ancora oggi, anteponendo profitto e potere alla salute pubblica [1].

Bill Gates è il finanziatore numero uno dell’OMS

Nell’aprile 2020, Donald Trump aveva sospeso i finanziamenti degli Stati Uniti all’OMS quando la sua amministrazione aveva condotto una revisione sul “ruolo [dell’OMS] nella gestione gravemente scorretta [della Covid-19] e nella copertura della diffusione del coronavirus”[2]. Questo aveva automaticamente fatto guadagnare alla Fondazione Bill & Melinda Gates la posizione di finanziatore numero uno dell’OMS. Dopo le elezioni, il presidente Joe Biden aveva rovesciato la decisione dell’amministrazione Trump, ripristinando i finanziamenti degli Stati Uniti all’OMS [3].

Tuttavia, Bill Gates è ancora il finanziatore numero uno, visto che contribuisce al bilancio biennale dell’OMS con 4,84 miliardi di dollari [4], più di qualsiasi altro governo degli stati membri. Come rivelato in “Vax-Unvax” [5] il nuovo libro di Robert F. Kennedy Jr. che uscirà nel novembre 2021 e che ho ricevuto in anteprima, “Gates ha usato in modo strategico i suoi capitali per corrompere con le sue distorte ed egoistiche priorità le agenzie di sostegno internazionale. Gli Stati Uniti storicamente sono sempre stati il più grande contributore diretto dell’OMS.”

Tuttavia, Bill Gates contribuisce all’OMS attraverso molteplici vie, tra cui la Bill & Melinda Gates Foundation e la GAVI, che è stata fondata dalla Gates Foundation in collaborazione con l’OMS, la Banca Mondiale e diverse aziende produttrici di vaccini.

A partire dal 2018, i contributi cumulativi della Gates Foundation e della GAVI hanno fatto di Gates il principale sponsor non ufficiale dell’OMS, anche prima della mossa dell’amministrazione Trump del 2020 di tagliare del tutto il sostegno [del governo americano] all’organizzazione. Infatti, Gates contribuisce in modo così massiccio che Politico aveva riportato nel 2017 un articolo molto critico [6] sulla sua indebita influenza finanziaria nelle politiche dell’OMS, influenza che, secondo Politico, stava facendo spendere all’agenzia:

“… una quantità sproporzionata di risorse nei progetti voluti da Gates … La sua influenza ha preoccupato ONG e accademici. Dal momento che il denaro della Fondazione Gates proviene da investimenti in grandi aziende, alcune personalità che si occupano di salute pubblica temono che [questi finanziamenti] possano servire come cavallo di Troia per consentire ad interessi aziendali di prevaricare il ruolo dell’OMS nella definizione degli standard e delle politiche sanitarie.” Continua a leggere

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