Verso la fine dell’Occidente?

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di Luigi Tedeschi

Verso la fine dell’Occidente?

Fonte: Italicum

Con l’implosione dell’Occidente finirà anche l’Europa?

La decisione di Trump di far ritirare gli USA dall’accordo sul nucleare con L’Iran, con il relativo ripristino dell’embargo economico, può determinare una frattura gravida di conseguenze nei rapporti tra Europa e Stati Uniti. Probabilmente la rottura di Trump, con la dottrina dell’America First, rispetto alla politica estera di Obama, comporterà la fine dello stesso Occidente, come area geopolitica che si è identificata nell’alleanza atlantica tra USA ed Europa occidentale, sorta alla fine della seconda guerra mondiale.

Con Trump si riafferma l’unilateralismo americano in politica estera e tramonta il multilateralismo di Obama, quale fase della geopolitica americana caratterizzata dal declino del primato mondiale degli USA, dovuto all’emergere di nuove potenze continentali, quali la Russia, la Cina, l’India e in misura minore dello stesso Iran. Le potenze emergenti hanno determinato la fine dell’epoca dell’espansionismo americano su scala globale, affermatosi a seguito del crollo dell’URSS.

Lo stesso ruolo dell’Europa nel mondo ha subito un drastico ridimensionamento, sia economico che politico. L’Europa infatti non è una istituzione politica unitaria, ma solo una unione economico – monetaria, che dal punto di vista geopolitico non è stata in grado di affrancarsi dal predominio americano. Pertanto l’Europa è rimasta fortemente coinvolta nel declino americano nel mondo, scontando le conseguenze della propria subalternità. Continua a leggere

Stati Uniti e Iran: Europa alla prova

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di Fulvio Scaglione

Stati Uniti e Iran: Europa alla prova

Fonte: Fulvio Scaglione

La crisi iraniana, tanto annunciata e infine scoppiata, metterà alla prova l’Unione Europea. Non è la prima volta che la Ue deve dar mostra delle proprie virtù, e i risultati non sono stati brillanti. Questa, però, potrebbe essere l’ultima perché la disdetta del Trattato firmato nel 2015 con il governo di Hassan Rouhani potrebbe decretare la fine di qualunque tentativo di dare all’ Europa una fisionomia politica.

 La questione è molto semplice. Secondo l’Unione Europea (e anche l’Onu e la Russia, peraltro), l’accordo del 2015, costruito per sbarrare all’Iran la strada verso il nucleare militare, funzional’Iran rispetta i patti e non vi è ragione alcuna per annullarlo dopo così poco tempo. Secondo gli Usa (e anche Israele e Arabia Saudita), al contrario, l’accordo è pieno di buchi, non offre garanzie di sicurezza e l’Iran mente, perché continua a cercare di preparare la bomba atomica.

Sarebbe difficile immaginare una divergenza di opinioni più netta di così. Che viene per di più allargata dalle questioni di interesse economico. Gli Usa vogliono privilegiare i tradizionali partner del Golfo Persico, che sono tra l’altro assai più danarosi degli iraniani. L’Europa ha con l’Iran una lunga e cordiale tradizione commerciale, di cui godono soprattutto l’Italia e la Germania. Il nostro Paese è oggi il secondo esportatore verso l’Iran (soprattutto industria meccanica e chimica) e il secondo importatore (soprattutto petrolio) dopo la Germania, prima in entrambi i settori. Nel 2011 le relazioni commerciali tra Italia e Iran raggiunsero l’apice, con un valore di 11 miliardi di euro. Nel 2012 le sanzioni, imposte anche dalla Ue, fecero crollare il valore a 1,3 miliardi, ma le proiezioni per il 2018 parlano di 3 miliardi, quindi stiamo rapidamente riconquistando le posizioni di un tempo. Continua a leggere

L’eterno salvacondotto della Shoah

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di Massimo Fini

L'eterno salvacondotto della Shoah

Fonte: Massimo Fini

Che le dichiarazioni di Abu Mazen (gli ebrei sarebbero in qualche modo responsabili della Shoah) siano inaccettabili, come ha immediatamente dichiarato, fra gli altri, anche l’Unione Europea, non è nemmeno il caso di dirlo. Ci si chiede però, come ha fatto un lettore del Fatto (27.4), Mauro Chiostri, parlando dell’oggi e non del codificato ieri, se lo Stato di Israele non goda di uno speciale salvacondotto basato proprio sullo sterminio ebraico di tre quarti di secolo fa. E’ una domanda, per la verità, che si fanno in molti ma che non osano formulare pubblicamente nel timore di essere immediatamente bollati come antisemiti, negazionisti, razzisti, nazisti. Ma Israele è uno Stato e non va confuso con la comunità ebraica internazionale. In anni meno manichei di quelli che stiamo vivendo attualmente era la stessa comunità ebraica a non volere che si facesse una simile confusione. Ed era logico che così fosse. Perché Israele è uno Stato e, come tale, può compiere azioni criticabili, e anche nefande, ma non per questo ne deve rispondere, poniamo, un ebreo del ghetto di Roma. Oggi invece questa confusione esiste e Israele può compiere impunemente atti che ad altri Stati costerebbero l’indignata condanna, se non peggio, della cosiddetta ‘comunità internazionale’. Continua a leggere

La partenza del giro d’Italia comprata da Israele

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di Alberto Negri

La partenza del giro d’Italia comprata da Israele

Fonte: Alberto Negri

La partenza del giro d’Italia comprata da Israele in guerra e le polemiche su Gino Bartali salvatore degli ebrei
Per rendere memorabile l’evento è stato coinvolto anche Gino Bartali, già entrato nel Giardino dei Giusti dello Yad Vashem e ora cittadino onorario di Israele per il salvataggio di alcuni ebrei tra il 1943 e il 1944. La questione in realtà è assai dubbia, neppure lo stesso Bartali da vivo l’aveva mai confermata. In realtà secondo lo studioso Michel Sarfatti – fino al 2016 direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – si tratta di un clamoroso falso storico
[Nella foto, il giovane Gino Bartali durante la guerra. Gino Bartali era un milite della Repubblica sociale italiana. Più precisamente, era un motociclista della Gnr, la Guardia nazionale repubblicana, a cura della redazione ]  Continua a leggere

La santabarbara Mediorientale

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di Fabio Falchi

La santabarbara Mediorientale

Fonte: Fabio Falchi

Lunedì scorso il premier israeliano ‎Benjamin Netanyahu ha rivelato in un discorso alla Nazione che i servizi di intelligence israeliani sono riusciti ad impadronirsi del dossier segreto relativo al programma nucleare iraniano e che una copia di questo dossier è stata consegnata agli americani. Si tratta di numerosi documenti che, a giudizio del premier israeliano, proverebbero che Teheran ha intenzione di dotarsi di armi atomiche, violando così palesemente il Joint Comprehensive Plan of Action del 2015, ovvero il cosiddetto “accordo 5+1” (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania), in base a cui Teheran avrebbe dovuto sospendere il suo programma nucleare in cambio della cessazione delle sanzioni economiche imposte all’Iran proprio perché cessasse tale programma.

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Mi piace al mattino l’odore dell’Impero in disfacimento

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di Aidan O’Brien

Mi piace al mattino l’odore dell’Impero in disfacimento

Fonte: Comedonchisciotte

Gore Vidal preferiva il caos all’ordine. Con la sua saggezza riteneva che le forze centrifughe creassero delle fratture e degli spazi in cui la libertà riusciva a fornicare.
Visto come stanno le cose, questo è quanto di meglio possiamo sperare. Potremmo però anche accontentarci di ciò che accade intorno a noi. Perchè l’ingannevole complotto della gang anglo-americana, che ha colmato gli ultimi 200 anni di imperialismo liberale, sta perdendo colpi. La grande illusione si sta disfacendo.
Anche la grande scacchiera non è nella migliore delle condizioni. La strategia anglo-americana per il controllo dell’Eurasia è stata fatta a pezzi dagli Euroasiatici. Il nonno dell’ISIS, Zbigniew Brzezinski, probabilmente si sta rotolando nella tomba. Secondo lui, la geopolitica era solo egemonia. E questa è una cosa che, al momento, nessuno possiede, meno di tutti gli Anglo-Americani. Continua a leggere

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