Una horror story australiana

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Il nostro sito è anche uno spazio di libertà, ove si possono leggere fatti e opinioni controcorrente, che spesso non si trovano sui media mainstream. Noi del Circolo Christus Rex siamo sempre stati agevolati nella pubblicazione di questi articoli, grazie al contributo di amici e sostenitori. La pubblicazione di tali articoli, che devono tutti essere circostanziati ed avere motivazioni serie, non debbono per forza coincidere col nostro pensiero.

Segnalazione di Federico Prati

di Jeremy Salt
informationclearinghouse.info

Il premier dello stato australiano di Victoria, Daniel Andrews, ha appena presentato in parlamento una nuova proposta di legge, probabilmente la più mostruosa mai introdotta in un Paese che si definisce democratico. Fondamentalmente, darà ad Andrews il potere di fare quello che vuole, quando vuole. Nell’ultimo anno e mezzo, [Andrews] ha trasformato il Victoria in uno stato di polizia, ma, nonostante la faccia sciaba e i modi seri, questa proposta di legge lo marchia apertamente come uno psicopatico totalitario.

Ecco alcuni dei punti salienti del Public Health and Wellbeing Amendment (Pandemic Management) Bill 2021. Continuate a leggere e stupitevi che questo possa effettivamente accadere in Australia, il paese felice e tranquillo delle spiagge, del sole, della birra e dei gamberi alla brace.

La proposta di legge consentirà ad Andrews di dichiarare una pandemia anche quando non c’è. Dovrà solo pensare che potrebbe essercene una. Questa versione antipodica di commissario e gauleiter sta assumendo il controllo completo e personale dello stato e della sua popolazione. Potrà mettere in lockdown tutto lo stato o parti di esso e impedire alla gente di entrare o uscire, in tutto o in parte. Potrà estendere i lockdown senza limitazioni.

L’applicazione della normativa sarà affidata alla polizia e a “funzionari autorizzati.” Per coloro che non rispetteranno la normativa ci saranno pesanti multe, fino a 90.000 dollari a livello individuale e a 450.000 dollari per le imprese. Le persone potranno essere detenute per due anni e dovranno pagare il costo del proprio mantenimento nell’enorme campo di concentramento costruito a Mickleham, alla periferia di Melbourne. La legislazione autorizza la polizia ad usare una “forza ragionevole” per aiutare gli “ufficiali autorizzati” durante gli arresti.

Il campo di Mickleham è in grado di accogliere migliaia di persone. I probabili internati in questo gulag australiano saranno gli esponenti della minoranza che non si è piegata alla vaccinazione, sulla base del diritto personale a rifiutare un intervento medico non voluto o a causa dei noti pericoli per la salute di questi vaccini, pericoli ben conosciuti ma accuratamente censurati dai media. Abusati dai politici e dai commentatori, esclusi da molte attività normali della vita quotidiana, [questi dissidenti] sono già stati trasformati in paria sociali, e tutti i volonterosi esecutori di ordini senza dubbio penseranno che meritano di essere rinchiusi in questo gulag australiano.

La legislazione include un sistema a punti collegato alle sanzioni per cattivo comportamento. Gli individui e gli imprenditori che non obbediranno ad un ufficiale autorizzato perderanno punti e molti più punti se l’infrazione sarà considerata grave. In pratica, Andrews ha inserito nella proposta di legge l’embrione di un sistema di credito sociale che porterà al completo controllo da parte dello stato della vita di ogni singolo individuo.

Le persone potranno essere detenute sulla base delle loro “caratteristiche, attributi e circostanze” valutate da un ufficiale autorizzato. Questa clausola straordinaria di certo non ha nessuna analogia nelle leggi approvate nei Paesi che si definiscono democratici. In pratica permettere la detenzione di chiunque per qualsiasi motivo.

Agli individui detenuti potrà essere richiesto di sottoporsi a test medici e la loro detenzione potrà essere prolungata in caso di rifiuto. Se non saranno in grado di pagare il costo della loro detenzione, per quanto lunga possa essere, saranno multati. Tutti gli ordini potranno essere estesi o modificati senza limiti da Andrews o dal suo ministro della salute. La polizia potrà entrare negli spazi privati senza un mandato. Le persone detenute potranno essere costrette a rivelare informazioni, non solo nomi e indirizzi, ma “qualsiasi altra informazione” che un ufficiale autorizzato potrebbe voler conoscere. Come questo possa essere fatto se la persona detenuta non volesse collaborare non è spiegato. Gli incontri pubblici e privati potranno essere vietati e le imprese chiuse.

Daniel Andrews ha passato gli ultimi due anni a trasformare il Victoria in uno stato di polizia. Il danno arrecato è stato colossale a livello economico, sociale e anche sanitario. Migliaia di imprese sono state rovinate e lo stato è sprofondato nei debiti (da 29 miliardi di dollari nel 2019 a 155 miliardi di dollari stimati nel 2023/24). I problemi di salute mentale sono aumentati a causa di quasi due anni di lockdown e molte persone non hanno potuto ricevere le cure mediche di cui avevano bisogno perchè tutto era concentrato sul virus. Nel 2020 più di 650 persone sono morte nelle case di riposo. Le inchieste ufficiali hanno puntato il dito contro i governi federali e statali e sulla negligenza e/o cattiva amministrazione delle case di riposo. Delle 915 persone morte a causa del virus da gennaio 2020 a luglio 2021, 820 erano nel Victoria.

Questo record è scioccante, ma, grazie soprattutto alla complicità dei media e all’ignoranza o all’indifferenza di una popolazione terrorizzata e in preda al panico, Andrews non è mai stato chiamato a risponderne. L’emittente nazionale ABC (Australian Broadcasting Commission) e il giornale di Melhourne “Age” sono particolarmente colpevoli. Hanno condotto una vera e propria campagna di propaganda a favore di Andrews, sopprimendo tutte le informazioni che ostacolavano l’”esitazione vaccinale,” dalle carenze del test PCR alle decine di migliaia di morti post-vaccinazione in Europa, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Centinaia di persone sono già morte in Australia [dopo essere state vaccinate], ma di questo è proibito discutere. Come non si può parlare dell’efficacia limitata dei vaccini.

L’anno scorso, l’editrice di “Age,” Gay Alcorn, era arrivata al punto di sopprimere 12 vignette disegnate da Michael Leunig, ufficialmente definito un “tesoro nazionale vivente” per i suoi meriti artistici, [un disegnatore] che aveva avuto i suoi lavori pubblicati su “Age” per mezzo secolo. Dopo aver eliminato le sue vignette [la Alcorn] lo aveva anche completamente rimosso dalla sezione notizie. Leunig era una voce solitaria di dissenso in mezzo ad un torrente di propaganda governativa, eppure, anche lui ha dovuto essere messo a tacere. Una delle sue vignette soppresse, forse la più impressionante, è ispirata al manifestante solitario che aveva affrontato il carro armato in piazza Tienanmen, con il cannone del blindato che diventa una siringa puntata contro uno dei suoi personaggi tipicamente disorientati. I lettori di “Age” si erano infuriati e avevano appoggiato la censura nei suoi confronti, ma questa proposta di legge dimostra che l’istinto di Leunig era giusto al 100%.

Questa normativa pandemica permanente ora distruggerà quel che era rimasto dei diritti umani nel Victoria. Il capo del Victorian Bar Council l’ha paragonata alle leggi fatte rispettare dal servizio di sicurezza statale (STASI) nell’ex Germania Orientale. Ha detto che permetterà di interferire in modo praticamente illimitato nelle libertà civili del popolo del Victoria, riducendo al minimo anche la possibilità di una consultazione popolare. Verrà istituito un consiglio per i diritti umani, ma chiaramente, a solo scopo cosmetico, in quanto non avrà alcun potere di limitare Andrews. Non c’è stato alcun dibattito pubblico, perché nessuno, al di fuori del governo e fino al giorno prima che questo documento di 121 pagine fosse introdotto in parlamento era al corrente di questa proposta di legge.

Ora, la legge è ora effettivamente la parola di Andrews. Le barriere per fermarlo sono molto sottili. Ha la maggioranza in parlamento e un’opposizione debole. Persino i Verdi e il Partito per la Protezione degli Animali hanno appoggiato questa legislazione, senza dubbio avendo stretto qualche tipo di accordo con Andrews.

Il governo federale eventualmente potrebbe, per tutta una serie di motivi, annullare la legislazione, ma il suo silenzio fa capire che, non solo non interverrà, ma che il Victoria è forse considerato un modello per quello che avverrà in tutto il Paese e altrove per la realizzazione del distopico “Grande Reset.”

Grazie a Scott Morrison, il primo ministro, l’Australia è isolata dal mondo da quasi due anni. I suoi cittadini non possono tornare e devono chiedere un’esenzione per andarsene. Ne sono state concesse poche. I diritti dei cittadini, quelli garantiti dalle leggi internazionali, sono stati completamente violati. Le decine di migliaia di cittadini australiani bloccati in altri Paesi non hanno accesso ai servizi governativi e i governi statali e federali e i media sono indifferenti alla loro situazione.

I confini interni dei vari stati rimangono chiusi, con migliaia di anziani del Vittoria che si erano recati a nord per sfuggire all’inverno bloccati da tre mesi nel Nuovo Galles del Sud, perché Andrews aveva chiuso il confine a luglio, prima che potessero ritornare. Come sopravvivere nelle roulotte o negli alberghi sarebbe stato un loro problema. Andrews non si era preoccupato e nemmeno i media.

I parlamentari che hanno rifiutato la vaccinazione non possono entrare nell’edificio del parlamento del Vittoria, cosa che ha permesso ad Andrews di evitare per il rotto della cuffia un tentativo di inchiesta sulla sua cattiva gestione della pandemia. Sul fronte nazionale, la vice presidente della Fair Work Comnmission è stata sospesa dalla carica per aver espresso un parere dissenziente, in cui descriveva la vaccinazione obbligatoria come una violazione dell’etica medica e del diritto internazionale. Le è stato ordinato di sottoporsi ad un corso di “formazione professionale,” di rieducazione in altre parole, in modo da non ripetere il suo errore. Era stata assolutamente corretta nella sua interpretazione della legge. La vaccinazione obbligatoria/coercitiva viola anche l’etica dell’AMA (Associazione Medica Australiana), ma [l’ente] si è rifiutato di prendere una posizione pubblica.

Questa è l’Australia del 2021, non la Germania del 1935/36. Quelli che sogghignano al paragone si ingannano, perché il nocciolo della questione è lo stesso. Proprio come i Tedeschi della classe media, la maggioranza dei Vittoriani potrà godersi la stessa, confortevole vita di prima finché farà ciò che gli viene detto di fare, crederà a ciò che gli viene detto di credere e guarderà dall’altra parte mentre la polizia irrompe nelle case e il campo di concentramento si riempie. Dobbiamo sperare che arrivi il giorno in cui Andrews, la cricca che lo circonda e tutti quelli che nella vita pubblica hanno ingannato e tradito il popolo vittoriano, a cominciare dallo stesso Andrews, saranno chiamati a rispondere, preferibilmente in un tribunale penale.

Jeremy Salt

Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/56841.htm
01.11.2021

Tutto il bottino alle multinazionali-finanziarie globali, ecco la legge sulla concorrenza

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di Sonia Savioli

Fonte: Sonia Savioli

La cosiddetta legge sulla concorrenza è un altro passo verso la dittatura delle multinazionali. Un loro funzionario, Mario Draghi, assistito e ossequiato da quella corte parassita in cui si è trasformato il parlamento italiano, segue passo dopo passo le direttive del Forum Economico Mondiale, la cricca delle multinazionali più potenti del mondo, per il loro progetto di accelerazione della Quarta Rivoluzione Industriale.

Quel progetto a cui è finalizzato l’inganno pandemico.

La legge “concorrenza” è l’ennesima distruzione dei beni pubblici e delle piccole attività autonome, a vantaggio dell’economia globalcapitalista, che è decisa ad occupare tutto il mercato, senza lasciare una briciola neanche ai passeri.

Si sottraggono alle pubbliche amministrazioni servizi e trasporti, la gestione dei rifiuti, il potere di amministrare qualsiasi bene comune.

Si “agevola l’accesso all’accreditamento delle strutture sanitarie private”, e anche queste cosiddette “agevolazioni” sono in realtà una sottrazione di potere alle istituzioni e una eliminazione dei controlli sui privati. “Abolire le barriere al commercio e al profitto privato” dicevano i documenti del Forum Economico Mondiale a proposito della “pandemia”.

I grossisti dei farmaci non saranno più obbligati, come succedeva finora, a distribuire tutti i farmaci; potranno distribuire quelli che preferiscono, e non dubitiamo che saranno i farmaci delle multinazionali, in grado di concedere loro un margine di profitto più ampio.

Tutto questo è nella LEGGE PER ELIMINARE QUALSIASI CONCORRENZA ALLE COMPAGNIE MULTINAZIONALI.

Si affida la gestione degli impianti idroelettrici (dighe!) ai privati. Impianti idroelettrici costruiti coi nostri soldi e che i nostri soldi continueranno a tenere (o rimettere?) in piedi, come è successo per il ponte Morandi.

Si dà il via libera a multinazionali come Huber, un’azienda parassita e strozzina, che non produce niente ma si limita a prendere il pizzo sulle prestazioni fornite da privati (i passaggi in auto) e da altre attività (ristoranti, corrieri, fattorini), e le “app e piattaforme digitali” sostituiranno i lavoratori impiegati nelle aziende di taxi, mentre la multinazionale strangolerà le aziende che parassita: è questo lo sviluppo del capitalismo globale.

Le società di capitali potranno aprire farmacie. Ma, naturalmente, saranno catene di farmacie molto “digitalizzate”, che potranno occupare tutto il mercato.

Come sono contenti gli psicopatici del Forum Economico Mondiale!

Ciaociao taxisti, farmacisti, operai comunali, lavoratori e tecnici della gestione dei rifiuti, lavoratori e tecnici degli impianti idroelettrici!

E, mentre tutti questi lavori e lavoratori si allontanano e svaniscono come fantasmi di trapassati, avanzano verso il futuro i sistemi di controllo cibernetico della dittatura del ventunesimo secolo. Il nazipass, detto “green”, è solo uno di essi e, naturalmente, verrà potenziato, ma ce ne sono altri e la legge contro la concorrenza e gli ostacoli alle multinazionali si occupa di diffonderli.

Per esempio, se metteremo sul nostro veicolo dispositivi che ci controllino negli spostamenti (li chiamano “raccolta dati”), avremo degli sconti sull’assicurazione auto, e inoltre, con le nuove forme di mobilità che utilizzano le app e piattaforme tecnologiche pagheremo meno che prendendo un taxi.

E’ con bocconcini come questi che i topolini vengono attirati nella trappola.

Non sarebbe ora di svegliarci tutti? Vaccinati e non, siamo tutti sulla stessa barca, che i banditi del FEM progettano di far colare a picco. Non ci sarò salvezza per nessuno, se non ci uniamo contro il progetto tirannico e folle del capitalismo globale, che esso chiama Quarta Rivoluzione Industriale. Una sorta di impero in cui la cibernetica sostituisce la repressione violenta e i lager, rendendo lager interi paesi, senza barriere apparenti ma con evidenti e drammatiche costrizioni, che saranno sempre più soffocanti e liberticide.

Non sarebbe ora di svegliarci tutti? Ci hanno detto che niente sarà più come prima. Ce lo hanno detto i servi e i lacché del capitalismo globale. Bene, diciamolo noi a loro: Niente sarà più come prima, voi non ci sarete; faremo fallire il vostro progetto di dominio, costruiremo una società di uguaglianza e solidarietà, di rispetto e ripristino di quell’ambiente naturale che volete continuare a distruggere con il vostro falso “green new deal”. Una società dove non ci sarà più posto per la finanza globale, per le multinazionali e per i loro falsi scienziati e falsi politici.

Cominciamo subito, in tutte le piazze, in tutti i paesi e le città, in tutti i luoghi di lavoro e di studio: informare per resistere, resistere per cambiare.

Sono pronti: dalla crisi sanitaria a quella energetica…

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Segnalazione Arianna Editrice

di Marcello Parmio

Fonte: Marcello Pamio

I media mainstream stanno dando sempre più risalto all’allarme energetico. Siccome il caso non esiste, quando gli zerbini dei banchieri internazionali si mettono in moto, significa che c’è dietro un piano. In pratica stanno lentamente spostando l’attenzione dall’emergenza sanitaria a quella energetica! Il motivo è semplice: sempre più persone hanno mangiato la foglia svegliandosi dal coma letargico, per cui sono prontissimi per la prossima emergenza. Preparano nuovi lockdown ma questa volta sotto forma di blackout energetici, come d’altronde previsti dal Great Reset. E l’ultima copertina della rivista “The Economist” (di proprietà dell’Aristocrazia oligarchica: Rothschild e Agnelli/Elkann) è illuminante.
Ricordo infine che il “Green Pass” non a caso è il passaporto “verde”, il colore dell’ambiente…
La Fabian Society e PandemiaLa Fabian Society e Pandemia – Libro

Gran pasticcio nel rapporto sui decessi. Per l’Iss gran parte dei morti non li ha causati il Covid

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Non è un articolo scritto da no vax, complottisti, terrrapiattisti o matti di vario genere…si tratta di un rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità, che, a distanza di un anno conferma quella che era la percezione di chi sa guardare la realtà con occhio critico e senza preconcetti, e non è al soldo della narrazione mainstream (N.d.R.)

di Franco Bechis per Il Tempo.it di oggi

Secondo il nuovo rapporto (che non veniva aggiornato da luglio) dell’Istituto superiore di Sanità sulla mortalità per Covid, il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza.

Sembra un’affermazione strampalata e da no vax, ma secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall’istituto solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 19. Quindi dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé. Perché tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie che secondo l’Iss dunque lasciavano già loro poca speranza. Addirittura il 67,7% ne avrebbe avuto insieme più di tre malattie contemporanee, e il 18% almeno due insieme. Ora personalmente conosco tanta gente, ma nessuno che abbia la sfortuna di avere cinque malattie gravi nello stesso tempo. Vorrei fidarmi dei nostri scienziati, poi vado a leggere i malanni elencati che sarebbero ragione non secondaria della perdita di tanti italiani e qualche dubbio da profano comincio a nutrire. Secondo l’Iss il 65,8% degli italiani che non ci sono più dopo essere stati infettati dal Covid era malato di ipertensione arteriosa, e cioè aveva la pressione alta. Il 23,5% era anche demente, il 29,3% aggiungeva ai malanni un po’ di diabete, il 24,8% pure fibrillazione atriale. E non basta: il 17,4% aveva già i polmoni ammalati, il 16,3% aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni; il 15,7% soffriva di scompenso cardiaco, il 28% aveva una cardiopatia ischemica, il 24,8% soffriva di fibrillazione atriale, più di uno ogni dieci era anche obeso, più di uno su dieci aveva avuto un ictus, e altri ancora sia pure in percentuale più ridotta aveva problemi gravi al fegato, dialisi e malattie auto-immuni.

Fonte: https://www.iltempo.it/attualita/2021/10/21/news/rapporto-iss-morti-covid-malattie-patologie-come-influenza-pandemia-disastro-mortalita-bechis-29134543/

Elezioni: astensionismo e voto classista

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Ottima analisi di Luigi Tedeschi, che abbiamo fatto, identica nella sostanza, anche noi di “Christus Rex” (N.d.R.). I grassetti sono nostri.

di Luigi Tedeschi

Fonte: Italicum

Qual è il risultato sostanziale delle elezioni del 4/5 ottobre? La vittoria del centrosinistra, esaltata dalla retorica mediatica era scontata, a causa della prevedibile disfatta del M5S. In realtà, è il record delle astensioni il fatto più eclatante di questa tornata elettorale. L’astensionismo ha raggiunto la percentuale del 45,31 quota mai raggiunta nella storia repubblicana. Il record negativo è stato registrato a Milano e Torino, proprio nell’ex cuore pulsante dell’industria italiana, in cui la partecipazione politica di massa era più accentuata.

La democrazia italiana, già in stato comatoso, probabilmente morirà a causa del dissanguamento del corpo elettorale. Va estinguendosi cioè la partecipazione popolare alla politica, dato la divaricazione sempre più marcata creatasi sia nella società civile che nelle istituzioni politiche tra classi dirigenti elitarie e masse di cittadini emarginate ed escluse dai centri decisionali della politica.

La politica mediatica si pone l’irrisorio problema se questo risultato elettorale possa rafforzare o indebolire il governo Draghi. Ma per Draghi è del tutto indifferente l’esito di questa competizione elettorale, dato che il suo governo non si è insediato in virtù di una maggioranza emersa dal consenso popolare. E’ nella sostanza un governo tecnico (e governo del Presidente), camuffato politicamente dal sostegno di quasi tutto il parlamento, che impone l’attuazione delle direttive europee, a prescindere dagli orientamenti politici dei partiti.

Con il governo Draghi si è imposta una cabina di regia di stampo oligarchico e tecnocratico che di fatto ha esautorato il potere legislativo del parlamento. I partiti della compagine governativa rivestono una funzione notarile, quella cioè di legittimare politicamente decisioni ed indirizzi già concordati e, nella sostanza, imposti dagli organismi della UE (vedi riforme e condizionalità del NGEU). In questo contesto, le elezioni quindi di tramutano in acclamazioni, in un assenso formale simile a quello vigente dei regimi totalitari.

Gli stessi partiti di governo hanno accettato questo ruolo subalterno, con l’intento di deresponsabilizzarsi politicamente: non vogliono cioè assumersi la paternità di leggi e riforme impopolari. A tal fine hanno investito Draghi del potere decisionale, un uomo che vanta un grande prestigio nella UE e non necessita di consensi elettorali. Draghi è pertanto quotidianamente acclamato ed esaltato dalla politica ufficiale e dal circo mediatico, al punto di invocare una sua permanenza al governo illimitata, un premierato simile alla presidenza a vita conferita a Xi Jinping in Cina. Ma è certo che i partiti di governo pagheranno assai duramente questa svolta “draghista” in termini di consenso e credibilità.

La crisi della democrazia in Occidente è da imputare proprio alla formazione dei governi di unità nazionale scaturita da stati di emergenza, ma poi divenuta governance ordinaria e permanente. Con l’unità nazionale viene meno la dialettica democratica degli schieramenti contrapposti, del necessario confronto tra maggioranza e opposizione. La tradizionale contrapposizione tra destra e sinistra (ridotta ormai ad un talk show permanente), nell’unità nazionale si dissolve in un centrismo asettico conformista, privo di idee e contenuti politici, limitato alla gestione dell’esistente.

La politica si è convertita in antipolitica istituzionale. I poteri decisionali sono stati devoluti ad organismi sovranazionali: l’antipolitica ha soppiantato dal democrazia.

Quali le ragioni di questo astensionismo di massa? Esse sono molteplici. Ha certo influito l’emergenza pandemica, che ha prodotto uno stato di angoscia collettiva per la propria sopravvivenza. Si è quindi affermato un regime terapeutico, cui ha fatto riscontro una totale soggezione delle masse ai provvedimenti governativi emergenziali e alle autorità sanitarie. Si è generato un clima di accettazione acritica della politica dell’emergenza.

La pandemia ha inoltre determinato il fenomeno del riflusso nella sfera privata dell’esistenza e quindi un atteggiamento di indifferenza nei confronti di una politica divenuta estranea alle problematiche individuali.

Ma soprattutto ad incidere sulla diserzione dalle urne è stata la delusione derivante dal tradimento delle aspettative di cambiamento che il popolo italiano aveva riposto nel M5S, che, grazie al successo elettorale nelle elezioni politiche del 2018, era diventato partito di maggioranza relativa.

Il M5S, che formò con la Lega il governo gialloverde Conte 1, rappresentava il superamento della dicotomia destra / sinistra, adottò un atteggiamento critico verso la UE in difesa della sovranità nazionale, istituì il reddito di cittadinanza e approvò in tema previdenziale quota 100 (un parziale superamento della legge Fornero). Ma poi, sia il M5S che la Lega vennero meno alle promesse di cambiamento. Il M5S diede vita al governo giallorosso con il PD (aveva giurato “mai col PD”) e insieme alla Lega ha aderito al governo Draghi.

L’astensionismo di massa è quindi interpretabile come la manifestazione di netto dissenso verso la classe politica nella sua generalità, specie nei confronti di quei partiti che hanno tradito le istanze di cambiamento sistemico emerse dalla società civile. E’ stato ripetutamente affermato che il successo del PD sia frutto di una scelta dell’elettorato per i partiti tradizionali, in quanto “usato sicuro”, preferibile al velleitarismo confuso dei partiti populisti del cambiamento. Ma l’astensionismo dilagante dimostra invece che il PD, unitamente ai partiti ascari di Draghi, rappresentano invece un “usato da destinare allo smaltimento dei rifiuti urbani”. Infatti sia il centrodestra che il centrosinistra non sono riusciti a riconquistare le periferie.

L’astensione non è affatto un sintomo di qualunquismo e / o indifferenza, ma semmai della impotenza della politica a contrastare un modello neoliberista, la cui governance è appannaggio di una classe dominante finanziaria – tecnocratica, che ha determinato la destrutturazione delle istituzioni democratiche.

Non esiste oggi un partito anti – Draghi. Non esiste dunque una opposizione credibile e rappresentativa delle masse emarginate. Il popolo subisce gli effetti devastanti di un incombente processo di ristrutturazione del capitalismo, quale si rivela essere la quarta rivoluzione industriale. Si moltiplicano le crisi industriali, aumentano le diseguaglianze sociali e la disoccupazione. E non sarà certo Draghi ad affrontare questo dissesto sociale ed economico accentuatosi con la pandemia, dal momento che egli stesso ha dichiarato come non sia opportuno sostenere imprese non adeguate alla innovazione e alla competitività del mercato, vale a dire la piccola e media impresa.

Questa tornata elettorale ha evidenziato la stratificazione classista di questa società. Infatti, mentre la percentuale dei votanti è risultata elevata nelle aree residenziali delle classi più elevate, l’astensionismo è stato invece dilagante nelle periferie. Sono state le classi dominanti a determinare il successo del PD, quale  sostenitore talebano di Draghi, premier di un governo di esperti, liberali e convinti europeisti, soprattutto in avversione al populismo sovranista diffuso tra le classi popolari. Il PD è il partito della sinistra classista. Ma il suo classismo è capovolto, in favore delle elite. Le classi dominanti progressiste e liberiste, ostentano uno sdegnoso disprezzo, un quasi – razzismo nei confronti delle classi subalterne. Sostengono Draghi perché privo di una linea politica: sono infatti i meccanismi finanziari della UE e del libero mercato globale a determinare gli orientamenti della politica.

La borghesia che conta non ha partiti di riferimento, le sue scelte consistono nell’adeguamento dei propri interessi all’andamento della politica corrente. Non a caso, la Milano – bene, che per un ventennio circa aveva sostenuto Forza Italia, ha trasferito i suoi voti in massa in area PD. Tra l’altro, nelle stesse zone, anche Scelta Civica di Mario Monti aveva trionfato.

La nuova borghesia ha fatto propria l’ideologia neoliberista della global class, da cui tuttavia, presto o tardi sarà fagocitata e proletarizzata.

In realtà, nel sistema liberaldemocratico attuale, i voti non hanno soltanto una valenza numerica, ma hanno anche un peso politico differenziato. Tutti i voti rappresentativi di interessi consolidati nella società vengono ritenuti meritevoli di tutela politica e, oltre ad essere rappresentati nei parlamenti e nei governi, hanno il potere si influenzare l’indirizzo politico dei governi. Al contrario, i voti delle classi inferiori, non sono rappresentativi di interessi dotati di valenza politica. Anzi, il popolo necessita invece di tutele sociali e politiche occupazionali e assistenziali. Pertanto, alle esigenze delle classi popolari non è riservata una adeguata rappresentanza politica.

Gli stessi partiti, al di là delle percentuali di consenso popolare, hanno un peso specifico diverso. Solo quei partiti che rappresentano gli interessi delle classi dominanti nella società civile sono in grado di incidere nel governo del paese. Al contrario, qualsiasi partito populista, dinanzi ai rapporti di forza consolidati nella società civile, è totalmente disarmato, quand’anche esso disponga della maggioranza dei consensi elettorali.

Del resto, sono oggi i mercati a legittimare e orientare la linea politica dei governi abrogando, nei fatti, la democrazia e la sovranità popolare. Infatti, il commissario UE Oettinger, giudicando l’operato del governo gialloverde non compatibile con le direttive europee, ebbe ad affermare: “I mercati insegneranno agli italiani a votare in modo giusto”. La liberaldemocrazia è tornata alle proprie origini: nei fatti si sta tornando alla democrazia censitaria del secolo XIX°. Un sistema elitario cioè in cui il voto è divenuto un privilegio riservato alle classi abbienti e non un diritto politico universale ed indisponibile come nelle democrazie moderne.

Questa esplosione assenteista è l’espressione di una presa di coscienza generale delle masse della irrilevanza politica delle classi subalterne e quindi del voto popolare.         

Covid19: una nuova inchiesta fa rabbrividire il mondo

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A cura della Redazione di www.nicolaporro.it

Origine animale oppure artificiale? È questa la grande domanda che da mesi ci si sta ponendo riguardo all’origine del Covid19. La maggior parte degli scienziati sostiene con forza la prima ipotesi dato che le precedenti epidemie di coronavirus, come la SARS, erano state veicolate all’essere umano attraverso gli animali. Eppure, sono tante le voci che esprimono un parere contrario, non solo fra gli esperti, ma anche a livello giornalistico. Ultima in ordine di tempo una clamorosa inchiesta dell’inglese “The Telegraph” che, qualora confermata, getterebbe un alone inquietante non solo sull’ormai celebre laboratorio di Wuhan ma anche sui possibili rapporti che questa realtà intratteneva a livello internazionale. Questa indagine, che si basa su dei documenti diffusi da Drastic, un team investigativo costituto da diversi scienziati per indagare sulle origini del Covid19, rivelerebbe principalmente tre cose.

Le rivelazioni dell’inchiesta

1) Ben 18 mesi prima dello scoppio della pandemia, i ricercatori cinesi avrebbero presentato un piano per infettare artificialmente i pipistrelli delle caverne dello Yunnan con un virus “potenziato” con l’obiettivo di “vaccinarli” contro malattie che avrebbero potuto effettuare il salto di specie e passare agli esseri umani. Come lo avrebbero fatto? Rilasciando nelle caverne dello Yunnan delle nanoparticelle contenenti «nuove proteinechimeriche» (ossia prodotte dalla fusione di sequenze di DNA appartenenti a più geni) di coronavirus di pipistrello che sarebbero dovute penetrare nella pelle degli stessi pipistrelli per via aerea. 

2) Questo progetto, secondo le indiscrezioni, includeva anche dei piani per mescolare ceppi di coronavirus naturali ad alto rischio con varietà meno pericolose ma più infettive.

3) Gli scienziati cinesi, per portare avanti questi esperimenti, avrebbero chiesto un finanziamento di 14 milioni di dollari alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, un’agenzia governativa del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti che sviluppa nuove tecnologie per uso militare) che avrebbe rifiutato di farlo perché “il progetto avrebbe potuto mettere a rischio le comunità locali”. Non solo: l’ente americano avrebbe anche messo in guardia il team sul fatto che non fossero stati considerati pienamente i pericoli del potenziamento del virus o del rilascio di un vaccino per via aerea. Secondo l’inchiesta, la candidatura per il finanziamento sarebbe stata presentata dallo zoologo britannico Peter Daszak di EcoHealth Alliance (EHA), l’organizzazione statunitense che ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology (WIV) sui virus dei pipistrelli.

I timori però a quanto pare erano presenti anche fra gli stessi scienziati di Wuhan. Il team, infatti, era preoccupato per il programma vaccinale e voleva quindi portare avanti una serie di attività di sensibilizzazione in modo che vi fosse una comprensione pubblica di ciò che stavano facendo e del motivo per il quale si stava procedendo, in particolar modo a causa dell’elevato consumo alimentare di pipistrelli nella regione.

La Cina ha fatto da sola?

Lo spettro che si agita intorno a questa inchiesta è ovviamente la possibilità che questi esperimenti siano andati avanti anche senza il sopracitato finanziamento e che il denaro sia stato trovato in altro modo permettendo agli scienziati di Wuhan di proseguire nei loro propositi.

Matthew Ridley, coautore di un libro sull’origine del Covid-19, in uscita a novembre, e che ha spesso chiesto alla Camera dei Lord un’ulteriore indagine sulle cause della pandemia, ha commentato: “Per più di un anno ho provato ripetutamente a fare domande a Peter Daszak senza ottenere risposta. Ora si scopre che è stato l’autore di questa informazione vitale del lavoro sui virus a Wuhan, ma si è rifiutato di condividerla con il mondo. Sono furioso”.

Un ricercatore dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha preferito restare anonimo, ha affermato di essere rimasto senza parole. “La parte spaventosa – ha spiegato – è che stavano producendo virus Mers chimerici infettivi. Questi virus hanno un tasso di mortalità superiore al 30%, che è almeno un ordine di grandezza più letale di Sars-CoV-2. Così questa pandemia sarebbe potuta diventare quasi apocalittica”.

Insomma, la sensazione è che di polvere sotto il tappeto possa essercene molta e che questo possa essere solo l’inizio di un processo di scoperta della verità. Non ci sono ancora certezze riguardo a presunti coinvolgimenti o finanziamenti occidentali, il che però non può essere escluso a priori. L’altra ipotesi è che la Cina abbia proseguito in autonomia. E che le sia andata male. Molto male. 

Questo quadro spaventoso ci costringe quasi a sperare nell’origine animale. Ma si fa largo sempre di più la pista che ci porta dritti diritti al laboratorio di Wuhan.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/covid19-una-nuova-inchiesta-fa-rabbrividire-il-mondo/

Riparte il turismo e trova l’immigrazione sostanzialmente fuori controllo

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI PER InFORMAZIONE CATTOLICA.IT 

di Matteo Castagna

NELL’ULTIMO PERIODO CIRCA 14.000 PERSONE, DICONO LE FONTI UFFICIALI

Non pochi politici italiani si sono posti il problema della conciliabilità tra la ripresa del settore turistico e la sua compatibilità con un’immigrazione sostanzialmente fuori controllo. Anziché pensare a fare degli omosessuali delle “specie protette” modello panda, in barba al diritto naturale, o a imporre la tassa di successione a chi non arriva a fine mese perché non può lavorare a causa di restrizioni assurde quanto inutili, c’è anche, dal lato destro dell’emiciclo parlamentare chi pensa al rilancio del turismo in un Paese come l’Italia. E, per fortuna, si nota che possa faticare ulteriormente se continuano a sbarcare migliaia di clandestini. Circa 14.000 persone, nell’ultimo periodo – dicono le fonti ufficiali.

Non è giusto che degli innocenti muoiano in mare, perché sarebbe giusto che i barconi della morte non partissero. Poiché abbiamo capito tutti che vi sono interessi economici importanti dietro la tratta dei “nuovi schiavi”, la vera carità dovrebbe vedere impegnata l’Europa nella realizzazione di trattati internazionali ed aiuti mirati nelle terre di fuga, sul modello di quanto fece il governo Berlusconi con Gheddafi, donando all’Italia e all’Africa un periodo di tranquillità, pace e tolleranza, perché quanto alla redistribuzione degli immigrati, l’Unione Europea sembrerebbe fare orecchie da mercante.

Inoltre, la redistribuzione è un concetto sbagliato in sé per due motivi: 1) Gli esseri umani non sono delle merci da destinare di qua o di là. 2) L’immigrazione di popolamento costituisce un fenomeno profondamente negativo, perché è lo sradicamento forzato di gente che, potenzialmente, potrebbe star bene nella sua Patria. Dunque l’Europa dovrebbe lavorare, da un lato, alla messa in atto di politiche che favoriscano la natalità negli Stati membri e dall’altro al blocco dei confini per favorire non solo un graduale rimpatrio dei clandestini ma anche delle situazioni di benessere e stabilità che fermino questo continuo ed indecente racket. La responsabilità spetta, infatti, non all’immigrato, ma alla logica del capitale, che, dopo aver imposto la divisione internazionale del lavoro, ha ridotto l’uomo allo stato di merce delocalizzabile.

San Tommaso d’Aquino, nella Summa Teologica (I-II, q. 105, a. 3) spiega che “con gli stranieri ci possono essere due tipi di rapporto: l’uno di pace, l’altro di guerra” (in corpore). Innanzi tutto non li si accoglie subito come compatrioti e correligionari. Aristotele insegnava che “si possono considerare come cittadini solo quelli che iniziano ad essere presenti nella Nazione ospitante a partire dal loro nonno” (Politica, libro III, capitolo 1, lezione 1). Quindi, capiamo, che fin dall’antichità nessun saggio prendeva in considerazione lo “ius soli”. Forse, Aristotele avrebbe, invece preso per sovversivo dell’ordine nazionale chi si fosse sognato di propugnare tale ingiustizia…È chiaro che per l’Angelico si può permettere agli stranieri, che sono di passaggio nella Nazione (se sono pacifici e se si integrano nella cultura e nella religione del Paese che li accoglie), di restarvi.

Ma vi pare il caso generale contingente? Se sono ostili, come le orde di musulmani che ci invadono per conquistarci all’islam o per delinquere, allora vale la legittima difesa, che porta la Nazione invasa a respingere lo straniero, che è un ingiusto aggressore: “vim vi repellere licet / è lecito respingere la forza con la forza”, alla faccia del buonismo interessato di certuni, che non è accoglienza ma business camuffato. Mentre l’Italia deve fare lecito business col turismo, grazie alle meraviglie di cui dispone grazie alla civiltà classico-cristiana ed alla natura.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/05/24/riparte-il-turismo-e-trova-limmigrazione-sostanzialmente-fuori-controllo/

Passaporto vaccinale italiano ed Ue. Come funziona

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di Alessandra Caparello

Dovrebbe essere operativo dal prossimo 16 maggio, il passaporto vaccinale italiano annunciato dal premier Mario Draghi che permetterà di viaggiare su tutto il territorio nazionale senza restrizioni. Una speranza per le imprese ricettive e l’economia che tenta così la strada della ripartenza dopo un anno e oltre di limitazioni a causa del Covid.

Il green pass italiano sarà valido per tutti i turisti provenienti da Paesi Ue ed extra Ue che potranno così liberamente spostarsi per il Belpaese in vista dell’apertura della stagione estiva 2021.

Passaporto vaccinale italiano ed europeo: come funziona

Il certificato verde potrà essere, secondo le indiscrezioni, cartaceo o digitale e si potrà ottenere in caso di vaccinazione completa con vaccino riconosciuto dall’AIFA (due dosi Pfizer, Moderna, AstraZeneca e una dose con Johnson&Johnson) ovvero con il certificato di avvenuta guarigione dal Covid-19 e fine isolamento da almeno sei mesi ovvero con tampone negativo (molecolare o antigenico rapido) eseguito nelle 48 ore precedenti il viaggio.

Ad occuparsi del rilascio, verifica e l’accettazione di certificazioni Covid-19 interoperabili a livello nazionale ed europeo è la Piattaforma Nazionale DGC per l’emissione e validazione delle certificazioni verdi Covid-19. Insomma il green pass italiano è del tutto simile a quello europeo, il certificato verde su cui sta lavorando l’Unione europea per far ripartire il turismo internazionale che arriverà il 10 maggio in sperimentazione in 10 Stati (tra cui l’Italia), ma sarà tecnicamente pronto per il 1° giugno. Il pass verrà rilasciato a ogni cittadino UE che ha ricevuto il vaccino anti Covid, è guarito dall’infezione oppure è risultato negativo al tampone. Il green pass Ue sarà valido in tutti i Paesi dell’Unione europea, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

E’ bene ricordare che se per i turisti stranieri che vengono in Italia e per gli italiani che tornano dall’estero ci sarà il green pass, le regole per gli italiani che vanno in vacanza all’estero dipendono dal Paese di destinazione.

Fonte: https://www.wallstreetitalia.com/passaporto-vaccinale-italiano-ed-ue-come-funziona/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:%20Wall%20Street%20Italia&utm_content=passaporto-vaccinale-italiano-ed-ue-come-funziona&utm_expid=24d0ca8f6aa04e501a1696e2bb16eb15a1464a4f6d2645e107c1efc8f8ee3e0f

Altri “esperti” sconfitti dalla pandemia: i costituzionalisti

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di Corrado Ocone

C’è una categoria di studiosi che più degli altri esce sconfitta dalla gestione della pandemia: i costituzionalisti. Prima di tutto coloro che, per la loro rigidità ideologica, negli anni passati avevamo imparato ad apostrofare, con rispetto ma anche con un non velato sfottò, le “vestali della Costituzione”. Per loro la legge fondamentale andava interpretata alla lettera, non nello spirito, come un testo sacro che non viveva nel tempo ma si sottraeva ad ogni modifica o adattamento. Un totem.

Fu in quest’ottica che essi si opposero alle proposte di riforma e ai referendum prima di Berlusconi e poi di Renzi, e si mobilitarono con appelli gridando all’ “emergenza democratica” ogni qualche volta qualche piccola modifica veniva proposta o avanzata (soprattutto dal centrodestra). D’altronde non era la Costituzione figlia della Resistenza? E, se la Resistenza era stata antifascista, per una sorta di proprietà transitiva “fascista” era anche chiunque volesse modificare in qualche punto la Carta, fosse anche per adattarla a nuove esigenze.

Arrivata la pandemia, e con il governo più a sinistra della storia, le “vestali” di colpo tacquero. E non solo loro: furono pochissime le voci fra i costituzionalisti che mossero appunti, sotto il governo Conte, ai famigerati dpcm, alla sistematica messa da parte del Parlamento e delle opposizioni, alla assoluta leggerezza con cui venivano limitate le libertà fondamentali, alla segretezza con cui fu tenuta nascosta la promulgazione di uno stato d’emergenza che, lungi dall’essere provvisorio, sembrò a un certo punto dovesse continuare all’infinito. Ci fu addirittura qualcuno, ad esempio l’insigne Zagrebelsky, che si prodigò in vere e proprie capriole mentali e verbali per giustificare tale modus operandi.

Perché ciò avveniva può essere spiegato in due modi, soprattutto: 1. la militanza a sinistra della più parte dei costituzionalisti, che quindi si affidavano toto corde al premier del governo fondato sull’asse Zingaretti-Speranza; 2. l’aspettativa di prebende e consulenze da parte di un governo non certo parco su questo fronte verso tecnici e esperti Un governo che a un certo punto cadde e fu sostituito dall’attuale di Mario Draghi. Il quale è sicuramente più rispettoso del Parlamento e delle forme della democrazia ma è pure lui costretto spesso a non seguire la Costituzione: vuoi perché pressato dall’ala sinistra del suo esecutivo (che è in perfetta continuità con la maggioranza del governo precedente); vuoi perché effettivamente in punti importanti la Costituzione italiana ha grossi limiti, storici e culturali (fu pur sempre scritta anche da un ampio fronte socialcomunista e in genere non liberale), che non permettono più di rispondere alle esigenze del presente.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/gli-altri-esperti-sconfitti-dalla-pandemia/

Leggi anche:

Lo spirito di “Destra” e quello di “Sinistra” davanti alla Pandemia

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QUINTA COLONNA

di Matteo Castagna

Il decreto-aperture sta generando molte polemiche perché troppe serrande resteranno comunque abbassate, soprattutto nell’ambito della ristorazione, e per la permanenza del cosiddetto coprifuoco serale. Per analizzare la situazione in maniera realistica e pragmatica occorre abbandonare quella forma di “autismo ideologico”, che pare muovere i ragionamenti di alcuni commentatori, e giungere serenamente ad esprimere un punto di vista scevro di fanatismi e privo della fissazione cospirazionista, che raggiunge il solo scopo di sopravvalutare l’incompetenza.

All’interno di un governo di unità nazionale, ossia un governo di scopo, ci sono sostanzialmente tutte le forze politiche, che con un premier considerato autorevole, deve raggiungere, in un tempo limitato, la finalità di portare il Paese fuori dalla pandemia e dalla crisi economica. Ogni altro argomento è, ovviamente, divisivo e non può avere priorità di fronte alla popolazione che non lavora e alla gente che muore. Resta il fatto che, comunque, le donne e gli uomini al governo hanno visioni antropologiche agli antipodi e stanno assieme per raggiungere, appunto, un obiettivo comune, che non ha colore partitico: salvare l’Italia dalla crisi, guarendola dal virus. Il governo è diviso dalle modalità con cui raggiungere questi obiettivi. Tale divisione è lo specchio di quello che il grande Gustave Thibon chiamava “lo spirito di sinistra e lo spirito di destra”. Anche se sono categorie politiche superate dalla storia e dall’evidenza, lo spirito dell’una e dell’altra sono percepibili, oggi, come se vivessimo nel XIX o XX secolo.

In Diagnosi, Thibon scrive che “è facile definire l’uomo di sinistra come un invidioso o un utopista e l’uomo di destra come un soddisfatto o un “realista” . Il grande uomo di destra (Bossuet, de Maistre, Maurras, ecc.) è profondo e stretto, il grande uomo di sinistra (Fénelon, Rousseau, Hugo, ecc.) è profondo e torbido. Ambedue possiedono tutta l’apertura umana: portano nelle loro viscere il male e il bene, il reale e l’irreale, la terra e il cielo. Ciò che li distingue è questo: l’uomo di destra, lacerato tra una visione chiara della miseria e del disordine umano e il richiamo di una purezza impossibile a confondersi con qualsiasi cosa di inferiore ad essa, tende a separare con forza il reale dall’ideale; l’uomo di sinistra, il cui cuore è più caldo e lo spirito meno lucido, tende piuttosto a confonderli. Il primo, preoccupato di conservare all’ideale la sua altezza e la sua difficoltà di accesso, fiuterà volentieri odore di disordine negli “ideali” che corrono il mondo; il secondo, spinto dalla fretta di realizzare i suoi sogni e forse un po’ disgustato delle ascese severe, sarà portato a idealizzare il disordine. Qui si mescola, là si taglia”. Ergo da un lato si vorrebbe aprire le attività, in sicurezza, per far tornare a vivere, dall’altro si vorrebbe chiudere tutto per paura di sbagliare e senza rendersi conto di cadere, nel migliore dei casi, nel grottesco.

“Imbavaglia e disciplina i demoni che sono in te e nel mondo”, dice lo spirito di destra. “Fanne degli angeli”, ci sussurra lo spirito di sinistra. il guaio è, in quest’ultimo caso, che è infinitamente più facile travestire che trasformare. Continua G. Thibon: “l’ascetismo è a destra, il quietismo a sinistra. La corruzione quietista equivale sul piano religioso alla corruzione democratica sul piano politico: l’una e l’altra sono il frutto di quell’ affanno febbrile dell’essere impotente il quale, non avendo più forze per lottare né riserve per attendere, si affretta – al fine di realizzare senza ritardi né fatica il suo sogno di pienezza e felicità – a confonderlo con qualsiasi cosa. il quietismo e la mistica democratica consistono nel bruciare le tappe…in sogno! La febbre è a sinistra…” Per questo non ci deve essere Speranza! Non vogliamo passare l’estate con la febbre. Draghi è ancora in tempo per intervenire. 

Foto dall’archivio de “Il Corriere delle Regioni”

del 23 Aprile 2021

Fonte: https://www.corriereregioni.it/2021/04/22/lo-spirito-di-destra-e-quello-di-sinistra-davanti-alla-pandemia-di-matteo-castagna/

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