Embargo petrolio russo, il nuovo piano Ue (tra deroghe e incertezze) cambia tutto

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“Questo piano mi pare una follia – dichiara il nostro responsabile Nazionale Matteo Castagna – perché, di fatto, è un secondo atto di guerra contro Putin, dopo l’invio di armi ad un Paese straniero, che è parte di una guerra che, al momento, non è ufficialmente nostra. L’Occidente dovrebbe riconoscere che la soluzione del conflitto è il raggiungimento di accordi diplomatici. Non esiste più il mondo governato dagli USA e dai suoi satelliti, come negli anni ’90. La Russia, la Cina e i BRICS in generale, sono altre Superpotenze con cui si dovrebbe concorrere in un mondo multipolare. Non vedo altra possibilità di scelta. Embarghi, sanzioni, minacce, provocazioni e muscoli di catone prolungano la guerra e la generale situazione conflittuale tra Oriente e Occidente”.

di Eugenio Palazzini

Roma, 6 mag – Prendere tempo, concedere deroghe, stabilire un nuovo piano. L’Ue teme rotture interne sull’embargo al petrolio russo e decide ora di cambiare (parzialmente) linea, avanzando una nuova proposta destinata a far discutere ancor di più. Vediamo perché.

La Commissione europea, pur ribadendo la necessità di sanzionare il petrolio di Mosca, prevede adesso una speciale deroga di due anni per Ungheria e Slovacchia. Non più soltanto un anno come inizialmente previsto e annunciato, dunque. Per Budapest e Bratislava, che continuano a mostrarsi fortemente refrattarie al sesto pacchetto di sanzioni europee, il divieto di importare greggio dalla Russia dovrebbe insomma entrerà in vigore a fine 2024.

Petrolio russo, il nuovo piano Ue a suon di deroghe e incertezze

Parliamo quindi, se dovessimo valutare queste misure a partire da oggi, di quasi due anni e mezzo di esenzione. Con tutta evidenza tutto potrebbe cambiare in questo lasso di tempo, sia in meglio che in peggio, nei rapporti tra Europa e Russia. Intanto Bruxelles è orientata a concedere una deroga analoga anche alla Repubblica Ceca, fino a giugno 2024. Ma non è tutto, perché le divisioni in seno all’Ue sono ben più ampie.

A protestare per il taglio repentino al petrolio russo sono anche Grecia, Malta e Cipro. A manifestare altri malumori sono Croazia e Bulgaria. Di conseguenza la Commissione europea valuta una deroga generale per gli altri Stati membri: di tre mesi, relativamente al divieto di trasporto del greggio di Mosca su navi Ue. Come noto, nel pacchetto di nuove sanzioni inizialmente previsto, il divieto sarebbe dovuto entrare in vigore già dal mese prossimo. Confusione, incertezze e disparità rischiano quindi di generare ulteriori frizioni.

Cercasi accordo politico

Nella giornata di oggi gli ambasciatori dei Paesi membri si riuniranno per discutere della questione e tentare un primo accordo politico, con l’obiettivo di giungere all’approvazione formale delle nuove misure contro la Russia entro questo fine settimana. “Stiamo lavorando per arrivare a un accordo tra tutti i Paesi europei, per fermare l’importazione di petrolio dalla Russia. Si farà”, ha detto l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell. “E se non si fa presto, cioè entro questo fine settimana, dovrò far riunire il Consiglio dei ministri degli Affari esteri per avere un accordo politico”, ha aggiunto Borrell. Mission impossible? Tutto dipende, probabilmente, dall’Ungheria. Se cioè Orban accetterà la deroga di due anni oppure la giudicherà insufficiente.

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/politica/embargo-petrolio-russo-nuovo-piano-ue-tra-deroghe-incertezze-cambia-tutto-232650/